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Autore: Dark Sider    16/08/2009    5 recensioni
Cosa ci fa Sasuke all'ospedale con una gamba ingessata?
E se c'entrassero una recita scolastica, Michelangelo Buonarroti e un certo biondino di nostra conoscenza? [SasuNaru]
Genere: Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Il dobe è un pericolo costante

 

 

 

<< Teme, ti ho già chiesto scusa almeno mille volte! >>

Naruto e Sasuke erano all’ospedale. Il biondino guardava l’altro, contrito, con gli occhi cerulei spalancati così da sembrare un bambino spaventato.

<< Non capisci che ci sto male? >>

Sasuke Uchiha si agitò un po’, cercando di mettersi più composto e incenerì l’altro con un’occhiataccia.

<< Tu stai male? >> domandò, in tono minaccioso. Naruto annuì. << Non so, dobe, forse non l’hai notato che sono io quello che sta a letto! >> gli fece notare il corvino indicando il suo ginocchio ingessato.

Ora, cosa ci faceva Sasuke Uchiha costretto ad un letto d’ospedale con la gamba ingessata?

Beh, la storia è lunga. Molto lunga. Così lunga che non ho proprio voglia di raccontarla… Ok, ok. Ve la racconto, però…. Potreste mettere via quelle falci? Qualcuno potrebbe farsi male! E non vorrei essere proprio io quella che va a finire di stanza insieme a Sasuke Uchiha…

 

 

 

 

 

Tutto accadde qualche giorno addietro.

Sasuke, Naruto e altri ragazzi erano al teatro vicino la loro scuola.

Certo, teatro non è la parola giusta per descrivere quell’edificio in decadenza, così piccolo che era un miracolo che si fosse riuscito ad inserirci anche alcune poltrone lise. Il pavimento in legno del palco scricchiolava in maniera molto poco rassicurante ogni volta che qualcuno ci camminava sopra e le tende del sipario erano appesantite e polverose, piene di chissà quale misterioso insetto o aracnide.

Era, appunto, qui che una classe di diciassettenni stava aspettando impazientemente l’arrivo del suo professore di lettere conosciuto, ormai è evidente, per essere sempre in ritardo a qualunque appuntamento.

La domanda che ora viene da porsi è cosa ci facessero degli studenti in un vecchio teatro.

La risposta è semplice: erano vittime della maledizione che prende il nome di “recita di fine anno”, splendida idea della preside Tsunade; bella, certo: molti studenti apprezzavano le sue forme e il modo in cui riusciva a nascondere la sua veneranda età ma, in quel periodo appunto, la preside riceveva puntualmente molti attentati alla sua vita dai quali aveva imparato a difendersi egregiamente. Molti speravano che, morta lei, sarebbe morta anche quell’orribile tradizione di portare in scena una rappresentazione teatrale.

Potrebbe – e sottolineo potrebbe – anche essere bella e divertente ma dopo ore e ore passate a provare e riprovare, recitare e urlare, ridere e discutere, lo spettacolo prendeva una piega triste e tetra qual è una trappola o una tortura molto dolorosa.

Quando poi il tema è la vita di Michelangelo Buonarroti non può certo venirne fuori niente di buono.

E quando il professore – che nello spettacolo ha compito di coordinatore e regista – è sempre, costantemente in ritardo tutto diventa tremendamente deprimente.

Molto deprimente. Così deprimente che Sasuke Uchiha, seduto sul palco, si era perso a contare i buchi e le varie escoriazioni presenti sulle travi di legno giungendo alla conclusione che raggiungevano un numero talmente elevato che il nome di quest’ultimo poteva essere conosciuto solo dalla NASA.

Così deprimente che Kiba stava provando la sua parte storpiando le battute in fiumi di parole senza senso, dall’arcano significato e, ogni tanto, intercalate da una sua risata stile ubriaco.

Così deprimente che Shino, nascosto nell’ombra per non intaccare la sua dignità, stava cercando di raggiungere la pace dei sensi grattandosi la schiena tipo alano.

Così deprimente che Naruto non smetteva di cercare di attirare l’attenzione di Sasuke, chiamandolo teme, amore o con il suo nome a seconda dei casi, ottenendo scarsi risultati se non quelli di rischiare di finirsi la voce e di strangolarsi con il cordone collegato al sipario, con il quale stava giocherellando.

Il tutto, nel suo tetro insieme, risultava davvero penoso.

Molto penoso. Così penoso che Hinata era sull’orlo delle lacrime.

Così pensoso che Ino non faceva altro che rimirarsi nello specchietto che si portava sempre dietro.

Così penoso che Sakura stava aspettando il suo professore di fuori, con uno scalpello in mano il quale faceva parte della scenografia ed apparteneva a Naruto alias Michelangelo Buonarroti.

La seconda domanda che viene da porsi è come mai uno così maledettamente orgoglioso come Sasuke potesse prendere parte ad una recita.

La risposta è che lui, infatti, non ne aveva alcuna intenzione.

Era stata tutta colpa di Naruto se ora era lì, ad interpretare l’idiota parte del fantasma di Michelangelo.

Convincerlo non era stato difficile. Gliel’aveva chiesto mentre stavano facendo sesso, il bastardo. Insomma, aveva le idee confuse; non sapeva quello che stava dicendo.

I suoi dinieghi erano stati inutili come inutile era stato l’intento di convincere il biondo che quel “si”che aveva pronunciato non fosse la risposta alla sua domanda ma una conseguenza del piacere che stava provando. Figurarsi! Naruto non aveva voluto sentire scuse e aveva costretto Sasuke ad iscriversi.

Quella gliel’avrebbe fatta pagare. Oh, si: lui ancora non sapeva cosa gli aspettava…

<< Scusate per il ritardo! Ma c’era una vecchia signora che aveva bisogno d’aiuto per attraversare la strada… >> il resto della frase del professor Kakashi fu soffocata dalle urla dei ragazzi che lo insultavano, si lamentavano,  e… altro.

<< Ma si inventi scuse migliori >> gli suggerì Sakura mentre ancora brandiva minacciosamente lo scalpello. Kakashi sorrise nervosamente. << Ridai lo scalpello a Naruto, Sakura. Potrebbe essere pericoloso…>>

<< In mano a Naruto >> lo interruppe Sakura << siamo sicuri che ci potremmo fare seriamente del male. In mani sue è pericoloso persino un foglio di carta >>.

Qualcuno ridacchiò. Sasuke si accigliò. Naruto si imbronciò.

<< Bene >> convenne Kakashi. << Ora sono qui perciò… possiamo iniziare a provare >>.

Tutte le risate e l’entusiasmo scomparvero sostituite da sbuffi, borbottii e malumore.

<< Sasuke >> abbaiò Kakashi << che stai facendo ancora qui? >>

<< Me lo sto domandando anche io >> borbottò il corvino.

<< Vai a prepararti >>.

Lanciando un’occhiata assassina a Naruto, Sasuke sparì nei camerini. Il suo personaggio era molto deleterio per il suo orgoglio. Doveva cospargersi il corpo con una sostanza – il cui nome era a lui ignoto – per rendere la sua pelle ancora più bianca colore del quale, secondo Kakashi, erano i fantasmi. 

Intanto, dalle poltrone, gli altri studenti stavano assistendo ai balbettii di Hinata, di un color rosso acceso in viso, che si stava rivolgendo a Kiba. Il ragazzo le rispondeva solo perché aveva imparato le sue battute: nella realtà le uniche parole che le avrebbe rivolto come risposta sarebbero state “ Eh? Come?

Quando fu il turno di Shikamaru, il cervellone sembrava scomparso. Lo trovarono, invece, che ronfava sulla poltrona più nascosta; la sua reazione quando fu svegliato non fu certo delle migliori: non si sa cosa accadde di preciso ma Choji si ritrovò con un occhio nero.

Naruto, intanto, saltellava sulla sua poltrona, aspettando impazientemente il suo turno. Anche lì, anche seduto, stringeva quello scalpellino che Sakura, alla fine, aveva dovuto restituirgli.

Era entrato così tanto nella parte che sembrava davvero Michelangelo.

La scena che doveva provare quel giorno era un famoso aneddoto della vita dello scultore/ pittore: quando egli aveva scolpito una statua di una bellezza tale che gli era parsa vera tanto che, per spronarla a parlare, l’aveva colpita con lo scalpello sul ginocchio.

Si stava, dunque, posizionando sul palco una statua di polistirolo, che doveva essere più o meno – più meno che più – una rappresentazione dell’originale.

Naruto salì i gradini che portavano al palco, rischiando di inciampare, ed iniziò a recitare la sua parte.

Kakashi lo guardava, soddisfatto degli ottimi risultati che la classe aveva raggiunto principalmente e soprattutto grazie a lui.

Insomma, tutto procedeva per il meglio, sennonché un ignaro Sasuke aveva appena terminato di candeggiarsi e si stava apprestando a raggiungere di nuovo il palco per attendere il suo turno. Sarebbe volentieri rimasto nei camerini, se avesse anche solo lontanamente sospettato quale doloroso ed infausto Fato lo attendeva.

Il corvino non sospettava affatto che Naruto stesse recitando quella scena in quel momento; dal canto suo, Naruto non sospettava affatto che Sasuke si stesse dirigendo sul palco, passando proprio in quel punto in quel preciso istante, distratto, pensando al suo orgoglio che, di lì a poco, sarebbe stato intaccato.

Così, tutto infervorato e concentrato, Naruto stava rimirando la statua di polistirolo e le stava domandando:  << Perché non parli? >>; poi, come da copione, abbatté lo scalpello vero sul ginocchio della statua finta.

Solo che la statua parlò davvero. E ciò che disse fu: << AAAAAAH! MALEDETTO IDIOTA! IO TI AMMAZZO! >>. L’urlo di Sasuke Uchiha riempì tutto il teatro, attirando l’attenzione di quelli che non stavano guardando.

Il corvino si era pietosamente gettato a terra e stava rotolando come un’idiota per tutto il palco stringendosi il ginocchio della gamba destra piegata in un’elegante posizione di airone in volo. Le scuse di Naruto, che gli andava correndo dietro, erano soffocate dalle urla di dolore e dalle imprecazioni di Sasuke.

Quando tutti i presenti gli si strinsero intorno, riducendo così la sua zona di rotolamento, Sasuke decise di arrestarsi e di rimanere immobile a gemere e a maledire il dobe che, intanto, gli si era accovacciato vicino, sempre stringendo lo scalpello tipo copertina di Linus e chiedendogli scusa.

Naruto voleva aiutarlo, cercava di dargli una mano a mettersi a sedere ma rischiò solo di colpirlo una mezza dozzina di volte con quello stramaledetto scalpello.

<< Dobe >> ringhiò Sasuke, tra un gemito e l’altro, << se non metti subito via quello scalpello te lo ficco su per il… >>

<< Ok, calmiamoci >> lo interruppe Kakashi mentre Naruto si affrettava ad ubbidire al teme, spaventato dalle sue minacce non totalmente espresse. << Che è successo? >>

<< Professore >> piagnucolò Naruto, << non ho fatto apposta. Sasuke mi è passato davanti, aveva il ginocchio bianco come quello della statua, e pensavo che fosse di questa… anche se in effetti mi sembrava un po’ troppo realistico… >> rifletté; Sasuke emise quello che assomigliava pericolosamente ad un ringhio di frustrazione.

<< Ah beh, poco male >> concluse Kakashi mentre Sasuke lo fissava accigliato, meditando vendetta. <<  È

normale che Naruto ti abbia scambiato per la statua. Pensa, per esempio, se tu fossi al mare, immerso nell’acqua fino al collo: qualcuno, vedendoti da dietro, potrebbe scambiare i tuoi capelli per il culo di una papera >>. Tutti, compreso Naruto, scoppiarono a ridere mentre Sasuke cercava di tirarsi in piedi per uccidere Kakashi.

Si aggrappò a Naruto cercando di tirarsi in piedi, gemendo di dolore e ottenendo i risultati di scivolare di nuovo a terra. Il biondo tornò serio. << Scusami teme. Non ho fatto apposta. Scusa! >> continuava a ripetere con gli occhioni lucidi. E che cavolo! Come cazzo si  faceva a prendersela con lui?!

 

 

 

 

 

Ed ecco come Sasuke Uchiha si era ritrovato in ospedale, con una rotula pressoché distrutta e la gamba ingessata e dolorante.

<< Smettila di blaterare, dobe. Mi infastidisci >>.

Naruto tacque; poi disse: << Per lo meno, adesso, non devi più partecipare alla recita… Scusami, è tutta colpa mia >>.

Sasuke sbuffò poi attirò Naruto a sé e lo baciò per rassicurarlo. Ripeto: come cazzo si faceva a prendersela con lui?! L’Uchiha odiava il fatto che vederlo così dispiaciuto ed indifeso gli impedisse di incazzarsi decentemente. Anzi, di incazzarsi e basta.

Però doveva ammettere che, su una cosa Naruto aveva ragione: ora non doveva più partecipare alla recita.

Anche se, da quel giorno, l’Uchiha conservò sempre una certa avversione per Michelangelo. E per le statue e gli scalpelli in generale.

 

 

 

 

 

***

Parodia senza pretese. Spero che possa piacervi ^^

 

 

 

 

  
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