Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Salazarr99    05/08/2020    3 recensioni
"Levi aveva conosciuto il suo capitano quando il demone della vita che aveva intrapreso lo aveva già iniziato a distruggere.
Gli occhi di Erwin erano spesso sofferenti, lo sguardo triste e tormentato.
Raramente c’era gioia nei suoi occhi che non derivasse dall’idea di poter vedere realizzato il suo sogno.
Eppure, era certo di averla vista."
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Erwin Smith, Levi Ackerman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il cielo era limpido.

Fu questo il primo dettaglio che colpí gli occhi di Levi appena sveglio. 

Non c’erano tracce di nuvole né forti raggi solari, nulla all’orizzonte che non fosse il forte e intenso azzurro del cielo. 

Era una bella giornata, eppure quella visione che si stagliava davanti ai suoi occhi gli parve devastante, quasi angosciante. 

Sbadigliò, portandosi una mano davanti alla bocca per coprirla. Con uno scatto netto si tirò su, per sedersi sul letto. 

Attese un minuto o due prima di alzarsi per poter mangiare qualcosa. 

  • Che mondo crudele. - pensó, mentre si accingeva a preparare del the. 

Seguì una serie di azioni profondamente metodiche, le sue dita affusolate che afferravano il bollitore, l’infuso, i vari utensili. 

Tutto era studiato, perfettamente uguale ai movimenti che aveva fatto il giorno prima e che avrebbe fatto il giorno dopo. 

 

A Levi non piaceva cambiare. Trovava stressante l’idea di doversi abituare a cose nuove. 

Forse la sua vita troppo tormentata e ben più instabile lo aveva portato a cercare nelle azioni quotidiane qualcosa di certo, qualcosa che potesse non mutare davanti ai suoi occhi senza che lui avesse possibilità di fare nulla. 

L’impotenza era un’altra delle cose che a Levi non piacevano: la sensazione di non poter agire sugli avvenimenti che sconvolgevano la sua vita lo rendeva furente. 

 

L’uomo sospirò, mentre si allungava sulle punte per prendere la sua tazza.

Non lo aveva mai frustrato particolarmente l’idea di essere più basso della media: era sempre stato migliore degli altri nonostante questa caratteristica fisica. 

Ma non era più abituato a quel movimento, negli anni si era rassegnato, persino compiaciuto, del fatto che ci fosse qualcuno di più alto che potesse allungarsi per prendere le cose al posto suo. 

Questo pensiero suscitò una breve gioia in lui, sorrise appena. Il ricordo sfocato di tempi migliori aveva toccato caldamente il suo cuore, ricordandogli luoghi e persone. 

 

Con passi leggeri andò a sedersi, come sempre davanti alla finestra. 

Il cielo era limpido.

Assurdamente limpido.

 

Di nuovo, quella sensazione di angoscia gli attanagliò il petto. 

 

Il cielo era limpido e azzurro; ma l’azzurro, ancor prima di essere del cielo, era il suo colore. 

Era il colore degli occhi di Erwin. 

 

Quante volte ci si era perso, nei suoi occhi. 

Erano belli, belli da morire.

La prima volta che li aveva visti, lo avevano trafitto. Nonostante dovesse considerarlo come un obiettivo, un nemico, ogni volta che Erwin lo guardava negli occhi, gli sembrava dovesse scrutargli l’anima.

E per qualche attimo, aveva avuto l’impressione che ci fosse riuscito. 

 

Nel tempo si era abituato a quello sguardo così profondo, aveva imparato a distinguere le sue emozioni solo guardandolo negli occhi. 

Erano stati una costante del suo percorso nel corpo di ricerca. 

Ricordava lo sguardo severo e serio che aveva quotidianamente, lo sguardo deciso che riservava ai suoi cadetti. 

Ricordava la luce che aveva negli occhi quando parlava del suo sogno, delle sue speranze. 

 

Di nuovo, il pensiero di Erwin gli trafisse il cuore. 

Non l’avrebbe mai più vista, quella luce, quello sguardo che sembrava guardare oltre le cose materiali, tanto era intenso. 

Questo Levi lo sapeva bene, eppure non poteva fare a meno di soffrirne. 

 

Il cielo era limpido. 

Gli occhi di Erwin no, non lo erano mai stati. 

 

Levi aveva conosciuto il suo capitano quando il demone della vita che aveva intrapreso lo aveva già iniziato a distruggere. 

Gli occhi di Erwin erano spesso sofferenti, lo sguardo triste e tormentato. 

Raramente c’era gioia nei suoi occhi che non derivasse dall’idea di poter vedere realizzato il suo sogno. 

 

Eppure, era certo di averla vista.

L’aveva vista quando gli aveva confermato che sarebbe rimasto nel corpo di ricerca. 

La vedeva ogni volta che si concedeva, anche se per poco, di essere solo Erwin, non il comandante Erwin Smith. 

 

Erano più che molteplici le persone che potevano vantarsi di aver conosciuto il grande Erwin Smith, che ne avevano cantato le gesta e il grande intuito. 

Viceversa, coloro che avevano conosciuto Erwin come uomo erano pochissimi. 

 

Ricordò di avergliene parlato una volta, una mattina a letto. Gli aveva detto quanto fosse fiero di aver conosciuto un uomo sconosciuto a molti, di essere a conoscenza di un altro Erwin. 

Il biondo aveva sorriso, stringendolo di più a sé. 

Sei presuntuoso, gli aveva detto. 

 

Levi prese un altro sorso di the. 

Si chiese quale fosse il senso di tanta sofferenza. 

Probabilmente non lo avrebbe mai trovato.









Grazie di aver letto la mia storia! Lasciami una recensione, mi farebbe molto piacere! 

  
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