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Autore: Spensieratezza    05/08/2020    1 recensioni
Questa è una raccolta di capitoli per la maggior parte ispirati da me per merito delle puntate che sono andate in onda..reazioni o conseguenze che non abbiamo mai visto a quello che è successo nel telefilm.
-alcuni capitoli sono stati revisionati.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Missing moment di Supernatural'
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Luna di carta



“Senti, possiamo non parlarne?”

“Perché?” ripeteva Sam per la milionesima volta.

“È imbarazzante, ok?” ripetè anche Dean , per la milionesima volta.
 


Sam aveva perso il conto delle volte che Dean aveva detto la parola : imbarazzante, quel giorno.



“Non ti stai riferendo a tutta la faccenda dell’essere demone, vero?”

“No..”

“E neanche a tutta la vicenda con Crowley…”

“No” disse Dean con voce ancora più stridula.
 


Dean sapeva di avere lo sguardo di Sam addosso, e sentiva il collo infiammarsi come una stufa a legno.

“E non hai intenzione di parlarne…” continuò imperterrito Sam.

“Maledizione, Sam…di che cazzo vuoi parlare?”

“Di quello che abbiamo fatto? Più di una volta? Che continuiamo a fare?” chiese Sam.

Dean scosse la testa con decisione. “Non ne parleremo…”
 
Sam si senti più mortificato che mai. “Mi dispiace…” disse.

Dean non riusciva a resistere quando Sam faceva cosi il cucciolo bastonato. Lo guardò, turbato.

“Andiamo…non abbiamo mica ammazzato nessuno, no?” si sforzò di fargli un debole sorriso, e di accarezzargli una spalla, per fargli capire che andava tutto bene.
 
 
 
 



*

Qualche mese prima…..

“Dean, sono tornato con il carburante, come lo chiamavi sempre te, ricordi?? Carburante che aspetta di finire in quella fogna che è la tua bocca.” Disse Sam, dopo esser andato a prendere diverso cibo per Dean, dopo che riuscirono a curarlo da demone qual era diventato.

Dean si voltò impercettibilmente verso quella valanga di robe che Sam aveva preso. Caramelle, cioccolati, due cheeseburger, patatine fritte…

Gemette e si voltò di nuovo dall’altra parte del letto.



“Beh…io ti lascio qui il tutto…quando hai fame, mangi, ok?” disse Sam, con tono un po’ triste.

Dean gemette di nuovo.
 
 
 


Quando Sam tornò, mezz’ora dopo, Dean non aveva toccato niente. Non aveva neanche provato ad aprire i sacchettini o a dare un morso a un panino.

“Dean…andiamo, dude, devi mangiare. Devi rimetterti in forze!” gli disse, scuotendogli un braccio.

Dean non si voltò. Mormorò solo un :”Lasciami in pace, Sam.”

“Dean, se non vorrai mangiare, mi costringerai ad imboccarti.” Disse Sam duro.

“Come puoi parlarmi ancora? Come puoi anche solo guardarmi???” gli chiese Dean, disperato, con le lacrime agli occhi.

“Sei mio fratello, e queste scenate isteriche da grande coglione, dimostrano chiaramente che quello non eri tu e ora sei tornato lo stesso coglione di sempre. Mangia.”



“Mi viene da vomitare.”

“Stai scherzando? Non avevi detto di avere una fame da lupi? E poi hai sempre adorato queste schifezze.”

“Non mi viene da vomitare, per il cibo” chiari Dean.
 

Sam capì e sospirò. “Dean.” Gli andò vicino, abbracciandolo, mentre era girato su un fianco.



Dean non rispose, e Sam fece per alzarsi e andare via, ma Dean lo trattenne per il polso.

“Puoi…dormire qui, per stanotte? Per favore….”

Sam lo guardò come se non lo riconoscesse.



“Per favore…non so se…riesco a star da solo, stanotte. Solo per stanotte…”

Malgrado fosse decisamente strano, e la cosa era un po’ imbarazzante, Sam accettò.
 
 




Era molto strano, e stavano più vicini di quanto ci si sarebbe aspettato, malgrado il letto fosse enorme…

Dean si muoveva un casino nel sonno, specialmente verso Sam, che si sentiva a disagio.

Ad un certo punto, Sam lo senti singhiozzare piano.

“Dean!!” esordi spaventato.



Dean continuava a singhiozzare, ripetendo: “Scusa, scusa, scusa, scusa.”

“Dean, smettila.

Dean non smetteva.

“Dean, smettila!”

“Scusa, scusa, scusa, scusa…”
 


Sam gli prese la faccia nelle mani, e lo baciò.

“Basta” gli sussurrava sulle labbra, mentre Dean respirava affannato.

“Basta. Basta. Basta.” Ogni bacio un basta.
 


Dean sembrava più scioccato di prima, ma Sam non si fermò, fino a che non lo senti rilassarsi sotto di lui.



Quando Dean si fu calmato, cercò le braccia di Sam, e Sam lasciò che le trovasse.

Si abbracciarono.
 
 



La mattina dopo fecero finta di nulla, imbarazzati oltre ogni limite, ma, proprio quando Sam credette che fosse stato un episodio fine a sé stesso, la sera stessa Dean gli chiese se voleva dormire nella sua stanza.

Nel mio letto era la richiesta implicita.

Sam avvampò d’imbarazzo, ma non disse di no.
 
 



E continuarono cosi, anche nei mesi successivi. Non ne parlavano mai. Sapevano che era una cosa sbagliata, ma non potevano fare a meno di rifarlo. Ancora e ancora e ancora.
 
 
Quando Sam provava ad affrontare la questione, Dean diceva che non c’era niente di cui parlare.

Il fatto però che non lo respingesse, era come se spingesse Sam a non sentirsi chissà come ferito.

Certo, era spaventato anche lui, ma capiva Dean.
 
 
Cosi, quell’ennesima sera in cui Dean aveva annunciato di non volerne parlare, non si mise a insistere.



Solo, ad una certa ora, poggiò la testa sulla sua spalla.



Dean stava ancora guidando e si irrigidi.

“Dean…perché non mi guardi?”

Dean gli diede una fuggevole occhiata e poi tornò a fissarsi sulla strada.

“Per favore, guardami…”

Dean lo guardò con un’espressione triste.

“Puoi fermarti?”



L’espressione *puoi fermarti * lo fece irrigidire, ma poi capi cosa Sam volesse dire. Cercò un punto dove potesse fermare la macchina, e si fermò.
 


Ormai si conoscevano bene, e Dean sapeva che la richiesta di Sam di fermarsi, nascondeva la voglia di baciarsi, quindi non fu sorpreso del bacio che venne dopo.



Si baciavano, e Sam si artigliava alla sua maglietta, prendendo il sopravvento. A Dean non dispiaceva che lo facesse, dopo tutto quello che gli aveva fatto passare, quand’era un demone.
 


Si spogliarono e spesero molto tempo nei preliminari, durante il sesso in macchina, nei sedili anteriori.



“Dean, ascolta…non mi importa se non vuoi parlare di quello che stiamo facendo..di quello che ci è successo..non mi importa se pensi che è tutto per via della disperazione in cui siamo piombati entrambi quando sei diventato un demone…non mi importa…mi importa che non vuoi smettere…” gli disse Sam.


Dean lo fissò negli occhi.



“Probabilmente finirò all’inferno per averlo detto e per averlo pensato..e per desiderare che non finisca, ma non mi importa..” gli disse ancora Sam.



Dean gli sollevò il mento e lo guardò negli occhi: “Non voglio parlarne , perché, non sono mai riuscito a trovare le parole per dirti…quanto conti per me, e di certo non le troverei adesso….”

Un altro bacio.



“Ma non è solo sesso…e non voglio che finisca.” gli disse ancora, prima che Sam lo abbracciasse forte, tenendolo stretto.



Entrambi sapevano che era Amore quello che provavano, e che semplicemente, dopo tutte quelle pressioni, loro avevano ceduto. Si erano semplicemente arresi all’amore che provavano.



In particolare Dean aveva ceduto. Aveva odiato cosi tanto Sam da demone, perché una volta diventato cosi, aveva preso pienamente possesso di quei sentimenti cosi sbagliati che aveva relegato in un angolino del suo inconscio. E per questo voleva ucciderlo.



Amarlo o ucciderlo. Non poteva più tornare indietro, e una volta tornato umano, restava una sola variante.

Sam dal canto suo, aveva provato cosi tanta paura di perderlo definitivamente, che i suoi freni inibitori se ne erano andati via da lui, senza neanche dirgli addio.



Avevano ceduto entrambi, ed erano rimasti interi. Non si erano spezzati, anzi, scoprirono che insieme si sentivano interi. 





LA CONFESSIONE DI DEAN 10 X 16 



Parlare di Gina e del suo rapporto con le donne, quando era più giovane e selvaggio, era imbarazzante, ma lo fece.

Forse non era proprio vero che illudeva le donne con cui usciva, che avrebbero avuto un futuro insieme.

Lui non era così. Non illudeva le donne. Dean era tante cose, ma era soprattutto un gentiluomo e tutte le donne con cui era stato a letto, lo dicevano.

Però, lavoravano ad un caso e aveva bisogno che il fantasma o qualunque cosa fosse, fosse attirato dalla sua vena da mascalzone.

Però…però….la tristezza che sentiva nascere e piegarlo in una morsa letale, la preoccupazione del marchio, fecero sì che Dean non uscì da quel confessionale.

Non ancora.

Confessare la sua paura di morire, fu doloroso, ma non quanto ammettere la sua vera paura o forse il suo vero desiderio.
 
“Non lo so…voglio dire…ci…ci sono delle cose, ci sono delle persone, dei sentimenti che….che vorrei poter provare in modo diverso rispetto a prima o magari per la prima volta.”
 
Dean non riusciva a credere di averlo detto. Non riusciva a credere al fatto che aveva espresso chiaramente il suo desiderio di amare Sammy, di amarlo davvero. Di dimostrarglielo, di dirglielo anche. Forse.

Si sorprese quando il prete gli rispose.

“Dovrebbe andare in profondità, forse. Rispetto a quando stava con Gina.”

Quelle parole colpirono Dean in profondità.

“Già…sto iniziando a pensare che magari c’è dell’altro, oltre a quello che pensavo.”

O chissà, forse l’ho sempre saputo….
 
 
 
 
*

“Chi mischia il suo sangue e le propria ossa alla pittura? Nessuna donna l’ha mai fatto per me.” disse Dean, mentre era in macchina, nel sedile del passeggero.

“È  così che mi ringrazi per non aver fatto ciò che mi avevi detto di fare?”chiese Sam.

Dean sorrise. Sam era adorabile quando diventava geloso.


“Se ti fermi, ti ringrazio meglio.” Disse Dean malizioso.

Sam accettò, ricambiando il sorriso malizioso.
 
Si fermò in una piazzola di sosta e Dean cominciò a baciarlo.

Si baciarono appassionatamente, anche se Sam sentiva che c’era qualcosa che non andava.

Si spogliarono e fecero l’amore in macchina. Sam aveva perso il conto di quante volte l’avevano fatto, da quando era cominciata tra di loro, solo qualche mese prima.
 


Quando finirono di fare l’amore, Sam, la faccia ancora premuta contro il petto di Dean, gli disse:

“Sai, sei stato in quel confessionale un bel po’.”

Alzò lo sguardo per guardare negli occhi di Dean, che cercava invece di non guardarlo.

“Senti, sto solo dicendo che….sei mio fratello, Dean.”

“Si, LO SONO!” Disse Dean, a voce più alta di quanto avrebbe voluto.

“E se mai avessi bisogno di parlare di qualsiasi cosa con qualcuno, non serve un confessionale. Ci sono io. Sono qui.”

“Ok…” disse Dean, sembrava provato.

“C’è…c’è niente che vorresti dirmi, allora?”

“Io non sono sicuro di riuscire a spiegarmi bene…”

“Provaci. Io ti ascolto.”

“Ho detto in quel confessionale…che ci sono cose, persone e sentimenti che vorrei provare in maniera diversa rispetto a prima, magari per la prima volta…”

“Non…non le senti già? Queste persone? Queste sentimenti?” chiese Sam, sentendosi un po’ ferito, ma non volendo darlo a vedere.

“Non lo so…” disse Dean, scuotendo la testa. “Forse quello che sentivo prima, era solo il guscio, che nascondeva qualcos’altro all’interno, talmente segreto, talmente oscuro, talmente intenso che era necessario che rimanesse sepolto, perché se avessi aperto il guscio, quello che avrei visto mi avrebbe terrorizzato così tanto che mi sarebbe sembrato di annegare.”

“Sembra qualcosa di molto brutto.” Disse Sam, sempre più ferito.

“E forse quando questo guscio è stato aperto…e ho visto cosa c’era all’interno, era diverso da quello che mi aspettavo ci sarebbe stato.”

“E cosa ti aspettavi?” chiese Sam, con il cuore che gli martellava sempre più forte.

“Credevo di annegare, allora perché d’un tratto, mi sono ritrovato a volare?” sussurrò Dean.
 
Ora Sam credeva che il cuore avrebbe potuto scoppiargli fuori dal petto.

“Forse queste…sensazioni…questi sentimenti, sono sempre stati dentro di me. io però non mi sono mai sentito libero di abbandonarmi ad esse e ora….ora mi sto rendendo conto che è l’unica cosa che desidero. L’unica cosa che voglio. “

Sam lo baciò in quel momento, ma Dean si ritrasse dopo un po. Non aveva ancora finito.
 
“Ho sempre…provato amore per te, ma…voglio amarti in modo diverso, ora, Sammy. Non voglio più scappare. “

“Non scapperai mai più da me, Dean, io non te lo permetterò, perché tu, potrai anche non amare te stesso abbastanza da voler continuare a vivere, da combattere il marchio, ma io amo te e non ti lascerò morire.”


Si baciarono ancora, più profondamente di prima.

“Sam….con te sono sempre andato in profondità, rispetto a tutte le altre donne con cui sono stato. Con te è stato sempre diverso.”

Sam represse una risatina.

“Pervertito. Volevo fare un discorso romantico.”

“Non ci credi neanche tu. “ scherzò Sam, guardandolo eccitarsi di nuovo.

“Non…guardare!” disse Dean, salendogli di nuovo a cavalcioni.

Sam rise, poi Dean si fermò di nuovo e gli disse:

“Sam, io non voglio morire.”

“E allora vivi, Dean. Vivi per me. ti aiuterò io….ti aiuterò!”

“lo farò, Sam.”


Si baciarono ancora e Dean si pressò di più contro Sam.

“Dean…sei troppo stanco…per farlo ancora.” Disse Sam un po’ intimorito.

“Scommetti?” chiese Dean con un sorrisetto malizioso.

“Dean.” Rise ancora Sam.



“Ehi….mi sono confessato.” Disse ancora Dean con un sorrisetto, prima di tornare all’attacco.
   
 
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