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Autore: Lina Lee    06/08/2020    3 recensioni
La storia si focalizza sui pensieri di Aiko, la madre di Laelia, mia OC nella long a tema Harry Potter, e su ciò che la spinge a prendere una decisione che la condannerà alla morte.
Vi avviso che è in parte spoiler di alcune situazioni non ancora conosciute all'interno della long, per cui se non volete conoscerle prima del tempo vi sconsiglio di leggere questa piccola one shot.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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One shot partecipante all'iniziativa "Scrivimi" indetta dal gruppo Facebook Caffè e Calderotti https://www.facebook.com/groups/556282841944578/?ref=group_header
Pacchetto proposto da Paige EFP https://efpfanfic.net/viewuser.php?uid=1018554
Prompt: le donne raggiungono l'apice della loro forza quando si armano della loro debolezza - Marie de Vichy


Mi chiamo Aiko, e sono quella che definiscono una “babbana”.
Un tempo avevo un sogno che poteva essere definito comune per le ragazze della mia età, volevo studiare, laurearmi e trovarmi un lavoro. Ho sempre amato le lingue straniere, motivo che mi ha spinto a trasferirmi dal mio Paese Natale, il Giappone, in Inghilterra, più precisamente a Londra, per poter imparare ancor meglio l’inglese e poterlo, un giorno, insegnare. Strano come la mia vita, da quel momento in avanti, sia stata così diversa da come l’avessi programmata. Eppure, anche ora, non mi pento di nulla di ciò che ho fatto, consapevole di come certe decisioni che hanno segnato la mia vita, l’abbiano anche resa la migliore che avessi mai potuto sperare di avere.
Fu proprio a Londra che conobbi un giovane di nome Laelius, attraente, particolare nel modo di vestire, interessante, ma soprattutto un mago. Sì, avete capito bene, un mago, proveniente da una nota famiglia di maghi. La prima volta che me lo disse pensavo che mi stesse prendendo in giro, pensavo che stesse scherzando o che stesse parlando a quel modo per impressionarmi, ma ben presto dovetti ricredermi. Scoprii come accanto al nostro mondo, quello che appunto loro definiscono babbano, ne esista un altro, quello magico, fatto di incantesimi, bacchette, scuole di magia (ho scoperto che ne esiste una anche nel mio Paese d’origine) e che di questo mondo potevano far parte anche coloro che, nati babbani, scoprivano in seguito di avere capacità magiche.
Il corteggiamento non durò tanto, Laelius mi aveva conquistata fin da subito, motivo per il quale decisi di sposarlo, e di avere con lui una splendida bambina, Laelia.
Ma mi resi conto ben presto che anche il mondo magico, proprio come quello babbano, non era tutto rose e fiori. Accanto a famiglie come quella di mio marito, che non facevano distinzioni di sorta, ve ne erano altre che odiavano coloro che non erano puri di sangue, o coloro che come me, appartenevano all’altro mondo e non dovevano mischiarsi coi maghi. Lo ammetto, mi facevano male i loro sguardi, quel disprezzo che vedevo nei loro occhi quando mi osservavano camminare fianco a fianco con Laelius, quando mi vedevano entrare in qualche negozio di Diagon Alley, quando sorridevo loro, facendo amabilmente finta di non rendermi conto di cosa pensassero di me. Stringevo il braccio di mio marito con più forza, tenevo ancora più vicina a me la nostra figlioletta, consapevole che fino a quando avrei avuto loro non avrei dovuto preoccuparmi di nulla, consapevole che nonostante il disprezzo di quelle persone, ve ne erano tante altre che mi volevano bene non solo o non tanto per il fatto di essere “la moglie di Laelius”, ma per il fatto di essere semplicemente Aiko.
Purtroppo le brutture della guerra, tipiche del mondo babbano, non erano estranee nemmeno al mondo magico, e quando un folle decise di epurare questo mondo da tutti coloro che non erano purosangue, dovetti prendere delle drastiche decisioni. Non solo sostenni la causa di coloro che gli si opponevano, ma decisi di non lasciare mai il fianco di mio marito, nonostante non avessi modo di proteggermi. Lui avrebbe preferito mandarmi lontano, nascondermi alla sua vista, ma io non accettai. Mi raccontò di cosa fossero capaci i suoi seguaci, di quanto lui fosse potente, ma io non cambiai idea, anzi, decisi ancora di più di rimanergli accanto. Gli chiesi, e ottenni non senza supplicarlo, di partecipare con lui al rituale che aveva intenzione di compiere, che sarebbe stato particolarmente difficile da gestire, che gli avrebbe richiesto tanto tempo e tutte le sue forze. Sapevo che poteva essere vista come una pazzia, sapevo che quando ci avrebbero attaccati (Laelius era certo che prima o poi quell’uomo sarebbe giunto anche da noi) io sarei stata l’anello debole della famiglia, perché persino Laelia, per quanto giovane, sapeva difendersi più e meglio di me.
Lo ammetto, avevo paura, paura del dolore che avrei provato, paura delle torture, paura per il fatto che avrebbero cercato di colpire me per prima. Eppure, nonostante la paura, continuai imperterrita a non vacillare, per un unico, semplice, motivo: Laelia.
Nostra figlia era ancora troppo giovane per morire, eravamo stati testimoni di tante altre perdite ma come madre non avrei mai potuto permettere che qualcuno le facesse del male, l’avrei difesa con le unghie e con i denti, anche a costo di rimetterci la mia stessa vita.
Quando vidi davanti a me quella donna non potei non ammettere come fosse davvero bella. Aveva un che di aristocratico che la distingueva dalla massa, era molto diversa da me, più prosperosa, forse più attraente. Stupidamente mi chiesi se lei avrebbe mai desiderato una vita come quella che avevo avuto io, una vita fino a qualche anno prima tranquilla, una famiglia che mi amava e apprezzava per quello che ero davvero e non per il mio sangue.
«Tu, lurida babbana! Non dovresti nemmeno permetterti di mostrarti davanti al nostro Signore!»
Sorrisi. Aveva appena sollevato la sua bacchetta, mi avrebbe fatto provare le pene dell’inferno, si sarebbe divertita a torturarmi, ma non poteva sapere che quell’essere babbana, quel non potermi difendere, quell’essermi palesata davanti a lei, disarmata, impotente, era la mia più grande forza, insieme al pensiero di nostra figlia, salva e lontana da quell’orrore.
Mio marito un giorno mi disse che l’ideale seguito dalla sua famiglia era sempre stato “Combattere per proteggere”; probabilmente l’avevo fatto mio, decidendo di combattere disarmata per proteggere mia figlia, che un giorno, avrebbe combattuto per proteggere il mondo magico e quello babbano.
«CRUCIOOOOO!!»
Urlai. Mi dimenai. Caddi a terra in lacrime. Eppure nemmeno una supplica uscì dalle mie labbra, i miei pensieri erano rivolti a mio marito, lo supplicavo di salvare nostra figlia, affinché il nostro sacrificio non fosse vano.
 
Mi chiamo Aiko, e questa è la mia storia, la storia di una madre che nonostante la paura di ciò che le sarebbe accaduto, ha scelto di combattere a suo modo per sua figlia e per il suo futuro.


Note dell'autrice: Buongiorno a tutti! Nello scusarmi per il terribile ritardo nell'aggiornamento della long, vi porto questa piccola one shot sulla madre di Lele, sperando che possa essere di vostro gradimento.
Una piccola precisazione: la scuola di magia giapponese si chiama
Mahoutokoro, è a questa che si fa riferimento nella one shot.
Detto ciò, spero di finire presto il capitolo della long, caldo permettendo. E spero di aver interpretato il prompt correttamente.
A presto!
Lina Lee

 
  
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