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Autore: LittleBunny    06/08/2020    1 recensioni
"Oooohi, Armin, sei a casa??" urlò da fuori, posando lo sguardo sulle finestre della casa, in modo da vedere se ci fosse movimento.
Ovviamente, nessuna reazione, anche se era sicurissimo che l'amico fosse lì dentro.
Oh beh, di certo non voleva finire come nel cartone preferito della sorella, nella quale la ragazzina bussava ogni giorno per fare dei stupidi pupazzi di neve ma se Armin non gli apriva... un modo per entrare lo doveva trovare da solo, giusto?

[Eren x Armin]
Genere: Comico, Fluff, Omegaverse | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Armin Arlart, Eren Jaeger
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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ForBri ★ Fanfiction creata per una challenge (Prompt : 'ABO')


I'll Fight Them

La prima volta che Armin aveva avuto un calore, Eren non aveva per niente capito quello che gli stava succedendo.
Ricordava che aveva undici anni e lui, Armin e Mikasa erano appena tornati a scuola ed erano appena entrati a casa di Eren quando, un dolcissimo odore di torta appena sfornata aveva fatto venire l'acquolina in bocca ai tre ragazzini.

'Guai a voi se osate toccare la torta o la maledizione di mamma Yeager si abbatterà su di voi!' aveva tuonato Carla, la madre di Eren e la madre adottiva di Mikasa, notando lo strano luccichio malefico nei loro occhi 'E' per la mamma di Armin che sta per arrivare, la potrete mangiare quando ci sarà anche lei. Senza contare che è appena uscita dal forno, potreste farvi parecchio male. Quindi su, filate in camera a fare i compiti.'

Il moro aveva aspettato che la mamma uscisse dal loro raggio d'azione, per poi dirigersi in cucina, come se nulla fosse successo.
Eren non era certo conosciuto per la sua pazienza e non c'era nessuna maledizione, nè ustione che l'avrebbero tenuto lontana da quella torta!
Mentre Mikasa faceva il palo alla porta, il ragazzo si mise a tagliare più velocemente possibili mentre Armin cercava di far ragionare i due che sarebbe stato meglio aspettare, che non ci fosse fretta ma nessuno lo ascoltò e, in breve tempo, il biondo si trovò un fazzoletto contenente la fetta di dolce fumante.
Ovviamente, essendo lui l'ospite, era il primo che doveva mangiare la prima fetta di torta, in modo tale da risultare puliti agli occhi della madre che non avrebbe di certo detto di no agli occhi puri ed innocenti di Armin.
Tuttavia, dopo alcuni morsi, il biondo si accasciò a terra, ansimante, in preda a non si sa bene cosa.
Eren ricordava ancora piuttosto bene la faccia della mamma di Armin e della sua, quando si fiondò in soggiorno urlando 'Armin sta morendo! Mamma l'ha maledetto!!'.
Il ragazzo venne portato a casa sua immediatamente e Eren capì solo in parte i discorsi dei genitori che parlavano del fatto che fosse 'prematuro' e di quanto non furono sorpresi che Armin si fosse rivelato un 'omega'.
Ovviamente, aveva provato a chiedere informazioni, ma si era solo beccato un 'niente di cui tu debba preoccupare' e un scappellotto dietro alla nuca da parte della madre perchè quel giorno aveva fatto lo stupido più del solito.
Da allora, i comportamenti del suo migliore amico sono diventati sempre più strani: mancava spesso a scuola, prendeva spesso farmaci ed era spesso irrequieto.
Crescendo, arrivato alle superiori era venuto a sapere della distinzione fra Alpha, Beta ed Omega - lui era un beta, a quanto pare - e quindi aveva un po' capito tutti quegli atteggiamenti dell'altro ma, quelle poche volte che era riuscito a tirare fuori l'argomento con l'amico, lui negava dicendo 'quella volta mi è venuto mal di pancia, tutto qui, sono anche io un beta come te'.
Tuttavia, i suoi discorsi facevano acqua da tutte le parti e se ne accorgeva perfino Eren che non era intelligente come lui.
Ma non era quello il peggio.
Spesso e volentieri, beccava i suoi compagni alpha fare strani apprezzamenti sull'altro o programmavano di farci cose ed a quel punto al moro prudevano così tanto le mani che non poteva far altro che prenderli a pugni finchè il prurito non passava.
Aveva perso ormai il conto di quante volte veniva richiamato dal preside e, successivamente, dai suoi genitori.
Per quel che lo riguardava, se lo meritavano e non si pentiva minimamente delle sue scelte.
Quello che gli dispiaceva davvero, erano le reazioni di Armin il quale finiva sempre a piangere, quando vedeva quanto mal ridotto finisse ogni volta Eren e, a quest'ultimo, spezzava davvero il cuore vedere l'altro triste.
Era la sua debolezza.
E dopo l'ultima scazzottata, nella quale il moro era finito al pronto soccorso per un bel po', il biondo aveva iniziato ad evitarli come la peste.
Cosa ancora peggiore?
Eren si trovò solo quando espresse la volontà di fare qualcosa a riguardo.
I suoi non volevano che il figlio si facesse male di nuovo e Mikasa... Mikasa scoprì di essere un'alpha e commentò con ' se davvero non è un beta, potrei essere pericoloso per Armin e non voglio che accada'.
Il ragazzo si ritrovò di colpo da solo, senza alleati e senza un piano d'azione per sistemare le cose.
E il suo amico manco veniva più in classe...
E poi ebbe l'illuminazione.
Lui non era fatto per pensare, bensì per agire.
Proprio per questo, quel giorno, si ritrovò davanti a casa del biondo, in cerca di risposte.

"Oooohi, Armin, sei a casa??" urlò da fuori, posando lo sguardo sulle finestre della casa, in modo da vedere se ci fosse movimento.

Ovviamente, nessuna reazione, anche se era sicurissimo che l'amico fosse lì dentro.
Oh beh, di certo non voleva finire come nel cartone preferito della sorella, nella quale la ragazzina bussava ogni giorno per fare dei stupidi pupazzi di neve ma se Armin non gli apriva... un modo per entrare lo doveva trovare da solo, giusto?
Senza pensarci troppo, il moro scalò il muro e si arrampicò nell'albero della casa, in modo da raggiungere la camera dell'altro.
Ben presto scoprì che arrampicarsi non era così semplice e figo come facevano vedere nei film - in quanto, in poco tempo, si ritrovò foglie ovunque e graffi - ma questo poco importava e, con qualche fatica, aprì la finestra di Armin e ci entrò.
La prima cosa che notò di quella stanza era quanto fosse buia e chiusa, poi notò gli innumerevoli flaconi di soppressori sulla scrivania e sul comodino.
Allora lui era davvero un...

"Eren... che ci fai qui?"

Da sotto un enorme piumone, accaldato ed ansimante, apparvero gli occhietti di Armin che ora fissavano il moro.

"Quindi è vero che sei un omega." disse invece l'amico, scrollando le braccia "Perchè non me l'hai detto?"

"... Non... non volevo far preoccupare gli altri e... non volevo essere trattato differente... ma, a quanto pare, sembra inutile. E' impossibile nasconderlo..."

Eren tacque per un breve istante, per poi avvicinarsi all'altro ed abbracciarlo da sopra le coperte.

"E-Eren! Cosa--"

"Sai Armin, ho un sogno." mormorò, stringendolo lievemente di più "Da grande voglio spaccare il culo a tutti gli alpha. Okay, tutti tranne Mikasa. Hanno davvero rotto e mi disgusta il modo in cui si comportano... hanno bisogno di una lezione."

"Sembra un sogno molto utopistico."

"Forse." ribattè l'altro, fieramente "Ma sono sicuro che ce la farò. Ma... per farlo, ho bisogno di tutto l'aiuto possibile. Insomma, ti voglio al mio fianco. Hai, uh, capito no?"

A quel punto, con molta lentezza, il biondo uscì dalla sua tana, rossissimo in faccia, porgendo un soffice bacio sulle labbra dell'altro.

"...Okay." mugugnò, ancora ad un millimetro dalle labbra del moro.

"... Bene." rispose l'altro, lievemente rosso "Però c'è bisogno che torni a scuola."

A quelle parole, Armin sembrò riluttante ma sospirò, sconfitto.

"Quando... quando mi passerà il calore ne riparliamo."

"Ah giusto, devi fare sesso, no?" disse Eren, come se nulla fosse, facendosi pensieroso "Okay, devo solo andare a prendere dei preservativi, giusto? D'accordo, torno subito."

"?! E-Eren?? N-N-Non intendevo--!! E poi sei un beta- quindi non---!!!"

Troppo tardi.
Il moro era già andato via e il biondo si ritrovò a sprofondare nuovamente dentro il piumone, chiedendosi perchè non fosse semplicemente rimasto lì nascosto per tutto il tempo.
   
 
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