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Autore: 8iside8    06/08/2020    2 recensioni
Questa storia è il seguito de "La Spada della Vittoria", ambientata dopo il ritorno dall'Oltretomba.
Emma e Killian sono felici e progettano il loro futuro insieme. Questa volta il nemico colpisce una persona a cui tutta Storybrooke è legata e un aiuto da una sconosciuta sarà fondamentale, insieme ad un nuovo, inaspettato eroe. Perché tutti possono diventare la versione migliore di se stessi.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Vero Amore è sempre la risposta'
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Da Granny si era riunita buona parte della città. Biancaneve e il Principe Azzurro avevano organizzato un aperitivo per fare un importante annuncio.  
Emma era emozionata e si chiedeva come avrebbe fatto il giorno del matrimonio, se già per l'annuncio sentiva il cuore che le scoppiava.  
Vide Zelina entrare e un tuffo al cuore la colpì. Non era per Zelina in sé. Vederla le aveva ricordato che i cattivi sono sempre in agguato. Killian le aveva detto una volta che doveva imparare a vivere la vita nelle crisi, sennò non l'avrebbe vissuta affatto. Aveva ragione, ma non voleva un matrimonio minacciato da mostri di una qualche favola dimenticata.  
Uncino le andò vicino, portandole una coppa di frizzante liquido dorato.  
«Niente rum?» gli chiese Emma ridendo.  
«No.» rispose lui sorridendo «Tuo padre non ritiene che sia adatto all'occasione.» 
«Sono la sua bambina.» rise ancora lei prima di bere un sorso, poi lo prese per il bavero e lo baciò. Dopo il pensiero di un possibile mostro alle nozze, aveva bisogno di sentire qualcosa di reale che la facesse stare bene.  
«Wow! È stato bello, ma mi devo preoccupare?» chiese lui.  
«No. Cioè ho dei pensieri, ma ne parliamo dopo a casa.» Uncino la scrutò «Pensieri da Salvatrice. Ora, però, voglio godermi questo momento. Ti prometto che ne riparliamo dopo a casa.»  
«Va bene, Swan.» decise lui, perché lo sapeva la Emma di prima non avrebbe mai detto la verità.  
 
«Attenzione!» David stava richiamando l'attenzione di tutti «Scusate, vorrei solo dire due parole. Oggi siamo qui perché la mia famiglia ha una lieta cosa da comunicare e spero che vi unirete ai festeggiamenti.» 
Biancaneve sorrideva col piccolo Neal in braccio.  
«È con immenso onore, che io e David, annunciamo le prossime nozze della Principessa Emma e Killian Jones.» 
Un applauso esplose nel locale e tutti si riversarono verso i due futuri sposi per congratularsi.  
Regina era in un angolo ed Henry si sedette con lei.  
«Mamma, va tutto bene?» le chiese.  
«Sono solo un po' malinconica.» rispose lei «Dopo che mi sono chiarita con Emma per la morte di Robin, ci siamo riavvicinate, ma... Fa ancora un po' male sapere che c'è chi non ha perso il suo lieto fine. Passerà.»«Lo avrai il lieto fine.» 
Un uomo passò accanto al ragazzo e lo urtò inavvertitamente.  
«Mi scusi.» disse rauco l'uomo. Aveva la pelle di un color bronzo bellissimo, che gli esaltava le iridi nere. I capelli lunghi e lisci erano raccolti in una coda morbida, a cui era fissata una piuma vermiglio.  
 
 
Emma e Killian tornarono a casa, dopo aver fatto un bagno di affetto da Granny. Il pirata era quasi in imbarazzo per aver scoperto che tanta gente aveva cambiato opinione su di lui.  
«Davvero eri così preoccupato?» gli chiese Emma.  
«Ho fatto molto male nella mia vita da pirata, quindi...» rispose Uncino scendendo dalla macchina e avviandosi verso il vialetto di casa.  
«Killian...» lo fermò appena dentro al cancello, prendendogli un braccio «Sei una persona migliore. Hai aiutato ben più di una persona. Tutti hanno visto cosa sei in grado di fare, quanto sei stato importante contro la Regina delle Nevi.» 
«Swan,» le accarezzò il volto «lo so che tu mi ami e che vedi il buono che c'è in me, ma non credevo che anche tutta Storybrooke lo avesse visto.» 
«Killian, non dubitare mai di te stesso. Io credo in te e ti amo.» 
La baciò con dolcezza, accarezzandole i capelli e desiderandola con tutto il cuore.  
Una volta in camera, Killian la attese sotto le lenzuola e lei, puntuale, si accoccolò posando la testa sul suo petto. Il suo cuore era una ninna nanna.  
«Swan?» sussurrò lui.  
«Mmmh...» rispose lei con gli occhi chiusi.  
«Avevi detto che ne avremmo parlato una volta a casa. Quindi ora mi dici cosa ti inquietava prima?» Uncino aveva una voce vellutata. Emma si sollevò per guardarlo negli occhi. I capelli biondi di lei le ricadevano alla rinfusa. Gli occhi tristi che celavano dei pensieri e l'imbarazzo di esternarli. Ormai non si nascondevano più niente, ma lei doveva sempre fare uno sforzo in più.  
«Prima stavo pensando che... Ogni volta che sta per accadere qualcosa di bello, arriva sempre un nuovo cattivo da affrontare.» iniziò lei.  
«Emma...» 
«Poi mi sono ricordata quello che mi avevi detto il giorno del mostro di ghiaccio. Devo imparare a vivere la mia vita nelle crisi, sennò rischio di non viverla affatto.» sospirò.  
«Che c'è?» le chiese. 
«Ho paura. Il giorno del matrimonio non voglio passarlo scoprendo che nel mezzo comparirà un mostro e non potrò godermelo. I miei hanno avuto il loro e nel bel mezzo si è palesata la Regina Cattiva. Non voglio che capiti a me e... Mi sento stupida a pensarlo, perché non potrò prevederlo, quindi ho paura di un'eventualità e non di un fatto.» aveva voltato la testa per l'imbarazzo. Killian le accarezzò il volto e lo guidò verso di lui. La baciò, lentamente, assaporandola come un piatto prelibato.  
«Emma... Non sappiamo cosa il futuro ci riservi, sappiamo quello che pianifichiamo noi. Poi...» fece un sorriso beffardo «se si presenterà un mostro, potremmo avere un matrimonio davvero particolare!» 
Lei gli accarezzò le guance.  
«Hai ragione. Basta che ci siamo noi.» 
 
Henry era nella sua camera a casa di Regina. Aveva deciso di stare lì per lasciare soli Emma e Uncino. Lo stomaco gli bruciava un po', quel sorso di champagne per festeggiare forse gli aveva dato un po' fastidio. Salutò Regina e andò a dormire. Improvvisamente si sentiva stanco, spossato.  
«Henry Mills.» davanti al ragazzino c'era un uomo alzo con intensi occhi neri e capelli lisci, raccolti da una coda morbida. Lo aveva già visto, ma non ricordava dove. L'uomo mormorava una cantilena in una lingua sconosciuta. Era vestito di pelle scamosciata, o almeno sembrava tale. I piedi nudi tenevano il tempo della nenia.  
Henry si guardò attorno, era troppo buio per capire dove fosse, ma un guizzo dorato sul proprio petto attirò la sua attenzione.  
Dal suo sterno usciva una piccola punta dorata. Guardò l'uomo cantilenante.  
«Che cos'è?» chiese col panico nella voce.  
«Tu, Henry Mills,» rispose in una lingua comprensibile «sei ciò che mi serve per riavere mia figlia. Fra tre giorni sarà tutto finito.» 
 
Emma dormiva col capo posato sul petto di Killian che la stringeva a sè. Ogni giorno sorpreso di avere tanta fortuna.  
Il telefono di Emma prese a squillare e lei allungò pigramente una mano al comodino.  
«Pronto? Ciao Regina, dimmi.» scattò a sedere «Cosa? Sì certo. Arrivo immediatamente.» 
La Salvatrice si stava già infilando i pantaloni.  
«Swan, che succede?» chiese il pirata ora in ansia.  
«Henry sta male. Regina dice che sembra sotto l'effetto di un maleficio. Devo correre da lui.» Emma aveva gli occhi fuori dalle orbite dall'ansia. Killian si alzò e la prese per le spalle.  
«Emma, qualunque cosa sia, la risolveremo.» la rassicurò e quando lei annuì entrambi si vestirono in fretta.  
L'ansia la fece quasi andare fuori strada due volte col maggiolino giallo, mentre Killian telefonava a David per informarlo.  
Arrivati a casa di Regina corse dentro e fecero i gradini due a due per arrivare più in fretta nella camera del ragazzo.  
«Henry...» Regina era china su di lui e gli accarezzava i capelli.  
«Regina, cosa è successo?» chiese subito Emma col fiatone.  
«Sono venuta a svegliarlo stamane e non rispondeva. L'ho scosso, ma niente. Ho sentito una vibrazione dal suo petto e ho controllato. È sotto un incantesimo.» spiegò la strega.  
«L'incantesimo del sonno?» chiese Killian.  
«No.» Regina tentennò il capo «È qualcosa di diverso. Qualcosa che non conosco. Emma, resta con lui. Io vado alla cripta.» 
«Va bene.» rispose lei avvicinandosi al capezzale del figlio.  
«Io vado dal Signore Oscuro.» dichiarò Killian.  
«Perché?» chiese Regina.  
«Perché Henry è suo nipote e ha una conoscenza dei malefici piuttosto vasta.» spiegò il Capitano.  
«Va bene.» intervenne Emma «Smuoveremo mari e monti per Henry.» 
 
Capitan Uncino entrò nel banco dei pegni.  
«Signor Gold!» lo chiamò.  
Tremotino emerse dal retro.  
«Cosa posso fare per te? » chiese con garbo.  
«Per me niente. È tuo nipote che ha bisogno di aiuto.» allo sguardo allarmato dell'altro, gli raccontò quello che era successo.  
«Vengo a vederlo. Devo sentire l'energia per sapere cosa lo affligge di preciso e prima lo sappiamo, prima risolveremo il problema.» ed era già alla porta.  
Andarono in fretta alla casa di Regina. Quando furono in camera del ragazzo, videro che anche Biancaneve e David erano lì. Emma era esattamente dove l'aveva lasciata Killian.  
«Signorina Swan, fammi vedere, per favore.» disse Gold con voce calma.  
Lei si alzò e Uncino la cinse a sé.  
Tremotino passò le mani sullo sterno di Henry. Più e più volte, poi si fermò e senza voltarsi parlò con voce roca.  
«Non ho mai avuto a che fare con questo sortilegio, ma ne ho sentito parlare. Nel cerchio della vita alla magia si chiede sempre una vita per una vita. Questo maleficio permette di riportare in vita qualcuno, ma solo sacrificando un'altra vita in cambio. Qualcuno ha un morto da riportare in vita e...» 
«E sta prendendo quella di Henry.» concluse Emma, tornando al capezzale del figlio.  
Biancaneve telefonò a Regina, era da ragguagliare urgentemente.  
 
Gold era tornato al negozio, con la promessa di cercare una soluzione.  
Emma teneva la mano del figlio e Killian e i suoi genitori erano con lei.  
«Dobbiamo trovare chi gli ha fatto questo.» sussurrò la Salvatrice.  
«Come facciamo?» chiese Biancaneve.  
«Ho un'idea.» rispose Emma guardando Henry con gli occhi pieni di lacrime «L'incantesimo del sonno.» 
«Swan, come può aiutarti?» Killian era perplesso.  
«Mamma,» si rivolse a Biancaneve «tu potevi viaggiare nei sogni quando eri sotto l'effetto dell'incantesimo del sonno. Io potrei muovermi nei sogni di Henry e, magari, potrei davvero trovare qualcosa di utile per capire chi è stato.» 
Biancaneve guardò la figlia tristemente.  
«No, Emma.» era stata Regina a parlare, appena arrivata sulla porta «È un rischio, ma se vuoi posso collegare la tua mente a quella di Henry.» 
«Sì, va bene. Cosa devo fare?» chiese Emma. Regina mosse elegantemente una mano e il figlio sparì in una nuvola di fumo viola.  
«L'ho portato sul mio letto. Emma, ti stenderai accanto a lui, gli prenderai la mano e ti addormenterò. A quel punto ti darò accesso alla sua mente.» spiegò Regina.  
Andarono tutti nella stanza affianco ed Emma si stese accanto a suo figlio e gli posò il palmo sul dorso di quella ormai grande del ragazzo.  
Regina era ai loro piedi e impose le mani su entrambi. L'aria era elettrica.  
 
Emma si guardò intorno, era da Granny. Tutti erano immobili come delle statue. Guardò meglio e comprese che c'erano tutte le persone intervenute alla festa di fidanzamento della sera precedente. Mancava solo Henry. Guardò ogni singola persona e solo una non sapeva chi fosse. Un uomo alto, con capelli neri e lunghi raccolti da una coda morbida, con una piuma rossa a decorare. Guardava Henry con gli occhi dalle iridi corvine stretti in due fessure. La sua pelle era ramata. Sembrava un nativo americano.  
Uscì dalla tavola calda e si trovò al buio. Henry era davanti a lei e anche l'uomo con la coda, che cantava sottovoce in una lingua sconosciuta. Più cantava, più il petto di suo figlio brillava, finché non emerse una punta d'oro puro. 
Emma provò ad avvicinarsi, ma era come se un vetro le impedisse di procedere. 
«Henry!» lo chiamò cercando di abbattere quella barriera con la magia.  
L'uomo si zittì e si voltò a guardarla dritto negli occhi.  
«Emma Swan.» aveva una voce profonda «Per i figli faremmo di tutto. Tu lo sai che per i figli siamo tutti disposti anche ad uccidere, perché loro sono tutto per noi.» 
«Lascia andare mio figlio, allora!» gridò Emma.  
«No, sennò avrò perduto mia figlia per sempre.» lo sguardo dell'uomo era cupo, ma fece un gesto con la mano ed Emma si sentì cadere all'indietro.  
 
«Amore!» Killian era accanto a lei «Cos'è successo?» 
«Non ero l'unica nella testa di Henry, ma ora so bene che viso ha chi devo trovare.» si alzò e senza riflettere prese una mano a Regina.  
«Come diavolo hai fatto?» le chiese la strega.  
«Non lo so, l'ho fatto e basta.» spiegò Emma.  
«Cos'hai fatto?» stavolta fu David a parlare.  
«Mi ha mostrato il volto della persona che ha fatto questo ad Henry.» Regina lo disse con lo stupore nella voce.  
La Salvatrice raccontò il viaggio nella mente del figlio con dovizia di particolari, poi baciò il figlio.  
«Emma,» sospirò Regina «io resterò a cercare di limitare il maleficio.» 
Biancaneve uscì seguita da marito, figlia e futuro genero, tutti pronti alla caccia all'uomo. Uncino prese il telefono e informò Gold.  
Biancaneve porse il libro delle favole a Emma.  
«Secondo me, chiunque sia, lui avrà una storia in questo libro. Almeno una parte della storia.» 
«Va bene, mamma. Tu vai in biblioteca e prova a fare ricerche con Belle. Papà, Killian, noi andiamo in Municipio a controllare i registri cittadini.» decise Emma. 
   
 
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