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Autore: Meramadia94    07/08/2020    2 recensioni
Versione degli episodi 681-683, in cui non è il detective Takagi a rischiare la vita, ma Sakura.
Sakura viene rapita durante una gita scolastica, ed il rapitore si mette subito in contatto con il fratello maggiore della ragazza e la polizia di Tokyo. Takagi ha solo tre giorni per salvare la sorella da un terribile destino, e nel frattempo dovrà fare i conti con una ferita che non ha mai smesso di sanguinare.
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Miwako Sato, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Wataru Takagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Miwako si era affrettata a condurre il fidanzato in sala relax e a prendere la cassetta del pronto soccorso, tamponando con cura le ferite sulla mano offesa con il tampone del disinfettate cercando di fargli il meno male possibile per poi fasciargli la mano con cura.
Durante tutto il procedimento non aveva mai staccato gli occhi dal volto dell'amato, studiandolo attentamente per capire se gli stesse facendo male o meno, visto che per tutto il tempo era rimasto in silenzio. 
Il poliziotto non aveva dato segno di sentire nemmeno il dolore del disinfettante sulla ferita viva.
Una morsa ben più stretta gli stava serrando il cuore. Così tanto da fargli temere di poter morire da un momento all'altro.
'' Chissà a quale ricordo ti stai aggrappando...''- pensò Sato. Non ne aveva la certezza, ma era quasi sicura che in quel momento il fidanzato stesse immaginando di essere molto, molto lontano dalla centrale di polizia, rivivendo uno dei ricordi più felici dell'infanzia, dove Sakura era accanto a lui, viva e sana, in un tempo in cui entrambi  ignoravano che un giorno sarebbero stati presi di mira da un criminale.
- Lo ricordo perfettamente.- fece Takagi intuendo i pensieri della fidanzata - quando Sakura è nata me l'hanno messa in braccio. Era piccola... infagottata... ed in quel momento mi sono sentito come se mi avesse colpito un fulmine.- fece ripensando al giorno in cui era nata la sua sorellina. Ricordava ancora la sua gioia quando i suoi genitori una sera lo presero da parte per dirgli che tra qualche mese avrebbe avuto un piccoletto con cui giocare... come ricordava la paura e l'ansia che lo aveva accompagnato negli ultimi dieci anni della sua vita, da quando i suoi genitori erano mancati lasciandolo da solo con una bambina da crescere. In più di un'occasione aveva avuto una folle paura di non farcela, di non essete tagliato per fare il genitore.... la sua forza era scaturita proprio dalla persona che doveva proteggere. Incredibile come un esserino così piccolo potesse dimostrare una tale forza. 
- Era amore. Inspiegabile amore.- fece Takagi - quello che si prova solo per qualcuno che ti fa capire che niente sarà più come prima... ma che non cambieresti con niente al mondo.- 
Miwako gli strinse le mani, facendo attenzione a non fargli male. 
- Takagi.... io ti giuro... fosse l'ultima cosa che faccio...- 
- Non farlo.- 
- Cosa?- 
- Non dirmi che la ritroveremo, che presto sarà a casa, viva e sana se non sei sicura al cento per cento che sarà così...- fece Takagi - sarebbe l'unica cosa che non ti perdonerei mai.- 
A quel punto Miwako si zittì. Perchè la triste verità era che anche lei ormai iniziava a nutrire dei dubbi sul riuscire a ritrovarla viva. Le possibilità di ritrovare viva la vittima di un rapimento calava del dieci per cento ad ogni ora dal momento della sua scomparsa. Sakura era stata presa e mollata al freddo e al gelo da quasi due giorni ormai. L'aveva conosciuta. Sapeva che era una ragazza forte, che non chinava la testa facilmente.... era una fortuna che non fosse un'adolescente ribelle o Takagi avrebbe avuto vita dura a spedirla nella sua camera.... ma nessun essere umano poteva resistere più di un certo limite di tempo alle intemperie senza cibo ne acqua. Non era un caso infatti se il rapitore aveva spedito a Takagi un messaggio raccomandandogli di aprire il pacco che gli aveva fatto avere entro e non oltre i tre giorni.
- Takagi... faremo di tutto per riportarla a casa.- fece Miwako - nessuno potrà dire che non abbiamo tentato fino all'ultimo secondo utile.- 
- Lo so.- fece Takagi - ma voglio che sia chiara una cosa. Se non dovessimo riuscire a salvarla, stai pur certa che la vendicherò.- 
Sato si preoccupò. Il tono di voce con cui aveva appena pronunciato quelle parole, quegli occhi affaticati dalla stanchezza, dalla colleta e dalla preoccupazione che incattivivano il viso solitamente gentile ed allegro del suo ragazzo, non avevano niente in comune con l'uomo che diversi mesi prima l'aveva dissuasa dall'uccidere lo spietato criminale che aveva ucciso Matsuda. Adesso toccava a lei impedirglielo. 
Aveva visto troppe brave persone cacciarsi nei guai per vendicare una persona amata ingiustamente strappata a loro. Non poteva in alcun modo permettere che anche Takagi facesse quella fine.
A quel punto la porta si splancò.
- TAKAGI!- fece Chiba - Presto vieni a vedere, Sakura è...-
Takagi si alzò di scatto, temendo il peggio. 
'' No... ti prego dimmi che...''- non si era nemmeno accorto di pensare mentre correva verso la sala dove tutti stavano lavorando per trovare sua sorella. Appena arrivato era certo che tutti i presenti avrebbero avuto a malapena il coraggio di guardarlo in faccia, non sapendo come annunciargli che purtroppo Sakura era scivolata dalla trave su cui era stata adagiata per poi rimanere impiccata. Invece sembravano tutti gioiosamente increduli. 
Titubante si avvicinò al tablet.
- Ma cosa...- 
- Sakura è riuscita a tagliare la corda attorno alle gambe sfregandola contro la tavola.- fece Conan con un sorrisetto  - potendo mettere le gambe ai lati della tavola sarà impossibile che cada di sotto.- 
Takagi sorrise rincuorato. Shiratori gli mise una mano sulla spalla per lanciargli un'occhiata che diceva -'' Visto? Ammazzare tua sorella è impossibile.'' 
Il poliziotto più giovane ricambiò il sorriso, ma quell'attimo di gioia durò poco. Sakura infatti, nonostante avesse raggiunto l'obiettivo di liberare almeno le gambe, aveva ricominciato a muoversi per tirare a sè il telo che copriva metà tavola. 
- E adesso che combina?- fece Goro. 
- Beh, probabilmente sente freddo e vuole cercare di coprirsi come può....- fece Chiba. Ma incredibilmente, la ragazza aveva fatto cadere il lenzuolo giù dalla trave, per la sopresa di tutti. 
- Ma cosa...- fece Miwako - perchè l'ha fatto cadere?- 
- Beh...- fece Goro - E' pur sempre in un cantiere... forse ha sentito la voce di qualcuno e pensa che facendo cadere qualcosa, qualcuno si accorgerà di lei...- ma quello che stava per presentarsi davanti ai loro occhi avrebbe distrutto ogni speranza e gioia di poterla ritrovare presto viva. 
...
...
...
Sakura aveva delle ottime motivazioni per buttare di sotto qualunque cosa le capitasse tra le mani o sotto i piedi. Dopo un giorno in quelle condizioni, iniziava a temere che fosse successo qualcosa che impediva a chi la guardava di capire dove fosse finito il portafogli, e quindi aveva deciso di ricominciare a combattere per lanciare a suo fratello, Miwako, Shiratori e Megure un altro indizio. Che pregava con tutto il cuore riuscissero a cogliere, o dubitava fortemente di uscire viva da lì.
In quella situazione terribile, solo una cosa la consolava.
'' Se non altro, peggio di così non può andare''- ma non sapeva che il suo rapitore aveva un pessimo senso dell'humor.
 E se ne accorse quando guardò sotto la tavola. Se non fosse stato per il nastro adesivo da pacchi sulla bocca e che si sentiva troppo debole e stanca per mettersi a gridare, probabilmente avrebbe urlato talmente forte che tutto il Giappone avrebbe creduto di essere in balia di un violento terremoto.
'' NO, NON CI POSSO CREDERE, E' UNO SCHERZO!!!!''- 
...
...
...
A diverse miglia di distanza, un'altra persona aveva pensato esattamente la stessa cosa.
- No, vi prego ditemi che è uno scherzo!- fece Takagi pallido come un lenzuolo appena lavato nel vedere che sotto la tavola su cui giaceva la sorella vi era attaccata una bomba. 
I presenti sbiancarono nel vedere l'ordigno. Erano appena riusciti a liberarsi dall'angoscia di vederla cadere e rimanere impiccata solo per rischiare di vederla saltare in aria sotto i loro occhi. No, Dio non poteva essere così crudele... non poteva costringere una ragazzina rimasta orfana a morire tra atroci sofferenze e costringere suo fratello ad assistere impotente alla sua leta agonia. 
'' Mio Dio...''- pensò Megure -'' ma che cosa ti hanno fatto questi poveri ragazzi?''
- Mi sembra di vedere un timer sotto la bomba...- fece Goro. In quel momento Conan recuperò il dossier di Natalie e controllò il referto del medico legale.
'' L'ora del decesso è da collocarsi alle dieci del mattino''- lesse Conan - Sakura vivrà. O almeno vivrà fino alle dieci di domani mattina.-
 - E tu come lo sai?- fece Goro.
- Perchè la signorina Kuruma è morta alle dieci del mattino del giorno in cui ha commesso l'insano gesto.- fece Conan. 
- Ha senso.- fece Shiratori - Vuole che sperimenti lo stesso calvario che è toccato a Natalie e che Takagi si accorga che tutto quello che ha fatto sinora per salvarle la vita si riveli inutile...-  in quel momento riportarono gli occhi sul monitor. Riuscirono a vedere il viso della ragazza diventare dello stesso colore della neve a cominciare dalle labbra per poi spostarsi sulle guance, e le pupille fare un giro assurdo prima che le palpebre si abbassassero e che facesse ricadere la testa di lato. 
- Sakura!!!- urlò Takagi assistendo impotente alla scena. 
- C....calma...- fece Sato - è solo svenuta....-  cercò di tranquillizzarlo la poliziotta pur sapendo  i rischi che la ragazza correva. Si, non poteva più cadere perchè era riuscita a liberarsi almeno le gambe, ma se come pensavano era ad Hokkaido, l'isola più a nord dell'arcipelago giapponese, a quasi metà Febbraio, allora la ragazza si trovava in un posto molto freddo. Francamente non riusciva ancora a capire come facesse ad essere ancora viva dopo quasi due giorni al freddo... ma addormentarsi con quella temperatura polare era come decidere di suicidarsi.
- Mi sento male...- fece Takagi appoggiandosi alla scrivania - sto... per vomitare...- Shiratori fece per porgergli un cestino della spazzatura, ma era troppo tardi. La giacca verde dell'ispettore si sporcò di vomito.
...
...
...
- Ecco qua.- fece Shiratori porgendogli una lattina di tè verde - Ti farà bene.- 
- Grazie...- fece Takagi con gli occhi bassi aprendo la lattina e sorseggiando lentamente il contenuto- Mi dispiace per la giacca... mettila sul mio conto...- 
- Non dirlo nemmeno per scherzo.- fece Shiratori - Sono cose che capitano. Piuttosto, come ti senti adesso?- 
- Un po' meglio...- fece Takagi - ma non riesco a non pensare a mia sorella.... e pensare che se solo avessi controllato con più attenzione il rapporto sul suicidio di Natalie e l'agendina di Date prima che il rapporto venisse compilato, tutto questo non sarebbe mai accaduto.- 
- Non dire sciocchezze.- fece Goro - eri sconvolto, non conoscevi la signorina Natalie ed era ovvio che non riuscissi ad andare a controllare gli appunti presi nei giorni in cui Date era ancora vivo.- 
E comunque, anche se davvero le cose fossero andate proprio come pensava Fuemoto, ovvero che Takagi fosse stato fidanzato con Natalie ed avesse deciso di lasciarla per Miwako, non avrebbe dovuto prendersela ne con lui ne con Sakura. A volte purtroppo capitava che ci si rendesse conto che il sentimento che legava due persone non era davvero amore ma una semplice per quanto meravigliosa amicizia almeno per uno dei due. Ed era quello il motivo per cui era meglio rompere subito il fidanzamento, per rispetto nei confronti dell'altro nonostante si sapesse che sarebbe stato difficile o che l'altro ci avrebbe sofferto. Non c'era niente di peggio che illudersi di essere amati da qualcuno che fingeva di provare un sentimento più grande di quello che provava davvero solo per pietà o per il timore di far soffrire una persona a cui voleva molto bene.... si sarebbero rovinati la vita tutti e due. 
- Hanno ragione.- fece Miwako - tu non hai alcuna colpa in questa vicenda. Fuemoto era arrabbiato e frustrato per la morte della sua amica, e ha dato la colpa al primo malcapitato che gli è capitato a tiro. Capisco come possa essersi sentito, ma questo non lo giustifica.-
- Torniamo a Sakura adesso per favore.- fece Takagi - come la troviamo adesso?- 
- Iniziamo con il mettere assieme quel che sappiamo.- fece Conan - Fuemoto era presente all'interrogatorio della polizia di Hokkaido quando il personale dell'albergo, compagni di scuola ed insegnanti sono stati interrogati circa la scomparsa di Sakura giusto? Questo significa che ha portato Sakura in un posto abbastanza vicino o non sarebbe riuscito ad allontanarsi con lei e tornare in così poco tempo.- 
- E deve essere un posto che sa benissimo non essere molto frequentato...- fece Goro - Non ha molto senso portare un ostaggio in un posto in cui qualcuno potrebbe trovare l'ostaggio ed avvertire la polizia.- 
- Però a giudicare dai teli e delle impalcature è senza dubbio un cantiere.- fece Conan. Francamente non riusciva a spiegarselo... un rapitore che voleva uccidere la propria vittima in modo lento e doloroso, che aveva preso mille precauzioni per essere sicuro che la vittima non sopravvivesse, avrebbe dovuto avere l'accortezza di portarla in un posto in cui accorgersi di lei era quasi impossibile.
Se Sakura aveva deciso di buttare giù il telo che copriva parte della tavola doveva aver avuto un buon motivo, e l'unico secondo logica, doveva essere che aveva sentito la voce di qualcuno. 
Non riusciva a capire come mai Fuemoto l'avesse portata in un posto in cui qualcuno avrebbe potuto trovarla ed avvertire subito la polizia. 
- Aspettate, forse ho un'idea...- fece Goro - forse il cantiere in cui si trova Sakura è abbandonato da tempo o è un edificio di cui la costruzione è sospesa da tempo, per questo era sicuro che nessuno l'avrebbe trovata prima del tempo.- 
- E' possibile.- fece Sato - ma come si spiega il dettaglio del lenzuolo? Sakura è una ragazza combattiva, non avrebbe mai sprecato un'intera notte di energie per qualcosa che già sapeva non sarebbe servito a niente.- 
Goro tentò - Beh... magari si è trattato di un tentativo disperato.-
'' No.''- pensò Conan -'' Sta cercando di dirci qualcosa, ne sono certo.''
- E' saltato fuori qualcosa dalla perquisizione dell'appartamento di quell'uomo?- chiese Takagi speranzoso. 
Shiratori scosse la testa, infilando una mano nella tasca della giacca per tirarne fuori una macchina fotografica digitale.
- Ho trovato questa però...- fece Shiratori porgendola al collega - sopra c'è il nome di Sakura... ho pensato che avresti voluto riaverla.- 
Takagi la prese tra le mani, delicatamente, come se fosse stato un oggetto prezioso. Conosceva bene quella macchina fotografica. Era un suo regalo alla sua adorata sorellina. Sakura aveva sempre amato fotografare i paesaggi e tutto quello che nella sua mentalità di adolescente poteva essere considerato degno di nota. Aveva sempre pensato che questa grande passione derivasse dal fatto che la loro madre era stata una fotografa e che avvicinarsi alle passioni ed al lavoro della genitrice fosse stato un modo per sentirla più vicina. 
In un certo senso era come se Shiratori gliel'avesse restituita. 
In quell'apparecchio digitale c'era sua sorella.  La sua adorata sorellina. 
La ragazza che rispecchiava al meglio la frase che aveva fatto innamorare Shiratori della sua fidanzata. 
Un fiore di ciliegio forte e gentile che rappresentava la giustizia. 
E lo era davvero. Una ragazza che sotto l'espressione dolce ed innocente e di indole gentile, nascondeva la forza di un leone, pronta a lottare con tutte le sue forze per quello che riteneva giusto... e che ora stava lottando contro la morte. Una morte atroce ed indegna...e stupida.
Non si poteva morire tra atroci torture a diciotto anni per un malinteso.
Non l'avrebbe permesso.
Non importava cosa avrebbe dovuto sacrificare. 
Fosse stata la vita stessa.
  
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