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Autore: FreddyOllow    08/08/2020    0 recensioni
Riverside è un cumulo di macerie. Gli infetti hanno spazzato via ogni difesa installata dai militari, e i sopravvissuti lottano per vivere un altro giorno. Isaac Stone è uno di essi. Un sopravvissuto.
Genere: Dark, Horror, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non so quanti giorni o settimane sono passate. Ormai un giorno vale l'altro. Mi sto spingendo sempre più lontano per trovare da mangiare e da bere. Quasi tutti i negozi alimentari sono stati presi d'assalto durante i primi giorni della pandemia. Ho visto pile e pile di cadaveri lungo le strade, a ridosso delle mure o recinzioni metalliche o di cemento. 
Nelle strade c'è un fetido odore di decomposizione. I vermi abbondano nelle carcasse della gente, come anche gli infetti.
Ho imparato a gestirli. Non accendo mai la torcia e cerco di muovermi come un gatto. Ah, quanto mi manca il mio gatto Leon.
Non ho mai usato l'Uzi. Credo che le armi diano fastidio agli infetti e ne attirano altri. 
Ho una visto una giovane coppia venire massacrata da una centinaio di infetti. Solo dopo che sono morti, gli infetti si sono allontanati. Quei due non sono tornati in vita. Sono rimasti morti.
Credo che non tutti possano trasformarsi. Forse nemmeno io posso trasformarmi. 
Ogni tanto passo accanto alle recinzioni installate dai militari. A Riverside ci sono pochi posti di blocco. L'intera cittadina è stata divisa in settori di contenimento. Non so se la parola 'contenimento' sia quella giusta. Inutile dire che non sono servite a niente.
I militari sono stati schiacciati dagli infetti. Alcuni di loro si sono alzati dopo essere morti, altri sono rimasti sull'asfalto.
Sento spesso degli spari in lontananza, ma non durano più di dieci secondi.
Niente dura a Riverside.

Mentre ero in cerca di cibo e acqua in un supermercato, ho intravisto quattro sopravvissuti. Mi sono nascosto dietro un bancone per non farmi vedere e ho cercato di ascoltare quello che dicevano.
"Odio le città." Disse un uomo con un gilè di pelle nero.
"E' una cittadina, Francis. Una cittadina." Rispose un uomo dalla carnagione scura e una camicia bianca.
Francis grugnì.
"Guardate, delle munizioni." Aggiunse un uomo con un berretto militare in testa.
"Finalmente." Rispose una giovane donna. 
I quattro si chinarono sul pavimento e raccolsero le munizioni. 
Io restai immobile. Li guardai battibeccare, mentre l'uomo con la camicia bianca rideva per qualcosa che aveva detto Francis.
"Ok, Francis." Disse l'uomo con il berretto militare. "Visto che sei così ansioso di far fuori quei figli di puttana infetti, facci strada."
"Bill." Urlò la donna. "Un Hunter. Dietro di te!"
Io non mi ero accorto di nulla. Di solito gli Hunter ringhiano prima di attaccare.
Bill si voltò. I tre spararono all'Hunter in mezz'aria, che si schiantò sopra una scaffale.
Rimasi stupefatto dalla loro reazione. Erano stati rapidissimi e avevano una mira impeccabile. Avevano gestito la situazione con una calma surreale. Nemmeno i militari erano capaci di fare questo, anzi, spesso sparavano sulla gente scambiandola per infetti.
"E' morto?" Chiese Bill.
"Ehi, faccia da morto." Gridò Francis. "Sei morto?" Grugni, mozzando un sorriso.
"Ah ah ah. Davvero divertente." Sorrise falsamente la donna.
"Zoey. Dovresti essere un po' più... Divertente. Sei troppo seria."
"Continuiamo a muoverci." Disse l'uomo con la camicia bianca.
"Aspetta un attimo, Louis." Rispose Francis. "Devo andare in bagno."
"Ma ci sei andato già un ora fa."
Francis aprì una porta. "E' colpa della birra." Ed entrò dentro.
"Tenete gli occhi aperti." Disse Bill. "C'è troppa calma. Non mi piace."
"Sei il solito paranoico, Bill." Rispose Louis. "Abbiamo fatto una strage di quegli stronzi lungo la strada. Forse abbiamo ripulito l'intera cittadina per quanto ne so." Sorrise.
Bill si accese una sigaretta. "Meglio prevenire che curare."
Louis sbuffò irritato. "Ora mi sembri l'uomo della chiesa. Merda, quello lì si che era fuori di testa. Ci ha fatto quasi ammazzare."
"Fottuto figlio di buona donna." Disse Bill fra i denti, mentre dalla sigaretta partì un sbuffo di fumo.
Francis uscì dal bagno. "Cazzo, ci voleva proprio." Disse mentre li raggiungeva. "Forse è meglio se non entrate. Il bagno è chiuso per... per manutenzione." Scoppiò a ridere.
Stavano per passarmi accanto, quando sentii un gorgoglio alle mie spalle. Non feci in tempo a girarmi che vidi la faccia di un Boomer a dieci metri da me. Mi correva incontro agitando il ventre pieno di bile. Quando mi alzai per indietreggiare, Francis mi spinse sul pavimento, forse scambiandomi per un infetto, e sparò al Boomer. Esplose in mille pezzi, lanciando pelle in decomposizione e bile ovunque.
Per mia fortuna non fui ricoperto dal quel getto.
Quando mi voltai verso i quattro, mi accorsi che mi puntavano le armi e mi fissavano guardinghi, come se non credessero che fossi...
"E' vivo." Disse Francis, abbassando la canna del fucile d'assalto dalla mia testa.
"Ma va." Rispose Louis.
"Come stai, ragazzo?" Mi chiese Bill, porgendomi una mano. Il suo sguardo rimase sospettoso.
"Bene." Balbettai, alzandomi con il suo aiuto. "Grazie per avermi salvato."
"Sei da solo?" Mi domandò Zoey.
"Sì."
"Siamo troppo numerosi." Disse Francis guardandomi negli occhi. "Non farti strane idee."
"Strane idee?" Risposi.
"Non verrai con noi. Scordatelo."
"Francis!" Disse Zoey stizzita.
Francis grugni e ci diede le spalle.
"Sei il primo uomo che incontriamo da chissà quanto tempo, tolto lo stronzo della chiesa." Aggiunse Zoey.
"Padre Carl?" Domandai.
"Lo conoscevi?"
"Sì, ma..." Mi fermai nel dire cosa aveva fatto quell'uomo.
"Ma?" Incalzò Bill.
"Com'è morto?" Chiesi.
"Si è trasformato." 
"Cosa stavi dicendo sul suo conto?" Disse Louis.
"E' impazzito. Ha ucciso un sacco di persone suonando la campana. I militari hanno cercato di fermarlo, ma è stato inutile. So che si era rinchiuso nel campanile e suonava. Suonava in preda alla follia, mentre gli infetti affollavano i piedi della chiesa. Credo che da solo abbia ucciso mezza città con quella fottuta campana."
"Lo sapevo." Disse Louis con un sorriso in faccia. "Ho fatto bene a crivellarlo di colpi, Bill. Che ti ho detto? Quello stronzo meritava tutto il mio caricatore."
"Ci ha fatto quasi uccidere." Aggiunse Francis. "Diceva che era stato morso e non poteva farci entrare. Fottuta testa di cazzo!"

Alla fine, dopo esserci presentati, li convinsi a venire nel mio appartamento. Stava facendo buio, perciò forse più che convinti, stavano cercando un posto sicuro dove riposare. Non incontrammo infetti, il che mi insospettii. Forse i quattro avevano davvero ripulito Riverside. Con la loro mira e la rapidità di mano, non mi stupirei se fosse così.
"Sistematevi dove volete." Dissi.
I quattro si guardarono intorno. Il mio appartamento era buio, illuminato da qualche candela. C'erano divani e poltrone che avevo preso dagli appartamenti accanto. Prima dell'epidemia vivevo con un letto e una sedia. Mi era appena trasferito per lavorare in una fabbrica di scarpe. Lavoro che non ho mai iniziato per via della pandemia.
"Dove caghi?" Mi chiese Francis senza mezzi termini.
Rimasi spiazzato dalla quella domanda, ma risposi. "Dal terrazzo. Uso i secchi per..."
"Capisco. Lanci la merda dal terrazzo. Ecco perché c'era tutta quella merda secca sul marciapiede."
I tre smorzarono una smorfia schifata. Io abbassai gli occhi per l'imbarazzo.
"Ok. Io dormo sul divano." Disse Francis, gettandosi su di esso.
Bill scelse la poltrona, Louis il letto del mio inquilino sparito durante l'epidemia e Zoey il mio letto, dopo che le dissi che io dormivo sempre sulla sdraia. Non so se mi aveva creduto, ma dormivo veramente lì con l'Uzi appoggiato sul ventre. Non dormivo sul mio letto da quando era scoppiata l'epidemia. Mi faceva sentire esposto, la sdraia invece, mi faceva sentire più sicuro, più reattivo. Anche se forse era tutto un fattore mentale. Un fattore che non so nemmeno come spiegare a parole senza fare confusione.
Alla fine i quattro si addormentarono profondamente. Forse non dormivano da giorni? 
Mi addormentai anch'io dopo un ora.

L'indomani fui svegliato dalla faccia burbera di Francis.
"Colazione." Grugnì, porgendomi un piatto di fagioli.
Fagioli a colazione non erano il massimo, ma meglio di niente.
Quando finii di mangiare, mi accorsi che non avevano usato il mio cibo, ma il loro.
"Potevate usare il mio." Dissi.
Quelli non capirono a cosa mi riferivo, finché Bill guardò il mio piatto. "La prossima volta."
Ma non ci fu mai una prossima volta.
Feci i miei bisogni sul terrazzo e gettai il tutto dal cornicione. Gli altri fecero come me.
Poi si mise a piovere.

Tornati nel soggiorno del mio appartamento, i quattro si sedettero sul divano. 
"Tu sei nato qui, giusto?" Mi chiese Bill. "La situazione è sempre stata critica?"
Annuì. "I militari hanno creato diversi posti di blocco, tra cui anche case sicure, come quella che avete visto nella chiesa. Erano come fortezze. Nessuno infetto poteva entrarci. Poi sono arrivati gli infetti speciali." Abbassai lo sguardo. "Io ero in una casa sicura prima di venire qui. Ero con la mia ragazza e altre quaranta persone. Ho portato il mio gatto Leon con me e anche altri avevano fatto lo stesso con i loro animali. I militari li hanno... li hanno uccisi. Dicevano che erano troppo pericolosi, che potevano infettarci o qualcosa di simile.
I quattro si rattristirono.
"Questa fatto ha creato molto nervosismo. Poi c'è stata la sommossa e siamo riusciti a prendere le armi dei soldati. Mentre li stavamo cacciando via, ecco che apparvero gli infetti speciali, seguiti da centinaia di infetti. Alcuni militari ci hanno implorato di entrare e non-so-chi, ha aperto la porta." Feci una pausa al ricordo. "E' stata una strage. Ho perso la mia ragazza trascinata via dalla lingua di uno Smoker e sono fuggito solo per puro caso, spintonato dalla folla. Poi è comparso il Tank..." Sospirai triste. "Sono venuto direttamente qui, l'unico posto che sapevo sicuro."
"Sono tutti morti?" Mi domandò Francis.
"Non lo so. Mi capita di sentire degli spari in lontananza, ma non sono sicuro che... Insomma, forse sono loro, non lo so."
"Abbiamo incontrato molti militari." Aggiunse Zoey. "I loro cadaveri."
"Dove siete diretti?" Chiesi.
"Inizialmente qui." Rispose Louis. "Pensavamo che Riverside fosse sicura, protetta dai militari e invece..." Spalancò le braccia frustrato.
"Ci hanno provato." Dissi. "Ma sono stati sopraffatti dagli infetti. Molti di loro hanno abbandonato la città, non prima di sigillarla."
"Ecco spiegato le numerose recinzioni." Aggiunse Bill. "Abbiamo trovato anche molte armi in giro, per non parlare delle munizioni, tubi bomba e bile."
"Tubi di bile? Quelli che usava la CEDA?"
"Sì, quelli là." Bill prese un tubo di bile da sotto la giacca. Lo scosse un poco, facendo ondeggiare il liquido verdastro. "Questo tubi di bile ci hanno salvato un sacco di volte da situazioni davvero spiacevoli."
"Già. Una manna dal cielo." Grugnì Francis.
"I militari non la utilizzavano spesso." Aggiunsi. "L'hanno fatto solo prima di fuggire dalla città sui loro fuoristrada."
"Codardi. Ecco cosa sono." Rispose Francis.
Un lampo squarcio il cielo, seguito da un tuono.
"Credo che per oggi resteremo qui." Disse Bill. "Riposatevi. Partiremo appena smette di piovere."
"Per dove?" Chiesi ansioso. Non volevo rimanere da solo. Per la prima volta dopo giorni o settimane avevo compagnia. Anche se non li conoscevo, separarmi da loro mi avrebbe ucciso. Non so se avrei retto di nuovo la solitudine.
"Ovunque, purché sia lontano da qui." Rispose Bill. 
"Già, odio questo posto." Sottolineò Francis.
"C'è qualcosa che non odi, Francis?" Chiese Louis.
Come sempre, Francis grugnì e ci diede le spalle.

Tre ore dopo smise di piovere.
Avevamo passato il tempo in silenzio, da quando avevamo sentito tossire uno Smoker, che si arrampicava lungo la facciata dell'edificio di fronte, seguito da un Hunter. Poi erano apparsi centinai di infetti. Non so se erano disorientati dai tuoni, ma più di una volta avevo giurato di sentire degli spari, assopiti dai tuoni. Anche Bill li aveva sentiti, ma non ne era sicuro.
"Credo sia giunto il momento di separarci." Disse Bill, porgendomi una mano.
Sentii una fitta allo stomaco. Non volevo rimanere da solo. Mi vennero le lacrime agli occhi e cercai subito di nasconderle. Non so se i quattro se ne accorsero, ma cercai di essere un duro. Un uomo che sapeva cavarsela da solo.
"Grazie per il rifugio." Aggiunse Louis alle mie spalle. 
Perché volevano lasciarmi da solo? Perché? "E' stato un piacere." Dissi con un sorriso, mentre dentro sentivo l'inferno agitarsi.
I quattro mi salutarono. Li vidi scendere dalla scala antincendio e allontanarsi lungo il vicolo, sparendo per sempre dalla mia vita.
Rimasi fermo alla finestra. Guardai l'angolo da cui erano scomparsi, mentre fulmini e saette squarciavano il cielo.
Poi mi voltai ed entrai in casa.
L'appartamento era vuoto, silenzioso, come la mia anima.

   
 
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