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Autore: Martina_Morittu    08/08/2020    1 recensioni
Una libreria sull'acqua di un canale londinese e la sua proprietaria, Mrs Austen, sconvolgeranno la vita ad Olivia, una giovane ragazza intrappolata in una città che non ama.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Iniziai a correre verso la barca gridando: “Mrs Austen ho perso la scommessa! Ho scritto anche le basi, non vedo l’ora di fargliele ascoltare!” 

Sono una persona molto competitiva ma per la prima volta in vita mia ero contenta di aver perso.
Era da tanto che non sentivo una tale energia. Avevo passato tutta la notte a comporre, mi ero fermata solo quando un po’ di luce aveva iniziato ad entrare dalle finestre. Mi ero messa sotto le coperte, ma era passata una buona mezz’ora prima che riuscissi ad addormentarmi. 
Era come se avessi tenuto prigioniera la creatività da qualche parte dentro di me e ora, finalmente libera, sentiva il bisogno di sfogarsi.

Mrs Austen si parò gli occhi dal sole e mi salutò sfoggiando un enorme sorriso: “Buongiorno cara.” 
Salii sulla barca: “Non sono riuscita a dormire, dovevo scrivere! Oh quel libro, aveva proprio ragione! Avrei dovuto darle retta subito. Stasera appena torno a casa mi metto a cercare un nuovo lavoro. So di potercela fare. Avrei iniziato questa mattina ma mi sono svegliata solo poco fa e volevo assolutamente farle sentire cosa ho composto ieri sera.” 
Mrs Austen s’illuminò nel vedermi così piena di eccitazione: “Sei davvero tu? La stessa ragazza con il broncio a cui ho prestato “Il brutto anatroccolo”? Puoi accomodarti su una delle sedie lì a destra mentre finisco con un cliente, sarò da te in due minuti.” Si girò verso uno degli scaffali vicino alla prua della barca-libreria e raggiunse un uomo intento a sfogliare un libro che, presa dall’emozione, non avevo notato fino a quel momento.
Un cliente? Pensai mentre mi avvicinavo alle sedie. Non pensavo che Mrs Austen avesse altri clienti oltre me, la sua barca era sempre vuota. 
La presenza di questo cliente mi incuriosiva: chi era? Conosceva Mrs Austen da molto tempo? Forse era un suo vecchio cliente di quando posteggiava la barca a Coal Drops Yard ed era venuto a trovarla. Dopotutto, una volta che conosci Mrs Austen, non puoi più farne a meno.
Davanti a me c’era un mobile abbastanza alto da oscurarmi la visuale impedendomi di vedere chi fosse il cliente. Iniziai a sporgermi dalla sedia, sempre di più. Cercai con noncuranza l’appoggio del piccolo tavolino in legno ma avevo calcolato male la distanza. Era troppo basso, persi l’equilibrio e caddi a terra con la sedia. Il frastuono fece volare via le povere anatre che stavano prendendo il sole vicino alla barca e Mr Austen e il cliente si voltarono di scatto. Mi sollevai subito da terra: “Sto bene, niente di rotto. Anche la sedia sta benissimo”. Mi rimisi a sedere e sentii il viso arrossire dall’imbarazzo. 
Almeno ero riuscita ad intravedere il viso del cliente. Doveva essere poco più grande di me o forse era la barba tagliata precisa a dargli un aspetto da adulto. Quella barba era davvero perfetta, sembrava finta. Probabilmente era appena uscito dal barbiere.

Dopo pochi minuti arrivò Mrs Austen con il ragazzo che sembrava uscito da una rivista per barbieri: “Scusami per l’attesa, lo stavo aiutando a scegliere tra due libri. Lui è Nate. Nate ti presento Olivia.”
Mi tese la mano e mi sorrise sfoggiando dei denti bianchissimi. Dopo il barbiere è andato anche dal dentista altrimenti non si spiega ,pensai. 
“Piacere di conoscerti Olivia. Alla fine li ho acquistati entrambi, non riuscivo a decidere” disse alzando la busta di cartone che doveva contenere i libri.
“Allora, ascoltiamo queste canzoni? Non vedo l’ora di sentirle!” Disse Mrs Austen sedendosi vicino a me. Nate rimase in piedi e si allontanò un po’ per appoggiarsi al mobile più vicino. Mrs Austen diede una pacca sulla sedia vicino alla sua: “Nate non sentirai niente da laggiù, avvicinati.” Poi voltandosi verso di me aggiunse: “Non ti dispiace se resta con noi vero?”
 Titubai un secondo prima di rispondere. Ero contentissima del lavoro che avevo fatto, ma non mi sentivo a mio agio nel farlo ascoltare ad uno sconosciuto. Mi resi subito conto, però, che quel pensiero non aveva senso: per trovare lavoro avrei dovuto far ascoltare le basi a tantissimi sconosciuti, che lavoravano nel settore e che sarebbero stati sicuramente più critici di Mr Perfezione.
“Certo che può restare!” Risposi con finta sicurezza: “Un punto di vista in più non può far male.”
Presi dalla borsa di tela, che avevo portato con me, una piccola cassa e la collegai al telefono. Accesi la musica e per i successivi quindici minuti restammo tutti e tre in silenzio ad ascoltare.
Quando la musica finì, la prima a parlare fu Mrs Austen: “Cara, aiutami a ricordare, perché lavori in un bar?” Non ebbi il tempo di rispondere che Mrs Austen continuò: “E’ evidente che non è quello il lavoro per te. Questo,” ed indicò la cassa alternando lo sguardo tra me e Nate “questo è quello che devi fare. Quindi si, mi dispiace dirtelo così bruscamente, ma stai perdendo tempo! Devi assolutamente inviare questa musica a, non mi ricordo come si chiamano, ma mandale subito. Sei d’accordo con me?” Chiese a Nate che, preso alla sprovvista, si schiarì la voce: “Si certo sono d’accordo. Queste musiche sono bellissime, ma potrebbe essere che ti piace lavorare nel bar se non hai ancora cambiato lavoro, o sbaglio?” Chiese con aria titubante quando vide lo sguardo di rimprovero di Mrs Austen.
Mi sentii in dovere di difenderlo, in fondo non mi conosceva e aveva solo cercato di dire la cosa più oggettiva che, purtroppo per lui, era quella sbagliata. 
“Quando ho iniziato a lavorare nel bar effettivamente mi piaceva. Dopo un po’ mi sono resa conto che non era quello che volevo fare per tutta la vita.” e alzai le spalle.
“Sono proprio contenta di aver ascoltato queste canzoni!” Esclamò Mrs Austen alzandosi di scatto dalla sedia: “Vado a prepararmi una tazza di tè, qualcuno la vuole?” 
“No, grazie.” Iniziava a farsi tardi e pensavo di partire a breve per andare a mangiare qualcosa. Nella fretta ero uscita senza pranzare ed iniziavo ad aver fame.
“Che fine ha fatto la fantastica cioccolata della Costa d’Avorio?” Chiese, ridendo, Nate. Era proprio vero dunque, Mrs Austen aveva cercato di regalarla a chiunque.
“Ad Olivia è piaciuta tantissimo e ne ho approfittato per liberarmene” rispose mentre scendeva verso la piccola cucina della barca.
Nate si girò stupito verso di me, aspettò che Mrs Austen fosse lontana e mi chiese: “Ti è davvero piaciuta quella cioccolata?” 
“No, non volevo essere scortese, le ho detto solo che era buona ma non sapevo a cosa stavo andando incontro.” Gli risposi con aria grave come se la storia della cioccolata fosse stata di grande importanza.
Nate annuì comprensivo, probabilmente si era trovato nella stessa situazione ma ne era uscito meglio di me. Avvicinò la sedia verso di me e stava per dire qualcosa quando spuntò Mrs Austen: “Esiste qualcosa migliore del tè del pomeriggio? Io non credo.” Disse con aria sognante guardando le due tazze che aveva nelle mani.  Ne porse una a Nate e si mise a sedere.
Restai un’altra mezz’ora a parlare con loro prima di salutare per andare a casa.  Nonostante l’emozione della sera prima fosse diminuita, mi sentivo più determinata che mai e avevo intenzione di mandare le basi quella sera stessa.

Cominciai a camminare lungo il canale e sentivo la mia testa mettersi in moto e pensare a cosa comporre una volta arrivata a casa.
Ero così concentrata che quando sentii qualcosa toccarmi la spalla tirai un urlo, seguito da un salto che mi fece spostare pericolosamente verso il bordo della sponda del canale. 
Mi girai furiosa per gridare allo sconosciuto che mi aveva quasi fatto fare un poco gradito bagno nella disgustosa acqua del canale. Si, il paesaggio era molto bello e artistico, ma l’acqua aveva un colore verdognolo davvero poco invitante.
Pensavo fosse qualcuno che aveva bisogno di indicazioni o voleva pubblicizzare qualcosa, invece mi ritrovai la faccia dispiaciuta e un po’ impaurita di Nate ancora con la mano alzata.
“Io, ho provato a chiamarti ma non mi sentivi.” Balbettò “Non volevo spaventarti.” Tirò fuori un sorriso insicuro e si schiarì la voce: “Ho visto che stavamo facendo la stessa strada e ho pensato di raggiungerti, ti dispiace?” Ripresi a camminare. Si mi dispiaceva, avrei voluto fare la strada da sola ma risposi: “No, figurati. Abiti anche tu qua vicino?” Gli chiesi. A quel punto tanto valeva socializzare un po’ invece di camminare in un silenzio imbarazzante.
“Non proprio, sto andando alla fermata dell’autobus e da lì sono una ventina di minuti.”
Ed ecco il silenzio imbarazzante che avevo cercato di evitare. Non sapevo che altro chiedergli o di cosa parlare, poi la curiosità prese il sopravvento: “Abiti piuttosto lontano. Hai fatto tutta questa strada solo per comprare dei libri da Mrs Austen?” Sicuramente ci saranno state altre librerie vicino a casa sua, pensai, perché spingersi così lontano? Mi aspettavo una risposta alla Star Wars “lei è mia madre”.
“Non pensavo di comprare dei libri oggi” disse abbassando lo sguardo e assumendo un atteggiamento imbarazzato: “Avevo appuntamento con una ragazza al piccolo bar che sta nel giardino davanti alla libreria di Mrs Austen ma, ecco, non si è mai presentata.”
Me lo immaginai da solo al bar a prendere un caffè e ad aspettare la ragazza. Qualcosa però non tornava: “Allora come facevi a sapere della cioccolata?”
Alzando le spalle rispose: “Mi hai chiesto se avessi fatto tutta questa strada per Mrs Austen e non se la conoscessi già.” 
Non aveva tutti i torti, pensai, e stavo per chiedergli da quanto conosceva Mrs Austen quando Nate iniziò a rispondere ancor prima che formulassi la domanda: “Oggi avevo appuntamento con la mia ragazza, non una ragazza.” Si corresse: “Forse devo iniziare a chiamarla ex.” Fece una pausa e si riscosse subito da qualunque cosa gli fosse passata per la mente in quel momento: “Lei abita qua vicino e così ci ritroviamo spesso in quel bar. Per tornare a casa ho sempre fatto questa strada e un giorno ho notato la libreria sull’acqua. Doveva essere la prima volta che ormeggiava là perché non l’avevo mai vista.” Quindi Nate doveva aver conosciuto Mrs Austen nel mio stesso giorno. “Così abbiamo iniziato a parlare e da quel momento “Parole sull’acqua” è stata una tappa fissa prima di tornare a casa.”
Per essere uno che era stato lasciato quel giorno non era troppo triste: o Mrs Austen era in grado di fare miracoli con chiunque o c’era qualcos’altro. Uno dei miei pregi, e anche uno dei miei difetti, è la curiosità: è un pregio perché mi porta ad imparare sempre nuove cose; allo stesso tempo è un difetto perché non riesco a farmi gli affari miei. Quel ragazzo mi incuriosiva, così cercai di usare tutta la delicatezza possibile per chiedergli: “Quindi la tua ragazza ti ha lasciato oggi? O è una cosa vecchia? Non mi sembri triste.” Ma a quanto pare la delicatezza mi aveva abbandonata.
“Quando non si è presentata ho capito che era finita definitivamente, ma le cose non andavano da un po’.” Alzò la busta di cartone di Mrs Austen: “E’ grazie a lei se non sono triste. Non posso essere triste per qualcosa che non c’era più già da tanto.”
A questo punto volevo sapere che libri gli aveva consigliato. Era chiaro, ormai, che Mrs Austen poteva guarire con i libri.
“Alla fine quali libri hai scelto?” Gli chiesi indicando il pacchetto che aveva in mano.
“Due libri fantastici, almeno penso. Me li ha consigliati Mrs Austen, ha proprio buon gusto quella donna. Riesce a consigliarmi sempre i libri giusti. Eccoli.” Tirò fuori i due acquisti: ‘Un giorno’ e ‘La mécanique du coeur’. Guardai il secondo libro ed esclamai: “Ma quello è in francese? Ho sempre desiderato parlare francese. Lo parli bene?” Lui si grattò la testa e alzò le spalle rispondendo: “Non conosco assolutamente nulla di francese.”
La sua risposta mi lasciò perplessa: “Perché hai comprato il libro in francese se non lo conosci?” Lui mi rispose con un’altra domanda: “Perché hai accettato la cioccolata anche se è disgustosa?” Non obiettai oltre.

Arrivammo alla sua fermata, lo salutai e mi affrettai verso casa per poter inviare le musiche e iniziare a comporre altro.


   
 
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