Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Passion and Love    08/08/2020    0 recensioni
Eren sentì quegli occhi bruciare sulla sua pelle, quel ragazzo era un enigma.
Pensò che fosse Henry fra le sue braccia, fragile e passionale.
King, freddo e determinato, di fronte agli altri.
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ATTENZIONE! LA STORIA SI SVOLGE SU TUTTE LE STAGIONI DELL'ANIME, POSSIBILI SPOILER E RIFERIMENTI AL MANGA.
Genere: Avventura, Drammatico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Berthold Huber, Eren Jaeger, Nuovo personaggio, Reiner Braun
Note: Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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Mikasa era inginocchiata a terra, la sciarpa che le copriva la bocca piegata in una smorfia di dolore, gli occhi pieni di lacrime fissi sul gigante davanti a lei.
Eran era nello stesso stato, il viso sporco di terra e muco, le gambe che gli tremavano spaventosamente, la mano destra gocciolante di sangue inerme sul prato.
Era tutto finito, quel mostro che gli aveva portato via sua madre e ora aveva ucciso un suo vecchio amico.
Il gigante inghiottì l'ultimo pezzo di Hannes prima di rivolgere lo sguardo su di loro.
Henry rimase inerte di fronte a tale catastrofe, la mente come bloccata.
-Non l'ho potuto salvare?!- urlò Eren dando voce al suo dolore, - Sono inutile-
-No, non è vero- cercò di dire il più piccolo in un sussurro, scosse la testa addolcendo i lineamenti del viso, per poi volgere lo sguardo su di lui.
-Eren..- mormorò il suo nome con una tale dolcezza mai udita prima.
Il moro lo vide avvicinarsi con un’espressione rilassata.
-Invece è così! E in più non sono riuscito a fermare Reiner e Berthold e sono quasi tutti morti- mugolò il più grande in preda alla disperazione.
Il compagno si abbassò alla sua altezza, facendolo mettere a sedere. -Guardami....-
Ma l'altro si coprì il viso con le mani.
Henry gliele scostò con delicatezza. -Sei più forte di quanto tu possa credere, sei la nostra ultima speranza, l'umanità ha bisogno di te Eren, io ho bisogno di te-
Eren lo guardò negli occhi leggendovi sincerità, allungò una mano, gli sfiorò il viso e ritrovando una forza che non credeva di avere, in silenzio si rialzò.
Il gigante allungò una mano verso di loro con estrema lentezza e il moro con rabbia colpì quel gigantesco palmo con un pugno.
"Muori!" pensò con rabbia, dolore e disperazione, "Muori!"
Come richiamati da una forza sconosciuta diversi giganti li raggiunsero, ignorarono i ragazzi spaventati e si buttarono sul gigante sorridente.
- Ma cosa?- Henry e Mikasa guardarono con aria sconvolta la scena, -Perché stanno distruggendo quel titano?-
Connie li raggiunse con due cavalli. -Salite presto!- lì richiamò alla realtà. -Dobbiamo approfittare di questo momento!-, allungò una mano verso Henry -Sali dietro di me, forza!-


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Reiner rimase immobile per diversi minuti, incapace di credere ai suoi occhi.
"Se la coordinata è in mano di Eren allora noi...noi..." con uno scatto si voltò per correre verso il moro, "Devo recuperarlo a ogni costo!"
Eren li guardò con odio, -Non avvicinatevi! Non osate farlo o vi ammazzo!-
-Reiner fermati!- urlò Berthorld, -Ci sbraneranno vivi!-
Ma il gigante corazzato sembrò ignorare quell'avvenimento sempre intento a seguire il suo piano, Hoover indietreggiò di qualche passo ritenendo quella scelta una mossa suicida.
"Ci sono" pensò Eren prima di ordinare a Mikasa di far fermare il cavallo.
Henry e Connie volsero lo sguardo verso di loro. -Ma cosa state facendo!- aveva urlato Henry.
-Siete impazziti?!- intervenne Connie.
Yeager ignorando le proteste degli altri scese da cavallo, si girò verso Reiner che avanzava imperterrito e con tutto il fiato che aveva in corpo ordinò con voce imperiosa: -FERMATE LA LORO AVANZATA E DISTRUGGETELI?!-
Connie dovette fermare il proprio cavallo, mentre un ciurma di giganti corse come animata da una forza sconosciuta verso Reiner e Berthold.
In meno di qualche secondo giganti di ogni genere li accerchiarono per poi affondare i propri denti nel corpo titanico del biondo.
-TE LO AVEVO DETTO?!- gridò l'amico cercando di proteggersi alla meno peggio dagli innumerevoli attacchi delle creature.
Eren montò nuovamente in sella, raggiungendo i pochi compagni che erano rimasti del corpo di ricerca.
Solo in quel momento Ymir si rese conto del perché Berthorld e Reiner fossero interessati così tanto ad Eren.
"Historia" pensò stretta a a Sasha, "Ora mai sei una regina, sei cambiata molto da quando ti ho conosciuto, so che ti saprai difendere anche senza di me" chiuse gli occhi e si lasciò cadere all'indietro, Sasha girò la testa di lato. -Ymir, ma cosa...- non finì la frase che la ragazza si era trasformata in un gigante. -Ymir?!- gridò Sasha vedendola correre verso i loro ex compagni.


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Ad Henry sembrava di essere tornato indietro nel tempo, sentiva nuovamente su di sé gli sguardi accusatori dei compagni, i commenti poco gentili, i discorsi interrotti quando passava vicino ad altre reclute. Sospirò passandosi una mano fra i capelli, in attesa della sua sentenza.
Berthorld aveva cancellato Henry agli occhi di tutti o quasi, ma nel suo cuore sapeva di non essere il ragazzo del diario, sperava che almeno i suoi compagni più stretti avessero capito e specialmente Historia.
Accompagnati da due guardie, Henry ed Eren si scambiarono uno sguardo fugace, il più grande gli stinse la mano come volergli infondere sicurezza per il suo avvenire, King contraccambiò la stretta, esalando un lungo sospiro.
Non appena le grosse porte di legno si aprirono d'innanzi a loro, Henry colse la gioia nello sguardo liquido della sorella che si alzò immediatamente dal suo trono.
-Henry, Eren!- li chiamò, alzandosi la veste reale, quel poco che le bastava per poter scendere i gradini senza cadere.
Eren le rivolse un dolce sorriso mentre l'abbraccio, lo stesso fece il fratello.
-Ma Ymir?- chiese lei distanziandosi dal castano.
King sviò lo sguardo. -Ha deciso di unirsi a Reiner e Berthold-
Sul volto della bionda si dipinse un’espressione incredula, ma poi socchiuse gli occhi. -Forse è stato meglio così, forse le nostre strade erano destinate a dividersi- proferì con sguardo triste.
-H-Historia mi dispiace, davvero so quanto tenessi a lei e quanto foste legate-
Lei fece un cenno di diniego con la testa, come voler eludere quell'argomento. -So del diario- esordì poco dopo ed Henry si sentì gelare il sangue nelle vene. - Non crederai che io sia Erick-
La sorella abbozzò un piccolo sorriso. -Non credo che tu sia capace di recitare ai livelli di quei due folli, ti hanno messo in mezzo per i loro scopi, era palese. E poi ti stavano suo fiato sul collo fin dall'inizio, avevo notato come ti guardavano, specialmente Berthorld-
-Che ne sarà di me?- le chiese il fratello, -Verrò condannato?-
La bionda gli prese le mani. -Purtroppo in molti pensano che tu sia in qualche modo complice di Reiner e Berthold e la storia del diario non ti aiuta, ma indipendentemente da questo, hai cercato di agevolare l'operazione per il recupero di Eren, io dico che un gesto vale più di mille parole-
Henry storse le labbra, non tanto convinto che un piacevole avvenire potesse attenderlo.
-Si, ma questo non basta-
-Un falsario è stato richiamato qui a corte, l'unico in tutta Eldia che sia rimasto in vita- lo informò la regina, - Lui potrebbe essere un incentivo in più per toglierti questo ruolo che ti hanno affibbiato e poi io non intendo coinvolgerti in giudizio, so che sei innocente Henry e so che ami questa terra e me ne infischio di ciò che dice la gente. In fin dei conti a me spetta l'ultima parola-
Confortato dalla prospettiva dei nuovi eventi, il castano si voltò in direzione del compagno. -Sentito, forse evito la gogna o la prigione- ridacchiò, ma poi si accorse che il moro aveva un’ espressione assente, quasi sofferente.
-Eren- lo richiamò Historia, -Tutto....-
-Ma se Reiner e Berthold sono stati gli artefici di questo inferno, allora...- la interruppe Eren, la voce incrinata da diverse emozioni mentre nella sua mente rivide un ragazzo da gli occhi celesti che sorrideva e si allontanava seguito da Reiner e Annie. Quel ricordo fece nascere in lui una nuova consapevolezza che lo colpì come un pugno allo stomaco, mentre un vecchio e sordo dolore si impadronì del suo cuore.
-Koe...- sussurrò con un filo di voce.
-Koe?- ripeté Henry non capendo.
Historia invece aveva capito tutto, sapeva di chi stesse parlando il moro. -Koe era una persona meravigliosa, una persona che cercava sempre di motivare i suoi amici, una persona che brillava di luce propria, Koe è stato come dire, molto importante per tutti noi, specialmente per Eren- gli spiegò con tono malinconico.
A quelle parole King ricollegò tutto: Il ragazzo del ritratto aveva un nome.
Ed Henry provo una sorta di fitta al petto, l'idea che qualcuno oltre a lui, fosse stato fra le braccia di Eren e che fosse stato l'epicentro dei suoi pensieri lo fecero incazzare e non poco.
Già se lo immaginava questo Koe con i suoi bei capelli color biondo sabbia e i suoi occhi celesti ad ammaliare decine e decine di uomini, ma lui nella sua castità quasi irritante, era fedele solo ad uno. Poteva andare bene chiunque, ma non Eren e poi quasi gli pareva di sentirlo con la sua voce pacata a confortare i suoi amici a spronarli affinché tirassero fuori la loro parte migliore. La bellezza non sarebbe stato un problema, Henry sapeva di essere bello e non aveva bisogno di ostentarlo, ma Koe sembrava avere una marcia in più: sapeva ascoltare e comprendere a fondo le persone, coglierne la propria essenza e nonostante non ci fosse più, aveva fatto in modo che il suo ricordo permanesse nel tempo immutato.
Nonostante gli anni, sembrava che chi lo avesse conosciuto lo ricordasse con un certo riconoscimento e un ardore da far quasi invidia. Koe era morto, ma sembrava essere una presenza costante, specialmente nel cuore del suo Eren.
Ed Henry lo odiava e al contempo si sentì uno schifoso egoista per aver provato sollievo nel sapere che quel ragazzo avesse cessato di esistere, magari se fosse rimasto in vita, Eren non lo avrebbe notato e sicuramente sarebbe sempre stato dietro a mister brillantezza, quel pensiero gli fece ribollire il sangue, anche perché non voleva sentirsi minacciato dal ricordo di un defunto, ma sembrava che Koe fosse una persona che avesse il potere di mettere in ombra i suoi avversari con un semplice sorriso.
Era la sua semplicità a renderlo unico, mentre lui che cosa aveva di speciale? Era un’egoista che aveva problemi a gestire le sue emozioni, per colpa del suo egoismo erano morte molte persone, compreso Lysa e poi? Che cosa aveva fatto per gli altri? Niente, lui aveva sempre fatto fatica ad interagire con gli altri per colpa di una dottrina severa che gli aveva imposto il padre. La differenza fra Henry e Koe? Koe era libero, lui invece era prigioniero di uno schema impartitogli a fronte di un mondo ostile e crudele.
Si chiese che ricordo avrebbe potuto lasciare ad Eren e agli altri in caso di morte e se il suo ricordo avesse potuto avere lo stesso peso di quello di Koe.


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Erwin stava chino su una vecchia cartina delle città del Wall Maria, -Dunque la casa di Eren dovrebbe essere in questa zona- indicò con l'indice un cerchio rosso che aveva fatto precedentemente, -Sperando che la cantina sia in buone condizioni.-
Zoe annuì indicando anche lei un punto ben preciso. -Questo è l'ingresso che Berthold ha distrutto. Dobbiamo arrivare fino a lì per bloccare l'avanzata dei giganti.- si sistemò gli occhiali mentre Smith si accese una sigaretta. -Naturalmente penseremo alla cantina una volta sterminati i giganti che popolano tutta l'area.-
Henry rivolse un’occhiata confusa al capitano e poi guardò Armin vicino a lui. -La cantina?-
-Non lo sai?- chiese il biondo perplesso, -Eren non te ne ha parlato?-
Henry fece no con la testa. "Magari Koe lo sapeva, ma tu sei il secondo arrivato, che vuoi farci?" quella vocina lo irritò e non poco.
Armin si morse le labbra. -Hai presente la chiave che Eren porta come ciondolo?-
Il castano annuì, all'inizio lo aveva trovato un po’ insolito, ma poi non ci aveva fatto più di tanto caso.
-Suo padre gliel’ha data poco prima che lo divorasse-
King sbattè le palpebre rimanendo di sasso.
Il fatto che Eren avesse divorato suo padre lo faceva ancora rabbrividire. -E quindi?-
-Dunque, Erwin ha una teoria a riguardo, che in quella cantina risieda la verità su questo mondo- gli spiegò Armin.
Jean tornò a guardare la cartina. -Di sicuro, non contiene solo cianfrusaglie se suo padre gli ha raccomandato di andarci.-
Armin annuì. -Purtroppo, non abbiamo idea di cosa ci troveremo dentro, ma sono sicuro che ci sarà molto utile-
King sfiorò con lo sguardo il suo fidanzato, in riga due file più avanti, ritornare in quel posto sarebbe stato un uragano emotivo sia per lui che per tutti. Tornare a Shiganshina era come tornare indietro nel tempo: nella città dove tutto ebbe inizio.
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Armin guardò l’ambiente circostante con diffidenza, niente si muoveva attorno a loro, certo era buio e i giganti di solito dormivano, ma non si sentivano nemmeno i loro terribili respiri e fino a quel momento non se ne erano trovati davanti nemmeno uno.
Si grattò la testa notando poi un vicolo, riconobbe quel posto: lì c'era il fornaio dove suo nonno si riforniva.
Saltò su un tetto abbastanza basso, le tegole distrutte scivolarono sotto il suo peso, fece un veloce giro per osservare le strade sottostanti.
È strano... dove sono finiti i giganti?
Mikasa lo affiancò -Qualcosa non va?- gli chiese, ma lui era troppo preso dai suoi ragionamenti.
-Eren ha chiuso la breccia. Ma è impossibile che i giganti se ne siano andati di loro volontà- esordì il biondo poco dopo.
Henry in sella al suo cavallo si guardava attorno con una crescente ansia, Connie era più avanti di lui, di qualche metro.
-Sono felice del fatto che vi siate ricreduti su di me- iniziò con un sorriso incerto, -Almeno tu, Sasha, Jean...-
L'altro sbuffò nervoso -E questo chi te lo ha detto?- gli lanciò uno sguardo freddo, -Il tuo amato Eren?-
-Senti- riprese il bel castano trattenendo a stento la pazienza, -Vi ho aiutato nel recupero di Eren, sono tornato qui a discapito della mia vita perché credo nella liberazione di Eldia?!-
Connie fece voltare bruscamente il cavallo, avvicinandosi a lui. - E chi mi assicura che tu non stia recitando, eh? La verità è che tu hai una fortuna sconfinata nell’avere una sorella che è la regina di questa terra e che ti stia parando il culo! Fosse capitato a me o ad altri a quest'ora di certo non staremo qui a briglia sciolta, ma di sicuro fucilati o al fresco in prigione!-
King lo trafisse con lo sguardo- Io sono innocente, non sono Erick Reiss, io sono Henry King!- dichiarò con tono fermo.
La voce di Hanji li raggiunse -Ne sei sicuro Armin?- se ne stava a pochi metri di distanza dai due, -Dobbiamo controllare le mura?-
Henry fece avvicinare il suo cavallo a quelli della donna e del biondo. -Come? Ho capito bene? Dobbiamo controllare le mura e perché?-
-Perché i nostri nemici hanno saputo in qualche modo del nostro arrivo- spiegò Armin, -Mentre perlustravo la città, un cadetto mi ha riferito di aver trovato una semi specie di teiera e tre tazze con un liquido marrone, era ancora caldo. Quindi i nostri nemici erano ancora qui, forse cinque minuti fa, ma qualcuno li ha avvisati del nostro arrivo-
-Capisco...- sussurrò King.
Mikasa gli rivolse uno sguardo ostile. -Chissà come hanno fatto a scoprirci...- fece con tono canzonatorio.
-Hey, io sono sempre stato con voi- le rispose prontamente il giovane. -E poi ero tenuto sott'occhio da Levi e Hanji-
-Non è importante ora...- intervenne Hanji, interrompendo la discussione, - Ma dobbiamo trovarli e fermare il loro piano.-
Henry annuì con un cenno della testa. -Guidaci Armin-
Mikasa lo guardò sempre in tralice, con una gran voglia di mettergli le mani al collo, fino alla scoperta del diario gli era rimasto del tutto indifferente, ma dopo ciò qualcosa in lei era cambiato, un qualcosa che le faceva scattare un’ostilità e una rabbia senza pari nei suoi confronti.
Henry stava spronando il suo cavallo a partire, ma Mikasa lo afferrò per un braccio.
-Ti giuro che se ti rivedo in comunella con quei due ti taglio la testa- e non era un avvertimento, ma bensì una minaccia.
King le rivolse un’occhiata inespressiva, per poi liberarsi bruscamente dalla sua presa e seguire gli altri.
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Un soldato se ne stava a penzoloni sulla fune, Jean lo sentiva brontolare contro Armin perfino a diversi metri di distanza.
Il giovane svogliatamente bussava sulle mura cercando un punto vuoto, mai si sarebbe immaginato di creare una crepa dalla quale poté intravedere un occhio.
-Ma che ca...- non riuscì nemmeno a terminare la frase che si ritrovò sepolto dalle macerie e un urlo disumano sovrastò il suo.
Jean trattenne il fiato e mentre la nube di polvere si dissolveva lì davanti a lui, in tutta la sua gigantesca stazza, stava il corazzato.
Henry tremò indietreggiando. Non poteva essere vero.
Poi vide Eren sotto forma di gigante scagliarsi contro di lui, dando inizio ad un epico scontro.
-Forza!- Hanji chiamò tutti a rapporto. -Dobbiamo prendere Reiner!- con uno slancio lei e il suo assistente si buttarono contro il gigante.
La donna lanciò uno sguardo a Mikasa e Sasha -Usate gli esplosivi!- gridò.
Ma improvvisamente lo sguardo di Henry si proiettò oltre le mura, per poco non ebbe un mancamento, in lontananza intravide dei giganti con al centro uno più grande e coperto da una folta peluria, sembrava avere le sembianze di una scimmia gigante.
Lo vide prendere qualcosa e posizionarsi in posizione di lancio.
-Non vorrà mica- non finì la frase che un grosso masso si catapultò verso la breccia interna del Wall Maria, sigillandone l'uscita, le urla che seguirono parvero una colonna sonora macabra. -Ci hanno attirato qui- mormorò con incredulità, -Per farci fuori uno ad uno...-
  
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