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Autore: sissi149    09/08/2020    5 recensioni
Dopo la fine del World Youth Tsubasa ha chiesto a Sanae di sposarlo e la ragazza ha accettato.
I festeggiamenti sono nel culmine, ma andrà davvero tutto liscio?
Genere: Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Atsushi Nakazawa, Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quel pomeriggio Tom era tornato a casa molto presto dall’ufficio, complice un leggero mal di testa che gli aveva fornito la scusa perfetta per fare una sorpresa a Patty e sottrarsi alle attenzioni invadenti di Evelyn: se le avesse chiesto una compressa, sicuramente le avrebbe fornito la scusa giusta per fare irruzione ogni mezz’ora nel suo ufficio.
Salì dal garage attraverso la scala interna, appese le chiavi dell’auto vicino alla porta e chiamò la moglie. Con suo grande disappunto non rispose nessuno. La cosa lo infastidì parecchio, ma non poté negare che fosse anche colpa sua: se le avesse fatto un colpo di telefono, probabilmente Patty avrebbe organizzato diversamente i suoi impegni.
Decise di versarsi qualcosa dal mobiletto dei liquori, al diavolo il mal di testa.
Allentò la cravatta e portò alle labbra il bicchiere di cristallo.
Il campanello suonò per alcuni secondi, seguito da colpi violenti alla porta d’ingresso che rimbombarono per tutto il corridoio, facendolo sobbalzare. Chi poteva essere a venire a scocciarlo a casa con tale impertinenza? Di malavoglia andò a controllare e quando aprì la porta si trovò davanti il più imponente dei buttafuori di Santana.
L’uomo lo scansò senza troppi complimenti ed entrò in casa seguito da Francisco. Il proprietario del Cyborg si diresse in salotto e si accomodò sul divano, accavallando le gambe e portando le mani dietro la testa, comportandosi come se fosse a casa propria.
Tom era irritato, c’erano dei limiti a quello che Francisco poteva permettersi di fare e fare irruzione in casa sua rientrava decisamente tra quelli. Rientrando in salotto, mollò con rabbia il bicchiere sul primo ripiano a disposizione, senza curarsi dei documenti su cui lo stava appoggiando.
“Cosa credi di fare in casa mia?” Domandò tagliente.
“Dovresti essere più cortese con i tuoi ospiti, Sindaco.” Lo prese in giro Santana, senza scomporsi.
Gli occhi di Tom si ridussero a due fessure:
“Bada, non sto scherzando.”
“Oh, nemmeno io. – Santana si staccò leggermente dallo schienale – Dimmi, quanto è piacevole subire un’intromissione indesiderata in casa propria?”
“Quanto ritrovarsi un porcospino sotto al culo! Vieni al punto.”
Becker sentiva le fitte alle tempie farsi più intense, avrebbe dovuto prendere un antidolorifico, altro che concedersi un bicchierino. Di certo quella visita non voluta non migliorava le cose. Per di più Francisco pareva divertirsi per la situazione…
“Modera i termini, se ti sentissero i tuoi elettori? O i cari vecchietti della casa di riposo?”
Il proprietario del Cyborg si alzò e raggiunse la bottiglia di liquore rimasta incustodita davanti al mobiletto, servendosi un goccio. Tom era sul punto di buttarlo fuori di casa.
“Diciamo che non sei l’unico ad  aver ricevuto una visita sgradita – Santana sollevò il bicchiere in direzione del Sindaco – Padre Ross ha fatto irruzione in discoteca l’altro pomeriggio ed ha importunato le mie ragazze. Credevo che dovessi occuparti tu di tenerlo a bada.”
Tom si allentò ulteriormente la cravatta con gesto nervoso. Con tutte le cose che aveva da pensare, doveva occuparsi pure di controllare il reverendo del paese?
“E cosa pretendi che faccia? Gli ho già detto che avrei parlato con te, che mi sarei occupato io delle faccende di ordine al Cyborg, non posso tenerlo legato in canonica o in chiesa.” Sbottò.
Francisco ridacchiò:
“Non sarebbe male come idea.”
“Ma sei impazzito?”
“Quello impazzito è lui, se prova di nuovo a rovinarmi gli affari!”
Tom scosse la testa, mentre una nuova fitta si impossessava della sua tempia sinistra.
“Sei il solito esagerato: sono anni che Padre Ross si scaglia contro i locali notturni durante le sue prediche e non mi pare che i tuoi affari ne abbiano risentito.”
Sul volto di Santana apparve un ghigno poco rassicurante:
“Beh, è ora di darci un taglio. Trova il modo di tenerlo a bada.”
Il Sindaco cominciò a massaggiarsi le tempie.
“Il problema è tuo, perché dovrei immischiarmi io?”
“Perché se dovesse succedere qualcosa al caro Reverendo io sarei il primo indiziato. Perché ce lo devi come favore, non dimenticarti che occupi quella poltrona anche grazie a noi. Da ultimo, e mi scoccia ammetterlo, perché sei piuttosto bravo a sguazzare nel torbido mantenendo quella faccina angelica che fregherebbe chiunque.”
Becker non ci vide più dalla rabbia e si avventò contro Santana, afferrandogli il maglione con entrambe le mani.
“Non puoi permetterti di venire in casa mia ed accusarmi in questo modo!”
Con la coda dell’occhio Tom vide il buttafuori di Santana avvicinarsi a lui, pronto a difendere il datore di lavoro, ma prima che potesse raggiungerli un grido improvviso fece bloccare ogni cosa.
“Che cosa sta succedendo qui?”
Il sangue di Tom si ghiacciò nelle vene.
 
 
 
 
 
Patty era stata alla casa di accoglienza da Padre Ross, sperava di incontrare Oliver Hutton per illustrargli le prime idee che aveva avuto per rimettere a nuovo il campo da calcio, ma l’architetto era uscito per vedersi con Benjamin Price, così le era stato detto. In compenso aveva incontrato il reverendo ed aveva iniziato a coinvolgere anche lui nel progetto. Padre Ross ne era stato subito entusiasta e le aveva fatto capire che  lo riteneva anche un ottimo modo per provare ad impegnare i giovani della città in qualcosa di sano e non lasciarli cedere ai vizi.
La sua uscita alla fine non si era rivelata infruttuosa.
Arrivando a piedi si soffermò sulla facciata della villetta e sulla veranda, doveva decidersi a riportare sedie e cuscini all’interno, non era più stagione di sedersi all’aperto a leggere o a sorseggiare una bibita. Aveva pensato di comprare uno di quei piloni riscaldanti che i locali usavano per sfruttare le parti esterne anche l’inverno, ma esteticamente non la soddisfacevano e riteneva che nell’insieme della casa sarebbero stati solo una stonatura.
Percorse il vialetto ed aprì la porta d’ingresso. Dal salotto provenivano delle voci ed in un primo momento pensò che qualcuno si fosse introdotto in casa, poi riconobbe la voce del marito e rimase stupita: era raro che Tom rientrasse prima del termine dell’orario d’ufficio, ci teneva a mostrarsi un Sindaco presente per gli impiegati.
Istintivamente strinse più forte la cartellina con gli abbozzi del progetto, come a volerla riparare e proseguì nel corridoio.
“Sei il solito esagerato: sono anni che Padre Ross si scaglia contro i locali notturni durante le sue prediche e non mi pare che i tuoi affari ne abbiano risentito.”
Dalle parole del marito Patty intuì che l’altro interlocutore doveva essere Francisco Santana.
“Beh, è ora di darci un taglio. Trova il modo di tenerlo a bada.”
 “Il problema è tuo, perché dovrei immischiarmi io?”
Mano a mano che si avvicinava l’atmosfera le sembrava parecchio tesa, forse avrebbe dovuto mostrarsi per stemperare un po’ la questione tra i due uomini.
“Perché se dovesse succedere qualcosa al caro Reverendo io sarei il primo indiziato. Perché ce lo devi come favore, non dimenticarti che occupi quella poltrona anche grazie a noi.”
Patty si fermò di colpo.
 “Da ultimo, e mi scoccia ammetterlo, perché sei piuttosto bravo a sguazzare nel torbido mantenendo quella faccina angelica che fregherebbe chiunque.”
“Non puoi permetterti di venire in casa mia ed accusarmi in questo modo!”
La donna aveva sentito abbastanza, non poteva credere alle accuse infamanti che stavano venendo lanciate a suo marito. Decise di non restarsene in disparte e vederci chiaro. Entrò come una furia in salotto:
“Che cosa sta succedendo qui?”
La scena che le si parò davanti aveva dell’incredibile: Tom stava per fare a botte con Santana, mentre il buttafuori del Cyborg stava a sua volta per picchiare suo marito.
“Esigo delle spiegazioni!” Gridò.
L’uomo di Santana si fermò, Tom abbassò le braccia, mollò le mani dal maglione di Francisco e si voltò lentamente, quasi meccanicamente verso di lei. Notò che era parecchio pallido.
“Ca.. cara, credevo fossi fuori.” Balbettò suo marito.
“Sono appena rientrata e mi ritrovo davanti questo deplorevole spettacolo.”
Patty fece scorrere lo sguardo per tutta la stanza, cercando di afferrare ogni particolare per dare un senso a quello che aveva appena visto e, soprattutto, sentito. Non poteva essere vero che suo marito fosse invischiato in intrallazzi di pessimo genere, non Tom. Non le sfuggì il ghigno perfido che si stava dipingendo sul volto di Santana.
“Io e Francisco abbiamo una piccola divergenza di opinioni, tutto qui.”
La signora Becker gettò la cartellina su una poltrona e incrociò le braccia al petto.
“E per una semplice divergenza di opinioni stavate per fare a botte? Tom Becker, non raccontarmi balle!”
Santana scoppiò a ridere, incapace di trattenersi.
“La commedia è  finita, caro sindaco. È ora che tua moglie apra gli occhi.”
Il proprietario del Cyborg fece un gesto al suo uomo per invitarlo a seguirlo e si rivolse poi a Patty.
“I miei ossequi First Lady.”
Patty stava cercando di mantenere la calma per non esplodere a vuoto, ma non tollerava di essere presa in giro.
“Non così in fretta. – sibilò – Le ho sentito lanciare accuse pesanti a mio marito. Esigo che lei me le dimostri.”
Santana si fermò e la guardò in modo strano, a Patty sembrava che stesse valutando se chi aveva davanti fosse degno delle sue attenzioni, se fosse all’altezza di impegnarlo e fargli sprecare il suo tempo. Lei gli avrebbe dato tutto il filo da torcere che voleva, non aveva paura di lui.
A un certo punto, l’uomo sorrise malignamente:
“Beh, tanto per incominciare il suo caro marito ha comprato i  nostri voti per essere eletto e un sacco di altri.”
“Balle!” Patty non era intenzionata a credere a menzogne così spudorate.
Si voltò verso il Tom, in attesa che anche lui replicasse a quelle infamità, ma il marito era come pietrificato, come se non sapesse che fare o dire.
“Tom, difenditi da queste ridicole accuse.” Tentò di spronarlo.
Becker era sempre più pallido e si portava con insistenza le mani alle tempie.
“Io…”
“Tom!” Esclamò Patty, stava decisamente perdendo la pazienza anche nei suoi confronti.
“Non mi dirai che sei sceso a compromessi per una manciata di voti?”
Lo sguardo della signora Becker era infuocato.
“Non ho fatto nulla di male. – ribatté il marito – Tutti lo fanno, è la politica.”
Patty provò un moto di disgusto, faticava a riconoscere l’uomo che aveva davanti. Dov’era finito il buono, onesto e generoso Tom Becker che aveva conosciuto anni prima? Non poteva essere stato solo il loro allontanamento a trasformarlo così.
Come se non bastasse, Santana prese di nuovo la parola ed aggiunse un altro carico.
“Fosse solo quello. Non vuoi parlare di tutti i soldi che hai guadagnato con operazioni poco pulite, a cominciare dalle porcate che hai fatto con la tua megalomania per il nuovo palazzo comunale?”
“Sta zitto Francisco!”
Il grido del Sindaco suonò come esasperato, più che un urlo difensivo.
Patty arretrò istintivamente di un passo.
“Tom, di cosa sta parlando?”
“Vorrei saperlo anch’io.” Rispose Becker.
“Smettila di fare il santarellino! In fondo non vedevi l’ora di ripulirti la coscienza!”
“Va al diavolo, Francisco! – sbottò il Sindaco – Tu mi hai trascinato in mezzo a questi traffici, non scaricare tutta la colpa su di me.”
Patty era rimasta fulminata. Quando era avvenuto il crollo al cantiere, Tom si era prodigato in ogni modo per far muovere il più velocemente possibile la macchina dei soccorsi, si era recato sul posto ed aveva aiutato personalmente a rimuovere le macerie sotto cui era intrappolato Benjamin Price, aveva fornito assistenza a tutti coloro che erano coinvolti, aveva mosso le acque affinché il processo si svolgesse il più rapidamente possibile per assicurare i colpevoli alla giustizia, era stato molto coinvolto nella vicenda. Improvvisamente realizzò che Tom era stato troppo coinvolto dalla vicenda. Aveva fatto tutto in fretta, troppo in fretta. Come se volesse che non si indagasse troppo a fondo. Come se avesse paura che si scoprisse troppo, che si scoprisse il suo coinvolgimento.
Sgranò gli occhi e rivolse un’ultima supplica al marito.
“Tom, dimmi che non è vero.”
Becker era ormai cadaverico, senza la forza per ribattere, si limitò  a guardarla e lei colse la colpevolezza in fondo ai suoi occhi.
Patty strinse i pugni: si sentiva ferita e tradita dalla persona a lei più vicina, la persona per cui aveva sacrificato le sue aspirazioni personali.
“Voglio il divorzio!” Decretò, poi si sfilò la fede dall’anulare e la gettò per terra. Afferrò la cartellina che aveva abbandonato sulla poltrona e lasciò la casa per non tornarvi più.
 
 
 
 
 
Roberto stava dando una sistemata all’esterno del suo negozio, mentre attendeva l’arrivo della prossima cliente. Osservava attraverso i suoi occhiali colorati e studiava la disposizione migliore per le decorazioni che voleva approntare per la  settimana seguente quando avrebbe festeggiato l’anniversario dell’apertura del negozio. Non che avesse molta voglia di festeggiare, col capo che stava col suo fiato sul collo di tutti loro, ma doveva mantenere le apparenze con la sua clientela, con le pettegole di New Team Town che sapevano essere una fonte inesauribile di informazioni. Certo, il più delle volte doveva sorbirsi interminabili resoconti di corna, sparlate alle spalle altrui ed altre cose di infimo interesse, tuttavia in mezzo alle chiacchiere inutili riusciva sempre a cogliere qualcosa di rilevante, a cominciare dal fatto che Benjamin Price non si aggirasse più per la cittadina con la costante aria da derelitto.
Un brivido lo colse dietro la nuca, segno che stava succedendo qualcosa a cui doveva prestare attenzione. Si guardò intorno e vide arrivare ad ampie falcate la signora Becker: pareva avere un diavolo per capello, doveva essere successo qualcosa di grave.
“Buon pomeriggio, tesoro! – la salutò col suo solito tono cordiale ed eccessivamente affettato – Avevamo forse un appuntamento di cui mi sono scordato?”
La donna quasi  lo fulminò con lo sguardo:
“Non adesso, Roberto!”
“Oh, tesoro, mi sembri sconvolta. Vieni dentro, un bello shampoo abbinato ad un massaggio del cuoio capelluto ti toglieranno di dosso tutta quella tensione e ti aiuteranno a rilassarti.”
Patty si fermò sbuffando e scalpitando.
“Magari bastasse così poco! Sono furiosa! Il Sindaco Becker è una testa di cazzo!”
Roberto sbatté le palpebre perplesso: sapeva che Patricia Becker aveva un carattere fumantino che teneva a bada durante  le sue apparizioni in pubblico, tuttavia non l’aveva mai sentita rivolgere parole così dure nei confronti di Becker. Sapeva perfettamente che il loro matrimonio era ormai una farsa a beneficio degli elettori più conservatori di New Team Town, una farsa sostenuta da una grande amicizia. La dichiarazione della donna lo allarmò profondamente, doveva indagare.
“Lo sai anche tu che gli uomini sono stupidi, a parte me. Qualunque cosa avrà combinato tuo marito, vedrai che si sistemerà tutto.”
Patty rispose lapidaria.
“Ex marito.”
“È così grave?”
“Non voglio parlarne, né di lui, né di quel suo lurido amico di Santana. Ora devo andare.”
La quasi ex signora Becker proseguì il suo cammino furioso, senza attendere che il parrucchiere la salutasse.
Roberto scosse il capo, doveva immaginare che prima o poi Francisco avrebbe commesso qualche leggerezza e la verità sui suoi intrallazzi col Sindaco sarebbe arrivata alle orecchie della moglie. Quel ragazzo pensava solo al proprio interesse senza badare ai disegni più grandi. Doveva approfondire la vicenda, c’era il rischio che Patty andasse a denunciare tutto all’autorità o a qualcuno di ancora peggiore. Doveva scoprire esattamente di cosa era venuta a conoscenza. Doveva seguirla.
Con un rapido gesto chiuse la serranda del negozio, non avrebbe ricevuto ulteriori clienti per quel pomeriggio.
“Roberto, che fa? Chiude?” La signora White, un’attempata matrona, lo fece sobbalzare.
“Mi dispiace, un’emergenza improvvisa. Mi chiami domani per un nuovo  appuntamento.”
Il parrucchiere si gettò all’inseguimento di Patty con passo svelto, cercando allo stesso tempo di non dare nell’occhio.
I lampioni cominciavano ad accendersi ed il buio stava iniziando a fare capolino, rendendogli più facile camuffarsi. La sua preda continuava imperterrita nella sua camminata, apparentemente senza metà, fino a quando sbatté contro un uomo.
Roberto scivolò nel vicolo che propiziamente si trovava alla sua destra, da dove poteva osservare senza essere visto.
“Signora Becker, mi scusi, non l’avevo vista.” Stava dicendo Oliver Hutton.
Le antenne del parrucchiere si drizzarono ulteriormente.
“No, signor Hutton, sono io che non l’avevo vista.”
L’architetto si passò una mano dietro la nuca, gesto evidente di nervosismo.
“Padre Ross mi ha detto che mi aveva cercata.”
“Ah, sì. Volevo parlarle del progetto per il campo sportivo, ma ora sono accadute cose più importanti.”
La sua voce non riusciva a nascondere la rabbia che la stava scuotendo, Roberto non credeva che l’architetto ci avrebbe messo molto ad accorgersene.
“Signora Becker, sta bene? La vedo sconvolta.”
La donna scosse il capo.
“Non ora, sono ancora troppo furiosa. Sto andando in albergo. Ci possiamo vedere più tardi?”
Hutton pareva indeciso.
“D’accordo. Vuole venire in canonica?”
“No, vediamoci dove nessuno ci possa sentire. – improvvisamente i suoi occhi si illuminarono – Vediamoci al vecchio campo. Stasera per le 21.30.”
“Ma a quell’ora sarà completamente buio!”
“I lampioni della strada sono molto vicini. Solo lì mi sentirei al sicuro a parlarle di quello che devo. Per favore.”
Roberto non perdeva una singola sillaba di quel dialogo.
Alla fine l’architetto cedette.
“D’accordo. Ci vediamo là.”
I due si separarono e proseguirono entrambi per la loro strada.
Il parrucchiere uscì dal suo nascondiglio e si diresse di corsa a prendere l’auto per raggiungere la villa sulla collina: doveva assolutamente avvisare il capo e non poteva farlo per telefono, la notizia era troppo delicata, doveva andare di persona.





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La situazione pare aver subito una brusca scossa, con Tom sorpeso da Patty e costretto a scoprire gli altarini. Ora Patty deve incontrarsi con Holly, ma qualcuno ha origliato la conversazione.... Riusciranno ad incontrarsi ed a parlare per mettere insieme altre  tessere del puzzle?
Lo scopriremo a fine mese, perché a breve sparirò per il mio annuale periodo di libertà da pc e affini.
In serata risponderò anche alle vostre preziose recensioni.
A presto!
  
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