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Autore: Spensieratezza    10/08/2020    2 recensioni
Questa è una raccolta di capitoli per la maggior parte ispirati da me per merito delle puntate che sono andate in onda..reazioni o conseguenze che non abbiamo mai visto a quello che è successo nel telefilm.
-alcuni capitoli sono stati revisionati.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Missing moment di Supernatural'
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Il numero di Sam lampeggiò sul display, mentre Dean guidava. Avrebbe potuto non rispondere, ma non voleva farlo. In fondo, anche se non lo ammetteva, VOLEVA sentirlo.
Inoltre, gli piaceva tutto sommato quel gioco di inseguimento tra di loro.
“Ti ho lasciato il conto aperto al bar. Approfittane pure.” disse, aprendo la linea.
“Guarda che ti prendo in parola.”
“ Tu chi sei?” chiese, non riconoscendo la voce di Sam.

NON ERA Sam. Era sorpreso, questo sì. E anche un po incazzato.
“Io, sono il karma, amico.”
“Dal telefono di mio fratello?”
“Dal telefono di tuo fratello.”
“Lui è morto?”
Si finse indifferente, ma subito dopo il suo sguardo si fece serio.
“No, non ancora. E se verrai dove ti dirò di venire, non gli succederà niente”

“E chi mi assicura che sia ancora vivo?”
“Parla.”
Dean aspettò. Lo sguardo dardeggiante.
Ma dall’altra parte ci fu silenzio.

Sam vide il telefono che Cole gli porgeva. Guardò quel telefono e considerò tristemente di riuscire a parlargli, di dirgli qualsiasi cosa. Ma in quel momento il suo animo ferito urlava solo SILENZIO. Ce l’aveva con Dean. Ce l’aveva con lui per averlo abbandonato, per averlo fatto soffrire e aver lasciato solo un misero biglietto, ce l’aveva con lui perché era andato a fare il compagnone con Crowley e pechè aveva permesso a quel bastardo demone di pensare che lui FOSSE SUO e invece era SUO fratello. Suo. O almeno questo era quello che pensava prima che lui lo lasciasse.

Dean gli aveva riservato SILENZIO e ora Cole gli ordinava di parlargli? Non riuscì a farlo. Si sentiva tradito da lui.
Guardò Cole con aria di sfida. Orgoglio fraterno ma anche rabbia. Non voleva sottomettersi a quel ricattatore.
Ma Cole per farlo parlare gli diede un pugno.

Sam ansimò.
“La prova che è vivo.”
“Dean..”
“Hai una penna?”
Dean chiuse gli occhi, prendendo un gran respiro.
“Ascoltami bene, io verrò all’incontro e lo farò per un solo motivo: ucciderti.”

“Uhhh allora ci tieni al fratellino, tutto sommato.”

“Non è questo, ma odio essere minacciato da una mezza calzetta qualunque come te. Ci sono state delle persone che hanno trovato divertente minacciarmi prendendo Sam come bambola trasportabile. Li ho uccisi tutti.”
 
Sam restò senza fiato. Dean aveva accettato. Poteva anche lasciarlo lì a morire e invece aveva accettato di presentarsi. Non gli aveva riservato delle parole carine, non si era mostrato preoccupato, ma aveva accettato di presentarsi e questo significava comunque qualcosa. Significava che per lui contava ancora qualcosa e quindi significava anche che la sua anima non era corrotta definitivamente, che poteva ancora essere salvato.
Si sentiva commosso. Si era sentito tradito, quando Dean lo aveva abbandonato, eppure adesso stava correndo per lui.



 *

CRASH.


Una porta buttata giù.
Ehi, bastardo!”
Sam si voltò a vedere Dean.
La sua voce sembrava diversa, la sua stazza era così uguale a quella che ricordava ma in un certo modo diverso. Più muscoloso, più prestante. Più forte. Più …demoniaco!

Dean ci mise davvero poco a saltare subito addosso a Cole e cominciarono a ingaggiare una lotta, sotto gli occhi attoniti di Sam.

Cole! Dean, fermati. Basta!”
Sam non sapeva cosa fare. Non volevano ascoltarlo.
Per fortuna riuscì a liberarsi finalmente dalle corda, approfittando del fatto che c’era una pietra vicino al pavimento.
Dean cominciò a prendere Cole a calci e pugni.

“Dean!”
Entrò nel campo visivo di suo fratello.
“Ti prego, fermati!”
Dean fu così tanto sorpreso che Cole, sanguinante e barcollante, approfittò di quel momento di distrazione per darsela a gambe e scappare a gambe levate.
“Cole, fottuto bastardo! Che fai, scappi, come il coniglio che sei?”

Cole mise in moto e si preparò a scappare con la macchina.
“Prima o poi io ti troverò, mi hai capito? E ti ucciderò. È una promessa e io mantengo sempre le promesse.”
Riuscì a dirgli mentre partiva. Cole aveva fatto in tempo a sentire la minaccia che gli gridò dietro.
 “Dean..”

Sam fece in tempo a mormorare il suo nome, che Dean lo sbattè contro il muro.

“Dovrei ucciderti per lo scherzetto che mi hai combinato o forse dovrei riconsegnarti a quel tizio dentro un pacco regalo, visto che a quanto pare nutri un’insana simpatia verso chi vuole farti fuori ! Mi sono fatto chilometri per venire qui da te, ti sembra questo il modo di ringraziarmi? FAR SCAPPARE QUEL BASTARDO??” gli urlava Dean in faccia.

“Dean, ascoltami, per favore.” Disse prendendogli un braccio.
Dean guardò quella mano posata sul suo braccio, strabuzzando gli occhi e Sam si sbrigò a levare la mano. Dean gli mise le mani al collo.
“No, ascoltami tu, Sammy,  toccami un’altra volta e io..” all’improvviso lo sguardo serio lasciò posto a una smorfia maliziosa. “Ti toccherò io..e non mi limiterò a una carezza.”
“Dean, ti prego..”

All’improvviso lo lasciò andare.
“Fossi in te, non lo direi un’altra volta.” Disse, andando via.
Sam in ginocchio restò lì a rimuginare le sue parole. Tristezza e gioia si mischiavano in lui in una miscela esplosiva che a malapena lo faceva respirare.

Dean gli aveva detto quelle parole per ferirlo, ma allo stesso tempo era venuto PER LUI.
E quella RABBIA…

 ti sembra questo il modo di ringraziarmi? FAR SCAPPARE QUEL BASTARDO??

Una gioia SELVAGGIA si impadronì di Sam. Assaporò di nuovo nel ricordo quelle ultime quattro parole! Quanto selvaggiamente le aveva urlate. Con quanta rabbia e livore!!
Solo Sam avrebbe potuto dire cosa significavano quelle quattro segrete parole.
Dean, suo fratello, non avrebbe mai permesso di far scappare nessuno che toccava suo fratello, il suo fratellino.
Quel bastardo.

Far scappare quel bastardo.

Per lui era un BASTARDO perché lo aveva rapito. Non per altro, di certo Cole non gli aveva fatto niente, se non minacciarlo, farlo venire li, ma Sam lo conosceva Dean. Dean non considerava bastardi tutti quelli che lo minacciavano e sicuramente quello era un lato di sé che non era cambiato neanche con la morte e la trasformazione in demone.
Lo vide nella sua rabbia, così simile a quando era umano.

La rabbia di chi osa fare del male a lui. L’aveva riconosciuta negli anni. Aveva imparato a riconoscerla!

Non l’aveva riconosciuta per le parole, ma per la rabbia. La rabbia di Dean aveva diverse sfumature, ma alcune erano più uguali di altre. La rabbia di quando qualcuno osava minacciare Sam, per esempio, vibrava e si alzava di intensità. Acquisiva un impatto emozionale che vibrava su più livelli, gli occhi si ingrandivano, e nascondevano emozioni che erano sia rabbia che preoccupazione, sia paura, un mix di emozioni degradanti tutte insieme eppure di un grado emozionale che vibrava altissimo. Poteva rivolgerle a qualcuno o a Sam stesso, ma quando lo faceva guardando Sam, quando incrociava il suo sguardo, Sam riconosceva quel tipico sguardo, che seppur fiammeggiante di collera, ardeva anche D’AMORE.
E quella sera, Dean vibrava allo stesso modo!


Ed era tutto qui. Alla fine tra persone che hanno una tale chimica e un tale livello di comprensione e d’amore, non servivano parole.
Se non ci teneva a lui, non sarebbe proprio venuto a salvarlo.

Se non voleva restare con lui, perché lo aveva salvato?
Avrebbe voluto chiedergli tutte queste cose, ma aveva l’impressione che Dean non ne sarebbe stato contento, forse non gli avrebbe neanche risposto, forse avrebbe risposto che era venuto, perché nessuno poteva PERMETTERSI di minacciare Dean Winchester.

Poco male. Non voleva convincere Dean a dirgli che lo amava. Non voleva ricordargli che lo amava, perché sapeva che il vecchio Dean non lo aveva mai scordato. Non aveva bisogno di PROVE che suo fratello lo amava. Perché il SUO Dean non aveva mai smesso.

Semplicemente era come un qualcuno che non può ascoltarti perché ha i tappi nelle orecchie, inutile dirgli di ascoltarti, devi togliergli i tappi, così come un non vedente, non puoi urlargli di guardarti, non è colpa sua se non lo fa, forse dopo un’operazione potrà farlo. Ora no. Qualcosa di più forte gli impedisce di farlo, allo stesso modo inutile chiedere a Dean delle cose, nella sua forma demoniaca.

Il Dean Demone, lo capiva ora Sam, era forse in grado ancora di ricordare che amava il suo fratellino combinaguai e agire in base all’istinto, ma non può capirlo, né puoi chiedergli di ragionarci al riguardo. Sarebbe un folle a farlo.
Così come sarebbe da folli offendersi per come Dean lo tratta in un momento in cui non è pienamente consapevole di sé.

 Dean, il vero Dean, sarebbe stato molto deluso se avesse saputo che in un periodo in cui non era sé stesso. Sam cercava prove che testimoniassero che lo amasse davvero o che lo amasse ancora.
Dean non era sé stesso e se Sam si fosse arreso adesso e lo avesse abbandonato al suo destino, sarebbe stato lui un mostro.

Dean non meritava una cosa del genere, non dopo quello che aveva fatto per lui.

Se lo sarebbe ripreso. Non poteva abbandonarlo al suo destino.
 





















Note dell'autrice: finalmenteeeeee riesco a partorire questo capitolo! L'ho preso, l'ho modificato, l'ho ricostruito. Non ero mai soddisfatta, stavolta finalmente sì xd
questo capitolo si vede in entrambi i modi, sia per un qualcosa di non wincest, sia come continuazione della mia saga wincest post cura di Dean, sempre di questa raccolta!! dopo metto il link proprio per ufficializzare la cosa :))

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