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Autore: Lily710    11/08/2020    2 recensioni
"Era ormai passato parecchio tempo da quando, la ormai lontana vigilia di Natale scorsa, Dash aveva promesso alla sua migliore amica che sarebbero saliti su una barchetta durante “La Sera dei desideri” – una tra le tante tradizioni che venivano onorate ogni anno a Mobius. [...] Secondo l'usanza, durante il festival venivano accese da tutti i cittadini, dopo aver espresso un desiderio, delle mongolfiere di carta. [...] Chissà che sagoma avesse il pensiero che ella voleva affidare alle stelle, o magari che profumo emanasse – si chiese. Egli era infatti sicuro che, in quel momento, ogni singola cosa attorno a lui contenesse una piccola parte della sua essenza... compreso il piccolo desiderio che aveva espresso solo poco prima di lei.
[...] Non appena anche lei affacciò le iridi ai colori del mondo, insieme al migliore amico mollò delicatamente la presa – lasciando che le due lanternine volassero in alto, dritte verso l'orizzonte, pronte a raggiungere i loro sogni più reconditi."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: OC
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'A Special Friendship.'
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Era ormai passato parecchio tempo da quando, la ormai lontana vigilia di Natale scorsa, Dash aveva promesso alla sua migliore amica che sarebbero saliti su una barchetta durante “La Sera dei desideri ” – una tra le tante tradizioni che venivano onorate ogni anno a Mobius.
Essa si organizzava nel mese di Agosto a Green Hill, esattamente nei pressi del Lago Light* – nel quale, appunto, si svolgevano anche dei piccoli giri in barca per chi volesse farli; secondo l'usanza, durante il festival venivano accese da tutti i cittadini, dopo aver espresso un desiderio, delle mongolfiere di carta – le quali erano poi destinate a volteggiare tutte insieme con calma per riempire il firmamento, buio ma ricco di stelle se si era fortunati.
Per questo motivo il blu scuro, giacché fosse finalmente arrivato quel fatidico giorno, al fine di non deludere Darkly si era preoccupato di prenotare un giro sul laghetto per entrambi – nel corso del quale avrebbero poi fatto volare le loro lanternine – prendendo quindi l'impegno molto seriamente.
Non aveva la minima intenzione di rompere quella promessa: assolutamente no!

Già arrivato sul posto, il riccio poggiò la schiena contro un muretto in attesa che l'altra arrivasse. Gli steli del mazzolin di fiori che aveva intenzione di regalarle, composto da cinque margherite ed una rosa rossa, graffiavano appena la sua mano sinistra.
Chissà come sarebbe andata la serata, pensava. Ne sarebbe rimasta contenta?
Oppure degli imprevisti avrebbero rovinato tutto e poi lei, giustamente, si sarebbe arrabbiata con lui?
Scosse la testa e strizzò gli occhi per cacciar via quelle martellanti domande, sistemandosi un attimo dopo gli aculei ribelli con la mano destra – che, quando mai, non era riuscito a controllare neanche con “un pizzico” di gel.
Preso dall'agitazione, cominciò a battere ripetutamente un piede sulle mattonelle di pietra.
《Perché non arriva?! Lei non ritarda mai, diamine!》 mugugnò tra sé e sé, sospirando poco dopo.

Mordendosi le labbra, non fece neanche in tempo a sistemarsi la cravatta nera – rigorosamente abbinata a dei pantaloni del medesimo colore e ad una camicia bianca – che, appena sollevò lo sguardo, non riuscì più a muovere un solo muscolo. Ed il suo cuore cessò per un istante di battere.
Non appena questi riprese a palpitare, sebbene ad un ritmo pressoché irregolare, gli parve persino di averlo sentito scattare su sino ad arrivargli in gola – dove gli avrebbe troncato il respiro – fin quando non scese, liscio come l'olio e senza alcun preavviso, ad una velocità tale da fargli girare la testa. Un po' come se fosse su una delle giostre più spericolate di un intero Luna Park.
Poggiò le dita sulle tempie per pochi secondi, cercando di calmarsi.

《Cia...》con un sorriso smagliante Darkly stava per porgergli i suoi saluti quando, una volta avvicinatasi – abbastanza da scorgerlo con le palpebre serrate mentre si massaggiava la testa chissà per quale oscura ragione – la sua espressione divenne subito seria.
《Cos'hai?》esordì, preoccupata per il comportamento ambiguo dell'altro.
Dopo quella domanda egli sussultò e aprì gli occhi di scatto, ritrovandosi contro proprio quel meraviglioso sguardo rosato dalle sfumature rosso fuoco – che, secondo lui, si stava chiedendo quanto scemo fosse colui che aveva di fronte.

Un po' stranita dalla situazione, la riccia inarcò un sopracciglio guardandolo dritta nelle sue iridi, verdissime come la chioma di una quercia nei suoi giorni migliori.
Per l'occasione che tanto aveva aspettato, aveva deciso di indossare un vestitino verde acqua, adornato da numerosi fiori bianchi, che le arrivava poco più sopra delle ginocchia. Abbinato a delle scarpette bianche e ad un fermaglietto elegante, il quale fermava con cura qualche ciuffetto ribelle, quel capo faceva risaltare il colore scuro ma abbagliante dei suoi aculei – sebbene la semplicità degli abbinamenti scelti facessero ben intendere quanto, in realtà, Darkly odiasse apparire tra la gente.
A quella vista il blu scuro arrossì e non poco, sempre più convinto dell'idea che l'amica fosse veramente bellissima.

《Oh, c-ciao》la salutò lui, grattandosi con l'indice destro dietro al collo e abbassando un po' lo sguardo dall'imbarazzo.
D'istinto strinse la presa contro gli steli dei fiori, nascosti dietro la sua schiena, dimenticandosi come se nulla fosse quanto fossero pungenti.
Non appena si morse la guancia a causa del dolore, non passarono nemmeno pochi secondi che, come se gli si fosse accesa una lampadina dentro al cervello, si ricordò – e come fece se lo chiese anche lui – della domanda che poco prima gli era stata rivolta. Provò così ad inventare una scusa su due piedi.

《Nono, s-sto benissimo! Avevo solo qualcosa nell'occhio, n-non preoccuparti...》spiegò sbrigativo, concludendo la sua affermazione con una piccola risatina isterica.
Che brutto effetto gli faceva il nervosismo.
Darkly si accigliò, confusa.
《Sei sicuro di star bene? Ora che ci penso, sei anche arrivato puntuale... 》rifletté con l'indice poggiato sulle proprie labbra, provocando con quelle parole il suo migliore amico – che per risposta espresse tutto il suo stato d'animo in una smorfia più che contrariata.

Mentre lui osservava con calma l'altra intenta a studiare l'orologio che teneva al polso, quasi saltò in aria quando improvvisamente ella scaraventò di peso le sue mani contro le spalle dell'altro – accompagnando il tutto con un'esclamazione di puro stupore.
Dash arrossì ancor di più, facendo concorrenza agli aculei di Knuckles... che di sicuro, ovunque fosse, stava passando una situazione ben più tranquilla rispetto alla propria.

《Ma no, cosa sto dicendo! Tu sei addirittura in anticipo! Devi avere la febbre, ne sono sicura.》finì, incastrando il proprio sguardo con il suo; al tempo stesso, toccò la fronte del riccio con attenzione.
Questi alzò gli occhi al cielo, prese le mani della ragazza e le portò al proprio posto, incrociando poi le braccia.
Quanto sapeva essere scema.
《Grazie. Grazie davvero, Darkly the Hedgehog...》d'improvviso una smorfia maliziosa si dipinse tra le sue guanciotte ancora rosate – sapendo finalmente come ricambiare quei piccoli dispetti.

《... o forse dovrei dire Darky?》detto ciò le mostrò un sorriso divertitissimo, degno di essere vissuto, soprattutto dopo aver scorto gli occhi dell'altra strabuzzarsi di colpo mentre il colore delle sue guance mutava da beige chiaro a rosso fuoco.
《SMETTILA! Sai benissimo che quel nomignolo mi mette a disagio, a-adesso... e poi cavoli, siamo piuttosto cresciuti per fare ancora certe cose!》strillò irritata con tono acuto, stringendo le mani a pugno e voltandosi di spalle. Adorava quei momenti in cui, arrabbiata, la sua migliore amica tentava di essere razionale – senza successo.
Sentendolo ridere, decise di scrutarlo con la punta dell'occhio – in realtà parecchio divertita da quella situazione.
Quanto le piaceva la sua risata.

《Ti sembra divertente, Dashy**?》lo punzecchiò lei a sua volta, girandosi per metà verso di lui giusto per porgergli quel tipico sguardo dalla punta vendicativa – ricambiato da un'espressione dall'aria dispettosa.
Ma in realtà nessuno dei due riuscì a resistere per più di pochi secondi, giacché dopo quello scambio di occhiate scoppiarono a ridere all'unisono.
Meravigliosa, la loro complicità. Era qualcosa che nessuno dei due, neppure dopo tutti quegli anni vissuti insieme, riusciva ancora a spiegarsi davvero.
Perché si sa, le cose più belle spesso non si riescono a raccontare a parole.

Dall'orologio di Darkly si udì un ticchettio appena accennato, così quest'ultima ne studiò il proprio quadrante: erano le 20:05.
Così entrambi decisero di dirigersi in riva al laghetto, nella rimessa delle barche.
Non appena arrivarono, li accolse il proprietario delle imbarcazioni; era un echidna dagli aculei azzurro velato, sulla sessantina d'anni, che se ne stava appollaiato su una sedia di legno un po' malandata.
Sebbene la folta barba bianca ed il cappello di paglia gli donassero un aspetto un po' trasandato, per come Dash lo aveva conosciuto poche settimane addietro sembrava davvero di buon cuore.
Come infatti il giovane si aspettava, questi li accolse con un radioso sorriso – che evidenziava con innocenza alcuni denti rotti o mancanti.

《Buonasera, ragazzo! Vedo che hai portato la tua fidanzatina!》esclamò solare, a bruciapelo.
Ciondolando su se stesso il riccio arrossì violentemente, Darkly con lui.
《N-no, siamo solo migliori a-amici...》mormorò con lo sguardo rivolto verso le proprie scarpe, mentre la ragazza in questione sistemava gli orli del proprio vestitino giusto per far qualcosa. Il vecchietto, impegnato ad alzarsi con lentezza dalla sediola, per probabili problemi di udito ignorò beatamente la dichiarazione del blu.
《I-Insomma... sì, ho pagato una gita in barca per due qualche settimana fa: sono Dash The Hedgehog. Dove possiamo trovarla?》domandò allora alzando il tono della voce, al fine di attirare l'attenzione del signore – il quale rispose loro con evidente felicità.

《Ma certo, giovanotto! Dash, ora mi ricordo! Ecco... è quella laggiù,》disse, indicando loro la barchetta in lontananza; 《l'ho fatta preparare alcune ore fa dal giovane Big, Big The Cat.》
I ricci, ancora un po' a disagio ma comunque molto entusiasti, incrociarono lo sguardo con l'anziano: gli accesissimi occhi ambra di quest'ultimo pareva non avessero subito alcun cambiamento nel corso degli anni.
《Grazie mille, signore.》proferì infine Darkly con un dolce sorriso rivolto all'echidna azzurro, accompagnato da un umile stretta di mano sia da parte di Dash che da parte propria.
《Non c'è di che, miei cari! Divertitevi allora!》si congedò egli allegro di rimando, sedendosi poco dopo sulla sedia con una mano poggiata alla schiena – forse dolorante.
I due, che ormai gli avevano dato le spalle e si erano avviati verso la propria barchetta, lo potevano ben sentire come scherzava con altra gente:《Buonasera! Anche voi serata romantica, vedo! Avete prenotato?》.

* * *

Darkly alzò lo sguardo al cielo, sognante come non mai. Il cielo brulicava di stelle, il quale insieme alla Luna stupiva chiunque lo guardasse grazie alla sua bellezza naturale. Tutte quelle molgolfiere luminose, inoltre, le faceva apparire come un vortice sotto l'effetto di un incantesimo.
Solo l'amore sarebbe stato più forte di fronte a tanta meraviglia, pensava lei.
Con uno scintillio che solo il riccio di fronte a sé sapeva ben riconoscere, ella lo guardò negli occhi – che alla fioca luce lunare sembrava fossero due smeraldi.
《Ne accendiamo due anche noi?》le chiese allora lui, vagando rapido nei pensieri dell'amica. Sembrava avessero le menti collegate da un filo intrecciato infinite volte.
La riccia annuì felicissima, e prese così i cartoncini ancora afflosciati che aveva di fianco.

Una volta aver donato loro forma, con un piccolo pacchetto di fiammiferi che lei estrasse dalla borsetta i due accesero così entrambe le lanterne. Con le mani salde ai sottili bordi di carta entrambi chiusero gli occhi, i cuori che palpitavano all'unisono.
Dash fu il primo a riaprire le proprie palpebre dopo appena pochi secondi, contemplando poi con una dolce espressione il viso concentrato ma sognante al tempo stesso dell'amica.
Chissà che sagoma avesse il pensiero che ella voleva affidare alle stelle, o magari che profumo emanasse – si chiese. Egli era infatti sicuro che, in quel momento, ogni singola cosa attorno a lui contenesse una piccola parte della sua essenza... compreso il piccolo desiderio che aveva espresso solo poco prima di lei.
Non appena anche la riccia affacciò le iridi ai colori del mondo, insieme al migliore amico mollò delicatamente la presa – lasciando che le due lanternine volassero in alto, dritte verso l'orizzonte, pronte a raggiungere i loro sogni più reconditi.

Come se una lampadina le si fosse accesa d'improvviso, la ragazzina prese poi dalla pochette quello che sembrava essere un aggrovigliato di lana.
《Oh, anche io ho qualcosa per te. Sai, l'ho ritrovato alcuni giorni fa tra le mie cose, e... niente, mi sembrava giusto fartelo riavere.》
Incuriosito, Dash andò per prendere ciò che lei aveva tra le mani, sfiorandogliele quasi per sbaglio: per un attimo il petto gli fece su e giù in modo più veloce del solito.
E non appena lo riconobbe ebbe un secondo tuffo al cuore.
Si tratta del berretto che Darkly gli aveva regalato per Natale, quando avevano sei anni... il primo passato insieme.
Egli teneva molto a quel cappellino, in quanto sapeva che lo aveva creato a mano la migliore amica apposta per lui. Lo aveva ormai dato per disperso, in tutti quegli anni: quella sera, invece, si trovava proprio lì, ad accarezzare le sue dita con la stessa dolcezza di quel lontano giorno – nonostante in alcuni punti fosse un po' scucito e scolorito, oltre ad avere il pon-pon mezzo staccato.
Il riccio rimase senza parole; non riusciva nemmeno a crederci.
《Grazie, davvero... non dovevi.》sussurrò, continuando a contemplare quel morbido e prezioso tessuto.

Con ancora le iridi che brillavano, Dash posò così il piccolo copricapo di fianco a sé e prese di conseguenza il mazzolino di fiori che prima aveva tentato di nasconderle.
《Ah, comunque questo è tuo. Spero ti piaccia...》prima di darglielo tra le mani, delicate come quei petali, tolse una Margherita dal mazzolino, staccò il fiore da gran parte del suo stelo – il quale venne spezzettato e gettato nel lago da lui stesso – e gliela mise tra gli aculei, vicino l'orecchio.
A quel contatto ella arrossì, ma gli sorrise dolcemente. 
《Non lo avrei mai detto.》lo schernì sussurrando, divertita. Sotto le risatine di lei il blu arrossì come un pomodoro, scostando lo sguardo dai rubini dell'altra alle acque cristalline – anche se ricambiò comunque l'allegria donatagli.
Dopo un brevissimo attimo di silenzio in cui si persero l'uno nell'anima dell'altra, Darkly parlò.

《Ecco... grazie mille per aver mantenuto la promessa.》confessò, poggiando i fiori accanto la propria borsetta.
Il riccio curvò nel frattempo le labbra all'insù: sapeva bene quanto per lei, dire quelle parole, fosse stato complicato allo stesso modo dello sciogliere un rompicapo;《Te ne sarò eternamente grata, Dash.》
A quel punto, il cielo si inondò di una pioggia di stelline volanti: lanterne di forma variegata cominciarono a danzare da ogni barchetta vicino alla loro, dalla gente sparpagliata sul marciapiede, da chi se ne stava seduto in panchina o da qualche finestra nei paraggi.

Senza parole, la riccetta sussultò meravigliata, lasciandosi sfuggire una lacrima di commozione dinnanzi a quello spettacolo che da una vita aveva sognato di vedere.
Immerso in quella magia che sapeva tanto di lei, il blu le si avvicinò, le prese il viso e la baciò a stampo chiudendo gli occhi.
Il mondo attorno a loro si fermò... proprio come dall'orologio della ragazza, in quella frazione di secondo, non si udì più alcun ticchettio.
Eppure, poco dopo lui rivolse in imbarazzo il capo verso qualche petalo galleggiante, quasi pentendosi della scelta fatta... ma con ciò si perse il sorriso genuino di lei – che, dopo aver assaggiato le labbra di lui sulle proprie, si dipinse sul suo viso, le guance arrossite in modo velato ed evidente al tempo stesso.
Non aveva ancora capito di aver appena esaudito il desiderio dell'altra.

Quando poi si guardarono attraverso le iridi per un solo attimo, fu Darkly che si avventò sul riccio rubandogli un secondo e breve bacio a stampo. Ad entrambi nacque così il sorriso più bello del mondo tra i loro angoli della bocca.
Nonostante Dash a quel punto fosse diventato un peperone, catturò tutto il coraggio che avesse in corpo servendosi di un profondo respiro e la baciò di nuovo, questa volta più intensamente, permettendo che i loro cuori potessero battere all'unisono insieme al tocco delle loro labbra.
Tra le carezze da parte di entrambi sul il viso, in mezzo agli aculei, fu del tutto inevitabile impedire che ambedue le loro anime si immergessero in quell'atmosfera ricca di magia e semplicità, dove l'amore regna in mezzo al fuoco, i sogni nuotano nel luccichio dell'acqua cristallina e la speranza brilla con le stelle.
Dal momento in cui ambedue i rubini e gli smeraldi si incrociarono quasi distratti, un'espressione genuina si insinuò tra le piccole fossette nascoste sui loro visi. Non potevano essere più felici.

Infine, non appena la gita in barca finì in quanto qualche altro salì al loro posto, i due si addentrarono così in mezzo alla folla, nel cuore della festa, prendendosi per mano...
Sapendo bene che, in quel momento, i desideri di entrambi si stavano davvero realizzando, e che quello fosse solo un nuovo inizio.
Il loro nuovo inizio.
 
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* = questo lago non esiste nel mondo di Sonic, ma è stato da me inventato.
Per alcuni dialoghi tra i due, ma comunque per la storia in generale, mi sono ispirata ad una scena di Rapunzel – dove i protagonisti cantano "See the Light". Questo è il link della clip --> https://youtu.be/fKPK6c0mKE0

** = nomignoli con cui i due si chiamavano da piccoli.


Angoletto dell'autrice: ciao, ragazzi! Come state?❤
So bene che non pubblico su questo fandom da più di un anno (per ragioni che non sto qui a spiegarvi nello spazio autrice... siete comunque liberi di detestarmi per la lunga assenza😂), e per questo mi dispiace davvero moltissimo. Per farmi perdonare, ho deciso di ritornare con questa one-shot, in "cantina" da un pezzo.😁
Nonostante il risultato finale, tra la prima e la seconda parte di sicuro si noterà una sottile (o forse netta, non saprei dirlo... 😣) differenza di stile, essendo appunto la prima parte di vecchia data; inoltre, penso anche che alcune parti siano state, in un certo senso, un po' forzate nonostante tutto... motivo per cui, per favore, su questi punti chiedo solo un po' di venia essendone in parte consapevole. Spero comunque che possiate apprezzarla ugualmente, e per qualsiasi altra cosa (critiche costruttive, errori o altro) sono a vostra disposizione – come, ormai, ben sapete.🥰
Grazie mille per tutto, vi abbraccio!
Lily🧡
   
 
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