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Autore: 8iside8    12/08/2020    1 recensioni
Questa long è il seguito de "La Spada della Vittoria" e di "Una vita per una vita", facenti tutte e tre parte della serie "Il Vero Amore è sempre la risposta. Tutti i fatti sono ambientati dopo il ritorno dall'Oltretomba e i racconti vanno letti in sequenza, perché sono profondamente collegati.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Vero Amore è sempre la risposta'
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Emma aveva chiamato i suoi genitori, Regina, Zelina e, ovviamente, Henry. 
Dopo aver saputo da Uncino del dono di Gold lo aveva indossato. Il bracciale era d'oro puro, largo tre centimetri, rigido e ricoperto di simboli strani e pietre preziose. Per questo adesso poteva aiutare Gold a cuore leggero e, quindi, poteva dare la lieta notizia ufficialmente.  
Tutti erano seduti in salotto. Emma era seduta su una delle poltrone e Killian sul suo poggiolo.  
«Grazie per essere venuti subito.» disse Emma «Devo parlarvi di alcune cose, ma prima di tutto vorremmo darvi una notizia.» tutti li guardavano curiosi «Killian ed io aspettiamo un bambino.» il sorriso le sollevò gli zigomi e Killian le baciò la testa.  
Esplosero le felicitazioni, ma Emma guardava suo figlio. Henry sorrideva e corse ad abbracciarla.  
«Mamma, è una cosa bellissima! Avrò un fratello… o una sorella!»  
Emma lo strinse a sé, Uncino li guardava sorridendo. Sapeva che Emma temeva la reazione di suo figlio, ma sapeva anche che non ne aveva motivo. 
«Tu lo sapevi?» stava chiedendo David a Biancaneve.  
«Diciamo che ieri l'ho intuito. Non me l'ha detto.» rispose lei leggera.  
«Anche tu lo sapevi già!» si lamentò Zelina guardando la sorella.  
«Quando Emma è caduta e l'ho guarita ho sentito una seconda energia. Non è che potevo non sentirla!» 
Ma tutti ridevano e abbracciavano i futuri genitori. Era un bel momento, ma Emma dovette interromperlo  
«Adesso, però, dovrei passare alle cose più serie.» disse la Salvatrice «Oggi Gold è venuto qui. Secondo lui, la Fenice Nera è la figlia di una Fenice che ha ucciso molto tempo fa, nella Foresta Incantata. Tenendo conto di questo, potrebbe essere una concreta possibilità che sia qui per cercare e uccidere Tremotino.» Killian le aveva posato la mano sulla spalla.  
«Perché è venuto a dirti questo?» chiese Regina.  
«Perché sta davvero provando a cambiare.» Uncino era intervenuto «Stavolta si sta impegnando. È venuto a chiedere l'aiuto di Emma e, quando ha saputo che è in dolce attesa, è andato nel suo negozio ed è tornato con un dono.» 
Emma sollevò il braccio sinistro. Al polso aveva il bracciale bellissimo e le pietre incastonate erano verdi e blu, come se gli occhi di Killian ed Emma fossero stati replicati sull'oro.  
«Questo è il bracciale di Frigg.» disse Emma «Protegge chi lo indossa da qualunque cosa. Ha detto che posso tenerlo anche se scelgo di non aiutarlo.» 
«Quindi tu lo aiuterai.» sospirò Regina.  
«Sì.» rispose Emma «Non l'ho mai visto in grado di migliorare, ma adesso sì. Adesso lo ha dimostrato e più di una volta. Ha salvato Killian e me, poi Henry, ora mi ha regalato una protezione per me e il bambino. Ha chiesto perdono a Killian. Credo davvero che meriti questa possibilità.» 
Regina guardò la sorella.  
«Una grande vittoria per Storybrooke se, dopo la Regina Cattiva e la Strega Perfida, anche il Signore Oscuro diventa un eroe.» 
«Da dove si parte?» chiese Biancaneve.  
«Dovremmo sapere di più sulla Fenice Nera.» decise Emma «Mamma, puoi andare in biblioteca a cercare qualcosa sulle Fenici?»  
«Certo!» rispose la donna.  
«Magari abbiamo qualcosa anche noi nei nostri libri.» propose Zelina indicando se stessa e la sorella.  
«Io posso andare dalle Fate.» dichiarò David.  
«Io controllo il libro.» affermò Henry.  
«Bene,» intervenne Killian «ti puoi riposare Swan.» 
«Ma io non sono stanca.» ribatté Emma.  
«Tesoro,» disse Biancaneve «anche se hai il bracciale, preferirei saperti al sicuro.» 
 
Emma non era felice di stare a casa, ma anche lei aveva paura per il bambino, quindi accettò.  
Killian le portò una tisana.  
«Amore,» le disse «scusami. Avrei dovuto crederti subito.» 
«No, avete ragione tutti.» sospirò Emma «Devo agire solo quando è necessario. Solo che non sono abituata a stare ferma!» 
«Lo so, ma prendiamoci questa giornata per pensare a noi e al bambino.» le sorrideva emozionato.  
Sarebbero diventati genitori. Certo, Emma aveva Henry e anche Uncino era molto legato a lui, ma questo sarebbe stato figlio di entrambi. Killian non pensava ad altro.  
 
Zelina era nella sua camera e, muovendo appena le dita, produsse un piccolo vortice di fumo verde. Quando fu dissolto, teneva in mano una sfera grande come una palla da biliardo.  
«Ho bisogno di parlarti, per favore rispondimi.» sussurrò.  
La sfera divenne nebbiosa, poi si rischiarò. Al suo interno c'era il volto di una ragazza, con penetranti occhi blu e vaporosi capelli castani. Le labbra carnose erano pitturate di rosa scuro.  
«Ciao Zelina! Che piacere vederti. Cosa posso fare per te?» era entusiasta, un vulcano di energia.  
«Ciao, cara. Sono felice anch'io di vederti. Vorrei chiederti una cosa.» rispose Zelina.  
«Chiedi pure.» 
«Sai qualcosa sulle Fenici e sulle Fenici Nere?» 
«Qualcosina... Sono degli uccelli magici, che hanno proprietà curative e uccidono solo se diventano nere, perché l'omicidio copre la loro luce e diventano oscure.» 
«Diventano oscure solo se commettono un omicidio?» s'informò Zelina.  
«No, anche se i loro sentimenti diventano di odio e vendetta. Devi affrontarne una?» chiese la ragazza.  
«Sì,» spiegò la strega «siamo stati attaccati da una Fenice Nera e vorremmo capire di più, perché potrebbe essere la figlia di una Fenice uccisa da un nostro concittadino, che sta cercando di redimersi.» 
«Ma che situazione complicata...» rifletté la ragazza «Potete parlare con le Norne, magari loro sapranno indicarvi una via sicura.» 
 
Regina guardò con le sopracciglia sollevate la sorella.  
«Quindi una dea nordica sta venendo qui per guidarci verso tre dee del destino, in modo che ci dicano qualcosa della Fenice Nera? E secondo te chi dovrebbe andare con lei?» 
«Io non posso, ho Robin. Penso che il Principe Azzurro o lo sposo con l'uncino possano farlo.» disse Zelina sorridendo «Lei, comunque, ha detto che si paleserà direttamente a chi sceglierà per compiere questa scampagnata.» 
«Speriamo che sia utile...» disse preoccupata Regina.  
 
Emma era in cucina e la stava pulendo con foga.  
«Amore, tutto bene?» chiese Killian entrando.  
«No. Pensavo di poter gestire l'inattività, invece con ci riesco. Mi innervosisco e mi sono fiondata a pulire, almeno non sto ferma.» era nervosa.  
Killian la fermò prendendola per le spalle.  
«Ascolta, Swan. Non potrai stare ferma per nove mesi, ma puoi stare attenta. Sono sicuro che non è questo il problema. Dimmi cosa c'è, per favore.» 
Emma posò la spugna e si levò i guanti gialli.  
«Ho una dannata paura di non farcela. Mi sento schiacciata tra la paura di dare alla luce una creatura in un mondo di mostri e la felicità di aspettare un figlio tuo. Mi sento troppo poco, per un bambino. Henry l'ho abbandonato. Io stessa sono stata abbandonata. E ho paura. Ho una maledetta paura di non riuscire a proteggerlo.» 
Killian la strinse a sé. Parlò con voce profonda e le vibrazioni nel suo petto arrivavano alle ossa di Emma.  
«Emma, ho paura anche io, ma ho anche una certezza: tu. Sei sempre tu la mia certezza, il mio porto sicuro. La mia luce. Sei la Salvatrice, per questo so che saprai proteggere nostro figlio. Poi non sei mai sola e non lo sarai mai più. Mai.» le accarezzò la testa, piano, con delicatezza. Da quando aveva saputo della gravidanza, Uncino si era premurato di essere ancora più delicato.  
Toctoc!  
«Aspettiamo qualcuno?» chiese Emma.  
«No...» rispose lui andando ad aprire la porta.  
«Oh! Proprio te cercavo!» una voce femminile aveva trillato dall'uscio ed Emma si avvicinò.  
Una ragazza bellissima sorrideva a Killian. Aveva dei vaporosi capelli scuri e gli occhi blu. Indossava un abito scampanato bianco rifinito in oro e le sue labbra erano carnose e rosa intenso.  
«Chiedo scusa, ma lei chi è?» chiese Emma.  
«Oh! La Salvatrice! Piacere, io sono Freya, dea dell'amore e della passione. Zelina mi ha spiegato la vostra situazione e posso portare uno di voi dalle Norne.» era esaltata.  
«Va bene, vengo io.» disse Emma.  
«No.» il tono di Freya si era fatto serio «Deve venire Killian Jones.» 
«Perché?» chiese la Salvatrice.  
«Perché le Norne mi hanno detto che accoglieranno nella loro dimora solo il Capitano Jones.» 
«Perché io?» Uncino era stupito.  
«Non me lo hanno spiegato. Forza! Non abbiamo molto tempo!» prese per mano il pirata.  
Emma li guardava allibita e per nulla contenta. Non poteva esserlo, una dea dell'amore e della passione bellissima, aveva appena preso per mano suo marito e lo aveva trascinato dalle Norne. Chi diavolo erano le Norne? Perché non lei? 
Si era portata una mano alla pancia e guardava il punto in cui poso prima c'era Killian. Un boato e il cielo si era oscurato.  
«Oh, no...» mormorò Emma.  
 
 
«Eccoci qui.» disse Freya. Erano alla base di un albero enorme, Uncino non ne vedeva la fine. La dea si avvicinò a una radice alta come una casa e la sfiorò. Al tocco delle sue dita prese forma una porta. Il pirata la seguì dentro quell'umido accesso.  
Si trovarono in una stanza e vide tre donne che trafficavano in cose diverse. Una giovane che aveva in mano un libro. Una che sembrava un'avvenente quarantenne che dipingeva su una tela. La terza era molto anziana e ingobbita, che si cullava su una sedia a dondolo.  
«Salve Norne! Come va?» chiese Freya con entusiasmo.  
«Come vuoi che vada? Un secondo alla volta!» aveva risposto acida la Norna più avvenente.  
«Scusa Verdandi. Killian Jones, ti presento le tre Norne. Quella bisbetica è Verdandi. La nonnina è Urd e la ragazza è Skuld. Norne, lui è Killian Jones. Sapete, per quel problema che sua moglie e lui devono risolvere con una Fenice Nera di cui vi ho parlato prima. Avete detto che parlerete solo con lui e ve l'ho portato.» aveva una voce acuta. Tuttavia le tre continuarono ad ignorarli 
Killian allora tentò.  
«Buonasera, mie dame. Vi ringrazio per l'invito.» e fece un piccolo ed elegante inchino.  
Urd alzò il capo e lo guardò.  
«La buona educazione, ecco cosa manca sempre di più. Anche se sono certa che lui lo avrebbe detto prima, se Freya lo avesse lasciato parlare.» aveva una voce roca e gli occhi un po' sbiaditi.  
«Non ha importanza,» disse Skuld chiudendo il libro con un piccolo tonfo e alzandosi «vieni con me Killian. Ho io quello che ti serve.» e si avviò verso una porta che Uncino non aveva visto. Non si sentiva a suo agio, troppe donne e sua moglie troppo lontana. Non aveva intenzione di fare niente, ma non voleva che Emma si preoccupasse. Sperava che si fidasse abbastanza.  
Entrò in una stanza piena di candele, tutte spente. La Norna prese un cestino e vi pose dentro quattro delle candele, poi lo porse a Uncino che lo prese.  
«Killian Jones, devi portarle nel tuo mondo. Con la magia le dovrai far accendere. Ognuna possiede i ricordi di una delle quattro persone che sono coinvolte in questo intreccio. Devo avvisarti, i nostri doni non hanno un prezzo, saranno le lacrime che verserete a pagare il conto. Ho anche una cosa da darti.» gli pose una pergamena nel cestino.
«Cosa vuol dire che saranno le lacrime che verseremo a pagare il conto?»
Skuld lo guardò glaciale.
«Le lacrime di una vita intera sono la nostra moneta, perché le lacrime sono emozioni e sono quelle a permetterci di tessere la tela del destino.»
Killian fece un breve inchino di ringraziamento e la seguì nella camera precedente. Freya guardava male le due Norne e fu felice di portare via Killian.
   
 
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