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Autore: darkroxas92    12/08/2020    2 recensioni
Midoriya Izuku è un ragazzo privo di Quirk. Per questo si è convinto di essere inutile e che il suo sogno di diventare un eroe resterà tale. Ma il destino potrebbe avere in mente piani diversi per lui. Dopotutto, non succede tutti i giorni che una nevicata improvvisa seguita da uno tsunami ti trascini in un nuovo mondo abitato da strane creature digitali, no?
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: All Might, Izuku Midoriya
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Digital Hero - Capitolo 02: Ancora una volta, Deku

Capitolo 02
Ancora una volta, Deku


Izuku sospirò, mentre osservava sconsolato il paesaggio di fronte a lui.

Erano finalmente arrivati in cima al Monte Mugen e, ora, tutte le speranze che l’Isola di File non fosse realmente un’isola erano scomparse.

Intorno a loro non c’era altro che mare, senza alcuna terra all’orizzonte.

Beh, non che Izuku credesse davvero che potesse fare qualche differenza. Gli era ormai chiaro che non si trovavano più sulla Terra. Aveva osservato con attenzione tutto quanto, e in quel posto tutto funzionava diversamente: i frutti erano diversi da qualsiasi tipo ne avesse mai visto e anzi, a parte i pesci, non aveva trovato traccia di fauna o flora anche solo vagamente simile a quella terrestre.

Anzi, a parte proprio i pesci, sembrava che su quell’isola ci fossero solo Digimon.

Izuku rivolse l’attenzione a quelli che erano diventati i suoi compagni di viaggio, mentre questi stavano recuperando le forze dopo l’ultimo combattimento.

Quei giorni erano stati in una parola folli: erano riusciti a sopravvivere alla caduta nel fiume grazie ai centinaia di pesci richiamati da Gomamon che, fungendo da zattera di emergenza, li avevano trasportati a riva.

Da allora, avevano affrontato un sacco di pericoli e scoperto diverse cose come, ad esempio, l’evoluzione temporanea dei Digimon.

Il primo era stato Agumon, e uno a uno, ogni volta contro avversari diversi, anche gli altri si erano trasformati, con l’esclusione di Patamon.

Avevano anche scoperto che molti dei Digimon che li avevano attaccati erano stati in qualche modo corrotti da uno strano ingranaggio nero, il quale sembrava far diventare aggressivo qualsiasi Digimon da esso colpito.

Ma quello che sorprese di più Izuku erano gli stessi bambini con cui stava viaggiando: inizialmente aveva pensato che non usassero il loro Quirk perché spaventati, ma presto si rese conto che non nominavano nemmeno il termine. E questa era una cosa impossibile, perché qualsiasi bambino è entusiasta di possedere un Quirk, ma tutti loro sembravano privi di poteri, proprio come lui.

Certo, tutti loro avevano un Digimon al loro fianco, cosa che a Izuku mancava.

Sospirando, recuperò dal suo zaino il quaderno di analisi degli eroi, dove cominciò a scrivere.

“Unimon… Digimon simile ad un unicorno… Ikkakumon, Digimon simile ad un tricheco, evoluzione di Gomamon…” Mormorò prendendo nota degli eventi di quella notte.

Aveva iniziato a scrivere le caratteristiche dei vari Digimon proprio come faceva con i supereroi: questo era il suo modo per rendersi utile. Fino a quel momento era stato degno del soprannome che gli aveva affibbiato Kacchan: era un Deku, un essere inutile.

“Ehi Izuku, ancora a scrivere?” Domandò Sora, avvicinandosi.

“Sì. Voglio imparare più cose possibili sui Digimon. Non si sa mai.”

“Tu e Koushiro siete molto simili, con la differenza che lui preferisce usare il pc.”

Midoriya ridacchiò. Koushiro si era dimostrato il più intelligente del gruppo, con una capacità di analisi che rivaleggiava con quella del ragazzo dai capelli verdi, ed era sicuro che quando sarebbe cresciuto lo avrebbe superato.

“Ora che cosa facciamo?” Domandò Joe. “Non c’è modo di tornare a casa. Siamo su un’isola sconosciuta e totalmente priva di umani a parte noi.”

“Non ne siamo ancora sicuri: abbiamo trovato diverse cose che fanno pensare alla presenza di esseri umani.” Disse Koushiro.

“Per ora scendiamo dalla montagna.” Fece Yamato. “Poi cercheremo di capire cosa fare.”

Il gruppo annuì, per poi tornare sui propri passi lungo il sentiero.

All’improvviso, un Digimon simile ad un orco verde si frappose tra loro e il percorso, facendo battere minacciosamente una clava a terra, e con voce cavernosa, esclamò: “Bene, bene, bene… Ecco quindi i mocciosi!”

“Oh no!” Esclamò Tentomon. “Quello è Ogremon!”

“Immagino non sia uno dei Digimon buoni, vero?” Domandò Taichi.

“Risposta esatta moccioso.” Rispose il diretto interessato. “Ma non crucciatevi, morirete qui!”

Izuku si girò, solo per paralizzarsi quando vide dietro di loro un enorme leone antropomorfo, dagli occhi completamente bianchi, impedirgli di fuggire.

“I Bambini Prescelti… devono essere eliminati!” Dichiarò, portandosi una mano dietro la schiena ed estraendo la spada dal fodero.

“Quello è Leomon! Ma è sempre stato un Digimon buono!” Gridò Palmon.

“Dev’essere anche lui sotto l’influenza di uno di quei ingranaggi.” Commentò Izuku, deglutendo. I Digimon erano tutti esausti, non avendo avuto ancora modo di mangiare qualcosa, ed ora erano di fronte a ben due avversari dall’aspetto piuttosto minaccioso. Inoltre, era chiaro che Ogremon agiva di propria volontà. Quindi forse c’era lui dietro a tutto ciò?

Izuku scosse la testa. No, non sembrava proprio il tipo da simili piani. Questo significava che c’era un burattinaio a muovere i fili, e sembrava deciso a non avere intralci, se le parole di Leomon erano un programma.

“Bambini Prescelti?” Ripeté il ragazzo dai capelli verdi. “Aspettate, che cosa significa?”

Ma la sua domanda cadde nel vuoto poiché Leomon alzò una delle sue braccia, per poi scagliare contro di loro un colpo d’energia. Ogremon, nel frattempo, imito il suo compagno.

Il gruppo si lanciò a terra, riuscendo ad evitare di essere colpiti e lasciando che i due Digimon si prendessero a vicenda, precipitando entrambi giù lungo il dirupo.

“Ora, scappiamo!” Urlò Izuku, venendo immediatamente ascoltato e cominciando tutti a correre lungo il sentiero.

A loro insaputa, nascosto dietro un masso poco lontano da loro, un Digimon tutto nero dall’aspetto simile a un demone, osservò con attenzione il gruppo.

“Così sono loro i Bambini Prescelti. Però è strano… la leggenda diceva che erano sette. Perché ce ne sono otto?”

Tuttavia un sorriso deformò il suo volto. “Non importa. Uno di loro non ha un Digimon, e un altro non è ancora in grado di evolvere. Stanotte metteremo la parola fine alla loro leggenda. Siete d’accordo con me?”

Dietro di lui, come apparsi dal nulla, Leomon e Ogremon annuirono.

 

~~~~~~~~~~~~~

 

Izuku sospirò mentre si lasciò cadere esausto sul letto.

Mentre scendevano dalla montagna, avevano trovato una villa deserta ma piena di cibo e di comodità. Anche se con qualche dubbio, avevano deciso di approfittarne e di recuperare così energie.

E ora erano tutti presi a rilassarsi nella comodità di un letto che non provavano da giorni.

“Finalmente! Mi sembra quasi di essere a casa!” Esclamò Mimi, facendo involontariamente venire a tutti nostalgia di casa.

“Saranno tutti preoccupati per noi.” Disse Yamato, mentre Takeru cercava di trattenere le lacrime.

“Sono passati diversi giorni da quando siamo finiti su quest’isola.” Aggiunse Koushiro. “Ormai ci staranno cercando ovunque.”

Izuku sbuffò, attirando l’attenzione su di sé. “Credo che l’unica persona a cui manco sia la mamma.” Ammise.

“E i tuoi amici?” Domandò Sora.

“L’unica persona che considero un amico passa il tempo a cercare di farmi esplodere.” Replicò lui.

“In che senso?”

“Letterale.”

“Suvvia, mi pare un po’ esagerato.” Fece Joe. “Insomma, non è che ti mette degli esplosivi sotto la sedia o robe simili, no?”

“Oh, no, no. Kacchan è molto più diretto, mi fa esplodere direttamente in faccia, anche se evita di colpirmi in pieno.”

Dicendo ciò tirò fuori il suo quaderno, che mostrava ancora le bruciature, nonostante i tentativi di Izuku di farle sparire. “Altrimenti farei la sua fine.”

“Aspetta, vuoi dire che quei segni di bruciatura…”

“Sono opera di Kacchan. Non ero proprio la persona più popolare.”

“Ma perché? Scusa Izuku, ma non mi sembri proprio una persona capace di farsi odiare.” Disse Mimi.

Izuku decise di tentare di scoprire se una delle sue ipotesi era giusta.

“Diciamo che è tutto perché non possiedo qualcosa che hanno tutti gli altri, rendendomi così il bersaglio ideale.”

“E di cosa si tratta?” Chiese Patamon.

“Un giocattolo?” Si aggiunse Takeru.

“Effettivamente, ci rendi curiosi.” Ammise Koushiro. “Hai anche un cellulare all’avanguardia. Non ho mai visto nulla di simile nemmeno su internet, eppure dici che vieni preso di mira.”

“Non è che hai qualche superpotere nascosto e questo li rende invidiosi?” Scherzò Taichi.

“È proprio il contrario.” Pensò Izuku, sospirando mentalmente. “Ma questo conferma quanto pensavo: non sono a conoscenza dei Quirk. Quindi probabilmente… non siamo dello stesso mondo. Ma com’è possibile?”

“Magari fosse così.” Disse ad alta voce. “Non avete idea di quanto mi piacerebbe.”

“A chi lo dici! Avere dei superpoteri… Vorrei avere il teletrasporto per non dover fare fatica!” Disse Mimi.

“Io vorrei volare, proprio come Patamon!” Esclamò Takeru, sorridendo al Digimon.

“Non saprei… Non sono del tutto convinto che sarebbe una buona cosa.” Rifletté Joe.

“E perché no? Chissà, potresti far apparire pesci dal nulla proprio come faccio io.” Ridacchiò Gomamon.

Izuku restò in silenzio mentre ascoltava i bambini immaginare che poteri avrebbero potuto avere, lasciando che una silenziosa lacrima scendesse lungo il viso, per poi farla sparire subito.

Solo Sora sembrò notarlo.

 

Izuku guardò terrorizzato il demone chiamato Devimon, il quale osservava divertito i letti ora volanti con sopra bambini e Digimon.

Lui e Taichi con Agumon erano gli unici a terra, con Leomon sopra di loro, pronto a colpirli con la sua spada.

Proprio come temevano, la villa si era dimostrata un’elaborata trappola ordita da Devimon, l’autodefinito Messaggero delle Tenebre.

Izuku vide che il letto di Taichi era sospeso in aria poco lontano da loro. Non avevano speranza di vincere, ma per qualche motivo sembrava che Devimon avesse intenzione prima di separarli e poi di colpirli. Era comunque una possibilità di sopravvivenza.

“Taichi, ho un piano.” Disse, attirando su di sé l’attenzione del bambino.

“Ossia?”

Izuku fece un passo in avanti e facendo appello a tutte le sue forze riuscì a sollevare Taichi e a scaraventarlo sul letto.

“Agumon, vai con lui!” Urlò al Digimon che, anche se sorpreso, obbedì.

“Izuku! Che cosa vuoi fare?” Domandò Taichi, mentre il letto cominciava ad allontanarsi, assieme ai frammenti dell’Isola di File.

“Farvi guadagnare tempo. È quello che farebbe un eroe.” Rispose il ragazzo dai capelli verdi, sorridendo.

“Eroe? Mi sembri più un idiota!” Disse Devimon. “Ti stai sacrificando per niente. I tuoi amici cadranno, uno ad uno.”

“Gli eroi non si arrendono mai!” Replicò Izuku, alzando le mani chiuse a pugno, tenendo in una di esse il dispositivo elettronico che lo aveva portato in quel mondo.

Non aveva ancora capito cosa fosse, ma lui e gli altri avevano intuito che era quello a dare ai Digimon il potere di evolversi. Forse, in qualche modo, avrebbe potuto aiutarlo ad uscire da quella situazione.

“E gli eroi cadono sempre. Leomon, occupati di lui.”

“Sì padrone.” Rispose il Digimon leone, preparandosi a calare la spada sul ragazzo.

Izuku fece per colpirlo con un pugno, e con sua sorpresa, dalla sua mano chiusa il dispositivo cominciò ad emanare luce.

La luce avvolse il pugno, costringendo Leomon a chiudere gli occhi e a fermare l’affondo.

Il risultato fu che il pugno di Izuku prese in pieno la gamba del Digimon, il quale urlò subito di dolore.

Pochi secondi dopo, dalla sua schiena un ingranaggio nero uscì fuori, disintegrandosi all’istante.

“Che cosa?!” Esclamò incredulo Devimon, osservando il ragazzo mingherlino. “Come ha fatto?”

Leomon nel frattempo fece un passo indietro, tenendosi la testa con la mano libera.

“C-Cos’è successo?” Fece, sbattendo più volte le palpebre, riuscendo a mettere a fuoco Izuku, che stava osservando incredulo il dispositivo che gli aveva appena salvato la vita. “Un Bambino Prescelto?!”

“Sei di nuovo in te?” Chiese Midoriya, cercando di capire cosa stava succedendo, mentre i letti dei suoi amici si allontanavano sempre di più in direzione diverse.

“Sì. La mia mente ora è chiara. Devimon!” Urlò, girandosi verso il demone. “Come hai osato controllarmi?! E per fare del male ai Bambini Prescelti!”

Il Digimon nero non rispose, limitandosi a fissare Izuku con rabbia.

“Non so come tu abbia liberato Leomon dal mio potere, ma non importa. Vorrà dire che sarai il primo a cadere per mia mano.”

“Non te lo permetterò!” Urlò Leomon, lanciando il suo attacco contro Devimon, che lo evitò volando in alto.

“Devi andartene.” Disse Leomon rivolgendosi a Izuku, senza tuttavia distogliere l’attenzione dal suo avversario.

Izuku sostituì mentalmente la figura di Leomon con quella di All Might, sgranando gli occhi.

“Ma che cosa ne sarà di te?”

“Probabilmente cadrò di nuovo in suo potere. Confido in te e nei tuoi compagni per liberarmi.”

Detto ciò, il possente Digimon leone si girò, abbattendo a terra la spada e permettendo così al frammento di terreno su cui si trovava Izuku di staccarsi e iniziare ad allontanarsi per conto suo nel mare aperto.

“Leomon!” Urlò il ragazzo, mentre la velocità aumentava.

Riuscì giusto a vedere Devimon volare nuovamente verso il basso, tendendo i suoi artigli.

E poi l’urlo del Digimon che gli aveva salvato la vita squarciò l’aria.

“LEOMON!!!” Gridò tra le lacrime Izuku, per poi lasciarsi cadere a terra. “Perché? Perché sono così inutile?!”

 

~~~~~~~~~~~~~

 

Izuku aprì gli occhi quando il pezzo di terra andò a scontrarsi contro qualcosa.

Erano passate ore da quando Devimon aveva separato il gruppo, e alla fine il ragazzo aveva ceduto alla stanchezza.

Alzandosi confuso, si rese in breve conto di essere andato a sbattere contro un pezzo più grande dell’isola ora frammentata.

Si guardò intorno, vedendo solo un prato estendersi per tutto il pezzo di terra, salvo una pietra in mezzo ad esso.

Incuriosito, si avvicinò ad essa, rendendosi presto conto che si trattava di una lapide, anche se le scritte sopra erano ormai illeggibili.

“Chissà a chi apparteneva… Non pensavo che i Digimon pensassero anche a queste cose.”

“Infatti non è così.” Rispose una voce, che lo fece girare di colpo, ritrovandosi così a fissare Unimon.

“Non temere, sono in me.” Fece il Digimon, vedendo subito il ragazzo agitarsi. “Nessun Ingranaggio Nero mi ha nuovamente preso. Ma se ti senti più sicuro, puoi puntarmi contro il tuo Digivice.”

“Digivice?” Ripeté Izuku, per poi tirare fuori dalla tasca il dispositivo elettronico. “Intendi questo?”

“Proprio così. Il simbolo di un Bambino Prescelto.” Disse il Digimon, avvicinandosi alla lapide. “Io sono tra i pochi Digimon interessati alle leggende. Si narra che questa lapide sia dedicata a un coraggioso Digimon che si è sacrificato per sconfiggere un grande male che minacciò il nostro mondo. È un peccato che con il tempo il suo nome si sia smarito.”

“Che tristezza…”

“La leggenda si riferisce ai primi periodi di questo mondo. Per noi Digimon non ha importanza, poiché normalmente non moriamo mai davvero.”

“Che cosa?”

“Quando veniamo sconfitti, i nostri dati si riconfigurano e rinasciamo. Ma si dice che questo guerriero fece il sacrificio supremo, usando i suoi dati per sconfiggere il nemico, sparendo così per sempre. È stato un vero eroe.”

Izuku restò in silenzio.

“Già…” Mormorò, chiudendo le mani a pugno. “Qualcosa che tutto sembra volermi far capire che non potrò mai essere.”

Unimon voltò il muso verso di lui.

“Vuoi essere un eroe?”

“È sempre stato il mio sogno!” Replicò il ragazzo. “Da quando ho potuto muovermi, non ho desiderato altro che essere un eroe come All Might, l’eroe numero uno. Ma purtroppo, il destino mi odia.”

“Perché? Cosa ti impedisce di essere un eroe?”

Izuku si guardò le mani. “Da dove vengo io, gli umani hanno poteri in qualche modo simili a quelli di voi Digimon. Ma non io. Appartengo a quel 20% della popolazione priva di poteri. E senza un potere particolare, è praticamente impossibile fare l’eroe. Kacchan aveva ragione a chiamarmi inutile. Anche qui, sebbene sia il più grande, sono incapace di aiutare perché non ho un Digimon al mio fianco!”

Unimon restò in silenzio per qualche secondo.

“Eppure, tu sei già un eroe.” Disse infine, facendo scattare la testa del ragazzo verso di lui.

“Come?”

“Non avrai un Digimon al tuo fianco, eppure sei in possesso di un Digivice. Sei già stato scelto come uno degli eroi di questo mondo. Tu, insieme ai tuoi amici, ci salverete tutti.”

“Come fai a esserne certo?”

“Mi avete già salvato la vita una volta. E sono sicuro che riuscirete a sconfiggere Devimon.”

Izuku osservò l’ora denominato Digivice. Inavvertitamente premette un tasto, lasciando che cominciasse a suonare mentre sullo schermo apparvero sette punti, tutti in movimento verso la stessa direzione.

“La battaglia è già alle porte.” Disse Unimon. “Mentre ti seguivo, ho visto diversi Black Gear volare verso il Monte Mugen, dove Devimon ha posto la propria base. Sono certo che anche i tuoi amici sono diretti lì.”

“Allora devo raggiungerli!” Esclamò Midoriya. “Sarò inutile, ma non posso lasciarli da soli!”

“Visto?” Chiese il Digimon. “Avrai anche perso la speranza, ma il tuo cuore no. Puoi ancora essere un eroe.”

Dicendo ciò si abbassò. “Sali. Ti porterò io a destinazione. Cerca solo di non tirarmi la criniera, fa piuttosto male.”

Izuku annuì, per poi salire in groppo all’unicorno digitale, che con un nitrito aprì le ali e decollò.






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E finalmente eccomi qui con l'aggiornamento!

Non preoccupatevi, sto andando avanti anche con le altre mie storie, ma questa mi ha preso non poco... tanto che ormai la base è già completa, quindi salvo cambi di programma posso già dirvi che sarà di 19 capitoli totali!

L'inizio è lento, ma tranquilli, nei prossimi capitoli si faranno assai interessanti ù.ù

   
 
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