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Autore: 8iside8    13/08/2020    1 recensioni
Questa long è il seguito de "La Spada della Vittoria" e di "Una vita per una vita", facenti tutte e tre parte della serie "Il Vero Amore è sempre la risposta. Tutti i fatti sono ambientati dopo il ritorno dall'Oltretomba e i racconti vanno letti in sequenza, perché sono profondamente collegati.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Vero Amore è sempre la risposta'
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Uncino si ritrovò nel suo salotto, col cestino al braccio. Emma fece un grido di sorpresa e si lanciò ad abbracciarlo.  
«Killian! Dov'eri finito?» 
Lui la strinse a sé e la baciò.  
«Dalle Norne. Sono tre donne che tessono i destini di tutta l'umanità. Mi hanno dato questi.» le mostrò il cestino «Le candele sono i ricordi di quattro persone che hanno a che fare con questa storia.» 
«Chiamo tutti gli altri. Dobbiamo vederli insieme.» decise Emma.  
 
In mezz'ora erano tutti a casa di Emma. Killian spiegò loro di Freya e delle Norne. Anche Gold era stato invitato e osservava le candele con curiosità. Biancaneve teneva la mano del marito. Regina e Zelina si erano sedute e aspettavano la fine del resoconto.  
Emma prese la prima candela e la posò al centro del tavolino.  
«Siete pronti?» chiese.  
«Gold, c'è qualcosa che dobbiamo sapere, prima di vedere? Perché una di queste memorie è certamente tua.» chiese Regina.  
«Non credo, ma lo scopriremo presto.» affermò.  
Emma mosse una mano da sinistra a destra e la fiamma sulla candela si accese.  
 
Emma si sentiva nel sogno di qualcun altro. Un'ospite intangibile.  
Era in un castello sontuoso. Una donna vestita di abiti umili con una folta chioma di capelli rossi giunse in una sala.  
Tremotino non si voltò a guardarla.  
«Oh, una creatura molto rara entra nel mio salone. Deve avere qualcosa di importante da chiedere...» 
La donna aveva gli occhi color oro che brillavano.  
«Signore Oscuro, sono giunta a voi con una richiesta.» disse determinata.  
«Io so già cosa vuoi. Io so tante cose.» intervenne Tremotino «Tuttavia, mi piace quando esponete le vostre motivazioni. Dimmi pure, cara...» 
«Io sono una Fenice. La mia razza sta morendo, ho bisogno di qualcosa che mi protegga mentre sono umana.» disse con un orgoglio nella voce che Emma aveva sentito in bocca a pochi.  
«Sì. Ho qualcosa per te.» Tremotino andò a un mobile e ne aprì una piccola anta per prendere un anello d'argento «Questo è un anello che protegge chi lo indossa. Il proprietario lo può tenere per dieci anni, poi tornerà da me. Il prezzo di questo ninnoli è solo una tua piuma.» 
La donna lo fissò.  
«Cosa ve ne fate di una mia piuma?»  
«Una piuma di un uccello magico è un bel cimelio, ma una piuma di un uccello magico che sta per estinguersi è una meraviglia. Allora? Ci stai?» chiese lui giocando con l'anello. 
La donna annuì piano e prese la forma di Fenice. Le piume erano rosse come i suoi capelli in forma umana e gli occhi dorati erano ancora più luminosi.  
Porse un'ala a Tremotino che si prese una piuma.  
La Fenice tornò a prendere la forma umana e Tremotino le porse l'anello. 
 
Emma si ritrovò nel salotto, stretta a Killian e vide che tutti erano stralunati dall'esperienza quanto lei.  
«Quindi le hai dato un anello di protezione in cambio di una piuma. Cosa ne hai fatto poi?» chiese Regina a Gold.  
«Le ho lasciato l'anello e la piuma l'ho usata per cercare Bealfire, ma non ha funzionato. Lei mi aveva ingannato: non era l'ultima della sua specie, sennò la piuma mi avrebbe portato da mio figlio.» spiegò Tremotino.  
«Adesso andiamo avanti o ci attaccherà ancora senza e noi non avremmo imparato niente di nuovo.» disse Emma sostituendo la prima candela con la seconda, poi ne accese la fiamma.  
 
Erano in un villaggio. La donna coi capelli rossi era accasciata a terra. Certamente morta. Tremotino se ne stava andando con passi distratti.  
Una ragazzina, con gli stessi capelli della donna, le si gettò addosso. Piangeva e invocava la mamma.  
«Mamma... Mamma... No... Io sarò una brava Fenice, te lo prometto. Non ti vendicherà, come mi hai chiesto, ma tu proteggimi ovunque tu sia.» 
 
Emma ancora non si abituava a quel dentro e fuori dai ricordi.  
«Perché l'hai uccisa?» chiese Henry rivolto al nonno con lo sguardo inumidito dalle lacrime. 
«Perché ero un cattivo.» dichiarò Gold «La sua piuma non aveva funzionato ed ero furioso con lei, quindi attesi che i dieci anni scadessero e, un minuto dopo, ero nel suo villaggio. Non sapevo che avesse una figlia, ma temo che sarei stato molto più crudele.» 
«Ma, nonno,» gli disse ancora Henry «sono sicuro che sarebbe bastato chiedere e lei ti avrebbe aiutato.» 
«Adesso lo so, ma all'epoca ero una persona diversa.» 
Emma aveva già preparato la terza candela e la accese.  
 
Stavolta era la memoria del Signore Oscuro, Emma ne era certa. Sentiva l'oscurità che era stata dentro di lei vibrare nell'aria.  
Tremotino era nel bosco, di notte. Un fuoco al centro di una radura. Gettò la piuma nella lingua di fuoco, che divampò.  
«Bae... Sto venendo da te... Mi farò perdonare, ragazzo.» lo mormorava come un mantra.  
Il fuoco avvampò di nuovo e divenne dorato. Poi niente.  
La fiamma era spenta.  
Tremotino gridò di rabbia e frustrazione, poi si calmò e disse una sola frase.  
«Godi questi dieci anni, Fenice.» 
 
Emma aveva davanti Gold, che si asciugava una lacrima.  
«Questo aspetto lo abbiamo chiarito prima, non c'è bisogno di aggiungere altro.» decise Emma, spostando la terza candela e posizionando l'ultima. Ancora una volta la accese. 
 
Stavolta erano a Storybrooke. Una ragazza con lunghi capelli rossi era legata ad un albero.  
«Lasciami andare! A cosa ti servo?» piagnucolava lei.  
Un uomo con lunghi capelli neri raccolti in una coda morbida le puntava una lancia al collo.  
«Devo ridare una cosa a mia figlia e, per farlo, devo avere una tua piuma.» aveva detto lui con voce profonda «Dammi la tua piuma e ti lascerò vivere.» 
La ragazza lo fissava con occhi color oro, che chiuse prendendo atto della sconfitta. Si trasformò in una Fenice identica alla madre. L'uomo le strappò una piuma con malagrazia e la Fenice lanciò un grido di dolore, ma rimase ferma, nell'attesa che l'uomo la liberasse, ma non successe. Se ne andò, lasciandola lì, legata. La Fenice gridò e gridò ancora la sua protesta, ma non ottenne niente. Alzò lo sguardo al cielo e i suoi occhi divennero più lucenti che mai, poi le sue piume persero il rosso e si tinsero di nero pece. Era diventata una Fenice Nera. Emma stava vedendo l'odio diventare tangibile. L'oscurità inghiottirla dopo averla combattuta per tanto tempo.  
 
Emma si rese conto che stava piangendo e guardò gli altri. Anche Biancaneve e Henry si asciugavano il volto, Gold fissava un punto sul pavimento, mentre le due streghe si guardavano atterrite e David accarezzava le spalle della moglie. Si voltò verso suo marito e Killian la fissava preoccupato.  
«Più di una persona qui dentro ha vissuto quel momento.» disse Uncino «L'istante in cui l'oscurità è diventata parte di noi. Odio e vendetta sono sempre alla base della caduta nel male. Se noi siamo riusciti a cambiare, può farlo anche lei.» 
«Come?» chiese Zelina.  
«La stessa cosa che ha cambiato tutti noi.» rispose il capitano «L'amore. Sygin ha detto che è sempre la risposta a tutto ed è quello che hanno sempre fatto il Principe Azzurro e Biancaneve. È così che Zelina e Regina sono cambiate e anche io.» guardò Emma.  
Regina prese a camminare per il salotto.  
«Dobbiamo comunque avere un piano, perché non credo che ci ascolterà e basta. Soprattutto non crederà subito all'amore, perché è ferita molto profondamente.» 
«Per questo esiste la Salvatrice.» affermò Emma.  
«No, Swan, non puoi.» disse Uncino.  
«Perché no?» chiese Emma «Ho il braccialetto che mi ha dato Gold e non sarò sola, lo faremo tutti insieme.» 
«Io credo di avere un'idea.» era stato Tremotino a parlare «La Fenice è forte perché ha i suoi pieni poteri, ma se la facessimo entrare in luogo senza magia sarebbe umana e le resterebbero la rabbia, l'odio e la possibilità di ascoltare. Magari prima può provare a parlarle la signorina Swan, poi andrò io stesso a chiedere perdono.» 
«Ma così Emma non avrebbe i suoi poteri e il braccialetto non funzionerebbe.» obiettò Killian.  
«No, il bracciale è di manifattura divina, quindi i suoi poteri valgono ovunque. Le doti della signorina Swan, invece, sono particolari, quindi non so con certezza se verranno sospese.» 
Emma si guardò le mani, poi la candela ora spenta.  
Regina si era fermata davanti alla cesta e prese la pergamena che vi era posata dentro.  
«Questa che cos'è?» chiese aprendola.  
«Me l'ha data una delle Norne, ha detto che era un dono.» spiegò Uncino.  
«Beh, è un dono strano.» disse Regina «Soprattutto illeggibile.» la porse ad Emma che guardò e vide le rune che la componevano cambiare forma e disposizione sulla pergamena.  
«Io riesco a leggerla. Dice che le Norne hanno predetto che mi sarei innamorata del figlio di un cattivo, ma che sarebbe morto con eroismo. Poi che sarei rimasta incinta di un cattivo che non lo è più e che questo Vero Amore da loro non previsto avrebbe dato il frutto più potente di tutti, creando un eroe immortale.» non si era resa conto di tremare. Killian le teneva le spalle.  
«Sygin aveva detto che avevi cambiato il corso degli eventi per me e che questo ti aveva portato al Vero Amore che per te non era previsto.» aveva aggiunto suo marito. 
«Quindi nostro figlio è speciale.» disse Emma, poi sorrise ad Henry «Lo sapevo. Se il mio primogenito è l'Autore, il secondo avrebbe preso le orme dell'intera famiglia. Tutti eroi.» il ragazzino sorrise alla madre naturale.  
«Amore, mi fido di te. Quello che deciderai per me sarà legge.» decise Uncino.  
«Scusate, ho notato solo io che nell'ultima visione c'era il padre di Pocahontas?» chiese David.  
«No, adesso vado a interrogarlo, infatti.» rispose Emma e, insieme ad Uncino, uscì a passo spedito, trovandosi seguita da tutta la compagnia.  
   
 
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