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Autore: 8iside8    14/08/2020    1 recensioni
Questa long è il seguito de "La Spada della Vittoria" e di "Una vita per una vita", facenti tutte e tre parte della serie "Il Vero Amore è sempre la risposta. Tutti i fatti sono ambientati dopo il ritorno dall'Oltretomba e i racconti vanno letti in sequenza, perché sono profondamente collegati.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Vero Amore è sempre la risposta'
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All'istituto di igiene mentale era seduto sul suo letto ad occhi chiusi. L'infermiera guardò Emma.  
«Passa le sue giornate così. Gli diamo da mangiare e lui spesso lo lascia intatto.» 
«Con me parlerà.» disse Emma entrando.  
«Entro anche io.» decise Uncino.  
«No,» Emma lo fermò con un gesto della mano «resta qui. Non voglio che si senta numericamente inferiore, parlerà se si sentirà alla pari o superiore.» 
Il pirata alzò le braccia in segno di resa e le diede un bacio veloce, per farle sapere che aveva la sua piena fiducia.  
 
«Buonasera.» disse Emma cordiale.  
L'uomo la guardò con distacco e rimase in silenzio.  
Emma si sedette sulla sedia a distanza dall'uomo, che la guardava senza sbattere le palpebre.  
«Ho una cosa da mostrarti.» disse lei e lasciò che il silenzio riprendesse il sopravvento per diverso tempo.  
«Cosa vuoi da me?» chiese infine l'uomo. Emma esultò dentro di sé per il piccolo passo avanti.  
«Sapere chi è la Fenice Nera che ci attacca.» rispose candida.  
L'uomo la fissò imperscrutabile.  
«So che la conosci. La piuma che hai nei capelli viene da lei.» aggiunse Emma.  
«Sì, l'ho conosciuta.» affermò lui.  
Emma sapeva che ci voleva pazienza.  
«Come si chiama?» chiese lei.  
«Rea.» rispose rilassando la postura.  
«Cosa vuole?» avanzò Emma.  
«Quello che vuole ogni persona pervasa dall'oscurità, vendetta.» spiegò.  
«Tu non agivi per vendetta.» osservò la Salvatrice. 
«Io sono caduto nella pazzia, non nell'oscurità. Per me l'oscurità è stato un mezzo. Ero un bravo capo e un padre saggio, poi l'arrivo della tua gente mi ha reso sospettoso e ho dubitato del giudizio della mia stessa famiglia. Ho portato morte, ma per paura. Se avessi ucciso tuo figlio avrei superato un limite, quello oltre cui un uomo non potrà mai trovare perdono. Per questo devo a voi molto. E tu, Salvatrice, hai il mio rispetto.» si portò una mano ai capelli e prese la piuma tra le dita «Tieni Salvatrice. Spero che ti sia di aiuto per conoscere il tuo nemico.» e le porse la piuma scarlatta.  
Emma la prese e lui trattenne gentilmente la mano di lei.  
«Salvatrice,» la guardò «Tanti auguri.» 
 
Emma uscì dalla stanza, con lo sguardo preoccupato e shockato.  
«Amore?» Killian era davanti a lei «Cosa c'è? Cosa ti ha detto?» 
Emma ripeté quello che lui aveva detto.  
«Cos'è che ti ha sconvolto tanto?» chiese David.  
«Mi ha fatto gli auguri per la bambina.» lo disse incredula. Biancaneve e David la guardavano allibiti.  
«Gli credi?» chiese sua madre.  
«Sì, aveva gli occhi sinceri.» guardò Killian e si sfiorò il ventre «Avremo una bambina.» 
Uncino aveva uno sguardo rapito, la trapassava con quegli occhi blu, come se davanti avesse la più grande meraviglia del mondo.  
«Una bambina...» sussurrò lui «Sarà la gioia del suo papà e della sua mamma...» 
 
La giornata era stata intensa. Aveva fatto qualche progresso con la Fenice Nera e aveva appreso di attendere una bambina.  
Un tarlo la infastidiva da prima di queste rivelazioni. Non era mai stata una persona gelosa, ma di sicuro molto insicura, e vedere Uncino che spariva con quella dea non le aveva fatto bene. Sapeva che l'amava, ma non le passava quella sensazione sotto pelle che le metteva piccoli e puntigliosi dubbi. E se un giorno Uncino si fosse stancato che ci fosse sempre qualcuno da salvare? Era bello da togliere il fiato, anche quella dea se ne sarà accorta, quindi lui poteva avere di meglio di lei. 
Emma si infilò nel letto e Uncino la raggiunse.  
«Cosa c'è, amore?» le chiese vedendola seria.  
«Com'è stato dalle Norne?» gli chiese a sua volta. Lui fece un sorrisetto e la baciò.  
«Sei gelosa?»  
«Dovrei?» buttò lì, mentre sistemava il lenzuolo sulle gambe.  
«Andiamo! Hai detto che non dovevo preoccuparmi di Pinocchio, quindi...» 
«Questa è una cosa diversa! August è l'unico amico che ho avuto prima di Storybrooke, Freya è la dea dell'amore e della passione...» 
«Emma...» si calmò appena sentì pronunciare il suo nome e lo guardò, perdendosi nel blu dei suoi occhi «può arrivare davanti a me qualunque donna, divina o umana, che io avrò occhi solo per te, sempre. In questo mondo i matrimoni vanno e vengono, ma per me che ho duecento anni alle spalle un matrimonio è una roccia. Se ti ho chiesto di sposarmi è stato perché non ho dubbi. Ci ho pensato tanto prima di chiedertelo. Mi sono domandato se fossi pronto ad impegnarmi per sempre con te e non ho avuto un solo dubbio al riguardo. Io ti amo e amo sapere che mio figlio è nel tuo grembo. Non ho mai voluto figli prima di te.» e la baciò teneramente, accarezzandole la pancia.  
 
Henry era nella sua camera a casa di Regina e consultava il libro delle favole. Sua madre entrò.  
«Tutto bene?» gli chiese.  
«Sono preoccupato. Questa cosa va risolta in fretta e, per quanto sia un buon piano, non voglio che l'altra mia mamma stia male o soffra. È bello che il nonno voglia fare ammenda, ma...» 
«Lo so, quello che abbiamo visto è stato brutto.» concluse Regina.  
«Mamma... Mi dispiace che tu sia stata come la Fenice. Mi dispiace anche per la zia Zelina e per Uncino. Siete diventati dei cattivi per cose che vi sono successe, come alla Fenice.» 
«Sì, ma Emma ha cambiato me e io ho dato la stessa possibilità a Zelina. Emma ha cambiato anche Capitan Mascara! Può davvero fare tutto.» sorrideva.  
«Ho paura per lei. Era bello pensare che una delle mie mamme è la Salvatrice, ma... Ora ho paura per lei. Non può durare per sempre.» Henry guardava Regina affranto.  
«Hai paura di perderla? Perché farò sempre di tutto per proteggerla. Questa città, anche se ci ho messo troppo a capirlo, è la mia famiglia. Io la proteggerò sempre.» accarezzò la testa del ragazzino «Cioccolata calda?» 
 
Emma riposava tra le braccia di suo marito, felice di stare accoccolata. Era mattina e si era svegliata da un po', ma stava talmente bene in quel modo che non desiderava muoversi.  
Un rombo fece svegliare Uncino di soprassalto ed Emma era scattata in piedi.  
«La Fenice Nera.» disse lei infilandosi i pantaloni. Killian scattò a vestirsi e in pochi secondi erano fuori della porta, pronti a saltare in macchina. 
L'enorme uccello si stava dirigendo verso il centro cittadino.  
Uncino aveva iniziato a telefonare febbrilmente a tutti, mentre Emma guidava.  
La Salvatrice inchiodò l'auto in mezzo alla strada. La Fenice era davanti al negozio di Gold e colpiva la vetrina col becco. Era quasi entrata.  
Emma scese dalla macchina e corse più vicino alla Fenice. Da vicino sembrava che avesse le piume ricoperte di petrolio.  
«Rea!» la chiamò.  
La Fenice si bloccò e voltò il capo a guardarla.  
«Rea, possiamo parlare?» le chiese la Salvatrice.  
L'enorme uccello si allontanò di qualche passo dalla porta del negozio e aprì le ali verso il cielo.  
Nella visione del ricordo aveva folti capelli rossi, invece ora il rosso aveva ceduto il posto al nero. Sembrava che le avessero rovesciato sul capo un secchio di vernice nera. Aveva un lungo cappotto scuro, con alti stivali. Il trucco pesante le scavava gli occhi gialli. 
«Come fai a sapere il mio nome?» le chiese urlando.  
«Ho cercato informazioni su di te.» spiegò Emma.  
«Per scoprire il mio punto debole?» la Fenice era rabbiosa.  
«No!» si affrettò a dire Emma «Qui non funziona così. Noi aiutiamo le persone e le creature.» 
«Io sono oscura, come Tremotino!» non c'è nulla da salvare!» 
«Non è vero, Rea. Ho combattuto contro la Regina Cattiva e ora siamo amiche, la Perfida Strega ora è una madre amorevole, Capitan Uncino ora è un eroe! Tutti possono abbracciare la luce se è quello che vogliono!» 
«No, io non posso e Tremotino non può.» la Fenice riprese la forma animale e volò via.  
Emma tremava, Uncino arrivò a sostenerla in tempo perché non rovinasse a terra.  
«Emma, amore, cosa c'è?» le chiese prendendola in braccio. Lei si strinse a lui e gli sussurrò qualcosa all'orecchio. Killian la guardò per un momento e la portò da Granny.  
Dentro il locale la mise a sedere su uno dei rigidi divanetti e andò a farle fare un tè da Granny.  
Pochi istanti dopo, Killian tornò da lei con una tazza fumante, che Emma sorseggió distrattamente.  
Biancaneve e David si sedettero davanti alla figlia.  
«Emma,» Biancaneve toccò la mano della figlia «cos'è successo?» 
«È stato assurdo. Ho sentito tutto il dolore di quella ragazza e ho sentito una voce che veniva da dentro di me. Diceva... Diceva... Salvala, non è ancora perduta, salvala mamma.» Emma non aveva più fiato e gli occhi luccicavano.  
«Tesoro,» intervenne Killian «sappiamo che sarà un eroe immortale, secondo le Norne.» 
«Lo so.» Emma non smetteva di tremare «È che sta succedendo in fretta. Speravo di avere una gravidanza normale, in cui abituarmi alla presenza della bambina ed essere pronta quando fosse nata... Invece la magia sta bruciando le tappe e ho paura che non sarò pronta, come non lo ero con Henry...» 
I suoi genitori la guardavano comprensivi e Killian la strinse a sè.  
«Con Henry eri sola e spaventata, adesso non lo sei. Adesso hai una famiglia, hai tante persone che ti vogliono bene e hai me, che non ti lascerò mai da sola. Te l'ho promesso nei voti nuziali e mantengo sempre la parola data.» Killian era così rassicurante...  
«Emma,» intervenne sua madre «ha ragione Uncino: non sei sola! Noi lotteremo con te, sempre.» 
La Salvatrice annuì.  
«Io... Ho sempre avuto la mia armatura, ma col tempo mi avete insegnato che non ne ho bisogno. Ora l'ho levata, ma sembra che io abbia il problema opposto. Mi sento troppo vulnerabile...» Emma tremava.  
«Tesoro,» Uncino le sollevò il mento e lei si perse ancora una volta in quel mare blu «non sei troppo vulnerabile, sei perfetta. Prima tenevo dentro i tuoi dubbi e le tue insicurezze, ora non lo fai più ed è bellissimo, perché ti vedo così come sei, senza dovermi preoccupare che tu mi nasconda qualcosa. I tuoi genitori ti hanno insegnato che l'onestà paga e tu lo hai insegnato a me. Impara a essere forte delle tue vulnerabilità. So che ne sei capace, come lo sa la nostra bambina. Lei non ti ha detto solo di salvate la Fenice Nera, ti ha ricordato chi sei davvero.» 
Il cuore di Emma martellava nel petto. Come faceva a sapere sempre cosa avesse bisogno di udire? Come faceva a dirlo in quel modo? Le pause nei momenti giusti e gli occhi... Oh quegli occhi! Le leggevano l'anima, sempre.  
«Grazie, Killian.» disse lei, raddrizzandosi a sedere «Non so come fai, ma sai sempre qual è la cosa migliore da dirmi. Hai ragione, devo imparare ad affrontare il mondo senza armatura.»  
I suoi genitori le sorrisero.  


*Questo è il penultimo capitolo, domani posterò il finale della ff. Non so se piaccia questa serie, ma è ciò che avrei voluto vedere, per questo il mio percorso comprende altre due storie. Vi invito a dar loro una chance e non esitate a commentare, per darmi consigli o suggerimenti per migliorare. Scrivere è un'arte e, come tale, la vorrei perfezionare. Ho cercato di fare meno errori di battitura possibile, ma qualcuno può essermi sfuggito. Grazie a chi sta seguendo la mia serie!*
   
 
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