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Autore: Kim WinterNight    14/08/2020    2 recensioni
I membri dei Freaky Pigs e i loro amici decidono di andare a una serata reggae.
Una volta arrivati nel chiosco sulla spiaggia, però, scoprono che chi si deve esibire nasconde degli oscuri segreti.
Qualcuno tra loro non può resistere alla tentazione di saperne di più, imbarcandosi in un'indagine senza precedenti.
Tra risate frivole, battute improbabili e scene raccapriccianti, la comitiva trascorrerà l'ennesima serata all'insegna del divertimento e della spensieratezza.
[Anche se non l'ho scritta apposta per te, buon compleanno Trey ♥ - FreakyPigs!AU]
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Altri, Bill Gould, Mike Patton, Roddy Bottum, Trey Spruance
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Freaky Pigs'
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Reggae Night


 
 
 
 
 
 
«Noi a una serata reggae? E cosa ci dovremmo fare?» chiedo.
Io e gli altri membri dei Freaky Pigs siamo in sala prove, abbiamo appena finito di suonare e ci stiamo preparando per andarcene.
Bill sorride entusiasta. «Guardate che sarà divertente, conosco uno dei tizi che deve cantare…»
«Vacci tu, no? Perché dovremmo venirci pure noi?» lo apostrofa Mike.
«Appunto» concordo.
«Che palle che siete, coppietta felice! Almeno facciamo qualcosa di diverso, cazzo!» ci contraddice il bassista, accostandosi a me per posarmi le mani sulle spalle. «Andiamo, bambolina!» cinguetta, facendo gli occhi dolci.
Inclino la testa di lato e lo spingo via. «Mi dispiace, ma quel nomignolo detto da te non funziona!»
Bill incrocia le braccia sul petto. «Che palle! Jim, Puffy… voi venite, vero?»
Il chitarrista sorride serafico. «Dove ci sono pollastre c’è Jim Martin» afferma.
«Grazie, amico!» Bill gli batte sulla spalla, poi si volta a fissare Puffy. «E tu, Caviglia d’oro?» lo interroga.
«E me lo chiedi? Certo che vengo!»
Fisso Mike negli occhi e noto che sta riflettendo sulla proposta del nostro amico. Infine annuisce e lancia un sorriso al bassista. «Io ci sto.»
Sbuffo. «Ma Mike! Io non volevo andarci…»
Il cantante si avvicina a me e mi solleva il mento con due dita, immergendo le sue iridi scure nelle mie. «Sai, bambolina… io e te non siamo un’entità indivisibile. Se non ti va di venire, torna a casa» afferma.
Mi ritraggo dal suo tocco e metto il broncio. «Che stronzo…»
«Roddy, ha ragione lui! E comunque non rompere e vieni, che ti cambia?» interviene Bill, dando di gomito a Jim. «Visto che dolce il nostro cantante?»
«Ormai lo sappiamo com’è fatto» replica Jim in tono piatto.
Alzo gli occhi al cielo e infine mi arrendo. «E va bene, vengo! Chiamo Courtney, magari viene anche lei…»
«Chiama chi vuoi: più siamo, meglio è!» si entusiasma Bill, per poi rivolgersi a Jim e Puffy e cominciare ad architettare strategie dalla dubbia entità per conquistare il maggior numero di ragazze possibile.
Mike mi passa una mano tra i capelli e mi sorride. «Mi fa piacere che hai cambiato idea» mormora.
Gli regalo un breve abbraccio, poi esco per primo dalla sala prove per chiamare la mia migliore amica.
 
 
Ci troviamo al Fantômas Beach, lo stesso chiosco in cui noi stessi abbiamo suonato qualche volta durante l’estate. La brezza calda che proviene dal mare scalda l’atmosfera insieme alla musica reggae selezionata da un paio di dj piazzati dietro una consolle.
Seduti attorno a un tavolino ci siamo noi della band al completo, e poco dopo arrivano anche Courtney e Kurt – escono insieme dal giorno del mio compleanno.
«Hai chiesto a Trev e Trey se vengono?» grido all’orecchio di Mike per cercare di sovrastare la musica.
«No, adesso gli scrivo» risponde.
Mentre armeggia con il suo cellulare, io mi volto a chiacchierare con Courtney: la vedo veramente felice in compagnia di Kurt, formano una bella coppia e l’esuberanza di lei compensa la timidezza di lui, e la calma del ragazzo spesso aiuta la mia amica a mantenere i nervi saldi nelle situazioni più complicate.
Intanto, Puffy sembra assorto nel contemplare una ragazza che, in compagnia delle sue amiche, balla e chiacchiera a pochi metri da noi.
«Puff, asciugati la bava!» lo canzona Bill, sorseggiando la birra dalla sua bottiglia.
«Ha gli occhi che brillano, ma guardalo!» rincara Jim. «Vogliamo vederti in azione, stallone!»
«L’unico stallone qui sono io!» aggiunge subito Bill, battendosi una mano sul petto.
Puffy sgrana gli occhi e si riscuote sulla sedia. «Stavate parlando con me? Non ho sentito…»
Scoppio a ridere e mi allungo sul tavolino per mollargli uno schiaffo sulla mano. «Se ti piace quella tipa, provaci» suggerisco.
«Appunto» commenta Jim con ovvietà.
«Mettiamo in atto il nostro piano!» strepita Bill.
«Trev e Trey arrivano» annuncia Mike, mentre una nuova canzone riempie l’aria.
«Questa mi piace proprio! Andiamo a ballare?» propone Courtney, afferrandomi per un polso.
La guardo negli occhi e sorrido. «Di già? È ancora presto per ballare!»
«Macché, dai!» Mi strattona un poco e alla fine mi trascina in piedi.
Sorrido a Mike e sento che mi segue con lo sguardo, mentre mi muovo tra i tavolini per raggiungere insieme a Courtney un punto sgombro in cui già qualche altra persona si sta lasciando andare a ritmo di musica.
I miei piedi imprigionati nelle Converse nere battono sul legno del pavimento, mentre le braccia e il corpo seguono le profonde vibrazioni del basso; Courtney, di fronte a me, sorride raggiante e bellissima, canticchiando a mezza bocca la canzone che stiamo ballando.
Quando mi volto nuovamente verso il tavolino, noto che Mike è stravaccato sulla sedia in plastica bianca, le braccia incrociate sul petto e gli occhi fissi su di me. Mi prendo qualche istante per fissare il suo viso dai lineamenti marcati, i capelli corti e sistemati all’indietro con il gel, il petto e le spalle nascosti sotto una camicia bianca con le maniche arrotolate fino ai gomiti…
Poi Courtney mi batte sulla spalla e mi indica un altro punto tra la folla; a quel punto noto che Puffy, Bill e Jim si sono spostati a chiacchierare con alcune ragazze.
«Puffy riuscirà a conquistarla?» commenta la mia amica divertita.
«Ma certo!» replico convinto.
Lei ride e mi afferra per i polsi, riprendendo a ballare su un pezzo di Bob Marley remixato in maniera discutibile. Eppure in questo momento non importa: ci stiamo divertendo e già non vedo l’ora che i cantanti si alternino al microfono per scoprire chi è il tizio che Bill conosce.
In fondo non mi sono pentito di essere uscito con i miei amici.
 
 
Sono in piedi alle spalle di Mike, il quale è ancora seduto sulla sedia in plastica e chiacchiera con Trevor e Trey, due suoi amici di vecchia data che ci hanno raggiunto da poco.
Appoggio le mani sulle sue spalle e mi ritrovo Bill accanto; il bassista mi indica un tipo piuttosto basso e vestito con abiti presumibilmente da skater, a giudicare dai marchi che spiccano su pantaloni e maglietta.
«Chi è?» domando.
«Quello è uno dei cantanti, quello che conosco. Si fa chiamare Natty Joel, ma cazzo… me lo ricordavo più magro.»
Osservo meglio il ragazzo: ha la testa rasata nei lati, mentre in cima alla nuca spicca un enorme ciuffo scompigliato; ha la barba lunga su un viso anonimo, mentre i vestiti larghi che indossa mal celano un’evidente pancia tipica di un bevitore incallito. Scoppio a ridere e Bill fa lo stesso.
«Oddio, ma è veramente lui? Stentavo a riconoscerlo!» strepita Bill.
Aggrotto la fronte. «E chi è quello che sta con lui?» chiedo, riferendomi a un tipo evidentemente più grande di età, che indossa un cappello bianco in stile cowboy sopra una bandana rossa a fiori gialli. Alcuni dreadlock piuttosto sottili gli piovono ai lati del viso illuminato da un sorriso da cavallo che mette in evidenza le gengive.
«Ah, quello è un altro cantante, ma non chiedermi il nome perché non lo so» replica il mio amico, per poi spostarsi a dire qualcosa a Jim.
Entrambi tengono d’occhio Puffy e ridacchiano: il batterista si trova in piedi vicino alla balaustra in legno, a pochi metri da noi, e parlotta tutto contento con una ragazza minuta dalla carnagione olivastra e una cascata di dread tutti colorati che le arrivano fino a metà coscia.
«Roddy!»
Mi volto e noto che Trevor mi ha richiamato: mi sorride divertito, passandosi una mano tra i capelli cortissimi e scuri; ha un viso talmente simpatico che ogni volta che lo vedo mi si incurvano automaticamente le labbra verso l’alto. Lui e Mike sono veramente legati, sono cresciuti insieme e hanno un rapporto magnifico.
«Dimmi» grido, accostandomi a lui.
Mi appoggia una mano sul braccio e fa un cenno verso i tizi che si stanno preparando per cantare. «Quello con il cappello bianco…»
«Eh?»
«Sai chi è?»
Scuoto il capo e vedo Trey e Mike sghignazzare.
«Il suo nome d’arte è Gunman Peaceful, ma vedi quei dread che ha ai lati della faccia?»
Annuisco. «Ma che nome contradditorio è?»
Trevor si stringe nelle spalle. «Non chiederlo a me… insomma, non sono veri quei capelli. Se li attacca, non so come, ma fonti attendibili mi hanno rivelato che non sono suoi. Ecco perché si mette cappelli e bandane in testa!» racconta divertito.
Rimango in silenzio, mentre sono certo che sul mio viso si sia dipinta un’espressione piuttosto raccapricciata.
Trey scoppia a ridere. «Sapessi che faccia hai, Bottum!»
«Cioè…» Mi chino in avanti e appoggio i palmi sul tavolino, lanciando occhiate confuse ai tre ragazzi. «Voi mi state dicendo che veramente questo tizio è talmente complessato da non rendersi conto che forse sarebbe meglio raparsi a zero?»
«Esatto» conferma Mike. «Evidentemente è un eterno Peter Pan!»
«Beh, se io perdessi i miei capelli, non so cosa farei!» esclama Trey, passandosi le mani tra le sue ciocche lunghe e ribelli.
«Ma piantala!» ribatto.
«No, sul serio…»
«Allora ti regalo una parrucca per il tuo prossimo compleanno!»
«Divertente, Dunn, molto divertente! E comunque io lo capisco, questo Peaceful come cazzo si chiama…»
«Gunman Peaceful» lo corregge Trevor.
«Eh, lui… lo capisco, insomma… i miei capelli sono troppo preziosi, non potrei mai tagliarmeli!» blatera Trey.
A interromperlo tuttavia ci pensa uno dei dj che annuncia al microfono l’inizio dello showcase.
Jim passa vicino a noi in compagnia di Bill.
«Io e Rapunzel dobbiamo andare a conquistare due pollastre niente male! Voi che fate?» ci chiede il chitarrista.
«Io ho già la mia pollastra» sogghigna Mike, attirandomi al suo fianco e avvolgendomi i fianchi con un braccio.
Avvampo e sposto lo sguardo ovunque perché non so esattamente dove guardare. Poi Mike mi lascia andare e ride insieme ai suoi vecchi amici, commentando il modo deplorevole in cui Gunman Peaceful sta cantando.
«Ah, così ci riesco pure io!» commenta Jim scettico. «Prendo una base e ci canto sopra, e al diavolo noi musicisti veri!»
Bill gli batte sulla spalla. «Non essere così ottuso, Martin!»
«Se almeno cantasse bene…» bofonchia Mike, storcendo il viso in una smorfia disgustata.
«Le mie povere orecchie!» si lamenta Trevor, scuotendo il capo.
Trey ride come un matto, imitando i virtuosismi totalmente fallimentari che il tizio con il cappello bianco sta provando a vomitare nel microfono.
Ogni tanto il suo amico gli fa i cori, ma sono veramente pietosi entrambi.
«Ragazzi, io ve l’avevo detto che non saremmo dovuti venire…» faccio notare.
«Invece sì, guarda Puffy come rimorchia!» esclama Jim.
«E anche noi adesso rimorchiamo! Il vostro Rapunzel vi saluta, adios!» conclude Bill, per poi trascinarsi dietro il chitarrista e scomparire in direzione del bar.
Alzo gli occhi al cielo e sorrido.
«Almeno fanno ridere» dice Trey, mettendosi in piedi. «Chi viene con me più vicino? Non posso perdermi neanche un secondo di questa meravigliosa performance!»
Mike e Trevor scuotono il capo, mentre io decido di seguirlo dal momento che la situazione si sta facendo piuttosto raccapricciante.
«Voi due siete due cazzo di orsi anziani!» sbraita Trey rivolto agli altri due.
«Lasciali perdere» commento, mollando uno scappellotto al mio ragazzo e seguendo Trey verso il piccolo palco allestito in un angolo della terrazza all’aperto.
Lì trovo Courtney che balla a ritmo di musica, appoggiata alla balaustra in legno insieme a Kurt e a qualche altra persona.
Trey mi appoggia una mano sulla spalla e comincia a fare battutacce sui due cantanti.
«Secondo me i suoi dread hanno pure la muffa…»
Rido. «Certo, e come se li attacca alla testa?»
«O usa delle forcine che incastra sulla bandana, oppure usa una colla speciale…»
«O il biadesivo!» aggiungo.
Le canzoni dei due sono piuttosto anonime, e in particolare quelle del tizio col cappello fanno ribrezzo: i testi sono scontati e mal scritti, le linee vocali noiose e il suo modo di cantare indescrivibile per quanto è orribile.
«Che merda, ma non si vergogna?» strepita Trey. «Dopo vado e ci parlo, ti giuro!»
«Oddio, non dire stronzate!»
Lui mi stringe appena la spalla. «Se tu mi conoscessi meglio, sapresti che non sto scherzando!»
«E che gli dici?»
Scrolla il capo. «Vedrò sul momento…»
Sghignazzo. «Voglio venire con te» affermo.
«Pronto a fargli fare una figura di merda?»
Annuisco anche se non so se lo voglio davvero: Mike mi ha detto che Trey è una di quelle persone che dicono sempre ciò che pensano, senza farsi alcun tipo di problema o senza frenare la lingua a costo di risultare inopportune.
«Allora, ci siete? Mi raccomando, fate un po’ di casino per me e mio fratello Natty Joel!» urla Peaceful al microfono.
Dal pubblico si leva giusto qualche grido, ma in generale i presenti sono ben poco interessati al concerto che si sta svolgendo nel chiosco.
«Ma chi ti caga!» esclama qualcuno a gran voce.
Mi volto dall’altra parte per evitare di ridere in faccia ai due cantanti: la situazione sta prendendo una piega che oscilla tra il grottesco e il demenziale.
Mi piace da impazzire.
 
 
«Hanno finito, sono andati al bar! Andiamo a salutarli?» propone subito Trey.
«Sei sicuro? Non dirai troppe cazzate, vero?»
«No!» Ride forte e mi picchietta sul braccio. «Tranquillo, farò il bravo!»
Così mi ritrovo a seguirlo verso il bar e in quel momento individuo Bill e Jim: si trovano in un angolo, nella parte coperta del chiosco, e tengono sulle ginocchia due ragazze bellissime che ridono e li accarezzano come fossero due star del cinema.
Ridacchio e faccio cenno a Trey di guardarli, così lui non perde tempo e fischia nella loro direzione. «Ehi, stalloni, poi mi dite quant’è profonda!» grida.
Vorrei sotterrarmi, ma mi limito ad affrettare il passo e borbottare tra me e me. Trey è veramente un idiota, forse non dovrei seguirlo nella sua missione con il tizio con i dread finti.
Finalmente raggiungiamo il bancone e troviamo i due cantanti intenti a bere un paio di shot e chiacchierare con altre persone.
Trey ridacchia come una iena e non perde tempo: si fa avanti e batte a entrambi una poderosa pacca sulle spalle.
«Complimenti, davvero! Siete troppo talentuosi, ragazzi! Io sono Trey, molto piacere! Invece lui è il mio amico Roddy!»
Mi avvicino e stringo la mano a entrambi, notando le loro espressioni confuse e ben poco sveglie.
Sono certo che il mio accompagnatore se n’è già accorto e sta macchinando qualcosa per metterli in difficoltà.
«Ma come fate a cantare su delle basi così? Io non ci riuscirei, questo sì che è talento!» li canzona, annuendo con forza per dare enfasi alle sue parole.
I due sorridono come due pesci lessi.
«Grazie, fratello» replica Peaceful con il suo sorriso da cavallo.
«Ma figurati, amico, sono sincero eh, altrimenti non te lo direi!» blatera Trey, poi si accosta al più grande e assume un’espressione cospiratoria. «Ma senti, volevo farti una domanda…»
Ho paura di cosa sta per dire, vorrei veramente correre via, ma allo stesso tempo non voglio perdermi la scena per nessun motivo al mondo.
«Dimmi, fratello!» Peaceful sembra piuttosto convinto che il mio amico lo stia idolatrando, il che non fa che confermare la sua svegliezza del tutto inesistente.
«Ma tu come li curi i tuoi bellissimi capelli?» chiede Trey, fingendosi realmente interessato.
Vedo il volto di Peaceful distorcersi appena, impallidire e infine avvampare violentemente. «Eh… ecco, io…»
Trey non gli lascia il tempo di continuare: allunga una mano e prende uno dei suoi dread sottili e sfibrati – ora è proprio evidente che sono finti –, rigirandoselo tra le dita con finta ammirazione.
Peaceful è palesemente a disagio, sposta il peso da un piede all’altro e balbetta qualcosa di incomprensibile.
«Non dirmelo: usi uno shampoo speciale per lavarli e renderli così luminosi? No, perché il mio amico Puffy ce li ha anche lui, sai? Però i suoi non sono così luminosi e curati! Ma come fai?»
Mi sento morire perché vorrei poter scoppiare a ridere, la faccia di questo cretino è una maschera di vergogna, vorrebbe sprofondare nella sabbia sottostante al chiosco.
«Beh, non uso niente di che, ecco…»
«Ma ti toglieresti il cappello? Vorrei vederli meglio, così posso raccontare a Puffy quanto fanno schifo i suoi! Morirà d’invidia, vero Roddy?»
Annuisco. Trey è un fottuto coglione, ho fatto benissimo a seguirlo.
«Io, no, veramente…» Peaceful indietreggia. «Ora devo andare, ragazzi, vado a rinfrescarmi un po’… è stato un piacere, grazie eh…» bofonchia, dandoci in fretta alle spalle e scappando via come se fosse inseguito dalla polizia.
Io e Trey ci scambiamo un’occhiata, poi scoppiamo a ridere e ci pieghiamo sul bancone, sghignazzando e continuando a commentare il momento raccapricciante che abbiamo vissuto.
Solo in quel momento mi rendo conto che Natty Joel è ancora accanto a noi, così mi raddrizzo e gli sorrido imbarazzato.
Ma Trey non si lascia impressionare e gli batte una pacca sulla spalla. «Ehi, amico, tanto lo sappiamo tutti che i dread del tuo collega sono finti e che se li attacca per darsi un tono! Ci vediamo» conclude, per poi farsi largo nuovamente verso il nostro tavolino.
Sorrido a Joel e mi stringo nelle spalle, poi gli rivolgo un cenno di saluto e seguo in fretta Trey.
Quando arriviamo da Mike e Trevor, noto che anche Kurt e Courtney sono tornati a sedersi, mentre Puffy è ancora immerso in una fitta conversazione con la ragazza dei suoi sogni.
«Non sapete che cazzo ha combinato Trey!» esclamo, continuando a ridere come un matto.
«Ora vi racconto!» esclama lui, tornando ad accomodarsi sulla sedia accanto a Trevor.
E io non vedo l’ora di riascoltare la storia di quello che abbiamo appena vissuto.
 
 
Una volta fuori dal chiosco, sono le due e mezza del mattino.
Trey continua a fare battute sul tizio con i dread finti, mentre Trevor sbadiglia di tanto in tanto e Mike mi stringe al suo fianco, un braccio a circondarmi le spalle.
Sono un po’ stanco, ma mi sto divertendo un mondo: ho conosciuto un po’ meglio Trey e mi sta davvero simpatico, è un tipo a posto.
Intanto, Bill e Jim ci raggiungono tutti contenti e pimpanti.
«Sprue, ti ammazzo! La pollastra non me l’ha data per colpa della tua battutaccia!» sbraita Bill, dando una leggera spinta a Trey.
«Quale battutaccia?» chiede Mike curioso.
«Questo pezzo di merda ha visto me e Jim con due sventole da urlo e ha strillato poi voglio sapere quant’è profonda! Vi rendete conto?»
«Dai, Rapunzel, non prendertela così!» lo rassicuro. «Sapessi quello che ha detto al tizio con i dread finti!»
Proprio in quel momento i due cantanti lasciano il chiosco trasportando qualche valigetta con dell’attrezzatura; ci passano a fianco e noi tutti ammutoliamo, cercando di trattenere le risate.
Peaceful cammina con la testa china e non ci degna di uno sguardo, così Trey ha la brillante idea di salutarlo con calore e di complimentarsi ancora una volta per il bellissimo concerto.
Quando si allontanano, scoppiamo tutti a ridere e allora Trey attacca a raccontare di nuovo la conversazione che ha avuto con il tizio, le stronzate che gli ha detto a proposito del suo talento come cantante e dei suoi capelli stupendi.
«Però sei un coglione perché io e Rapunzel siamo andati in bianco» borbotta Jim sconsolato.
«Almeno Puffy ha fatto centro, guardate!» sibila Bill, indicando alle mie spalle.
Mi volto appena e noto il mio batterista abbracciare la ragazza dai dread colorati, per poi scostarsi da lei e lasciarle un dolce bacio sulla guancia.
Il cuore mi si scioglie nel petto e mi ritrovo a sorridere come un ebete. «Che carini…» sospiro, appoggiando la testa sulla spalla di Mike.
Lui lascia scivolare la mano libera sotto il mio mento e mi solleva il viso, guardandomi dritto negli occhi.
Non apre bocca, nemmeno io lo faccio.
Non vedo l’ora di avere un attimo per stare solo con lui e tuffarmi su quelle labbra morbide e deliziose.
Poco dopo Puffy ci raggiunge e sembra camminare a un metro da terra. «Ciao ragazzi! Scusate se vi ho fatto aspettare, ora possiamo andare…»
Bill si piazza accanto a lui e lo prende sottobraccio, cominciando a incamminarsi verso il parcheggio in cui abbiamo lasciato l’auto di Jim.
«Puffy, amico mio, quanto ti voglio bene! Mi racconti tutto di quella donzella, vero?»
Jim si accosta alla destra del batterista e ridacchia. «Lo racconterai anche a me, vero? In cambio ti dico qualcosa sulla mia pollastra!»
«Ragazzi, dai… non rompete i coglioni» borbotta il batterista, provando a scrollarseli di dosso.
«Come si chiama?» indaga Bill.
«Bacia bene?» rincara Jim.
«Quanto ce l’ha profonda?» interviene Trey, trotterellando allegro accanto a loro.
«Sprue!» lo rimprovera Bill, lasciando andare Puffy e partendo all’inseguimento dell’altro ragazzo.
Scoppio a ridere e continuo a camminare per il lungomare, seguendo la pista ciclabile. Mike chiacchiera con Trevor poco distante, mentre Courtney e Kurt bisbigliano tra loro qualche passo più indietro.
Ci lasciamo accarezzare dalla brezza salmastra che intanto si è fatta più fresca e umida, le nostre risate si perdono nella strada quasi deserta.
Abbiamo trascorso un’altra serata divertente, tranquilla e speciale nella sua semplicità.
Mi sento veramente bene: non mi sono pentito di essere uscito con i ragazzi e di aver trascorso qualche ora al Fantômas Beach tra musica reggae, risate e l’ennesima, magica, stupenda notte di fine estate.
 
 
 
 
 
 
♥ ♥ ♥
 
E rieccomi a pubblicare una nuova cosa cretina nel FreakyPigs!AU, miei carissimi lettori :D
Inoltre oggi è il cinquantunesimo compleanno di Trey, quindi ho ben pensato (?) di aspettare proprio il 14 agosto per pubblicare questa roba *___* quindi, auguri al nostro caro ragazzone!
Stavolta ho mandato i nostri amici della band e i loro amici a una seratina reggae in un chiosco sulla spiaggia!
Non potrebbero sembrare più fuori luogo di così, non credete? AHAHAHAHAHAH XD
Eppure mi sono TROPPO divertita a scrivere questa storiella, ci credete?
Soprattutto perché ho dato un po’ più di spazio ad altri personaggi, come per esempio Trey. Quest’ultimo, nella realtà, è uno dei più cari amici d’infanzia di Mike, insieme a Trevor Dunn. Trey ha perfino registrato come chitarrista nell’album Kings for a Day… Fool for a Lifetime dei Faith No More.
Ovviamente in questo mio personalissimo AU Trey e Trevor sono soltanto ottimi amici di Mike, nonostante entrambi abbiano suonato/suonino con il cantante in tantissimi altri progetti musicali ^^
Bill e Jim che vanno a caccia di pollastre ormai è un meme, AHAHAHAHAH XD
Inoltre, anche stavolta – come nella storia per il compleanno di Roddy Hot Party – ho fatto comparire Courtney Love e Kurt Cobain; loro nella realtà sono stati sposati, e Kurt – come penso sappiate – era il frontman dei Nirvana finché non è morto nel 1994. Courtney invece è stata la leader delle Hole, ed è realmente una delle più care amiche di Roddy – con il quale ha avuto anche una relazione nel periodo in cui lei è stata per breve tempo la cantante dei primi Faith No More, all’inizio degli anni Ottanta ^^
Il nomignolo bambolina con cui Roddy viene appellato fa parte anch’esso di questo AU, affibbiato al tastierista da Mike XD invece Caviglia d’oro è un soprannome che qui i ragazzi danno a Puffy per le sue prodezze con i pedali della sua batteria. Rapunzel riferito a Bill invece si rifà alla mia storia Hot Party, dove Mike soprannomina così il bassista perché portava una treccia che Roddy gli aveva fatto per ammazzare il tempo!
Il nome del chiosco – Fantômas Beach – prende spunto, oltre che dal progetto Fantômas di Mike (di cui fa parte anche Trevor), anche dalla mia idea di dare a un locale sul lungomare un nome un po’ diverso, che quindi prendesse ispirazione dal criminale Fantômas, protagonista dei romanzi degli autori francesi Marcel Allain e Pierre Souvestre.
L’immagine che trovate sotto il titolo, come sempre, è l’ormai famoso (?) logo dei Freaky Pigs creato dalla sottoscritta, che Roddy in questo AU ha tatuato sul braccio sinistro, poco sotto la spalla!
La band si è formata all’interno di una scuola di musica frequentata dai cinque componenti e creata da me per questo AU, e rispetta la formazione storica e più famosa dei FNM, quindi: Mike Patton – voce; Jim Martin – chitarra; Bill Gould – basso; Roddy Bottum – tastiere; Mike “Puffy” Bordin – batteria.
Spero di aver spiegato tutto, come sempre, e grazie a chiunque abbia trovato il coraggio di giungere fin qui, perché spero anche di avervi strappato un sorriso XD
Alla prossima e tantissimi auguri a Trey ♥
  
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