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Autore: TheMemesQueen    14/08/2020    0 recensioni
Julie e Orlando, nonostante il divario caratteriale, hanno qualcosa in comune che li rende uguali.
La scienza dice che due poli uguali non possono essere attratti fra di loro, ma l'algebra c'insegna che il risultato di due numeri negativi è un numero positivo.
Sarà lo stesso anche per loro?
Nel frattempo, che tipo di spettacolo teatrale faranno alla fine dell'anno? Chissà...
(Questa storia può contenere argomenti sensibili. Leggete con cautela.)
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
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Julie aveva la testa poggiata sulle mani, con i gomiti sul banco.

Il professore Kraus stava ritardando di qualche minuto.

Nel frattempo, prese il diario e si mise a leggere l'orario, ignorando il brusio della classe.

Lunedì

8:00-9:00 Italiano

9:00-10:45 Inglese

11:00-12:00 Fisica

12:00-12:50 Storia

Martedì

8:00-10:00 Chimica

10:00-10:45 Scienze

11:00-12:00 Disegno tecnico

12:00-12:45 Matematica

Mercoledì

8:00-10:00 Matematica

10:00-11:00 Italiano

11:00-12:00 Fisica

12:00-12:50 Scienze

Giovedì

8:00-9:00 Filosofia

9:00-10:00 Inglese

10:00-12:00 Italiano

12:00-12:50 Educazione fisica

Venerdì

8:00-9:00 Matematica

9:00-10:45 Educazione fisica

11:00-12:50 Disegno tecnico

Sabato

8:00-9:00 Storia

9:00-10:00 Inglese

10:00-10:45 Religione

11:00-12:00 Italiano

'Oggi c'è chimica alla prima ora...devo memorizzarmi bene l'orario, non posso controllare il diario ogni volta.'

Una ragazza dai capelli a caschetto neri si affacciò sulla porta che dava sul corridoio, per poi rientrare facendo segnale che il professore stava arrivando.

Tutti si sedettero al proprio posto e, dopo qualche secondo, entrò un uomo di trentacinque anni, dai capelli corvini mossi e lunghi fin sotto le spalle, con gli occhi castani e un accenno di barba sul mento.

Era Demian Kraus, il loro professore di scienze e chimica.

Nel momento in cui entrò, tutti si alzarono e dissero "Buongiorno, professore."

Demian fece cenno di sedersi, e gli studenti si accomodarono sulle rispettive sedie.

Iniziò a fare l'appello e, dopo aver segnato le presenze, scroccò le mani e si mise un guanto sulla mano destra, dovuto al fatto che la polvere del gesso gli provocava irritazione.

"Ok, ragazzi, test di logica."

Scrisse alla lavagna quattro parole, ovvero 'vipera', 'biscia', 'lombrico' e 'pitone'.

"Trovate l'intruso." disse l'uomo.

Un ragazzo dai capelli castani alzò la mano, e il professore gli fece cenno di parlare.

"Il lombrico." rispose lui.

"Perché?" replicò Demian, piegando la mano guantata col gesso verso di lui.

"Non è un serpente."

"Hmmm, sbagliato." disse il professore.

Ad alzare la mano fu la ragazza dai capelli neri a caschetto. "Il lombrico non ha lo scheletro."

"Sbagliato." disse Demian, con un sorrisetto.

Fu Julie ad alzare la mano.

"Il lombrico non ha il sangue."

L'uomo indicò la ragazza. "Esatto." prese la spugna e cancellò le parole. "Prendete il libro di scienze nel capitolo del sistema circolatorio."

Demian era uno di quei rari professori che rendeva interessante la propria materia.

Era nato in Italia dopo che i suoi genitori avevano traslocato da Stoccarda in Italia.

Non era molto ferrato in tedesco, a malapena sapeva comporre una frase in quella lingua.

I genitori si erano conosciuti a Firenze durante una gita presso la Cattedrale, e da allora si erano affezionati al paese.

Aveva due fratelli minori e un sogno nel cassetto, ovvero volare in un ultraleggero nella Berlino nazista e far cadere simboli ebraici sulla città, con allegati dei biglietti con scritto 'Adolfo, chiama il tuo psichiatra e digli che sei scimunito'.

Mentre stava spiegando, Julie si ricordò di una cosa.

"Professore."

Demian si voltò. "Dica."

"Si è dimenticato di firmare la giustificazione."

L'uomo alzò le mani. "Colpa mia." poi guardò gli altri. "No davvero, me lo sono scordato."

Ma ovviamente, come ogni essere umano, non è perfetto.

-----

La ricreazione era iniziata da qualche minuto e durava un quarto d'ora, dalle dieci e quarantacinque alle undici.

Demian stava sistemando le sue cose, quando un ragazzo gli si avvicinò.

Aveva i capelli neri lunghi fin sopra le spalle, gli occhi azzurri con delle lievi occhiaie e si teneva il polso con una mano.

"Orlando, dimmi."

"Senta...ha parlato con la professoressa D'Amico per quella cosa?"

Aveva la voce stanca e insicura.

"Si. Ha detto che puoi partecipare. E non preoccuparti per i tuoi. Ci penso io."

"Cos'ha pensato di fare?" chiese il ragazzo.

"Probabilmente mentire su alcuni orari dell'alternanza." disse l'uomo, facendo l'occhiolino.

Orlando sorrise. "La ringrazio, professore."

Detto questo, ritornò al suo posto.

In quel momento, era entrata una donna castano scuro raccolti in un codino.

Era la professoressa di disegno tecnico.

"Ehm, Virginia, posso parlarti un attimo?"chiese l'uomo.

Lei fece cenno per dire di si, ed uscirono dalla classe.

"Potrei suonarti un pò non professionale, ma credo che uno della classe abbia problemi." disse lui.

"Di chi parli?" domandò Virginia.

"Orlando. Secondo me ha qualche problema." fece Demian.

"Perché lo credi?"

"Perché dimostra almeno il quaranta per cento delle conseguenze di un abuso domestico." rispose lui. "Potrei anche sbagliarmi, ma allo stesso tempo non posso ignorare questa situazione."

Virginia lo guardava abbastanza abbilita.

"Che c'è?" chiese l'uomo.

"Scusa se te lo dico, ma non mi aspettavo che fossi così informato."

Lui fece spallucce, sorridendo. "Solo perché insegno scienze e chimica, non vuol dire che debba concentrarmi solo ed esclusivamente su quello."

"Tornando a noi, cosa pensi di fare con quel ragazzo?" fece lei.

"Guarda, come ti ho detto, potrei anche sbagliarmi, ma se c'è anche la più remota possibilità che Orlando abbia il padre, la madre o entrambi abusivi, allora bisogna dargli qualche occhiata in più."

-----

Julie stava tranquillamente mangiando un panino al prosciutto.

"Allora, com'è andata ieri con Davide?" domandò lei ad Anna.

"Tutto bene. Non gli ho detto del pompino indiretto." rispose la bionda.

Intanto, i capelli di Julie erano finiti sul panino.

"Sti capelli del cazzo."

La castana prese un elastico dallo zaino e si legò i capelli che le arrivavano a metà schiena in una coda di cavallo.

"Giovedì ho teatro e ho il ciclo, che palle."

Nel mentre, stava togliendo i capelli che aveva inconsapevolmente masticato.

"E che cazzo. Vabbè, altre due ore e siamo libere." aggiunse Julie.

"Per caso sai come si chiama l'insegnante che gestisce il corso di teatro?" domandò Anna.

"D'Amico, credo. Non me lo ricordo." rispose la castana.

Intanto, a qualche banco da loro, un gruppetto di quattro ragazzi stava parlando.

"Hanno detto che l'alternanza inizia verso metà novembre." disse una ragazza dai capelli a caschetto nero. "E ancora non hanno detto cosa faremo esattamente."

"Beeene." disse un ragazzo dai capelli biondo cenere, per poi spostare lo sguardo sull'altro ragazzo. "Orlando, oggi ti va di fare un giro?"

"Ehm...non posso. Oggi devo andare da mia zia." disse lui.

"Almeno non vedrai quella troia della tua matrigna." fece il ragazzo.

In quel momento, fu tirato da un orecchio dal quarto membro del gruppo.

"Ahi!"

"Matteo, okay che non ti piace Aurora, ma datti una calmata." La ragazza dai capelli a caschetto nero ridacchiò. "La zia di Orlando mi sta anche simpatica."

Orlando sospirò. "Dai, Ammar. Lascialo."

Il corvino lasciò andare Matteo. "Neanche a me piace quella donna, ma non possiamo farci niente."

Matteo guardò la corvina. "Yuki, a Kyoto non avete un qualche detto per odiare qualcuno?"

Yuki ci pensò. "Ci sarebbe cyo-mukatsuku per indicare qualcuno che non si sopporta proprio."

"Non riuscirò mai a pronunciarlo." disse Matteo.

Intanto, Orlando stava guardando fuori dalla finestra, con un'aria stanca.

'Non ce la faccio più...'

   
 
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