Quel pomeriggio Nami era decisamente di cattivo umore. Il viaggio verso Alabasta, regno della principessa Bibi, era ancora molto lungo, la ciurma era appena entrata nel mirino del terribile membro della flotta dei 7 Crocodile e ora, come se non bastasse, il suo incosciente capitano aveva deciso di fermarsi in una nuova isole per fare rifornimenti.
L’isola non sembrava avere un nome inquietante, anzi; non si chiamava scogliera delle ossa e del sangue ma semplicemente Little Garden; Piccolo Giardino. Nami continuava a chiedersi il perché avesse quel nome apparentemente innocuo, visto che era popolata da uccelli e tigri giganti e molto feroci.
Nessuno sano di mente avrebbe gettato l’ancora in un posto così inquietante, ma purtroppo il suo capitano, Monkey D. Rufy, non era una persona normale e aveva deciso di organizzare un safari per l’isola in cerca di ottima carne.
Malauguratamente era stato presto seguito dagli altri membri lasciando lei e Usop completamente da soli sulla nave.
Era sempre la stessa storia: gli unici vulnerabili in quella ciurma di mostri erano lei e il ragazzo dal naso lungo. Il fatto che Usop fosse rimasto sula nave con lei da una parte la tranquillizzava un poco (essere da sola sarebbe stato ancora più brutto), dall’altra non poteva di certo farle passare la paura, visto che Usop non avrebbe di certo potuto difenderla da qualche pericolo.
Il clima sull’isola era incredibilmente umido. Intorno a loro si sentivano solo rumori e versi inquietanti di animali. Entrambi avevano i capelli sudati, sia per il caldo che per la tensione. Ad un tratto un uccello gigante volò troppo vicino alla nave, facendo sobbalzare i due ragazzi.
«N-Non è stato niente» pigolò Usop, per rompere il ghiaccio. «LO SO! NON MI ERO SPAVENTATA!!» gli urlò contro Nami. Spaventata lo era eccome e l’unico modo di sfogarsi era inveire contro il pavido amico. Entrambi sospirarono. «Secondo te perché si chiama Little Garden?» chiese Nami a Usop. Aveva bisogno distrarsi facendo due chiacchiere. «Non mi sembra affatto piccola come isola».
Usop stava per replicare quando improvvisamente il cielo intorno a loro si fece scuro. Qualcosa lo stava coprendo. La terrà cominciò a tremare mentre quelli che sembravano dei passi giganteschi si stavano avvicinando verso la nave. Gli alberi della foresta crollavano al passaggio di un enorme figura.
Nami e Usop erano completamente terrorizzati.
L’unica cosa che riuscirono a fare fu quella di rimanere paralizzati a fissare con orrore la figura che si avvicinava alla nave, distruggendo la boscaglia. Entrambi avevano le lacrime agli occhi.
La figura era quella di un enorme gigante. Era vestito come un vichingo, con un elmo e ascia.  Aveva una barba biondiccia e ispida. Giunto alla nave, scoppiò in una fragorosa risata che spostò i capelli dei due ragazzi all’indietro.
«Dunque…»  cominciò il gigante. «Avete dell’acqua di fuoco?» domandò, avvicinandosi ancora di più a Nami e Usop. La situazione era questa: Usop era completamente sotto choc. Fissava piangendo il gigante con la bocca spalancata per il terrore. L’unica che riuscì a parlare, anche se non avrebbe saputo dire come, fu Nami: «D-D-Domando scusa ma n-non abbiamo capito quello che vuoi», disse balbettando la ragazza dai capelli arancioni. Il gigante si avvicinò ancora di più, in qualche modo irritato da quella domanda. «Ho chiesto se per caso avete qualcosa di forte da offrirmi. Dell vino o della birra».
Il mostro si era fatto così vicino che Nami fu costretta a indietreggiare un po’. «N-Ne abbiamo un pochino» disse la ragazza con un filo di voce, mentre le lacrime le rigavano le guance. Aveva paura. Molta. Le gambe le tremavano mentre il suo corpo era paralizzato e non voleva muoversi. Sentiva il cuore batterle all’impazzata nel petto e le lacrime gelate scorrerle sul viso. Avrebbe voluto scappare o cercare di parlare ad Usopp ma non riusciva a staccare gli occhi dal mostro. In ogni caso sentiva che l’amico era nella sua stessa situazione; non lo vedeva ma poteva sentire i suoi singhiozzi.
Alla risposta positiva di Nami, il gigante finalmente sorrise. «Oh che bella notizia!» disse. Nami si affrettò a dirgli che gli avrebbero dato tutto quello che ne voleva, quando all’improvviso il gigante cacciò un urlo terrificante di dolore, spaventando ancora di più i due ragazzi.
Dietro al gigante vi era un feroce dinosauro che gli aveva morso la schiena. «G-Guardaaa» riuscì finalmente a parlare Usop, con la bocca enorme per il terrore. «L’ha morso un dinosauro» aggiunse Nami. La sua voce era quasi un sussurro; sul viso gli si era formato un sorriso nervoso mentre nuove lacrime le uscirono dagli occhi.
«Nami cosa facciamo? Non voglio essere mangiato!» piagnucolò Usop. «S-S-Sempre il solito fifone. Come al solito devo fare tutto io» disse Nami. Parlando in quel modo all’amico cercava di darsi un minimo di tono. Usopp però si era accorto dello stato d’animo dell’amica e rispose a tono: «Non mi sembra che tu sia meno spaventata di me, Nami. Lo vedo che stai piangendo». In effetti, Nami avrebbe dovuto prima premunirsi di asciugarsi le lacrime dagli occhi prima di rimproverare Usop, ma il suo corpo era così paralizzato dalla paura che anche quel piccolo gesto le risultò impossibile. Venne così scoperta. «P-Più tardi facciamo i conti» disse Nami arrossendo. Nel frattempo il gigante stava per sistemare il dinosauro.
 
 
Spero che questo primo capitolo vi piaccia. Nel prossimo come si comporteranno? Riusciranno a salvarsi? Adoro la coppia Nami/Usop, soprattutto quando fanno i codardi. Per chi volesse ridere, qui c’è il link del video contenente la scena col gigante. Penso sia una delle più esilaranti. Sono gradite recensioni per sapere il vostro gradimento!"

https://www.youtube.com/watch?v=RWJQotm87Ik