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Autore: Mo0ny_    15/08/2020    0 recensioni
Dal testo:
"Non ricordava di aver esagerato così tanto con i drink ordinati, ma forse semplicemente non era in grado di reggere l'alcool quanto Nakamura
...
-Le va di ballare signorina? -chiese. E allora Nagisa rise davvero, l'alcool non c'entrava affatto.
-Voglio ballare. Accetti o rifiuti? -
Nagisa continuò a ridere forte.
-Accetto -"
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Karma Akabane, Nagisa Shiota
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Presenza In Un'Assidua Assenza 
 

Non si erano forse salutati? Nagisa non aveva forse detto "Ci vediamo in giro" con l'intento di vedersi solo poi? Allora perché si trovavano adesso nello stesso letto a condividere un bacio bagnato alla penombra della luna? Le mani di Karma che percorrevano il corpo lo facevano stare bene. Aveva sognato tutto quello per davvero tanto tempo quando erano più piccoli. Karma non l'aveva mai notato. O forse si. Del resto non era mai stato capace di capire cosa passasse per la mente di quel ragazzo. 
Le magliette volarono a terra lasciando entrambi con il torace nudo.
Pelle contro pelle. 
Fu forse quando Karma iniziò a giocare con i capezzoli di Nagisa, a stuzzicarli, che quest'ultimo chiuse completamente il cervello. Non voleva pensare al passato, a sua madre o ad altro. Adesso esisteva Karma che lo toccava, lo accarezzava e Nagisa si sentiva in paradiso.

Stremato, Karma si gettò sul petto di Nagisa che iniziò a giocare con i suoi capelli. Si sentiva ancora il rumore dei loro fiati grossi e i loro corpi erano sudati e appicciccosi. 
-Facciamo un bagno? -chiese il blu e l'altro acconsentì. Riempirono la vasca d'acqua e si gettarono dentro. Nagisa si stese sul petto del rosso che lo accolse in un abbraccio. 
-Quanto tempo sprecato -sapeva che si stava riferendo alla loro adolescenza. Un sorriso amaro si creò sul volto di Nagisa. 
-Non di certo a causa mia -Karma accusò il colpo. 
-Hai ragione -il blu non si aspettava di vedere la sua causa vinta subito, anche perché non era del tutto vero, ma non disse più niente. -La senti ancora? - 
Guardò l'acqua non osservandola davvero. Pensare a quello non gli aveva mai fatto bene, pensare a sua madre non era mai stata una bella esperienza. A volte aveva la sensazione di non ricordarsi nemmeno il volto della donna, a volte pensava a lei come due grandi labbra che sorridevano diaboliche e dicevano: "Nagisa, la mia perfetta signorina!" 
Si morse il labbro. 
-Ho chiuso con lei, a settembre mi sono trasferito in questo appartamento ufficialmente. Prima lo usavo solo nel periodo scolastico, adesso l'ho fittato fino al prossimo anno. - 
-Per questo ti sei fatto trascinare in discoteca? -rise Karma.
-Volevo tagliare i capelli -rivelò a bruciapelo. 
Karma non era mai stato stupido, il rosso aveva sempre saputo che qualcosa non andasse nella famiglia Shiota. Averlo scoperto finite le scuole medie e una volta allontanatosi da Nagisa lo fece sentire un vero idiota. 
-Ti ricordi il giorno in cui ci siamo baciati? - 
-Sì Karma-kun, vista la cicatrice che mi è costata quel bacio -Sorrisero entrambi al ricordo di quel giorno, l'ultimo in cui si rivolsero la parola.

Erano inseparabili da bambini. Sempre uno a casa dell'altro o nel giardino a giocare. Compagni di banco e di attività. Nagisa acconsentì ad iniziare arti marziali con la promessa che sua madre non avrebbe mai dovuto saperlo. Karma non tradì mai quel giuramento, nemmeno quando subentrò la paura di scoprirsi, la paura di capire chi fossero davvero. 
Karma aveva avuto paura del blu. Della sua luce che lo abbagliava e rischiava di lasciarlo indietro. Era così buono, Nagisa. Sempre pronto ad aiutare gli altri, c'era per tutti. Sapeva sempre qual'era la cosa giusta da fare. Ma sapeva anche essere viscido e terrificante. Lo aveva appurato sul terreno di gioco, durante un combattimento di arti marziali. Karma lo aveva temuto: silenzioso ed innocente come una bambola si era avvicinato a lui per poi colpirlo nei punti giusti, come un pitone che attanaglia la preda. Si sentiva inferiore a lui e Karma questo non poteva accettarlo, così come non accettò mai il vuoto del blu. 
Nagisa non sorrideva mai davvero, il suo sorriso era vuoto e triste. Perché la gente non se ne rendeva conto?! E soprattutto perché quella cosa lo intimoriva tanto?! Sentiva di perderlo. Ma non lo rincorse, semplicemente lo lasciò andare. 
E Nagisa con gli andò incontro, non lo rincorse nemmeno lui. Diventò sempre più vuoto, fino a toccare il fondo. Vedere Karma ridere lo rincuorava, lo osservava da lontano come un muto spettatore della sua vita. Forse lo amava, forse lo aveva sempre amato. Ma non era suo e non lo sarebbe mai stato, altrimenti non si sarebbe mai allontanato. 
A Nagisa, Karma non aveva mai fatto paura, eppure si sentiva sempre nudo ai suoi occhi. Si sentiva come se l'altro potesse comprendere tutto il suo dolore semplicemente guardandolo. 
E questo non gli faceva paura. Doveva riconoscere a sé stesso che era un mostro... 
Un giorno, in terza media, litigarono solo per uno scambio di opinioni contrapposte su un film visto al cinema con la scuola. Nessuno dei loro compagni comprese perché tutto quell'accanimento. Fu il professore a mettere a tacere i due che si beccarono anche una bella strigliata. Una volta fuori però, nessuno impedì loro di prendersi a botte. Tutt'oggi Nagisa conserva una cicatrice all'altezza della spalla per via della violenta spinta di Karma. 
Finirono a terra cambiando sempre posizione. Nagisa non era mai stato tanto pieno di ferite in vita sua, nemmeno durante i combattimenti si era mai procurato un singolo graffio a differenza di Karma che poteva vantare risse ben peggiori. 
Si urlarono tutto: le loro storie, il loro reciproco risentimento. Nonostante Nagisa fosse di statura più piccola riuscì a vincere lo scontro e gli sussurrò che sì, Karma aveva ragione: era vuoto, silenzioso e forse anche viscido, come un serpente, ma sarebbe cambiato. E lo avrebbe fatto a modo suo, con la lentezza di cui aveva bisogno. 
E poi lo baciò per riempire quel vuoto che divideva le loro labbra e perché infondo lo aveva sempre desiderato. Karma sgranò gli occhi colto alla sprovvista, ma non lo allontanò. 
-Ci rivedremo, ma solo quando sarò diverso, quando taglierò i capelli tanto per cominciare. -E non si parlarono più. Il loro rapporto era rotto o, almeno, era rotto per come loro lo conoscevano. Quel bacio era un'evoluzione che nessuno dei due seppe affrontare.

-Perché li hai ancora lunghi? -gli chiese il rosso accarezzando le ciocche blu, anche se conosceva la risposta. 
-Forse perché non sono cambiato -sì, Karma aveva indovinato. -Pensavo che chiudere i contatti con lei fosse un grande passo in avanti. Lo è stato, ovviamente. Ma non mi sento migliore, né tanto meno diverso -
-A me i tuoi capelli piacciono -Nagisa sorrise di nuovo. -Perché non usciamo domani? - 
Era una giusta proposta. Insomma, avevano passato la notte insieme e stavano anche bene. Eppure Nagisa non voleva vederlo... 
Probabilmente ancora erano sotto effetto dell'alcool, forse Nagisa non avrebbe parlato tanto se non fosse stato per quello. Karma gli posò un dolce bacio sui capelli prima di spostarlo delicatamente per uscire dalla vasca. Lo guardò, il blu, non potendo non notare quanto fosse diventato più adulto nonostante mantenesse il carattere di cinque anni addietro. 
No, non era l'alcool. Era solo Karma. Solo lui poteva trasformare un'assenza di cinque anni in una costante presenza. Perché con lui non c'era bisogno di nascondere nulla, era troppo sveglio per non rendersene conto. 
-Allora? -lo incitò ulteriormente. Si voltò verso Nagisa vedendone il disorientamento. 
-Karma-kun... -Squillò il telefono. 
-Il telefono?! Alle 4 del mattino?! Seriamente?! -Sembrava a dir poco un cliché eppure Nakamura lo stava chiamando in quel preciso istante. Afferrò il telefono e rispose. 
-Oi, Nagisa -stava piangendo. 
-Nakamura, che succede?! Dove sei?! -chiese allarmato. 
-Niente, non ti preoccupare. Solo... Ti dispiace se vengo da te? -aveva imparato a conoscere la compagna. All'università erano spesso insieme ed erano diventati amici quasi subito: Nakamura aveva saputo guardare dietro l'indifferenza di Nagisa proprio come Karma. Glielo ricordava sotto diversi aspetti, era certo che se si fossero incontrati avrebbero iniziato a scambiarsi sue foto imbarazzanti per quanto sadici fossero. 
-Vengo a prenderti, dove sei? -Gli chiese il celeste. 
-Non ti preoccupare, arrivo fra qualche minuto. -e chiuse il telefono. 
Intanto Karma si era cambiato e aveva atteso che la chiamata finisse. Appena lo fu guardò intensamente Nagisa. Uno sguardo da cui il blu ne uscì sconfitto perché abbasso immediatamente gli occhi sussurrando uno "scusa". 
-Nagisa... Giusto perché tu lo sappia, a me non frega niente di che lunghezza sono i tuoi capelli - 
E si diresse verso la porta, sbattendola.





 

   
 
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