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Autore: Arvistloe    16/08/2020    0 recensioni
"... devi fermare la sua amata, perché il vero male, il male che aleggia ovunque tenterà, per spezzare il cuore di tuo fratello. Lui accetterà completamente il male divenendo suo involucro …."
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chloe Decker, Lucifer Morningstar, Marcus Pierce, Mazikeen, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Edia, angelo nascosto in purgatorio

All'angelo della morte Azrael, nonostante avesse visto il peggio connesso alla dipartita delle anime, quando doveva andare in purgatorio per portare o altro motivo, si sentiva distrutta nel suo animo. In quel luogo, simile a una metropoli abbandonata, con un cielo nuvoloso (mentre a l'inferno notte senza fine) percepiva una angoscia e un silenzio che le appesantivano il cuore.

Cercando di mettere da parte queste sensazioni si mise subito alla ricerca di Edia.

L'angelo che cercava era stato creato da Dio per portare nei sogni degli esseri umani la pace, la serenità. Millenni dopo, l'aver assistito allo sterminio degli ebrei vittime del genocidio nazista la traumatizzo. Smise di costruire bei sogni per punire con incubi terribili, ma la disperazione la travolse, nascondendosi nel purgatorio per il silenzio che aleggiava.
Molte ore dopo di estenuante ricerca, l'angelo trovò Edia in un teatro semi distrutto, seduta per terra nel centro del palco. Appena Edia la vide si alzò in piedi, rivelando che indossava una veste nera con cappuccio, mostrando solo le mani e il viso dal pallore quasi cadaverico.

Prima che Azrael le parlasse, l'altro angelo fece segno con l'indice sulle labbra di far silenzio, sussurrandole
" Odio la voce, permetto solo il sussurro. Vuoi dirmi qualcosa? Così devi fare"
Azrael cercò tutto il coraggio che possedeva, spiegando perché l'aveva cercata.
Alla fine del racconto di Azrael, l'angelo Edia scosse la testa, dicendole, sempre sussurrando
"Io non servo, essendo lei un miracolo…"
Porgendo ad Azrael durante quel parlare sussurrato, una piccola boccetta di vetro trasparente con dentro petali di rosa essiccate
"... Spargili sull'amata di Lucifero mentre dorme. Tu entrerai nei sogni di questa donna"
Azrael fece alcuni passi indietro, scuotendo la testa per dire no. Si avvicinò nuovamente a Edia, dicendole sempre sussurrando
" Se anche riuscirò, quando Chloe si avvicinerà a mio fratello Lucifer lui sentirà il mio odore, pensando che il suo ritorno a lui non sia genuino, ma solo manipolazione. Ti prego, trova un altro modo"
Edia l'angelo dei sogni riprese dalla mano di Azrael, sussurrandole " Dimenticavo questo tratto distintivo di nostro fratello. Ugualmente non servo vero…"
Prendendo la mano destra di Azrael nelle sue mani, lasciandola quasi subito. Un po' spaventata, l'angelo della morte trovò nel centro del suo palmo un piccolo cerchio rosso, guardando Edia con preoccupazione le sussurro
" …per una notte, una sola notte, tu sarai me. Quando uscirai dai sogni di quella donna, nulla ti potrà far riconoscere come l'aiuto in più al suo. Ricorda, non strafare, nei sogni puoi creare tutto, ma anche distruggere tutto"
Finito di sussurrare ad Azrael, l'angelo Edia scomparve.

Nelle stesse ore, il sole stava tramontando a Los Angeles, parcheggio interno del Lux.

Dopo aver controllato che tutto era pronto al Lux per la notte, Lucifer entrò al parcheggio interno del Lux per recarsi, come quasi ogni sera, in un luogo molto importante nel suo rapporto con Chloe. Voleva tornare su quella spiaggia dove si erano baciati la prima volta. Ci tornava spesso quando era ormai notte, per sedersi sulla sabbia, maledicendo tutto per averla sicuramente persa, delle volte ritrovandosi lacrime e lacrime negli occhi.
Optò per la Corvette decappottabile nera. L'auto preferita da Trixi, la figlia di Chloe. Il re degli inferi non credeva mai gli sarebbe mancata quella bambina, l'unica che lo aveva fatto sentire accettato anche per quello che era. L'unica umana che gli aveva fatto provare la sensazione di essere quasi un padre per lei. Sensazioni, era certo, impossibili da provare, dopotutto lui era il re degli inferi, era il donnaiolo che non voleva figli, magari l'orgoglioso patrigno di Trixi si. Sorrise appena, stupendosi ogni volta di come era cambiato. Da una parte aveva sempre visto la paternità come qualcosa che odiava, grazie l'esempio di suo padre Dio. Dall'altra, era grato alla sua natura angelica per non permettergli di generare. Si sentiva un reietto, buono solo a spargere veleno attorno a se. Un essere così immondo che Chloe e Trixi erano fuggite via da lui, da quella sua natura demoniaca, prigione eterna impostagli da suo padre Dio. Pensieri taglienti più delle lame demoniache di Maze, che sperava volessero via mentre la corvette quasi volava sulla strada, per andare alla spiaggia.

Era quasi giunto alla spiaggia, quando un grosso tir bianco lo affianco, mandandolo fuori strada. La Corvette finisce prima contro un chiosco di gelati, per fortuna aperto solo di giorno, finendo la corsa sulla spiaggia. Dolorante Lucifer uscì dall'auto oramai distrutta, con la voglia di distruggere a sua volta chi guidava il tir. Riuscì a fare appena un passo, sentendo un intenso dolore al braccio destro. Confuso, prima di svenire vide quattro piccole frecce conficcate nella carne. Un portellone dietro il tir si aprì, uscendo sei individui vestiti completamente di nero che portarono Lucifero svenuto nell'autotreno che ripartì.

La notte dopo, Roma.

Azrael atterrò di notte sul balcone di una camera d'albergo a Roma, dove Chloe soggiornava. Fu felice che la figlia era in un letto a parte, potendo lavorare meglio. Sperando che potesse funzionare, Azrael sparse i petali di rosa essiccati su Chloe , notando con tristezza una guancia bagnata di lacrime.

Nei sogni di Chloe .

Subito Azrael si ritrovò alla centrale di polizia dove lavoravano Chloe e Lucifer, ma non dimentico la sua amica Ella. Si strani non vedendoli come al solito seduti alla scrivania. Invisibile a chiunque in quei sogni li cercò, finché passando di fronte una porta sentì dire a Chloe con tono affannoso
"Mio bel diavolo ... o si ... si"
subito dopo la voce di Lucifer
" Detective ... Chloe ..."
Azrael diventò rossa per l'imbarazzo correndo alla scrivania di Chloe , mentre dalla porta erano urli di piacere.

Qualche minuto dopo Chloe uscì con quel Lucifer dei suoi sogni tenendosi per mano. Ma giunta alla scrivania, un Lucifer come visto vicino al corpo senza vita di Cain , con la faccia da satana stava scendendo le scale della stazione di polizia. Chloe lo fissò tremando. Azrael decise di agire. Cercò nei ricordi belli di Chloe , tenendo davanti a lei il Lucifer con faccia demoniaca e quello normale. Le innumerevoli scherzi fatti da Lucifero ai suoi colleghi che la trattavano male o con sufficienza prima che fosse chiarito il caso di Palmetto. Chloe sorrise. Le ricordò le galanteria di Lucifero, anche solo la sua presenza era rilassante, più delle volte la eccitava, riuscendo nel farla ragionare per risolvere dei casi.

Azrael trovò un ricordo di Chloe molto commovente. Lei era riuscita con Lucifer a risolvere in un solo anno, il doppio dei casi di altre coppie di poliziotti o con consulenti civili. Gli venne conferita a ognuno una targa durante una piccola cerimonia in comune. Quando fu il momento di dire qualcosa, Lucifer chiese il permesso a Chloe di farlo, acconsentendo ma soprattutto sperando non andasse oltre come era lui di solito fare. Lucifer iniziò con il suo migliore sorriso, che incanto le donne presenti
" Salve…"
Nuovo sorriso da incanto
"...Prima di tutto, io e la mia partner vi ringraziamo per questo riconoscimento. Ci rende lieti ma soprattutto consapevoli che il duro lavoro viene premiato. Da parte mia ringrazio il dipartimento per avermi concesso di essere il partner di questa tosta, bellissima, onesta, testarda...e così via...poliziotta. Una poliziotta che giorno dopo giorno mi aiuta nel comprendere che tra vendetta e giustizia esiste un muro divisorio molto sottile. Una poliziotta che insegna a me che sono il diavolo …"
Chloe alzò lo sguardo al cielo, ormai nessuno ci faceva caso, era per tutti un ricco stravagante
"... che basta poco per rimettere qualcuno sulla buona strada o prendere i cattivi di questo mondo…"
La guardò con occhi pieni d'amore
" … che ti aiuta a essere pieno di speranza anche in questo mondo. Una partner, un'amica, una …"
Scosse la testa finendo con un
" ...grazie ancora"

. Nelle stesse ore, Lucifer.

Lucifer era in una cella, nudo e incatenato ai polsi che lo tenevano in piedi e dalle caviglie. Si svegliò accigliato, stava sognando Chloe.
Arrabbiato cercò di strappare le catene, ma capì che erano magiche rendendolo incapace di usare qualunque magia angelica o infernale.
Guardandosi intorno cercò di capire dove si trovava. La cella era piuttosto grande, mal illuminata con delle candele posate su mattoni che sporgevano dal muro. Una unica porta che gli sembrò fatta di ferro. Era sicuro non ci fossero finestre. Stava cercando di vagliare ogni possibilità, soprattutto di fuga, quando la porta della cella si aprì rivelando che era fatta di ferro. Colui che vide entrare lo lasciò esterrefatto, era Cain.

Nei sogni di Chloe.

Azrael stava pensando di cambiare il suo ruolo da angelo della morte a angelo dei sogni. Era così sicura per il bel lavoro fatto nei sogni di Chloe che stava ballando con il Lucifer con la faccia da demone. Si commosse fino alle lacrime quando li vide baciarsi, Lucifer essere il Lucifer senza faccia da demone, dimostrando che Chloe lo accettava. Improvvisamente comparve una nuvola nera sopra i due innamorati.

Nella cella.

Cain sorridendo, disse a Lucifer.
" Tranquillo, sono morto, non sono tornato a essere immortale. Solo che qualcuno ha portato via la mia anima che doveva andare all'inferno, dandomi la possibilità se gli faccio un favore, di poter entrare in paradiso"
Lucifer tentò di parlare, ma scoprì con orrore che non ci riusciva. Con un ghigno, Cain gli afferrò con forza il mento.
"Non puoi parlare, un inconveniente del sangue sulle catene, ti viene concesso solo di urlare. Tranquillo non si tratta del sangue di Cloe, ma di un angelo, che ti vuole vedere rotto. Iniziamo".
lo schiocco d'una frusta fece capire a Lucifer cosa voleva fare Cain. Con tutto se stesso Lucifer cercò di raccogliere la forza rimastagli per non dargli la soddisfazione di urlare. Solo che il primo colpo di frusta gli tolse l'aria per un secondo.

CONTINUA
   
 
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