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Autore: MadAka    16/08/2020    0 recensioni
Ewan Cassian Hill | Classe 1990 | Londra - New York | Fratello maggiore di Charlotte | Migliore amico di Alastair | Meccanico | Sarcastico | Nerd | Music, pizza e beer lover |
Ewan è un personaggio di cui scrivo su altre piattaforme. Per lo più sono piccoli frammenti della sua vita, sguardi fugaci nella sua mente e brevi interazioni con persone che fanno parte della sua esistenza.
Ho deciso di raccogliere e pubblicare qui alcuni di questi miei scritti.
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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| New York. 19/10/2018. H. 19:26 |

 

Ewan abbassò lo sguardo. Il boccale sembrava aver acquistato un inspiegabile interesse, ma lui non ne stava osservando le venature cristalline, né il contenuto dorato, né le lievi gocce di condensa che si ammassavano sulla sua superficie. Vedeva oltre, qualcosa di visibile solo a lui e che aveva la consistenza dei ricordi che fanno male, quelli affilati, in grado di tagliare a fondo la carne, fin quasi all'anima.

Fuori pioveva. La pioggia ticchettava continua contro i vetri, lasciando su di esso disegni imprecisi lungo il suo tragitto verso il suolo. Gli sembrava di essere di nuovo a Londra: la pioggia oltre le vetrate del pub, l'umidità fin dentro le ossa, una Lager a scaldare il corpo e annebbiare la mente. Quella sensazione di essere a casa era accresciuta, se non addirittura resa palpabile, dalla presenza di Alastair davanti a lui, silenzioso e in attesa.

Era una situazione che avevano sperimentato davvero poche volte nei loro ventidue anni di amicizia, al punto che aveva tutta la parvenza di una novità, un non sapere bene cosa fare, cosa dire.

Alastair aveva capito tutto e non solo perché Ewan glielo aveva detto. La maggior parte delle cose le aveva capite da sé, ben consapevole, non di cosa, ma di come guardare. L'amico sapeva leggere gli sguardi di Ewan e interpretare le sue mezze frasi come fosse un libro aperto. Alle volte era utile, altre, come in quel momento, un vero e proprio tormento. Non vi era alcun dubbio sul fatto che Alastair sapesse di Charlotte e di tutto il possibile che Ewan faceva per lei ogni giorno. Soprattutto, però, l'amico aveva dimostrato di sapere di Samantha. Non di come erano andate le cose fra di loro – Ewan l'aveva reso partecipe di tutto, infondo – ma di cosa avesse scatenato nell'animo del ragazzo quella rottura così improvvisa. Ad Alastair erano bastate poche parole per far capire all'amico che comprendeva il suo stato d'animo, che sapeva che, sotto, c'era un dolore più profondo di quanto volesse dare a vedere. Lo aveva detto con un tono grave, serio, che sembrava impossibile appartenere a uno con quei suoi occhi chiari e pieni di vita. Con una sola frase era riuscito a far riaffiorare quanto Ewan aveva cercato di tenere nascosto, di assimilare e distruggere. Il ragazzo sentiva tutto ancora con troppa intensità. Davanti ai suoi occhi poteva rivedere la camera nella mattina precedente, quando, appena alzato, aveva letto il messaggio di Samantha. Gli sembrava ancora di percepire la sfumatura di luce che entrava dalla finestra, il brusio della città che si svegliava. Ricordava quel messaggio, il rincorrersi di parole che avrebbe di gran lunga preferito non dover leggere mai. Era ancora tutto lì, pulsante e vivo come una ferita aperta, in cui sembrava rigirare il coltello e spargere sale ogni volta che ci pensava. Una tortura, ecco cos'era, una tortura che Alastair aveva compreso a fondo, dimostrandosi il migliore amico che si potesse desiderare.

Due gocce di condensa si unirono fra loro sul vetro del boccale, la porta del locale si aprì tintinnando. Ewan inspirò. Di quegli stati d'animo fatti di conflitto, angoscia e malinconia era sempre riuscito a farne tesoro, a prenderli e trasformarli in nuove occasioni grazie a quella caparbietà profondamente radicata in lui. Tuttavia, quella volta, sembrava essere tutto ben più difficile da domare.

«Sai qual è la parte peggiore? Che non sono innamorato di lei. Ma vorrei esserlo. Così almeno quello che sento avrebbe un senso.» Alzò la testa, tornando a incrociare lo sguardo dell'amico. Un giorno avrebbe fatto ordine in quel caos di sensazioni, ma era consapevole del fatto che gli sarebbe servito del tempo. Affrontare l'argomento con Alastair, però, discutere con lui della parte più tormentata di tutta quella storia con Samantha e di ciò che essa sembrava avergli compresso dentro, poteva essere un buon inizio per smettere di fingere che, dopotutto, non facesse poi tanto male.

 

  
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