Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: Legeia    16/08/2020    0 recensioni
In un Presente alternativo, vari conflitti portano alla disgregazione delle nazioni in problemi interni ed esterni. In una si queste, un gruppo di persone di presenta come Agevolatori o Risolutori per le persone o enti su vari ambiti. Tuttavia cè qualcosa di più profondo e intricato che muove i personaggi principali sia tra loro che per i Continenti e le decisioni e scelte sono fondamentali per la questione cardine. Il futuro. P.S. storia scritta anni fa, mai ritoccata e modificata, così come era scritta.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chapter 10 Chapter 10

Presente

Jd sapeva che quel momento sarebbe arrivato, che gli ospiti avrebbero iniziato a dare di matto. Era sempre quella la fine della storia, non importava se loro fossero i buoni e facessero di tutto per aiutarli. Dovevano esserci sempre casini!

Erano già tre i ragazzi assegnati agli ospiti che cercavano Kianta per sapere cosa fare, come comportarsi, come evitare di strangolarli per la disperazione.
Cèrano le madri che urlavano che i loro figli avevano bisogno di aria fresca e giochi normali all'aperto, i vegani che pretendevano cibi "normali" e non volevano vedere o sentire nulla di carni e derivati dei vicini di tavolo o di sistemazione. Molti avevano preso la maledetta abitudine di portarsi i pasti nella zona superiore mangiando a letto o a gruppetti, per terra o con sedie come a un pigiama party. Con conseguenti lamentele di sporcizia o azioni maleducate verso gli altri e disturbo, per urla e risate troppo alte a causa di alcool o mini festicciole davanti i letti.
Nonostante la zona living di sotto con tavoli e sedie egonomici! Con una cucina con l'essenziale ma che ti permette di sederti con chi vuoi e avere cosa ti piace a pochi passi, invece di improvvisare sfilate con le braccia piene di roba per tutte le file di letti che dovevano attraversare, al piano superiore.
Cosa cèra di così difficile nelle zone giorno e notte? COn la possibilità di chiedere ore d'aria e spazi supplementari indicando la motivazione?
Per non parlare poi delle coppiette anche clandestine che pretendevano di girare per i bagni, divisi per sesso, per appartarsi o altri escamotage fantasiosi che dovevano fermare.
Il Sindaco aveva iniziato anche a fare storie, richiedendo continuamente ad ogni ora un incontro con il Comandante o il Leader, cèrano persone che millantavano questa o l'altra carica importante ma era limitata solo alla città. Chi tentava atti vandalici per ottenere tutto quello che voleva e scoppiavano piccole rivolte se qualcuno di loro veniva portato via in una zona di isolamento per la quiete di tutti, con l'accusa di trattarli come prigionieri.
E come aveva detto Kianta, "Jd, puoi essere felice nell'aiutare il prossimo, ma non sempre otterrai indietro un ringraziamento. Anzi, preparati al peggio, sopratutto per chi è cresciuto nelle famiglie, le moderne. Ci metto due minuti a metterli tutti in mini stanze con solo il bagnetto e farli stare là dentro finchè non si calmano. Anche a costo di essere odiata, ma se non comprendono nel modo allora trattiamoli per come si mostrano. Bestie. Punto. Quando saranno tornati alla ragione umana, ci sarà dialogo oltre quello che diamo sempre. Ma non iniziare con i buonismi come quelli che tu e Milan considerate sempre. Con certi soggetti non cè storia, perfino gli animali selvatici alla fine ti ringraziano..."

"Quanto hai ragione..." bofonchiò irato, vedendo di nuovo un Gestore chiamarlo per un'emergenza nella Tana, come gli uomini chiamavano quella costruzione. Ancora non sapeva esattamente come la definissero Milan e Kianta, ma era sicuro che era qualcosa di particolare, come sempre. Bastava vedere come lo Chateau era cambiato radicalmente dal momento in cui Milan diede le chiavi di tutto a lei e le disse che poteva fare le modifiche e sistemazioni come meglio credeva, sicuro che lasciava il tutto in buone mani. E così era stato. Quello che era prima lo Chateau, si poteva definire ormai una cittadina autonoma, autosufficiente,  a misura di tutti quelli che vivevano e lavoravano. Quella che Milan definiva ,

"Cosa succede" chiese a Bernard, visibilmente a disagio.

"Ecco..." mentre rientravano nell'edificio "alcune donne hanno avuto un alterco perchè alcune preparano dei piatti a detta loro e altre hanno iniziato a lamentarsi per la puzza e il tempo impiegato, impedendo loro di preparare altro. Un altro gruppo, misto questa volta, ha fatto rovinare a terra una teglia di qualcosa appena uscita dal forno, dicendo che erano cancro per tutti, un altro gruppo pretende di sapere dove e come sono coltivate le verdure perchè mangiano solo bio. Un gruppo di genitori poi ha iniziato ad assalire la porta blindata manifestando rabbia per una sola cucina, a discapito loro che devono preparare pappe e merende ai figli e non è possibile. Mentre alcune persone sono adirate per la loro dieta che non possono continuare per mancanza di particolari cibi e strumenti di cottura. Nei bagni le cose vanno peggio... due donne si sono accapigliate per il marito di una, alcune donne hanno lamentato la poca privacy per le docce e i cubicoli per i gabinetti troppo , affermando che si sentiva propri e degli altri. Peggio ancora, due donne hanno attaccato una famiglia proprio nella loro zona letto, strappando perfino le tende divisorie, urlando di pochissima igiene quando hanno visto  delle ragazzine e altre donne delle stesse famiglia fare la doccia con... ehm.... le loro cose..." bisbigliando l'ultima parte rosso in faccia "dicendo che i germi restavano nei piatti della doccia per le altre, che avrebbero usato quelle docce in particolare subito dopo. Che è vergognoso non usare le... i... aspetta..." consultando qualcosa sul suo dispositivo "ecco... le coppette... sono per pulizia, igiene, rispetto per l'ambiente e gli altri. Questo mi ha riferito una donna. Altre donne invece hanno lamentato di zero pulizia del corpo di molti, hanno detto proprio così, perchè sempre per qu...quelle cose non si lavavano perchè temevano blocchi e per armonizzare la zona...non ho capito..."

"io si, anche se qui cè bisogno del comandante! Ma sistemeremo la situazione appena indicata. Cè altro?"

"oh, si..." rispose desolato il ragazzo "il Sindaco continua a pretendere di colloquiare con il comandante, con lui il seguito che lo appoggia,  altrimenti pena uno sciopero..."

"Sciopero... grandioso. Che altro?" chiese Jd grattandosi la testa vedendo qualche subbuglio nella zona degli ospiti. Era una parte enorme, su due piani, eppure la gente all'interno pareva che vivesse in qualche prigione delle zone arabe recenti, che aveva visto con i suoi occhi. Quelli erano buchi infernali in tutti i sensi, non sapevano davvero i privilegi ricevuti e quanto avevano, rispetto a cosa aveva visto negli anni passati. Anche le prigioni asiatiche non scherzavano ma quelle erano più moderne, qualcosa di molto diverso. Fra le peggiori ricordava amaramente le asiatiche come buone, quelle nelle zone russe più povere come comunque decenti... ma quelle arabe delle zone in conflitto o povere erano da incubo. In confronto una volta scherzando con Kianta, disse che forse gli uomini preistorici avevano prigioni più . E invece erano al secondo giorno e i tafferugli in soli due piani di edificio sembravano richiamare interi quartieri poveri e abbandonati a se stessi. Non cèra unità in quella gente neanche in situazioni come quelle, dove un conflitto   poteva scatenarsi se Milan non faceva attenzione, dove avevano quasi tutto quello di cui avevano bisogno, gratis e con persone che facevano tutto al loro posto.
Cucina, pulizie,
perfino scuola  come Kianta aveva deciso per certe fasce d'età, per tenerli buoni. Gli schiamazzi di bambini poco educati dai genitori disturbavano tutti, non importava l'età che avessero, ma si sentivano liberi di comportarsi come meglio credevano. E ricordava ancora la mattina, quindi poche ore prima, dove Kianta aveva avuto un confronto non proprio liscio con alcuni , adirati perchè lei e alcuni Gestori avevano rimproverato i loro pargoli, anche se alcuni superavano i quindici anni ma per come si comportavano sembravano averne molto meno. Con conseguente litigio aspro dove decise di confinare in un'altra zona quelle famiglie, da sole e in isolamento, dicendo a tutti mentre venivano spostati che in giorni come quelli educazione, vicinanza, considerazione dell'altro ed empatia per capire quando e come comportarsi in mezzo ad altri, erano la chiave per dimostrare di essere e migliori della gente che li aveva privati della loro normalità e case.
Cè un confine, disse, tra stupidità e genitorialità, tra guide di vita e amebe che figliano e insegnano ad essere incivili ed egoisti. Potevano comportarsi come persone o alla stregua degli animali, ossia seguendo istinti che però erano nocivi per quella situazione. Quando li fece portare via rimproverando genitori colpevoli e quelli che assistevano,  di generare figli senza dare loro delle linee guida per capire anche da soli i comportamenti corretti, di base, minacciò di fare lo stesso con gli altri, giurando che sarebbero rimasti tutti in pochi metri quadrati per giorni senza uscire, senza tv ne altro mezzo se non il dialogo tra loro.  Se volevano essere come gli esseri che distruggevano per ideali odiosi erano liberi di andarsene ma da soli, a piedi, verso la loro case e con l'avviso alle forze governative che pattugliavano le strade che quelle persone  meritavano un isolamento pedagogico. Dopo le prime proteste lei fece vedere dei video della loro stessa città in quei due giorni, indicando che gli esseri umani civili erano loro mentre quelli che lei odiava e che portavano quanto stavano sperimentando da alcuni anni, erano i distruttori di tutto ciò che è umano. Terminò dicendo che perfino gli animali sapevano creare dei gruppi o colonie organizzate e funzionanti, ma essendo animali e vivendo per istinti, prevaleva il più forte dove gli altri morivano velocemente o di stenti. O per altri motivi, ma non certo dignitosi. E che l'essere umano fosse qualcosa di diverso e si dimostrava nell'empatia, nell'insegnamento di linee base di comportamento e civiltà, solidarietà e capacità positive, non distruttive e limitative. Potevano urlare di limitazioni quanto volevano, ma non avevano idea disse, di quello che ricevevano e godevano in pochi giorni rispetto ad altri, che mostrava mentre parlava.  E come esseri umani il rispetto e l'aiuto recproco erano essenziali, la comunione di spazi, cibo o altra necessità facevano tutti degli esseri umani. Le persone menefreghiste, egoiste e cattive erano il male della società umana, peggio le moderne. Cosa noi facevamo, indicò prima di andarsene, era un'unione di queste cose. Li proteggevamo, aiutavamo, trattavamo come ospiti e per alcuni anche amici, come era capitato con alcune guardie che scherzavano e ridevano con molti di loro e che facevano uscire per un gruppetto  con qualche bottiglia, carte o altri passatempi, ragionò Jd. Vi era integrazione per superare insieme tutto e dimostrare cosa fosse l'essere umano. E poi Kianta se ne andò avvisandoli un'ultima volta che avrebbe punito duramente e senza problemi.

"Ecco... Jd, abbiamo bisogno del comandante, noi..."

"Vuoi dirmi che non siete in grado di sistemare la situazione?"

"Jd...capitano..." disse lui avvicinandosi a pochi centimentri come disperato "anche con l'introduzione  di certe...
... rispetto a prima, ancora noi uomini abbiamo dei compiti e... cercare di trattare certe donne non è facile. Arnold e alcuni del suo gruppo volevano picchiarle male per tutta la questione che ti ho detto, perchè pretendevano che fossero loro a pulire, anche quello che lasciavano delle loro cose, trattandoli come meri schiavi, offedendoli!... perchè sono professionali come ci ha insegnato il comandante, ma un'altra volta non se la sentono. karol ha dovuto sturate dopo un'ora uno scarico di un orinatoio perchè qualche... un tizio parecchio educato ha buttato un preservativo usato. Non si capisce qundo ma abbiamo le registrazioni da controllare, ha deciso bene di far sparire certe tracce. Alcune donne hanno gettato i loro cosi mensili nei water, sono stati messi in lista di riparazione due ore fa e non capiscono che esistono i cestini per un motivo. Uno ha pure vomitato, un altro è stato preso a palettate di ferro per cucina. Palettate! perchè ha cercato di calmare un gruppo di donne davanti la cucina. Alcuni uomini hanno cercato di fare a botte  per gli avvisi di buona educazione, verso alcuni membri delle loro famiglie. Vincent è stato assalito per il tipo di cibi che doveva portare in cucina, per rifornirla. Li lasciamo affamati, dicono  alcuni, altri che non serviamo un menu decente e... Calogero si è visto consegnare una lista immensa di prodotti di vario tipo di bellezza, assurdi, e quando ha detto che magari non tutti meritavano di essere lì, visto che non erano di prima necessità, è stato insultato malamente. Gero invece portava con una Stiva lenzuola, asciugamani e altra roba pulita per sistemare i letti PER LORO, e dei ragazzini hanno fatto scempio del bucato, perchè non morbidi secondo loro e ha dovuto riportare indietro tutto per un nuovo lavaggio. Per non parlare dei loro abiti, le donne urlano che gli indumenti intimi non dovrebbero lavarli gli uomini e se li tengono per troppo tempo con lamentele per certo odori, altri pretendono  certi servizi di lavanderia che neanche per noi... Il Sindaco non aiuta, anzi fomenta, affermando che siamo noi che pestiamo i loro diritti e il rispetto che meritano come cittadini e..."

"Calmati, ho capito. Fan un bel respiro e rilassati. E loro sono dei civili cittadini, eh? Non è il primo Recinto che facciamo su ordine del governo, ma è davvero la prima volta che già dal primo giorno scoppiano questi caos ingestibili. Di solito dopo una settimana ma sono lamentele e richieste più umane che questi... Ora siamo al secondo giorno e a sentirti sembra stiano qui da due mesi."

"la situazione è cririca e..."

"Ho capito, pazienza. Devo parlare con Kianta, sai dovè?"

"E' da un'ora che la cerco  e ho scoperto solo che ha lasciato il Ranch con un mantello scuro da pioggia e alcuni dei cani, poi nessuna notizia."

"Da che parte?"

"Eh... se non sbaglio verso sud ovest, si... credo avessero detto che era andata a piedi verso sudovest."

"A piedi? Non credo, ma vedrò di parlarle. Per ora cercate di provvedere come sapete alle questioni principali. Ci pensiamo noi al resto"

"Va bene..." disse il ragazzo sconsolato, tornando a vedere e sentire il casino nell'edificio.

Jd uscì e andò verso le guardiole nell'ingresso elettrificato, protette dallo speciale schermo invisibile e pretese maggiori informazioni. Chiese che gli portassero subito un mezzo per uscire e alla domanda su quale preferisse, decise per un van con l'ampio spazio dietro privo di sedili. Aveva un presentimento e preferiva andarci preparato. Dopo aver atteso cinque minuti e aver parlato ancora con i ragazzi di guardia, si mise alla guida e si diresse sicuro verso un luogo, velocemente. Nonostante vi fossero guardie a presidiare le strade, nessuno lo fermava o bloccava perchè conoscevano i loro mezzi e il suo van era nero profondo, con fasce color perla e uno stemma inconfodibile. Una fiamma di base bianca con metà riflessi azzurri e metà neri.
Proseguì sicuro  finendo al lungomare, lastricato di veri mattoni con muretti in parte in marmo e in parte in pietra, che accedevano alla spiaggia. QUando notò qualcosa poco più avanti di dove scrutava,rallentando, si fermò e inseguì la figura. Che trottava sulla spiaggia seguendo i gabbiani.

"Negal...qui bello!"

L'asino somalo, che lo aveva già visto  trottava verso di lui, gli andò lesto incontro, con sulla groppa uno dei loro mantelli neri e bianchi. Col suo bel muso sagomato e lungo cercava le sue mani per le coccole, aveva il naso nero che sfumava in bianco per poi scurirsi fino agli occhi, il manto grigio/cannella  perlato e le zampe dalle caratteristiche striature nere orizzontali come una zebra.

"Eri qui invece che con Ninib ed Ea, eh? Che ci fai qui?" mentre il mulo santellava davanti a lui sulle quattro zampe dalla contentezza, poi corse verso l'acqua e iniziò a dare zampate alle onde che si infrandevano sul bagnasciuga, giocando.

Jd fece scorrere lo sguardo verso a sua destra e notò  i due cani messicani nudi che lo fissavano, mentre una persona stava ferma ad osservare l'orizzonte. I due cani stavano seduti  sul posteriore rivolti verso di lui, con i loro musi neri neri, seri e dagli occhi dorati, con il resto del pelo color castagna, dallo sguardo come incavolato e attento. I due maschi sicuramente erano di vedetta, anche se sapeva che non avevano avuto comandi a tal proposito, lo erano di natura. Rispetto alle altre razze che avevano, questa era giocherellona ed estroversa ma mai come un labrador. Se non erano a casa loro erano guardinghi. Allo Chateau erano allegri e giocavano volentieri, erano pazienti con tutti i membri, ma erano legati ad alcuni in particolare. Ma fuori stavano sempre con le orecchie dritte dritte pronte a captare qualsiasi cosa, fermi e fintamente rilassati, ma in verità pronti e sicuri verso qualunque cosa che avveniva intorno a loro. Del gruppo dei cani messicani loro due adoravano stare con lei e Milan, quando li vedevano o questi li prendevano apposta, restavano al fianco, gradendo coccole e grattini ma mai troppo rilassati. Più seri di un pastore tedesco ma affettuosi come bulldog francesi.  Non erano cani da lancio del ramo o palla per intenderci, anche per l'addestramento ricevuto,  ma sapevano essere di buona compagnia e affiatati con gli umani.
Jd si avvicinò a loro, lo osservarono meno severi e gli leccarono le mani, alzandosi e girandosi per andare verso di lei, rivolta verso l'orizzonte. I cani però iniziarono a giocare con il mulo,  cercando di colpire le onde. Jd  considerò che forse con lui lì, erano più tranquilli da giocare e voltare la schiena.
La osservò mentre era ancora di spalle, un abito lungo azzurro polvere all'apparenza, che era invece cangiante alla luce con riflessi di blu, azzurro in varie tonalità e bianco. La scollatura a barca era impreziosita da ricami in rilievo forse di viticci e motivi floreali color argento su tutto il corpetto e nella gonna verso la fine.  I decori segnavano anche il bordo delle maniche, sotto le spalle, ampie  e ariose che arrivavano al gomito. L'abito scendeva con una gonna ampia, vaporosa e leggera al minimo soffio di vento, drappeggiandole i fianchi per poi gonfiarsi e avvitarsi come una coda seguendo il vento. In vita una fascia  di seta argentata annodata sottile e arrotolata come una cintura con decori argento e a rilievo come l'avito, e capelli lisci lunghi ondeggianti al vento impreziositi da fermagli argentati a forma di rami d'albero. Come sempre aveva indossato una parrucca, e Jd sorrise.

si chiese tra se Jd avvicinandosi.

"Sapevo di trovarti qui. Non dirmi che sei scappata da quel casino"

"No, volevo semplicemente stare qui..." restando a guardare il mare.

"Non poteva essere altrimenti, per questo sono venuto subito qui. Se fosse per te saresti là, sotto il mare a guardare i fondali..." voltandosi a guardarla, ricevendo da lei  un mezzo sorriso prima di rivoltarsi. "e ancora non ci credo che vuoi finanziare la costruzione di un impianto a più settori di un centro di ricerca sottomarino..."

"Io finanzio, io posso andare là sotto a studiare i fondali di varie zone dove saranno costruiti, senza chiedere il permesso a nessuno.  E possiamo studiare...

"Ma da dove li prendi i soldi? Non hai uno stipendio come noi"

"oh, Jd... Milan mi versa un bonus speciale quando gli va e per il mio lavoro.Non ho uno stipendio come tutti, decisione che hanno preso,  ma posso contare su molti conti dell'organizzazione e altri suoi privati, da dove mi concede pieno utilizzo senza chiedere spiegazioni. Per sua fortuna uso quel che prendo per i miei animali, le poche spese di abiti e altro personale e niente da mantenuta. Mi ha donato un conto speciale per finanziare progetti in corso e nuovi. Ricordati una cosa..." voltandosi verso di lui, fissandolo,  sorpreso per quanto ascoltato "... se io sono qui, in questo grado e con queste possibilità, è perchè sa che non farei mai niente contro di lui. Io non lo pugnalerei alle spalle e lo sa, sempre che non accada qualcosa, che..."

"Cosa... e davvero esistono tutti quei conti?"

"Si, per la seconda domanda. Non viviamo con solo acqua e aria e tu dovresti saperlo bene, visto che eri tu prima ad aiutarlo. Adesso siamo una Cittadella, produciamo e creiamo noi oltre il sessanta percento del nostro fabbisogno e necessità, ma vendiamo e barattiamo anche... tutti gli agganci e tutti gli incarichi sono una delle entrate che ci permettono ogni cosa è presente allo Chateau. Necessitiamo di soldi, donazioni, finanziamenti, compensi e... "scuotendo la testa vagando con lo sguardo sul mare lievemente mosso e schiumoso "e dobbiamo conservarne una parte, investirne un'altra, far fruttare un'altra ancora! Tu non sai più cosa cè dietro ma io si, ho accesso a cose che forse non ti piacerebbero, ma ci permettono di continuare a realizzare quel desiderio. Un sovvenzionatore, un conte pensa un pò, ci ha definiti sognatori ma spera che se non lui, i suoi figli possano non vivere in questo mondo marcio, perchè cambiato. Lui è un uomo buono e se non fosse per il suo stato di nascita e cosa ha ereditato, non credo avrebbe fatto strada. Resta comunque il fatto che lui odia la gente che deve trattare e incontrare, pronta a tutto per i propri profitti. Bugie, sotterfugi, azioni malavitose... ne ha raccontante a Milan parecchie, viste anche con i suoi occhi e non li condivide, ma ha fatto capire chiaramente che se non faceva bon viso e cattivo gioco come poteva, sarebbe caduto come altri. E così ci finanzia perchè vi sia un cambiamento. Ha definito i nostri sforzi come ma spera che davvero ci siano risultati. Gran controsenso! E quei soldi dove vanno? In parte alle casse di gestione dello Chateau, in parte a studi ed esperimenti di David e tutto il team. Sei fuori da molto dall'ufficio di Milan eppure... eppure dovresti immaginarle certe cose!"

"Certo che lo so, ma  ricordavo meno possibilità in mano al Leader. Le cose sono cambiate molto da allora e son passati quasi due anni. Sono sempre sorpreso di tutto quello che introducete e migliorate ma... ammetto di non aver voluto pensare a cosa ci fosse dietro..."

"Anche gli accordi con Madame e gli altri ci portano profitti..."

A quelle parole Jd rimase di sasso, rigido. Madame! Uno dei nei lungo la Strada per il cambiamento. Uno dei compromessi che Kianta odiava ma doveva accettare a capo chino. NOn si otteneva niente per ninete, come diceva sempre, e voleva sperare che tutto ciò che sfruttassero , che rientrava nelle negatività che dovevano invece fermare, finisse  e iniziasse davvero la rivoluzione umana.
Lasciò che il silenzio cancellasse gli accordi che sia lui che Kianta non approvavano ma, come diceva Milan, ogni possibilità è un gradino in più per arrivare. Bisogna sfruttare le cose per voltarle in positivo. Ma Jd si chiedeva se era davvero così giusto.

"Posso chiederti perchè hai intossato l'aqua? Qui? Milan non si incavolerà?"

"..." osservandolo solo con gli occhi, restando con il viso verso il mare "stavo per dirti scaramanzia, ma io non sono una persona del genere. Però in un certo senso cercavo un'ispirazione. O un qualcosa per non aver paura..."

"paura di cosa? Pensi sia una missione pericolosa?"

"Oh, no. Intendevo... per la Ruota dell'anno..."

"Non capisco, perchè hai paura?"

"Perchè si deve scoprire la Dama del Tempo dei canti, per la stagione dell'Ombra prima di Samain. E dell'anno nuovo..."

"Aspetta... se vieni scelta per questo mese qualè il problema?"

"Non è per questo mese, ma per Samain, per essere la Signora del nuovo anno, che deve portare la Rinascita. E se accade che io... che sono... cosa..." iniziando a balbettare.

"Lo avevo dimenticato, si vede che sono un fedele pessimo..." sorridendo malamente cercando di smorzare la preoccupazione che le leggeva in volto "Sarai questo mese... che poi non capisco perchè Djordje ti ha scelta come Dama, non bastava essere Fanciulla? NOn capisco come Milan permetta a suo fratello una cosa del genere. Le Feste, il Tempo, le celebrazioni... le capisco e le accetto ma non alla stregua di 
Djordje, per me sono esagerazioni. Vuole eseguire tutto come gli Antichi, ma per me è troppo. Anche la Rinascita, tutte le ragazze che sta scegliendo per la simbol..."

"Io non voglio essere personinficazione della Signora dell'anno, che sarebbe arboreo. Mi è bastato assistere alla Fine dell'inverno e al Tempo di cervi. Quelle non erano celebrazioni... " mostrandosi disgustata, amareggiata "cosa ha accettato che i partecipanti facessero per il rinnovamento... ho deciso di dire a Dorde, mi pare strano che tu lo chiami con il nome originale e non l'abbreviazione che usiamo tutti, che io voglio restare solo una Fanciulla di 
Dorde. Basta. Non voglio essere una Dama, nè una Figlia del Padre e..."

"Eh? Sei anche una Figlia del Padre? ma perchè?"

"Chiedilo a Milan e 
Dorde..."

"Mi sembra parecchio strano che tu sia sia Musa o Figlia, e Fanciulla. Come funziona? Non dovrebbero essere..."

"Le Fanciulle di
Dorde dovevano all'inizio essere le Muse o Figlie. Ricordi quali sono, almeno?"

"...Mh! Se ricordo bene rispetto alle muse mitologiche, queste sono legate più a premonizioni e misticismo. Sono le entità che la nostra organizzazione utilizza per certe cose..."

"Già" adirata, stringendo con forza le braccia con le mani "Questa cosa non mi è mai piaiciuta e la trovo assurda. Le religioni le ho sempre odiate per tante cose e il fatto che sia Milan che
Dorde utilizzino queste cose magiche mi fa incavolare! Una cosa è accettare l'idea che questo mondo va considerato con una scintilla data dal dualismo creatore, da nostro Padre e Madre e va tutelato, rispettato, protetto. Ma pensare che esista un piano o filo sovrannaturale da copiare le religioni che non sopporto... Ho accettato solo per Milan, ma non mi va... io non credo di essere affatto una Figlia o Fanciulla..."

"In verità il fatto che tu sia una Musa di Dorde non è un concetto sbagliato. E' il fatto che lui abbia scisso le due cose, Fanciulla per essere le sue personali e le Figlie o Muse, non lo capisco. Non siete la stessa cosa?  E' per te, se esistono molte cose. No?" guardandola con un sorriso leggero "Se ricordo bene le nove Figlie o Muse sono coloro che conducono, che indicano,  qualcosa di  Richiesto.  Le muse sono... colei che invita, 
colei che invoca, colei che mente, colei che punisce,colei che predice,colei che appassiona, colei che cela, colei che insegna. colei che crea. Entità ispiratrici per tutti, vere e proprie streghe forti, capaci, neutre e dedite a rituali mistici. Studiano, tessono e presiedono gli avvenimenti consigliando i Guardiani. Usano le parole per arrivare alla risposta che si chiede loro.  Il cerchio è l'incontro  delle dame, ma anche il luogo di celebrazioni di date speciali come i solstizi o gli equinozi. Al loro posto giungono le Fanciulle di Dorde, rappresentazione della ruota annuale, dei momenti stagionali che viviamo. Dotate anch'esse di qualcosa di speciale, si abbigliano e compiono rituali di ringraziamento o invocazione d el Padre e la Madre portando le festività tra noi. E' come ho capito da Milan per Dorde le Fanciulle sono molto di più di questo..."

"infatti, non è la stessa cosa dei preti? Alla stregua di altre religioni dove si pensa al magico? Perchè dovrebbero esserci personificazioni di un periodo e che fa riti in stile messe religiose? E' vergognoso! Così come le nostre armi che sono fatte in Weben o
Benben e in Uakitite, perchè secondo Milan donano qualcosa di magico al proprietario. Serio?"

"Sai come la pensa Milan, che a questo mondo oltre il materiale cè dell'altro. E lui vuole accaparrarsi tutto il positivo che può. Tu sei più materiale, pratica, rifiuti queste cose e posso capire che vuoi lasciare tutto, se non vuoi farvi parte diglielo. E Basta. Cosa può accadere..."

"La Fanciulla della rinascita sai perchè si chiama così? O Peggio e cosa temo, la
Signora del nuovo anno?"

"No, lo sai che partecipo molto di rado
a queste nuove celebrazioni, tranne le feste al falò. Quelle non me le perdo" mostrando un sorriso smagliante.

"Conosci Serena no?"

"Si, la mora. Anche se ha il pancione e ormai dovrebbe partorire,  adora occuparsi dei giardini..."

"GIà. Era la
Signora del nuovo anno...! Guardala come è adesso..."

"..." restando un attimo turbato con la bocca aperta mentre lei lo fissava nera in volto.

"
Signora del nuovo anno... aspetta! Non può essere quello che ho capito io!"

"Secondo te qualè il compito delle Fanciulle del Tempo delle invocazioni e Fine dell'inverno?

"Cavolo non lo ricordo. E' il periodo marzo fino maggio, con due Fanciulle come rapprentazioni... è il mese dei semi e impiantamento, rinnovo..."

"e accoppiamenti! presenziano nell'abito creato ogni anno per rappresentare..."

"No, aspetta! Dici quella ragazza che ho visto con quell'abito color verde foglia chiaro, con gonna a palloncino a strati come petali, dal più scuro a trasparente perlescente sopra? il fiocco lunghissimo fino a terra con le due stringhe  come strascichi? i ciondoli come campanelle a forma di fiore che tintinnavano, il velo stretto alla testa da un nastro con quei ciondoli? Coi capelli sciolti lunghi e le scarpe con un tacchetto? Che assisteva durante le settimane della monta degli animali? Per le nascite estive?"

"Si!" con il broncio "davvero non segui più molto la vostra religione! Uno dei compiti di quelle Fanciulle è rappresentare lo spirito della rinascita e dell'arrivo del periodo di Luce. L'anno scorso non cèra?"

"In effetti non a questi livelli. Cèra, ma questa è la prima volta che sento queste cose. Si è portato agli estremi il concetto dell'antica religione. Ricordo che ero d'accordo sulla credenza di ringraziare il dualismo creatore e ricordo te, quel giorno, in cui hai chiesto allora la scintilla della vita o particolla di Dio e il big bang cosa fossero, visto che non erano proprio un dualismo. Ho riso per ore. E quando hai continuato dicendo che una volta in un acquario era nato un cucciolo di squalo, ma non vi erano maschi e hanno scoperto che forse sono in grado di procreare per partenogenesi non riuscivo a smettere. E anche qui, hai messo in dubbio la questione. E Alaric che si scontrava con te dicendo che sei pazza perchè non credi in certe cose e in Milan. Cosa accadrà se scoprono che non sarai più Fanciulla?" ridendo di gusto.

"..." guardandolo malamente come se volesse chiedere cosa ci fosse di divertente "non cè niente da ridere. Sono rituali assurdi, va bene festeggiare ma non con gravidanze e feste baccanali. Andiamo....  Per augurare prosperità e buon anno  non cè bisogno di certe cose. E le urla di felicità e isterismo di certi video della gente, appena sente che altri sono incinta. A me viene la pelle d'oca, lo sgutter nel vederli urlare e fare cose pazze solo perchè tizia è gravida. Perchè tanta felicità su una cosa NATURALE! Succede a TUTTE, a meno che non ci siano problemi, ma ormai sono per la maggior parte sistemabili, ogni femmina di questo mondo ... oh, ma diciamo la cosa correttamente. Se tu sei sposata, con pieno accordo delle famiglie e tutto, è accettato. O sei una donnaccia per la società e mi spiace per loro, ma fanno o possono farlo TUTTE! Che poi che schifo, cavolo! Se capita in qualche modo che scopro di esserela Signora del nuovo anno, brucio tutto! Altro che onore essere queste cavolate!"

"Lo sgutter... di nuovo quella parola per non dire , non la sentivo da un pò" scoprendo che l oguardava malissimo "Dai, calmati" alzando le mani vedendola furente, nervosa "Milan non lo permetterà, ha anche il Giuramento sull'onore di quel giorno, se mai dovesse accadere..."

"IO NON VOGLIO QUESTE CAVOLATE! Anche Alaric dice che non è normale odiare quello è naturale, rigirandomi le mie stesse parole. Ti ci metti anche tu?" fronteggiandolo con rabbia.

"No, non ho detto questo. Sai che non lo farei mai, men che meno con te, Kianta. So che odi quel discorso e non trovo giusto da parte di Milan e Dorde una cosa del genere. Nessuno ti chiede un sacrificio, e non dovrebbe neanche Milan. Nessuno ti toccherà, ne dovrai soffrire per queste cose. QUindi calmati, non devi starci male" stringendole le braccia e cercando di calmarla, cercando di guardarla negli occhi nonostante lei non volesse il contatto visivo "Se vi saranno problemi cercheremo di sistemare le cose. Ok? Ma Lui cosa dice contro le decisioni di Milan?"

A quel punto lei sussultò sorpresa, alzò finalmente gli occhi su Jd e restò qualche istante, aggrottando la fronte, nel capire la domanda. Poi si allontanò con decisione dalla stretta gentile di lui, che rimase con le mani alzate dove tenevano le braccia. Tornò a fissare la sabbia, perplessa e silenziosa, finchè non guardò il cielo.

"Perchè è importante sapere Lui che ne pensa? Comunque non gliene ho parlato e preferisco evitare..."

"Perchè?"

"...perchè!" disse lei voltandosi di scatto verso di lui, serissima "so già la risposta, la conosco e non mi interessa. Non deve accadere, in nessuna situazione, non esiste che finisca così per me. Non... non.." scuotendo la testa disperata "sarebbe tremendo per me, una cosa..."

"da noi non esiste l'obbligo, e lo sai. Anzi, ne è contemplato solo uno, l'Uno, e nessun altro di davvero... insomma, anche per te questo è stato possibile  e quell'Uno è un vincolo scelto e voluto da chi accetta. Poi per il resto tutti eseguono per gratitudine, rispetto e perchè vi seguono per davvero. Ci credono. E lo avete costruito voi. E non posso pensare che Milan possa accettare che tu..."

"Non riesco a capire come fa la gente ad essere felice nel farsi avvicinare e peggio ancora a fare figli, e intendo dal lato della donna. Dovrebbe essere, essendo umani, qualcosa ben diversa dall'accoppiamento degli animali in generale e...

"Fa niente, non pensarci perchè non accadrà." proruppe lui, per evitare di un discorso che aveva già fatto con un'altra persona e non sapeva mai come rispondere, cosa dire, come trovare un equilibrio in una conversazione così particolare da non farle venire le paure "Hai anche il dispositivo nel braccio che lo evita, quindi pensiamo a queste... cosa voleva Milan? Eventi? Perchè ti ha mandato degli abiti con accessori e gioielli da festa?"

"... ci saranno dei ricevimenti per i nostri fondi" iniziò lei calmandosi piano piano" il Conte ha deciso di organizzarne due lui e uno un alto governatore della ex america. Ancora non so come Milan riuscirà a cambiare certe cose, ma ha detto che è importarte la nostra partecipazione, ecco perchè dell'AerOl con tutti i vestiti. Di tutti i veterani, quindi preparati. Mi ha mandato anche i gioielli migliori..." toccandosi la collana. Un intreccio come dei rami sottili di fili di platino che abbracciavano il collo formando come un girocollo spesso quattro dita, che correva intorno al collo come due braccia di rami che da dietro si aprivano in avanti e terminavano poco sotto il solco del collo, con una grossa gemma blu che sembrava uno scorcio di universo.

"Oh, è la collana con la tanzanite? bella, sta bene con l'abito!"

"No, è Heelal..."

"COSA?!? Ma dici il diamante blu?"

"Si, il cugino dell'Hope, trovato nella stessa miniera qualche anno fa e donato a MIlan per finanziare il Progetto. Solo che, vedendolo, ha deciso di tenerlo perchè a causa delle sue la gemma ha l'aspetto di una foto di qualche sonda mandata nell'universo profondo, e l'intagliatore olandese ha dato ad essa un leggero taglio e il nome appunto di Heelal, universo. Dopo che fece creare questo abito, l'aqua, ed altri sempre sui toni del blu con le migliori stoffe per degli eventi dove dovevo essere presente, mi ha dato anche questa collana da usare a mia scelta con ognuno di essi. Era insieme ai rubini, opali australiani, cianiti e tanzaniti da abbinare agli abiti"

"Cazzo, Kianta...! E' un cazzo di diamante che vale miliardi, e non andare al mare!"

Le lo fisso freddamente, alzando il sopracciglio destro "non stavo prendendo il sole, non facevo un bagno, questa zona è controllata dai nostri e cè Helias attivo a controllare ogni cosa. Calmati. L'ho indossato apposta, per fargli un dispetto, sapendo che lo avrebbe saputo..." dicendo più lentamente l'ultima parte, guardandolo.

Jd capì a cosa si riferiva, qualcuno diceva a Milan quello che faceva e ammetteva che lui stesso aveva detto qualcosa perchè il Leader agisse pro Kianta per determinate questioni. E quando lei lo fronteggiava. Era l'unica a farlo, la sola con gli attributi che tanti di loro invece avevano di natura ma non usavano con lui, da guardare quel'uomo negli occhi e dirgli cosa non piaceva, cosa non andava e pretendere un cambiamento.
Tuttavia, Kianta era Kianta, come Milan era Milan ed entrambi sapevano come trattare l'altro. E Milan sapeva che Kianta non lo affrontava per qualcosa di preteso come fosse un'egoista pretenziosa o altro, agiva e chiedeva sempre per l'organizzazione o qualcun altro, essendo più di semplice di molti altri. E semplicemente sapeva cosa voleva e come e chiedeva l'appoggio dell'amico, perchè questo erano ormai.
Anche Jd era suo amico ma sapeva bene che lei aveva come... dei livelli di amicizia, un pò come i livelli di spazio della zona privata di una persona. Come quella lezione sulla comunicazione e interazioni personali, tra le altre che rano obbligatori, che lei faceva fare a tutti per istruirli e migliorarli. Lei adottava la stessa cosa e quindi teneva diversi tipi di amici, come diverse erano quelle zone. La zona intima, zona personale, zona sociale, zona pubblica. Sapeva che se stesso e Milan come i veterani, facevano parte della zona personale. La zona sociale con tutti i membri dell'arganizzazione, il gruppetto degli Andere in tedesco o Diversi, come li chiamavano gli altri e tutti quelli che si facevano avvicinare da lei senza timori. Perfino Madame era in questa categoria. E poi cèrano quelli della zona pubblica, tutti quelli che non voleva tra i piedi se non per lavoro,  ossia fuori dagl i altri spazi. E la zona intima, o più vicina a lei... non era di nessuno. Almeno, ricordò, prima di otto mesi prima, forse di più. Cèra solo una persona in verità, che era riuscita a superare quella linea netta tra lei e tutti gli altri, se stesso compreso, che sapeva aver raggiunto una vicinanza di... niente. LA persona speciale, LA personale più vicina come per altri erano uno dei  nonni, genitori, migliori amici per sempre, qualunque persona che restava per sempre nel cuore e spalla con spalla. E sospirò duramente, per questo.

"Quindi fammi capire. Sapendo che Milan lo scopriva hai indossato una abito costoso, il diamante che è il gioiello più costoso di tutti beni dell'organizzazione, in tema di oro e pietre, e sei venuta qui a guardare il mare  per protesta?

"Ho pensato che fosse più appropriato e... di certo non potevo venire vestita di tuttopunto, con pelle e tessuti pesanti. Questo periodo è perfetto , non ancora troppo caldo ma cancellando il freddo. Sapevo che venivamo qui e ho deciso di farlo, visto che Milan mi ha chiesto anche di partecipare a determinati incontri, mandandomi alcuni abiti da indossare. Lo sapevi? Vuole che sia presente come sua accompagnatrice, anche se sa che odio quegli eventi, e ho deciso di godermeli un pò. Mi sentivo di mettere questo e osservare per un pò..." facendolo ridere.

"Ok, lasciamo perdere... Cosa stai guardando da quando sono arrivato?" le chiese, vedendola di nuovo fissa in un punto, mentre i cani e il mulo giocavano contenti intorno a loro.

"Il Castello di mare, quell'antico bastione che si può vedere in giorni come questo. Ormai è dirocatto, peccato..." stringendosi le braccia tra se.

"Vuoi andarci?"

"No, come ho detto è diroccato e in epoche passate era anche una prigione sull'acqua. Sarebbe pericoloso e poi... se è come ho letto, magari quel posto è anche oscuro. Meglio di no..."

"Allora torni con me?"

"Mi spieghi perchè ho trovato al canile Sin e Anu? Sono Xolo quetzal, anche se rientrano nei cani da guardia non li ho messi..."

"Lo so io..." la fermò subito "Milan a quanto pare, quando stavano caricando i cani nell'AerOl , mentre il resto dei gruppi che dovevano venire nell'AirOl, ha chiesto che questi due signorini fossero con te come guardie extra. A quanto pare è per la tua sicurezza, sono addestrati e buone Ombre,  inoltre sono i cani destinati alla sicurezza personale di pezzi grossi... quando uno dei ragazzi mi ha detto che è stato Milan, ho capito che ormai sono i vostri protettori. Seguono sempre te o lui dove serve, quindi ha senso..."

"Ma abbiamo altre razze per questo compito, loro valgono tantissimo ed è certo che hanno meno problemi dentali dei cugini in messico ma... che senso ha portarli qui?"

"Non capisco perchè ti lamenti..." disse lui pensieroso, intrecciando le mani dietro la testa, facendo piccoli passi intorno a lei "li alleviamo a addestriamo per essere i cani personali di gente ricca e snob, questi due sono rimasti sempre insieme a voi due quando volevate un'Ombra, non sono stati mai venduti a nessuno e ora li manda qui per te. Direi che ha preferito un'ulteriore incentivo di sicurezza nei tuoi riguardi. Ha mandato anche altre
razze per le ronde e controllo, ma questi sono considerati i cani sacri e di persone di alto rango aztechi, erano la  guida delle anime dei proprietari. Essendo Milan... Milan, ci credo che lo reputi l'unico tipo di cane meritevole di stare al suo calcagno."

"Già, essendo Milan quel che è..." rispose lei lievemente piccata, facendo il broncio dopo aver espirato con forza da gonfiarsi le guance, assumendo un'espressione arrabbiata. Facendo sorridere Jd.

"Non so il perchè di questo tuo malumore ma... ti ha pensata, ha voluto un' altra carta alla tua sicurezza, e a me va bene. Quei due ti sono fedeli e ti stanno vicina con le orecchie tese. Io sono tranquillo, quindi non preoccuparti per loro e il loro valore. Che poi, parli tu che per lamentarti indossi un abito e un gioiello milionari" ridendo guardandola "Alla fine penso che Milan consideri il tuo valore sopra il loro " fissandola di sottecchi "e credo che reputi davvero importante questa missione da mandare anche te, anche se non era il caso. Ma ti guarda le spalle tramite loro, quindi non pensarci. Ok? Però, perchè sei venuta fin qui su Negal?"

"Guarda che non ho cavalcato questo muletto!" voltandosi a guardarlo con le sopracciglia alzate "mi hanno dato un passaggio, loro compresi, i ragazzi del gruppo scout. Negal aveva già smangiucchiato buona parte dell'erba di una delle zone che dobbiamo ripulire, così l'ho portato con me. Lui è uno dei pochi che non ha visto il mare a casa. Secondo te dove li mettevo scarpe e copriabito?"

"Quali scarpe?"

Kianta si voltò in cerca del mulo e lo trovò a raspare la sabbia giocando con le onde con i due Xolo, sul dorso il corpiabito sghembo, col rischio di scivolare. Guardò ovunque intorno a lei, arrabbiata, dicendo "ma... ma..." preoccupata. QUindi aveva indossato le Constantine di raso color azzurro con tacco e tonde in punta, il completo insomma,  e Jd rise immaginando la faccia di Milan vedendole rovinate e pensando al loro costo.
Quegli abiti e accessori erano per determinate situazioni ma Kianta aveva il vizio di metterli quando pensava fosse lecito come una protesta, ma alla fine non li rovinava mai, era attenta su certe cosa. Ma se accadeva qualcosa anche se davvero raramente, andavano puliti e riparati e visto il loro costo, Milan non sempre ne era felice. Ma chiudeva un occhio perchè li comprava per lei e per avvenimenti in cui si richiedeva quel tipo di dresscode, per poi riporli nel guardaroba dello Chateau. IN pratica cèrano abiti creati apposta per tutti i veterani, Kianta e Milan compresi, con tessuti particolari o pagati cari a stilisti meritevoli, e bravi,  che venivano indossati solo qualche volta, anche una, e messi in un luogo speciale,  e lei trovava la cosa triste. Pensava troppo a chi non aveva niente rapportato al costo di quelle creazioni e considerava importante non sprecare. Anche se li indossava per protesta silenziosa, era sempre rispettosa di tutto, così come cèra la regola in tutta la compagnia,voluta da lei,  che tutto era riparabile e non si gettava nulla. Aveva istruito, creato i cosidetti Angoli e Spazi e nominato artigiani, in grado di creare e riparare di tutto, riutilizzando tutto evitando sprechi o dando nuova vita a ogni cosa, fino a che non si poteva far nulla. Ed erano così bravi che ti restituivano cosa gli portavi come fosse nuovo, a volte se non sapevi che erano riparati sembravano in ottimo stato.
Così aveva dato occupazione, guadagno e dignità a tante persone, ma anche un valore agli oggetti che prima erano persi, costruendo la Cittadella partendo dallo Chateau. Solo gli abiti speciali erano disegnati e creati da artisti fuori dallo Chateau e costavano cari, e in effetti pochi sapevano di questa cosa, appunto i veterani e le guardie dei membri della Testa dell'organizzazione. Kianta odiava mostrarsi in intimo per le misure e creava sempre questioni per non essere toccata, ma finanziava e sosteneva la creatività e le capacità sartoriali interne, come per tutte le altre attività, con ottimi risultati e non capiva perchè Milan dovesse pagare esterni e anche migliaia di dollari per abiti che sarebbero serviti solo una manciata di volte. Così per protesta, sia per quel che si lamentava, sia per questo spreco secondo lei comrpando lui spesso nuovi abiti e accessori, gli faceva sapere che i famosi abiti erano usati anche... per vedere il mare! Per farlo reagire ed essere convocata. Ma Jd non sapeva mai come andava a finire realmente perchè in generale scopriva sempre la decisione di Milan dal comportamento di lei o l'attuazione di cosa lei chiedeva.
Quindi lei dava importanza al riutilizzo e ad abiti veramente adatti alla persona e no nsolo belli, cosa che quelli non erano per e su di lei ai suoi occhi. Ma per Milan doveva indossare quando richiesto cosa lui voleva e, contro Milan, lei li usava per mostrare disappunto su qualcosa. Amava solo alcuni abiti, che aveva creato, scelto e voluto proprio lei stessa e li aveva pagati con soldi suoi, conservati da vendite e altre cose, e considerava tantissimo quegli abiti come , adatti a lei. Gli altri erano doni di Milan per essere utilizzati in certe occasioni e, anche se magnifici, non capiva perchè tutti quei soldi spesi in capi conservati poi in stanze controllate in temperatura e sicurezza, senza altri utilizzi. Calcolava che molti di quelli potevano non essere creati e pagati, potendo indossare sempre gli stessi ma...
 Milan era diverso, pensava sempre che un abito facesse il monaco, sopratutto agli occhi degli altri e indossare sempre gli stessi davanti alle stesse persone fosse... da poveri. Diceva che conosceva la povertà da piccolo in un certo senso e quella di apparire era un'arte,  erano anche un modo per dimostrare cosa era diventato dal niente. Per questo secondo lui una persona aveva bisogno di un certo numero e tipo di abiti per ogni occasione e pagarli di più,  con un risultato stupefancente anche sulla persona, era un piccolo prezzo da pagare.
Ma odiava anche i danni e problemi agli abiti, e questo creava piccole incompresioni se lei faceva protesta, anche se essendo pudica in una certa misura lo faceva come quel giorno sulla spiagga, lontano dagli occhi degli altri.Se lei faceva come credeva, con il risultato di qualche piccolo danno, MIlan diventava di malumore per molto tempo. Per lui gli abiti belli e curati erano... un'ossessione? Poteva metterla così?  Secondo il Leader, certi abiti esistono per essere ammirati o sul corpo di una donna o su un manichino espositivo. Erano opere d'arte, diceva, e i loro costo aveva un senso. Anche lui indossava certi tipi di abiti e di un certo costo, e diceva che gli uomini di un certo livello normalmente vestivano italiano e la qualità era qualcosa che rifletteva loro stessi. Per kianta non era proprio così, al massimo dovevano esserci due abiti identici se proprio lui voleva applicare queste convinzione, ma pensò che era un punzecchiarsi, tra quei due, su argomenti che alla fine a lui non interessavano, si preoccupava solo del rimprovero che lei avrebbe avuto per i danni. Stava pensando troppo su argomenti che non gli competevano,

"le cerco io, tu riprendi quei tre e andiamo. Ho il van a pochi metri. Cè bisogno di te in quel delirio!"

"No, ti prego. Ero venuta qui per un pò di pace, anche..."

"Non posso farci niente, questi qui sono pazzi già dopo un giorno e i ragazzi stanno andando fuori testa. Devi proprio venire..." pregandola con le mani unite e lo sguardo triste. "ti prometto che questa sera avrai finito. E sarai libera! Ma vieni a sistemare la questione. Inoltre il peggio lo danno le donne, e i ragazzi assegnati come Gestori sono in lacrime. Giuro... torna!"

Jd andò a cercare le scarpe mentre Kianta sospirava desolata, odiava quelle persone per come si comportavano con tutti loro. E non comprendeva come considerassero il loro aiuto e protezione come una prigionia, quando le cellule distruggevano e portavano terrore sotto le loro case. Scosse la testa scocciata e richiamò i due cani e il mulo, che ancora fronteggiavano le basse onde spumose.
Jd fece un sospiro di sollievo per cosa trovò, notando che le scarpe erano dentro le bisacce che Kianta aveva messo al mulo, una fascia che teneva due sacche, tutto di pelle, che contenevano varie cose. Ma in quelche modo questi li aveva fatti cadere, anche se non si spiegava il mantello. Ringraziò che lei fosse una persona avveduta e corretta, la osservò mentre passeggiava andando al van con i cani, mentre il mulo scorazzava intorno al mezzo, e disse che in fondo Milan aveva torto. Gli abiti andavano ammirati sulla persona per cui erano statio realizzati, come tutti gli altri. Sorrise pacifico con le bisacce sulla spalla e avanzò verso il van e Kianta, continuando a osservarla mentre il vento  le carezzava il corpo e giocava con l'abito.


Sei ore dopo.

Gask sistemò i contenitori che aveva sgraffiniato dalla cucina del campo in una tascapane in pelle, un regalo fatto da alcuni suoi uomini che sapevano trattare il pellame e utilizzarlo per vari oggetti. In questo caso alcuni di loro sapevano cucire e pressare la pelle con varie decorazioni ,per produrre vari capi d'abbigliamento, oggestistica e vari tipi di zaini e borse. La volta precedente aveva ricevuto dei bracciali in pelle scura che fungevano sia da paracolpi per la corda dell'arco, anche se non lo usava mai, ma anche per pugnali, coltelli di vario tipo o attrezzi di lavoro. Su pressione di Kianta aveva imparato l'arte del chiavistello, un modo carino per dire scassinatore, secondo lei. Con vari piccoli attrezzi fatti appositamente, sempre da alcuni di loro, era in grado dopo un corso pressante, di aprire qualsiasi cosa. E quei bracciali erano utilissimi! Aveva anche imparato ad utilizzare alcuni aggeggi, non ricordava mai il nome, per far scattare le serrature, allarmi e altri apparecchi elettronici. Era penoso con i computer e i macchinosi passaggi per hackerare le telecamere, ma aveva scoperto di non essere male con serrature varie di base, chiavistelli e ogni cosa chiusa da una chiave. E si divertiva a volte a metterlo in pratica, sopratuttto per gli scherzi.
Rise mentre costeggiava il BeauSejour, come cavolo l'aveva nominato Milan. Suo fratello era un uomo straordinario e lo pensava giorno dopo giorno, dal primo momento che si era conosciuti, ma quando si trattava di cose mistiche e nomi da dare, era allucinante. Aveva peggiorato le sue fissazioni dall'arrivo di Kianta, così si era lasciato sfuggire Jd,  e la mania dei simbolismi e parallelismi e non sapeva proprio da dove e cosa cosa provenisse quel nome. E preferiva non chiederlo, neanche a lei, perchè perfino Kianta stessa alla lunga alzava gli occhi al cielo per questo colorito modo di chiamare tutto di Milan. Era così difficile chiamarlo... edificio principale? No, non lo era pensò, anche se in verità mentre si guardava intorno, ricordò che la Consolle e i Crell era posizionati lì e Kianta vi aveva il suo ufficio. Ma allora il Torrione? Non capiva, ma aveva evitato di chiedere a chiunque perchè sapeva che le spiegazioni sarebbero state lunghe e vaghe, per lui.
Sapeva di non essere una cima su tante cose e sorrise al ricordo di una risata di Kianta,  vedendolo interdetto su una cosa che non capiva. Rideva sempre lei, quando lo vedeva perso, spaesato, su un argomento che non gli entrava in testa e con una smorfia come per dire e se prima si imbronciava perchè preso in giro, poi comprese che era per ben altro, e alla fine gli piaceva vederla ridere. Visto che di solito non lo faceva.

"Ehi Victor, hai slacciato quello che ti ho detto?" disse al phonvlet chiamando qualcuno.

"Ah ah ah, Capitano... si, ho staccato, staccato, le cam a infrarossi e termiche e messe quelle manuali. Posso sapere perchè lo hai chiesto e non il Comandante?"

"E' il comandante che ha voluto così. Stiamo facendo un addestramento di emergenza per una cosa, e non vogliamo allarmare tutti col rischio di esser visti e invalidare le cose... insomma, tiene quelle esterne finchè non te lo dico"

"Ma... capitano mi permetta, è un'infomrazione vaga. Come dovrei registrare questo cambio dei..."

"più tardi il comandante verrà lì a dirtelo, dobbiamo provare una cosa! Tu fà quella cosa, abbiamo bisogno di fare dei test per una cosa... stacca. Ok?"

"una cosa di una cosa... capitano, io lo faccio perchè è Lei ma spero che davvero il comandante verrà a confermarmi la modifica al registro. Altrimenti sono io che mi prendo la lavata di capo e non voglio che il comandante..."

"Victor! Tranquillo, registra pure questa cosa e poi il comandante ti dirà tutto, non ho tempo. Tu stacca, eh?"

"Si capitano, procedo. Riceverà sul suo dispositivo l'avviso quando saranno disattivati o modificati come sempre. Buona serata"

"Si, si..." più a se stesso che all'uomo al telefono "spero solo di convincerla..." alzando lo sguardo verso l'alto.
Si sistemò la tascapane intorno al collo, facendola cadere sul fianco destro, poi iniziò la scalata della parete dopo aver ricevuto l'avviso sul  phonevlet. Aveva studiato tutte le pareti per bene per sapere poi come muoversi per tutta la giornata, visto che il giorno prima avevano dovuto terminare il campo e quell'edificio. Ora sperava che fosse dove sapeva.

Arrivò in cima, si issò sulle braccia pentallando i piedi dove era possibile, cercando di non scivolare sulle zone prefabbricate del tetto. Lisce, di un materiale tipo plastica ma di tipo diverso, al solito non ricordava,  uno sul grigio tondenggiante ma calpestabile a forma di quadrato, con l'altro tipo trasparente in un bell'oblò da cui si vedeva l'interno. Di quelle sezione ve ne  erano sei in una fila di due, al fianco altre sei quindi, per un totale di dodici di questi quadrati grigi con l'occhio, come li chiamava lui, che formavano il rettangolo del tetto. Niente, ricordare nomi e la matematica e cose attinenti, non gli riusciva.  Inoltre l'edificio che avevano eretto in poche ore con il meglio della loro tecnologia era così grande e con tanti oblò da non sapere se cèra cosa cercava.
Si alzò, notando come già dei piccioni aveva insudiciato alcune parti e iniziò a camminare guardandosi intorno. E poi la vide, attraverso una di quelle bolle, distesa con il naso all'insù. L'aveva già sentito arrivare?

"Credevo non venissi" disse Kianta in un soffio, restando a guardare le stelle, mentre lui avanzava. Era distesa vicino ad una bolla, con un braccio destro dietro la testa e l'altro, il sinistro,  che teneva il ginocchio destro poggiato sull'altro.

"ieri non ci siamo più visti, così ho pensato che oggi eri libera e sapevo di trovarti qui..."

"Uffh, tutti sanno sempre dove trovarmi..." disse debolmente lei, incrociando le mani sull'addome con il broncio.

"Hai visto che già i pennuti hanno..." ma si bloccò quando, a pochi passi da lei, la vide distesa su qualcosa e tacque.

"Certo che lo avevo visto, ecco..." si alzò sul gomito, rovistò in una borsa al suo fianco e prese un qualcosa color grigio ripiegato, che distese finchè non si mostrò come un telo dei loro, di un materiale come tessuto idrorepellente, antipolvere o sabbia che usavano anche per alcuni tipi di indumenti. Sorrise e, posata la tascapane, si sistemò sul telo al suo fianco, distendendosi a guardare le stelle anche lui.

"oggi..." iniziò lui frantumando il silenzio a quell'altezza "... a quanto ho saputo hai sedato dei gruppi inviperiti e pronti alla rivoluzione con polso fermo e deciso, portando nuovamente la pace e..."

"Come parli forbito, quest'oggi" sorridendo e continuando a guardare in su.

"Ho avuto un'ottima maestra, sono acculturato adesso!"

Lei rise piano ma poi scoppiò in una risata che cercò di nascondere fra le mani. Rise anche lui e poi incrociò gli occhi di lei scambiandosi un sorriso. Si sentiva nell'aria qualche voce,  latrati lievi di qualcuno dei cani, qualche risata portata dal vento degli uomini in pausa e alcuni odori di cucina. Sicuramente dalle cappe dalla parte opposta dell'edificio.
Lei si voltò di fianco, verso di lui che rimase di schiena ma allungò una mano, la sinistra, per portala sulla schiena di lei, posando il gomito sul suo fianco, accarezandole la parte bassa della schiena.

"grazie..."

Lui rise, massaggiando con le dita la schiena di Kianta , sentendo i suoi muscoli rilassarsi. Sentiva il suo respiro leggero e il calore a contatto con la sua mano, rispetto alla brezza fresca di quel periodo che gli giungeva sulla pelle.

"Sembra quasi alla Lacrima della Luna, a casa. Se non fosse per quella gente là sotto, troverei questa missione anche piacevole..."

"eh eh, si ho sentito che li hai strapazzati per bene. Adesso credo ti odino per come li hai puniti. Sembra che quando entri tu, cali il silenzio, adesso."

"ben gli sta. Odio il casino di gente maleducata e volgare. E i danni che hanno fatto... avrei capito per popolazioni più arretrate che sono abituate al loro stile di vita spartano, ma loro... ho provato vergogna per loro. Peccato solo che ancora sono convinti di quello che dicevano e facevano, per loro siamo tiranni. Spero che con la mia lavata di capo stiano al loro posto. Sono ospiti ma non vuol dire che devono danneggiare i beni comuni o creare disagi a quel modo.  Ho saputo che due dei Gestori sono dovuti andare in infermeria per aver sistemato il bagno delle donne. Me ne dispiace. Avrei dovuto far loro visita ma dopo averli presi di petto e punito alcuni, mi sono dovuta chiudere in ufficio per parlare con Milan, con i tenenti per l'andamento delle attività allo Chateau e... mi girava la testa. Accidenti a loro! E ancora non so se i bagni sono stati riparati, come alcune sedie e il piano cottura della zona ristoro. Sono..."

"Non ci pensare! Per i bagni so che adesso il water è libero e un phon che avevano staccato della doccia durante una lite è stato sostituito. Jd mi ha detto che sei rimasta là a controllare e guardare con occhi cattivi gli ospiti, finchè non ti hanno detto che mancava poco. E che sei stata tu a rifornire la cucina davanti a loro, con una rabbia nei gesti e sguardo che hanno osservato ammutoliti. Una ragazzina, Margherite, ha detto che quando stavi posando dei broccoli enormi bianchi interi nel frigo, hai guardato chi era presente di loro in un modo che temevano glieli avresti tirati in testa!" ridendo di gusto. Poi la guardò e la vide al solito ombrosa, con le guance gonfie per espirare di rabbia, che le davano sempre un aspetto buffo più che pericoloso.

"L'ho fatto perchè in questo modo volevo vedere se osavano aprire bocca con me! Quel povero di..."

"Sta bene!" la calmò lui "Aveva solo paura delle donne sataniche, così ha detto!"

"bah... trattati coi guanti, con camerieri, persone di servizio e ogni genere di confonto e hanno quasi devastato un edificio! Ora voglio sapere da Milan chi pagherà per i danni!"

"QUalche finanziatore, tranquilla. Metterà quelle spese in qualche voce per quella gente come servizi extra o simili, lo ha già fatto"

"Questo non vuol dire che loro devono distruggere tutto! O perchè non possono seguire le loro diete, iniziare dei litigi come quelli di oggi. E sono loro le persone civili, vero?" disse lei con foga, alzandosi sui gomiti per guardarlo.

"Credo da oggi si limiteranno..." ridendo soddisfatto. "margherite diceva che era contenta che i cattivi erano stati puniti. E secondo lei cè anche altro che..."

"Da quando tu parli con quella ragazzina?"

"Da quando siamo amici e non mi fido più delle apparenze" le rispose, alzando la mano sinistra per carezzarle una guancia con il dorso delle dita.  "e poi è simpatica, arguta, per certi versi mi ricorda te"

"oh, devo preoccuparmi?" chiese lei inclinando la testa di lato guardandolo negli occhi "credevo che con Aline ci fossero fuochi d'artificio!"

"Aline? Ma non parlo con lei da tanto... non sono andato più al villaggio!" sulla difensiva.

"Oh, dai! E io che stavo preparando la festa di fidanzamento" disse di getto, buttandosi di schiena per le risate.

"Non scherzare, alcune volte mi ricordava una persona al campo militare di quando ero bambino..." con aria afflitta.

"mh, scusa. Non dovevo toccare certi argomenti, però sai che sono seria. Vi vedevo bene insieme, puoi cercare di superare certe cose e pensare alla tua felicità" lisciandogli i capelli con una mano all'indietro, con delicatezza. "E' una brava ragazza, sa impiegarsi in mille cose, è una che si rimbocca le maniche e con te va molto d'accordo. Dovresti farti avanti di nuovo"

"Vedremo" rispose laconico, poco convinto "anche se so che non è per me..."

"non ci credo" gli sussurò all'orecchio, vicina vicina.

"seria? Allora non ti do cosa avevo portato, peccato..."

la vide sollevarsi sui gomiti curiosa, come una molla, perchè era sicuro che si immaginava cosa potesse essere. Allungò la mano destra e prese dalla tascapane dei contenitori di plastica da cibo che riutilizzavano, per evitare sprechi di piatti in plastica. Sembravano quelli dei bento ma fatti da loro riciclando in modo da contenere cibo più europeo. Le diede un contenutore viola, dandole poi coltello, cucchiaio e forchetta in metallo chiusi in una busta trasparente. Ne prese altri due e glieli mise vicini, prese quelli per se e si sistemò come lei a sedere.
La vide scoperchiare ogni contenitore e squittire contenta per ogni cosa che scopriva. Le si vedeva in faccia la contentezza del regalo e del suo contenuto.

"oh, boeuf bourguignon!E con patate e patale con crema! Ed è pienissimo! ma chi... quando è stato fatto?"

"Il braccio destro del Re della cucina ha preparato questo per te e noi capitani. Diciamo che l'ho chiesto io e gli altri veterani hanno spazzolato la pentola! Inutile dirti che Alaric si è messo la pentola davanti con prepotenza dopo che hanno servito gli altri?"

"Cosa? E nessuno ha fatto niente?!?"

"Gli spettava, così ha detto. Per le fatiche della giornata"

"Dovrò dirgli qualcosa... mangiare dalla pentola! E che fatiche poi? E' un capitano, mica un Gestore... Mah" scuotendo la testa con gli angoli della bocca in giù.

E Gask rise, sapendo che sarebbe finito con un cazziatone che ormai lui non doveva subire più. Povero Alaric pensò subito, ma poi cambiò idea perchè per come si comportava per certi versi, Al non meritava considerazione. COme lui non ne provava per altri. Sorrise con gusto preparando le posate.

"Macedonia al liquore! CON PANNA!" squittì di nuovo di felicità per poi restare a bocca aperta con l'ultimo contenitore "Oooh, biscotti al burro di Pasta frolla montata con ciliegie o cioccolato! Ma siete pazzi? Solo per noi di grado superiore?"

"anche gli altri hanno mangiato bene, di questo puoi star sicura. Ma vista la situazione di oggi ho chiesto qualcosa di speciale"

"urca vacca!" esclamò lei guardando i contenutori sul telo. Era raggiuante, contenta, con il cucchiaio in mano e gli occhi luccicanti.

Poi calò il buio e la luna a metà mostrava poche forme, aiutata dalle cupole che eruttavano luce da dentro l'edificio.

"E ora che succede" bofonchiò lei irata nel buio. Le luci principali esterne, alte e fredde si erano spente e si levarono lamentele umane e canine.

"Cavolo!"

"Cosa! Gask, che succede?" la sentì dire mezza irata.

"Aspetta..." poi vene illuminato dal phonvlet che teneva in mano e fece una chiamata. Parlò con qualcuno, poi le passò l'apparecchio dicendole che era per lei. Kianta si portò il phonvlet all'orecchio, chiudendo sempre più gli occhi in fessure irate che piroettavano da lui e i cortili sotto di loro.

"Confermo, riaccendete solo le luci principali, vi richiamerò io!"

"Ecco..." balbettò lui quando ricevette indietro l'apparcchio e due occhi fissi e cattivi lo aggredirono. Peggio quando le luci tornarono attive e potè notare come digrignava i denti muovendo la mascella, come faceva quando cercava di calmarsi. "Ok, colpa mia! Volevo solo stare un pò in pace senza essere visti... lo sai, che..."

"basta! O ci sentiranno. Lasciami mangiare in pace... poi discuteremo della tua abitudine di sfruttare le tue autorizzazioni per fare casini " buttò fuori con un sospiro affondando nel piatto di carne il cucchiaio.

"Senti, è vero che Milan ha intenzione di partecipare a degli eventi portando anche te?"

"Si... e NOI. Ci siamo tutti i veterani... sono arrivati gli abiti che indosseremo"

"Chi, io? Mi stai prendendo in giro al solito..." osservandola, ma vide solo uno sguardo accigliato, non i sorrisi quando gli faceva qualche scherzo.

"Sono serissima, vuole anche noi per presentare il meglio dell'organizzazione. La cosa che mi lascia perplessa è che non saremo abbigliati con le divise da parata ma con abiti elegantissimi. I tuoi sono blu..."

"Non vengo, non mi piace quella gente!"

"Tu verrai, primo perchè lo vuole Milan, e secondo perchè so che a tuo fratello non dirai in nessun modo. Siete troppo pappa e ciccia sempre e per tante cose e... quando, dimmi, gli hai detto di no per qualcosa?"

Gask rallentò nel masticare la sua cucchiaiata, ragionando. In effetti dal loro incontro non era accaduto che rinunciasse a qualcosa chiesto da Milan. Anche se effettivamente erano sempre missioni e incarichi. Solo una manciata di volte si era vestito chicchettoso, come lo definiva lui, per Milan. Per accompagnarlo sia ad aventi speciali che in una sorta di club per uomini. E si era già rotto i marron glassè, per definirli in maniera chiccosa alla Beppo visto il luogo, a stare seduto a bere liquori, fumare ogni cosa presente su un tavolo riccamente preparato. La cosa che gli faceva storcere il naso era la presenza di sostanze che un tempo era obbligato a prendere per sopravvivere.
Ecco, ci stava ripensando, ma realmente non era adatto a nulla che al suo lavoro di sempre, che aveva messo poi a servizio di MIlan e, pensando ancora, si sentiva in colpa stando in quel momento con lei. Quello che era successo quei giorni ancora gli bruciavano e sperava che in qualche modo lei potesse perdonarlo. Ma non poteva cancellare quello che era e cosa non poteva fare. O meglio, non erano per lui, adatti a quello che era.
Molti suoi uomini, che facevano capo a lui da decisione di Milan, anche se non si sentiva affatto bravo di gestire come lui e Kianta un gruppo di persone, erano stati capaci di non solo migliorare le loro competenze naturali e di base, ma apprenderne di nuovo e farle proprie. ANche se non diventavano i migliori o specialisti nelle nuove abilità, vi riuscivano. Lui invece, restava sempre quello, al massimo era stato capace di leggere qualcosa e imparare come forzare serrature.
E si rendeva sempre conto vedendo lei, considerando MIlan e tutte le persone nello chateau, della loro capacità di plasmarsi e modificarsi per molto di più, apprendere cose nuove per definirsi meglio. E lui... si vedeva sempre lo stesso con le bugie, le incapacità, la sua nullità in tutto tranne per una cosa. L'Esecutore. E niente altro.
Nonostante vedesse i progressi fatti proprio per Kianta, grazie a lei, solo per tutto quanto fatto, si rivedeva la mattina o la sera allo specchio, lo stesso specchio da mesi, e vedeva eppure un individuo che  si sobbarcava le stronzate dei padri prima e del capo dopo.  E adesso, in questo presente, Milan. Eppure non cambiava, non riusciva, restava sempre lo stesso. Eppure MIlan... Suo fratello e amico. La sola persona prima DELLA persona, per cui decidere e scegliere, invece di chinare la testa e sopravvivere per inerzia.
Ma credeva che quella fosse vita, gliel'avevano impiantata sempre più in profondità con ogni sevizia e costrizione.
Eppure non gliene fregava nulla, all'epoca, credeva fosse il mondo normale. Loro erano i prescelti e gli altri alla stregua di cani parassiti.
E poi arrivò quella persona quel giorno a discutere con il Capo, quell'uscita per andare a quest'incontro in un luogo che gli sembrava... alieno!
E ora viveva e si godeva momenti che non conosceva prima e ogni giorno in istanti, come quello, si chiedeva se fosse giusto come non pensava prima, come quelle persone normali che non contavano sino a quell'incontro con il Capo.
Ma chi era veramente lui? E Milan? E Kianta, che accadevano sempre cose strane?
Ma valeva pensarci in quel momento?
Valeva rovinare quella frazione di tempo, di vita, con tutti questi dubbi?

"E' proprio necessario vestirsi da pagliacci per fargli un favore di immagine? Per far vedere che siamo persone diverse per accontentare puzzoni fighetti..."

"Si dice gente con la puzza sotto il naso" rispose lei con una patata puntata verso di lui, scherzando.

"ma si quella cosa lì, andiamo... è proprio necessario? L'ultima volta per quel pasciotto non respiravo quasi!"

"panciotto, e stavi bene direi... con gli ultimi doppiopetto che ti ha fatto mettere non eri male. Forse non ti farei più indossare quelli chiari, stai meglio con quelli scuri. E poi è per Milan e il Domani..."

"..." guardando il cielo "... ci sei anche tu, vero? metti quello color borgogna?" guadagnandosi un'occhiataccia e un broncio, anche se sapeva che lei forse arrossiva ma lo celava. Non le piaceva molto mostrarsi in abiti da donna, non si sentiva a suo agio.

"Vediamo, non ho ancora deciso e non voglio sentire storie da te e Milan, non siete voi che dovete andare con scollature davanti o sulla schiena, visti da tutti"

Lui rise, scosse la testa e continuò a mangiare con lei, parlando di ogni cosa, prima che qualcuno li cercass e per disperazione causata dagli ospiti. Dal tetto si sentivano molte cose e già temeva di sapere cosa.


















   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: Legeia