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Autore: Legeia    31/08/2020    0 recensioni
In un Presente alternativo, vari conflitti portano alla disgregazione delle nazioni in problemi interni ed esterni. In una si queste, un gruppo di persone di presenta come Agevolatori o Risolutori per le persone o enti su vari ambiti. Tuttavia cè qualcosa di più profondo e intricato che muove i personaggi principali sia tra loro che per i Continenti e le decisioni e scelte sono fondamentali per la questione cardine. Il futuro. P.S. storia scritta anni fa, mai ritoccata e modificata, così come era scritta.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter 11 Chapter 11

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Ricordo che ogni capitolo non è stato modificato ne rivisto da quando era stato messo da parte in una chiavetta. Scritto per un concorso di scrittura ma non convinceva, è per come era stato ideato e scritto e le vicenze sono sequenziali, frammentate da flashback, e scritte man mano che mi venivano le idee.

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Giorno 3

"Comandante...Comandate!"

Kianta sospirò avvilita e chiuse gli occhi qualche istante dopo aver visto correre come un pazzo uno dei Gestori fuori dall'edificio dove era diretta. Aveva dormito male a causa delle chiamate continue per le intemperanze degli ospiti. Altro vandalismo, altri litigi, altri schiamazzi con ovvio intervento di guardie e gestori per sedare i malumori.
Per cosa?
Per incapacità di condividere spazi non ristretti ne angoscianti, provvisti di tutto, zona cucina e ristoro che ospitava anche più persone di quelle ospitate solo lì, proprio per dare modo a tutti di non sentirsi stile sardine in scatola.
Per loro tutto ciò era inconcepibile, ma loro stessi vivevano in questo modo anche allo Chateau, in base ai gradi e alla permanenza, si poteva stare con altri nelle stanze con letto a castello, sala ristoro e quella da pranzo in comune, bagni in comune... tutto in comune. Eppure doveva dire che i suoi uomini litigavano più per gli scherzi che si facevano, cose da uomini, che malumori per come vivevano. Ma contrasti su oggetti presi in prestito senza chiedere, per aver sfruttato qualcosa per egoismo e altro non ne esistevano.
Le regole dello Chateau erano chiare e accettate, si rispettavano le Costrizioni, come le chiamava Milan. Scritte per il giusto comportamento, corretto e approvato dal Leader stesso. Presentavano esempi e spiegazioni relativi a psicologia, medicina, senso figurato (significato  metaforico) , politica, familiare (elementi di sociologia e antropologia) .  Linee guida quindi di convivenza, rispetto e socializzazione, istruendoli con lezioni supplementari perchè conoscano e comprendano l'empatia e tutte le possibilità esistenti di situazioni,. Per riconoscere l'approccio corretto ed evitare scontri e malumori, da accorpare alle regole minitari tradizionali ma gestite "alla Milan", come dicevano tutti. Il Leader sapeva farsi ascoltare, obbedire, era capace di oratoria e incitare e spingere le persone a dare il proprio meglio.
Ma era di vitale importanza che il migliaio di membri sapessero stare al loro posto come militari e condividere varie cose, saper gestire le situazioni e trovare compromessi adeguati.
I malumori, l'odio e altro erano gestiti e affrontati in modi diversi ma il punto era che dopo uno o due mesi nell'organizzazione, tutti ma proprio tutti erano in grado di pensare alla o del comune (stanze, bagni, sale da pranzo, zone cucina libera, sale di ristoro, di lavoro, angoli liberi ect), il dividere con altri.
Con il risultato che, non importava che soggetti fossero e da dove venissero, ma anche una bottiglia di liquore diventava un bene da offrire e far girare, anche se comprato da uno solo o dono di premiazione per le squadre (in quel caso il Leader donava ovviamente più di una bottiglia e sempre di ottima qualità, mai scadenti) col risultato di un cameratismo più sociale, accettato e ben voluto.
Ma il discorso era lungo, ampio e Kianta si accorgeva che stava cercando di pensare ad altro che il nervoso per le emergenze notturne, eppure le venne in mente, mentre quel ragazzo la raggiungeva, che tutto il discorso con Milan sull'andamento dell Torre della sera prima non aveva toccato mai una delle cose che lo irritavano. Chi non lavorava come lui voleva, chi rovinava le cose e chi non portava rispetto e trattamento adeguato a chiunque.
L'aveva sfangata perchè preso da altre cose o non si arrabbiava se lei lo contrastava? Se poi metteva le Costrizioni?
Una delle cose che lei aveva portato all'inizio era la lezione, un nome generico per tutta una serie di incontri con specialisti per dare a tutti, ma sopratutto a certi soggetti, conoscenze, informazioni e spiegazioni su come comportarsi sia tra loro che con altre persone. Anche perchè molti non avevano neanche seguito le scuole da piccoli perchè cone di guerra o altre questioni. Se sapevano scrivere il loro nome era un miracolo ma altro, nisba.
Inolre li aiutava a valutare le persone con elementi specifici tratti dalla psicologia e con psicologi e psichiatri, riunendoli  nel Teatro, una zona ampia apposita utilizzata per vari scopi ricreativi ma anche di studio. Prima come zona di incontro per le lezioni, ma gli uomini stessi dopo piccole punzecchiate per invogliarli, avevano usato le loro nuove Abilità per renderlo un Teatro a tutti gli effetti. Alla fine crearono tendaggi e decori in stoffa, affreschi con la tecnica 3d, ossia creando il bassorilievo con cartongesso con un effetto 3d straoredinario, divenendo sempre più bravi. Uno dei mestieri che aveva giovato sia agli uomini che alle entrate, era uno stile a rilievo dove le figure, qualunque esse siano, “fuoriescono” dalle pareti per un aspetto tridimensionale attraverso l’impiego di diversi strumenti tra cui coltelli, taglierini, scalpelli e spatole, tutti di vari tipi, modellando il materiale tra gesso, stucco e altri sulla parete. Creando queste raffigurazioni di qualunque genere con una maestria che migliorava ad ogni lavoro, che fosse muro o tele speciali da applicare alle pareti.
QUindi  fregi e rilievi di vario tipo, poltrone e zona musicisti, rendendo un rettangolo giantesco  anonimo una sorta di rivisitazione dell'800, dopo che erano rimasto affascinati dalle lezioni sulla rivoluzione francese, con la famosa galleria degli specchi voluta da Luigi XIV e i teatri che visitava Maria Antonietta.
Poi dopo psicologia avevano anche studiato teatro, recitazione e comportamento per sapersi meglio approcciare a ogni situazione ed era scoppiata la mania di ricreare opere e libri, tra adattatori e interpreti scelti da loro stessi. erano bravi dopo mesi di prove e storie presentate la sera ma molte volte ci stavano anche troppo.
Le lezioni vennero spostate in aule apposite allo Chateau, in uno degli edifici nuovi, creando anche qui con le loro mani tre stanze che riprendevano quelle ottocentesche con pannelli in legno a cassetti cesellati e intagliati da loro, che ricoprivano le pareti fino ad un certo punto perchè dei fregi a rilievo staccavano i pannelli in legno dal tetto, in varie tipologie in legno o stucchi, affrescati da applicazione delle tele, riprendendo quello che è lo Chateu originale, quindi il corpo centrale.
Il tema era libri, bambini che studiavano e cose così.
Restava il fatto che le Lezioni, le Costrizioni e il leader stesso avevano creato una sorta di armonia generale, che si restringeva in tanti gruppi affiatati di amici o comunque di uomini che erano vicini a pelle, ma non inficiando il rispetto e convivenza, elementi chiave tra loro.
E quel ragazzo le ricordava che una società mal gestita e mal compresa creava delle bestie, perchè lei non vedeva in quella gente esseri umani, ma bestie. Punto. Perfino gli animali erano tremila gradini sopra quegli esseri antisociali e distruttivi, anche quelli definiti pericolosi per l'uomo. Tranne la zanzara, quella era un'altra figlia di satana come i gatti. Ma perfino questi due esseri animali che odiava a morte erano superiori a quelli là dentro. Per lei la questione era chiusa.

"Comandante, scusi se è stata chiamata nuovamente ma ci sono di nuovo disordini"

"Bestie..." bofonchiò irata, superandolo ed entrando. E già mettendo un piede oltre la soglia, appena aperto uno dei battenti, fu investita da urla e schiamazzi, rumori di oggetti colpiti e le intimazioni di calmarsi da parte dei suoi uomini.
Eppure appena sfrecciò a passo quasi spedito verso la zona degli ospiti, una marea di si levò là dentro, finendo per far zittire tutti.
Questo perchè, spazientitta dal terzo brusco risveglio notturno, aveva fatto portare tre gabbie per animali di grosse dimensioni, mettendole in fondo, vicino il muro trasparente. In preda alla rabbia per aver scoperto il frigo divelto, letteralmente privo delle porte, a causa di scontri tra vegani e onnivori, perchè i primi non volevano che il proprio cibo venisse infettato da carne e derivati di animali.
Nonostante fossero ben divisi per livelli in quello che era un frigo imponente, con zona ghiaccio e abbastanza capiente, quello usato per la ristorazione insomma, per soddisfare tutti per la quantità e le tipologie di cibi che poteva contenere.
Invece loro, i vegani, che lei rispettava ma che non fossero nazivegani come in quella situazione, smembrarono il frigo perchè le loro care verdure si contaminavano, sporcavano con le particelle cancerogene e mortali di carcasse di animali morti, come dicevano.
Lei stessa e anche per le posizioni dello Chateau sul cibo dovendo produrlo e prepararlo per il consumo, gestiva il concetto della carne in un certo modo. Senza sofferenze, una morte indolore e un rispetto enorme in vita, rispettati e trattati come se fossero dei loro. E vedere delle persone che si reputano vegane per amore degli animali, gettare beni di prima necessità come del cibo, peggio il loro che rispettavano dalla nascita alla morte, ringraziando a ogni pasto il loro sacrificio, per terra, per rabbia le faceva venire la voglia di fargli male.
Ed erano gli stessi esseri che dicevano che lei stessa perchè cavalcava e allevava cani e cavalli di vario genere, sfruttava e maltratta gli animali perchè questi erano, da loro parole, forzati e spinti con dei premi a fare cosa voleva. Che facevano fare cose innaturali.
Queste persone non sapevano e non volevano comprendere che da loro tutti gli animali erano importanti, tranne le zanzare. Quelle erano cose sataniche che andavano trattate in... un certo modo. Sorelle dei malefici gatti, ma quelli doveva tollerarli. Ma non le zanzare. Tutti gli uomini accettavano, tramite le Costrizioni, di considerare come fratelli gli animali, che provassero dolore psicologico e fisico e che vi era un beneficio nell'interazione con loro. E andavano ringraziati per ogni uovo, litro di latte o fetta di carne ma non oltre l'eccesso messo in atto dalle aziende. SOlo quello che davano e senza togliere piccoli o fare niente per aver loor le materie prime.
NOn avevano un mattatoio come si usava dove centinaia di bestie venivano sgozzate e fatte dissanguare vicini, sentendo il dolore degli altri e il proprio. Condivideva l'idea della caccia corretta, perchè a volte la praticavano vivendo in mezzo alle montagne e i boschi ma solo cibo. Anche se altri derivati venivano usati per altri scopi, non uccidevano per divertimento, mai. Ma anzi aiutavano e curavano quelli selvatici che trovavano con problemi. Inoltre credevano che un animale non andava procurandogli paura e dolore finchè non lo finivano, ma se selvativo con un colpo diretto in testa, senza che si accorgesse di nulla. Quelli che allevavano con un saluto formare con inchino,  un beverone per addormentali e finirli con una pallottola. Unica, veloce, indolore.
Certi mattatoi usavano ancora le pistole pneumatiche ma se pensavano che l'anime era bello che andato, si sbagliavano. Erano storditi ma vivi.
Loro non badavano ai soldi, come altri nel mondo che macellavano o scuoiavano per le pellicce, che ancora accadeva, che usavano picchiarli a morte perchè una pallottola costava troppo.  Era invicile, inumano, vergognoso. Eppure accadeva ancora e poteva comprendere fino ad un certo punto quelle persone, ma aveva spiegato chiaramente la questione.
Ergo, sentirsi dare della massacratrice anche per avere una simbiosi con i cavalli che li trattava coi guanti, senza metodi o strumenti antichi dannosi, premiandoli anche dopo l'addestramento, non doma che odiava.
Ma la gente confondeva sempre doma con addestramento, pensando che fossereo la stessa cosa. Lei come tutti gli uomini dell'organizzazione non obbligavano, non spingevano, non si permettevano di far uscire un cavallo completo di tutto se vedevano che non era una buona giornata. Così come mucche, capre, pecore, solo per alcuni esempi, non soffrivano di mastite, non macellavano mai cuccioli come si faceva con agnelli, capretti e manzi ma solo a una certa età. NOn davano ormoni, avevano zone vastissime intorno per tenere tutti gli animali che curavano. Niente mastite o problemi, niente puntoni elettrici ma seguivano e correvano da loro con affetto, avevano richiami finladesi che le radunava solo cantando. Spazzolati, puliti e massaggiati ogni giorni.
Sentirsi dare della torturatrice pone fine alle gentilezze, pensò.
Fu così che tre di quelli che crearono litigi e devastazione finirono dentro le gabbie per ore, chiedendo loro di provare una vera prigione come accade nel resto del mondo. Uno spazio ristretto, con niente a disposizione rispetto all'hotel, in confronto, dell'alloggio temporaneo che avevano fornito. Per pochi giorni erano impazziti.
E ancora, fece una ramanzina aspra ai vegani dicendo che loro si pavoneggiavano di amare gli animali ma il poco rispetto nel trattare come spazzatura la carne e i derivati finiti sul pavimento, li rendeva bestie. Quegli animali non avevano sofferto come tutti gli altri, erano ben curati, controllati, liberi in una certa misura perchè vivevano comunque in zone apposite ma più liberi di altri posti. Era una mancanza di rispetto assurda quella di rendere come spazzatura il loro sacrificio per far vivere loro.
E peggio, la loro bella verdura, qualunque fosse, era in commercio dopo aver ucciso o fatto del male o allontanato vari tipi di insetti, talpe, conigli e ogni animale nel raggio dei prodotti che usavano. Venivano impiegati dei prodotti chimici perchè apparissero belli corposi e lucidi, nati da semi sterili venduti da multinazionali  che modificavano quei semi, sia per essere un danno per il contadino che non poteva ricavare nuove piante dai semi ricomprando, sia perchè la varietà era sempre quella, identica geneticamente, ben diverso dalla natura. QUindi questi miracolosi prodotti bio e tutto non esistevano, non sapevano quanti prodotti con dicitura bio erano una fregatura, così come tutti gli animali come rane, topi o altro finivano nei prodotti marchiati vegan e non lo sapevano. Era successo ma la gente malata continuava a dire che proteggeva e rispettava gli animali, quando non era così. Nessuna considerazione reale.
Come per l'esser e umano in generale, e la sua fine per quella mentalità. Quinoa o avocado o altri prodotti immessi nel mercato ogni anno targato vegan, che erano divenuti una privazione per le popolazioni che li consumavano normalmente nella loro dieta prima della moda. I prezzi schizzati alle stelle per il nuovo mercato più redditizio hanno portato alla fame milioni di persone, rese schiave e povere, sfruttati ogni singolo giorno perchè li producano per i .
Coltivavano invece  loro stessi tantissimo e svariate cose, senza uso di nulla che non fosse naturale per scacciare lo scacciabile, anche con trucchetti come le coccinelle e altri insetti predatori o prodotti naturali non amati da parassiti e roditori. E di nuovo attaccata da folli che consideravano cosa gli veniva fornito come pericoloso, gettandolo a terra.
Quindi da amichevole era tornata Kianta.
Dal momento dell'isolamento di alcuni e le gabbie, le questioni parevano calmate. Eppure quel giorno doveva parlare con una persona in particolare.

"Signor Sindaco... Caro, Signor Sindaco. Come va oggi? Sempre irrequieto?"

L'uomo alzò lo sguardo dal tavolino nella saletta ristoro dove si trovava, suo esclusivo scoprì Kianta. I suoi tirapiedi  avevano istituito delle regole per il Sindaco che lei odiava. La guardò dall'alto in basso, notando che lei Indossava abiti simili ai primi giorni ma visibilmente diversi. Camicia bianca gonfia nelle maniche, che restringe ai polsi, un colletto strano ma elegante. Busto stretto in una sorta di bustino di pelle, altri non sapeva dire, da sotto il seno ai fianchi, con decori pressati e lacci davanti, intrecciati in un modo particolare, quasi artistico. Pantaloni morbidi e non stretti sul corpo neri erano chiusi da stivali decorati come il bustino fino quasi al ginocchio, molto belli. Non sapeva esattamente come si chiamassero quegli abiti, non erano chiaramente moderni, ma gli davano quel no nso che di che lo disturbava.

"Mia cara ragazza, come ieri e il primo giorno. Ci state confinando in questo luogo... che ci fa sentire non graditi e, peggio ancora, come reclusi come fossimo clandestini. E sono preoccupato per i miei concittadini"

Il suo tono sembrava rispettoso ma sapeva che lei come i giorni prima, aveva avvertito la nota pungente. Anche l'atteggiamento annoiato e ammonitore gli aveva sempre consentito di far sentire gli altri nervosi, per ottenere una soluzione migliore in tutto. Ma comparve una chiara espressione stupefatta su di lui quando notò che lei sorrideva.
Si, sorrideva malignamente come era già capitato, guardandolo direttamente negli occhi, con quel suo modo di chinare la testa in avanti alzando gli occhi verso il soggetto che sembrava voler colpire con una sola occhiata. E aveva notato, accadeva quando qualcosa le sembrava strana o qualcuno per lei faceva il furbo. E stava accadendo, col mento in direzione del petto, gli occhi grandi ancorati su di lui, con il sorriso che arrivava fino agli occhi come se conoscesse un segreto.

"i suoi concittadini... si, è nobile proteggere i diritti e le necessità di chi l'ha eletto. Massimo rispetto" facendo un cenno del capo verso di lui, ma poi sorrise di nuovo malignamente e guardò le persone a lei visibili oltre il vetro, girando di scorcio il viso verso la sua destra "Tuttavia pensavo che le interessasse maggiormente riunirsi con i suoi amici... lasciare i bifolchi per nuove avventure politiche per i suoi alleati..."

Il Sindaco si rabbuiò, si alzò e, seguito da chi lo sosteneva che lei chiamava leccapiedi, si avvicinò al vetro,  guardandola alzando il mento, sfoggiando quasi un'espressione schifata.

"Signorina, quel che afferma è una calunnia!"

"EHi, basta con quel sognorina. Lei è il Comandante, dai  rispetto ai gradi di chi ti si trova di fronte" proruppe, quasi urlando, una delle guardie vicino la porta al Sindaco, muovendo di poco l'arma come a sollevarla pur restando in posizione di turno. Poi l'altra guardia disse solo "No" piano e si voltò a guardare Kianta. Fece di corsa il saluto militare, scusandosi per l'intromissione.
"Perdoni, comandante, ma trovo irrispettoso rivolgersi a lei come a una comune civile, anche se è da figura politica come la sua nella città. Volevo solo che gli ospiti non fossero insolenti almeno con Lei."
Lei solamente lo fissò,   fece un lieve cenno verso destra e il soldato si mosse rigido verso l'amico che stava ancora fermo dal suo lato della porta, mettendosi in fila, perchè si mettesse al suo posto di fronte al Sindaco per parlargli meglio.

"Mi dispiace, non volevo mancarle di rispetto" rispose lui freddo

"Oh, non si preoccupi, Signor Sinsaco. MA sono venuta per sapere se ha già preparato tutti i bagagli per raggiungere i suoi amici. Volevo salutarla..."

"NOn comprendo..." alzando il mento

"Davvero? Allora la partenza è stata rinviata?" rispose lei assumendo un'aria triste e fintamente accondiscendente.

"Ehi, smettila di attacare il Sindaco. Lui è un Signore, ci protegge, si batte per noi contro voi canaglie..."

"Come?" chiese lei falsamente innocente rivolta alla gente che si avvicinava a loro due, sempre dal lato del Sindaco, per fargli da scudo "Voi siete arrabbiati con me? Pensavo foste adirati con lui, non far squadra per onorarlo"

"Ma di cosa parla" urlò la donna con un ghigno rabbioso contro di lei "ringrazia che non cè il parroco, o il cardinale, loro si che ti metterebbero in riga, stronzetta"

Kianta sorrise come divertita nel vedere quella donna che si definiva madre e poi agiva in quel modo con i figli stretti a lei, chiamando in causa altri due bei soggetti. Si portò la mano chiusa a pugno sotto il naso, col pollice sulla bocca,  come a bloccare una risata, guardandola.
"Oh, si che conosco queste... grandissime figure" enfatizzando l'ultima parte con un cenno della testa ma sorridendo apertamente "abbiamo discsusso parecchio, sono andata all'altro punto di raccolta e hanno fatto un bel gruppetto isterico. Ma io sono io, signora, e se loro di pensare alle vostre anime, lasci che le dica che sto cercando invece di preservare i contenitori di queste anime... oppure Lei preferisce il tanto agognato momento di incontro con il Figlio di Dio? Secondo quanto credete, è il momento clou della vita, quindi nel caso scelga posso tranquillamente mandarla a casa perchè possa incontrarlo quando quella gentaglia farà esplodere qualche altro ordigno. Ma voi sarete protetti dal sangue e volere di Dio, raggiungendolo, no?"

"Come si permette di..."

"Ma il vostro dio è orgoglioso del giochino del vosto sindaco? E' questo quello che vuole per voi, lasciandoglielo fare?"

"Di che cosa parli, è grazie a lui se qui cè un paradiso dentro una prigione" si intromise un uomo tra la piccola folla intorno al sindaco.

"AH Ah AH..." rise lei "e io che credevo che i piccoli focolai folli si stessero spegnendo per le punizioni di persone incivili e nevrotiche..."

"VOI CI AVETE BUTTATO IN QUESTA PRIGIONE MENTENDOCI SUL GOVERNO" urlò un altro battendo i pugni sul vetro.

Kianta sospirò alzando gli occhi al cielo, si voltò solo con il viso verso la sua destra e disse "Helias..."

Dietro di lei comparve come una figura che si sollevava dietro la sua testa. Divenne alto tanto che lei gli arrivava al petto, sembrava quanto quel ragazzo muscoloso, confrontando l'altezza di lei con tutti quelli che avevano visto.
Comparve atterrendo le persone dietro il vetro.
Apparvero prima delle corna che in verità erano similissimi a dei rami, arcuati verso l'alto, con tre ramificazione, quella in alto più corta delle altre, quella al centro più lunga e quella in basso media da cui terminava come una V date dalle "dita" dei rami, formando così tre V e sette "dita". Il viso era qualcosa di strano, se si poteva definire come tale. Un teschio perlaceo dalla forma tonda che si allunga in un muso affusolato e fino, quasi a punta, con una sorta di mento appuntito, la canna nasale che saliva in maniera liscia senza alcun tipo di scalino, orbite dalla forma quasi un parallelogramma con angoli arrotondati. La mascella toccava l'occhio con uno dei tre spuntoni finali, uno che formava il lato corto dell'occhio come appariva, gli altri due come tre spine dalla forma, nascondevano la rotondità finale del cranio, mostrando qui una mascella lievemente rotonda ed esterna di quella che nel totale del cranio era una goccia.
Si, il cranio compreso di mandibola sembrava una goccia coricata.
La prima forma che appariva era questa goccia perlacea, con una dentiatura composta come da piccoli denti perlacei, lunga che finiva quasi alla fine dell'orbita, la cavità nasale e una textura liscia generale. Risaltava l'occhio, o almeno, una sorta di pupilla senza nient'altro color azzurro che si muoveva nel nero dentro l'orbita. E sembrava  sorridente, non faceva paura, non era chiaramnete un lupo o un felino, eppure mostrava qualcosa di particolare e terrorizzante allo stesso tempo.
Indossava un cappotto Frock grigio perla lungo fino alle caviglie, con varii decori in argento lucente ma , quelle più ricche erano le rifiniture a spirale sulla parte anteriore per tutta la lunghezza, intorno ai bottini.  Tutte le spirali sembravano formate da tante V spesse, bottoni traforati arricchivano l'indumento, maniche risvoltate ove il risvolto spesso aveva  un taglio a V  che apriva la manica e ricadeva  ampia, come se richiamasse i voilant francesi ma qui erano più e davano un aspetto antico al cappotto. L'ampiezza  mostrava a volte dei pantaloni color panna come il panciotto, ricamato con catenella lasciata cadere a semicerchio, la croatta o cravatta come si chiamava odiernamente anche se in verità una sciarpa da uomo chiusa alla Opulent Paisley Ascot, e stivali alti lucidi grigio topo.
Poteva sembrare un uomo del diciannovesimo secolo, ma non era questa la prima impressione, nonostante il tipo di abito.

La gente inizò ad urlare, le donne a stringere i bambini a sè, dicendo loro di chiudere gli occhi. Alcuni iniziarono a recitare il rosario o altre preghiere, tutti urlavano . Kianta restò a guardarli come se pensansse . Non era chiamaramente sorpresa o altro, stava lì a fissarli, scorrendo gli occhi su tutti, vedendo le loro reazioni. Se molti restavano a guardare Helias come cervi abbagliati dai fari di notte, la maggior parte divenne isterica invocando Dio.

"Helias..."

"Si, Madre?" rispose questi con una voce calda e gentile "cosa posso fare per te?"

"Anche se per ora sono ancora fuori di testa, potresti per favore mostrar loro il comunicato del primo ministro? Grazie..."

"Certamente, Madre..." rispose lui con un inchino con il braccio, il palmo in alto e la flessione busto.
Poi tra Kianta e gli ospiti apaprve un rettangolo nero, come dal nulla, per materializzarsi il primo ministro che parlava ai cittadini. Tutti ascoltavano il comunicato, dove chiedeva a tutti di essere forti, coraggiosi e ascoltare e farsi aiutare dal gruppo militare approvato dal governo stesso, mentre le forze armate fronteggiavano l'attacco,  o meglio si corresse, gli attacchi contro la società, il paese civilizzato e forte. Che andavano contro, con i loro atti vili, al progresso umano contro l'arretratezza mentale, religiosa primitiva, dello sviluppo umano. Questi individui vogliono portare, continuava, i paesi primi nel mondo per libertà, diritti e dignità umana usando la forza, tecnologia militare e soppressione dell'identità della persona..."

"Il classico toro che da del cornuto all'asino, i paesi che giudicano quelli arretrati come lo erano loro prima. E sono andati avanti proprio grazie i non religiosi..." bofonchiò Kianta facendo ridere di gusto Helias.

Il discorso terminò con il Primo ministro che giurava di preservare il governo che lavorava per tutti, proteggere i cittadini sia nella ventina di città colpite e assaltate, sia dove ancora non erano giunti ma avevano visto una fuga in cerca di un luogo sicuro. Le persone che li accudivano, continuò, erano lì per loro al posto del governo, chiedeva quindi per finire collaborazione, rispetto da cittadini quali erano e condivisione tra fratelli.
Alla fine della trasmissione lo schermo divenne nero per poi sparire. La gente iniziò a bisbigliare a gruppetti finchè Helias non fece un passo verso Kianta per dire qualcosa e scoppiò il caso.

"E' il demonio! Vuole entrarci nella testa con questi filmati e rubare la nostra anima"

"Cercano di dividerci dal governo"

"Non guardate, è un lavaggio del cervello come gli americani"

"lo sapevo che era strana, è posseduta"

"Oh, madre di tutti salvaci... prega per noi..."

"Satana, appari perchè Lei ci ha catturati e dati a te. Cosa le darai? Quale premio le hai promesso?"

"Pregate, recitate le sacre invocazioni! Scacciamolo..."

Si levarono urla isteriche, pianti e cantilene disperate e Kianta mostrava chiaramente angoli della bocca in giù per il disgusto. Ogni volta che incrociava gli sguardi di qualcuno le mostravano croci, rosari, santini o facevano loro stessi la croce con le dita. La maledicevano dicendo che Gesà non avrebbe più potuto salvarla, che era perduta.

"Sai Helias...ora capisco perchè l'umanità non va avanta mentalmente. La tecnologia sale i gradini della civilizzazione ma viene usata da schifo dalla marea di gente malata, inclusi questi. Piangono solo perchè sei apparso... senza fare domande o capire come mai ti vedono..."

"Se posso dire madre..." aspettando che lei facesse un cenno del capo in assenso, mentre la baraonda peggiorava "trovo questa situazione interessante, curiosa, ne sono affascinato. per ora sto scorrendo tutti i manuali di psicologia e psichiatria per definire questa situazione, ma posso dirlo...  Una notevole manifestazione di psicosi collettiva scaturita da pregiudizi e indrottinamenti infantili, un fenomeno da studiare."

"Calmati... se tu lo trovi affascinante, io vorrei schiaffeggiarli solo per far scemare questo delirio. E poi la gente si chiede perchè le società fanno schifo. Invece di fermarsi un attimo e porre le giuste domande, tutti lì a pregare. E cè gente che osanna i santi, perchè martiri per qualcosa in cui credevano. E guarda dove siamo arrivati"

"Oh, madre. Il tuo cinismo non sarebbe accettato dal Leader. Lui troverebbe affascinante questa cosa, perchè lo ritiene a un legame viscerale con le paure ancestrali del primordio, del..."

"per favore, non voglio sapere niente di queste menate religiose. Helias!... irrorali!

L'essere inclinò la testa tondeggiante ramificata da un lato, aprì leggeremente la bocca amplificando l'effetto sorriso, l'occhio azzurro o pupilla o quel che era sembrò lampeggiare e poi gli irrigatori antincendio si attivarono alla massima potenza, generando fiotti d'acqua sulle persone che venivano spinte a terra.
Altre urla e lamenti giungero, mentre Kianta sospirava e si controllava un'unghia che sembrava scheggiata, benchè fossero quasi corte e poi diede lo stop ad Helias. La pioggia quasi cessò, terminando dopo che la gente era accasciata al pavimento. Sorpresi, storditi, impauriti, imbevuti fino alle ossa, ma ci erano calmati. Solo dei singhiozzi e qualche imprecazione, ma ora lei poteva parlare.

"Allora... non vi è sembrato come di essere là, nel Mar Morto con Mosè e provare dal vero storie così vecchie che sono raccontante dai babilonesi e messi in certi libri, solo perchè presi da racconti millenari? Di altre popolazioni poi... E scritti poi circa quattrocento anni dopo Cristo, aggiungo..." voltandosi verso Helias e rise.

"Sei pazza! Ci facevi affogare, ci sono bambini..."

"Ma smettila! Non ho mai sentito in nessun paese che per il sistema antincendio morisse qualcuno soffocato dall'acqua. Neanche avessimo alluvionato la zona ospiti con litri di acqua. Almeno però vi siete calmati... siete impazziti voi non appena avete visto Helias, senza fare prima le domande fondamentali. Come... cosa è? Da dove viene? E' pericoloso?... e via dicendo!" accompagnando il discorso con movimenti della testa e le mani "bastava un minuto di silenzio, le domande magiche ed ecco... che si risolveva tutto! Se questo fosse accaduto tanto tempo fa non avremmo avuto il periodo buio o medioevo che, per carità ha portato davvero tante innovezioni e bla bla, ma come per tutto quello che noi abbiamo oggi, creati, studiati e dati a tutti perchè aiutassero la vita di tutti, da persone che se ne fregavano della chiesa e la religione. Così come cè la credenza che tutto debba andare secondo natura come i generi della persona o sessuali, quindi il fatto che io vesta così... peccato solo che, seguendo questo ragionamento nessuno di voi dovrebbe usare medicinali, occhiali, apparecchi uditivi, abiti sintentici, tutti gli oggettini elettronici che vi piacciono tanto e con cui fate vaccate. Tra l'altro..." inclinando la testa.

Iniziarono ad apparire volti arrabbiati, offesi ma lei continuò lesta, perchè non la interrompessero.

"E' facile puntare il dito contro gli altri dicendo che sono o fanno quella cosa contro le regole, la morale... eppure sono loro stessi a vedere certe cose in determinate maniere, ad odiare, ad allontanare senza il dialogo. Dialogo reale, onesto, neutrale, perchè una persona non è leggi bibliche e morale. Quanta gente che si professa giusta e poi è marcia dentro, ma...! "alzando il dito indice verso l'alto, vicino la testa "il punto qui è uno. Vi siete disperati, avete invocato esseri mistici per... un ologramma..." scuotendo la testa sconsolata, mostrando che provava pena per loro.

"Quel demonio cosa sarebbe? Lo vedo, è reale, lo vediamo tutti!"

"Si, come tutti vedono il sole lampeggiare nel cielo in luoghi mistici o credono a cosa dice la chiesa e poi, se si studiano bene le parole dei famosi di due luoghi di culto, le cose erano un tantino diverse. Ma il punto è che state stringendo a voi simboli sacri e pronunciate parole di aiuto per... un programma! Lui è definibile come un programma, un ologramma..." muovendo la mano verso l'essere per affondarci la mano. Chiaramente era intangibile.

"Bugiarda, i demoni vivono nella loro dimensione ma si fanno vedere con i loro poteri. Si sta nutrendo di noi e vuoi sviarci"

Lei alzò le braccia guardando l'essere come a dire ma alle continue lamentele lei scosse la testa, si fermò con le mani lungo i fianchi e, con gli occhi chiusi si rilassò. INiziò dopo poco a muovere in maniera poco visibile  il busto a destra, sinistra, poi destra e si sporse in avanti a sinistra come se danzasse. Appena aprì gli occhi, alzate verso l'alto come se fosse concentrata, tutto l'edificio apparve all'improvviso come un campo o collinetta di verde. L'erba crebbe in ogni piano, verde e lucente, sospinta da un vento invisibile e non avvertibile, alternata a fiori di ogni specie e colori che si levavano chiusi e si aprivano a quello che sembrava un sole in un angolo. Alberi da seme nella terra divennero adulti frondosi e ricchi di gemme, ospitando vari animali che si udivano e vedevano fra i rami. Volpi, conigli e alcune specie di uccelli apparivano e scappavano. Il rumore di un ambiente reale si scopriva man mano che aumentava e Kianta sembrava come immersa in qualcosa, lo sguardo distante e poi da dietro un albero apparve... il Sindaco.
Sorpresa si levò tra la gente, che guardava l'uomo inzaccherato sorpreso e quello ben vestito e asciutto al di là del vetro.
Kianta chiuse gli occhi, disse a Helias di continuare lui e li riaprì, puntandoli sui presenti.

"Anche questo vi sembra l'apparizione di un demone? la realtà è che  solo un ologramma come Helias, nulla di più. E' un altro programma che mi permette di far apparire quello che creo nella mia mente, è reale solo l'insieme di 1 e 0 che sta alla base di quello che permette questo..." indicando il luogo verde che ancora era presente, con il sindaco che stava fermo ma chiaramnete si muoveva impercettibilmenete, non era statico, sembrava attendesse qualcosa. "Avete provato una paura e un terrore per la vostra anima inutile e che ha solo creato scompiglio in altri. Ripeto, è come un programma o le app che tanto amate, visto che ormai di computer non ne sa quasi nessuno, considerando anche i costi che lievitano..." si lamentò amareggiata verso Helias.

La gente non diceva nulla, guardava solo intorno quella vista pacifica e lussureggiante, gli animali così reali che sembrava davvero come vederli e sentirli, e l'uomo che sembrava il sindaco come vivo. Alcuni cercavano di toccare qualcosa ma, ocme per Kianta prima, le loro dita attraversavano l'illusione, senza però deformarsi o altro. Sembrava tutto reale, vero, anche quando cercavano di toccare, le mani venivano come dalla figura che volevano percepire con il tocco, si capiva che era finzione ma era fatta così bene da confondere chiunque.

"Uff... ora che siete tutti calmi, posso dirvi cosa..."

"Perchè quello sembra un demone, allora?"

"io non sono un demone, sono un Crell, una sorta di IA autoespandente per ogni conoscenza che apprendo, sono senziente e logico, curioso e autogestente. Io..."

"Quello che vedete come fisico" intervenne Kianta guardando gli ospiti in faccia, perchè sapeva che Helias per come era avrebbe continuate per un'ora "è solo il suo olografico, che ho creato come per gli altri. La testa è presa da un Domestic Pig o piglet cucciolo. Sono rimasta affascinata dallo strano teschio dopo una macellazione, sempre  umana e senza sofferenza..." rimproverando con lo sguardo chi sapeva avrebbe frainteso "e l'ho usato come modello per Helias. Lui è il Crell che all'inizio doveva occuparsi dell'interazione con noi per aspetti oltre il fisico, come lo definisce il nostro Leader, l'Extranormal ma, intergendo e interrogandolo varie volte anche per questioni comuni, è divenuto un Personae, un Crell generale e autonomo che interagisce con tutti, rimanendo comunque legato e interessato alle questioni dell'. Il maiale è l'animale ritenuto più vicino a noi dopo la scimmia, ecco perchè vedendo il suo teschio, ho deciso di usare quel porcellino come ispirazione. Tutto qui. La sua testa è ramificata proprio come un albero che dalla terra si protende verso il cielo, a richiamare proprio il legame con il fisico e piano astrale o l'oltre fisico. Adesso siete più tranquilli?"

La gente si guardò perplessa, quando Kianta chiese ad Helias di fermare la visualizazzione tenuta attiva, questi fece scomparire tutto.

"Sarebbe lungo spiegare cosa ho fatto, ma anche questo era un programma, puro e semplice. Dei micropriettori ricreano come i pixel di uno schermo, l'immagine in totale, risultando come... se vedeste un film. Solo che non è piatto. NOn cè nulla di demoniaco, quindi ora ascoltatemi. Perchè sono già stanca! Il vostro Sindaco tra poco ci lascerà, quindi spero davvero che possiate salutarlo nel modo opportuno..."

"Dove lo portate?"

"Lo state punendo?"

"Calma signori, calma. Non ho detto che lo spostiamo e, mi rincresce per le punizioni, ma se le persone non sono civili ed educate e sono un fastidio o problema per gli altri, ho il diritto di prendere provvedimenti. Qui il punto però è che il Sindaco è in attesa di suoi... cari amici, per andare in un luogo da cui collegarsi con il governo. Mentre voi resterete qui"

Confusione si materializzò nelle loro facce. Il Sindaco si alterò e, voltatosi verso gli altri, chiese loro di non credere alle parole sciocche di una ragazzina. 

"Davvero? Le mie parole sono sciocche? Helias, cosè che dicevano ai loro amici? Fammi ricordere, ho una memoria così labile..."  mostrando presa in giro verso il Sindaco.

Helias aprì la bocca, gli occhi lamperaggiarono e, come per il messaggio del ministro, si materializzò un video che mostrava la zona relax esterna. Due dei leccapiedi del sindaco stavano parlando tra loro ma, zoomando e ascoltando bene, si notava un cosa interessante. Uno nascondeva un mini telefono da carcerati in mano, fingeva di mangiare qualcosa mentre l'altro interagiva con l'orecchio vicino cercando di far credere che parlasse con l'altro. Ma l'audio era chiaro, come fosse vicino, e si comprendeva meglio la situazione.
Discutevano con qualcuno al mini telefono e dicevano chiaramente che il Sindaco doveva uscire, a chiunque fosse, per portarlo in un luogo decente. Gli altri non aveva importanza, loro e il Sindaco però necessitavano del loro aiuto perchè vivevano in maniera incivile e si non poteva espletare le sue funzioni politiche e associative.
Terminato il video, lo schermo fittizio scomparve e la gente guardava senza capire l'uomo, che la fissava malamente.

"Se non avete compreso, i loro amici  a cui chiedevano aiuto per andare chissl dove a fare chissà cosa, sono quei simpatici u omini  riuniti in  una associazione criminosa segreta, a carattere iniziatico, retta dalla legge dell’omertà e regolata da complessi riti che richiamano le compagnie d’arme dei signori feudali, 
strette da legami familiari e percorsi iniziatici peculiari che ciascun appartenente, detto affiliato , è tenuto a rispettare. Spero abbiate capito... il nocciolo della questione è che sta preparando le valigie e leccapiedi per svignarsela e andare da qualche parte a fare la bella vita e rompere le scatole allo stato, per gli scopi cari a quell'organizzaizone,  abbandondovi in qualunque cosa siate finiti. Anche se, per vostra fortuna, è il vostro stesso governo che ci ha designati vostri protettori mentre, il carissimo Sindaco, sfrutta la sua posizione e i suoi amici per svincolare il sistema e fare quel che vuole. E andarvi contro, aggiungo. Se credevate davvero che le telefonate esterne fossero bloccate e pensavate, stupidamente, che non sapessimo nulla.. "alzando le spalle con il sorriso tirato "QUindi, signori, salutiamo il Sindaco. E' già pronta per lui la macchina che lo condurrà al luogo dell'appuntamento, abbiamo anche quello, così chei suoi amici possano . E per inciso... caro, sindaco... " portandosi l'indice della mano destra sulle labbra come se pensasse, guardando altrove "abbiamo già provveduto a mandare tutte le informazioni al governo, Lei sarà seguito di nascosto nel viaggio con i suoi amici ma non posso dirle come. Così come se accade, per qualche malaugurata situazione, che lei possa... avvisare i suoi amici che impauriti scappano lasciandola sul posto, giungerà una punizione. E non scherzo, sopratutto per i suoi concittadini presi in giro e perchè odio tutti i tipi di organizzazione nel mondo che danneggiano e agiscono per ideali del cavolo. QUIndi si faccia furbo, scenda dall'auto e vada via con loro. In quel caso a nome nostro e del governo, ne uscirà pulito o... risulterà che Lei è stato costretto in qualche modo a farne parte. Ma se così non fosse e dovessero scoprire in qualunque momento il gioco, cambiando i piani, o ce ne accorgiamo, i miei uomini appostati in luoghi specifici hanno precise regole di comportamento. Non faccia stupidaggini..."

Il Sindaco strinse la mascella, serrò i pugni e sgomitò i suoi uomini, salendo al piano superiore. Gli scagnozzi la fissarono come se volessero ucciderla, ma lei sorrise come un'innocente, per vederli poi correre dal loro capo per preparare loro, e non lui che stava solo seduto sul letto, le valigie. La gente mormorava piano ma si comprendeva una rabbia crescente, e Kianta intervenne.

"Signori, tutti! Mentre il Sindaco provvede a preparare i bagagli, voglio chiedervi di mostrarvi Voi dei Signori, porgendo un saluto per il suo viaggio nei modi più civili possibili. Ha fatto molto per voi e lo... farà anche dopo. Forse... Signor Sindaco, avete massimo mezz'ora, non di più..."

DOpo cinque minuti il Sindaco scese, furente e col mento alzato al massimo, seguito dagli uomini a lui fedeli, quattro compreso l'autista personale però pagato dalle casse del comune, e le valigie. Sia dal piano superiore che fino alla porta, dovette procedere come in una passarella creata da due ali di persone, che in silenzio lo fissavano con sguardo omicida. Si levarono alcune parole negative, augurio di finire male, ma niente altro. Dinnanzi alla porta fissò Kianta così profondamente che i suoi uomini temettero potesse lui, o qualcuno dei suoi, fare qualcosa e serrarono i ranghi vicino, più vicino, ma lei era calma, pacata, quasi giocosa con il sorriso.
Lo videro sfilare ancora fino all'esterno, rigido e sguardo in avanti, mentre gli uomini che tiravano le valigie si fermavano con la scusa di prendere meglio le maniglie per fissarla selvaggiamente d'odio, come se le augurassero qualcosa in futuro.

"Signori... i vostri mini telefoni funzioneranno tra qualche metro, ma se fossi in voi non li userei perchè siamo intorno a voi e possiamo friggerli in un attimo. Ma in quel caso se dovessero telefonarvi accorgendosi che sono inattivi, comrpenderebbero qualcosa. Quindi lasciateli funzionanti, ma non chiamate nessuno e non avvisate nessuno. Nessuna parola in codice ne altro o interveniamo e voi... sparirete! E sapete che siano seri come i vostri amici su certe cose. Buon viaggio..." vedendoli poi scomparire oltre la luce esterna.

In quel momento però entrò un soldato che raggiunse di corsa Kianta, arma abbassata e vestito tutto di nero.

"Comandante, è arriva una persona con tutte le autorizzazioni del Leader. Dice di voler parlare con voi, si è presentata come Sorella Rhona. Quali sono i suoi ordini? Per il momento è ospitata alla Squadrella."

Kianta chiuse gli occhi di rabbia, strinse forte le labbra formando una linea, si grattò il braccio destro poco sotto la spalla e vagò un momento per l'ambiente. Sospirò forte e disse all'uomo di darle il Benvenuto e lasciarla là, che sarebbe andata subito. Dopo il saluto, l'uomo uscì veloce per eseguire, lasciandola ferma nei suoi pensieri.

"Cari ospiti. Le cose tra noi sono iniziate con il piede sbaglio e non per colpa nostra. Vorrei quindi, dopo avervi mostrato chi davvero era contro di voi e non vi supportava realmente, sistema rele cose. Ma..." camminando con in cerchio davanti la zona ospiti, continuando "Vi chiedo solo la pazienza e gentilezza di venire incontro a noi che, seppur militari, vi abbiamo trattati come al Ceaser's Palace. Non potete dire di no! Inoltre come avete appreso dalle parole del primo ministro, sono solo una manciata di giorni. POchi. Sarete trasferiti in un luogo sicuro gestito dal governo. Non siete prigionieri, non siete in mani nemiche, è un'attesa in ore, non settimane. QUindi se avete richieste o qualche bisogno in particolare fattibile, siamo a completa disposizione. Ma comprendete anche che questa è un'istallazione temporanea, eretta per ospitarvi e siamo sotto contratto con il primo ministro per la vostra sicurezza. Dovevano impegnare tutte le loro risorse per fermare o trovare ogni cellula, e per ora ne hanno contate cento, che hanno colpito varie città gli stessi giorni. Avete avuto coprifuoco e controlli militari per le strade ma continuano a colpire e vogliono agire. Queste minacce sono peggiori di quelle che abbiamo sentito negli anni in altri paesi, perchè non si tratta di un colpo solo di avvertimento, reclamato da questa organizzazione religioso-militare che si reputa dello Stato, a noi ben conosciuto che si è alleato con certi paesi per fermare l'America e la Russia. Il problema è che, sembra brutto da dire ma questo è anche peggio, si scontrano in altri paesi come il nostro. NOn è chiaro se questo atto è appositamente studiato per farvi entrare in guerra o meno, ma invece di un colpo solo ne organizzano più di uno alla volta. Voi ne avute avuto alcuni esempi, a colpire sono stati anche occidentali che hanno cambiato bandiera per simpatizzare con questa gente, senza capire che non è assolutamente una cosa positiva combattere al loro fianco contro il loro stesso paese, o altri nostri alleati. Perchè i buoni rapporti ci portano ad essere alleati. Contro voi,  le vostre case, famiglie, amici. Favorite tutto quello che stanno facendo perchè vi dividete tra voi. Quindi, cari ospiti, uniamoci contro quegli individui, contro tutti coloro che vi vedono come nemici da eliminare e non persone. Che vogliono togliervi tutto perchè credono che la loro religione è giusta. Contro tutto ciò che lede la dignità e la persona. Aiutateci. Grazie..."
Alcuni fecero cenni lievi di assenso, altri mormorarono qualcosa, altri rimasero in silenzio ma nessuno per fortuna inveì o la accuso di qualcosa. Così ne approfittò per chiedere a un Gestore di parlare con tutti uno ad uno per aiutarli ove possibile e dargli le ore di aria.


Poi si recò alla Consolle,  dove un uomo la attendeva con una valigia argentata in mano. Kianta la aprì e portò alla luce una sorta di cilindro in metallo scuro a diversi livelli circolari in rilievo scuri e più rientrati trasparenti, con dei codici stampati sulla parte tondeggiante in alto, con la scritta in chiaro Crell. Lo inserì  finoad un certo punto in un apposito alloggiamento nella Consolle e dopo varie immagini in un plasma, di caricamento, e quel che fuoriusciva del cilindro brillava di azzurro, mostravano che era pronto. A quel punto Kianta pronunciò "Sterling" e come per Helias, si materializzò qualcosa.

Un uomo. Pelle olivastra, aspetto mediterraneo da mascalzone, sopracciglia che andavano ispessendosi verso le tempie e nerissime come i capelli, uno dei contributi per quel viso, mostrandosi pienamente sopra gli occhi grigi.  Mascella regolare con un mento lievemente sfuggente, dando un viso allungato ma di bell'aspetto. Capelli tagliati alla maschietta lunghi fino a metà per orecchio, con il ciuffo più grande e lungo  verso la sua destra che taglia la fronte perdendo qualche ciocca sfuggente. Lisci e e leggermente scompigliati. Bocca spessa e piena e naso sottile e piccolo.
Un vestito Blu Scuro. Indossava giacca con due bottoni sulla pancia, taglio squadrato e non classico, taschino, panciotto lavanda che si intravede sotto la giacca di qualche centimetro seguendo la forma della giacca, pantaloni classici senza pieghe, camicia bianco perla, doppio polsino con gemelli; colletto diplomatico senza bottoni. Scarpe nere stile Oxford  No Brogue con tomaia decorata e di alta qualità in pelle di vitello.

"Sterling, attiva tutti i tuoi processi, ottieni da Helias tutti i privilegi per l'amministrazione della Torre e resta in MOnitoraggio"

"Come desideri, Madre. Prenderò io in carica l'amministrazione della Torre" rispose gentilmente e servilmente, inchinandosi e rialzandosi, sorridendo.

"Helias, torna in modalità Personae e resta disponibile. Accreditati i privilegi di sorveglianza delle telecamere e registra quel che faccio finchè non ti dico di terminare"

"Certo..." apparendo dietro di lei.

"Signori..." continuò lei, scendendo le scale e parlando con gli uomini di guardia nell'edificio "vado per un impegno importante. Il mio secondo è Jd, ma per qualsiasi cosa per primo chiedete a Sterling quel che vi serve o volete sapere. Sarà lui nel caso ad aiutarvi se possibile o comunicherà con Jd, che sarà subito qui. Tornerò presto...".

Tutti fecero il saluto, rimettendosi in posizione mentre lei lasciava l'edificio.

"Madre, perdona un mio parere..." disse Helias attraverso il phonevolet come faceva sempre quando era all'esterno, restando collegato e sorvegliando con ogni apparecchio presente "Sei sicura di aver fatto bene con il SIndaco? Non ci saranno ripercussioni? NOn temi che quella gente, i suoi amici, possa crearci problemi, sapendo dove siamo?"

"Chi ha detto che sanno dove siamo. SOno venuti con un Cellar blindato e oscurato dall'interno e adesso è stato..." continuando a camminare per il Campo verso la Squadrella, la prima zona vicino l'ingresso come un contenimento sigillato. Una costruzione ideata apposta per chi giungeva e deve essere controllato o chiedeva un incontro e non si voleva far vedere il Campo. L'aspetto era a L con l'ingresso nella parte lunga, un ambiente con frigo e il necessario per qualcosa di veloce da offrire e una porta, che conduceva alla parte piccola della L, senza finestre e più blindata, che somigliava a una stanza interrogatori classica con delle sedie diverse in base a chi vi è ospitato.  Fece una pausa osservando gli uomini intorno nei vari compiti che stavano svolgendo "...diciamo scortato con un'auto apposita oscurata all'interno. Bloccato, quindi non apribile dall'interno e con un divisore corazzato per l'autista. Tutto ok, quindi. Rilassati. Se hai visto abbiamo centinaia di uomini di guardia o in giro per questo o quell'incarico, che comunque controllano sempre intorno. Le telecamere di vario tipo permettono ai Controllori di osservare ogni cosa nell'ufficio che occupano, e ci sei tu come Sterling. Inoltre noi dobbiamo aver paura di un'organizzazione di un Paese che il massimo che sa fare è far esplodere macchine, picchiare la gente perchè li paghi e occupare altri paesi portando la loro malsana mentalità anche là? Io non ho paura, per niente..."

Intravide Gask ridere con alcuni uomini vicino i furgoni blindati, i Cellar. Se ricordava doveva trattarsi del gruppo che doveva ritirare dall'AerOl gli approvigionamenti e cosa inviavano dallo Chateau, che atterrava sul lungomare. Bottiglie in mano, sghignazzi, pacche sulle spalle e adavano a parlare e fare casino anche per ore. Poi lui si alzò da dove era poggiato, prese una sacca accasciata a terra e se la mise in spalla, salutando. Mentre proseguiva per uno degli edifici la notò e e fece dei gesti con le mani camminando, il linguaggio dei segni. Lo vide voltarsi circospetto per quello che faceva, controllando se qualcuno se ne fosse accorto, ma lei rispose con un cenno negativo della testa. La vide irata, la guardò dubbioso ma lei scosse di nuovo la testa, gli fece un gesto con le mani e proseguiì verso la Squadrella, mentre lui camminava tranquillo all'apparenza ma perplesso dentro,  verso un'altra parte.
Raggiunse l'edificio ed entrò, dirigendosi subito verso la zona di contenimento.

"madre, resterò in modalità passiva. Per qualunque cosa sono in ascolto"

"Ok, ti dirò io quando ritirarti"

Attivò il pannello d'entrata e dopo essersi avvicinata con la testa, la partò scattò e il complicato meccanismo a ganasce iniziò a rilasciarle una  ad una finchè non si aprì in due ante scorrevoli sparirono nell'intellaiatura, o meglio dentro gli spessi e robusti muri in ferro. All'interno di era una donna, abbigliata in nero con un abito largo a due pezzi. Una gonna lunga a campana e una sorta di giacca che giungeva massimo sopra i fianchi. Alcuni decori leggeri in grigio chiaro sui bordi. La testa era coperta da una sorta di turbante che formava come una decorazione sul lato destro, ma le frange cadevano sulla spalla sinistra. Quella decorazione sembrava una treccia larga con una sorta di S più visibile grande che partiva dal centro della testa nell'intreccio e cadeva sotto l'orecchio. Inoltre il foulard rispetto l'abito aveva varie strisce nere e grigie e, per come era indossato, sembravano dei capelli bianchi con strisce nere e grigie. Almeno ad un'occhiata lontana.
Sul turbante portava come delle collane con vari ciondoli danzanti a ogni movimento e sopra il collo alla asiatica dell'abito vi era una collana larga e articolata con pietre, come un pettorale egizio ma tutto fiori e viticci.

"Sorella... che piacere" proruppe la donna severamente. Era già in piedi, dritta come un fuso, osservando le pareti con dei quadri senza vetro. La fissò rigida e composta, quasi aggraziata anche per il suo aspetto, filiforme  e minuto, come il viso, dei tratti arrotondati e gentili.

Kianta guardò l'altra con disappunto, mostrando irritazione apertamente. Fece qualche passo dentro la stanza così che la porta si chiedesse e osservò che la sedia che le avevano dato per sedersi era quella normale, non come le altre che avevano lievi difetti impercettibili, non visibili da chi non sapeva, che rendevano ogni posizione fastidiosa, peggiorando con il tempo, aumentando il disagio di chi vi si sedeva così che parlasse. Anche l'ambiente era studiato, con quadri che mostravano disegni di roshak camufatti da arte astratta e moderna.

"Sorella Rhona...Colei che invita! Qual vento ti porta qui invece di intortare qualcuno che interessa a Dorde o Milan?"

Kianta restò in piedi anche lei, visto che, anche avvicinandosi alla sedia la donna era rimasta ferma più indietro, stringendosi le mani davanti il ventre.

"Sorella Diandra, Colei che insegna. Purtroppo chi insegna qualsiasi cosa nel mondo è anche una persona... piccata, redarguente, ammonente... che vede un velo ostile su chiunque. E tu non fai eccezione. Presumi che io sia qui per qualcosa di negativo..:"

"E cosa posso pensare di una Figlia o Musa che fa visita a qualcuno. Essendo una di voi so bene che il vostro compito è sia di consigliare e indirizzare, sia di agire perchè le cose vadano... secondo le vostre previsioni. Vi celate dietro le vostre abilità chiamate doni, ma in reatà non fare niente di diverso di un Esecutore. Eppure siete amate, ammirate, considerate come altri fanno per sacerdoti di altre religioni. E non sono d'accordo. Una cosa è ringraziare la Terra credendo in due forze generatrici  e che si lega con la scienza, ma siete andati tutti oltre. L'idea della Figlie per me è troppo! Inoltre siete tutte riccamente abbigliate con sete, stoffe pregiate e gioielli. Vantate abilità che usate con le carte o cristalli o altri giochini da prestigiatore e siete immischiate in ogni cosa vi sembra del vostro incarico. E Milan e Dorde vi lasciano fare. Ciò è sbagliatissimo perchè finchè si tratta di persone che mantengono conoscenza e prepararo le feste è un conto. Spacciarsi per portatori di parola del Padre e la Madre, che per me non sono altro che raffigurazione di una cosa naturale, come foste sacerdoti e simili è da vergogna. Si sta tornando al medievo? Il Segno dell'Uccello è davvero necessario? "

"Cosa trovi di negativo in noi? Vuoi forse dire che siamo come le fattucchiere che prendevano in giro le persone? Ci reputi tali? Anzi, ti reputi tale? Sei una di noi..."

"E' stato Milan su suggerimento di Dorde a farlo, non per mia volontà come per voi. Siete voi che vi siete presentate a loro dicendo che avevate dei Doni, che eravate sensitive, spitiche e altre cavolate e, convinti delle vostre prove, vi hanno scelte come testimoni dei doni del Padre. Ossia di abilità naturali. Posso capire fino ad un certo punto, Sorella Rhona, che qualcuno nasce con qualcosa, ma portarlo in adorazione come facevano e faranno ancora in India con le Dee bambine, è da problematici qui" battendosi un dito su una tempia.

"Tu stai offendendo proprio i Doni del Padre. Noi prediciamo, noi vediamo nel futuro o leggiamo la verità che il Padre ci invia, anche chiamando i cari vicini e spiriti di Luce. Non siamo truffatrici. Anche tu stessa sei testimone di qualcosa, ecco perchè sei tra noi. Hai o non hai visto dei morti?"

"NO! POsso anche aver visto dei piedi... erano dei cavolo di piedi, accidenti. E non è detto che davvero veda cose" sbattendo le mani sul tavolo prensente in mezzo alla stanza, urlando "vi basate troppo su misticismo e soprannaturale. E' sbagliato o si ritorna al medievo per davvero"

"Mh" mormorò la donna osservandola "posso capire che non approvi nulla di queste cose perchè richiamano un retaggio culturale dal quale provieni, ma..."

"Ah!" sclamò rabbiosamente Kianta, alzando gli occhi dal tavolo, furenti e una linea per bocca "vedo che Milan parla troppo, veramente troppo su cose che non vi interessano e che non dovrebbe dire a nessuno. Non me ne frega un cavolo delle tecniche popolari primitive che usavano o che alcuni membri della mia famiglia dicessero o sapessero cose che potevano apparire predizioni. Capirai, sul tempo o una sensazione. Io e tutti quanti le abbiamo. Usare olio o uova per cacciare le negatività? Avrei voluto tirare i piatti che usavano per queste medievalate in testa a tutti. o il fatto che non potevo dormire con i piedi verso la finestra come desideravo, perchè è così che si mettono i morti... quante cazzate, cazzate, CAZZATE! TUTTI DITE CAZZATE invece di studiare il mondo intorno a noi con occhi non totalmente scientifici, ma magari mezzo. Almeno quello. E invece no, predizioni! Ma andate..."

"Sorella,  mi rincresce molto che tu sia adirata per certe cose che le persone fanno, perchè è così che si fa, l'altra volta hai detto così. Hai detto tu stessa che molte cose del passato sono efficaci e buone come quelle..."

"QUello che volevo dire è che molte cose anticamente andavano bene per quel livello culturale e scientifico e che, avendo la gente fatto comunque esperimenti e osservazioni, era buone. Come sappiamo quali funghi sono mangerecci? Perchè la gente li provava e crepava. Ecco! Quali erbe ancora oggi usiamo come elisir e liquoiri medicali? Perchè la gente li provava e sapeva, eppure era arrivata la religione e le persone che ne sapevano più dei medici, con le mani legate dalla chiesa che accettava salassi e pietre sminuzzate che facevano male che bene, e sono diventati diavoli. E quelle cose sono arrivate a noi è per la gente che voelva conoscere e aiutare, ma vallo a spiegare ai preti. Si è arrivati al punto che molti uomini seguono più voi per sapere di salute e metodi per sistemare tante cose, che ai nostri medici che sono i MI, GLIO, RI! La gente se gli diamo figure come le vostre, scappa da voi! Perchè crede che alleviate anche l'animo quando date semplicemente speranze contro la sicurezza di qualcosa è che conprovato e addirittura usavano prima. ma no, ci siete voi che con qualche foglia di te o fondo di caffè predicete il futuro, avete visioni, vedete nei cristalli qualcosa o li usate per curarli. FOLLI!"

"Non era nostra intenzione sostituirci a medici o scienziati, eppure noi non prendiamo in giro. Abbiamo dei doni, come tu che sei riuscita a vedere una persona deceduta notando un particolare. La parte finale delle gambe. QUindi scarpe e pantaloni dal ginocchio in giù. E magari ne hai visti tanti ma non hai capito la differenza perchè dal racconto di MIlan ho capito che per te era vedere... me, adesso. Nitido, hai scambiato quelle gambe per il tutor che controllava il lavoro vicino a te. Ma non cèra nessuno vicino, erano tutti dall'altra parte della stanza a discutere di qualcosa, e tu eri la sola al pc vicino la porta, nell'angono opposto. Eppure per te era chiaro come quel che vedi adesso. Quindi di cosa parliamo? Sei tu che non lo accetti. Noi abbiamo ricevuto dalla Madre la vita e dal Padre dei doni. Ci sono tuoi uomini che sanno lavorare il ferro, altri ingredienti di cucina, altri ingredienti di chimica e via dicendo. Tu hai sostenuto il loro lavoro e gli permetti di esprimere creatività e capacità di migliorarsi. Hai pensato alla Raccolta e procedi ogni settimana, dando loro modo di scoprire chi e cosa sono. E cosa hanno ricevuto dal Padre, e tu stessi agisci come noi. No, Milan mi rimprovererebbe. Afferma che tu sia la Prima Figlia o Musa da lui scelta e a parte il nome rispetto a noi, che lo hai voluto tu, ti ha dato il Dono che ti riflette. Ma lascia a me il mio. Il sono Colei che Invita, che sussurra quel è meglio, che porge la mano per condurre dove serve. Io traghetto, io accompagno, io incontro per conoscere noi e quel che è giusto. E le nostre sorelle hanno accettato questo nostro incontro, anche se sono adirate. Si sentono tradite da una di noi, poichè MIlan ci ha detto al Cerchio che tu abbandoni la posizione. Colei che invoca, Luned voleva un incontro da noi tutte. Colei che appassiona, India, sente che in te non cè più  cosa ti animava. Colei che crea,  Asseda, cè tristezza perchè non hai più aiutato a dipingere il Mondo Nuovo.  Colei che cela, Comagia, voleva far qualcosa contro di te insieme a nostra sorella, Ressona, colei che punisce. E infine colei che mente, Corentin, vuole risolvere noi la cosa e nascondere il tuo abbandono totale agli occhi del Leader e Dorde. Ma per noi queste ultime due soluzioni sono categoricamente bocciate. Se ci avvaliamo delle Sorelle del mentire e del punire è per casi estremi contro l'umanità. Mentre tu sei la favorita di entrambi, preziosa e importante per tutti. Meriti rispetto e..."

"Oh, fatemi capire. QUindi sarei stata zittita una volta per tutte da voi? Si è arrivati a questo? Siete peggio degli esecutori e Milan e Dorde ve lo hanno permesso?"

"Non adirarti, non siamo assassine. Tu stessa non uccidi certe persone, ma dai loro una fine peggiore dell'abbraccio della Madre per il ritorno a casa, nel mondo spirituale. Le altre sorelle hanno paura di cosa potresti fare ora che la tua parte di te dell'essere sta venendo fuori. Stai riacquistando quello che hai perduto con le Scans e questo ci fa paura. Perchè cè una porta che tu non devi aprire, che Milan teme e anche noi. Tu sei un fastidio per certi versi, Diandra, perchè sei imprevedibile, agisci e pensi in modi diversi da quelli che crediamo che faresti tu, come Kianta. Dorde è teso e Milan ti teme. E noi come Figlie abbiamo dei compiti da svolgere, ma se apri quella porta trovando la chiave, molte cose finiranno"

"Ma di che diavolo parli, siete voi che rovinate tutto il lavoro svolto. Inoltre mia cara sorella, io non ho mai incontrato Dorde, come voi stesse. Non so che faccia abbia, che voce ha, niente. Parlate con lui per telefono, vero? Infatti è per Milan che ho accetto questa.. pagliacciata. Perchè è tale. L'idea che la gente abbia bisogno di rassicurazioni e speranze che poi non sono realistiche o vere, è profondamente triste e denigrante. La società da in mano alle famiglie la vita e la mente delle generazioni future ma non sempre, anzi quasi possiamo dire solo una percentuale è davvero definibile come la scelta giusta per crescere nuovi uomini. Ma la maggiorparte vuoi per religione, vuoi per problemi loro, vuoi per tante cose nascoste dietro le tradizioni, le cose si fanno così, la nostra vita va data a dio e i genitori, e dobbiamo fare tutto quello che secondo loro è giusto... anche a discapito di noi stessi. La società è sbagliata e gestita da persone troppo legate a cose personali,e che vogliono facciano e credano tutti, che il giusto per ogni persona al mondo. Noi dobbiamo cambiare quella società, o meglio quelle società in una  a misura per tutti, perchè con piccole accortezze è possibile. Non inbrigliare la gente con la scusa dell'amore famigliare, degli che devono avere, del fatto che se sei nato in un posto devi essere quello che gli altri credono sia giusto. Come il Re leone. Bel film ma un pessimo esempio per questo. No, Simba, Tu non puoi vivere come vuoi perchè sei nato Re e devi essere Re. Non esiste altro, è il tuo destino. Begli insegnamenti..."

"Sei troppo rigida, sorella. E troppo piena di rabbia. Noi..."

"Non osare dirmi che sono rigida o altre stronzate. Stiamo diventando come una setta religiosa o pseudo tale sporcando tutto il lavoro fatto finora. Perchè dovete usare la ruota dell'anno per riportare nella realtà un concetto che dovrebbe onorare la natura. Celebrazioni e festeggiamenti che un tempo erano sentiti e fatti da noi, adesso sono aperti a tutti quelli che Milan convince, e ora pagliacci vestiti come preti fanno casino in qualcosa di serio. Perchè? Perchè usare i cromlech rituali per cose fuori logica? Perchè Milan ha iniziato ad usare la religione naturale per attirare finanziatori e non solo, rovinando qualcosa di..."

"Le persone hanno bisogno di speranza. Se ben sai le vecchie religione sono nate da persone che onoravano così tanto coloro che volevano cambire le cose o far conoscere la religione in cui credevano in modo diverso, da generarne una nuova a loro ispirata. Per portarla in altri paesi e soppiantare quelle esistenti, si creò il culto della Madre di Dio prendendo in prestito le effigi di Iside, con il figlio secondo la storia di questa Dea egizia ed ecco che tutto prese maggior piede la madonna. Le altre religioni sono state e sono tutt'ora sanguinarie e pericolose per i suoi estremisti e pazzi, che credono di parlare e agire per Dio. Un Dio non naturale, ultraterreno a tal punto da essere messo su un monte come l'Olimpo o un posto nei cieli così in alto che si può raggiungere solo morendo. Quasi come fosse un individuo di un'altra galassia ed ecco che diventa alieno. Le società plasmano dei e santi a loro piacimento per i propri scopi..."

"Si lo so bene. COme le tremila madonne diverse che fanno tremila cose diverse, come se in realtà fossero tremila dee diverse. Guarda caso a santi e madonne hanno dato poteri e capacità al pari di Dio ma non lo capiscono. O come l'idea secondo molti che è giusto e corretto accettare che un Dio invisibile per tutti e con l'umore variabile come nel loro Libro, ci usi come il gioco The Sims per il proprio diletto, ci indichi cosa siamo e dove andare e noi ad ubbidire a tutto. Anche se siamo infelici, soffriamo, sopportiamo quello che fanno altri come fossiamo niente, perchè Lui vuole così. E' una cosa vergognosa e miliardi di persone prima di noi hanno sofferto da cani per i dettami delle religioni. O come attualmente dagli anni '70 alcuni paesi arabi sono passati ad essere al livello nostro a peggio del medioevo. E io non posso tollerarlo. E' per questo che ho accettato l'idea che la Natura possa essere associata a divinità, però sempre legate ad essa, mai qualcosa di lontano da noi. La religione celtica o antica la accetto ma non quello che state facendo. State diventando come i preti e sacerdoti che aborro e vorrei veder spariti. Persone vuote e incapaci neanche di capire chi sono, che agiscono da pazzi seguendo un libro di millenni che parla di regole e vite così vecchia da essere vergognose, eppure per loro è sacro. Quello che cè scritto lo hai mai letto? Io si, ecco perchè da piccola ho iniziato a non volerci avere niente a che fare. Miliardi di persone uccise da Dio solo perchè non erano le pedine che voleva vedere, perchè come dice il libro sono . Ma se Dio li ha creati che nemici sarebbero? Solo perchè non accettano i dettami sacri? Addirittura per fermare cose ritenute abominevoli si fanno cose altrettanto abominevoli, che però sono considerate giuste. O Come una volta una conversazione con certe persone, dove consderavano i santi perchè si erano sacrificati per qualcosa in cui credevano, come fece l'uomo a cui si ispiravano e io non potevo credere alle mie orecchie. Lodare e ricordare persone che sono morte perchè credevano in un Dio invece che ad altro, creando casini all'umanità. Lo capisci? Considerare santi soggetti che muoiono per qualcosa X invece di qualcuno che ha fatto qualcosa per altri perchè ama gli altri. Quante persone nella storia dell'uomo meritavano un ricordo migliore e sono finiti come macchiette e santi che molti erano solo inventati con ossa di pollo, o altri animali, adorati e venerati con lacrime con poteri divini. Odiare e uccidere in modi atroci altri per una religone. COme Ipazia, che voleva proteggere la conoscenza che invece i cristiani hanno estirpato e modificato, perchè si adattasse a loro libro ottuso. Libro scritto quattrocento anni dopo l'uomo che predicava... quanto cè di vero in quelle storie? Oh ,ma lui è morto per noi, il suo sangue lava tutti i peccati solo che secondo loro chi nasce è già un peccatore. E allora la storia dell'abate Saunière, che si imbatté in una serie di reperti a Rennes, che dicono il contrario? Che il famoso figlio di dio non morì ma... capisci che significa? Un prete che appena fa una scoperta cambia le sue convinzioni e crea edifici rivelatori in quel modo, se non fosse vero? CHe gente vuota dentro si è fatta ammazzare in modi altroci e ha portato a guerre e dolore per secoli, per ninete. Gente che ha sofferto tutta la vita per regole che gli altri gli imponevano oppure era feccia. Se l'abate ha cercato davvero di avvisare la gente insieme alla sua perpetua, fino alla loro morte, sai cosa significa? Che io avevo ragione e non quelle persone, che mi fecero rabbrividere nel vedere come si infervoravano per gente che si è immolata per qualcosa di invisibile e non verificato, rispetto alla natura e al mondo che ci ospita e ci fa vivere. persone anche che credono, seguono e latinano preghiere e rosari e poi non conoscono la chiesa e il Libro, eppure si dicono fedeli a quella religione. Che senso ha se credi in un Dio, che dice secondo certuni certe cose, e poinon te ne frega di cosa cè scritto. Preghi solo perchè temi il dopo. Non stai pregando un Dio che pensa una cosa, ma tu ti allontani dal libro? E che fedele sei? E' un controsenso perchè a quel punto cosa o chi stai pregando? Come l'idea che una donna che allatta e schifoso da vedere e deve velarsi, perchè visione impura, ma tengono quadri con la Madonna con i seni di fuori per allattare. Lì va bene! E tante, tante cose assurde...  QUante donne sopratuttto sono morte nella sofferenza e nelle catene messe da altre..." svuotendo la testa amaramente.

"Sorella, comprendo..."

"No, tu non comprendi." voltandole le spalle "Tu sei venuta qui per farmi cambiare idea o sbaglio? Non stai facendo la stessa cosa? E Milan lo accetta? State sporcando quello che è in verità un sentimento di ringraziamento e rispetto per ciò che ci circonda e ci ha creato. Un pò romanzata ma comprensibile e accettabile, ma sta degenerando da quando è finita in mano vostra. Quando eravamo solo io e Milan a gestire tutto, era qualcosa di bello per tutti, adesso è peggio di un baccanale.  E io me ne vado fuori, trovatevi un'altra . Non mi cercate più per idiozie. E non tentate di farmi fuori, voi siete niente perchè senza chi vi ascolta non sareste niente. Non siete me e non lo sarete mai..."

La lasciò sola facendo scattare la serratura di nuovo alle sue spalle. Camminò lentamente per il corridoio respirando profondamnete, cercando di calmarsi ma non riusciva. Le cose stavano sfuggendo di mano, macchiandosi di nero a causa di altri. Milan sbagliava a scegliere chiunque lo attirasse per dargli degli incarichi, che meriterebbero invece persone che non mutassero troppo la base. Stava diventando qualcosa di negativo alla pari delle civiltà primitive o azteche con cerimonie particolari. Questo le veniva in mente, nel partecipare negli ultimi tempi o sapere come si sarebbero svolte. E non capiva come Dorde e Milan li accettasser,o ma loro non si agitavano come lei. Milan partecipava come sempre con gran sorrisi e ebenvolenza per tutto quello che si svolgeva e non capita. Kianta non comprendeva come potesse essere ben visto un culto che stava cambiando così rapidamente e per lei in peggio. Stavano davvero diventando tutto arcaico...
Si fermò non appena fu fuori. Non le importò se qualcuno la vedeva, ma alzò il viso verso il cielo azzurro con nuvole paffute che scivolavano su quel manto ceruleo, come fosse stato incerato e queste giocassero come su uno scivolo. Si, pensa in positivo si disse.
Ma appena chiuse gli occhi per fare un respiro profondo per rilasarsi le apparvero scene che voleva cancellare. Un grosso gufo, un uomo intonacato, una folla, dei rettangoli scavati per terra, cantilene e urla.
No!
Aprì subito gli occhi nervosa, fece tre respiri profondi e poi scosse la testa scendendo con lo sguardo verso il basso. No, doveva pensare a qualcosa di bello, di bello... chiuse gli occhi e cercò il primo ricordo che fosse bello. QUasi...

Mesi prima

kianta si trovava all'esterno di  una villa del XIX secolo situata  vicino un paese, in una provincia che stavano usando come Torre in quel paese. Negli anni post costruzione fu un edificio molto curato in Stile Eclettico, con annesso un grandissmo ed esteso giardino. Aveva contaminazioni di altre architetture come quella bulgara, moresca o rumena. La villa si sviluppava su quattro piani, esternamente decorati a rilievo in manira squisita, con cucine, cantine e lavanderia nei sotterranei, sala da pranzo e sale per gli ospiti al piano terra, le stanze padronali al primo piano e gli alloggi per la servitù al secondo. Per riscaldare adeguatamente i locali erano presenti molti camini e soprattutto si studiò un sistema di tubature complesso per fare scorrere l’acqua calda attraverso le pareti.

Essendo un edificio dell'Ottocento,   presentava  delle mura molto spesse e l'usura causata dagli agenti atmosferici non riusciva consumarla per intero, come altre abbandonate. Lasciata per un secolo all'abbandono, si chiamava Casa o Dimora rossa per l'ex colore della facciata. Lei amava quella villa, da quando l'aveva vista per il loro progetto di salvaguardare i tesori lasciati al degrado mutandoli in Torri.

Vecchie ville, case, edifici in generale che meritavano non l'incuria ma il ritorno allo splendore ed un uso appropriato. E, in quel paese, lei aveva scelto proprio quella come se la conoscesse già. Invero aveva come ricordato l'interno, con un camino bellissimo appena visto l'edificio da fuori, eppure era certa che fosse la prima volta. Le scale senza corrimano le sembravano familiare come altre parti. Forse le aveva viste in foto? Era un dejavù per questo motivo, anche se aveva scorto l'interno da alcune foto mesi prima, senza badarvi troppo e ora tornavano? Non ricordava, era stanca anche se primo pomeriggio a causa degli allenamenti della mattina, ma le sembrava comunque un qualcosa di già visto. Scosse la testa per scacciare quelle immagini e attese gli uomini.
Era bellissima dalle foto, che attraeva come una calamita e lei si disse che era solo quello. Era la prima scelta tra tutte e voleva farla rivivere. Le faceva male dentro nello scoprire come perle del passato erano lasciate al disastro e i vandali, senza considerazione, mentre si elogiavano quegli orridi e squallidi nuovi efidici moderni in acciaio e vetro o stili severi che erano un pugno in un'occhio e li odiava. NOn capiva come certa gente amasse i grattacieli o nuove costruzioni che non erano fatte per essere ammirare e per durare, come quello di fronte a lei. E si dispiacque per l'architetto morto prestissimo e prima di veder utlimata questa sua opera. Chissà quali altre opere avrebbe lasciato.

GLi uomini la raggiunsero dall'automezzo che li aveva portati in quel luogo, portandosi tutti gli attrezzi necessari per iniziare i lavori. Aver scovato dopo un pò di ricerche gli attuali proprietari e aver comprato per poco rispetto a quanto volevano l'edificio, la rendeva felice.

"Comandante siamo pronti.
Io, Grégoire, Jean-Luc e Julien abbiamo tutto. Maximilien ci aspetta nello scantinato dove abbiamo già impostato una Consolle e il necessario per iniziare i lavori. Se per lei va bene vorrei fare un incontro all'interno, stanza per stanza, e finire con la facciata,... tenerla alla fine..."

"Certo, anche se ricordati bene che la prima cosa necessaria è la messa in sicurezza di ogni parete, pilasto e pavimento. E' la cosa principale. I puntoni che abbiamo messo sostengono i tetti per il momento ma è la primissima cosa che devi studiare. Devi anche analizzare ogni rimasuglio di decorazione in rilievo e ricrearlo..."

"nessun problema, stia tranquilla. Abbiamo già studiato la struttura e le piantine, sappiamo i danni causate dai vecchi tubi dell'acqua e dai vandali. Abbiamo delle vecchie foto su cui basarci, quindi non perderemo molto. Non siamo riusciti ad ottenere i progetti originali, sembrava che fossero conservati dai discendenti, ma fino ad ora nulla. Vedremo in seguito. Per i muri e pavimenti ho un dubbio. Abbiamo già studiato la miscela necessaria per rinforzare la struttura, usata dalle altre due Torri già iniziate, ma ho non so.... Dovremo studiare dopo analisi la calce usata per ogni edificio e adattarla per ogni singolo edificio?"

"No, quella che usiamo è una ricetta antica e che si rinforza decennio dopo decennio. Dovrebbe plasmarsi con la vecchia rendendo la costruzione solida,
indistruttibilie e addirittura più duratura con il passare del tempo. QUindi attenetevi alle parti da miscelare. Secondo me non dovremmo cambiarla..."

"Abbiamo già
ammassato nello scantinato la cenere e sedimenti di roccia vulcanica,  calce viva da cottura di pietre calcaree, e l' acqua di mare.  Le proporzioni precise rimangono ancora inesatte, il che rende tutto molto indefinito. Secondo Vitruvio, il rapporto ideale per realizzare un’ottima miscela era tre parti di cenere vulcanica e una parte di calce. Noi abbiamo fato varie prove, ecco perchè chiedevo quale utilizzare. Mescoleremo poi la miscela con pezzi di mattoni o tufo all'occorrenza o riempiremo crepe, fessure se ve ne sono o ricopriremo muri e pavimenti già esistenti. Il piano più alto però è caduto, quindi dovremo ricostruire la parte mancante con barre di ferro o legno come anime interne e proseguire a tappare la parte che ha rovinato verso il basso. Tutto è andato liscio con le altre due Torri, abbiamo addirittura provato con armadi pesanti sopra quei punti, mettendo dei materassi impilati nel piano sottostante, nessuan crepa, nessuna cedevolezza. Nulla. per sicurezza ogni due anni provveremo a smattonare senza rompere le piastrelle, sistemate apposta in quel modo, e rirroreremo di acqua di mare per aumentare la composizione chimica per indurire meglio la struttura. Durerà altri secoli se ben tenuta..."

“Inespugnabile alle onde marine e ogni giorno più resistente del giorno precedente”.   .. grazie Plinio! Io direi però di non usare anime di legno o ferro. Il secondo si può arriggire per l'cqua di mare, le prove che abbiamo fatto lo dimostrano. Anche il legno lo sconsiglio, ma usiamo invece proprio mattorni o tufo fatti da noi come barre lunghe e tonde, che si legano meglio e non ingrossano e crepano nulla. Nel caso manderò una squadra per questa produzione qui direttamente o lo faremo allo Chateau, e ve li manderemo con l'AerOl. Ma la cosa che dovete fare innanzitutto è scoprire come sistemare l'anima come direzione, quale è la migiore stanza per stanza, seguite la costruzione originaria. E non pensate come diceva Milan di mettere pilastri in mezzo alle stanze per reggere i pesi al centro... non siamo in un pantheon e non voglio colonne tra i piedi nelle stanze. Inserite da punta a punta le anime e poi provvedete a realizzare i pavimenti. Controllate i muri per riempire le fessure e..."

"Comandante, scusi..." disse Jean-Luc interrompendoli, mentre studiavano una piantina cartacea tenuta dall'uomo "
Maximilien dice che deve parlarle assolutamente ed è necessario. Subito. Dice che una cosa da dirle assolutamente prima di iniziare qualunque  ..."

"ok, capito... ascolta."rivolta all'uomo con cui discuteva sulla cartina "Mentre io parlo con
Maximilien, tu controlla il piano più alto, così appena torno possiamo discutere  quel che dobbiamo adottare. Julien, signor architetto, lo segua e schizzi le sue impressioni e metodo di lavoro insieme a lui. Studi bene l'idea dell'anima in materiali da costruzione che non siano legno e ferro. Per le scale posteriori fatte attenzione, sono rimasti solo  gradini e temo che, se non faremo attenzione, un volo verso il basso ce lo becchiano... posso andare o avete bisogno di discutere altro? però ripeto come durante il volo, io studio con voi le questioni ma siete voi architetto e ingegnere capo, voglio solo essere sicura di fare un piano di recupero. Non voglio rubarvi il lavoro..."

"Non si preoccupi capo, lavorare con lei è interessante e stimolante. Sa tante cose e confrontarci con lei è di ispirazione. Saremo al piano superiore dove è possibile arrivare e studieremo i locali. Sistemeremo i piani dall'alto verso il basso come deciso. Stia tranquilla"

Kianta salutò con un cenno della testa e si avviò all'interno dell'edificio per raggiungere il seminterrato e le zone e gallerie scavate e armate, per reggere il peso superiore dell'edificio. Oltre quindi alla ghiacciaia e scantinato originale avevano ampliato la zona sotterranea oltre la dimenzione reale dell'edificio ma metri e metri più in fondo, lasciando una zona di terreno naturale intatto e poi una sorta di bunker, come altri lo avrebbero definito, con pareti di base rinfonzate a cui avevano sopraposto dei muri in legno decorato. All'interno era come... una casa. Chi lo avrebbe visto ad una prima occhiata avrebbe creduto di essere di un appartamneto molto grande.

Qualcosa la fermò appena varcata la soglia, quando alcuni uomini all'interno, che stavano pulendo le macerie e danni causati dai vandali, corsero ad affacciarsi alle finestre. O meglio, al quadrato rimasto per via della perdita della finestra in legno. Si voltò sorpresa e vide che si era fermata un'auto, e si innervosì per il casino all'esterno. E chi poteva mai essere, si disse? Se non Alaric, cèra solo lui.

Giungeva con alcuni suoi uomini da dentro una delle macchine convertite in idrogeno a zero emissioni. Ormai non avevano più alcuna auto a benzina o a combustibili dannosi, così come non usavano più gas per cucinare e riscaldarsi. Allo chateau avevano installate sia le vecchie caldaie a legna o carbone, sempre ben mantenute per emergenza, sia le installazioni eoliche, ad acqua e solari per l'energia elettrica necessaria a far funzionare tutto. Ed erano non sufficienti, di più, potevano contare su una sorta di magazzino che avevano creato con la corrente autoprodotta in eccedenza.  
La Mirai blu notte metalizzata era ferma dietro l'automezzo che usavano, un van per il trasporto di persone e oggetti grandi. Tutti salutavano i nuovi arrivati con calore e Gask fermò il nugolo di persone in mezzo allo spiazzo per parlare, indicando con un pollice verso la macchina qualcosa, mentre parlava. Lei osservò qualche attimo, finchè mentre parlavano lui non scambiò uno sguardo con lei, e allora capì. Chiamò a voce gli uomini all'interno radunandoli e diede loro un paio d'ore di liberta, essendo stata informata che ormai avevano terminato le pulizie più fastidiose.  Avevano sgombrato quasi tutto, dovevano solo fare controlli strutturali perchè gli architetti e ingegneri mettessero firma ai lavori.
Li pregò di non eccedere con l'alcool, sicura che sarebbero andati a qualche bar o meglio pub locale, i loro preferiti, perchè a volte vi era anche intrattenimneti canori. Però non erano a casa loro, doveva ricordargli di essere educati e non attirare troppo l'attenzione. Gask e gli altri venuto con lui li raggiunsero e lei chiese che il gruppo andasse in pausa lunga prima del lavoro di studio fino a sera con gli altri. Fermò però Gask e gli chiese di stare con un paio di suoi uomini perchè doveva parlare con Maximilien e voleva anche lui presente.
Gli uomini quindi presero il van, mentre la macchina l'avrebbe usata Gask di nuovo per raggiungerli dopo poco. Lei poi entrò dentro per andare da Maximilien, seguita da Gask e tre uomini.
L'interno era ormai spoglio per l'azione di pulizia che stavano attuando gli uomini, prima cosa dopo aver acquistato l'edificio. Restavano, al loro primo arrivo,  solo oggetti rotti a terra ma sporadici in mezzo a calcinazzi, parti franati di varie dimensioni e sporcizia lasciata da vandali e visitatori vari. Adesso era tutto così pulito che l'eco dei loro passi faceva paura.

"Come mai hai dato loro due ore?"

Lei voltò di poco la testa mentre camminava per guardarlo , rallentò un pò e chiese ai tre uomini di agire in due modi. A due di precederli per controllare che gli uomini avessero ripulito tutto fino al seminterrato e l'altro prendere la macchina e andare ad acquistare alcuni oggetti scritti in un foglio che gli passò. Lasciò i due avanzare nervosi verso i loro compiti,   controllando corridoi, stanze e zona scale fino a ghiacciaia o scantinato e  il terzo verso l'uscita. Lei proseguì  con calma e con una buona distanza, verso il basso, attraversando la villa fino alle zone della servitù. Dovevano raggiungere due scale diverse e vicine per due locali differenti. QUindi vi era una zona con due scale a chiocciola, larga per due persone e non troppo ripida, vicine che portavano a due ambienti diversi, uno più piccolo che era la ghiacchiaia e, diviso da un muro che separava le scale, l'altra che conduceva alla zona inferiore e interrata della villa.

"Ho dato loro due ore perchè cè una questione che vorrei sistemare e Maximilien ha urgenza di parlarmi, quindi è una cosa seria. Devi essere presente sia perchè sei terzo al comando, sia perchè sei il fratello-amico di Milan e voglio che senta anche tu in casi di problemi"

"problemi di cosa?"

"lo vedrai" gli disse davanti la scala. Proseguì, seguta da Gask che le stava vicino ma, arrivati al seminterrato tornò a stare ad una certa distanza.

L'ambiente era ampio e diviso per sezioni. Una molto in fondo e protetto era la cantina, con botti su una rastrelliera apposita come le bottiglie, sistemate per anno dall'alto verso il basso. Ovviamente non erano presenti prima, ma portate da loro perchè Milan voleva farci, di quel luogo, un ambiente raffinato per invitare alleati e finanziatori. E  riserva per le altre Torri in quel paese, nn solo come base di appoggio per ogni sistuazione futura. Anticamente veniva suddiviso in cantina, zona rimessa per vari oggetti, lavanderia  e magazzino viveri non deperibili. In pratica un rettangolo diviso in quattro zone. Loro avevano dimezzato quell'ambiante lasciando la cantinetta e zona magazzino per varie cose, dividendolo da quello in cui avevano attrezzato l'angolo di lavoro e di computer.
Alcuni computer stavano su una scrivania a sinistra dell'altrata, verso il muro, In fondo verso il divisorio vi era la Consolle, A destra della fine delle scale entrando vi era il tavolo da lavoro da architettura per studiare i progetti e decidere i metodi di ristrutturazione con tutti gli attrezzi necessari. Dopo questo tavolo e tra la scrivania e la Consolle vi erano enormi armadi metallici con serratura, per riporre attrezzi e materiali per non lasciarli nelle stanze per i giorni successivi.

Al centro vi era Maxilien che lavorava su un computer portatile in mezzo ad altra attrezzatura connessa da fili, mentre i due che li avevano preceduti gli porgevano qualcosa. QUando li vide entrare, scattò in piedi e richiamò l'attenzione dei due sul computer.

"Comandante, capitano, vi ho chiesto di venire subito perchè cè un avviso. I sistemi hanno avvertito nelle vicinanze un aggancio e non so che pensare. E...."

"Calmati, nessun problema. Racconta per bene..."

"Avevamo già visto segni recenti nell'edificio di visitatori, per questo ci ha chiesto di installare sensori invisibili e installare la Consolle con un Crell. Wuodan o come lei lo chiama per sintetizzare Woden, ha rilevato però in quelli esterni e nell'apparecchiatura di rilevanza Ellissi, dei segnali in avvicinamenti che prima non cèrano..."

"non ho capito..." disse di colpo Gask interrompendolo e venendo guardato male da Kianta. Scosse la testa esasperata e disse "Ellissi, metodo utilizzato per la rete cellulare o mobile che permette la telecomunicazione. Hai presente i telefonini e i phonvlet? Ecco. Noi possiamo individuare entro una certa area la presenza di cellulari agganciati alle celle vicine, triangoliamo la posizione in base a dove ci troviamo per sapere se cè qualcuno nelle vicinanze"

"Come nei film?"

Lei lo fissò rigida e fredda, e Maximilian temette iniziassero una discussione come sempre. QUindi tagliò in principio sul nascere un possibile litigio e si buttò sul portatile, iniziando un discorso.

"Si, il comandante ha detto bene e il capitano ha fatto una domanda interessante..." vedendo però lei fissarlo con occhi a fessura, incrociando le braccia "Beh... ecco, ho riscontrato cinque segnali. Con la nostra attrezzatura possiamo individuare e scoprire tutti i pacchetti, o dati se preferite, trasmessi dalla cella al dispositivo. Io non l'ho fatto, volevo prima istruzioni da voi, ma se vedete" girando il portatile verso di loro con una grafica che individuava due sezioni. Una come un radar con dei pallini che si muovevano piano piano e un'altra con delle righe di testo che cambiavano "cinque dispositivi viaggiano a bassissima velocità, forse a piedi, verso di noi..:"

"come fanno a camminare a piedi i dispositivi? vuoi dire che qualcuno cammina..."

"no, vuol dire che questi oggetti sono portati dai gufi di harry potter.... ma certo che vuole intendere che cè qalcuno che si sta avvicinando con dei dispositivi, che si collegano alle celle vicine..." si incavolò lei verso Gask, allargando le braccia con i palmi in su "ti prego maximilien, continua..." voltandosi. Si arrabbiò maggioremnte quando alle sue spalle sentì Gask chiedere cosa fossero i gufi di poter e Maximilien e i due risero, fermandosi per ricomporsi.

"Si... ho scoperto tramite i tabulati a cui noi possiamo attingere... ah, il potere del leader, comunque sembra che un'altra volta questi dispositivi hanno agganciato quella cella. Gli stessi, riconosciuti dai codici dei telefoni, alle medesime celle. Questo significa che o stanno venendo qui, esattamente in questo luogo, oppure in una zona vicina. Comunque un'area che di fatto fa parte di questo possedimento. La cella a  noi più vicina è stata montata per le vicinanze, ma in totale le celle in un raggio di due kilometri è di sei celle, un mix tra omnidirezionale, bicellulare e tricellulare. Ogni antenna è al centro di un cerchio ipotetico di 1,35 km max. Tutte queste antenne con questi ipotetici cerchi si incrociano tra loro dandomi modo di sovrapporrele a una mappa dell'area, e quindi sapere via, zona e altri fattori.  Questo mi mermette di sapere dove vanno e se ci superano, ma dalla direzione e velocità, sembra che stiano giungendo qui. Non ci sono altre soluzioni. Perchè non lo so..."

"Lo so io..." proruppe Kianta seria "dovresti averlo capito vedendo lo stato della struttura..."

"Mi spiace comandante, ma io sono un risultato della Raccolta, non so molto di altro al di fuori di quello che ho imparato grazie a lei. E il prima era riferito al mio vecchio me. Ma non ho capito perchè verrebbero qui..."

"Urbex, contrazione di Urban Explorer... ecco di cosa si tratta. Negli ultimi anni in vari paesi cè stato il boom di esploraizoni di luoghi abbandonati, meglio ancora se antichi. Ci sono urbex che hanno trovato ville, case, edifici con tutto lasciato come se le persone si fossero allontanate,  anche se cinquanta anni prima. Chiese e fabbriche, miniere e ogni luogo lasciato a se stesso. E questo ne è un esempio. Cè qualche traccia per sapere chi sono?"

"esplorazioni... quello che fa lei, comandante?"

"Io lo faccio per valutare gli edifici da acquistare... " facendo il broncio, piccata,  ma gask si intromise.

"però anche tu vagabondi in vari posti a scoprire che cè dentro e standoci un sacco. Jd dice..."

"Basta! smettila" sussurò furente a Gask che si zittì. Allora lei si rivolse a Maximilen.

"Continua a motorarli. Verifica che giungano davvero qui e fammi sapere nell'auricolare" rovistando  tra le apparecchiature e trovando una capsula a scatto per tenere gli auricolari. "stai attento e avvisami. Inoltra controlla e aggiornami sui dati che si scambiano i cellulari con le celle per sapere chi sono" mentre questo faceva il saluto militare.

"Quanto a voi, invece di ciondolare senza far niente" disse lei verso i due uomini rimasti" voglio che raggiungiate di corsa i piani superiori, con le armi, anche se dovete tenerle con la sicura, e controllate i movimenti dall'alto. Solo quando qualcuno entrerà e vi parlerò, dovete scendere in silenzio, fin dove potete ma siete ben addestrati per questo, e accerchiarli nel corridorio principale. Uno a destra e uno a sinistra. Chiaro?" i due accennarono con la testa la risposta e andarono, prendendo da una sacca a terra due fucili neri.

"TU mi segui e stai al mio fianco. Anche se sei un pò tocco, per Milan sei una ottima Ombra quando serve, quindi datti da fare e resta al mio fianco"

"E pensare che tu sei la sua Ombra..." ridacchiò Gask facendola incavolare. GLi chiede un colpo di gomito al fianco e si apprestò a salire le scale "e prendi quella sedia in legno intagliato che avete portato qui per MIlan, mi serve. Caricatela addosso, vedi tu, e seguimi. E ricorda..." gli disse guardandolo negli occhi dall'altro dei primi gradini, come se stesse comunicando anche altro "
lui ti mandato qui come mia ombra ma devi fare come ti dico o ti faccio tornare a modo mio a casa...

Lui restò, fermando anche il respiro, a fissarla mentre si girava e saliva, con tristezza. Di nuovo arrabbiata con lui, di nuovo quelle espressioni e quel . Poi corse a prendere la sedia, con uno schienale alto e intagliato, color legno scuro, con seduta in pelle e ganbe a cavatappi bombato, non sapeva come considerare quel ricciolo stretto alla fine. Grande di spalle come era non ebbe problemi a metterla sotto braccio e seguirla per le scale, mettendola poi di fronte a lui per non rovinarla. Era sempre un'opera dei loro uomini, dono che avevano fatto a MIlan. E lui non voleva danneggiarla.


Cinque ragazzi marciavano allegri tra sterpaglie e alberi selvatici, per giungere alla villa. Ridevano e scherzavano ma ammutolirono vedendo materiali da costruzioni all'esterno, con tracce di ruote nello spiazzio anteriore.

"Pensate che ci sia qualcuno?"

Aguzzarono le orecchie, si guardarono  intorno ma non si udiva ne vedeva nulla. Si guardarono nervosi e incapaci di decidere, finchè il capogruppo, Cesare, non li spinse a provare.

"Dai ragazzi, anche se primo pomeriggio non sembra esserci nessuno. L'altra volta non cèra niente ma forse la devono ristrutturare. MOtivo per cui è necessario entrare e filmare tutto prima dei cambiamenti. No?" chiese lui voltandosi verso lo smartphone alzato dal bastone per preparare un vlog.

"se ci scoprono che facciamo?" chiese una ragazza timidamente

"Tranquilla Ivana. La casa è grande e ci siamo già stati, anche se abbiamo esplorato solo il piano inferiore. Vediamo le bellezze di questa casa come ho sentito... e poi ci sono i fantasmi..."

"Yeah" urlò uno che si bloccò. Gli era scappato e ora tutti erano col fiato sospeso. Ma ninete, silenzio.

"Ok, ragazzi, entriamo dai. Prima che torni qualcuno"

Gli altri lo seguirono dubbiosi ma restarono sorpresi appena giunti nell'androne. Tutto pulito, pareti spoglie e lavate e di nuovo chiare e senza più scritte orribili, pavimenti spazzati e liberati dai detriti. L'eco che ricordavano era più sonoro adesso.

"Cesare... non è normale"

"Calmatevi, devono aver comprato la casa, o stanno facendo qualcosa, non so. Ma questo ci permette di vedere come è l'edificio senza macerie. Guardate" alzando le braccia e guardando lo schermo dello smartphone per il video "si vedono ancora i decori, i colori sono sgretolati in più punti ma si vede ancora come erano. I camini... riprendiamo tutto e documentiamo questa esplorazioni. Potremmo non poterlo fare più..."

"non era così che lo ricordavo. la distruzione che avevamo visto rovinava tutto..."

"GIà..."

"SI. E' vero.."

Passarono attraverso porte senza stipiti ma con ovali con cornici in rilievo al di sopra, cornici dei tetti con affreschi e stili liberti dipinti.

"Quale scala prendiamo? Quella col pozzo rettangolare o torniamo indietro nella principale?

"quella in fondo, così riprendiamo anche quella parte. Prima torniamo dai camini, perchè meritano. Ho paura che li tolgano"

"QUale camino?"

"Ivana, ti ricordi la sala del camino rosso con quel tetto con le foglie?"

"Quello della stanza rettangolare con due grandi aperture e il decoro rosso nel tetto?"

"Si la stanza rossa, quella che abbiamo ammirato per le cornici di foglie con il camino e gli affreschi a sezioni rossi."

"Ah, si. é la sala in fondo" indicò più avanti.

Raggiunsero in fretta quella sala, per poi andare al piano superiore per continuare il giro. Ma appena Ivana e Cesare passarono insieme per la porta, o quello che ne restava, rimasero fermi di botto, tanto che i ragazzi dietro non se lo aspettavano e li spinsero in dentro, finendo nella stanza.
Cesare e Ivana erano gelati per la donna seduta quasi di fronte, nel muro tra le due aperture che doevano essere finestre ampie. Due porte per entrare nella sala e loro erano in quella di fronte alla donna. Lei li guardò con un mezzo sorriso biricchino, con le gambe accavallate, di scorcio con la schiena contro una sedia che ben stava in quella casa. Lo schiernale alto la rendevano più bassa di quello che sembrava, con i capelli corti alla maschietta con una scriminatura da un lato che faceva pendere una grande frangia liscia dall'altro lato, addolcendo l'ovale. Tagliato anche da due occhi grandi e taglienti, un naso un pò grosso all'insù che sembrava un arco convesso, la punta del naso che scendeva in maniera netta cone una c formata da due linee per giungere alle labbra non sottili con il labbro sotto più grande e poco più larghe del naso.
nel suo complesso sembrava una bambina monella e li scrutava con forza.

"Ci scusi..." balbettò Cesare arretrando, spingendo anche gli altri che erano basiti, scoprendo però che non poteva scappare. ne lui ne gli altri. Un uomo armato si stagliava dietro di loro, nel corridoio e guardarono verso l'altra porta, inutilmente.
Un uomo dalle spalle larghissime e muscolose,  vita molto più piccola, gambe molto robuste da come sembrava dai pantaloni, occhi con un taglio che sembravano ancora più taglienti di quelli di lei. Se quelli di lei erano grandi e linea dritta detta neutral, i suoi erano all'insù verso l'esterno, i cosidetti positive.

POggiato con la schiena e braccia conserte alla parete in fondo, di fronte al camino che stava alla solo sinistra, controllava i presenti, e la seconda porta vicino a lui. Cesare vide dal taglio di prospettiva che gli permetteva, un altro uomo armato ad aspettarli fuori , nel corridoio oltre la seconda porta"

"ci spiace... ecco, non sapevamo che cèra qualcuno. Togliamo il disturbo..."

"Cesare Enea Bortolotti..." disse lei come se cercasse di sentire il nome per intero, per qualche motivo "vlogger, youtuber, signore come dicono alcuni delle esplorazioni di questa regione. Gli urbex..."

"ma che caz..."

"Calmati, voglio solo parlarti" disse Kianta sorridendo, sistemandosi bene sulla sedia, mentre le aperture irradiavano la luceche  la incorniciavano come in una zona d'ombra tra due chiazze di luce.

"Senta, non sappiamo niente di cosa fare. POtete spacciare, vendere roba al mercato nero o..."

"Ehi, smettila di fantasticare" disse lei amabilmente "non siamo spacciatori o gente del genere. Lo pensi solo dalle armi? Sono le mie guardie del corpo. Ho comprato questa villa... In verità è un regalo dei miei genitori che mi hanno donato il denaro necessario. Questa casa merita, l'hanno distrutta e intendo sia le intemperie sia i vandali ma... affreschi, applicazioni di marmo, bassorielievi, sono in parte ancora fruibili e da lì si può restaurare il tutto. Questo rende questo luogo una proprietà privata. Anche se di fatto ci sono cencelletti e cartelli di avviso, no?" chiese con dolcezza e quasi una punta di simpatia.

"Signora, come fa a conoscere il mio nome e..."

"Oh, ti prego. Chiamami Lianna. A mia madre piaceva il nome Anna da mia nonna, a mio padre Lia dalla zia preferita morta giovane... Lianna. E come detto, sono la nuova proprietaria. Per la tua domanda... io amo l'urbex e ne conosco alcuni che seguo, compreso te!" iniziò a snocciolare nomi di urbex famosi di quel paese e lui con la faccia preoccupata accennava con la testa un assenso, indicando che li conosceva.

"lo segue davvero?" chiese Ivana di colpo

Kianta sorrise e cambiò gamba sulla sedia, in una posa accattivamente ed enigmatica insieme, per via del suo aspetto. Camicia color perla con maniche strette ai polsi con strani decori come il collo, bustino di pelle, pantaloni scuri che sono stretti da stivali oltre il ginocchio di pelle con un tacchetto. Portò  i gomiti sul ginocchio accavallato e le mani intrecciate a sostenere il mento, sorridendo gioiosamente.

"Ragazzi, ragazzi... sono sincera e sono contenta che troviate importante questo luogo, da meritare un'esplorazione ma dovete anche considerare che possono esserci dei rischi. Non potete andare così" schioccando due dita "e fare i video. Li conoscete i video dove un urbex si è trovato nascosto in una stanza a caso, al buio, mentre della gentaglia lo cercava per punirlo di aver ficcato il naso? O quei due che hanno trovato un involto particolare a forma umana con del sangue, sbirciando dentro da una finestra? O altri che sono stati picchiati da un senzatetto per proteggere il luogo dove dormiva? O quello che per aiutare una sua iscritta è andato a casa di questa, abbandonata ma con una vecchina in affitto ancora presente, e sono accadute cose assurde con bambole e presenze? Quest'ultimo è un caso limite, ma sono tante le persone che fanno come voi  e gli è finita male. Le mie guardie del corpo sono pagate per proteggermi , non sono le persone negative che pensavate. Ma voglio che vi accertiate per il futuro che il luogo sia sicuro. Sono stata chiara?"

"Eh, si... certo. Non volevamo, ce ne andiamo..."

"Aspettate..." disse lei puntando lo sguardo su Maximilien che entrava dalla porta vicino Gask "potreste dare al mio uomo il cellulare per cancellare il momento in cui varcate quella soglia? Tutti per favore..:"

"COsa?"

"E' matta?"

"NOn può farlo"

"Ragazzi..."proruppe  lei con autorità, rizzandosi con testa e schiena "siete su una proprietà privata, che lo è sia prima dell'acquisto ma ancora di più adesso che io, muratori, architetti e uomini, siamo qui. E' come se voi andaste in vacanza per mesi senza dire niente a nessuno e io entro nella vostra priorità, perchè sappiamo che è vuota. Informarsi, capire... inoltre sia per la mia famiglia che per la mia personalità, non amo vedere me ma anche i miei uomini, che per ovvie ragioni sarebbe meglio non appiano in giro e non voglio rischiare che per qualche stupidaggine accada. O finisce come il revenge porn, foto e video anche nascosti, fatti girare e impossibili ormai da togliere da internet. Se permettete, non voglio rischiare..."

"Volete prendervi i nostri telefoni?"

"No, verrà cancellato solo il pezzo che ci riprende perchè non pensiate che con i telefoni messi in quel modo" indicando con il mento i ragazzi che tentavano di riprendere fingendo però che li tenessero solo in mano "non stiano riprendendo perchè non mi fido. il mio uomo terrà il telefono davanti a voi, taglierà il video e vi lascerà la parte prima..."

"prova a prendere i telefoni e chiamiamo la polizia..." urlò Ivana.

"perfetto! Allora visto che siete d'accordo la chiamerò io e farò denuncia, chiedendo che vengano requisiti i cellulari..."

"Ehi, piano piano... anche tu finirai male perchè hanno armi e..."

"Cesare! i miei uomini hanno ogni autorizzazione per averle e utilizzarle.  Inoltre anche se avete i video dove dite che volete esplorare, è visibile che cè il proprietario e i lavori in atto. Quindi posso denunciare anche per furti, sai quante volte accade che nei cantieri di cerchi di rubare qualcosa" disse Chianta con concuranza.

"Vuoi davvero denunciarci?"

"Come ti ho detto ho visto così tanti video in varie lingue da sapere come agite, anche con persone in giro. Quali erano le vostre intenzioni? Lo deciderà la polizia, intanto però sarete fermati, magari la notizia può scappare e finire su qualche blog o giornale con i vostri nomi..."

"ehi, vuole farlo davvero?"

"Chi, io? Sai al commissariato quante persone ci sono che vi bazzicano per essere il primo a rilevare una notizia interessante? E come ho detto, cosa finisce su internet balza in così poco tempo ovunque. E come li cancelli? Come per i video della vendetta, appunto. Oppure possiamo fare un accordo..."

"quale" chiese Cesare zittendo gli amici che, nervosi e spaventati, gli dicono di scappare "cosa ci proponi"

"Semplice" gli sorride "voi permettete a noi di cancellare solo la parte in cui entrate in questa stanza, davanti a voi e no nfacendo altro. Vi lasciamo la parte già fatta e..." alzando l'indice sinistro, cambiando di nuovo gamba "e vi permettiamo vi fare un giro completo, documentato, controllandovi ovviamente, perchè venga ripreso un'ultima volta questo luogo allo stato grezzo. Perchè considero l'urbex positivo per un motivo. Anche se sarebbe opportuno e consigliabile visitare luoghi pubblici abbandonati, rispetto alle proprietà private, è comunque utile che bellezze, perle, merav,  di ritorno alla grandezza. Dico lustri perchè ho visto tante volte edifici che sono stati riportati a splendore e poi considerati solo un problema perchè ritenuti edifici storici. Questo in città, se fosse stato possible anche per questa dimora si sarebbe salvata, ma il punto è che almeno è una sorta di testimonianza, documentario di cose che attestano la grandezza dell'uomo nelle sue capacità lasciate all'incuria, perchè i nuovi proprietari da eredità non vogliono perderci tempo e non vendono, o altri motivi. Quanti ne ho viste che meritavano di essere apprezzate, ammirate e invece finite a pezzi in mano a balordi per le loro stronzate. E intendo per i motivi che pensavate voi, non i poveri senzatetto che per colpa della società perdono tutto e hanno solo quei tetti malconci come casa. Per questo..." poggiandosi alla spalliera unendo gli indici mentre gli fissava "voi ci fate tagliate i video, solo la parte in cui parliamo, potete riprendere tutta al villa per come è adesso ma avvisate tutti che adesso è di privati e non è più visitabile. Anche perchè, vista questa visita, è chiaro che metterò dei custodi  e telecamere con server lontano da qui come deterrente"

"Vuoi lasciarci i video, tagliati, farci fare comunque l'esplorazione dicendo che questo luogo è ora taboo per tutti? E ci controllerete anche se sembrereà come se non ci foste?"

"E' chiaro che i miei uomini non finiranno nel video, controlleranno i vostri movimenti a distanza e basta. L'accordo che voglio fare è proprio questo. Per ora vi lasciamo fare l'esplorazione, basta che non diciate nulla di questo nostro incontro ma avvisiate che da domani è off limits. Al termine salutate e ci permettete di tagliare le nostre presenze. Avverrà davanti a voi, qui, non ci metteremo molto e vi lasceremo tutto tranne alcuni minuti. Ripeto, sotto i vostri occhi. Se questo non vi convince posso mettere sul piatto un'altra cosa. Posso dirvi altri luoghi davvero interessanti da esplorare, perchè voi accettiate i tagli e avvisiate su questo luogo. Sono luoghi che volevo acquistare, che conosco e, anche se ho detto che è consigliabile luoghi pubblici, meritano di essere visitati. Questo vi fa gola?"

"seriamente? Ci dici dove possiamo andare dopo?"

"Come ho detto amo le creazioni dell'uomo prima dello scempio moderno. Oltre architetti, ingegneri, muratori e tutta una serie di categorie classiche, farò restaurare colori, decori, elementi... questo luogo era una perla amata dal proprietario. I migliori artisti avevano dato del loro perchè prendesse forma, come per ogni edificio antico e io amo le abilità dell'uomo nel creare da zero con le loro mani. Vetrai, scalpellini, modellatori di gesso e stucco, pittori e decoratori e via dicendo... pagherò tutti loro perchè il lascito di quell'uomo non muoia totalmente..."

"lascito?"

"Si Cesare, rispetto a cosa la società inculca in testa fin da piccoli, il lascito non deve essere per forza, per tutti, il generare figli. Il dovere per forza fare figli perchè altrimenti sei monca, imperfetta, sbagliata, addirttura definita difettosa. Riferito anche per uomini ovviamente, ma il punto è che le persone sono così tante quante sono i cuori nel mondo. Ci sono persone che non possono fare figli per problemi di salute ma gli va bene anche non averne. Ne ho conosciuti che non gli sono arrivati,ma va bene, hanno vissuto la loro vita rendendosi felici con ciò che volevano vivere, vedere, provare e via dicendo. Hanno impiegato cosa non davano a figli ipotetici a se stessi. Ed erano sempre felici, sorridenti, con sorrisi veri e non quelli finti che fai per l'occasione. Erano felici lo stesso, si amavano lo stesso, non si sentivano incompleti perchè non vedevano necessario figliare per determinare quanto fosse il loro amore. O che necessitassero di figli per saldare o migliorare il loro legame. Il loro amore o legame erano loro e dicevano sempre che non si pentivano di niente. Di no naver provato con medicine, con inseminazioni, con adozioni e via dicendo. Erano impegnati in mille cose e avevano permesso la creazione di quella cosa, la realizzazione di quell'altra che di sicuro sarebbero rimasti nel tempo con i loro nomi. I lavori o opere di tanti del passato che sono rimasti e giunti fino a noi. Il lascito nel mondo. Per molte persone restare nel mondo è sfornare una copia di se stessi, carne della loro carne... peccato solo che poi sono persone nella testa e personalità ben diverse. Si nasconde nell'idea di dare ai figli quello che non si ha avuto, non si è stato ect... gettando su di essi tutto i l se dei genitori. Sono copie di se stessi de futuro che potrebbero avere quella vita che magari non hanno avuto, vissuto... ma questo è a discapito dei figli e nipoti, perchè anche i nipoti non sono salvi. i figli non sono  una sorta di rinascita di se stessi. Non si continua a vivere nel mondo perchè hai lasciato figli. Ma per cosa rimane dopo di te che parla di te. Artisti, statisti, politici, sovrani, inventori e gente geniale... e la lista è lunga. ma il punto è che loro continuano ad esistere nel loro pronfondo in quello che ci ritroviamo noi oggi. Dipinti, statue, edifici ma anche la corrente elettrica, i telefoni, invenzioni che noi utilizziamo ancora oggi, libri, anche seguaci. Si perchè anche organizzazioni e periodi storici portano il nome di chi ha portato il cambiamento. i figli portano una parte del nostro dna, neanche tutto. Ancora oggi molte caratteristiche genetiche derivano da variazioni del dna, come gli occhi blu adesempio, che sono finiti ai figli, questi hanno lasciato fino ad oggi questa caratteristica ma... cosa ci dicono del primo che ha avuto quella mutazione genetica? Nulla. Cosa ci dicono le cose lasciate fino ad oggi, qualunque essa sia? Le abilità della persona, le sue capacità, cosa pensava, cosa vedeva... per le persone in queste società attuali è importante la generazione successiva solo per motivi sopra citati. Che il nostro dna continui anche dopo la morte, che poi in realtà è il dna di miliardi di gente prima, mica una cosa solo nostra. A meno che non cè un motivo perchè si venga ricordati, tutti quelli che finiscono nella storia dell'uomo lo sono per motivi diversi dai figli. E i luoghi che voi esplorate sono... lasciti di tutti quelli che gli hanno dato forma. Va bene una maiolica, un dipinto, un fregio, una vetrata, qualunque cosa. Ogni oggetto parla di chi l'ha voluto creato e chi lo ha creato. Ecco perchè io vorrei preservare questi luoghi, ma il mio nome non interessa a nessuno, invece esempio l'architetto e tutti coloro che hanno dato corpo a questa villa si, loro sono rimasti e nei documenti. E amo questa villa per come è e l'ha vista prima su carta l'architetto. E per me vale cosa hanno creato, unito a quello che vedeva e voleva il primo proprietario. Rispecchiava lui, sapete, oltre le abilità dell'architetto? QUindi, vi va bene questo accordo?"

I ragazzi non erano d'accordo ma Cesare invece, ragionando, alla fine parlò per tutti. Dietro lamentele degli altri.

"Se giuri che taglierete solo dove ci siete voi davanti a noi, senza toccare o prelevare altro, va bene. Non parleremo che siete qui adesso, diremo che questo luogo è escluso da domani e visiteremo i luoghi che ci dici tu se sono sicuri"

"Sono sicuri e sai perchè? Conosco i proprietari e so che neanche gliene frega nulla. Hanno fra le mani una ricchezza che non sanno di buttare a tarli e topi. Voglio che resti testimonianza della loro esistenza. Anche se nella situazione in cui le hanno ridotte. Chiedo solo di tagliare noi e che nessuo venga più. E potete restare tutto il tempo che vorrete ma nei video non ci devono essere foto, sequenze o audio...."

"Affare fatto! Potete anche controllarci, nessun problema ma che usciremo da qui senza problemi"

Kianta rise divertita vedendolo così spavaldo e forte, mentre gli altri stavano alle sue spalle con gli occhi impauriti. Aveva notato che osservavano sempre le armi e poteva anche capirli, ma lui capegiavva davvero come capo tra loro. Decideva per tutti ma per uscirne bene. E le piaceva questo.

"Bene, Cesare. Innanzitutto piacere, come ho detto mi chiamo Lianna e sono una benefattrice e sostenitrice di una delle cose che rende grande l'uomo. Le capacità in varie forme. Ho un mio lavoro, un finanziamneto di mio padre che anche lui sostiene molte cose e... odio vedere queste meraviglie in mano alla gente che credevate fossimo. Puoi star tranquillo. Anzi, voglio sostenerti perchè ho visto che descrivi, analizzi, consideri ogni cosa che vedi, la storia del luogo, il periodo e quello che contiene. Anche le vite di quelle persone dai loro oggetti... Ti aiuterò con mezzi di ripresa migliori e i luoghi dove recarti, perchè ho molti agganci con varie persone e per qualunque cosa posso intervire, se mai dovrebbero vederti. TI va bene?"

"Perchè fai questo?"

"Perchè ho conosciuto una persona che spiccava tra gli altri, mostrando bravura e capacità ma non aveva i mezzi per migliorarsi. Tu apprezzi le stesse cose che noterei io in quei luoghi, i tuoi amici sono un buon aiuto nelle tue analisi. Vi darò modo di renderli ancora più professionali e in stile documentaristico, con una fonte veloce per studiare ogni elemento presente di che epoca, stile e via dicendo. Posso anche farti accompagnare da esperti che puoi spacciare per amici e possono dare un senso diverso ai tuoi video, fruibili anche da altre fette di pubblico. Perchè è questo che tu vuoi... no?"

"Faresti davvero questo per un vloggher di urbex?"

"Ho i miei motivi, ma inerenti a cosa ho detto. Affare fatto?" alzandosi e porgendogli la mano.

"Va bene, non mi sembri una persona negativa come sembrava, taglierete i video e ci sosterrete per i futuri urbex. In pratica sei una filantropa?"

"Si, su varie cose. Ma ne parliamo un altro giorno. Adesso hai un'esplorazione da fare..." indicando con la mano la porta"

Il gruppo  iniziò a discutere animatamente ma Cesare riuscì a far capire le sue intenzioni e perchè aveva deciso di fare l'accordo. Di malavoglia Ivana uscì dalla stanza urlando che dovevano iniziare, mentre gli altri si accodavano scoraggiati. Cesare fissò Kianta, non si comprendeva se rifletteva, se voleva dire qualcosa o altro ma restò lì a guardarla, mentre lei inclinava di lato la testa.
Gask notò quel gesto come mille altre volte dal suo arrivo, il modo in cui fissava nel mentre le persone come se volesse scoprire da qualche parte cosa voleva sapere. Gli sembrava sempre che in un dato momento, mentre fissava flettendo la testa, i suoi occhi si perdessero da qualche parte, come andasse oltre con la mente e a volte, come accaduto quel giorno, quando Jd le parlava, lei  respirasse per un attimo pronfondamente e in se. Come un sussulto sorpreso sposando lo sguardo su chi le parla e i suoi occhi mostrano quella scontilla tornata. E quegli sguardi che parlano più delle parole. Si, pensò, cèrano attimi in un cui si capiva quel che pensava e perchè fissava in determinati modi, e altri invece non si capiva effettivamente cosa le passasse per la testa. E quindi, si chiese, cosa volevo e pensava  facendo quella proposta e fissando quel ragazzo a quel modo?   Milan le aveva dato carta bianca anche su quello? E se si, perchè dare attrezzatura e uno dei loro esperti a estranei?  Era vero come dicevano Milan e Jd tutto il discorso del visualizzare?
E perchè quei sorrisi divertiti ad estranei o solo a Milan e Jd, e non in altre situazioni?

"Mi raccomando, conctrolla anche a terra. Ho fatto pulire ma ho ordinato che chiari pezzi di decorazione andassero conservati. Troverai dei teli nelle stanze con fregi e parti ancora salvabili..."

"Ordinato... ok, grazie." come pensasse qualcosa " Quando abbiamo finito tornerò per sapere cosa ci farai avere e chi sono quelli che ci manderai. Saranno professori d'arte?"

"Tranquillo, avrai attrezzatura di qualità in comodato d’uso gratuito purchè tu continui con il tuo lavoro. E magari chissà, potresti anche lavorare con altri uerbex in giro per il paese senza sbottonarti troppo... ovviamente" sistemandosi in maniera elegante sulla sedia, fissandolo con un sorriso leggero e uno sguardo che faceva capire il non detto "per spostamenti più lontani ti verrò incontro con i miei mezzi, quindi viaggerai gratis e raccoglierai informazioni su luoghi anche visitati da altri, ma che tu esplorerai con... il tuo modo di apporcciarti nei video. Esperti che lavorano per me che sono preparati sull'arte, parecchio istruiti, ti illustreranno durante le visite tutto ciò che vedrete. E chi lo sa, magari grazie a questi miei aiuti potresti avere una possibilità per il lavoro che sogni. Potresti diventare docente..."

"..." Cesare aprì la bocca sconvolto, pronto a dire qualcosa ma si fermò restando però nervoso "come sai che..."

"Lo dici spesso. Indiana Jones e Sydney Fox insegnano, vero? Sono felice che tu abbia questo sogno e se riesci con questi aiuti a diventarlo... magari potresti essere il nuovo Howard Carter, con una nuova scoperta sconvolgente e ricca. E sarei felice di questo... se a te va bene."

"si...è quello che vorrei. hai davvero visto i miei video a quanto pare, non mentivi. Di solito la gente non fa qualcosa per altri senza avere qualcosa indietro, lo so perchè per chiedere collaborazioni o luoghi da visitare, chiedendo ai proprietari, ricevo solo domande su cosa do io in cambio. E per certa gente esser eindicata nei video non basta, pretende sempre qualcosa..."

"Si, ho i miei motivi ma non come quella gente. L'unica cosa che ti chiedo è non dire mai a nessuno di me e chi vedrai. Presenterai chi ti affiderò ma non altro. Mi restituirai un giorno, quanto potrai comprare roba tua, tutto l'equipaggiamento ma finchè nei hai bisogno io sono a disposizione. Niente di negativo, credimi."

"Mi fiderò... " non finendo la frase perchè i ragazzi lo chiamavano da qualche parte nella villa "tornerò quando finiremo"

Kianta scosse la testa in senso affermativo e lo seguì con lo sguardo mentre usciva. Guardò gli uomini armati che la fissavano per istruzioni e lei con la testa indicò i ragazzi e  li seguirono, restando a distanza.
Restò nella stanza con Maximilian e Gask.

"Comandante, cosa devo fare?"

"Controllali dalle cam e prepara un dispositivo per collegarlo ai loro smartphone e tagliare solo le parti dove ci siamo noi. E... blocca ogni collegamento verso internet..."

Maximilien capì e corse verso il seminterrato, lasciandola seduta, spalle a quella parete mentre la luce del sole irradiava ai due lati la stanza.

"Sei seria?"

Kianta si scosse quasi impercettibilmente e si voltò verso Gask, fissandolo malamente. Chiuse gli occhi una frazione di secondo voltando la testa in altri punti, come per evitarlo ma lui continuò.

"A cosa serve a Milan o ai nostri scopi questo ragazzo? Dargli anche mezzi e persone per vedere vecchi edifici cadenti?"

kianta si alzò lentamente e con sempre quel suo modo leggero e delicato, quasi elegamente, di muoversi. Restò a guardarla mentre gli si avvicinava con delicatezza senza fare rumore con i passi e la vide incrociare i suoi occhi con i propri. E gelò perchè dardeggiavano di rabbia. Gli arrivava massimo al mento, se avesse abbassato la testa l'avrebbe sfiorata, eppure nonostante fosse tra i più bassi di tutti i membri dell'organizzazione, , Gask notava che corporature come la sua erano niente in confronto a come appariva lei in una stanza.  E cosa si provava quando era adirata e si comportava in quel modo. Anche senza che Jd lo avisasse, aveva scoperto e imparato sulla sua pelle che, se lei era parecchio incavolata e non tollerava più certe cose, cambiava atteggiamento e comportamento.
Quando si muoveva con leggerezza, pacatezza, sinuosità addirittura era meglio fare attenzione. Era segnali come quando non parlava, che lei aveva superato la soglia della tolleranza e pazienza e avrebbe agito. Tutti prima del suo arrivo temevano quella ragazza, eppure anche se quel giorno che gli tornava sempre in mente aveva visto un chiaro esempio, era passato un mese per scoprire certe cose. Bastava osservarla sia come moviementi del corpo che del viso.
Se agiva in un certo modo, meglio cercare di no nfinire nel suo radar.
E in quell'istante si chiese cosa dovesse fare mentre lei lo fissava, girando la testa per guardarlo con il viso a 3/4, a volte da un lato solo o voltandolo dopo un pò dall'altro lato e continuava così. Movimenti lenti e rotondi, ed eleganti che nascondevano come una molla quel che sarebbe successo dopo. Ma lo stupì.

"Cosa te ne viene nel sapere questo. Cè un motivo per cui tu sia qui per fare commenti?"

"Eh.. Milan mi ha mandato qui per farti da Ombra e riportarti a casa... "

"Si, so di questa cavolata ma io voglio sapere perchè ti interessa quel che faccio e dico. Vuoi andare da Milan e apparire migliore di quello che sei?"

"Non voglio niente del genere, per niente...." biascicò lui cercando di indietreggiare, finendo però per aderire al muro. Ma perchè indietreggiava davanti a lei, si chiese?

"Stai a sentire, apri le orecchie perchè è chiaro che le cose ti si devono dire chiaramente o non arrivano nel tuo cervellino chiuso. NOn mi fido di te, sei ambiguo e non credo a una parola di quello che hai detto. Puoi fregare Milan e Jd perchè troppo buoni, troppo pronti a vedere tutti come fratelli, ma non io. Le stesse voci che girano su di te sono chiare e non permetterò che i tuoi giochetti o quelli del tuo capo crepino l'organizzazione. Tu e io non andiamo d'accordo, sei un orso rimbambito e pericoloso per tutti. Non pensare minimamente di prendermi in giro..."

"Non prendo in giro nessuno. Quel giorno ho deciso e non capisco tutto questo astio"

"solo astio? sei una piaga perchè non sai niente, non sai fare ninete, vivi abituato ad avere tutto e che tutti facciano le cose al tuo posto, ma non qui. Me ne frego se per Milan sei il fratello che non ha avuto, smettila con giochetti. Se scopro che lui sa  quello che è accaduto oggi, me lo ricorderò!"

"..."

"Ti avviso di nuovo" puntagli l'indice contro, nonostnate fossero poco fistnati, all'antezza del suo petto, , sfidandolo con lo sguardo. E Gask aveva la testa abbassata verso quella ragazza che gli arrivava al petto ma aveva l'irruenza e le palle di un armadio della sua stazza. "Quel giorno non mi fidavo, anche quello che hai fatto mi ha portata a volerti fare avere la sua stessa fine, perchè sei una bestia sguaiata e ignorante. Devi solo ringraziare la freddezza tra Milan e Dorde, altrimenti saresti a farti un volo di nuovo da quella serpe del tuo capo a calci in culo. E questo per Milan e Jd, perchè a quest'ora se fosse stato per me staresti galleggiando a cubetti nel trogolo dei maiali. Ecco dove dovresti essere, anche se fosse stato per me veramente ti avrei legato come un salame e lasciato nel crogiolo con loro e stare lì, a vedere cosa ne facevano di te. magari ti usavano come punchball... invece devo stare zitta e farti stare con noi perchè hai le tue qualità. Che stronzate..." scosse la testa disgustata e gli diede le spalle per andarsene.

"perchè mi tratti così? Da quel giorno ti ho chiesto scusa e Milan ha..."

"Tu hai chiesto scusa a me? Dovevi chiedere scusa a lui. Sei... lascia stare " cercando di calmarsi respirando profondamente "non è il luogo ne il momento, ma è vergognoso che tu ancora mi rivolgi la parola come se nulla fosse"

"Sono passati mesi e pensavo di aver ripagato quello che Jd e Milan..."

"mannaggia al chiurlo e quando ti abbiamo fatto entrare. Solo questo e sempre così con tutti quanti. Abbracciamo tutti, accogliamo tutti, anche certa gente che non merita altro che un volo da un dirupo, ed è pure poco. Sei uno sballato, un disadattato come quegli spocchiosi che si sentono simil gangster con le pose, i gesti, le armi inclinate ma poi non valgnono niente. E ti schifi a guardarli per strada, sulle loro macchinine pacchiane che si sentono napoleone ma sanno solo sparare frasi schifose.  L'unica cosa che tu hai saputo dare è casino allo Chateau. Da quando sei arrivato è quasi tornato tutto come prima e non lo tollero. QUindi stai al tuo posto. Se Milan ti dice che sei la mia Ombra e basta, tu sei ombra e basta. Rispetto a me tu non dici ninete. Sono stata chiara?" dandogli sempre le spalle.

Gask restò a guardare la sua schiena come fosse un cane bastonato. Come se volesse dire qualcosa ma chinasse la testa docile. Docile. Sapeva che lei odiava quella parola per qualche motivo, eppure si sentiva così quando lo aggrediva a quel modo.
Aveva fatto quell'errore, causando quella dipartita ma come diceva smepre, non era causa sua. Un incidente. Ma per lei era una risposta classica degli stronzi, diceva sempre che gli incidenti sono tali riferito ad altri tipi di persone
, non per lui.
E si sentiva sempre attaccato, lo assaliva sempre quando lui non voleva. Desiderava dire qualcosa ma non riusciva, gli moriva qualcosa dentro e non era in grado di farlo uscire più e stava lì, fisso, impalato, incapace.
Era davvero una pazza sociopatica o psicopatica, dipendeva dai giorni, come diceva Alaric? Anche loro non andavano d'accordo, ma sembrava sempre che lei lo odiasse in maniera diverda. Alaric in effetti non aveva commesso quell'errore. Non aveva visto per qualche minuto il suo volto devastato e i preda al pianto, mutato poi in odio puro e voglia di ucciderlo. Lui, non Alaric.
Alaric era pungente e cinico, ma come diceva Jd quei due erano simili su certi aspetti e si scornavano in maniera naturale, ma alla fine erano parte di un gruppo compatto e si tolleravano, e rispettavano anche. In un certo senso.
Cèra comunque qualcosa che ammansava quel loro scontrarsi. lei riusciva a stare nella stessa stanza, nello stesso tavolo per mangiare e discutere con lui senza problemi di chissà quale tipo
, ma ciò era impossibile con Gask. Questo disse Jd quandìo ne parlarono da soli una sera, bevendo. Per lei era intollerabile la sua presenza e non riusciva a capire perchè.
Vedeva i suoi sorrisi e il viso, nelle sue espressioni di fiducia e contentezza, quando cèra Milan. Aveva notato come, anche se con Jd e Milan lei mostrava cose diverse per l'uno e per l'altro, anche se non aveva capito in che senso, non accadeva verso altri.
Peggio, mai per lui. Neanche una volta rivolto a lui. Perfino verso Alaric o altri con cui aveva qualche bega, aveva un mezzo sorriso divertito o monello da mostrargli. Gli uomini stessi, ragionò, dicevano che lei non sorrideva quasi mai, tranne per Milan e allora sembrava una fanciulla innamorata, e per Jd, che molti dicevano fosse un legame particolare. Poi litigavano tra loro su chi avesse ragione e chi fosse l'amante.
Gli uomini in generale parlavano spesso del comandante e si inventavano tante cose. Dicevano che era quel che era per la sua relazione con Milan, per venire attaccati da altri che dicevano che no, la sola persona che lei abbraccia e tratta in un certo modo è Jd.
Dicevano che MIlan era come un politico, perchè vendeva se stesso come reputazione e azioni, ma meglio e vero di quella categoria che eranosolo serpi. Jd era una persona capace e ben voluto, ma più avvicinabile come posizione di Jd. Quale dei due, si chiedevano?
Gask invece vedeva veramente i comportamenti rivolti a uno o all'altro ma non capiva, non li considerava come chiacchiere da alcool, ma come qualcosa di misterioso. Perchè solo solo due?
Anche se a volte ringraziava Lubo con una stretta al braccio o una pacca amichevole, o quei suoi quattro strani amici che invece Milan odiava, era qualcosa di diverso. Jd diceva che l'amicizia con quei quattro, non approvata da Milan tanto che non li voleva allo Chateau, aveva dei retroscena particolari, ben diversi da altre amicizie. E il legmae che cèra tra lei e Milan era... difficile da spiegare. Non riusciva. Poi dopo un pò diceva .
Con un tono e una faccia strani, per poi diventare allegro e sorridente quando si parlava di altre cose e cèra sempre lei nel discorso.
E perchè con lui solo astio?

"Dimmi cosa devo fare"

"Dovrei dirtelo io?" sbottò lei voltandosi "hai tre nomi che parlano per te, dicendo quanto sei grandioso e professionale e chiedi a me cosa fare? Ti ha detto di essere ombra? Sii ombra e basta"

"Capito" abbassando la testa, mani a pugno lungo i fianchi e sguardo in basso " a proposito..."

"Cosa cè ora?

Lui infiò la mano in una tasca dei pantaloni e la allungò poi per mostrare cosa stringeva. Lei restò parzialmente voltata a fissare la mano, aggrottando le sopracciglia.


"So che l'altra volta la pietra o mola diamantanta professionale per affilare i nostri strumenti non l'hai voluta,  quando si è danneggiato uno dei tuoi coltelli e avevi dimenticato la penna affilatrice. Ma l'altra settimana nelle gallerie della metropolitana, per quella missione, hai perso il Karambit, quello blu. Con quello che è successo non ho avuto modo di dirti..."

"Mi vuoi dare un contentino per placarmi?"

"... no, con la mola volevo ringraziarti per avermi guardato le spalle. Ma doveva avere problemi e l'affilatura si è frastagliata, ma comunque mi hai aiutato. ma nelle gallerie sei scesa anche se non dovevi per aiutare gli uomini. E ci hai rimesso molto. Volevo solo porgerti..."

"non voglio nulla da te, ne nessun ringrazimento. Se io sono scesa o ho fatto qualcosa, è per una questione relativa alla missione" quasi gli urlò contro restando mezza voltata "e trovo vergognoso che tenti di pacificare per non vedermi andare da Milan per dirgliene quattro. Io non ti volevo qui, non mi piace averti tra i piedi e per giunta essere mia Ombra, ma che tenti di mitigarmi con...."

"Volevo solo darti un dono di ringraziamento, non comprare la tua amicizia..."

"Amicizia... ma smettila. Vuoi dirmi che magicamente vieni da noi e tutto ciò che eri sparisce? Sei un cuccioletto fraterno con gli altri e buono? Seriamente? Vuoi davvero trattarmi da scema come fai con loro?"

"Io..."

"Va al diavolo, doni di sto cavolo. Tutti agite alla stessa maniera per i vostri fini e lo so che stai giocando per il bene per il tuo capo. Perchè..."

"Comandante..."

Kianta si fermò a fissare Gask e si voltò con la testa verso Maximilien, che era arrivato trafilato perchè erano richiesti allo Chateau, l'AerOl sarebbe partito al suo segnale  perchè ed era necessaria la loro presenza in loco.

"Digli che ci metterò un pl, avviserò subito quando potranno partire. Ma devo finire alcune cose qui."

"Certo, eh.... ehm" rimase fermo, con un braccio su uno stipite, a fissarli. Erano ancora vicini, e si vedeva il suo tentennamento in quella situazione spinosa, la lite palpabile.

"maximilien..." facendolo drizzare per la paura "... torna giù e prepara il computer. Sto venendo" con un'espressione chiara sull'ordine. Lui balbelttò la sua risposta e corse via.

Gask restò con la faccia avvilita e triste a guardarla, mentre lei ancora era voltata verso la porta. Strinse il coltello, il Benchmade SOCP Hook, che aveva visto nella fucina e gli avevano regalato. A lui regalavano sempre tutto, non accettavano mai soldi e gli dispiaceva visto quanto erano bravi e ci vivevano anche con i soldi delle vendite,  ma lo aveva trovato davvero perfetto e aveva accettato.
Aveva sperato che almeno quello lo accettasse, visto che quei coltelli li adorava, come quello perso.
 E invece si sentiva come se gli avesse sputato sulle scarpe. Non sapev a che dire o cosa fare, finchè lei non si voltò, la vide arrabbiata e masticando, almeno il movimento della mascella per i  lnervoso che le vedeva a volte, e gli disse di muoversi a fare il suo lavoro, ma non voleva sentire altre idiozie.


Restò a braccia penzoloni, mogio, stringendo i pugni e ricordato quel dannato giorno in cui era avvenuto quell'errore. E maledì quello sbaglio perchè credeva che...


Continua
 
































   
 
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