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Autore: ElfaNike    17/08/2020    1 recensioni
Avatar Darje è scomparso da tempo, ma nessuno è mai riuscito a trovare il suo successore, la sua reincarnazione. Finalmente, dopo quindici anni, Monaco Norbu, vecchio amico di Avatar Darje, riceve la notizia del ritrovamento di un candidato... parte così un viaggio alla ricerca del nuovo Avatar e alla scoperta di quattro giovani di grandi speranze e talenti fuori dal normale.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Nuovo personaggio, Rapunzel
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il fulmine squarciò l'aria a pochi metri da loro. Champa scartò bruscamente, mentre Monaco Norbu cercava di controllarlo. Rapunzel e Jack Frost si tennero stretti alla sella e lanciarono un urlo.
La tempesta li aveva colti in mare aperto e li stava spingendo fuori dalla loro rotta ormai da ore, e il loro bisonte volante era stato preso alla sprovvista. Adesso cercavano di barcamenarsi tra i venti e le correnti per poter arrivare all'occhio del ciclone, in modo da raggiungere la parte superiore delle nuvole e mettersi al sicuro.
-Vi prego, ditemi che ne usciamo vivi!- urlava disperato Jack Frost, poco abituato alla scomoda vita di vagabondo e sicuramente non preparato a quel tipo di inconvenienti.
-Non moriremo, stai tranquillo.- gli disse Monaco Norbu -In compenso, amica mia, non mi dispiacerebbe avere un piccolo aiuto...-
Rapunzel si sentì tirata in causa e provò a dominare l'acqua: le gocce cadevano sul suo dominio e venivano deviate come da un ombrello invisibile. Questo almeno diminuiva il problema della pioggia, ma non quello dei venti, che non smisero di farla da padroni.
Su esempio di Rapunzel, Jack Frost aveva provato a tenere sotto controllo le correnti, ma evidentemente non conosceva abbastanza il carattere libero del suo elemento e rischiò quasi di venire spinto fuori dalla sella.
Finalmente arrivarono al fulcro dell'uragano e sbucarono nella quiete. Allora Monaco Norbu puntò al sole e in pochi minuti erano in cielo aperto.
-Siamo salvi.- sospirò Jack Frost lasciandosi scivolare sulla sella.
-Sì, ma ci siamo allontanati dalla nostra rotta.- commentò Rapunzel.
Monaco Norbu li raggiunse dietro e aprì con attenzione la cartina fradicia, su cui posò la bussola: -Rapunzel ha ragione. La tempesta ci ha spinti troppo a ovest. E dobbiamo anche tenere conto che Champa prima o poi si stancherà.- il monaco studiò la bussola e la cartina, poi tracciò col dito un cerchio sulla mappa: -Dovremmo essere in questa zona.-
-Ma...- studiò Jack Frost -Siamo quasi alla Nazione del Fuoco! Non saremmo dovuti essere più vicini al Regno della Terra?-
-Se avessimo seguito la rotta primaria, saremmo dovuti scendere con le correnti verso sud, poi deviare a est verso il Regno della Terra.- spiegò Monaco Norbu.
-Quindi adesso cosa propone di fare, maestro?- chiese Rapunzel.
-Se a ovest c'è la terraferma, andiamo là. Avremo l'occasione di riposarci e fare rifornimenti. E, una volta passata la tempesta, ripartiremo verso est.-

La terraferma era selvaggia e rigogliosa. Quando atterrarono e la tempesta fu solo una linea scura all'orizzonte, Jack Frost non poté credere ai suoi occhi: mai aveva visto tante piante, tanti colori tutti insieme. Non ci fu verso di farlo aiutare a scaricare. Monaco Norbu e Rapunzel dovettero occuparsi di piantare il campo da soli, perché il ragazzo si era dileguato con l'aliante a esplorare.
I rami erano intricati, il fogliame era pieno di fruscii e cinguettii. Jack Frost correva su e giù agilmente da un ramo all'altro, scivolava sui tronchi, passava da un'altezza all'altra grazie a ventate del suo dominio, che gli permettevano di non cadere.
Poi, da lontano individuò una testa bionda: Rapunzel doveva essere venuta a cercarlo.
-Ehi, Rapunzel!- gridò -Vieni a vedere quante cose belle ho trovato!-
In tutta risposta, la figura bionda si voltò e dal suo pugno uscì una fiammata che Jack Frost schivò con un’esclamazione di sorpresa. Atterrò vicino alla bionda e col bastone fece un affondo per farla allontanare, ma una figura bassa e massiccia si mise in mezzo. Jack Frost ritirò il bastone e con un salto in avanti saltò sulle spalle dell’avversario, facendolo cadere, mentre schivava tutta un’altra serie di fiammate che la biondina gli lanciava addosso. Lui roteò il bastone sopra la testa per creare una folata e la ragazza cadde nel corso d’acqua dietro di lei, ritrovandosi infradiciata dalla testa ai piedi. Lui puntò il bastone sul suo naso in segno di avvertimento, però dovette allontanarsi quasi subito, perché il ragazzo di prima e altri tre nuovi arrivati lo attaccarono tutti insieme: riuscì a schivare e a saltare sui rami per darsela a gambe, ma delle creature alate lo circondarono. Poi fu raggiunto durante un salto, fu costretto a proteggersi all'ultimo secondo, e cadde finalmente per terra. Si massaggiò la testa, si assicurò che il bastone fosse intatto, e si ritrovò circondato dai cinque ragazzi. Davanti a lui, la ragazza dalla corta treccia bionda e con la frangia sugli occhi avanzò di un passo: -Bene bene.- disse, e incrociò le braccia -Cosa abbiamo qui?-

Monaco Norbu e Rapunzel avevano appena finito di piantare il campo, e il fuoco era appena stato acceso.
Jack Frost comparve a passi incerti fuori dalla vegetazione.
-Sei arrivato!- lo sgridò Rapunzel -Scansafatiche, vai a cercare qualcosa da mangiare!-
-In realtà...- mormorò il ragazzo.
Da dietro di lui apparvero i cinque giovani. La ragazza bionda fece salire le fiamme dal falò alla sua mano e le spense nel pugno: -...direi che questo non vi serve più.-
I due Nomadi si scambiarono un'occhiata e Monaco Norbu salutò con un inchino silenzioso e un sorriso cordiale.
I giovani li condussero al loro villaggio fra le montagne. Monaco Norbu apriva la fila degli ‘ospiti’, seguito da Jack Frost e poi Rapunzel, mentre Champa chiudeva la fila, circondato dalle creature alate.
-Si può sapere che hai combinato?- sibilò Rapunzel all'orecchio del suo amico.
Quello girò la testa con un sorriso divertito: -Avevo scambiato il loro capo per te.-
-Certo. È stata la lunghezza della treccia a trarti in inganno?-
Jack Frost fece spallucce.
Arrivarono al villaggio. La strada principale si popolò di gente che veniva a vedere i nuovi arrivati. Vestivano di rosso e giallo, ed erano accompagnati dalle figure serpentine e alate che accompagnavano i guerrieri. Le case erano in pietra, basse e semplici, e da un'imposta chiusa usciva il battere del martello di un fabbro. Metallo voleva dire oggetti interessanti... Jack Frost si ripromise di andare a dare un’occhiata.
I viaggiatori arrivarono fino alla piramide in fondo alla strada, davanti alla cui scalinata li attendeva il robusto e barbuto capo villaggio.
-Astrid, cosa ci hai portato?-
-Viaggiatori.-
L'uomo guardò i nuovi arrivati: -Chi siete? Cosa vi porta da queste parti?-
-Il mio nome è Monaco Norbu- il monaco fece un passo avanti -e questi sono Rapunzel e Jack Frost. Stavamo viaggiando per il Regno della Terra quando una tempesta ci ha spinti fuori rotta.-
-Dovete avere avuto molta sfortuna perché una tempesta vi abbia spinto proprio sulle nostre coste.-
-Non mi interrogo mai sulle vie a cui ci guida il destino. Una sola decisione può portare a scoprire cose nuove e a trovare amici dove non ce lo aspettiamo.-
Il capo villaggio scoppiò a ridere: -Tu mi piaci, vecchio. Il mio nome è Stoik l'Immenso. Benvenuti presso il Popolo del Sole!-
I viaggiatori furono invitati a rifocillarsi e raccontare la loro storia.
Dalla bottega del fabbro, il battere ritmico si era interrotto da un po'. Un'anta della finestra era stata scostata da un occhio verde, che osservò la scena e poi tornò dentro. L'anta si richiuse e il martello tornò a battere.

La cena si svolse su tavoli che erano stati messi uno accanto all'altro sotto la piramide a gradoni. I giovani del villaggio si esibivano in giochi con fiamme sottili per dare mostra delle loro abilità e accendere le numerose lanterne. Sotto un manto stellato Jack Frost e Rapunzel scoprirono le creature serpentine che accompagnavano la vita del Popolo del Sole.
-Sono draghi.- spiegò Astrid a Rapunzel, che si era accovacciata davanti a una creatura e tendeva la mano per accarezzarla -Queste montagne sono la loro casa, sono loro che hanno insegnato al nostro Popolo il Dominio del Fuoco più puro.-
-E com'è vivere con loro?- chiese la ragazza.
Astrid la guardò perplessa: -In che senso?-
Da dietro di lei, il ragazzo massiccio si sporse per chiedere: -Perché, è possibile vivere senza di loro?-
Astrid gli spinse indietro la faccia: -Taci, Moccicoso.-
Jack Frost si avvicinò per sentire, e Rapunzel si spiegò: -Cosa fanno con voi? Vi aiutano nei lavori? Nella vita di tutti i giorni?-
-Certo. Noi viviamo completamente in simbiosi con loro, ci hanno accolti nella loro casa. Sono i nostri maestri.-
Jack Frost emise un "Wow" sognante.
-I Nomadi dell'Aria hanno imparato a vivere in simbiosi con i bisonti volanti.- raccontò Rapunzel -E il mio popolo ha imparato da loro a dominare l'aria.-
Jack Frost la guardò con gli stessi occhi sognanti con cui aveva guardato Astrid.
Quest'ultima spostò quindi l'attenzione su di lui: -E tu? Non hai proprio l'aria di essere un Nomade.-
Il ragazzo ridacchio in imbarazzo: -Io vengo dalla Tribù dell'Acqua del Nord.-
-Davvero? E come mai sei partito con due Nomadi?-
-Voglio esplorare il mondo. Lassù il paesaggio non è molto vario, almeno all'interno della città.-
-Com'è il paesaggio, lassù?-
E il ragazzo si mise a raccontare, mentre Astrid lo guardava con espressione sognante e si lasciava scappare qualche "Wow".
A capotavola, Monaco Norbu sedeva accanto al capo villaggio Stoik.
-Certo che è molto inusuale che un monaco si porti dietro due discepoli di due popoli diversi.- commentò Stoik.
-Sono due giovani benedetti da doni fuori dalla norma, li sto accompagnando perché trovino delle risposte.-
Stoik lo guardò per un secondo, poi cambiò discorso: -E ci sono più state novità riguardo alla ricerca del nuovo Avatar? Se non mi sbaglio dopo Darje sarebbe dovuto nascere fra i Nomadi.-
-Quello- rispose il monaco -è ciò che spinge me a viaggiare.-
-Nessuna novità, quindi?-
-Forse qualcuna, ma temo che questo non voglia dire risposte.-
-Spero che il vostro viaggio porti buoni frutti, allora.-

Finita la cena, le lanterne furono spente e Monaco Norbu fu invitato ad alloggiare nella casa del capo villaggio. Rapunzel e Jack Frost, invece, furono assegnati ai dormitori dei giovani guerrieri della tribù.
La gente si era pian piano ritirata in casa, Astrid e gli altri erano rimasti a occuparsi delle ultime lanterne. Poi fecero segno ai due viaggiatori di seguirli.
Lungo la strada, passarono davanti alla bottega del fabbro, e Jack Frost sentì ancora lavorare dentro. Era il momento. Gettò uno sguardo a dove fossero gli altri: si erano allontanati un po', ma sapeva che li avrebbe raggiunti di lì a poco.
Si avvicinò alle ante e, facendo molta attenzione a non far rumore, ne scostò una. Vide un forno ancora acceso, che illuminava la stanza da destra. Sotto il forno, un drago nero dormiva placido e appallottolato. Ancora più a sinistra, muovendo piano la testa, il ragazzo vide le mani del fabbro, e il metallo che veniva lavorato.
Fece per scostarsi ancora per vedere meglio, ma qualcuno lo chiamò sottovoce. Rapidamente riaccostò l'anta e corse dagli altri, meditando su quello che aveva visto. Gli dispiaceva non aver potuto guardare in faccia il fabbro: gli sembrava di aver perso un dettaglio.
“Ripasserò più tardi.” si rassicurò.
Rapunzel, invece, era andata avanti perché aveva visto una piccola costruzione che la interessava: una sorta di tempietto, da cui si accedeva passate delle colonne e in cui si trovava una statua alta e dallo sguardo severo, di un uomo impettito nella sua barbetta nera e il suo alto cappello.
-Chi è?- chiese a Testabruta, che l’aveva accompagnata.
-Quello è Avatar Darje. Fu ospite qui da noi per conoscere i draghi, questa statua è in memoria del suo viaggio.-
Rapunzel annuì senza staccare gli occhi dalla statua dell’uomo.
-Vorrei prendere un momento per meditare, se possibile.- chiese. Tutti i dubbi sulla sua vera natura di Avatar non erano certo scomparsi con l’allenamento presso la Tribù dell’Acqua del Nord, e sentiva che quello era un buon momento per cercare qualche risposta.
Testabruta annuì facendo spallucce: -Allora ti aspetto fuori.- e uscì.
Rapunzel si sedette a gambe incrociate davanti alla statua e chiuse gli occhi.
Jack Frost, intanto, aveva raggiunto gli altri guerrieri: -Dov’è Rapunzel?- chiese ad Astrid.
-Testabruta la sta accompagnando al dormitorio.- rispose la ragazza.
Lui annuì e continuò a camminare con loro. Dopo un po’, però, si rese conto che stavano uscendo dal centro abitato.
-E perché noi non ci stiamo andando?- chiese allora.
Non gli fu risposto. Lui non disse niente, ma rimpianse di non avere il suo aliante con lui.
Fu condotto a uno spiazzo circondato dagli alberi: -Questo- disse Astrid -è il nostro campo di allenamento.-
-Sicuramente non avrei detto il dormitorio.- rispose Jack Frost.
-Sei stato bravo ad atterrare me e Moccicoso, nel bosco.- riprese lei.
Allora Jack Frost capì dove voleva arrivare: -Volete la rivincita?- mormorò con un sorriso storto.
-Nessuno può mettere i piedi in testa ai guerrieri del Popolo del Sole.-
Jack Frost si vide circondato da Astrid, Moccicoso, e gli altri due ragazzi del gruppo di guerrieri, Testaditufo e Gambedipesce.
-Non mi sembra leale.- mormorò.
-Se vuoi un aiuto, lì dietro ci sono le cisterne, Dominatore dell’Acqua.- indicò Astrid.
Jack Frost rivide Astrid infradiciata nel corso d’acqua dopo che lui l’aveva fatta cadere quel pomeriggio, realizzò il loro errore, e sorrise, pronto a difendersi.

Rapunzel non riusciva a concentrarsi. Aveva una brutta sensazione addosso, che le sembrava arrivare dalla statua stessa. Aprì gli occhi.
-Hai finito?- chiese Testabruta, sulla soglia del tempio.
Lei annuì, un po’ delusa, e si alzò per seguirla. Quando arrivarono al dormitorio si guardò intorno: -Dove sono gli altri?-
Testabruta fece spallucce: -Astrid voleva mostrare qualcosa a Jack Frost.-
-Davvero? E perché non li raggiungiamo?-
Testabruta scosse la testa: -Noi li aspettiamo qui.-
Rapunzel andò all’angolo dove erano ammassati i loro bagagli e sfiorò l’aliante chiuso. La brutta sensazione continuava a puntellarle il fianco: si era accorta che Testabruta non staccava gli occhi da ogni suo movimento. Si guardò intorno: non vedeva alcun contenitore che potesse contenere acqua... A parte le borracce che facevano parte dei loro bagagli.
Si abbassò per togliere il tappo, Testabruta si mise in posizione di difesa.
-Tranquilla, voglio solo bere un sorso...-
Vedendo che la Nomade dell’Aria non accennava a toccare l’aliante, la guerriera abbassò la guardia.

Jack Frost schivò con una capriola a terra la fiammata e corse a rifugiarsi dietro le cisterne. Nel momento in cui aveva capito che i guerrieri del Sole lo credevano un Dominatore dell’Acqua aveva deciso di tenerli nell’errore. Per far ciò, era necessario che non lo vedessero mentre dominava l’aria, ma anche quello risultava complicato, dal momento che erano quattro contro uno. Fino a quel momento non si era allontanato dalle cisterne e usava l’aria per sollevare la superficie dell’acqua in modo da confonderli, e non appena lo perdevano di vista usava il suo dominio per spingerli lontano. Sapeva, però, che il bluff non sarebbe durato a lungo.
-Tutto qui quello che sai fare?- gli chiedeva Astrid -Ti credevo un Dominatore dell’Acqua molto più potente!-
“Eh, biondina, sapessi...” Jack Frost si trovò Moccicoso di fronte, che lo attaccò lanciando una sequenza di tre fiammate una dietro l’altra.
Jack Frost si coprì con le braccia, e la fiammata fu fermata da un muro d’acqua. Il ragazzo si guardò le mani perplesso: -Questa è bella...- mormorò. Poi alzò gli occhi e vide nell’ombra di un albero Rapunzel, che si portò un dito alle labbra.
Jack Frost sorrise e colse al volo. Imitando (malamente, ma tanto i guerrieri non potevano saperlo) i movimenti dei dominatori che per tutta la sua vita aveva visto esercitare alla Tribù, mandò dell’acqua contro Moccicoso, che si ritrovò le gambe ghiacciate, poi uscì a fronteggiare Astrid.

Al dormitorio, Testabruta agitava la testa da tutte le parti. L’attacco di Rapunzel l’aveva presa alla sprovvista e si era ritrovata congelata fino al collo e a metà avambracci, le mani accuratamente fuori dal ghiaccio per evitare che lo sciogliesse da dentro. Si ritrovava così in grado di lanciare fiammate dai palmi e dalla bocca, ma incapace di trovare il modo di liberarsi per timore di scottarsi le braccia volgendo contro se stessa il proprio dominio.
-Rutto!- urlò sottovoce -Ehi, Rutto! Aiutami!-
Dalla porta entrò il tondo muso verde di un drago, ma non era solo. Testabruta riconobbe il nuovo arrivato e deglutì.

-Finalmente ti sei deciso a fare sul serio!- esclamò soddisfatta Astrid.
Jack Frost era circondato da alte mura d’acqua che lo proteggevano. Lui faceva vaghi movimenti in una direzione, Rapunzel dal suo nascondiglio si occupava del resto.
Quando il ragazzo provò ad attaccare, però, l’acqua non reagì e lui ebbe un sospiro di scoramento. Ah già!
Poi Astrid decise di prenderlo di petto e attaccò a piena potenza: Jack Frost si difese finché Testaditufo non li circondò con una fiammata. Lì dentro Rapunzel non poteva vedere cosa stesse succedendo: ormai il gioco era finito. Astrid era nell’anello con lui e attaccò con più potenza di prima.
Allora tutta l’acqua di una cisterna si sollevò e si mosse circolarmente intorno al ragazzo spegnendo tutte le fiamme senza che lui avesse mosso un dito... questo perché lui aveva respinto la ragazza con una raffica che l’aveva fatta volare lontano.
-Ma che cosa...?-
Rapunzel comparve vicino a lui e gli porse l’aliante: -Vi sembra leale combattere quattro contro uno?-
Astrid si era rimessa in piedi senza parole, mentre Gambedipesce analizzava la situazione.
-Hanno i domini invertiti!- sentenziò scandalizzato.
-Che cosa?!-
Ma Jack Frost e Rapunzel stavano già approfittando dell’effetto sorpresa: il bastone permise a Jack Frost di produrre raffiche potenti che mandarono Testaditufo, Gambedipesce e Moccicoso dentro una cisterna, la cui acqua fu ghiacciata nel momento in cui emersero con la testa, mentre Astrid si mise in guardia.
-Adesso basta.- intervenne allora una voce.
Astrid guardò chi aveva parlato: Testabruta avanzava a sguardo basso, seguita da un uomo dalla mano e dalla gamba di legno.
-Scaracchio?- chiese -Cosa ci fai qui?-
-Come vostro allenatore, sono passato al dormitorio per controllare che voi reclute aveste sistemato gli ospiti in maniera dignitosa.-
-Sistemarci!- li prese in giro Jack Frost, ridendo -Almeno ci hanno provato!-
Rapunzel scongelò i tre ragazzi nella cisterna e, sollevandoli con l’acqua, li fece uscire.
Scaracchio guardò le reclute con occhio severo: -Parleremo domani, quando gli ospiti saranno partiti. Portate i due ragazzi al dormitorio, e non voglio più sentire una mosca.-
I ragazzi obbedirono, e Jack Frost e Rapunzel li seguirono in silenzio.

Il mattino dopo Champa fu caricato di nuove provviste e i viaggiatori salutarono, mentre Monaco Norbu ringraziava per l'ospitalità. Jack Frost lanciò uno sguardo desideroso nella direzione da cui continuava a provenire un battere ritmico, ma Scaracchio guardò storto i due giovani viaggiatori e lui desistette.
Il monaco fece decollare il bisonte, e Jack Frost guardò giù, verso le ante chiuse del fabbro. Alla fine non l'aveva più visto in faccia. Gli spiacque un sacco, perché aveva davvero la sensazione di essersi perso qualcosa.

 




Angolino dell’autrice:
Capitolo oserei dire più pimpante dei precedenti! Adesso che Rapunzel e Jack Frost esplorano il mondo, è molto più facile inventare avventure divertenti da scrivere... e far affrontare ai due i guerrieri... ops le ‘reclute’ del Popolo del Sole è stato decisamente divertente.
Una puntualizzazione: perché scegliere i vichinghi per rappresentare il Popolo del Sole, che nell’originale era ispirato, almeno credo, a civiltà simil-Azteche? L’idea è nata dai draghi: dove altro trovarli se non proprio presso il Popolo del Sole? Inoltre, la loro poca diffidenza nei confronti dei viaggiatori è sempre dovuta al fatto che la storia si svolge prima di Aang e quindi anche prima di Roku e di Sozin, il quale dando la caccia ai draghi per ucciderli ha anche segnato l’isolamento del Popolo del Sole.
Inoltre, ho voluto scrivere un capitolo che desse fastidio: finora nelle storie per qualche magica ragione i Big Four si incontrano ‘per caso’, vanno d'accordo subito e senza troppi giri di parole, diventano subito amici etc etc. In questo capitolo ho cercato di invertire la rotta: Jack Frost doveva incontrare il ‘fabbro misterioso’ ma ‘per caso’ non ha potuto farlo. Quindi a lui è rimasto questo fastidio, se vogliamo, di essersi perso qualcosa, un fastidio, anche minimo, che spero tanto di aver trasmesso a chi legge, perché sono una persona sadicamente dispettosa :D Anche perché, vi dico già, Jack Frost non rimetterà più piede presso il Popolo del Sole.
A presto
Nike

  
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