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Autore: K ANTHOS    17/08/2020    0 recensioni
Come poteva Sara essere a conoscenza addirittura di due omicidi?
Un fremito di terrore lo colse: ora sarebbe toccato a lui?
Rimase esangue al solo pensiero, era quasi in stato di choc, i suoni della campagna gli giungevano ora ovattati e lontani.
Perché non lo aveva ancora denunciato? Cosa la tratteneva?
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con
Capitoli:
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Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.

Una volta a settimana il lungomare di fronte agli stabilimenti si trasformava in un piccolo mercato dell’artigianato: vi si trovava di tutto e Sara non voleva tornare a casa a mani vuote.

Nicola come al solito le era accanto insinuando la mano nella tasca posteriore dei suoi pantaloncini mentre lei lo cingeva con il braccio nel punto vita.

Riccardo e le sorelle li guardavano divertiti, sembravano come sempre due fidanzati più che due amici ed anche Giorgio si meravigliò osservandoli insieme:

-Zio… hai visto come si stringono?- gli disse a bassa voce indicandoli.

-Già…-

Fecero un giro perlustrativo del mercato tutti insieme e poi ognuno si dedicò all’acquisto di ciò che più lo aveva interessato.

-Ecco… voglio regalare al mio amore questo braccialetto di fili intrecciati… anzi ne prendo uno anche per me…- fece Nicola.

-Sono molto belli, ma non credo che piacerebbero a Filippo…- osservò delusa Sara.

-Vieni qui Giorgio, prova questa… perfetta…-

-Sì zio, mi piace tantissimo…- Riccardo aveva trovato quello che cercava per il nipote e pagò la bandana. Acquistava velocemente quello che gli serviva perché aveva sempre le idee chiare e non perdeva tempo in inutili tentennamenti come la sorella Ginevra.

-Io non so se prendere una maglietta stampata o un cappellino di paglia… sono sempre così indecisa…- disse Ginevra che da diverso tempo era ferma alla stessa bancarella.

-Se non ti sai decidere prendili entrambi…- le consigliò Lisa spazientita.  

Nicola si era momentaneamente allontanato da Sara verso un’altra bancarella quando Riccardo notò un ragazzo intento a squadrarla da capo a piedi: sembrava avere tutta l’intenzione di volerla avvicinare.

Un senso di irritazione e malumore, uniti ad un forte istinto protettivo, si impossessarono di lui e si diresse spedito accanto a lei per farlo desistere.

-Allora Sara… hai trovato quello che cercavi?- esordì lui controllando allo stesso tempo le mosse del ragazzo.

-Non mi sembra di vedere nulla di adatto per Filippo, invece per mio padre ho trovato qualcosa che gli piacerà, ne sono sicura…-

-Cos’è?- vide finalmente con la coda dell’occhio il ragazzo rinunciare ed allontanarsi.

-Mio padre è un cuoco provetto… ho trovato questo cappello da chef, sarà molto divertente vederglielo indossare!- se lo infilò in testa ridendo soddisfatta al solo pensiero.

Sara aveva la strana capacità di illuminare con un semplice sorriso tutto quello che la circondava ed un fremito sordo e dolente contrasse all’istante lo stomaco di Riccardo.

Come un bambino guarda ammutolito attraverso una vetrina l’oggetto dei propri desideri ben sapendo di non poterlo possedere,  così Riccardo non poté fare altro che rimanere in silenzio di fronte a lei cercando di reprimere i propri sentimenti.

Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, tutti i suoi sani e virtuosi propositi rischiavano ora di crollare: il suo sguardo solitamente glaciale ed impassibile tradiva una passione profonda, una forza di attrazione intensa e prepotente.  

Sara si sfilò il cappello, pagò il venditore ambulante e girandosi verso di lui si accorse del suo cambio di espressione.

Si ritrovò immobile a sostenere il suo sguardo, erano entrambi scivolati in un limbo, nessuno dei due in quella situazione poteva o aveva il coraggio di spiegarsi.

Nicola si era girato in cerca di Sara, li aveva ritrovati poco lontano a fissarsi in silenzio ed era rimasto con il fiato sospeso in attesa di assistere finalmente alla giusta evoluzione di tutta quella tensione seduttiva, quando vide Giorgio correre verso lo zio.

-Zio… zio…vieni, ti devo far vedere una cosa bellissima che ho trovato con la mamma- Giorgio aveva preso la sua mano e lo strattonava in direzione della bancarella.

-Sì… un attimo Giorgio…- Riccardo era come stordito.

Si allontanò controvoglia da Sara che continuò a seguirlo con lo sguardo: faticava a deglutire per quanto era scombussolata e sentì le guance e gli occhi prendere fuoco.

Nessuno l’aveva mai guardata così intensamente, con nessun altro si era sentita così attratta.

-Cosa stavate facendo Sara? Ma guardati! Sei tutta rossa in viso… anche gli occhi ti si sono arrossati! Cos’è successo tra di voi?- le chiese Nicola con gli occhi sgranati.

-Ma nulla… questo sole mi sta dando alla testa…- si giustificò lei.

-Ma quale sole Sara… non mentirmi… non me lo merito… ti stava scopando con lo sguardo!- le fece notare lui.

-Non essere volgare Nicola! Voglio mettermi all’ombra… ho le tempie che mi pulsano…-

-Credo sia meglio ritornare a casa o il colpo di caldo prenderà a me!- le rispose alterato Nicola facendosi largo tra la folla.

Riccardo seguì il nipote ma faticò a comprendere quello che gli diceva, assentiva alle sue parole e basta, con la mente era da tutt’altra parte.

Si era innamorato di Sara, ora ne era perfettamente consapevole, e questo lo metteva in una situazione nuova per lui quanto delicata per le indagini ancora in corso.

 

Sabato dopo pranzo Lisa trovò il momento giusto per parlare al fratello.

Giorgio e Ginevra si erano ritirati in camera per riposare e lei raggiunse Riccardo in veranda impegnato con il suo computer.

-Riccardo… ti disturbo? Stai lavorando?- gli chiese Lisa.

-Sì e no… sto rileggendo un esame autoptico… dimmi- Riccardo intuì dallo sguardo della sorella che doveva essere un argomento delicato.

-Ascolta… sai che ho sempre avuto piena fiducia in te… sei sempre stato un ragazzo serio e con la testa sulle spalle…-

-Ma…- l’anticipò lui.

-...ma non credo che tu ti stia comportando in modo corretto con Sara. Lo penso veramente. Stai indagando su di lei ma converrai con me che la situazione è molto ambigua… La stai frequentando praticamente tutti i giorni e a me sembra che tu te ne sia innamorato: vedo come la guardi e come le giri attorno… non ti ho mai visto così coinvolto con nessuna… per te non è una semplice indagine, vero?-

-Ma che dici… non sto corteggiando Sara… cerco di farla parlare per acquisire più informazioni possibili… e comunque la dovrò rivedere in commissariato la prossima settimana… lì saprà tutta la verità…- le disse preso in contropiede.

-Ecco… intendo proprio questo allora. Se tu non ne sei innamorato devi imparare ad essere meno avvolgente o le sembrerà di essere corteggiata. Mi sembra una ragazza seria, diversa da quelle che abitualmente frequenti e ci fai conoscere: non credo, con tutto quello che avrà passato dopo la morte della madre, che sia delicato da parte tua giocare con i suoi sentimenti, non è corretto Riccardo e non è da te…- Lisa gli esternava onestamente le sue perplessità.

Riccardo rimase per un po’ in silenzio e la sorella ebbe l’accortezza di aspettare che raccogliesse le idee e si spiegasse.

-Non posso nasconderti nulla Lisa… del resto è sempre stato così tra di noi… hai sempre avuto il dono di capirmi al volo…- ammise lui.

Lisa lo guardava seria.

-Sì, è vero, mi sono innamorato di Sara… oggi ho percepito chiaramente un forte senso di gelosia e possessività nei suoi confronti che non avevo mai provato prima con nessuna… mi sento confuso, smarrito e sai bene che questi non sono sentimenti che mi appartengono. Oltretutto sto indagando su di lei… dentro di me so che non è coinvolta nell’omicidio della Rocci ma dovrò comunque interrogarla… e questo mi metterà in una posizione molto delicata, lo comprendi anche tu…- Riccardo, di fronte all’evidenza, non aveva potuto fare altro che ammettere di amarla.

-Cos’hai intenzione di fare adesso?- lo incalzò lei.

-La verità è che non lo so bene neanche io… mi sento in balia degli eventi… e ho grosse responsabilità in campo. Sto cercando di trattenermi con lei… fossimo stati in un’altra situazione le avrei già parlato dei miei sentimenti…- Riccardo aveva un’espressione assorta.

-Io invece sono sicura di una cosa… se il tuo istinto ti dice che lei è innocente, vuol dire che è così… quindi aspetta e vedrai che tutto si sistemerà- Lisa era oltremodo fiduciosa nelle doti empatiche del fratello.

Passarono alcuni secondi di silenzio.

-Lisa… ma è possibile innamorarsi così, nel giro di pochi giorni?-le chiese confuso.

-Come? Non ti ricordi di me e Valerio? Mi sono innamorata di lui a prima vista… sono tutti pazzi quelli che affermano che non esiste il colpo di fulmine! Sei nervoso e disorientato perché hai cambiato il tuo baricentro, dal lavoro a quella ragazza, ed anche la prospettiva di ciò che ti dava sicurezza. Sei entrato in una realtà in cui non ci sei solo tu…- gli spiegò Lisa.

-In verità… l’avevo già notata a Viterbo accompagnando Giorgio una domenica. Mi ricordo questa necessità di guardarla, di osservarla…-

-Ecco spiegato il mistero delle volte in cui mi chiedevi di accompagnare Giorgio a catechismo…- sorrise lei.

-Già… l’ho poi ritrovata qui in vacanza e ho cercato di togliermela dalla mente perché c’erano di mezzo le mie indagini questa volta… ma la situazione ha seguito un suo corso nonostante la mia volontà… sembra strano a dirlo per uno come me ma… mi sono innamorato e che botta ho preso…-

-Ti vedo diverso, sei cambiato in meglio… mi sembri più rilassato e sereno. Ottimo effetto questa Sara…- gli fece notare Lisa aprendosi in un ampio sorriso.

-Stranamente però la sua vicinanza mi rende nervoso, molto nervoso… ho notato poi che mi distraggo, che mi deconcentro facilmente…-

Ammettere di amarla fu per Riccardo una vera rivoluzione: aveva scoperto che i sentimenti potevano assumere una vera e propria concretezza, potevano diventare reali, solidi e gestibili come il dato di un esame autoptico.

Si era finalmente reso conto che anche l’irrazionale poteva assurgere a razionale e questo gli infondeva una nuova quanto inaspettata sicurezza nella gestione dei propri sentimenti.

Quello che aveva da sempre temuto sembrava diventare ora spontaneo e naturale, Sara era diventata in quel momento la sua priorità, l’altra metà della mela, il tassello mancante alla sua completezza.

-E lei? Pensi provi la stessa cosa per te?- chiese Lisa.

-Credo proprio di sì… anzi ne sono certo. Non è sfrontata, le piaccio ma non per questo mi corre dietro. Credo che il suo carattere taciturno e le sue paure le impediscano di lasciarsi andare con i sentimenti- valutò lui pensoso.

-Sembra quindi che entrambi abbiate, a livello emozionale intendo, dei limiti da oltrepassare per riuscire ad incontrarvi…-

-Già…-

-Arriverà il momento in cui dovrete spiegarvi e quando vi sarete finalmente chiariti tutto andrà per il meglio, vedrai Ric… Mi piace molto quella ragazza, sareste una bellissima coppia- ammise Lisa.

-Grazie per essere stata sincera con me… mi ha fatto bene parlarne, un po’ mi hai rincuorato…- fece Riccardo.

Lisa l’aveva ascoltato confessare tutte le sue fragilità, sapeva che i sentimenti erano il punto debole del fratello.

La sua concretezza, il suo pragmatismo, gli impedivano per certi versi di lasciarsi andare completamente in una relazione, ma con la donna giusta poteva essere diverso: se Sara era riuscita in pochi giorni a renderlo così sicuro dei propri sentimenti, chissà di cosa sarebbe stata capace con una relazione stabile, si chiese Lisa.

 

La tanto attesa cena di commiato arrivò.

Lisa non si risparmiò nei preparativi: mentre Nicola era intento alla sistemazione delle spigole e delle seppie alla brace, lei si era dedicata alla realizzazione di un ricco quanto colorato antipasto di fasolari e cozze.

-Che splendida tavola Nicola…-

-Grazie Lisa e con quello che tu hai preparato lo è ancora di più!-

Nicola aveva apparecchiato con molta cura posizionando strategicamente al centro della tavola alcune candele in vasi di cristallo. Voleva creare un’atmosfera rilassata ed elegante, si era fatto in quattro affinché fosse tutto perfetto, era l’ultima chance che dava a Riccardo di spiegarsi e, sperava, di dichiararsi con Sara.

Riccardo aveva aperto una bottiglia di vino bianco e stava facendo il giro dei presenti per riempire i loro bicchieri.

-Grazie Ric-

-Tu Ginni preferisci forse una birra?-

-No fratello, questa sera solo vino grazie-

-E tu Sara… tu cosa vorresti?- le chiese con il suo sguardo fermo puntato nei suoi occhi.

-Anch’io… anch’io del vino, grazie- la domanda, per come gliela aveva posta, poteva avere un doppio senso e Sara dovette reggere il bicchiere con due mani per non tradire la sua emozione.

Le stava forse facendo capire che voleva parlarle? Si sarebbe dichiarato? La sua vita quella sera sarebbe cambiata?

Aveva finalmente trovato qualcuno di veramente speciale per il quale sentiva una forte attrazione e di certo avrebbe saputo cosa rispondergli se glielo avesse chiesto.

-Non mi hai mai fatto un disegno, uno solo per me intendo…- le disse appoggiandosi al muretto del giardino accanto a lei.

-Un giorno te ne farò uno… te lo prometto- gli rispose sincera guardandolo.

-Mi sono sempre chiesto come si faccia a vedere qualcosa su un foglio bianco prima di cominciare a disegnare…-

-Forse era già lì che aspettava solo di essere messo nero su bianco- osservò lei.

-Notevole… una visione molto romantica!- la guardò sorpreso.

-Forse…- sorrise lei.

-Disegni, sistemi vetrate, lavori in una azienda… fai così tante cose Sara che sicuramente non hai tempo di annoiarti-

-Vedi… i lavori manuali mi consentono il controllo sulle cose, i materiali sono in un certo senso rassicuranti, sai cosa aspettarti manipolandoli, sai che ubbidiranno alla tua volontà…-

-Già, non sono imprevedibili e inafferrabili come i pensieri delle persone…-

Riccardo non le toglieva gli occhi di dosso ma doveva, nonostante tutto, mantenere con lei le distanze. Se avesse potuto le avrebbe proposto una passeggiata in spiaggia e, lontani da occhi indiscreti, si sarebbe dichiarato, la sentiva come una cosa ovvia in quel momento.

Sara notò la sua espressione indecifrabile, sembrava stranamente combattuto, assorbito da mille pensieri.   

-Ai tuoi numerosi impegni Sara…- alzò il calice e finì di bere il suo bicchiere di vino.

-Grazie Riccardo…-

-Sara… Sara vieni che faccio vedere anche a te le foto della regata che ho fatto oggi?- Giorgio aveva il cellulare della madre in mano.

-Arrivo-

Continuò ad osservarla mentre parlava con il nipote: si erano seduti a tavola e commentavano la regata di fine corso.

Lei lo ricambiava ogni tanto con uno sguardo furtivo.

Nicola, che li osservava in modo discreto, si aspettava che prima della fine della serata lui si dichiarasse ed era veramente emozionato per entrambi. Voleva la felicità per Sara, la stessa che stava vivendo lui con il suo fidanzato, voleva vederla finalmente tra le braccia di una persona affidabile e premurosa e Riccardo, secondo lui, rispondeva perfettamente alle sue esigenze.

-E’ pronto…- annunciò Nicola.

Presero posto a tavola e Riccardo si sedette di fronte a Sara: l’aria dolce, fresca e ventilata presagiva solo cose buone per quella serata ricca di aspettative.

Conversarono come se si conoscessero da lungo tempo: Riccardo si sentiva a suo agio e pienamente appagato, l’indagine era come svanita dai suoi pensieri, valutava ora Sara completamente estranea a quello che per due settimane aveva considerato come una cosa solida e innegabile.

Ogni tanto la vedeva rispondere al richiamo del suo sguardo e non vedeva l’ora che arrivasse lunedì per potersi spiegare con lei.

-Anche tu Nicola hai preparato i bagagli?-

-No, io mi trattengo qualche altro giorno, fino a metà della prossima settimana-

Sara in cuor suo aveva oramai dato per certa la finalità di tutte quelle attenzioni: guardò felice Nicola che le rispose con un sorriso di pura soddisfazione.

-Smettila di fissarla così… non ti riconosco, sei quasi imbarazzante...- fece Lisa sottovoce dandogli un calcetto.

Riccardo sorrise, Lisa lo aveva beccato sul fatto.

-Scusami Nicola, dovrei andare in bagno, posso?- fece lui alzandosi.

-Certamente, questo al piano terra è un casino però… forse è meglio che vai a quello al piano superiore- valutò il ragazzo.

-Ok, grazie-

Riccardo salì le scale e vide i bagagli di Sara già pronti sul pianerottolo.

Prima di entrare in bagno si accorse della presenza, tra il borsone ed il muro, di una cartellina con i lacci: gli sembrò la tipica custodia dei disegni degli studenti del liceo artistico.

Non resistette e decise di dare un’occhiata.

Molto attento a non far rumore la prese e la slacciò: quando la aprì, l’immagine di un uomo con una folta barba scura lo lasciò senza parole. Aveva un’espressione minacciosa, accigliata e brandiva un coltello con una lama lunga e sottile, sembrava stesse per scagliarsi contro qualcuno. Ma prima ancora che dalla sensazione di cieca violenza che scaturiva dall’immagine, Riccardo rimase costernato nel rendersi conto che lo stile era palesemente lo stesso del ritratto dell’assassino di Carola Rocci. Era la prova che cercava da quasi due settimane: il sangue gli si gelò nelle vene e si sentì per la prima volta in vita sua tradito.

Si era avvicinato a Sara negli ultimi giorni, l’aveva reputata sincera ogni volta che aveva cercato di farla parlare, lo aveva convinto della sua sincerità, del fatto che lei non avesse potuto avere alcun ruolo in quell’omicidio, che sicuramente si era sbagliato nel fare le sue valutazioni, nel formulare le sue ipotesi, ma ora... tutto era da rifare, tutto era sbagliato, tutto doveva essere riletto e rivalutato.              

Una profonda amarezza si impossessò di lui devastandolo, ora la vedeva in modo completamente diverso: coinvolta, colpevole, bugiarda. Un forte senso di rabbia lo pervase e si sentì stupido, totalmente stupido.

Valutò che lunedì avrebbe dovuto convocarla in commissariato e questa volta avrebbero cominciato a giocare a carte scoperte.

Lei avrebbe saputo realmente chi fosse e lui avrebbe finalmente potuto interrogarla sul suo reale coinvolgimento nell’omicidio di quella povera donna.

L’avrebbe guardata dritta negli occhi ascoltando le sue false quanto inutili giustificazioni e l’avrebbe considerata per quello che era, una ipocrita e sporca bugiarda.

Ripensò all’assassino, al magazziniere, e valutò la necessità di un nuovo interrogatorio ed eventualmente di un confronto tra lui e Sara. Non escluse che forse i due si frequentavano: nella mente di Riccardo si aprivano nuove strade d’indagine e si sentì profondamente frustrato.

Insieme a quel ritratto agghiacciante c’erano molti altri disegni raffiguranti Nicola e i loro amici, tutti realizzati con lo stesso stile grafico, ma non riuscì a sfogliarli tutti.

Gli ci vollero diversi minuti per riprendersi, era come se avesse preso un pugno in pieno viso: si apprestò a fare qualche foto con il cellulare prima di chiudere la cartellina e ricollocarla al suo posto.            

Quando scese le scale per raggiungere la comitiva in giardino il suo volto era scuro e ragionò di sforzarsi di risultare sereno come lo era prima.

Tornò e si sedette al suo posto accanto a Lisa.

La sorella lo conosceva bene ed intuì il suo disagio.

-Cos’hai? - gli fece a bassa voce Lisa.

-Dopo ti spiego…- e troncò lì qualsiasi spiegazione.

 

Si erano salutati in modo piuttosto distaccato: il comportamento di Riccardo era sembrato a Sara del tutto incomprensibile.

Gli era parso molto motivato nel volerle stare accanto, almeno fino a quando non aveva in modo improvviso cambiato atteggiamento, e soprattutto con lei.

Non le rivolse quasi più la parola ed anzi, in alcuni momenti, le sembrò di essere guardata con un’espressione a tratti amareggiata e seria, i suoi occhi non mentivano mai.

Pensò che doveva essere successo qualcosa di molto grave per vederlo cambiare in modo così repentino.

-Hai notato che l’umore di Riccardo a fine serata è cambiato?- osservò Nicola mentre sistemava la cucina.

-Sì, forse ha problemi a lavoro… lunedì rientriamo tutti…- Sara emise un profondo sospiro.

-Ti ha parlato? Ho visto che ti stava sempre a guardare… ti ha detto qualcosa?-

-No… niente-

-Non vi siete neanche scambiati il numero di telefono?-

-No…-

-Allora, o è un emerito imbranato o è un emerito deficiente…-

-Forse… - sospirò nuovamente Sara.

Era afflitta, non capiva cosa fosse successo per fargli cambiare atteggiamento a quel modo a fine serata.

Si chiedeva se avesse travisato i suoi sentimenti, in fondo lo conosceva da poco tempo e non sapeva molto di lui.

L’unica cosa certa era però l’intensa attrazione che provava e che nella sua irrisolutezza la faceva sentire profondamente a disagio.  

 

Rientrato al villino Riccardo chiamò subito Salieri per metterlo al corrente di quanto aveva scoperto ed organizzare le convocazioni di lunedì mattina.

Si sentiva devastato, sarebbe stato un lunedì molto difficile ed impegnativo per tutti.

 

Era molto tardi, Giorgio e Ginevra erano saliti in camera e Riccardo rimase solo in cucina con la sorella.

-Cosa è successo prima? Ti vedo abbattuto…- gli fece notare Lisa.

-Ho trovato, al piano superiore del villino di Nicola, la prova che cercavo del coinvolgimento di Sara nel caso Rocci… ho trovato dei disegni con lo stesso stile di quello che abbiamo ricevuto in modo anonimo a Viterbo… Sono amareggiato Lisa, non lo avrei mai creduto, mi sento tradito e umiliato… sono uno stupido, mi sono pure innamorato di lei ed ora le cose saranno veramente difficili…-

-Ne sei sicuro? Sara è coinvolta nell’omicidio della Rocci?- il suo sguardo era ora sgomento.

-Oramai sì… è certo… che stupido sono stato…-

-E’ ovvio che questo ti metterà in una posizione piuttosto delicata, forse potresti parlarle… a me è sembrata sempre sincera, non so cosa dire…- Lisa comprendeva pienamente il malessere del fratello.

-Non posso fare nulla ora, devo stare al mio posto… la situazione al commissariato sarà molto imbarazzante… lunedì la devo convocare ed alla luce di tutto quello che ho scoperto, ora sono sicuro che sia stata lei a farci avere l’identikit dell’assassino dell’infermiera, lo stile è identico… mi sento preso in giro Lisa, proprio io poi, e ancora devo scoprire cosa veramente c’entri lei con quell’uomo… la faccenda si fa seria… non c’è spazio per i sentimentalismi- fece lui deglutendo amaro.

Riccardo dovette reprimere i propri sentimenti, il suo sguardo tornò ad essere quello glaciale, fermo ed impenetrabile di sempre.

 

La mattina successiva, accompagnata da Nicola e con sentimenti contrastanti nel cuore, Sara raggiunse Riccardo e le sorelle all’ingresso del villino.

Lo trovarono che stava fissando uno zaino con dei tiranti sopra il serbatoio della Ducati. Era già pronto per la partenza, indossava la sua tuta nera e doveva solo infilarsi il casco.

-Ciao Lisa, ci vediamo in settimana… Giorgio, mi raccomando ragazzo…- fece lui.

-Ciao zio, ricordati che hai promesso di portarmi al cinema venerdì…-

-Non dimentico mai gli impegni importanti…- fece un ampio sorriso al nipote mentre gli arruffava i capelli.

-Ciao Ginni, con te ci vediamo a fine mese credo…-

-Sì, ho qualcosa da fare all’università poi vi raggiungo a Viterbo…- Ginevra in pochi giorni si era riavvicinata al fratello, lo aveva trovato più spensierato e meno freddo del solito: aveva finalmente conosciuto il lato leggero e giocoso del suo carattere.

Sara era rimasta in disparte con Nicola attendendo il momento di salutarlo.

-Ciao Nicola, è stato un piacere conoscerti…- gli strinse la mano.

-Anche per me Riccardo, buon rientro a lavoro…-

-Ciao Sara…- le strinse la mano senza aggiungere altro, sembrava non tradire alcuna emozione.

Quello che la stava salutando era un Riccardo diverso: non era quello delle partite a beach volley o delle chiacchierate in spiaggia, né tantomeno quello della passeggiata al mercatino sul lungomare. Sara ne rimase disorientata.

-Ciao Riccardo, grazie di tutto…- ricambiò il suo saluto frettoloso e lo accompagnò con un sorriso incerto ma sincero.

Riccardo si infilò ed allacciò il casco, salì sulla moto ed accese il motore: abbassò lo sguardo per togliere il cavalletto e quando lo rialzò lo puntò dritto su Sara per alcuni istanti.

Di colpo lei si ritrovò addosso quel piglio compassato, freddo e distaccato che l’aveva tanto incuriosita la prima volta che lo aveva incrociato e si sentì più smarrita e confusa di prima.

Agli occhi di Riccardo Sara sembrava combattuta, pareva avesse da dirgli qualcosa ma che si trattenesse dal farlo e certamente lui non era dell’umore adatto per ascoltarla, non ne aveva la benché minima intenzione.

Una volta imboccato il viale la osservò un’ultima volta dallo specchietto retrovisore, era rimasta ferma a guardarlo andare via a braccia conserte e con le mani strette a pugno, era evidente quanto fosse dispiaciuta per la sua partenza.

Solitamente calma e controllata, Sara in quel momento appariva in tutta la sua fragilità, nella sua testa mille sensazioni si rimescolavano vorticosamente.

Avrebbe voluto fermarlo per chiedergli se anche lui provasse i suoi stessi sentimenti o se si fosse preso semplicemente gioco di lei durante quella settimana. Si era illusa di piacergli seriamente, uno spiraglio di normalità si era aperto nella sua vita tormentata ed ora lui la lasciava sola, partiva senza darle una spiegazione.

Tornò al villino per finire di raccogliere le sue cose e, rimasta sola in camera, non riuscì più a trattenersi scoppiando in un pianto disperato: si chiedeva afflitta cosa avesse fatto per meritarsi un saluto algido e distante come quello, cosciente che una risposta non l’avrebbe forse mai avuta.  

Faticava a dominarsi, le lacrime le scendevano nonostante si fosse imposta di non pensare più a lui.

Le ci volle un po’ per riprendersi, poi raggiunse Nicola in spiaggia.

-Come stai Sara… tutto bene?- aveva ancora gli occhi arrossati per il pianto.

-Sì, abbastanza…- mentì lei.

-A me non sembra molto… forse avresti dovuto chiedergli una spiegazione…-

-No… forse è un bene che se ne sia andato…-

-Ma che dici? Sei diventata una rinunciataria, stai peggiorando! Non ti sei mostrata molto coinvolta e lui si è demotivato… tutto qui…- le fece notare.

-Cosa ti devo dire… è possibile. E’ tutto così strano… sembrava che gli piacessi, ma non si è mai dichiarato, almeno a parole…-

-Gli dovevi dare più spago… ti avevo anche avvertito di non sprecare questa occasione… avrà pensato che non eri interessava poi molto…-

-Sai cosa ti dico? E’ meglio così… avrei paura ad innamorarmi di lui… Mi dà soggezione, non dico che lo temo ma… sento che potrebbe veramente farmi perdere la testa…- ammise lei.

-Secondo me, da come lo guardavi, si capisce che sei già cotta di lui, non mentire con te stessa, i giochi sono fatti… lo devi solo cercare e parlargli secondo me-

-Forse… ma non so se troverò mai il coraggio di farlo… ora non voglio pensarci, torno a Viterbo e rientro a lavoro… niente altro- il senso di debolezza allo stomaco ed il nodo alla gola non facevano che confermare inequivocabilmente le osservazioni di Nicola.

   
 
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