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Autore: Una_Ragazza_Qualunque    21/08/2020    2 recensioni
[Kiribaku] [Attenzione: leggera descrizione di un'attacco di panico]
"Difficile dire quando Kirishima e Bakugou fossero diventati amici.
Se qualcuno lo avesse chiesto a Kirishima probabilmente avrebbe risposto che lo erano diventati in fretta, fin dai primi giorni di scuola, impossibile per Bakugou passare inosservato. Sia per il suo talento, sia per il suo carattere, si era subito fatto notare.
Per Bakugou invece, bhé, Kirishima non sapeva nemmeno se lo definisse tale. Una parte di sé aveva la presunzione di pensare che lo fossero, sentendosene anche egoisticamente abbastanza orgoglioso, dato che Bakugou gli concedeva cose che agli altri non era permesso di fare.
Tutto era iniziato in modo piuttosto semplice e spontaneo. Inizialmente anche la sola compagnia di Bakugou in un silenzio confortevole era sufficiente. Poi con il passare dei giorni i silenzi si erano trasformati in mugugni e, successivamente, in frasi brevi durante la pausa pranzo fino ad arrivare a delle vere e proprie conversazioni.
[...]
Difficile dire quando Kirishima e Bakugou fossero diventati amici, ma Kirishima avrebbe potuto descrivere nel dettaglio il momento preciso in cui si era innamorato di Bakugou."
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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In un battito

( Il tuo cuore è un po' più vicino al mio )


* * *


Difficile dire quando Kirishima e Bakugou fossero diventati amici.

Se qualcuno lo avesse chiesto a Kirishima probabilmente avrebbe risposto che lo erano diventati in fretta, fin dai primi giorni di scuola, impossibile per Bakugou passare inosservato. Sia per il suo talento, sia per il suo carattere, si era subito fatto notare.

Per Bakugou invece, bhé, Kirishima non sapeva nemmeno se lo definisse tale. Una parte di sé aveva la presunzione di pensare che lo fossero, sentendosene anche egoisticamente abbastanza orgoglioso, dato che Bakugou gli concedeva cose che agli altri non era permesso di fare.

Tutto era iniziato in modo piuttosto semplice e spontaneo. Inizialmente anche la sola compagnia di Bakugou in un silenzio confortevole era sufficiente. Poi con il passare dei giorni i silenzi si erano trasformati in mugugni e, successivamente, in frasi brevi durante la pausa pranzo fino ad arrivare a delle vere e proprie conversazioni. Cambiamenti che aveva notato nei piccoli gesti e contatti, come un braccio sulla spalla dell'amico, grato che a Bakugou non desse fastidio o come riuscisse a calmarlo quando si innervosiva con qualcuno.

Dopo il Festival Sportivo fare team insieme era diventato naturale come respirare allenandosi e passando i pomeriggi insieme, per quanto Bakugou fosse ancora restio ad ammetterlo, e quando gli aveva detto che lui sarebbe stato il suo “più uno” all'I-Island aveva riempito il cuore di Kirishima di gioia con la consapevolezza che qualcosa stava cominciando davvero a cambiare. Un nuovo tipo di rapporto si era instaurato tra loro, di stima reciproca non solo come persona ma anche come ipotetico eroe e Kirishima era felice che Bakugou lo vedesse come un suo pari, come qualcuno con del potenziale. A volte, Kirishima, aveva l'impressione che Bakugou ci credesse più di quanto ci credesse lui tanto che studiare insieme divenne un'abitudine. Certo, Bakugou non era un insegnante paziente ma a Kirishima davvero non importava.

E poi accadde, Kamino, e lì cambiò ogni cosa per Kirishima.

Ricordava ancora quanto arrabbiato e spaventato si era sentito, così come gli altri, ma c'era molto di più dietro a quella rabbia che, inizialmente, Kirishima non ebbe saputo spiegare. Non era stata solo un senso di fastidiosa impotenza ma la sola idea di poter perdere Bakugou era stata insostenibile, quasi come un dolore fisico, e quella notte le parole di Midoriya gli erano entrate in testa e da quel momento in poi non ne erano più uscite. Non che non se ne fosse reso conto prima, ma sentirlo dire da qualcun altro era stato totalmente diverso. Sentirlo dire da Midoriya, che conosceva Bakugou fin dall'infanzia, gli aveva dato da pensare e quando aveva sentito il calore della sua mano sulla propria ne ebbe la certezza.

Difficile dire quando Kirishima e Bakugou fossero diventati amici, ma Kirishima avrebbe potuto descrivere nel dettaglio il momento preciso in cui si era innamorato di Bakugou.

Kirishima teneva lo sguardo fisso sul soffitto della propria camera senza prestare reale interesse in esso. Sdraiato sul letto, non riusciva ad addormentarsi a causa dei pensieri che gli occupavano la mente, preoccupato.

Bakugou non era ancora rientrato. Non che Kirishima lo stesse tenendo sott'occhio, ma era inevitabile notarlo quando le loro camere erano così vicine tra loro. Inoltre tutti sapevano che Bakugou andava a dormire presto, rendendo tutto ciò ancora più strano.

Un rumore di passi appena fuori dalla sua stanza, in corridoio, attirarono la sua attenzione. Concentrandosi su di essi, inconsciamente si mise a sedere pronto ad alzarsi dal letto da un momento all'altro.

Il rumore cessò all'improvviso e Kirishima riuscì a scorgere un'ombra fermarsi davanti camera sua. Si morse il labbro inferiore e sentendosi guidare da qualcosa che nemmeno lui seppe spiegare -- forse puro istinto -- si alzò e si diresse verso la porta ma non appena posò la mano sulla maniglia, un leggero picchiettare su di essa lo fece fermare.

Kirishima aggrottò la fronte, confuso. Chiunque fosse al di là di quella porta non stava cercando di bussare con reale intenzione. Era un suono troppo leggero, appena udibile come se stessero cercando di non svegliare il proprietario della stanza e, probabilmente, se non fosse stato così vicino alla porta Kirishima non lo avrebbe nemmeno sentito.

Kirishima aspettò di sentire quel suono ancora una volta prima di aprire la porta, stupendosi nel trovarsi davanti Bakugou che lo guardava, a sua volta sorpreso, con il corpo ricoperto da lividi e contusioni.

Kirishima aprì la bocca ma nessun suono uscì da essa mentre continuava a fissare l'altro che, tornato serio, abbassò il dito con la quale aveva bussato fino a quell'istante facendo ricadere la propria mano lungo il fianco e, senza dire una parola, si girò per incamminarsi verso camera sua.

Bakugou, aspetta!” Lo chiamò Kirishima, portandosi subito dopo una mano a coprirsi la bocca come a rimproverarsi di aver alzato la voce nel cuore della notte.

Bakugou si fermò ma senza girarsi a guardarlo, in attesa.

Kirishima restò in silenzio incerto su cosa dire. Sapeva che se gli avesse chiesto cosa fosse accaduto non gli avrebbe risposto, ma questo non impedì al suo cuore di battere all'impazzata nel suo petto in preda all'ansia e preoccupazione.

Stai bene?” Chiese invece, una domanda più semplice quanto stupida. Sapeva bene che c'era qualcosa che non andava, una semplice rissa non l'avrebbe ridotto in quello stato ma la speranza in una risposta sincera aveva spinto Kirishima a chiederlo nonostante tutto.

Bakugou lo guardò con la coda dell'occhio solo per un'istante prima di distogliere lo sguardo, come indeciso su cosa rispondere, facendo preoccupare ancora di più l'altro sapendo che di solito aveva sempre la risposta pronta.

Kirishima si avvicinò di qualche passo in avanti ma ancora prima che potesse dire qualcosa l'altro lo interruppe, infastidito nel leggere la preoccupazione sul suo viso.

Sta zitto.” Sputò fuori, quasi in un sussurro, avvicinandosi pericolosamente a Kirishima che si irrigidì sul posto. “Perché fai sempre così? Perché ti interessa?”

Kirishima si morse la lingua, ingoiando le parole che stavano per uscire dalla bocca. Normalmente non si sarebbe tirato indietro nel fargli notare che era stato lui a presentarsi alla sua porta a tarda notte, tenendogli testa come al solito, ma in quella situazione decise di lasciar perdere notando quanto la sua voce suonasse rotta, tremolante, come se avesse pianto fino a quell'istante e Kirishima dovette combattere contro ogni muscolo del suo corpo per trattenersi dall'abbracciarlo.

Merda.” Imprecò Bakugou, portandosi una mano sul viso per nascondere gli occhi lucidi dietro di essa.

Kirishima allungò una mano, titubante, afferrandogli delicatamente il polso in completo silenzio. Attese una qualsiasi reazione da parte dell'altro, dandogli l'opportunità di divincolarsi o urlargli contro se quel gesto gli avesse dato fastidio. Bakugou non si oppose e Kirishima lo condusse lentamente in camera sua mentre le lacrime ricominciarono a rigare il viso dell'altro, probabilmente troppo esausto per ribattere.

Nello stesso instante in cui Kirishima chiuse la porta dietro di loro, Bakugou era già seduto sul letto. Kirishima decise di non accendere la luce lasciando che la stanza venisse illuminata solo dalla luna, ipotizzando che l'altro si sentisse più a suo agio nascosto nel buio.

Lo raggiunse, sedendosi accanto a lui, cercando di scrutare nell'oscurità della stanza il suo sguardo perso nel vuoto. Kirishima gli prese di nuovo la mano, cercando di avvicinarsi più a lui, ma questa volta Bakugou reagì. Il tocco lo riportò alla realtà e, sbattendo ripetutamente le palpebre in preda alla confusione, si guardò intorno come se non sapesse come fosse arrivato lì. Quando il suo sguardo finì sulle loro mani, Bakugou ritrasse la sua velocemente come scottato facendo sussultare Kirishima per l'improvviso gesto.

Kirishima arrossì, colpevole, sotto lo sguardo di Bakugou illuminato dalla luna grato che il suo viso fosse poco visibile in quel momento.

Non devi dirmi quello che è successo, se non vuoi.” Disse guardandosi la mano, non lasciando all'altro il tempo di commentare su ciò che era appena successo. “Solo, lasciami --” Kirishima non terminò la frase, allungando nuovamente la mano verso quella di Bakugou. Questa volta Bakugou glielo permise rimanendo immobile, incuriosito, aggrottando la fronte in confusione quando Kirishima la portò più vicina a sé. La portò al petto, vicino al cuore, e nel preciso istante in cui il battito di Kirishima riecheggiò sul palmo di Bakugou, egli si alzò di scatto dal letto guardandolo dall'alto. Alzando lo sguardo, Kirishima poté giurare di aver visto le guance di Bakugou colorarsi di rosso.

Che cazzo pensi di fare?” Urlò Bakugou, incurante del fatto che qualcuno potesse sentirlo.

Kirishima spalancò gli occhi all'improvviso cambio di tono, arrossendo a sua volta non appena intuì che l'altro aveva frainteso le sue intenzioni.

No, no, aspetta!” Cercò di spiegare Kirishima scattando in piedi, alzando le mani tenendole sempre in vista come a voler rassicurare Bakugou. “Non è come pensi, è solo una tecnica.”

Cosa?” Chiese inarcando un sopracciglio, chiaramente insoddisfatto dalla risposta dell'altro.

Una tecnica.” Ripeté Kirishima. “Come il contare fino a dieci per calmarti. Devi solo concentrarti sul battito cardiaco di qualcun altro.”

Questo è – Non ne ho bisogno.”

Oh, lo so.” Rispose senza neanche pensarci due volte e Bakugou si ammutolì.

Cioè so che puoi gestirlo anche da solo, volevo solo... aiutarti a farlo più velocemente.”

Bakugou chiuse le mani a pugno, ancora ferme lungo i fianchi, nonostante sembrasse più calmo rispetto a prima le lacrime non cessavano di cadere mentre fissava un punto indefinito della stanza, come se stesse cominciando a considerare l'idea.

Perché sei qui, Bakugou?”

Quella domanda sorprese entrambi facendo saltare un battito a Kirishima quando riconobbe la sua stessa voce. Si morse il labbro inferiore nervosamente. Non era sua intenzione chiederlo ma quelle parole uscirono dalla sua bocca prima ancora che potesse bloccarle.

Tch.” Bakugou schioccò la lingua, probabilmente infastidito, sentendo che rispondere a quella domanda lo avrebbe esposto troppo.

Kirishima lo guardò distogliere lo sguardo mentre si portava una mano dietro al collo.

Che cazzo ne so.” Sussurrò Bakugou e per quanto cercasse di nasconderlo dietro ad una smorfia, non sembrava arrabbiato anzi sembrava imbarazzato.

Kirishima fece qualche passo in avanti verso di lui. “Forse, vuoi provare di nuovo?”

Bakugou tornò a guardarlo prima di sospirare ed allungare una mano verso Kirishima, fermandosi a pochi centimetri dal suo petto. Kirishima si ritrovò incapace di distogliere lo sguardo, non si mosse, non cercò di azzerare le distanze tra sé e la mano di Bakugou. Voleva che lo facesse con i suoi tempi, senza nessuna fretta che potesse metterlo a disaggio, in uno di quei rari momenti in cui riusciva a leggere l'incertezza nei suoi occhi.

Quando Bakugou distese il braccio completamente, toccandolo con il palmo della mano, lo fece con una tale irruenza che Kirishima dovette fare forza sulle gambe per non indietreggiare, preso alla sprovvista. Tristemente, Kirishima si chiese se Bakugou avesse mai toccato qualcuno senza avere l'intenzione di colpirlo.

Non funzionerà se fai così.” Disse Kirishima schiettamente e ancora prima che l'altro potesse ribattere, gli sorrise. “Prova a chiudere gli occhi.”

Bakugou fece scivolare lo sguardo sulla propria mano ancora ferma sul petto di Kirishima prima di chiudere gli occhi, ancora dubbioso, cercando di rilassare i muscoli tesi.

Kirishima non riuscì ad evitare che il suo sorriso si allargasse sulle proprie labbra quando un'altra smorfia prese forma sul viso dell'altro mentre si rendeva conto che effettivamente non stesse funzionando.

Bakugou sbuffò contrariato, distaccando la mano solo per un'istante prima di appoggiarla di nuovo questa volta con più delicatezza.

Kirishima rimase sorpreso dal gesto, osservando come più i secondi passavano più l'espressione di Bakugou cambiava e i lineamenti del suo viso si rilassavano. Kirishima si perse nell'osservarli, in ogni singolo dettaglio, come le sue sopracciglia iniziarono a distendersi e le sue labbra unirsi in una linea sottile, con ancora gli occhi chiusi.

Kirishima non era certo di averlo mai visto con un'espressione così serena sul volto. Aveva sempre pensato che Bakugou fosse bello, ma non si era mai reso conto quanto lui fosse carino.

Bakugou riaprì gli occhi e Kirishima sentì il proprio cuore fremere chiedendosi, scioccamente, se fosse riuscito a sentire i suoi pensieri.

Bakugou sospirò, buttando fuori rumorosamente l'aria dal naso, finalmente senza più nessuna traccia di bagnato sulle sue guance. Chiuse la mano in un pugno stringendo tra le dita la maglietta dell'altro, e Kirishima si morse il labbro in attesa.

Bakugou fece un passo in avanti e quello bastò a fargli mancare il fiato. Durò un solo istante ma non riuscì a trattenersi nel far scivolare lo sguardo sulle labbra di Bakugou pregando che l'altro non si accorgesse di quanto il suo cuore avesse iniziato a battere forte nel suo petto sotto la sua mano, ma quella sensazione fu nulla in confronto a quando Bakugou si chinò verso di lui per appoggiare la sua fronte sulla spalla di Kirishima senza forze.

Kirishima spalancò gli occhi sorpreso, sentendo il proprio cuore stringersi mentre si chiedeva che espressione l'altro avesse in quell'istante. D'istinto alzò una mano per passarla tra i capelli di Bakugou, – sorprendentemente morbidi – , nel tentativo di trasmettergli un qualche tipo di conforto, grato nel vedere l'altro lasciarsi cullare dal gesto. Kirishima appoggiò la guancia sulla tempia di Bakugou chiudendo gli occhi a sua volta. Entrambi rimasero in silenzio per quello che a Kirishima sembrarono ore, tanto che credette che Bakugou si fosse addormentato in quella posizione.

Nessuno dei due parlò di cosa accadde quella notte, il giorno dopo o quello dopo ancora.

Kirishima non cercò di riaprire l'argomento se non era un desiderio condiviso anche dall'altro e Bakugou non gli confessò cosa lo avesse ferito così tanto né la settimana seguente né i giorni successivi ad essa.

Di tanto in tanto Kirishima sorprendeva Bakugou a fissarlo. Non era una cosa nuova ma sentiva in quello sguardo qualcosa di diverso, come se stesse cercando di comunicargli qualcosa e più Kirishima cercava di capirla più essa gli sfuggiva lasciando che Bakugou distogliesse lo sguardo quando i loro occhi restavano incatenati troppo a lungo.




Kirishima dondolava il piede nervosamente, seduto sul proprio letto, seguendo un ritmo immaginario facendolo oscillare a destra e a sinistra mentre cercava di concentrarsi sul libro aperto che teneva in mano. Tenendo la testa china su di esso erano ormai passati svariati minuti da quando aveva iniziato a leggere sempre la stessa formula chimica, non riuscendo a memorizzarla, eppure Kirishima non riusciva a togliersi quel sorriso stampato sulle labbra immaginando già il rimprovero di Bakugou che sarebbe arrivato da lì a poco.

Kirishima alzò la testa per indirizzare lo sguardo verso l'orologio attaccato alla parete ma ancor prima di poter vedere che ore fossero, la porta della sua camera si aprì. Non gli servì rivolgere lo sguardo verso di essa per sapere che si trattava di Bakugou e il suo sorriso si allargò spontaneamente.

Avresti dovuto bussare.” Lo stuzzicò Kirishima senza alzare lo sguardo dal libro.

Sta zitto, lo sai che sono io.”

Lo so, ma allora non ti arrabbiare se dovessi fare lo stesso.”

E questo cosa vorrebbe dire? Prima di tutto sei stato tu a dirmi di venire ad aiutarti, e secondo la mia porta è sempre chiusa.”

Bro, quando ammetterai che adori quando ti vengo a disturbare?”

Urgh, come no.”

Kirishima rise. Adorava quei momenti tra di loro, uno dei privilegi che gli era concesso, lo scambiarsi di battute senza che Bakugou gli urlasse contro o minacciasse di ucciderlo. A Bakugou piaceva che Kirishima non avesse paura di contraddirlo o ribattere e Kirishima trovava Bakugou davvero divertente. Qualche volta capitava che Bakugou perdesse la pazienza ma non era mai nulla di serio, nulla che la stanza di un dormitorio o il suo quirk non potessero reggere. In quei momenti, Kirishima, non riusciva a dire se Bakugou fosse davvero infastidito ma riusciva a leggere dell'affetto anche in essi.

Quando tra le risate raccontava ai loro compagni di classe uno scherzo di Bakugou o qualcosa che lo avesse fatto ridere, gli altri lo guardavano come se avesse perso la ragione. Inizialmente Kirishima non riusciva a capire il perché di quegli sguardi, era triste pensare che non lo ritenessero in grado di una cosa simile, ma poi si chiese se questo stesse bene a Bakugou, se fosse solo l'ennesimo muro che aveva innalzato per dividere sé dagli altri. Oh, ma Kirishima lo sapeva bene. Kirishima sapeva che suono avesse la risata di Bakugou.

Non l'avrei fatto comunque.” Disse Kirishima alzando la testa per guardarlo.

Lo so che non lo faresti, idiota.” Sbuffò Bakugou incontrando lo sguardo dell'altro mentre un angolo della sua bocca si innalzava verso l'alto, in quello che doveva essere l'accenno di un sorriso.

Il resto del pomeriggio passò tranquillo. Entrambi seduti a gambe incrociate sul pavimento della camera, chini sui libri, in un silenzio ogni tanto interrotto da Kirishima che chiedeva a Bakugou di spiegargli qualcosa che non aveva capito o da Bakugou che poneva fine ai tic nervosi di Kirishima afferrandogli con forza il ginocchio impedendogli di strofinarlo ulteriormente contro il suo facendo, inevitabilmente, sussultare l'altro che finiva per scoppiare in una fragorosa risata ricevendo per tutta risposta l'ennesima minaccia di Bakugou di smetterla di aiutarlo con gli studi. Sapeva che non lo intendeva davvero.

Kirishima lo vide raddrizzare la schiena appoggiata al bordo del letto, alla ricerca di una posizione più confortevole. Non era la prima volta che lo faceva, quel pomeriggio. Inizialmente Kirishima non ci aveva fatto caso ma quando l'altro iniziò a ripetere il movimento più e più volte fu impossibile non notarlo. Bakugou sospirò esasperato.

Cosa c'è che non va?”

Niente.” Rispose secco, Bakugou.

Un rumore di tessuto sfregato attirò l'attenzione di Kirishima che abbassò lo sguardo verso le gambe dell'altro notando che Bakugou stava strofinando il palmo di una mano sui propri pantaloni, vicino al ginocchio. Un gesto che ripeteva spesso ultimamente, sopratutto quando credeva che nessuno lo stesse guardando.

Kirishima non era un acuto osservatore come Midoriya, ma in quei mesi aveva imparato a leggere il linguaggio del corpo di Bakugou quando era troppo testardo per dire qualcosa usando le parole.

Bakugou si stava asciugando il sudore delle mani.

Kirishima aggrottò la fronte. Bakugou si stava agitando.

Kirishima alzò lo sguardo per cercare di studiare l'espressione dell'altro. Essa era piatta, come se non stesse accadendo nulla di diverso dal solito, ma la sua mascella era chiaramente rigida mentre continuava ad aprire e chiudere il palmo della mano quando non era intento ad asciugarla sui pantaloni. Kirishima chiuse il libro il più lentamente possibile, cercando di non fare rumore, posandolo accanto a sé per poi girarsi completamente verso di lui.

Bakugou.” Lo chiamò ma l'altro non rispose. “Sei lì?”

La mano di Bakugou si fermò, ancora sui suoi pantaloni. Aprì la bocca, come a voler rispondere ma tutto ciò che ne uscì fu uno scarso tentativo di prendere aria mentre la presa dell'altra mano sul libro si allentò fino a farlo cadere sul pavimento con un rumoroso tonfo.

Kirishima spalancò gli occhi mordendosi la lingua per evitare che un gridolio gli sfuggisse tra le labbra. Nonostante Bakugou tenesse ancora la testa china, Kirishima cercò di restare il più calmo possibile ricomponendosi mentre si avvicinava cautamente all'altro. D'istinto, Kirishima allungò una mano per poi fermarla non appena si rese conto di cosa stesse facendo. Doveva chiedere ma prima ancora che potesse formulare quelle parole, Bakugou mormorò tra gli ansimi qualcosa che Kirishima non riuscì a capire.

C -- Cosa?”

Non toccarmi!” Urlò Bakugou, andando completamente in iperventilazione.

Non lo farò.” Si affrettò a dire Kirishima, nella speranza che ciò potesse donargli sollievo.

Ti va di contare insieme a me?” Chiese aspettandosi un altro urlo da parte di Bakugou, ma l'altro continuò a tenere le labbra chiuse respirando rumorosamente e a fatica dal naso mentre si portava le ginocchia al petto.

Io – ” Bakugou non riuscì a terminare la frase. Annuì.

Uno.”

Una smorfia di dolore prese forma sul viso di Bakugou, con il petto che si alzava e abbassava in un ritmo sconnesso cercò di prendere un respiro profondo. “U – Uno.”

Due.”

Due.”

Stai andando bene.” Lo incoraggiò Kirishima. “Inspira.”

Tre. Quattro.”

Espira.”

Cinque. Sei.”

I due continuarono a contare, insieme, finché il respiro di Bakugou cominciò a regolarizzarsi e Kirishima poté tirare un sospiro di sollievo nonostante l'altro fosse ancora visibilmente rigido.

Riesci ad alzarti? Vuoi fare due passi?” Chiese, cercando di trovare un modo di farlo stancare e far scaricare l'eccessiva adrenalina in corpo.

Cazzo, no.” Rispose Bakugou con il respiro ancora un po' affannoso. “Non voglio che gli altri mi vedano così.”

Gli altri, ovviamente. Kirishima avrebbe dovuto immaginarlo.

Restò in silenzio ancora qualche istante in attesa che Bakugou riprendesse fiato.

Una parte di Kirishima avrebbe tanto voluto chiedergli cosa lo avesse scatenato per cercare un modo di aiutarlo, ma sapeva che quello non era il momento adatto. Ripensando a tutto ciò che aveva dovuto affrontare Bakugou, Kirishima poteva solo cercare di immaginare come l'altro potesse sentirsi. Bakugou non era mai stato quel tipo di persona che riusciva ad aprirsi e parlare di ciò che lo preoccupasse o delle sue emozioni. Per quanto loro fossero più vicini adesso, Kirishima sapeva che c'erano ancora molte cose che non gli diceva. Ricordava ancora l'espressione ferita e delusa che aveva avuto sul volto Bakugou quando gli aveva raccontato della sua lotta contro Midoriya, mentre stava ancora scontando la sua punizione, nonostante fosse chiaro che avesse omesso alcune parti. A Kirishima andava bene, desiderava solo che l'altro capisse che non c'era alcun bisogno di fingere con lui, che non doveva tenersi tutto dentro per forza, sperava che avesse almeno qualcuno con cui poter parlare liberamente.

Allora che ne dici del balcone? C'è una bella aria oggi e non credo ci sia qualcuno a quest'ora che possa vederci.”

Bakugou lo guardò, per la prima volta da quando il panico aveva preso il sopravvento su di lui ma non rispose. Cercò di alzarsi e Kirishima lo imitò, pronto nel caso avesse avuto bisogno. Una volta in piedi Bakugou fece una smorfia quando sentì le proprie ginocchia tremare e, senza aspettare Kirishima, si diresse a piccoli passi verso la porta del balcone lasciando che l'altro lo seguisse dietro di lui.

L'aria fredda li colpì in pieno viso e Kirishima guardò l'altro chiudere gli occhi prendendo un respiro profondo mentre si appoggiava alla ringhiera. Sembrava stesse meglio.

Kirishima gli sorrise quando vide l'altro riaprire gli occhi per poi sedersi a terra.

Bakugou?”

È solo che – Queste cazzo di ginocchia non smettono di tremare. Ho ancora le vertigini.”

Kirishima si sedette accanto a lui, lasciando che il rumore del vento li cullasse.

Tu.” Iniziò Bakugou attirando l'attenzione dell'altro. “Come fai a sapere tutte queste cose?”

Oh.” Quella domanda lo sorprese. “Soffrivo di attacchi di panico alle medie, bhé, non proprio ma qualcosa del genere.”

Mmh.” Mormorò in assenso Bakugou ma non aggiunse nient'altro.

So quanto possa essere spaventoso sentire il proprio corpo congelarsi. Sentire di non averne più il controllo.”

Io non – ” Cercò di ribattere Bakugou ma a Kirishima non serviva che completasse la frase, sapeva già cosa stesse per dire. Voleva convincerlo che non aveva provato paura, eppure qualcosa sembrò fargli cambiare idea. “Già, come ti pare.”

È stata mia madre ad insegnarmi quanto potesse calmare il battito cardiaco altrui.” Continuò Kirishima, ipotizzando che si riferisse anche a quella notte trascorsa insieme. “Ma spesso restavo solo a casa e così andavo nel panico.”

L'ultima frase sembrò colpire Bakugou che si girò verso Kirishima. Vi era dello stupore nei suoi occhi ma come incerto su cosa dire, lasciò che quel momento passò distogliendo lo sguardo.

Kirishima vide gli occhi di Bakugou spostarsi in basso verso la sua maglietta. Lo guardò incuriosito cercando di capire cosa avesse visto di così tanto interessante ma quando l'altro chiuse la mano in un pugno, capì. Istintivamente, spostò le braccia per dare all'altro più libero accesso ma quello che Kirishima non si aspettava era di ritrovarsi mezzo busto di Bakugou addosso invece del suo palmo.

Kirishima sentì il proprio viso andare in fiamme, certo che il battito del suo cuore fosse ora irregolare dovuto a così tanta vicinanza. Con l'orecchio di Bakugou sul proprio petto era impossibile che l'altro non lo avesse notato ma Bakugou non disse nulla e, chiudendo nuovamente gli occhi, si concentrò su di esso.

La posizione non era delle migliori, era scomoda e il pavimento del balcone faceva male ai muscoli eppure nessuno dei due osò muoversi o spostarsi in un posizione più confortevole come se l'annullare quel contatto, anche solo per un'istante, potesse in qualche modo rovinarlo.

Un brivido percorse la schiena di Kirishima quando sentì il pollice di Bakugou disegnare cerchi immaginari sul suo bicipite e per risposta, Kirishima, iniziò ad accarezzargli la schiena dolcemente.

Vorrei che la mia mano potesse raggiungerti ancora una volta.” Sussurrò Kirishima, quasi distrattamente, perso nel movimento ormai meccanico delle loro mani. Nemmeno lui seppe il perché lo avesse detto, ma non riuscì a trattenersi sperando che l'altro riuscisse a capirne il significato.

Sono qui.”

Già. Sei qui.”




Il rumore del coltello che sbatteva ripetutamente sul tagliere riecheggiò per la cucina del dormitorio. Da lì, Bakugou riusciva a sentire gli schiamazzi provenire dalla sala comune cercando di ignorarli il più possibile. Gli piaceva cucinare, era una delle poche cose che riusciva a farlo rilassare davvero. Non gli piaceva avere gente intorno quando lo faceva ma era difficile rimanere davvero soli in un dormitorio pieno di studenti.

Bakugou alzò lo sguardo dal tagliere non appena riconobbe alcune risate, rivolgendolo verso il divano che riusciva a scorgere dalla cucina.

Ashido, Sero, Kaminari e Kirishima sghignazzavano seduti tutti e quattro sullo stesso divano. Stretti, continuavano a stuzzicarsi a vicenda. Bakugou fece una smorfia alla vista. Sembrava che quei ragazzi non avessero idea di cosa fosse lo spazio personale. Gli piaceva il suo e rare volte permetteva a qualcuno di avvicinarsi così tanto a lui. Sapeva che Kirishima era una eccezione a questa sua regola, anche se non sapeva ancora bene il perché. Non sapeva perché la sua presenza lo calmasse o perché quando gli appoggiava il braccio sulla spalla non gli desse fastidio ma esattamente l'opposto. Non sapeva perché non appena entrava in una stanza era la prima persona che cercava con lo sguardo o come riuscisse sempre a convincerlo ad andare in posti in cui di solito evitava andare. Non sapeva come fosse riuscito a convincerlo a passare pomeriggi insieme a quei quattro matti iniziando a far parte pian piano della sua quotidianità, tanto da definirlo un loro amico, tanto da autoproclamarsi una squadra. Bakusquad. Ridicolo.

Bakugou era consapevole che loro fossero coloro che più riusciva a sopportare in classe, ma che fossero amici o meno non aveva alcuna importanza. Non aveva tempo per queste cose.

Un urlo di Kaminari lo riportò alla realtà, guardandolo alzarsi dal divano per posizionarsi davanti ad esso fingendosi offeso scaturendo una fragorosa risata da parte di Kirishima.

Doveva ammettere anche, però, che non erano nemmeno così male e Bakugou dovette mordersi l'interno della guancia per evitare di sorridere.

Senza più Kaminari accanto a Kirishima, Bakugou notò che indossava una maglietta a maniche corte e non riuscì ad evitare che il suo sguardo finisse sugli avambracci ricoperti da cicatrici. Esse erano il risultato della sua ultima missione con il suo tirocinio, sorprendendosi nel vedere che aveva smesso di nasconderle. Per quanto Kirishima cercasse di non darlo a vedere agli altri, era chiaro che qualcosa lo turbasse da quando fece ritorno. Fin da quando si era risvegliato in ospedale aveva cercato di smorzare l'atmosfera con il suo umorismo ma Bakugou lo aveva sorpreso più volte abbassare lo sguardo e perdersi nei suoi pensieri mentre si fissava le braccia, durante gli allenamenti o persino durante le loro sessioni di studio.

Probabilmente, Kirishima era consapevole che la maggior parte di quelle cicatrice sarebbero andate via eventualmente col tempo ma conoscendolo, Bakugou, sapeva che erano quelle che sarebbero rimaste che lo spaventavano, quelle che tormentavano la sua mente durante la notte facendogli perdere il sonno e rendendolo un po' più assente durante il giorno.

Bakugou non sapeva i dettagli sulla missione, solo ciò che avevano raccontato al resto degli studenti, ma riusciva a immaginare come si sentiva. Sapeva cosa volesse dire avere quella fastidiosa sensazione di aver fallito, di non aver fatto abbastanza con il senso di colpa che di divora lo stomaco. Bakugou sapeva bene anche cosa volesse dire anche sviare il problema cercando di ignorarlo.

Kirishima si girò verso la cucina con ancora il sorriso sulle labbra e i loro sguardi si incrociarono. Bakugou distolse velocemente lo sguardo, rivolgendolo di nuovo al tagliere, sapendo che l'altro lo avrebbe preso comunque come un invito ad avvicinarsi e non dovette aspettare molto prima di averne la conferma sentendo rumore di passi.

Ehi, Bakugou!” Lo salutò allegramente Kirishima. “Ti stiamo aspettando!”

Sto cucinando.” Ribatté Bakugou, infastidito dal spiegare l'ovvio.

Lo vedo questo, ma la Bakusquad non può iniziare senza il Baku.”

Cosa?” Chiese, alzando di nuovo la testa a guardarlo. “E credevo di avervi detto di smetterla di chiamarvi così.”

Oh, andiamo.” Il sorriso di Kirishima si allargò. “Lo so che lo adori.”

Io, davvero, no.”

Impossibile, c'è letteralmente il tuo nome in esso!”

Non mi interessa nemmeno di chi sia stata l'idea.” Bakugou lo guardò con sospetto. “Ma immagino che sia stata tua, con i tuoi nomignoli.”

Ha! Divertente che sia proprio tu a dirlo, bro! Tu che dai sopranomi a tutti.”

Bakugou alzò gli occhi al cielo ma non rispose continuando a cucinare, spostandosi tra le padelle, sotto lo sguardo di Kirishima adesso in silenzio con la testa tra le mani e i gomiti appoggiati al bancone della cucina. A Bakugou non dispiaceva la sua presenza.

Almeno me lo farai assaggiare quando sarà pronto?”

No.”

Eh? Perché no?” Piagnucolò Kirishima, lasciando andare malamente le braccia sul bancone.

Hai finito i compiti?” Chiese Bakugou con tono accusatorio come se sapesse già la risposta.

Non sviare l'argomento!” Ribatté Kirishima ma con ancora il sorriso sulle labbra. “Credevo dovessimo studiare insieme, non ero a lezione oggi!”

E per questo motivo che quelle comparse ti hanno dato i loro appunti. Io devo solo spiegarti ciò che non capisci non tenerti per mano mentre ci provi.”

Hai ragione, hai ragione.” Disse Kirishima alzando le mani in segno di resa. “Li farò prima di andare a letto, lo prometto.”

Fai come ti pare, non resterò sveglio ad aspettarti.”

Lo so.” Rise Kirishima e Bakugou si fermò ad ascoltarlo.

Gli piaceva la sua risata, farlo ridere e sentirla riecheggiare per tutta la stanza. Rumorosa, nel corso di quei mesi divenne uno dei suoi suoni preferiti. Vedere come il suo ampio sorriso si trasformava mostrando i suoi denti acuti e i zigomi si pronunciavano mentre socchiudeva quei suoi grandi occhi. Era carino. Lui era carino.

Bakugou si schiarì la gola, sorpreso dai suoi stessi pensieri, mentre tornò un silenzio confortevole a tenere loro compagnia. Kirishima era una persona molto loquace, a cui piaceva scherzare e tirare su di morale gli altri ma allo stesso tempo sapeva anche quando stare zitto, che non era sempre necessario riempire il silenzio con delle parole e Bakugou apprezzava questo suo lato.

Quando Bakugou tornò a guardarlo, vide che Kirishima teneva lo sguardo basso notando che gli stesse fissando le mani accompagnando con gli occhi ogni loro movimento. Istintivamente, Bakugou fece lo stesso rivolgendo il proprio sguardo verso le mani di Kirishima.

Le mani di Kirishima erano così diverse dalle sue. Erano più grandi, ma le dita di Bakugou erano più lunghe. Non avevano calli o bruciature come quelle di Bakugou a causa del suo quirk. Esse erano sorprendentemente curate a differenza di ciò che si poteva pensare e, inevitabilmente, la mente di Bakugou lo riportò agli eventi di Kamino. La sensazione della sua mano sulla propria e il sorriso di Kirishima quando di riflesso strinse la presa, erano ancora un ricordo vivido nella mente di Bakugou. Ricordava ancora quanto sollevato si era sentito nel vederlo, nonostante non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, a quanto si fosse sentito grato che fosse lui.

Non puoi averlo perché lo renderò extra piccante.” Ruppe il silenzio in un sussurrò Bakugou.

Posso reggerlo.”

Bakugou gli mostrò un ghigno quando vide lo sguardo determinato di Kirishima mentre sentiva gli altri avvicinarsi.

Che sta succedendo qui?” Chiese Ashido toccando la spalla a Kirishima.

Se ci riesco ti unirai a noi!” Continuò Kirishima, già eccitato all'idea.

È una sfida, Kirishima?”

Uuh, non ha usato nessun sopranome.” Commentò Kaminari.

È una cosa seria allora.” Aggiunse Sero.

Puoi scommetterci che lo è! Fai del tuo peggio, Bakugou!”

Come previsto da Bakugou, Kirishima non riuscì a reggere il suo piatto ma dopo cena rimase comunque stando nella sala comune insieme a loro in silenzio per la maggior parte del tempo partecipando alla conversazione di tanto in tanto. Era rimasto solo per evitare che continuassero a tormentarlo, o così almeno era ciò che si era detto Bakugou.

Forse Bakugou sapeva perché aveva permesso tutto ciò, era solo restio ad ammetterlo.




Nel preciso istante in cui Bakugou aprì gli occhi sapeva che c'era qualcosa che non andava.

Sbuffando si portò il palmo della mano sul viso strofinandosi gli occhi ancora assonnato, contrariato per l'essersi svegliato ancora nel bel mezzo della notte. Mettendosi a sedere sul proprio letto, si guardò intorno alla ricerca di ciò che potesse averlo svegliato.

Bakugou aveva il sonno pesante. Andando a letto presto aveva ben presto imparato ad ignorare il chiacchierio di sottofondo che i suoi vicini di stanza emettevano e, a meno che qualcosa lo preoccupasse, non aveva difficoltà a prendere sonno eppure quella notte qualcosa era riuscito a disturbarlo.

Bakugou rimase in silenzio in attesa.

E poi lo sentì.

Tum.

Bakugou aggrottò la fronte.

Tum.

Che cazzo è?” Sussurrò a se stesso ma quando sentì quel rumore rimbombare attraverso la parete nel silenzio della notte ancora una volta, capì che esso proveniva dalla stanza accanto.

Infastidito, Bakugou si alzò di scatto scalciando via malamente la coperta e aprendo con forza la porta della propria camera.

Oi!” Urlò Bakugou bussando forte alla porta di Kirishima, irritandosi ancora di più quando l'altro lo ignorò. “Se non aprì, lo giuro, butto giù la porta!”

Le minacce di Bakugou si arrestarono quando sentì quel suono di nuovo ma, questa volta, il rumore era più forte accompagnato da un pianto.

Kirishima?” Lo chiamò abbassando il tono di voce sentendo il proprio cuore perdere un battito.

D'istinto spostò la mano sulla maniglia nel tentativo di aprirla. Chiusa, ovviamente e dopo ciò che era successo non poteva biasimarlo.

Bakugou imprecò sentendo la propria mano tremare. Doveva calmarsi. In nessun modo c'era la possibilità che fossero riusciti ad irrompere nel dormitorio. Kirishima era solo in camera. Doveva essere solo.

Tum.

Fanculo.” Cacciò fuori Bakugou, comandando alle sue gambe di sforzarsi di muoversi per tornare in fretta in camera sua e correre verso la porta del balcone.

Una volta fuori Bakugou si affacciò verso il balcone accanto, guardando prima in basso e poi di nuovo verso la ringhiera del balcone. Preso dall'enfasi si accorse solo in quell'istante che il rumore era cessato e questo fece preoccupare ancora di più Bakugou.

Senza perdere altro tempo appoggiò il piede sulla ringhiera mentre spostò la mano dietro di sé attivando il suo quirk, iniziando a dare vita a delle piccole esplosioni. Saltando, si diede slancio con un'esplosione fino ad atterrare nel balcone vicino al suo.

Bakugou portò subito l'altra mano verso la porta del balcone pregando che l'avesse dimenticata aperta. Fortunatamente, lo era e non appena fu dentro la camera Bakugou spostò lo sguardo verso ogni angolo di essa, esaminandola, alla ricerca di qualsiasi traccia ma niente sembrava fuori posto. Facendo qualche passo in avanti, inciampò sulle coperte sparse sul pavimento rischiando di cadere ed automaticamente il suo sguardo si spostò verso il letto.

Kirishima era steso sul letto con l'affanno e gli spasmi, continuando a muoversi senza sosta. Con gli occhi chiusi e i capelli liberi dal gel appiccicati alla fronte dal sudore, digrignava i denti in una espressione di dolore.

Tum.

Sentì ancora Bakugou e in quell'istante si rese conto che quel rumore era provocato da Kirishima che sbatteva ripetutamente contro il muro in preda ad un incubo.

Oi.” Provò a chiamarlo, avvicinandosi al letto notando che l'altro strizzò gli occhi al suono di una voce ma non li aprì.

Svegliati.” Disse Bakugou chinandosi verso di lui.

Ngh.” Mormorò Kirishima scuotendo la testa.

Bakugou si sedette sul letto stando attento ad evitare di essere colpito ma quando Kirishima sbatté contro il muro per l'ennesima volta quella notte, si accorse che Kirishima non aveva il quirk attivo in nessuna parte del suo corpo.

Smettila, Kirishima.” Alzò la voce nel tentativo di svegliarlo.

No!” Rispose l'altro nel sonno.

Stupido, finirai per farti male sul serio.” Lo avvertì afferrandogli i polsi per evitare che continuasse a dimenarsi.

No – Fa male.” Si lamentò Kirishima mentre le lacrime iniziarono a rigargli il volto.

Kirishima.” Lo chiamò Bakugou ancora una volta avvicinandosi al suo viso.

Mi dispiace.” Continuò Kirishima mentre Bakugou gli asciugava le lacrime con una mano.

Kirishima.”

Mi dispiace – Fat Gum.”

Ehi.” Disse dolcemente Bakugou scostandogli i capelli dal viso ed accarezzandogli la cicatrice con il pollice cercando di farlo rilassare anche nel suo incubo. “Svegliati, va tutto bene, sei nel dormitorio.”

Kirishima singhiozzò tra il pianto ma questo riuscì a calmare i suoi spasmi.

Ssh.” Continuò a parlargli Bakugou, spostando le sue mani su quelle di Kirishima. “Stai andando bene.” Lo incoraggiò nella speranza che l'altro potesse svegliarsi se fosse riuscito ad abbattere qualunque cosa lui stesse affrontando nel suo sogno.

Eijirou.” Lo chiamò quasi in un sussurro stringendo la presa sulle mani. “Tu sei forte.”

Kirishima strizzò nuovamente gli occhi e questa volta li aprì, sbattendo ripetutamente le palpebre in confusione.

Bakugou?”

Non appena si sentì chiamare, Bakugou, lasciò andare la presa sulle mani raddrizzando la schiena per allontanarsi dal viso dell'altro.

Cos – ”

Hai avuto un incubo.” Rispose alla domanda Bakugou senza dargli il tempo di finirla, senza mai distogliere lo sguardo da Kirishima mentre si metteva a sedere leggendo la preoccupazione sul suo volto.

Mi dispiace.”

Bakugou aggrottò la fronte. “Perché ti stai scusando?”

Io – ” Kirishima si guardò le mani imbarazzato. “Ti ho svegliato, non è vero?”

Tch.” Schioccò la lingua Bakugou distogliendo lo sguardo verso il pavimento. “Non importa.”

Ma la tua routine – ”

Oi, stai cercando di farmi incazzare?” Sbroccò Bakugou chinandosi in avanti ma quando tornò a guardarlo i suoi occhi si posarono sulle guance ancora umide di Kirishima. “Cazzo, io – So quello che ho detto.”

Non volevo farti preoccupare.” Disse Kirishima accennando un sorriso.

Non ero preoccupato.” Mentì Bakugou e Kirishima rise. “Cos'hai da ridere?”

Niente, è solo che questa conversazione è in qualche modo familiare.”

Bakugou sbuffò ma non aggiunse nient'altro. Si morse la lingua. Per la prima volta sentiva che il silenzio tra loro non era confortevole affatto e lo odiava. Sapeva che avrebbe dovuto dire qualcosa ma Bakugou non sapeva cosa. Se Kirishima avesse avuto un altro episodio di bassa autostima sarebbe stato facile sbattergli in faccia quanto si sbagliasse, fargli vedere quello che lui non riusciva a vedere ma con gli incubi era tutta un'altra storia. Trovare parole di conforto per Bakugou in questa occasione non era facile perché anche lui aveva passato notti insonni a causa di essi e sapeva benissimo come la mente riuscisse a giocare con le proprie paure.

Va tutto bene adesso.” Ruppe il silenzio Kirishima. “Non è la prima volta che succede, sto bene adesso.” Cercò di rassicurarlo e Bakugou sentì il proprio cuore precipitare giù verso il suo stomaco.

Merda.” Sussurrò tra i denti, passandosi una mano tra i capelli per poi afferrargli il polso con essa portandola bruscamente al proprio petto.

Bakugou?” Kirishima chiese confuso.

Sta zitto.”

Kirishima si morse il labbro inferiore ma ubbidì. Prendendo un respiro profondo chiuse gli occhi quando Bakugou gli lasciò andare il polso, allargando la mano come alla ricerca di più contatto e Bakugou lo vide sorridere con ancora gli occhi chiusi.

Quando Kirishima riaprì gli occhi la sua espressione era più serena, chiaramente più rilassato.

Grazie.” Disse senza spostare la mano. “Mi sento meglio.” E questa volta Bakugou sapeva che era sincero.

Fai sempre lo stesso sogno?”

Oh, bhé, di solito sì ma a volte sono solo un miscuglio di cose.” Spiegò Kirishima allontanando la mano e Bakugou sentì già la mancanza del suo tocco su di sé. “A volte sono con Fat Gum, a volte sono solo e a volte è... Kamino.”

Già.” Sussurrò Bakugou cercando una posizione più confortevole. “Anche io.”

Cosa?”

Bakugou prese un respiro profondo cercando di combattere il suo istinto che gli urlava di tacere, di non mostrare alcuna debolezza, nessuna vulnerabilità, ma più guardava Kirishima più si rendeva conto che non vi era alcuna debolezza nell'avere incubi. Non pensava meno di Kirishima adesso che sapeva che ne soffriva anche lui e Bakugou si sforzò di concedersi una pausa dal suo giudizio severo verso se stesso.

Andava bene dirlo ad alta voce, andava bene se era Kirishima.

Anche io, dopo Kamino, e anche prima.”

Kirishima rimase in silenzio incoraggiando l'altro a continuare.

A volte riguardano All Might quella notte e a volte a ciò che sarebbe successo se fossero riusciti a convincermi.”

Kirishima spalancò gli occhi sorpreso ma ancora prima che potesse dire qualcosa, Bakugou riprese a parlare. “Io voglio essere un eroe e lo so che stupido pensarci, non l'avrei mai fatto. Spesso i miei sogni sono solo dei flash e non ricordi ma varianti che mi fanno mancare il fiato. So cosa pensa la gente di me, non del mio quirk, me e va bene non mi importa.”

Bakugou.” Lo chiamò Kirishima guardandolo dritto negli occhi. “Tu diventerai un eroe fantastico. È ok sentirsi feriti dalle parole della gente ma tu non sei ciò che loro descrivono. Loro non ti conoscono e lo sai questo.”

Kirishima distolse lo sguardo arrossendo prima di continuare. “Io ti ammiro molto, lo sai già questo. Sei incredibile quando combatti e ti trovo molto virile ma non è solo quello.” Kirishima fece una pausa come alla ricerca delle parole giuste e Bakugou trattenne il fiato.

Hai una grande determinazione che ti rende un ragazzo molto passionale e non esiti quando devi proteggere qualcuno. Certo, sai essere una testa calda quando vuoi ma sei una brava persona Bakugou. Mi piace passare del tempo con te, sei sincero e gentile con i tuoi amici anche se non vuoi ammetterlo.”

Bakugou lo guardò sorpreso. Non era la prima volta che dei complimenti, ma quelle di Kirishima gli erano sempre sembrati diversi, lo avevano sempre fatto sentire in modo diverso. I suoi sembravano sinceri, senza doppi fini, erano riferiti alla sua persona e non al suo quirk e per la prima volta non seppe come reagire davanti a delle adulazioni.

Io non sono gentile!” Negò Bakugou arrossendo.

Eccolo qui.” Kirishima rise. “Lo sei, ci sproni sempre quando dubitiamo di noi stessi e lo stai facendo anche adesso con me. Tu davvero diventerai un fantastico pro hero!” Aggiunse con tono gentile.

Lo so questo, volevo solo farti capire che avere paura non ti rende meno eroe.”

Eh?”

Pensi davvero che un eroe non provi paura?”

Io – Non lo so, un eroe deve essere sempre pronto.”

Huh! Stronzate!” Rise Bakugou. “Nessuno è pronto per quello che c'è la fuori, l'unica differenza è che gli eroi ci vanno comunque.”

Sei davvero coraggioso, Bakugou.”

Allora non capisci.” Disse frustrato Bakugou sotto lo sguardo confuso dell'altro. “Tu sei quello coraggioso qui, Kirishima!” Alzò la voce, come se il volume del suo tono potesse aiutare a far capire all'altro.

Tu credi che io sia coraggioso?” Chiese Kirishima sorpreso.

Certo che lo penso, perché lo sei. C'è differenza tra l'essere coraggiosi e l'essere – ” Bakugou prese un respiro profondo. “Ascolta, so che tu non lo pensi ma sei fottutamente coraggioso. Durante il tuo primo giorno di pattuglia sei stato coraggioso, sei stato coraggioso quando hai salvato Fat Gum, sei stato coraggioso quando hai salvato me. Mi hai salvato, Kirishima, più di una volta o lo hai già dimenticato?”

... Bakugou.” Sussurrò Kirishima con gli occhi lucidi.

Lo hai fatto anche se eri spaventato, e questo è fottutamente virile secondo me.” Disse Bakugou mostrandogli un ghigno.

Non appena quelle parole lasciarono le labbra di Bakugou, Kirishima non seppe più trattenersi e le lacrime iniziarono a rigargli il volto in un pianto liberatorio.

Bakugou allungò una mano verso il suo viso, asciugandogli ancora una volta le lacrime. “Lo sai che non sopporto vederti triste.”

Kirishima sussultò e Bakugou sentì il calore sotto le sue dita quando le guance di Kirishima si colorarono di rosso. Durò solo un attimo ma non appena Bakugou finì di asciugare le lacrime di Kirishima con le dita, sfiorandolo appena, ritrasse la mano.

Bakugou non riuscì a distogliere lo sguardo mentre Kirishima si portava una ciocca dei capelli dietro l'orecchio nervosamente, continuando a torturarsi il labbro inferiore con i suoi denti aguzzi rivolgendo lo sguardo ovunque tranne che su di lui.

Cazzo, era bellissimo.

Kirishima fermò lo sguardo sulla mano di Bakugou ancora sul letto ma quando cercò di raggiungerla, l'altro la allontanò dalla presa maledicendosi quando vide Kirishima agitarsi.

Scusami!” Si affrettò a dire. “Io credevo – Io non – ”

Cazzo, no.” Lo interruppe Bakugou. “È solo che, le mie mani sono sudate.” Spiegò imbarazzato, sentendosi stupido nel dire una cosa del genere ad alta voce.

Oh, va bene, non mi importa.” Disse semplicemente Kirishima, sorridendogli come se fosse una cosa ovvia ma per Bakugou non lo era.

A me sì.” Ribatté Bakugou. “Hai dimenticato che sudo nitroglicerina?”

Continua a non importare per me.” Fece spallucce Kirishima.

Bakugou aprì e chiuse la bocca non sapendo cosa dire lasciando che Kirishima gli mostrasse un sorriso a trentadue denti.

Gentile.” Sussurrò Kirishima.

Ti ho sentito.”

Non stavo cercando di non farmi sentire.” Rise. “Ma continui a confermarlo.”

Di che cavolo stai parlando?” Chiese Bakugou mentre d'istinto si asciugò la mano sui propri pantaloni del pigiama.

Di questo.” Spiegò Kirishima indicando il gesto con la mano. “Lo fai sempre quando ti innervosisci perché non vuoi realmente che qualcuno si faccia male.”

Non è così!” Mentì Bakugou. “Qual è il punto di sudare se non sto combattendo? È solo fastidioso, appiccicoso e di cattivo odore.”

Non ti preoccupare, Bakugou, hai sempre un buon odore per me.”

Bakugou sentì il proprio viso andare in fiamme. “Vuoi forse morire?” Urlò ma Kirishima scoppiò in una fragorosa risata per niente affetto dalle minacce dell'altro.

Grazie, Bakugou.” Disse Kirishima asciugandosi gli ultimi residui di lacrime.

Tch.” Scioccò la lingua Bakugou. “Scemo.”

Tu sei scemo!” Rispose tra le risate Kirishima sapendo che l'altro non se la sarebbe presa.

Bakugou gli sorrise e solo in quell'istante si accorse di quanto in realtà fossero vicini. Fece scivolare lo sguardo sulle labbra di Kirishima e inconsciamente si asciugò di nuovo le mani. Kirishima lo notò e gli sorrise mentre gli porgeva la mano.

Non mi farai del male.” Disse sicuro. “Mi fido di te.”

Bakugou la afferrò ma non si fermò solo a quello, chinandosi completamente finché le loro labbra si toccarono. Il bacio era casto, inesperto ma dolce. Le labbra di Kirishima erano morbide e umide dalle lacrime e Bakugou poté giurare di sentire i segni con la quale le stava torturando fino a pochi istanti fa. Bakugou decise che gli piaceva il suo sapore.

Durò solo pochi secondi ma Bakugou decise che ne era valsa la pena alla vista di Kirishima che gli sorrideva felice.

Posso – ?” Chiese Kirishima incerto. “Posso abbracciarti adesso?”

Immagino di sì.” Bakugou disse arrossendo. Non era esattamente quello che si aspettava.

Kirishima gli sorrise, grato, avvolgendolo con le proprie braccia mentre Bakugou non sapeva cosa fare con le proprie irrigidendosi in esso.

Era da Kamino che volevo farlo.” Confessò Kirishima e Bakugou spalancò gli occhi sorpreso.

Alzò le braccia stringendo forte la maglia di Kirishima, sentendo l'altro stringere la presa a sua volta. Restarono fermi a lungo in quell'abbraccio, beandosi l'uno del calore dell'altro con il naso di Bakugou tra i capelli di Kirishima godendosi il buono odore del suo shampoo. Quando Kirishima sciolse l'abbraccio, durato troppo poco per i gusti di Bakugou, posò le proprie labbra sulle sue.

Lo so che volevi che lo facessi.” Lo stuzzicò Kirishima con un ghigno.

Ok, adesso sei morto sul serio.”

Rimani?” Chiese speranzoso Kirishima, ignorandolo.

Bakugou sospirò, non sarebbe mai riuscito a dire di no davanti a quei occhi, non che gli dispiacesse comunque.














NdA: Ho finito la mia prima Kiribaku, sono così felice!
Il caldo e lo stress mi hanno rubato l'energia e questa storia mi ha preso più tempo del previsto ma spero che ne sia valsa la pena.
Mi sono completamente innamorata di questa coppia ed è diventata la mia ossessione.
Dato che è la mia prima storia su di loro sto ancora cercando di capire come scriverli e spero che il mio Bakugou sia venuto fuori almeno in modo decente.
Non vedo l'ora di scrivere ancora su di loro!
Grazie di aver letto la mia storia ed essere arrivati fin qui, fatemi sapere cosa ne pensate!

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