Storie originali > Giallo
Segui la storia  |       
Autore: HHall93    23/08/2020    0 recensioni
Fu durante un'estate della sua adolescenza che la vita di Aria cambiò.
Amore e amicizia uniti a segreti e misteri la condurranno verso qualcosa che mai si sarebbe aspettata.
Genere: Commedia, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Non ero mai stata ad Hastings, però mi erano sempre piaciute le città sul mare. Si trova nella contea dell'East Sussex, sullo Stretto di Dover, sul Canale della Manica. La fermata dell'autobus e la spiaggia distano solo 10 minuti e noi li percorremmo praticamente correndo.
I ragazzi fecero ancora più confusione di quanta ne ebbero fatta sull'autobus tant'è che tutta la gente nei dintorni si voltava verso di noi con aria di rimprovero ma a nessuno di loro sembrava interessare. Evidentemente erano abituati così.
Per quanto mi riguarda stavo sempre vicino a Marina, un po' perchè avevo paura di perdermi in quella città sconosciuta, un po' perché in quel momento era l'unica che parlava con me. Mi domandò varie cose sulla mia vita e sembrava realmente interessata.
-Marina io non ho il costume però...- mi ricordai in quel momento.
-Non ti preoccupare, anche io e Payson non andiamo in acqua. Vedi quel locale? Noi di solito andiamo a prendere qualcosa lì. Ti va?- mi indicò un bar molto carino proprio davanti al mare, circondato da una staccionata in legno.
-Si certo-
Stavamo per entrare quando J.C. ci raggiunse e afferrò per il polso Marina: -Dove andate? Non venite con noi?-
-No, noi entriamo qui. Per adesso non ho voglia di venire in acqua-
-Dai vieni- J.C. si voltò per tornare indietro dando per scontato che Marina sarebbe andata con lui.
-Ho detto di no, smettila!- scrollò il braccio dalla sua presa.
J.C. mise su una faccia da omicida ma poi, tirato per la maglia da Christian, si allontanò con gli altri, che già stavano correndo sulla spiaggia spogliandosi.
-Ti giuro che quando fa così non lo sopporto- affermò Payson aprendo la porta del bar.
-Oh, anche io. Deve capire che non faccio sempre quello che vuole lui-
-Infatti. Ci sediamo lì?- Payson indicò il tavolino con la vista sul mare.
Attraverso la vetrata avremmo potuto guardare i ragazzi da lontano. Io e Marina ordinammo un drink alcolico, mentre Payson un analcolico.
Sapevo per esperienza di reggere veramente poco l'alcool quindi cercavo sempre di andarci piano, ma un drink non mi avrebbe di certo fatto girare la testa! L'unica cosa che mi stava facendo girare la testa in quel momento era James a torso nudo in mezzo alle onde.
Improvvisamente cominciai a desiderare di essere lì, con lui, in mezzo all'acqua..
-Ohi che fai? Non lo assaggi?- per un attimo pensai che Payson si riferisse al fatto che stessi mangiando James con gli occhi ma poi mi resi conto di avere il mio drink sotto al naso. Dio, non me ne ero nemmeno accorta.
-Sì sì certo. Non ricordo più come si chiama- cambiai in fretta argomento.
-Blue Angel- mi informò Marina con un sorriso. Come faceva quella ragazza ad essere sempre così allegra?
Io non ci sarei riuscita neanche con una plastica facciale: avevo mille paranoie, ero ansiosa, estremamente permalosa e talvolta perfino egoista.
Questo implicava che solamente con le persone giuste riuscivo ad essere davvero me stessa. Mio padre e le mie amiche erano al primo posto. Mio padre fin da bambina mi aveva insegnato che una delle cose più importanti nella vita è sorridere; avevo trascorso periodi in cui non mi era risultato facile farlo ma con il tempo avevo scoperto di essere forte, o meglio, più forte di quello che credevo.
-Vedo che Taïsse non si smentisce mai- venni distratta dai miei pensieri da Marina, la quale stava guardando fuori dal vetro in direzione del loro gruppo.
-Zoccola come sempre- asserì Payson finendo il suo drink.
Ero un po' stranita da questo breve dialogo: ero convinta fossero un gruppo ben unito, uno di quelli in cui si condivide tutto e non si hanno segreti.
Uno di quelli fighi, insomma. Taïsse mi era sembrata una ragazza a posto a primo impatto; forse le aveva dato fastidio che aveva preferito andare con i ragazzi. Pensandoci bene, l'avevo vista poche volte con loro.
-Non vi sta molto simpatica?- azzardai a chiedere.
Sì beh ero anche piuttosto curiosa, lo ammetto.
Non accettavo che qualcosa non mi fosse chiaro. Dovevo sempre avere la situazione chiara.
-No ma valà- mi rispose Marina.
Io annuii. Evidentemente non voleva dirmi la verità.
Accorgendosi di essere stata troppo evasiva aggiunse ridendo: -No sai è solo che a volte fa un po' la zoccola appunto, tutto qui-
-Ah- feci una risatina poco convinta.
Mi voltai verso la spiaggia e vidi Nathan su uno scoglio che parlava piuttosto animatamente con Christian, Thomas prendeva il sole sdraiato su un asciugamano in riva al mare e J.C. non riuscivo a trovarlo.
Sollevai un po' di più la testa oltre la staccionata di legno che contornava il bar e vidi in lontananza James che spingeva sott'acqua Taïsse e poi la ritirava su ridendo. Cosa!? Che zoccola. Un sentimento di odio per quella ragazza, inevitabilmente, iniziò a farsi spazio in me. Naturalmente avevo preso in considerazione l'eventualità che James potesse essere fidanzato, ma non ci avevo mai dato troppo peso in quanto non l'avevo mai visto scherzare con una ragazza in particolare.
Ma in quella giornata, in cui era a pochi metri da me, in cui mi aveva rivolto la parola, mi ero autoconvinta di avere una possibilità.
Una possibilità che era già andata in fumo. Mi sembrava prematuro e troppo ambiguo chiedere informazioni a Marina, così decisi di limitarmi a odiare Taïsse in silenzio. Le due ragazze mi spiegarono che tra non molto avremmo preso un altro autobus che ci avrebbe portati allo stadio, ma ormai la mia mente era troppo distratta per ascoltarle realmente, così annui solamente.
-Dai raccontaci qualcosa di te!- beh Marina non si faceva i miei stessi problemi riguardo alla curiosità.
-Eh.. oddio non so che dire- mi passai una mano tra i capelli, tipico mio gesto quando sono nervosa.
-Hai detto che stavi andando al concerto e che le tue amiche erano già là- incalzò lei.
-Si, hanno dormito in un motel e poi..-
-Come si chiamano le tue amiche?- all'improvviso sembrava essere diventata impaziente, ma continuava a mantenere il suo solito sorriso.
-Quella bionda si chiama Noelle e quella mora è Clover, frequentano alcuni dei miei corsi-
-Non so se lo sai ma il padre di Noelle è il nuovo fidanzato della madre di Chris- mi disse.
-Sì lo so- certo che lo sapevo, Noelle era la mia migliore amica.
Non capivo dove volesse andare a parare.
-Ecco.. sai per caso qualcosa su Chris? Nel senso qualcosa in generale che Noelle ha sentito.. per esempio da sua madre? Perchè vedi.. è un po' strano ultimamente quindi io e Pay ci siamo un po' preoccupate per lui.. se sai qualcosa puoi dircelo- rigirava la cannuccia con il dito visibilmente nervosa.
Pensai a quello che mi aveva chiesto ma non mi venne in mente nessuna informazione utile.
-No, mi dispiace ma Noelle non lo conosce quindi se anche ha sentito qualcosa non me l'ha detto e comunque non credo perchè dice che non parlano praticamente mai del figlio-
-Ah ok a posto tranquilla. Speriamo non sia niente di importante -
Payson annuì. Notai in quel momento che era diventata bordeaux. Santo cielo aveva preso anche un analcolico! A mio parere Christian non sembrava triste ma non potevo certo saperlo meglio di loro.
-Com'è nato il vostro gruppo?- questa domanda mi uscì dalla bocca ancora prima di deciderlo.
Avevo sempre voluto saperlo. Tutti avevano sempre voluto saperlo.
-Eeeh storia lunga! Te la dirò un'altra volta. Ora usciamo che muoio di caldo- e subito Marina si alzò dal tavolo.
Ci rimasi piuttosto male ma cercai di non prendermela. Andammo alla cassa per pagare il conto poi uscimmo; Marina quasi inciampò sul gradino perché era tutta concentrata a leggere un messaggio; un messaggio alquanto bello visto il sorriso ancor più radioso del solito che le spuntò, poi alzò lo sguardo e scosse la testa vedendo Christian buttarsi dallo scoglio e finire in acqua con un gran tonfo.
-Oh mio dio ma è una cosa normale? Cioè lo fa spesso?- chiesi spaventata.
-No, ma tranquilla: è Chris. Se non fa una cazzata ogni tanto sta male. Comunque ragazze vado a cercare J.C., ci vediamo dopo- ed ecco trovato il mittente del messaggio. Io e Payson raggiungemmo Thomas in riva.
La spiaggia era interamente ricoperta di piccoli sassi che massaggiavano i piedi. Era una sensazione davvero stupenda sentire il vento caldo che mi scompigliava i capelli unito al panorama del mare calmo e azzurro davanti a me. Chris stava risalendo in quel momento sulla riva.
-Sei proprio un coglione. Se la prossima volta sbatti la testa su uno scoglio non ti vengo neanche a prendere- disse Thomas appoggiandosi sui gomiti e togliendosi gli occhiali da sole.
-Dai brivido alla tua vita Tommy- rispose lui spostando Thomas dall'asciugamano per potersi asciugare.
Nathan ci raggiunse: -Vi va se chiamo James e Tai e facciamo una partita a pallavolo?-
Decidemmo fosse una buona idea quindi ci dirigemmo verso il campo da beach volley proprio accanto al bar, nonostante le proteste di James per uscire dall'acqua. Mi sentivo più a mio agio se c'era anche Marina ma cercai di non darlo a vedere.
-Sai giocare?- mi chiese Christian.
-Sì- non era vero. O meglio, era vero in parte. Avevo praticato pallavolo da piccola ma a scuola nelle ore di ginnastica avevo potuto osservare come la mia bravura si fosse letteralmente vanificata.
-Perfetto allora stai in squadra con me- continuò lui prendendo la palla.
-Te ti voglio contro- James puntò il dito verso Taïsse. Lei gli fece la linguaccia ed entrò nel mio campo.
Il mio odio per lei cresceva di minuto in minuto: non mi aveva nemmeno dato la possibilità di essere con lui in squadra. Si posizionò subito a fondo campo pronta per fare la battuta d'inizio. La fissai. Per quanto io possa detestare una persona mi sono sempre imposta di essere comunque gentile. Nel mio pessimismo a volte mi piaceva cercare il buono nelle persone. E’ un controsenso lo so. Volevo trovare qualcosa per cui poter dire: ma sì dai alla fine non è poi così male. Taïsse in fondo non mi aveva fatto nulla di personale, quindi dovevo provarci anche con lei.
Alla fine la mia squadra era composta da me, Taïsse, Thomas e Chris. Quest'ultimo giocava malissimo: non ne prendeva nemmeno una per sbaglio e continuava a incolpare gli avversari di fare "tiri schifosi". Per fortuna gli altri erano abbastanza bravi. Taïsse si vedeva che sapeva giocare; mi parve proprio di essermi imbattuta in quel genere di ragazza che sa fare di tutto. Non so perchè pensai questo dato che ancora non la conoscevo bene, ma la mia sensazione si rivelò per lo più giusta. I suoi occhi erano estremamente chiari e inoltre portava un costume rosso che si intonava con i suoi capelli, i quali erano raccolti in uno chignon dove le uscivano delle ciocche; tutto questo, unito alla luce del sole che le rifletteva addosso, la rendeva veramente bella.
Io in quel momento ero alle prese con le pallonate che mi arrivavano; alcune delle quali riuscivo a colpire ma nonostante fossimo in numero maggiore mi sembrava che stessimo perdendo di qualche punto.
-Ma a quanto siamo?- urlò James dopo circa venti minuti. Nessuno lo sapeva.
-Tommy dovevi tenere i punti!-
-Io? Perchè io?-
James sbuffò: -Sentite non ho più voglia di giocare quindi chi fa questo punto vince-
Quando Payson schiacciò la palla mi stava per arrivare dritta in faccia, così feci uno strano ed improvvisato gesto con le mani e incredibilmente questa toccò terra dall'altra parte, sfiorando la rete.
Taïsse mi abbracciò di slancio: -Brava! Brava! Brava!-
Cavolo, aveva ancora il costume bagnato. Ma le sorrisi fingendo non mi avesse dato fastidio. Thomas e Chris mi diedero il cinque. Quando si dice la fortuna del (quasi) principiante. D'altronde James era rimasto fermo, Nathan stava guardando l'orologio e Payson era ancora a fondo campo.
-Cazzo state lì impalati! Siamo stati in vantaggio per tutto il tempo, bella idea James!- cominciò a sbraitare lei, non nascondendo una risata.
-Stai calma che è solo un gioco- ribattè lui serio.
-Seh va beh- Payson fu distratta dalla vista di una Marina furibonda che si stava avvicinando al campo per poi prenderla per un braccio e trascinarla con se.
Stava piangendo. Sembrava proprio disperata e non rispondeva ai continui: -Cosa c'è? Cosa è successo?- della sua amica. Tutti noi le seguimmo sulla riva.
I ragazzi stavano sbuffando, come fossero stanchi e abituati a tutto ciò.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Giallo / Vai alla pagina dell'autore: HHall93