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Autore: Arcadia007    23/08/2020    1 recensioni
Killian Jones, tenente della Marina Reale di Misthaven, scopre di possedere la magia, di cui ha diffidato per tutta la vita. Così si reca dall'unica persona che potrebbe aiutarlo a controllare la sua magia, la strega che protegge quelle terre: il Cigno.
Mentre Killian impara a controllare i suoi poteri, ha sempre più domande. Da dove viene la sua magia? Chi è il Cigno? Perché sembra conoscerlo da tutta la vita e sa cose di lui che non ha mai detto a nessuno?
Killian si ritroverà coinvolto in una lotta tra luce e oscurità che dura da secoli e alla fine niente sarà più lo stesso.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Killian sapeva che stava sognando. Lo sapeva, ma questo non lo rendeva mano terrificante. Non era sempre lo stesso sogno, ma erano tutti molto simili tra loro. Immagini frammentate, grida indistinte e oscurità erano gli elementi che caratterizzavano tutti i suoi sogni. Killian sognava un campo di battaglia. I soldati combattevano tra loro in maniera disordinata, senza nulla dell'ordine che in genere caratterizzava i duelli. L'odore di sangue e fumo gli riempiva le narici e tutto ció che riusciva a sentire erano le grida dei soldati e dei morenti e...
"KILLIAN, SVEGLIATI!"
Si svegliò gridando, facendosi prendere momentaneamente dal panico quando sentì due mani sulle sue spalle, prima di riconoscere la voce del Cigno.
"Calmati, va tutto bene." disse lei, in tono rassicurante.
Killian fece dei respiri profondi, cercando di calmare il battito del cuore. Era solo un sogno, ricordò Killian a sé stesso.
Il Cigno accese una candela posata sul comodino, che prima non era stata lì, avrebbe giurato Killian.
"Questi tuoi incubi... con che frequenza si verificano?" chiese lei. Killian non chiese come sapesse che non era stato un caso isolato. Sapeva che comunque non avrebbe avuto risposte.
"Circa tre volte a settimana."
"Cosa sogni? Terribili battaglie, massacri, interi villaggi che bruciano, scene di tortura orribili e cose del genere?"
"Sì." disse Killian, sempre più sorpreso e sempre più confuso.
Il Cigno annuì e sospirò, con l'aria di chi si preparava a fare una confessione.
"Killian, questi incubi... potrebbero non essere soltanto sogni."
"Che intendi?"
"Intendo che... circa mille anni fa, lottai contro l'oscurità. L'ultima volta che qualcuno ha fatto questi sogni... l'oscurità ha trovato un nuovo paladino. E questi sogni che stai facendo... l'oscurità presto troverà qualcun altro da usare come tramite per insinuarsi in questo mondo."
"Questo cosa significa? Ci sarà una guerra?"
"Spero di no."
Restarono in silenzio per un po', finché un'altra domanda si affacciò alla mente di Killian.
"Perché proprio io ho questi incubi?"
Il Cigno rimase in silenzio per un po' e Killian ormai credeva che non avrebbe risposto quando parlò di nuovo.
"In genere chi ha questi incubi avrà un ruolo importante in ció che succederà. Nel bene o nel male."
Killian rimase in silenzio, riflettendo su tutto ció che aveva appena saputo. Il pensiero che ci fosse una guerra, per lui che aveva vissuto una vita di pace, era già abbastanza orribile, ma il pensiero di avere un ruolo rilevante in essa, di avere una tale responsabilità era quasi troppo da sopportare. Se era così che il Cigno si era sentita per mille anni, non la invidiava minimamente.
"Cerca di dormire un po'." gli disse infine lei. Si alzò dal letto, dove era ancora seduta, e si diresse verso la porta.
"Buonanotte, Killian."
"Buonanotte."
~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~

Killian continuava a girarsi e rigirarsi nel letto. Non era riuscito a riprendere sonno da quando aveva avuto quell'incubo. Rinunciando all'idea di riaddormentarsi, si alzò e uscì dalla stanza. Di giorno il palazzo non era cupo, anzi, era molto bello, ma di notte sembrava infestato. O magari si stava facendo influenzare dal suo subconscio. Tuttavia nessun fantasma e nessun mostro uscito dall'ombra avrebbe potuto inquietarlo più della canzone che sentì cantare dalla voce del Cigno.

Quando cala l'oscurità,
il sole scompare
e il cielo è buio e senza stelle,
abbi coraggio, abbi speranza

Quando il cammino è buio
e sei perso,
sarò lì a tenerti la mano
e riportarti sul sentiero

Ogni volta che cala la notte,
il sole sorgerà,
non perdere la speranza, figlio mio,
non perdere la speranza


"Come... come conosci quella canzone?"
Killian non si era nemmeno reso conto di essersi mosso verso la direzione della voce e ora stava osservando il Cigno, seduta su uno sgabello mentre costruiva un acchiappasogni, di cui la stanza era già piena. Era chiaramente sorpresa della sua presenza lì, quindi doveva essere stata molto impegnata nel suo lavoro per non sentirlo arrivare.
"Credevo stessi cercando di dormire."
"Come conosci quella canzone?"
Doveva saperlo. Come conosceva la ninna nanna di sua madre?
"Intendi come conosco la ninna nanna che tua madre cantava a te e a tuo fratello?"
Killian rimase a bocca aperta. Lui non lo aveva detto. Il Cigno dovette prendere il suo silenzio come una risposta affermativa, perché andò avanti come se nulla fosse.
"La risposta in realtà è più semplice di  quanto potresti pensare. O più complicata, dipende da come la vedi. Ero io a cantarle quella ninna nanna."
Questo sbalordì Killian. Non se lo sarebbe mai aspettato.
"Tu conoscevi mia madre?"
"Non solo la conoscevo, ma l'ho anche cresciuta. Era praticamente mia figlia adottiva."
"Se era praticamente tua figlia, perché  non sei mai venuta a trovarci? Perché non ti ho mai vista? Perché non hai fatto niente mentre era sul letto di morte?"
Killian sentì montare la rabbia all'ultima affermazione, una rabbia così intensa da fargli vedere rosso, che raramente aveva provato nella sua vita.
"Non è vero che non ho fatto niente. L'avevo già curata una volta da quel... male. Non poteva esserne curata di nuovo."
Killian aprì la bocca per parlare, ancora più arrabbiato per la sua imperturbabilità, ma lei lo interruppe.
"E prima che tu dica qualunque altra cosa, sì, ho provato a curarla."
Killian restò in silenzio. Si rendeva conto di essere stato precipitoso nel giudicare e di essere saltato alle conclusioni e gli dispiaceva, ma la morte di sua madre era una ferita mai del tutto guarita.
"Quanto alle altre domande..." continuò il Cigno "continuavo a vedere Alice, ma non venivo mai a casa vostra. Dubito che ci avresti fatto caso, se al mercato avessi visto tua madre parlare con una donna di cui non riuscivi a vedere il volto perché aveva il capo coperto. Quindi teoricamente mi hai vista."
Killian ridacchiò. Doveva darle ragione. Però dopo un po' tornò pensieroso.
"C'è qualcos'altro che non so?"
Il Cigno sospirò. Per un momento, Killian potè vedere oltre la sua maschera di forza e imperturbabilità, e vedere la tristezza e il dolore al di dietro.
"In realtà ci sono molte cose che non sai. La mia storia e quella della tua famiglia sono strettamente intrecciate tra loro. Ma visto che sembri determinato a saperne di più, ti propongo un patto. Ogni volta che imparerai un nuovo incantesimo, ti mostrerò un ricordo. Ci stai?"
Killian sorrise.
"Ci sto."

 
   
 
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