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Autore: LorasWeasley    23/08/2020    2 recensioni
AU [FrUK]
"Quanto è sottile la differenza tra l’essere amici o qualcosa in più?
Era ovvio a tutti che si sarebbero messi insieme, ma come farglielo capire?"
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Festival autunnale

Arthur stava mangiando i suoi cereali inzuppati nel latte, lo sguardo fisso su quelle forme indefinite che galleggiavano mentre cercava di svegliarsi del tutto.
Uno sbadiglio annunciò la presenza di Francis, che dopo qualche secondo entrò nella stanza mormorando un buongiorno in francese.
Arthur alzò lo sguardo per rispondere con un cenno del capo, doveva ancora carburare per mettere due parole in fila e dargli il buongiorno a sua volta.
Francis si preparò la colazione e si sedette davanti il suo coinquilino accendendo la tv come sottofondo.
Quando l’inglese finì di mangiare controllò il suo telefono per vedere le novità della giornata e notò che nel gruppo con i suoi amici stavano parlando del festival autunnale che si sarebbe svolto quella notte.
-Oh, è stasera che inizia il festival- commentò ad alta voce.
Francis portò lo sguardo su di lui e annuì, ingoiò quello che stava mangiando e aggiunse –Andiamo insieme?
Arthur alzò le spalle –Ne stavano parlando i miei amici, ma possiamo andare tutti insieme, perché verranno anche i tuoi di amici, no?
-Yup, tanto alla fine si conoscono tutti quanti.
-Vero- Arthur rise –Basta che c’è Feliciano, che è amico di chiunque, e tutti sembrano andare d’accordo.
Francis si alzò sparecchiando la tavola anche per il coinquilino –Allora ci vediamo oggi pomeriggio, io ora vado in università.
Arthur gli sorrise –D’accordo, a dopo.
 
Andarono a piedi, la loro casa in affitto era abbastanza vicina al centro ed essendo il primo giorno di evento sarebbe comunque stato difficile trovare parcheggio.
Quando arrivarono al punto di incontro stabilito con gli altri stavano solo gli amici di Arthur: Alfred, Kiku e Yao.
Si salutarono, poi Francis chiese –Ci siete solo voi?
Fu Yao a rispondere –Era arrivato anche Gilbert, ha detto che suo fratello e Antonio erano andati a prendere i due italiani, ma sai che sono sempre in ritardo.
Francis si guardò intorno, ma non trovò l’amico –E adesso dov’è?
-Oh si, quando ha visto che Matthew non era venuto ha deciso di andarlo a prendere.
Arthur alzò un sopracciglio divertito fissando Alfred –E tu non gli hai detto nulla?
-Lo stavo facendo, poi Kiku mi ha distratto con una notizia sul web del nuovo film della Marvel e quando ho rialzato lo sguardo era già andato via.
Soffocarono tutti una risata, soprattutto quando con naturalezza Kiku alzò le spalle e rispose –è stato più semplice del previsto.
Dovettero aspettare altri 20 minuti all’incirca prima che tutti si fossero riuniti, poi iniziarono a girare per gli stand, ognuno attirati da ciò che più preferivano.
Feliciano, Romano e Yao si fermavano a ogni stand con il cibo, e avrebbero pure comprato a ogni bancarella se non fosse stato per Ludwig che, come se parlasse a dei bambini, spiegava che non potevano mangiare tutto quello in una sola sera.
-Tu ci sottovaluti- era la risposta pronta di Romano, l’unico che cercava di combattere contro il tedesco, ma abbandonava l’idea quando veniva raggiunto da Antonio che lo calmava a modo suo.
Gilbert e Alfred iniziarono delle gare in diversi stand di giochi per vedere chi sarebbe arrivato primo, c’era il tiro a bersaglio, la pesca dei pesci rossi, il lancio degli anelli.
Erano così divertenti mentre si insultavano e cercavano di sabotarsi a vicenda che Matthew, Kiku e Antonio iniziarono a fare il tifo chi per uno, chi per l’altro.
Anche Francis ed Arthur si unirono a loro, divertiti da come si fosse evoluta quella serata.
La serata ebbe una svolta interessante quando si sfidarono a quel gioco dove si doveva dare un pugno e sul display in alto sarebbe spuntato il risultato.
Gilbert aveva fatto un punteggio leggermente più alto di Alfred e aveva già iniziato la sua danza della vittoria, quando Arthur li interruppe tutti attirando la loro attenzione.
-Aspettate! Qui c’è qualcuno che può battervi tutti quanti.
Francis lo fissò confuso, tutti erano leggermente scettici, Gilbert infine chiese –Tu?
Arthur rise –No- poi afferrò Matthew per un polso e lo mise davanti al gioco.
Il ragazzo aveva gli occhi spalancati, non si aspettava che qualcuno l’avrebbe messo al centro dell’attenzione di punto in bianco, le sue guance erano rossissime.
-Io non credo che…- provò a dire pianissimo, ma Arthur non glielo permise e lo costrinse a giocare.
E così, Matthew li superò senza troppi problemi, shoccando tutti quelli che lo conoscevano.
Rimasero tutti in silenzio per diversi secondi, poi Alfred esplose in un urlo abbracciando di slancio il fratello, continuava a urlare che, essendo gemelli, quella vittoria di Matthew era come se fosse anche una sua vittoria.
Gilbert non rispose alle provocazioni solo perché troppo shoccato da quello che aveva visto.
Si riprese quando Francis si appoggiò alla sua spalla e commentò a bassa voce –Forse dovresti chiudere quella bocca.
Gilbert fece come gli era stato detto, ma aveva ancora gli occhi spalancati mentre si girava verso l’amico e ammetteva –Okay, adesso sono davvero innamorato di lui.
Francis scoppiò a ridere e si allontanò da lui dopo diverse pacche sulle spalle che Gilbert non seppe come interpretare.
Continuarono a vagare per diverso tempo, quando alla fine Feliciano indicò la ruota panoramica e iniziò a saltellare –Ci andiamo? Ci andiamo? Vi pregooooooo.
E non fu difficile per lui convincere Ludwig a fargli compagnia, i posti erano per due persone alla volta.
Anche Romano e Antonio li seguirono e Arthur iniziò a guardarsi intorno per trovare con chi andare essendo molto interessato a fare un giro li sopra.
Adocchiò Alfred che non stava facendo nulla, vicino a Yao e Kiku immersi in una conversazione lui non li stava ascoltando veramente.
Iniziò a chiedere –Oi Alfred, ti andrebbe di venire con me su…
Non finì mai la frase perché Francis gli afferrò una mano e lo trascinò verso la ruota panoramica –No, vienici con me li sopra!
Non che si aspettasse davvero una risposta dall’altro visto che aveva già deciso per entrambi.
Arthur lo fissò confuso, poi fece un piccolo sorriso non visto e lo seguì di sua volontà mantenendo la mano nella sua.
Francis pagò il biglietto per entrambi e salirono sul sedile dopo diversi minuti, gli altri loro amici si trovavano già quasi in alto.
-Arthur- chiese incerto Francis mentre si mettevano ai loro posti e la ruota iniziava a girare, la sua mente stava cercando di ricordare quella volta che si era fulminato il lampadario in soggiorno e Arthur non era riuscito a cambiarlo perché aveva paura di salire sulla scala –Ma tu non avevi paura dell’altezza?
Arthur strinse le mani sulla sbarra in metallo, la sua voce era bassa mentre rispondeva –Volevo farlo… e poi… se sono con qualcuno non è così male.
Francis scrutò il suo volto e non riuscì a trattenere un sorriso notando come fosse concentrato in quello che si era prefissato.
Lo vide sussultare quando notò che il seggiolino dondolava –Ma questo coso si muove!
-Se tu non ti agiti non si muove- rise, poi avvicinò una mano verso di lui -Vieni qui- lo avvicinò a sé passandogli un braccio intorno alle spalle –Rilassati okay? Sono qui.
Lo sentì rilassarsi davvero contro il suo petto, Francis ne fu soddisfatto e scostandogli i capelli dalla fronte in una leggera carezza gli indicò le luci davanti a sé –Guarda, forse riusciamo a vedere casa nostra.
Parlarono e risero per tutto il tempo, Arthur si dimenticò di essere a diversi metri d’altezza e quando toccò di nuovo terra gli sembrò che fosse durato troppo poco.
A mezzanotte decisero di separarsi, era pur sempre un giorno della settimana e ognuno il giorno dopo aveva i suoi impegni.
Francis e Arthur fecero la strada a piedi da soli.
L’inglese aveva le mani in tasca, si stringeva nel suo corpo e mentre parlava, delle nuvolette per il freddo uscivano dalla sua bocca –Comunque grazie per prima, per avermi distratto sulla ruota panoramica.
Francis lo fissò curioso, poi sorrise –è stato divertente.
-Si, vero- lo sguardo di Arthur era rivolto al terreno, un brivido lo percorse –Dovremo rifarlo qualche volta.
 -Mi piacerebbe- mentre parlava si bloccò per togliersi la giacca, Arthur lo fissò confuso fino a quando questa non venne posata sulle sue spalle.
-Cosa…
-Prendila tu visto che stai congelando.
Il volto di Arthur divenne totalmente rosso per l’imbarazzo, annuì per ringraziarlo e si strinse contro il tessuto.
Il resto del tragitto fu silenzioso, ma non uno di quei silenzi pensati e imbarazzanti, era un silenzio tranquillo dove i pensieri di entrambi erano rivolti alla persona che avevano accanto e alla consapevolezza di quanto fosse bella quella compagnia.
  
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