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Autore: BellaLuna    24/08/2020    1 recensioni
[ Skam Italia ] [ Edoardo POV ] [ Incantava ]
Natale 2019. Edoardo ritorna dall'America portandosi dietro un segreto doloroso e una promessa stretta sotto la pioggia battente quando era solo un bambino. Una promessa che ha a che fare con New York e che non può rivelare a Eleonora. Grazie a un bizzarro gioco del destino (altrimenti conosciuto come Filippo Sava), stavolta a tenerlo a distanza dai fantasmi del suo passato ci penserà il neonato gruppo musicale dei "Contrabbandieri di Porri" o di "Luchini", questo particolare non è ancora stato deciso.
[Questa storia partecipa alla Challenge "Things you said" indetta da Juriaka sul Forum di EFP e alla "Seasons Die One After Another Challenge Edition!" indetta da Laila_Dahl sul forum di EFP. Inoltre, il Capitolo Quattro si è classificato Sesto al Contest "A Christmas Novel" indetto da Pampa313 sul forum di EFP.]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edoardo Incanti, Eleonora Sava, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5

§

Vite Interrotte
 (5/12 Things you said when you were crying and that I wasn’t meant to hear)
 
 



La prima volta che Edo si era esibito con la chitarra davanti a un vero pubblico, si trovava a Londra, in Inghilterra, in un pub vecchio stile che Anna aveva ribattezzato tempo addietro Black Tulip, il Tulipano Nero, e che per lo più era frequentato da appassionati di musica Indie.
Aveva quattordici anni e il suo cuore sanguinava ancora per ciò che era successo a Roma e per la perdita di sua madre.
Non era previsto che quella sera lui cantasse, né che salisse a suonare sul palco insieme agli altri membri dello staff, ma Cece aveva avuto un problema, e per toglierla dai guai Edo si era improvvisato un altro, si era messo la giacca di pelle che Anna aveva dimenticato nel suo ufficio, si era dato una scrollatina ai capelli folti e ricci e poi era salito su, sotto lo sguardo apprensivo di Minnie, che era sbucata fuori dalla cucina per capire cosa stava succedendo, quello di Yuri, che alla fine era salito sul palco insieme a lui prendendo il posto libero del batterista, e quello di Teo, che si era tirato una cinquina sulla fronte prima di ritornare dietro la console per tenere a bada luci e suoni vari per l’esibizione.
E così, non avendo la benché minima idea di quello che stava combinando, quella sera Edo era salito sul palco a cantare una canzone a cui mancava ancora l’ultima frase della strofa finale, (né lui né Anna né Cece erano ancora riusciti a finirla!), intitolata Whispers of dreams.
“Quale canti?”, gli aveva chiesto Teo, in maniera tale da rendere l’effetto visivo più incisivo in base al tipo di musica che Edo avrebbe scelto.
“Whispers of dreams.”
“Whispers of... ma, aspetta un secondo, Edo! Non è quella a cui manca l’ultima frase dell’ultima strofa?!”
“Improvviserò.”
“Oddio!”
Quando Cece e Anna erano arrivate, Edo aveva già finito la canzone e aveva le guance accaldate, il cuore a mille e sentiva uno strano formicolio in tutto il corpo, come una scarica di energia pura che dalla chitarra era passata direttamente a lui.
Cece aveva le lacrime agli occhi, e come suo solito gli era saltata addosso, soffocandolo dentro uno dei suoi abbracci stritolatori.
Mentre Anna, per tutto il tempo, era rimasta a fissarlo con le spalle rigide, le labbra strette in una linea sottilissima e gli occhi lucidi di chi si stava sforzando per reprimere un dolore terribile.
Edo le aveva sorriso, non sapendo bene come interpretare il suo strano silenzio, e poi si era tolto la giacca di pelle e gliela aveva restituita.
“Yuri mi ha accompagnato alla batteria!”, fu la prima cosa che gli venne in mente di dirle, mentre lei ancora lo fissava come se non lo riconoscesse più.
Non per la prima volta da quando l’aveva incontrata, Edo si era chiesto: “chi è che vede quando mi guarda?”, e quella notte, nell’oscurità, l’aveva scoperto.
L’adrenalina gli aveva portato via il sonno, così era sgattaiolato fuori dal loro appartamento al sesto piano per raggiungere il tetto dell’edificio e bearsi dell’aria fresca di inizio aprile. Ma era stato fermato a metà strada, nella rampa di scale che dal settimo portava all’ottavo piano del palazzo, dai singhiozzi di una donna che con il viso deformato dalle ombre e dal dolore piangeva sulla spalla di Yuri, entrambi seduti sull’ultimo gradino della scalinata.
“When he smiles...”, stava dicendo la donna in inglese, fra un singhiozzo e un altro, “He looks just like him...”.
Edo non aveva mai avuto il coraggio di chiedere ad Anna nessuna spiegazione, non aveva mai fatto accenno a quella notte, a quella sera, a quella prima esibizione.
Si era chiuso in se stesso, nei suoi tormenti di vite interrotte, ed era ritornato a letto.
 
 


FINE#5
 



N/A: Ciao a tutti! Ritorno con questo nuovo capitolo abbastanza corto, che sembra più un ricordo di Edo buttato lì a caso che non c’entra niente con la trama, - ne sono consapevole-, ma posso dirvi che avrà un senso molto presto, e scoprirete il perché nei prossimi capitoli!
Per chi non macina molto l’inglese, ecco qui la traduzione di ciò che Edo ha sentito dire da Anna mentre piangeva: “Quando sorride, sembra proprio identico a lui.” Purtroppo, non è facile tradurre “He looks just like him” in italiano, quindi sentitivi liberi di farlo come volete.
I Prompt che ho usato per questo capitolo sono il numero 5 (things you said when you were crying) e 12 (things you said that I wasn’t meant to hear).
Come dico sempre, non esitate a lasciarmi una recensione che sia essa positiva o negativa, e a farmi domande in merito alla trama se c’è qualcosa che non vi quadra o su cui avete un dubbio.
Alla prossima, lettori!
BellaLuna
  
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