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Autore: Gatto1967    24/08/2020    2 recensioni
Chi mi conosce, conosce anche la mia passione per i nativi americani, e molte/i di voi hanno letto le mie storie off topic sull'argomento. Da tempo mi ronzava in testa l'idea di scrivere una storia candyana ambientata fra i nativi americani.
Però non era affatto semplice. Sì Candy poteva essere una bambina indiana che per qualche motivo andava a vivere e lavorare presso i soliti Legan che ovviamente si accanivano contro di lei, ma... come faceva a chiamarsi Candy? Come faceva a essere bionda e lentigginosa?
D'accordo, questo è un particolare secondario, ma alla fine ho trovato il modo di far agire Candy fra i nativi senza stravolgere il personaggio.
La storia è ambientata nel 1838, al tempo dell'esodo forzato dei Cherokee dalla Georgia a quello che oggi è lo stato dell'Oklahoma. Un esodo che costò molte vite, e che i Cherokee ricordano ancora oggi come "Il sentiero delle lacrime".
è venuta fuori una storia breve (5 capitoli + epilogo) ma che rivelerà caratteristiche decisamente inattese sul popolo dei Cherokee, almeno per chi non ne conosce la storia.
E Candy e i suoi amici/nemici come si incastrano in questa storia?
Lo scopriremo solo leggendo…
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice White Andrew (Candy), Neal Leagan, Terrence Granchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nonostante la sua evidente buona volontà, il capitano Graham non riuscì del tutto a evitare episodi sgradevoli ai danni dei Cherokee: non poteva certo controllare tutti i suoi uomini contemporaneamente, e la gran parte di quegli uomini erano cresciuti pensando che gli indiani fossero solo un branco di selvaggi e straccioni. Il tenente Legan poi ci sguazzava dentro a quella situazione: non gli sembrava vero di avere a disposizione dei veri “selvaggi” da tiranneggiare a suo piacimento, proprio come una volta faceva con quella smorfiosa bionda che lavorava per la sua famiglia.

 

L’inverno avanzava, e presto cadde la neve che come prevedibile, creò ulteriori intoppi ai Cherokee. Il cibo che avevano a disposizione andava avariandosi, e molti di loro si ammalarono.

Già nelle deportazioni dei mesi precedenti molti Cherokee erano morti, un po’ per il cibo avariato, un po’ per le aggressioni da parte di banditi che approfittavano della situazione, e anche questa ultima ondata migratoria dei Cherokee dalla loro terra ancestrale ai nuovi “territori indiani” oltre il Mississippi, minacciava di mietere altrettante vittime. Il freddo e la neve non erano certo alleati dei Cherokee!

 

Candy stava in disparte a guardare mentre veniva seppellito un bambino morto da poche ore. I suoi occhi erano pieni di lacrime: aveva provato a salvare quel bambino, ad abbassargli la febbre, ma non c’era stato niente da fare.

Qualcuno le arrivò alle spalle.

-Capitano…-

-Mi dispiace tanto per quello che sta accadendo, questa gente non meritava questo trattamento.-

-Lei però contribuisce a tutto questo.-

-Sono un soldato, obbedisco agli ordini.-

-Già… gli ordini…-

-Venga con me signorina, non serve a niente stare qui.-

-Preferisco stare con la mia gente capitano.-

-Posso farle una domanda?-

-Non è detto che le risponda…-

-Quando siamo partiti lei mi ha detto che è cresciuta fra i Cherokee, e solo da poco tempo è tornata a stare con loro.-

-È così capitano.-

-Perché è cresciuta con i Cherokee? E perché li lasciò?-

Candy sembrò rivivere vecchi ricordi e antichi dolori che andavano a sommarsi a quelli presenti.

-Io sono un’orfana capitano. I Cherokee mi trovarono neonata, abbandonata in mezzo agli alberi dentro ad una cesta. Con me avevo solo una bambola e sopra questa bambola c’era scritto “Candy”. Quello fu il mio nome… i Cherokee mi tennero con loro e mi allevarono.

Sono stata felice con loro…-

-E allora perché li lasciò?-

-Fui costretta a farlo. Quando avevo dodici anni alcuni georgiani bianchi mi videro, e ovviamente capirono che non ero una Cherokee. Così segnalarono la cosa alle autorità georgiane a cui non sembrò vero di avere un pretesto per creare problemi ai Cherokee e trovare una scusa per cacciarli via e appropriarsi delle loro terre. Per evitare guai alla mia gente, fui io stessa a lasciarli e a consegnarmi ai soldati.

Fui mandata a Boston in un orfanotrofio dove rimasi solo per pochi mesi in condizioni terribili. Per tutti ero la bastarda indiana. Poco importava che parlassi inglese, poco importava che pregassi il loro stesso dio, per loro ero solo una bianca rinnegata.-

-Mi dispiace.-

-Eppure il peggio doveva ancora venire sa? Un giorno la famiglia Legan mi offrì di andare a lavorare per loro come sguattera e cameriera personale dei suoi preziosi figli.-

-Legan? Per caso la famiglia…-

-La famiglia di quel verme del suo tenentino. Passai due anni in quella casa e rimpiansi sinceramente l’orfanotrofio mi creda. Neal Legan e la sua degna sorella mi resero la vita un inferno di privazioni e umiliazioni di ogni tipo.

Non passava giorno che non pensassi alla mia gente, al mio villaggio e alla vita semplice e felice che vi avevo condotto.-

Il capitano Graham era sinceramente impressionato.

-Quando ebbi quindici anni me ne andai da quella casa. Un giovane medico di Boston, il dottor Andrew, mi prese con sé e mi fece studiare da infermiera. Dopo che ebbi completato gli studi mi misi a lavorare in un ospedale di Boston finché un giorno ne ebbi abbastanza di quella vita grigia e infelice che conducevo, e tornai nell’unico posto che potessi considerare come casa…-

-Ovvero dai Cherokee…-

-Già, dai Cherokee, dalla mia gente.-

-C’è qualcosa che non mi torna nel suo racconto signorina.-

-Mi dica, se potrò chiarirò i suoi dubbi.-

-Lei mi ha detto che quando fu ritrovata aveva una bambola con scritto il suo nome.-

-È così capitano.-

-Ma… i Cherokee, sapevano leggere la nostra lingua?-

-Assolutamente sì capitano. Persino il governo razzista della Georgia e il governo federale di Washington hanno riconosciuto ai Cherokee lo status di “tribù civilizzata”,  come ha potuto vedere le loro case sono simili a quelle dei bianchi. Molti di loro hanno studiato nelle scuole dei bianchi e hanno imparato la nostra lingua.

Lo sa che molti Cherokee sono cristiani?-

Il capitano si sentì chiamare.

-Devo lasciarla signorina. I miei uomini hanno bisogno di me.-

-Anche la mia gente ha bisogno di me. Arrivederci capitano.-

Il capitano Graham la vide allontanarsi mentre un suo uomo gli si avvicinava.

   
 
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