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Autore: Blue_Wander    24/08/2020    3 recensioni
"Ti odio così tanto che non vedo l'ora di vedere il giorno in cui ti rovinerai con le tue stesse mani. E ti strapperò quei meravigliosi occhi. [...] La vita vera non è come nelle favole. I principi non si innamorano delle fanciulle del popolo, non rinunciano alla loro vita agiata per una donna, non si fanno mettere i piedi in testa da qualcuno solo perché nei suoi occhi è riflesso il bene più puro o il male più oscuro. [...] Però, mia mortale nemica, non c'è cosa peggiore di conoscere i sentimenti di una persona e non poter farci nulla comunque."
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Seokjin/ Jin, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Tensioni sulla costa

 

Il sacco in cui erano stati rinchiusi non era abbastanza grosso per tutti, per questo motivo i diversi marinai del battello dovettero prenderne abbastanza da catturarne almeno due alla volta. Il tessuto era grezzo e spesso, i fili resistenti e ben ritorti e il nodo con cui erano stati chiusi ben stretto.

Veral era finita nel sacco con Yoongi e il giovane sovrano non se ne spiegava il motivo, ma di certo non se lo sarebbe chiesto in una simile occasione, non mentre stava per morire almeno. Si guardò intorno e provò a rompere l'intreccio che li costringeva, invano. Mise un braccio attorno alla vita della ragazza e provò a spingere verso l'alto per far salire il nodo che chiudeva il sacco; guardò il volto di Veral e capì che non avrebbe resistito a lungo e che stava per soffocare. “Non può essere stato Smeraldo, Opale vuole che lei viva.” rifletté velocemente. Per un attimo, nella testa di Yoongi, prese forma il pensiero di lasciarla morire così da cessare tutti i loro problemi. Così come arrivò, il re lo scacciò via, appena prima di sentire una forza tirarlo verso l'alto e, in pochissimo tempo, riuscì nuovamente a respirare. Sentì con le orecchie ancora zuppe d'acqua qualcuno rompere il tessuto grossolano con un oggetto appuntito e la prima cosa che vide solo qualche istante dopo fu il viso sorridente e carico di speranza di Jimin, in una mano un piccolo coltello da pesca.

-Siete vivo, vostra maestà.- gli disse sorridendo, poi si girò verso Veral e tornò subito serio. -Uscite presto, non so quanto resisterà la ragazza.

Yoongi gli obbedì e lo vide portare Veral fuori tra le sue braccia, mentre l'altro marinaio -di cui il re dimenticava sempre il nome- portava su e apriva altri sacchi con l'aiuto di Namjoon che, su tutte le furie, cercava di mantenere la calma e liberava la sua rabbia mettendo più forza nella presa dei sacchi. Il sovrano li affiancò entrambi per aiutare, liberando mano a mano tutti i compagni di viaggio.

-Manca qualcuno?- chiese Taehyung, non ricordando in quanti fossero. -State tutti bene?

Kerasi si guardò in giro. -Dov'è Veral?- chiese, allarmata. Tae le indicò un cespuglio dietro cui Jimin si stava prendendo cura di lei e la giovane soldatessa tirò un sospiro di sollievo.

-Che diavolo è successo, perché siamo stati attaccati?- chiese il re, le mani strette in due pugni pronti a colpire un bersaglio in realtà assente. -E perché voi due idioti siete qui?

Il marinaio prese un bel respiro e abbassò il viso. -Il capitano ha scoperto chi siete quando è arrivata una flotta intera di Mostri. Li abbiamo eliminati tutti, ma poi ha deciso di buttarvi in mare mentre eravate distratti.- fece una pausa. -Io e Jimin abbiamo provato a fermarli ma nessuno ci ha dato retta, quindi hanno gettato anche noi.

-Già, ma hanno evitato il sacco almeno.- sorrise Jimin avvicinandosi al gruppo. -La ragazzina starà bene, si sta svegliando e non credo che vorrà vedere me quando lo farà. Anche se devo ammettere che sono davvero molto bello, anche da bagnato.- fece uno sguardo ammiccante per smorzare la tensione creatasi. Blanche, Kerasi e Laila scoppiarono a ridere, mentre Seyun e il resto del gruppo gli riservava uno sguardo disgustato. Jimin abbassò un angolo della bocca con fare contrariato e poi si strinse nelle spalle. -Non hanno apprezzato.

Dopo essersi leggermente ripresa Kerasi fece per andare dall'amica, ma Jungkook la precedette e lei lo fece passare. Era già abbastanza infastidita dal fatto che il principe avesse mostrato interesse per una persona con cui aveva a stento scambiato due parole, pensava che almeno alla minore dovesse una spiegazione. Kerasi sapeva perché il principe si stava comportando in quel modo, ma non riusciva a pensare che fosse giusto così, nonostante le intenzioni di Jungkook fossero nobili. Non poteva farci niente però, era pur sempre il suo principe prima del suo migliore amico, quindi avrebbe dovuto rispettare ed accettare la sua scelta, qualsiasi questa sarebbe stata.

Dal canto suo Jungkook, quando oltrepassò il cespuglio dietro cui Veral si stava riprendendo, non la faceva così complicata, per lui era tutto più semplice di come pensava il suo soldato migliore. Ma lo stesso non gli risultava così facile parlare con la ragazzina davanti ai suoi occhi e fu costretto ancora una volta ad utilizzare una maschera, sfoggiando il personaggio del principe bravo in tutto, in realtà sempre una parte di lui -che però si era ritrovato a ripudiare.

-Va tutto bene?- le chiese, porgendole una mano per mettersi seduta. Veral annuì e accettò, ma non gli rispose a voce. -Mi dispiace di averti lasciata da sola.

-Non vi dispiacete.- ribatté ancora prima di farlo finire. -Non siete stato voi a gettarmi nel lago mentre dormivo, non siete stato voi a condannarmi a venire cercata da un mostro, non siete stato voi ad obbligarmi a venire qui.- si fermò con la voce incrinata dalle lacrime che stavano scorrendo incessantemente. -Per quest'ultima cosa dovrei biasimare me stessa, in realtà.

Jungkook provò a sorriderle ed accarezzarle una guancia. -Puoi chiamarmi solo Jungkook, lo sai.

Lei si ritrasse quasi scottata e indietreggiò un po'. -Scusate, non posso farlo e vi prego di non obbligarmi. Per me voi non sarete e non potrete essere mai così in basso da poter utilizzare il vostro nome per riferirmi a voi.

-Almeno non avere paura di me. Non evitarmi come sul battello, ho visto che lo facevi.- rise leggermente, ma Veral non cambiò espressione e rimase seria.

-Non voglio più continuare questo viaggio.- rispose poi. -Per favore, riportatemi da Lucille.

Jungkook sospirò e si sentì tirare indietro dalla mano di qualcuno. -Sposati, principe dei miei stivali.- dichiarò Yoongi con voce fredda. -Starò io con lei, i due tizi vestiti da scemi ti cercano.- terminò facendo un cenno del capo vedendolo annuire ed allontanarsi.

Quando furono da soli il re che solo poco tempo prima aveva deciso di sbarazzarsi della persona che aveva davanti, le si mise di fianco e le diede un piccolo colpo con la spalla, sbilanciandosi appositamente per darle fastidio. Non ottenne nessuna reazione. -Te lo ricordi che cosa ti dissi quando ci fermammo da Runard e non sapevi come scendere dal cavallo di quell'idiota di Namjoon?

Veral scosse la testa.

-Se vuoi una cosa devi prendertela.- le ricordò, citando se stesso. -E mi sembrava che stessi facendo progressi da allora.

Yoongi sentì Veral piangere più forte, ma non si arrese -anche se probabilmente avrebbe dovuto.

-So che è triste e so come ti senti.- guardò verso l'alto, ammirando le stelle e cercando di aprirsi senza sembrare un completo bugiardo. -Ma non puoi farti una colpa perché il tuo principe è stupido. E, cosa più importante, non puoi fermarti ora.- le accarezzò i capelli bagnati con la mano umida. -Dovrai portare a termine la tua missione e noi ti proteggeremo nel mentre. E poi le cose non saranno più come prima.- si avvicinò al suo orecchio. -Perché questa volta andrai avanti per salvarti la pelle e non più per il principe.- si allontanò e la guardò negli occhi. -Vedrai che tutto dipenderà da te.

Yoongi vide Veral asciugarsi le lacrime con le mani bagnate e le sorrise. Lui di amore non ne sapeva niente, ne era più che consapevole, ma di certo aveva imparato come prendere in mano le situazioni ed era proprio quello che voleva trasmettere alla ragazzina. La aiutò ad alzarsi e poi ad andare verso Seyun e Kerasi che subito si incamminarono verso di lei per sorreggerla. Mormorò dei ringraziamenti e poi si allontanò dal giovane re.

Il sovrano di Ignogan si avvicinò con passo svelto verso Jungkook e lo strattonò per convincerlo a seguirlo in un punto diverso della costa del lago su cui erano capitati. Il principe lo seguì senza fare storie e Yoongi lo colpì alla guancia sinistra con un pugno che l'altro non evitò -anche se avrebbe benissimo potuto farlo.

-È dal giorno in cui ti ho incontrato che desidero darti una lezione.- spiegò il maggiore, prendendolo dalla camicia ancora bagnata. -E fidati, non puoi immaginare quanto io voglia lasciarti per terra con il naso spaccato in due.

-A cosa devo la tua simpatia?- rispose Jungkook, mostrando i denti bianchi come per deriderlo.

Yoongi sorrise a sua volta. -Lo sai com'è stata la mia vita da principe? Un inferno. Ogni cosa che dicevo o facevo era inutile, nessuno aveva la considerazione che hanno sempre avuto di Jeon Jungkook, il leggendario e coraggioso principe di Zamek.- lo guardò negli occhi ed entrambi persero la voglia di sorridere. -Dimmi, ti sei mai guadagnato qualcosa? Hai mai lavorato duramente per ottenere quel che la vita ti ha donato?- il re lo lasciò andare. -Conosco già la risposta.

-Quindi sei arrabbiato perché mi sono fatto amare dalla mia gente? Perdonami, ma lo trovo estremamente ridicolo al momento. Per cosa siamo qui? Qual è il motivo?

-Namjoon aveva ragione: tu non puoi fare il capo.- rimarcò. -Ricordi a Ignogan, quando ti proposi di lasciare Veral al castello, in un luogo sicuro? Tu rifiutasti dicendo che se lei fosse venuta con noi avremmo avuto la possibilità più alta di vincere.- prese fiato e lo strattonò ancora. -Che cosa avresti fatto se fosse annegata? Che cosa avresti fatto se quello spirito maledetto l'avesse portata via? Sarei molto curioso di vederti lottare contro Opale con lo stuzzicadenti che porti alla cintura.

Jungkook perse il suo comportamento strafottente e guardò verso il basso. -Io non sapevo che lei fosse così importante...

-Beh, io ti avevo avvertito. Le ricerche di mio padre portavano a lei e non lascerò che i suoi piani muoiano con lui per colpa di un principe immaturo e stupido che non sa fare la cosa giusta. E sai perché non ne sei capace? Perché non ti sei guadagnato il tuo titolo, non hai fatto niente per onorare il mondo sfarzoso in cui sei nato.- gli riservò uno sguardo truce e preparò un altro pugno che però non alzò verso di lui. -Sei scappato dalle tue responsabilità di principe, di erede al trono, di eroe solo perché tua madre ti propinava femmine? Sai perché lo faceva? Sai a cosa serve una Regina?- Jungkook non gli rispose, ma Yoongi aveva capito che era a conoscenza delle risposte alle sue domande. -A te non importa del tuo popolo. Tu vuoi essere acclamato come prossimo sovrano, ma non hai fatto mai niente per loro.

-Ti sbagli.- mormorò solamente Jungkook.

-Dimostramelo.- la risposta fu secca e non ammise ripensamenti. Si girò e gli diede le spalle. -E non voglio più vederti appiccicato a quella ladruncola da quattro soldi. Questa è una missione in cui c'è in gioco la nostra vita e c'è solo una persona che sei incaricato di proteggere.- guardò indietro verso il principe. -Solo una.

I due uscirono dal loro nascondiglio e gli altri presenti notarono la guancia rossa e gonfia del principe. Kerasi accorse e lo vide con lo sguardo basso, subito diede una rapida occhiata a Yoongi che era intento a parlare con Jimin sulla resistenza dei sacchi. Non capì lo scopo di quella conversazione ma poco le interessava, al momento la sua priorità era curare la ferita del principe. -Che ti ha fatto?- gli chiese, senza ovviamente ottenere risposta. Fece un cenno con il capo a Seyun che, immediatamente, allontanò Veral dallo spettacolo.

 

Dall'ultima volta che Jungkook parlò con Veral passò una settimana, tempo nel quale dovettero costeggiare il lago per fare attenzione a non entrare nei domini di Ziràn o Vimana. Non che avessero un ordine ben preciso da seguire, ma ormai Vellham era la loro meta, senza contare che Jimin e Tae sarebbero dovuti tornare a casa dalle loro famiglie.

Le porte della città dell'acqua erano ormai molto vicine e prima di oltrepassarle i due marinai si voltarono per fermare il gruppo, unitosi dietro di loro che facevano strada. -C'è una cosa che dovete sapere prima di entrare.- cominciò Jimin.

-Smeraldo, oltre a conoscere la nostra posizione per via della sua magia della terra, è un ottimo cecchino.- continuò Taehyung per lui.

Namjoon li interruppe. -Non ha senso, perché lo spirito della natura dovrebbe imbracciare un fucile?

-Perché Vellham è la città più moderna del continente.- spiegò Hoseok. -E lui vuole abbatterla con la stessa moneta. Tu dovresti saperlo meglio di chiunque, Joonie.- rimarcò il suo nome, quasi volesse insinuare qualcosa, ma l'altro gli riservò solo un'occhiataccia confusa.

Jimin riprese il controllo della conversazione, anche se con molta fatica. -Non è questa la cosa importante: lui trae la sua forza dal disinteresse. Più una cosa non è di suo gradimento o semplicemente lo annoia, più lui diventa forte abbastanza da distruggerla.

-Questo è il punto a nostro favore.- spiegò Taehyung. -Voi gli interessate, voi siete importantissimi. Questo vuol dire che sarà già abbastanza debole da non riuscire a combattere come invece ne saremo in grado noi.

La spiegazione terminò con un gesto del capo di Jimin che intimava loro di continuare, oltrepassando le porte azzurre della città, decorate con autentici lapislazzuli. Yoongi non trattenne uno sguardo disgustato, ma Veral gli toccò il braccio per calmarlo e lui provò a camuffarlo con un sorriso finto che la fece ridere dopo tanti giorni di preoccupazione, per poi sostituire l'espressione divertita con una molto più meravigliata. La città era totalmente opposta all'aspetto della porta: se quest'ultima era antica e costruita con le sole risorse naturali del continente, il resto era tutto costituito da parti meccaniche, macchinari mai visti e una grossa e fastidiosa nuvola di fumo nero.

Le sorelle Krach si tapparono il naso per l'odore insopportabile, lo stesso sentito prima e dopo essere saliti sul battello. Gli altri membri del gruppo ne erano infastiditi, ma non così tanto da farne una questione così drammatica, quindi di tacito accordo decisero di proseguire verso il palazzo. Un enorme castello posto al centro esatto della città, grande abbastanza da far scorrere il fiume principale al suo interno. Da più o meno tutte le torri scorrevano bellissime cascate e tramite un aggeggio meccanico le riciclavano dallo stesso fiume, in modo tale da utilizzare sempre la stessa acqua, senza mai sprecarne di nuova.

-Smeraldo non è mai riuscito a prendere d'assalto il castello.- cominciò a spiegare Jimin con un sorriso soddisfatto in volto. -I nostri sovrani lo proteggono con ardore, ma non è solo questo.

-Lui desidera prendere il potere, ma così facendo si indebolisce.- terminò Hoseok per lui, mentre il marinaio gli riservava uno sguardo stupito. -Io so tutto quel che sai anche tu. Sono il Guardiano del Muro, gli amici mi chiamano Hobi. Non ci hanno presentato formalmente.- l'altro annuì, leggermente infastidito dalla cosa e il castano se ne accorse subito -senza neanche servirsi del suo potere.

Taehyung continuò per l'amico. -Il re e la regina vi aiuteranno. Loro sono lo spirito del popolo e hanno preso il posto del lapislazzuli da generazioni fino a quando è giunta voce che lui e Diamante sono stati sconfitti.

-Sì.- gli rispose Jungkook. -Kerasi e Seyun si sono rivelate essere parte dei sei leggendari guerrieri dopo averli eliminati.- alzò gli occhi al cielo, incredulo anche lui di quello che stava dicendo, anche se ai due ragazzi sembrava tutto così naturale. -Mentre per noi altri...- sospirò come se non ci credesse fino in fondo. -Beh, ancora non ne siamo sicuri.

-Un vero peccato, Altezza.- gli rispose il più basso con un sorriso. -Ma non preoccupatevi, quando verrà il vostro momento anche voi avrete l'occasione di liberare i Regni dai propri oppressori.- la sua espressione cambiò. -Anche se sarà difficile per il Paese della Luce, Luskin.- Seokjin abbassò il capo, ma Jimin continuò. -Loro ci odiano, non sopportano lo splendore del nostro paese, per questo hanno costruito delle mura tra noi e loro.

-Mi sembra di averla già sentita questa storia.- scherzò Yoongi sarcastico, non riuscendo a spiegarsi il motivo di tutti quei passaggi ostruiti tra Vellham e gli altri regni.

Il pescatore comunque non si fece intimorire e continuò. -Ametista ne ha stregato gli abitanti e ora sono sotto il suo controllo. Tutti quanti. Neanche la famiglia reale ne è immune e questo è stato per via delle creature che abitano la loro regione: le fate hanno portato messaggi d'amore e pace per troppo tempo e le nuove generazioni lo hanno preso alla lettera. Pensano che sia giusto che qualcuno ci porti via quello che abbiamo di speciale, pensano che sia corretto l'accettare di essere sotto il controllo diretto di un mostro solo perché i cattivi hanno bisogno di un'altra occasione. Non capiscono che a noi non piace la guerra, ma che nessuno si farà portare via quello che è loro senza prima combattere.- il ragazzo tirò su con il naso e l'amico decise di prendere in mano la situazione.

-Quello che Jimin vuole dire è che Vellham si è guadagnata la fama di città più bella dopo la caduta di Tachyta solo perché ha investito sui migliori inventori e ha dato opportunità alle persone giuste, scelte grazie a delle prove giudicate dalla famiglia reale in persona.- fece un sorriso a tutti e si fermò, il castello poco lontano. -Luskin non ha mai fatto niente per migliorarsi, per questo la loro terra è poco sfruttata e le loro case sono pessime. Loro odiano tutti, ma non perché gli altri hanno fatto effettivamente qualcosa per farsi odiare; il vero motivo risiede nella loro volontà di toglierci quello che abbiamo, volendo prevalere poi loro perché sono abituati a non avere niente, quindi sarebbero gli unici a sopravvivere.

Yoongi e Jungkook guardarono Seokjin e il maggiore del gruppo si sentì in dovere di dare delle spiegazioni. Prese un bel respiro. -Va bene, è arrivato il momento che io vi spieghi come vanno davvero le cose nel Regno della Luce.

 

Quando Seokjin finì di parlare l'entrata del palazzo era solo a pochi passi da loro e si erano fermati solo per fargli terminare il monologo e fare delle domande. La verità era che il ragazzo conosceva bene i problemi che c'erano tra Vellham e Luskin e non aveva mai accettato il modo di pensare del proprio paese, per quello lui e la sua famiglia se ne erano andati. Pensava che fosse giusto aiutare il prossimo, fare il possibile per una persona in difficoltà, amare qualcuno che meritava una seconda occasione, ma sapeva anche quando fermarsi e capiva che quello che il popolo di cui faceva parte non era una buona azione, ma solo un modo per elevarsi a loro volta. E quello gli faceva venire il vomito.

-Perché non lo hai detto subito?- chiese Yoongi. -Quando Kerasi ha insistito per farti stare con noi, aveva detto che sapevi darci delle informazioni utili sul tuo regno e su Ametista. Non hai detto dei Mostri e non hai detto di questo. Quante altre cose ci hai nascosto?

Il ragazzo si strinse nelle spalle. -Non credevo che i Mostri stessero cercando noi e poi il patto era che io vi avrei aiutato a sconfiggere Ametista come credevate. Nessuno ha detto che dovevo parlarvi della mia esperienza personale nella mia città.

Seokjin non era mai stato uno di molte parole. Era di solito silenzioso se non con Namjoon, ormai suo amico, e Kerasi, con cui sperava di avere di più di un rapporto d'amicizia. Certo, aveva scambiato due chiacchiere con Veral diverse volte, ma solo perché lei veniva più o meno dal suo stesso mondo quindi poteva capirlo meglio degli altri, nonostante avesse praticamente dieci anni in meno di lui ergo non riusciva esattamente a comprenderlo in ogni sfaccettatura. A Jin piaceva scherzare e non aveva paura di esprimersi nonostante il suo essere estremamente introverso e avere la cattiva abitudine di far arrossire le proprie orecchie. Era quello il motivo per cui durante il viaggio non aveva detto molto, soprattutto perché pensava che Yoongi, solo di un anno più piccolo, sarebbe stato senza dubbio un capitano migliore in quanto secondo in lista d'età. Poi era sopraggiunto Namjoon e quindi lui non aveva più comunque pensato di dover in qualche modo guidarli e se ne rasserenò.

I suoi pensieri si interruppero quando presero tutti a camminare verso le porte del castello e lui, in coda al gruppo, si limitò a seguirli, accompagnato da Kerasi mentre entrambi rimanevano in silenzio e fingevano che il momento appena precedente non fosse mai accaduto.

La prima stanza del palazzo era completamente bianca, nonostante tutto il resto fosse stata decorato con tinte blu, azzurre e tiffany; un po' troppo forse, ma sicuramente nessuno era lì per giudicare la discutibile scelta di design della famiglia reale. Il trono posto al centro era più piccolo rispetto agli altri due e la principessa di Vellham sedeva in tutta la sua bellezza sopra a un tessuto spesso di un colore tendente al verde, mentre ad entrambi i lati sorgevano quello della regina e del re, come se volessero in qualche modo proteggere la figlia, simbolo della loro discendenza andata avanti ormai da secoli.

All'interno della sala del trono non era presente nessun altro che la famiglia reale, i cui componenti si alzarono dalle loro comode postazioni e presero a camminare verso il numeroso gruppo mostratosi al loro cospetto.

-Vi stavamo aspettando.- rivelò la regina. -Tutti in città sanno dell'arrivo del principe Jungkook e dei suoi compagni.- Yoongi alzò gli occhi al cielo, visibilmente contrariato, cosa ormai abbastanza frequente. -Sono Nahua, la regina di questo regno.

Il gruppo si inchinò e subito prese la parola il re, un uomo alto ma anche molto magro, non aveva di certo l'aspetto imponente dei sovrani che avevano incontrato in precedenza. Lui sembrava molto più tranquillo di quello che doveva rivelarsi in realtà e un po' Yoongi rivide se stesso, spostando poi l'attenzione su altro per non sembrare maleducato. -Perdonate la sfrontatezza di mia moglie, siamo molto felici di potervi avere qui. Ci è giunta voce che voi siete coloro che hanno sconfitto due dei perfidi leccapiedi di Opale e per questo siete i benvenuti nel nostro castello.

-Vostra maestà, re Timal.- intervenne Jimin, inginocchiato ancora sul pavimento latteo. -Vi prego affinché possiate ospitare i nostri ospiti nel vostro castello. È l'unico posto in cui Smeraldo non può entrare.

-Che maleducato.- Jimin trattenne alcuni lamenti di dolore e guardò verso l'alto, incrociando gli occhi della principessa che gli stava calpestando le dita della mano. La giovane riprese a camminare, muovendo di tanto in tanto i capelli argentei, raggiungendo il viso del sovrano di Ignogan. -Io sono Kham, la principessa.- sbatté velocemente le palpebre, avvolta nel proprio abito celeste.

Yoongi fece un paio di versi di assenso e si spostò da lei, allontanandosi per indicare a Jimin di alzarsi. -Non è rimasto molto tempo.- spiegò, anche se non sapeva se quello che aveva ammesso fosse vero o meno. -Il mio nome è Yoongi, sono il re del Regno del Fuoco. Siamo qui perché abbiamo bisogno di protezione.- tutti gli altri lo guardarono confusi, ma lui fece finta di nulla. -Sono anche io un re e so quanto può essere impegnativo questo ruolo e quelli della famiglia reale al completo. Per questo motivo penso che quei due marinai, Park Jimin e Kim Taehyung, saranno guide molto più che sufficienti per la città.

Re Timal abbassò il capo in un segno comprensivo. -Il mio palazzo è aperto per voi, come ho anticipato prima siete i benvenuti. Ma non credo passerete inosservati visto il vostro numero, in molti vi crederanno Mostri.

-Vi ringraziamo per la vostra prudenza, maestà.- iniziò Jungkook, dando manforte al maggiore. -Ma sappiamo bene che cosa stiamo facendo. Vi chiediamo di fidarvi di noi.- il principe non sapeva che cosa avesse in mente Yoongi, ma qualsiasi cosa fosse pregò che il suo piano non comprendesse separarsi in due gruppi.

  
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