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Autore: C_Totoro    24/08/2020    4 recensioni
Dopo settimane di assenza, Bellatrix torna a casa solo per trovare il marito Rodolphus a letto con la sua amante, Violetta Bulstrode. Il rumore di quei baci appassionati la perseguiterà anche quando, in cerca di conforto, si smaterializza a Villa Riddle da Voldemort. Ma il Signore Oscuro sarà in grado di darle ciò che cerca?
Genere: Erotico, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Nuovo personaggio, Rodolphus Lestrange, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'A-mors'
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RUMORE DI BACI

 

Rodolphus affondò i denti nel collo candido di Violetta socchiudendo gli occhi per godersi l’espressione estasiata della sua amante e, quasi contro la sua volontà, si ritrovò a pensare che quello sguardo lussurioso era proprio simile a quello di Bellatrix. Scosse leggermente la testa per concentrarsi sulla donna sotto di lui e prese a muoversi in modo sempre più frenetico sprofondando sempre di più in lei.

“Sei così bagnata…” le sussurrò all’orecchio per poi leccarglielo leggermente, la sentì vibrare sotto di sé e dimenarsi leggermente.

“Certo, Rod. Tu mi fai sempre quest’effetto” rispose con voce roca, succhiandogli il collo con passione e graffiandogli la schiena con le unghie. Rodolphus sentì i muscoli di lei stringersi intorno a lui mentre gemeva estasiata. Vederla godere così fece eccitare Rodolphus oltre ogni immaginazione, anche lui avrebbe raggiunto il punto di non ritorno a breve…

Fu un rumore di passi e di porta sbattuta a far distrarre Rodolphus e a farlo bloccare a metà di un movimento, a metà di un affondo.

“Cosa c’è?” chiese Violetta facendogli una carezza sul viso per conquistarsi di nuovo la sua attenzione.

“Credo ci sia qualcuno” rispose Rodolphus uscendo da dentro di lei e alzandosi in piedi. Non fece però in tempo a coprirsi che la porta della camera da letto si aprì di colpo.

Gli occhi di Bellatrix dardeggiarono da Rodolphus e la sua poderosa erezione alla donna dentro il letto. Il suo letto. Vide Violetta Bulstrode coprirsi con il lenzuolo mentre arrossiva vistosamente. Si guardarono negli occhi per qualche istante, poi Violetta non riuscì più a sostenere lo sguardo infuriato di Bellatrix e prese quindi a guardarsi le mani. Bellatrix, vedendola distogliere lo sguardo, fece un verso a metà tra uno sbuffo e una risata, riportando la sua attenzione sul marito.

“Che c’è, non ti piaccio più, Rod?” chiese indicando il pene del marito che stava velocemente perdendo vigore. “Non era di certo mia intenzione rovinarti questa festa” aggiunse facendo qualche passo nella stanza e levandosi il mantello per poi gettarlo sulla poltrona. Rodolphus soppesò la moglie per qualche istante, la conosceva troppo bene e sapeva che quella altro non era che la quiete prima della tempesta.

“Non è che non mi piaci più, Bella” rispose Rodolphus raccogliendo le proprie mutande e infilandosele per poi avvicinarsi vero la sua veste per recuperare la sua bacchetta “Diciamo solo che Violetta è un po’ più… come dire, presente?” poi aggiunse tra sé e sé, più presente, più innamorata, più accondiscendente, più dolce…

“E te la devi fare proprio nel nostro letto? Nel mio letto?” chiese Bellatrix iniziando ad alterarsi. Rodolphus vide la sua mano stringersi convulsamente intorno alla bacchetta. Rodolphus non riuscì a trattenersi ed esplose in una fragorosa risata.

“Che coraggio, Bellatrix, che coraggio” le disse tra una risata e l’altra “Il nostro letto? Ma se non dormi qua da mesi?” iniziò a tenersi la pancia dalle risate, poi si raddrizzò e la guardò dritta negli occhi “Dov’è che sei stata, eh? Tu puoi fare i porci comodi tuoi e io non posso stare con la donna di cui sono innamorato?”

Vide Bellatrix digrignare i denti ma il suo sguardo, per un attimo, venne offuscato da un velo di tristezza che, tuttavia, scomparve così in fretta che Rod si convinse di averlo solo immaginato.

“Ero con il Signore Oscuro” sussurrò Bellatrix distogliendo lo sguardo da Rodolphus e riportandolo su Violetta che si stava rivestendo in fretta.

“Appunto” la interruppe Rodolphus “I porci comodi tuoi!” le sibilò avvicinandosi “Ti piace farti sbattere da lui?” le chiese poi, senza aspettare risposta, aggiunse “A me piace sbattermi lei”.

Bellatrix sguainò la bacchetta “Come osi?” chiese puntandogliela al petto “Come osi portarti a letto una sgualdrinella qualsiasi?”

Rodolphus la guardò divertito tirando fuori la bacchetta mentre Violetta si nascondeva dietro di lui con un urletto spaventato; conosceva fin troppo bene Bellatrix e riusciva a immaginarsi con nitidezza come sarebbe andato a finire quel diverbio.

“Violetta è una Bulstrode, non proprio una sgualdrinella. Andando a vedere, qui dentro, l’unica sgualdrinella sei tu… tu che te la fai con un…” si bloccò perché vide Bellatrix agitare la bacchetta e lanciargli addosso una maledizione che Rodolphus parò con facilità.

“Che c’è, Bella? Fa male sentirsi dire la verità?”

“Io…” Bellatrix lanciò di nuovo una maledizione che, questa volta, andò a segno facendo sbattere Rodolphus contro l’armadio “Io non me la faccio con il Signore Oscuro! Lui…” Bellatrix abbassò la bacchetta e si morsicò le labbra “Lui non mi vuole”.

Rodolphus si ritrovò di nuovo a ridere mentre si raddrizzava aiutato da Violetta che, impallidita, non sapeva come uscire da quella situazione. Aveva iniziato a frequentarsi con Rodolphus qualche mese prima. A lei, lui piaceva sin dai tempi di Hogwarts… e come avrebbe potuto non piacerle? Un ragazzo bello, alto, prestante, di buona famiglia e intelligente. Aveva pregato i suoi genitori di combinare il matrimonio con lui ma erano arrivati troppo tardi. Senza contare che i Bulstrode, contro i Black, potevano ben poco. Aveva dovuto quindi rinunciare a Rodolphus, aveva dovuto presenziare al suo matrimonio con Bellatrix ma poi… poi qualcosa era iniziata a cambiare. Rodolphus aveva iniziato a cercarla e, quando si era chinato su di lei per baciarla la prima volta, non era proprio riuscita a trattenersi: che importava se era sposato? Se Bellatrix era così stupida da lasciarsi scappare l’uomo perfetto non voleva dire che anche lei dovesse esserlo. Ebbene no, lei stupida non lo era stata e si era volentieri concessa a lui, iniziando quella storia clandestina. Violetta, fino a quel momento, non aveva mai capito per quale motivo Bellatrix non fosse praticamente mai in casa: sapeva che sia Bellatrix che Rodolphus erano Mangiamorte ma mai, mai, avrebbe pensato che lei se la facesse con il Signore Oscuro. Violetta l’aveva incontrato poche volte e quell’uomo metteva semplicemente i brividi…

“Quindi è per questo che sei incazzata, Bella, vero?” chiese Rodolphus con tono disgustato “Te ne freghi se io mi sbatto un’altra nel nostro letto! Te ne freghi! Tu te la sei presa solo perché Lui non te lo dà, eh?” scosse la testa, sempre più furioso “Lui non ti soddisfa e io non sono più il tuo giocattolo, povera, povera Bella” ghignò.

Violetta posò una mano sul braccio di Rodolphus nel tentativo di farlo calmare: Bellatrix sembrava fuori di sé dal dolore.

“Sei solo uno stronzo Rodolphus” sibilò Bellatrix prima di uscire dalla camera sbattendo la porta.

“DOVE TE NE VAI SE IL TUO LUI NON TI VUOLE?” le urlò dietro Rodolphus provando a rincorrerla per poi venire bloccato da Violetta.

“Lascia perdere, Rod” gli disse abbracciandolo da dietro e affondando il viso nella sua schiena.

“Lei se ne frega di me, del nostro matrimonio, e lo stronzo sarei io?!”

Quelle parole ferirono Violetta più di quanto si aspettasse. Si staccò da lui lentamente e finì di sistemarsi il vestito.

“Tesoro” la chiamò Rodolphus, avvicinandosi a lei “Sono innamorato di te” le disse osservandola mentre si vestiva. Violetta indugiava su ogni movimento, e continuava a mantenere lo sguardo basso: sapeva che se avesse incontrato il viso di Rod sarebbe scoppiata a piangere.

“Capisco che Bellatrix sia una bella donna” disse dopo un po’ in un sussurro “Ma non capisco davvero perché ti ostini a rimanere con lei se se la fa con un altro…”

Rodolphus incrociò le braccia e guardò fuori dalla finestra. Aveva iniziato quella storiella con Violetta più per scherzo, per dare fastidio a Bellatrix, che per altro. Ben presto, tuttavia, si era ritrovato in una relazione… funzionale. In una relazione con una donna che lo amava, che lo faceva sentire importante, che faceva l’amore con lui donando tutta sé stessa. Si era ritrovato a desiderare Violetta sempre più spesso e l’idea di divorziare da Bellatrix, in quell’ultimo periodo, aveva fatto spesso capolino nella sua testa. Bellatrix se la fa con il Signore Oscuro e io dovrei stare qua ad aspettare che, forse, la principessina mi dia un erede? E come farei a essere sicuro di essere io il padre? Magari poi mi propina uno schifoso Mezzosangue… lo aveva pensato spesso, troppo spesso. Tuttavia non aveva la forza di lasciare Bellatrix. Cosa avrebbe pensato la comunità magica? Di solito i Purosangue non divorziano. Avrebbe rischiato di far adirare il Signore Oscuro e poi, nonostante tutto, da qualche parte in lui esisteva ancora l’amore per Bellatrix, esisteva ancora una flebile speranza che gli sussurrava che prima o poi lei si sarebbe stancata di cercare affetto da un uomo che, di lei, se ne fregava.

“Eh, Rod? Lei se la fa con un altro, tu vieni a letto con me da ormai quasi un anno. Quante volte siamo stati in questa casa? Lei spesso non si fa vedere per settimane, siamo anche andati in vacanza insieme… che senso ha continuare il matrimonio con lei?” insistette Violetta posando le mani sulle braccia di Rodolphus che si costrinse a guardare la donna che in quegli ultimi mesi lo aveva fatto rinascere.

“Sai come vanno queste cose, Violetta. Hai mai sentito di Purosangue che hanno divorziato?”

Violetta sorrise “C’è sempre una prima volta, sai” fece una pausa “Anche io sono Purosangue, non ci sarebbe nessun disonore nel lasciare una donna che di te non ne vuole sapere e non vuole darti un erede. Me lo hai detto tu che Bella non vuole figli”.

Rodolphus annuì liberandosi della stretta di Violetta per poi prenderle il viso con entrambe le mani.

“Hai ragione” le disse “Eppure… eppure non riesco a lasciarla” concluse lasciando cadere lo sguardo. Forse la verità è che amo solo Bella. In qualche modo inspiegabile quello che provo per Violetta continua a non essere… a non riempirmi come faceva il sentimento che provavo per Bella all’inizio. Forse, continuo a sperare che Bella torni da me, che torni a essere la mia Bella…

Violetta si chinò su di lui e unì le loro labbra. Poi si lasciò cadere sulle ginocchia e gli abbassò le mutande. Rodolphus sentì l’eccitazione crescere in lui.

“Ti farò dimenticare di quella pazza egoista, Rod” gli sussurrò prima di prenderlo in bocca.

 

*

Bellatrix uscì da Villa Lestrange come una furia. Come osava quel francese maledetto farsi un’altra nel loro letto? Tirò un calcio a un elfo domestico che sgambettava nel giardino e quello squittì via impaurito. Si prese i capelli e se li tirò con forza. Tutti pensavano che lei se la facesse con il Signore Oscuro. Tutti avevano quella convinzione e Bellatrix non capiva davvero da dove fosse scaturita. Perché, sì, lei era innamorata di lui ma Voldemort non si era mai sbilanciato, non si era mai concesso e, nonostante tutti continuassero a ripeterle come lei avesse un trattamento speciale, lei davvero non riusciva a vedere come il Signore Oscuro la trattasse in modo diverso rispetto agli altri Mangiamorte.

Ti ha insegnato le Arti Oscure, le disse una voce dentro di sé e Bella annuì a quella voce, concordando ma…

Non ti ha mai torturata, neanche dopo gli stessi errori che ad altri hanno fatto guadagnare dolore indicibile… Bellatrix annuì di nuovo, tuttavia…

Sei l’unica che conosce il nome di ogni Mangiamorte… Bellatrix disse che sì, era vero, però…

L’unica a restare con lui per settimane, alle volte mesi, l’unica che potrebbe raggiungerlo quando vuole perché sa ogni suo nascondiglio…

Bellatrix fermò la sua marcia feroce e si voltò verso l’ingresso della Villa. Dalla finestra intravide le figure di Rod e Violetta baciarsi e continuare ad amoreggiare come se lei non ci fosse mai stata e una fitta d’invidia le afferrò il cuore. Non era gelosa di Rod, aveva smesso di importarle di ciò che suo marito faceva ormai da anni, da quando aveva incontrato il Signore Oscuro. No, era invidiosa perché suo marito era amato. Si era fatto l’amante ed era amato da quella donna mentre lei… lei non solo non era amata (e su questo punto aveva perso ogni speranza: il Signore Oscuro odiava quel sentimento e non voleva neanche sentirne parlare) ma non riusciva neanche a ottenere quelle attenzioni che tanto agognava.

Bellatrix osservò ancora per qualche istante i due amanti baciarsi poi decise di smaterializzarsi da Voldemort.

Villa Riddle era abbandonata ormai da anni e non era uno dei nascondigli di Voldemort che Bellatrix preferiva. Era una villa babbana, lussuosa e sontuosa, ma pur sempre babbana. Bellatrix detestava tutto di quel luogo, ogni aggeggio del quale non sapeva la funzione. Voldemort aveva toccato il meno possibile quella casa e Bellatrix non ne capiva davvero il motivo. Non che il Signore Oscuro usasse ogni stanza di quella villa, anzi, l’unico luogo nel quale stava era solo la camera matrimoniale con annesso il salotto del primo piano e, lì, aveva ubicato ogni libro e oggetto oscuro che possedeva. Il resto della villa sembrava quasi non importargli, anzi, quando metteva piede fuori dalla sua stanza sembrava provare un malessere fisico, un forte fastidio.

“Mio Signore” gli diceva Bellatrix “Ci metto un attimo a renderla una villa degna di un mago, a levare queste cianfrusaglie babbane che sembrano starci succhiando ogni grammo di energia!”

Voldemort la soppesava per qualche istante poi, con fare quasi malinconico, le rispondeva “Lascia stare, Bella, non ne vale davvero la pena”.

Bellatrix si guardò velocemente intorno, poi salì di corsa la scala che portava al piano superiore e, come in un deja-vù, si rivide risalire le scale di Villa Lestrange mentre sentiva i gemiti dei due amanti, i loro baci, le loro risate. Bellatrix si bloccò sulla scala e rizzò le orecchie. Possibile che stesse sentendo quei suoni anche lì? Le venne quasi da vomitare mentre il cuore iniziava a stringersi in una morsa che le causava un forte dolore al petto.

Non può essere, si disse Bellatrix riprendendo a correre come una pazza per poi spalancare la porta della stanza di Voldemort senza né bussare né annunciarsi in nessun modo. Bellatrix si guardò freneticamente intorno e vide il Signore Oscuro sdraiato su di un fianco sul letto, la testa appoggiata su una mano mentre leggeva intento un libro di Arti Oscure. Al suo ingresso aveva alzato lo sguardo, sorpreso, mentre la mano libera volava nella tasca della veste per prendere la bacchetta.

“Ah sei tu” commentò sbuffando e rilassando le spalle “Per un attimo ho creduto che i miei incantesimi di difesa non avessero funzionato” gli angoli della sua bocca si alzarono leggermente, “Come se io potessi sbagliare” aggiunse tirandosi su leggermente per sedersi e continuando a guardare Bellatrix che rimaneva impalata sulla porta.

“Non si usa più bussare? Chiedere permesso?” chiese indurendo il tono di voce ma facendo tuttavia cenno a Bellatrix di entrare e chiudere la porta alle sue spalle.

“Mi sembrava di aver sentito dei rumori…” spiegò Bellatrix eseguendo il tacito ordine di Voldemort di chiudere la porta per poi rimanere in piedi con lo sguardo basso.

Voldemort alzò le sopracciglia “Tu non dovresti proprio essere qui” le ricordò dopo un attimo di silenzio “Non ti ho congedata neanche un’ora fa?”

Bellatrix annuì, spostando il peso da un piede all’altro.

“Che rumori hai sentito?”

“Nulla, mio Signore” rispose Bellatrix scuotendo la testa e abbassando di più lo sguardo.

“Rispondimi, Bellatrix” le ordinò lui minaccioso.

“Rumore di baci”.

Bellatrix trattenne il respiro e il silenzio si distese tra loro, non sentendo il suo Padrone replicare, Bellatrix si azzardò ad alzare lo sguardo, incuriosita. Lo vide con le sopracciglia alzate e un’espressione divertita in viso.

“Ti sembro un uomo che dà baci?”

Bellatrix rilassò le spalle. Lo aveva lasciato malinconico e vagamente adirato e ora lo ritrovava invece di buon umore. Era sempre così lunatico…

“Non lo so, mio Signore, non ho mai avuto l’onore…”

“Appunto” l’interruppe lui, poggiandosi poi sui cuscini e continuando a osservarla con attenzione.

Resistere a Bellatrix si faceva sempre più complicato e, più passava il tempo, più pensava che la sua ostinazione non avesse senso. È vero che si era ripromesso di rinunciare a ogni debolezza umana, a ogni piacere, doveva poter fare a meno di tutto perché lui non aveva bisogno di nulla. Tuttavia, Bellatrix, decisamente, non era una debolezza. Ma una forza, una forza dalla quale attingere. L’energia che si creava dagli amplessi, non era poi la forma più forte di magia?

“Quindi sei venuta qua per assicurarti che non stessi dando baci…?” le chiese “Baci a chi, poi?”

Bellatrix arrossì e distolse lo sguardo.

“Ricapitoliamo. Ti smaterializzi qui senza un motivo preciso e poi ti precipiti in camera mia – senza chiedere permessi di alcun tipo – perché ti sei immaginata un rumore di baci?”

Bellatrix rabbrividì sentendo il tono freddo e cattivo con cui Voldemort aveva parlato. Aveva fatto tutto senza pensare, voleva solo vedere il suo Signore dopo aver scoperto un tradimento. Voleva solo… solo un conforto. Ma, osservando l’uomo seduto su quel letto, capì di starlo cercando nella persona sbagliata. Voldemort la osservava con sguardo freddo e distaccato, quasi come se fosse un parassita da eliminare. Non c’era conforto in quello sguardo.

“Credi di potermi rispondere, Bella? Lo sai che non mi piace ripetermi”.

“Quando sono tornata a casa ho trovato Rodolphus a letto con un’altra. Con Violetta Bulstrode” spiegò Bellatrix provando a fare qualche passo avanti. Voldemort la soppesò per qualche istante, poi le fece cenno di sedersi sul letto.

“Ah sì” commentò lui mentre Bellatrix si sistemava lì accanto e le sue narici iniziavano a cogliere il profumo di Voldemort, inebriandole il cervello “È una bella ragazza” aggiunse guardando di sottecchi Bellatrix, l’ombra di una risata di scherno negli occhi “Dici che dovrei chiamarla per farmi dare due baci?”

Bellatrix scosse la testa e s’incupì. Voldemort scherzava e si prendeva gioco di lei, senza capire quanto quella situazione la stesse facendo soffrire. Quanto lui la stesse facendo soffrire.

“Mi hai disturbato per raccontarmi delle tue corna, Bella? Credi me ne importi qualcosa di chi si scopa Rodolphus? Della tua gelosia?”

Bellatrix si voltò completamente verso di lui, erano a pochi centimetri di distanza e Bella sapeva che lui non concedeva a nessuno di stargli così vicino. A nessuno, se non a lei.

“No, mio Signore. Perdonatemi se vi ho disturbato, non stavo ragionando” rispose, poi dopo un attimo di pausa, aggiunse “Non sono gelosa di Rodolphus, sono invidiosa del fatto che abbia qualcuno con cui far risuonare la casa di rumore di baci”. Ciò detto, fece per allontanarsi da Voldemort e scendere dal letto. Le costava fatica, ogni volta, allontanarsi dal suo Padrone ma, ogni tanto, si rendeva conto di come le costasse più fatica stargli vicino ed essere, costantemente, il suo pungiball emozionale. Tuttavia, prima che potesse anche solo buttare giù le gambe dal letto, si sentì afferrare per un braccio e trascinare verso di lui.

“Prima mi disturbi, entrando senza permesso, e poi pensi di potertene andare senza essere congedata?” le sibilò all’orecchio. Bellatrix sentì i brividi di eccitazione scenderle lungo tutto il corpo, nonostante il tono della voce di Voldemort fosse tutto tranne che suadente.

Mio Signore” esalò, senza riuscire a trattenersi avvicinandosi alle labbra di lui. Era come una droga, nonostante le facesse più male che bene non riusciva proprio a farne a meno.

“Pensavo volessi sentire rumore di baci” le sussurrò scostandosi per evitare che Bella raggiungesse la sua bocca. Gli occhi di Bellatrix si riempirono di lacrime a quelle parole, sapeva che era solo un suo modo perverso di torturarla, per farsi pregare, a Voldemort piaceva sentirsi desiderato e adorato, gli piaceva darle false speranze, vederla adorante, completamente in suo potere, per poi ritrarsi all’ultimo. Bellatrix sapeva tutto ciò, eppure non riuscì a mettere le briglie al suo cuore che, non appena sentì quella frase, prese a galoppare furiosamente, come un forsennato.

“Sei venuta per prenderti un bacio, Bella?”

“Sono venuta a prendere qualsiasi cosa voi vogliate darmi, mio Signore” rispose lei sincera. Aveva imparato a non pretendere nulla da lui.

Voldemort le passò una mano tra i capelli mentre con l’altra continuava a tenerle stretto un braccio. Poggiò le labbra sulla guancia di Bellatrix e la sentì vibrare come una corda di violino.

“Padrone…”

Voldemort sorrise e fece scorrere le sue labbra sulla guancia per poi fermarsi al lato della bocca.

“Dimmi Bella. Lo sai che Lord Voldemort è un signore misericordioso e non sopporta di vedere la sua migliore Mangiamorte invidiosa del rumore di baci che il marito dà a un’altra”.

Bellatrix socchiuse gli occhi e fece per voltarsi verso di lui e unire le loro labbra ma, la mano di Voldemort che era affondata nella sua chioma, la trattenne.

“Oh, no, mio Signore” mormorò Bellatrix “Non è che sia proprio invidiosa dei baci di Rodolphus...” sospirò “È che vi desidero così tanto…” ammise quasi imbarazzata da quella confessione nonostante Bellatrix pensasse che lui se ne fosse sicuramente già accorto, doveva essersene già accorto…

“Non è che mi stai mentendo?” la derise “Non è che mi vuoi usare per una sciocca vendetta?”

Voldemort sapeva perfettamente che Bellatrix lo desiderava sin dal loro primo incontro, altro che vendetta nei confronti di Lestrange. E lui aveva deciso che l’avrebbe, finalmente, accontentata sin da quando era entrata senza bussare nella sua stanza. Poteva però darle soddisfazione così facilmente? Se solo Bellatrix fosse stata vagamente più lucida si sarebbe di sicuro accorta dell’eccitazione di lui, della sua erezione, visibile nonostante la veste…

“Oh no, Padrone! Io non desidero che voi. Non desidero che voi da quando…”

Bellatrix non riuscì a completare la frase perché Voldemort aveva lasciato la presa sul suo braccio e aveva intrufolato la mano tra le sue cosce, infilandole un dito dentro senza riguardo alcuno, come se Bellatrix fosse di sua proprietà.

“Eh sì” sibilò Voldemort mentre Bellatrix iniziava ad ansimare e a gemere in modo spudorato, privo di ogni inibizione “Le cascate del Niagara a tuo confronto non sono nulla”.

Bellatrix socchiuse le labbra per rispondergli ma la bocca di Voldemort piombò su di lei come un’aquila che scende in picchiata sulla preda. Iniziò a morderle le labbra e a leccargliele e Bellatrix, abbandonato ogni timore, fece scattare le sue braccia sulla testa del suo Signore avvicinandoselo con cupidigia a sé. Quando infine Voldemort fece scivolare la sua lingua tra le labbra calde di Bellatrix, quest’ultima l’accarezzò con la propria lingua con voracità, come se ne andasse della sua stessa esistenza. Come Bellatrix aprì leggermente gli occhi per accertarsi che non stesse sognando e che l’uomo che stringeva tra le sue braccia fosse effettivamente Voldemort, ad aspettarla trovò gli occhi rossi del suo Padrone, e Bella sentì qualcosa nel suo stomaco liquefarsi, continuava a stringere le mani sulla nuca di Voldemort per non farlo allontanare, continuava a lambirgli le labbra senza tregua. Solo quando Voldemort prese a torturarle il clitoride Bella allentò la presa iniziando a gemere forte nella bocca di lui.

Sentì le labbra di Voldemort incurvarsi sotto le sue, stava sorridendo.

“Era questo Bella?” le chiese in un sussurro mentre abbandonava la sua bocca e scendeva sul collo, sul suo seno, mentre Bella raggiungeva l’orgasmo urlando forte.

“Era questo il rumore di baci?”

 

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Sono di nuovo qua. Perché o scrivo o impazzisco e quindi ho deciso di scrivere. Ero partita volenterosa: renderò giustizia a Rodolphus e poi… eh, sono finita qua a scrivere scene Bellamort, che volete farci ^^’

Niente, spero che i personaggi siano IC :) per il resto, se vi va, fatemi sapere.

A presto!

Clo

  
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