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Autore: LittleBunny    24/08/2020    1 recensioni
[Your Turn To Die ]
[Your Turn To Die/ Kimi Ga Shine]
Un brivido gli percorse lungo la schiena quando sentì quell'abbominevole voce familiare e, come si voltò, non potè che avere la conferma che Sara era di fianco a lui e chiedeva di sedersi vicino a lui.
Facendo uso di tutte le sue energie, si sforzò di sorriderle cordialmente e dirle che sì, quel posto era libero.
Come la vide mestamente sedersi al suo fianco, pensò che quella fosse la sua grande occasione.
Quale modo migliore di conoscere il suo nemico?

[Au!school Sou + Sara]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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ForVale333334 ★ Fanfiction creata per una challenge (Prompt : 'Enemies To Lovers')


Stupid



Non importava quanto tempo passasse, continuava a non avere la più pallida idea di come una come Sara Chidouin fosse così tanto amata e, cosa ancora più irritante, la ragazza non sembrava averne la più pallida idea.
Ragazzi della sua età, ragazzi di altre facoltà, professori e anche i bambini che la incontravano per strada, sembravano avere ciecamente fiducia in lei e chiedevano consiglio, se necessario.
La verità era che Sou Hiyori era decisamente geloso delle doti innate della mora.
Detto sinceramente? Per avere anche solo un briciolo del successo che aveva lei, il ragazzo doveva ingannare gli altri, mettere una maschera con un sorriso bonario dipinto e cancellare la sua intera esistenza.
Era una faticaccia e sapere che tutto ciò non lo portava ai risultati sperati, lo faceva imbestialire.
Per non parlare dei suoi voti.
Non sapeva quando fosse iniziato ma, in maniera quasi ossessiva, aveva fatto sempre più caso dei risultati dei voti ed, inutile dire, primeggiava anche lì.
Come poteva una mediocre ragazza come Sara, essere così intelligente ed essere così popolare?
Da lì ebbe un'illuminazione: stava fingendo.
Doveva per forza essere così, giusto? Non se lo spiegava altrimenti.
Inutile dire che, a quella rivelazione, l'odio che provava verso la studentessa era pressocchè aumentata, facendo nascere in lui il desiderio di batterla e svelare la sua vera natura al mondo.
L'unica idea buona che gli balenò nel cervello per fare ciò, era di batterla nello studio.
Era convinto che, togliendola da quel piedistallo, avrebbe finalmente lasciato la sua maschera e si sarebbe beccata la lezione che si meritava: rimanere sola.
Tuttavia, aveva scoperto a sue spese, non era così facile sconfiggerla, in quanto non c'era una singola materia nella quale lei risultasse seconda.
Sou aveva ingoiato a fatica il rospo quando aveva visto come Sara era arrivata prima anche in informatica, materia in cui il ragazzo si considerava un genio.
Così quel giorno si ritrovò nella sala computer, a fare qualche programma di prova per aumentare le sue skills.
Oramai era una questione di principio.
Lui, nella maniera più assoluta, ce l'avrebbe fatta a-

"Scusami, questo posto è libero?"

Un brivido gli percorse lungo la schiena quando sentì quell'abbominevole voce familiare e, come si voltò, non potè che avere la conferma che Sara era di fianco a lui e chiedeva di sedersi vicino a lui.
Facendo uso di tutte le sue energie, si sforzò di sorriderle cordialmente e dirle che sì, quel posto era libero.
Come la vide mestamente sedersi al suo fianco, pensò che quella fosse la sua grande occasione.
Quale modo migliore di conoscere il suo nemico?

"Tu sei... Chidouin Sara, giusto?" esclamò di colpo il ragazzo, fingendosi timido e goffo.

In tutta risposta, la ragazza sbattè gli occhi lievemente accigliata, per poi guardarlo confusa.

"Sì, sono io ma- scusami la domanda, ci conosciamo?"

"Non devi scusarti!" disse ancora in tono bonario, contenendo sempre di più la rabbia che provava "Sono Sou Hiyori, l'eterno secondo per intenderci, eheh."

"Oh...Oh!" ribattè l'altra, come trovando l'illuminazione in quel momento "Sì, ho presente chi sei ora."

Che bugiarda , si trovò a pensare il ragazzo dai capelli verde acqua.
Tuttavia, continuò a fare finta di nulla e a sorriderle.

"Oh su, non devi fingere di conoscermi, davvero." esclamò, in una velata frecciatina "Dopotutto, non sono famoso quanto te."

"Io... Famosa?" ribattè l'altra, alzando un sopracciglio "Credo di essere tutto fuorchè famosa. Tuttavia, non stavo fingendo. Sei il ragazzo che arriva sempre nei primi posti insieme a me, no?"

Sou iniziava ad essere realmente nauseato da questa finta bontà d'animo mostrata dall'altra quindi non si fece scrupoli per passare al contrattacco.

"Ma come no? Penso non ci sia nessuno all'interno dell'istituto che non sappia chi sei! Sono molto più sorpreso che tu conosca me, un signor nessuno." disse, allungando le braccia verso l'alto per fare stretching "Ma visto che siamo qui, sono davvero incuriosito: come fai ad essere così popolare? Non penso ci sia una singola persona qui che non ti affiderebbe la vita!"

Sara tacque a quelle parole, iniziando a picchiettare le dita sulla tastiera per fare qualche esercizio.
Lo stava ignorando?!
Sou deglutì e si sforzò tantissimo di non imprecare quando, quando meno se l'aspettava, la ragazza parlò nuovamente.

"Non so se considerarmi popolare come dici tu." esordì la ragazza, fissando con sguardo serio lo schermo "Ma è vero che sento molta responsabilità sulle mie spalle, per via delle aspettative che gli altri hanno su di me e... a volte, è pesante."

Oh? Sbaglio o quella era una confidenza?
Trattenne a stento un ghigno cattivo a quella rivelazione.
Ora bastava solo che pensasse un modo per usare questa informazione contro di lei e-

"E ti dico che ti conosco bene." continuò la mora, imperterrita "Forse non lo sai, ma ti considero un po' il mio rivale."

A quel punto, Sou cascò dalle nuvole, completamente spiazzato.

"Prego?"

"Beh sì," mormorò lei, assumendo un'espressione imbarazzata "so che è strano, ma sento come se dovessi impegnarmi di più, ogni volta che vedo il tuo nome sotto il mio. "

Per un istante, smise di usare il computer, per voltarsi e rivolgergli un dolce sorriso.

"Inconsciamente, mi sproni a dare il meglio, il che penso sia una cosa molto bella."

Dette queste parole come se nulla fosse, la ragazza tornò a cliccare fra i tasti imperterrita, lasciando l'altro senza parole.
Si ritrovò a pensare che fosse davvero una stupida quella ragazza ma, ritrovandosi rosso come un peperone, iniziò a capire quale fosse davvero il potere dell'altra.
Forse forse, il vero stupido era lui.
   
 
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