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Autore: hinata 92    24/08/2020    3 recensioni
Kaito Kuroba, alias Kaito Kid, è un abile prestigiatore, si sa... ma se fosse anche qualcosa di più?
Cinque anni di inspiegabile ritardo per una lettera che gli cambierà la vita, consegnatagli di persona da un misterioso Silente legato da un Voto Infrangibile di tanti anni prima... quale segreto nasconde il preside, che vuole a tutti i costi nascondere ai mangiamorte ancora in circolazione l'esistenza di Kaito?
Quale sarà il destino di Kaito, passato suo malgrado dai trucchi di prestigio alla magia vera? Riuscirà a vendicare suo padre distruggendo Pandora, la pietra della vita eterna, che nel mondo magico è chiamata più semplicemente... Pietra filosofale?
E se fosse arrivato troppo tardi?
Ripercorriamo insieme i libri del più famoso mago di Hogwarts da un punto di vista completamente nuovo!
Genere: Avventura, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Fred Weasley, Harry Potter, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Una festa Malandrina

 

Nelle ultime settimane di marzo divenne piuttosto difficile contenere l’emozione di Fred e George. I due gemelli sembravano schegge impazzite e andavano su e giù per il castello parlottando e complottando fra di loro. Nemmeno a Kaito e a Sheridan era completamente chiaro il motivo di tanta agitazione, fino a una mattina a colazione, durante la quale Kaito rischiò seriamente di strozzarsi con il latte.

«Voi… iniziate il corso di Materializzazione… oggi?»

«Sì!»

Sheridan li guardò confusa: «Ma… Kaito non aveva iniziato prima?»

Fred alzò le spalle: «Sono un po’ in ritardo per il Torneo Tremaghi

Kaito sospirò: «Comprensibile.»

George si sfregò le mani: «È una settimana che giriamo il castello pensando a cosa potremo fare una volta che saremo maggiorenni e in grado di muoverci liberamente…»

Giusto. Kaito non ci stava più pensando, però il primo aprile non solo sarebbe stato il compleanno dei gemelli, ma sarebbe stato il loro diciassettesimo compleanno, con tutte le conseguenze del caso.

Il prestigiatore abbassò la voce: «Ragazzi… vi ricordate vero che normalmente la gente non si può Smaterializzare dentro Hogwarts, vero?»

Fred ridacchiò: «Certo, per quello ci affideremo a te!»

George aggiunse: «Staremo qua dentro solo più un paio d’anni, è ora di pensare avanti! Noi stiamo andando oltre.»

Kaito e Sheridan si guardarono abbastanza preoccupati: «Ah.»

L’arrivo di altri compagni interruppe abbastanza bruscamente la discussione, ma non tolse dalla mente dei due Malandrini del terzo anno lo stesso pensiero.

Cosa stavano architettando Futago e Soseiji?

 

Nel primo pomeriggio, assicurandosi di non essere occupato con lezioni o impegni extra, Kaito si avvicinò guardingo alla Sala Grande. Era molto preoccupato per l’atteggiamento dei gemelli quella mattina, e temeva che, avendo in mente il suo esempio, tentassero di fare cose strane. Era consapevole di essere un pessimo riferimento per quei due ragazzi. Rabbrividì. Se mai ne fosse venuta a conoscenza la loro amorevole madre, probabilmente non se la sarebbe cavata con una semplice Strillettera come Ron il primo anno.

Tuttavia, preso dagli impegni della mattinata, non aveva avuto veramente il tempo di progettare un piano di azione. Come poteva controllare i gemelli senza farsi notare? Avrebbe potuto travestirsi da qualcuno e sostituirsi a lui, ma avrebbe innanzitutto dovuto sapere chi fosse previsto in Sala Grande. Forse poteva andare da Harry e chiedergli in prestito il Mantello…

«O forse, visti i precedenti, potresti stare lontano da questa Sala, signor Kuroba

La voce femminile alle sue spalle fece trasalire il ragazzo.

«Professoressa McGranitt

«Buongiorno Kuroba. Posso chiederti cosa ci fai qui?»

«E io potrei chiederle se è in grado di leggerle nel pensiero?»

La professoressa si lasciò sfuggire un mezzo sorriso: «La Legilimanzia non è esattamente la mia specialità, ma le tue intenzioni sono abbastanza chiare. L’unica cosa che non mi è chiara è il motivo per cui vuoi entrare. Vuoi riprovare nuovamente l’esame?»

Kaito cercò di mantenere la sua faccia da poker: «Non mi è poi stato chiaro come sia finita l’anno scorso. Dal punto legale, intendo.»

La professoressa annuì: «Seguimi un momento nel mio ufficio, Kuroba, è il momento di chiarire la questione.»

Con estremo malincuore, ma sapendo quanto fosse importante risolvere anche quella questione, Kaito obbedì. La McGranitt lo condusse nel suo ufficio e lo invitò a sedersi.

«Il professor Silente mi ha spiegato qualcosa della tua… particolare situazione.»

Kaito la guardò sinceramente sorpresa: «Davvero?»

La donna annuì: «So che la tua è un’abilità innata derivata da tuo padre, e che puoi Smaterializzarti liberamente ignorando incantesimi di protezione e quant’altro. Ho dedotto che puoi anche Materializzarti senza conoscere il luogo ma pensando a un tema o una persona, visto il tuo… atterraggio in cucina, l’anno scorso. Eri mai stato nelle cucine?»

«No.»

«Ho anche dedotto che tu ne fossi totalmente all’oscuro, vista la tua reazione dell’anno scorso, e anche che molto probabilmente invece il mio ex collega Lupin fosse decisamente più informato di me, calcolata l’insistenza a voler partecipare a quella prima e unica tua lezione.»

Kaito dovette fare appello a tutta la sua faccia da poker. La Mcgranitt si stava dimostrando degna di Saguru, Conan e compagnia bella.

«Quello che non so, e che non sono neanche sicura di voler sapere, in totale franchezza, è quanto ti abbia aiutato il signor Lupin o quanto tu possa esserti esercitato da solo. Insomma, per farla breve, non sono a conoscenza del tuo attuale livello di Smaterializzazione. Quello di cui invece sono pienamente consapevole è la pericolosità di questa tua dote innata, e spero che lo sia anche tu.»

Il ragazzo annuì.

«Vista la particolare situazione, sono stata messa a conoscenza del fatto che, dopo la tua esibizione, è stato praticato un incantesimo di memoria al signor Twycross e ai tuoi compagni presenti quel giorno. In pratica, solo io, il professor Silente e il signor Lupin siamo a conoscenza della sua lezione dell’anno scorso, per tutti gli altri non è mai avvenuta, a livello ufficiale.»

Kaito ne fu sinceramente sorpreso: «Ah.»

«Te ne parlo perché tu sia consapevole che per evitarti grossi problemi, sono state commesse per te numerose violazioni alla legge. Violazioni delle quali, pur non essendo totalmente d’accordo, anche io stessa sono stata complice e artefice.»

«La ringrazio molto per questo, professoressa.»

«Io e il professor Silente abbiamo concordato, infine, che potrai ritentare regolarmente l’esame al sesto anno, previa valutazione da parte nostra nella quale considereremo se tu possa, sostanzialmente, fingere di poter fare quello che fanno gli altri e avere così la patente ufficiale. Molte altre capacità naturali, come i Metamorphomagus, sono ben regolamentati dal Ministero e non presentano particolari problematiche. Per la tua specifica situazione, invece, ci adopereremo per capire come poterci muovere dal punto di vista legale.»

Kaito fu molto grato all’insegnante. Per lei, particolarmente ligia alle regole, non doveva essere stato facile né coprirlo, né confessargli tutta quella faccenda. Inoltre, pur senza sapere esattamente tutta la storia di suo padre, aveva intuito autonomamente i possibili pericoli della sua particolare situazione.

Ridacchiò: «Visto che lei è stata così sincera con me, lo sarò anch’io. Ero davanti alla Sala Grande per controllare che Fred e George Weasley non… facessero troppo di testa loro, mettiamola così.»

La McGranitt lo guardò sorpresa, poi sorrise anche lei: «Confidenza per confidenza… anche io.»

Kaito rise di gusto e la McGranitt, senza imitarlo ma mantenendo anche lei quel sorriso, aggiunse: «Ora che ci siamo chiariti, direi che posso tornare in Sala Grande e continuare, per conto di entrambi, a controllare cosa possano combinare i gemelli Weasley

Kaito si alzò dalla sedia: «D’accordo. La ringrazio, professoressa.»

La donna assunse nuovamente quell’espressione seria che la caratterizzava: «Sii prudente, Kuroba. Coraggioso, ma prudente.»

Kaito uscì dall’ufficio con ancora più pensieri di quando era entrato. L’idea di andare a controllare cosa stessero combinando Fred e George era ormai, per ovvi motivi, accantonata, ma non la preoccupazione per i gemelli.

«Tu!»

E due, pensò Kaito, voltandosi verso Gazza, che lo squadrava imbracciando minacciosamente una scopa.

«Buongiorno, signor Gazza, posso aiutarla?»

Il custode lo guardò in cagnesco: «Ti ho colto sul fatto!»

Kaito lo fissò sinceramente confuso: «Ehm… su quale fatto?»

Gazza lo prese dal colletto della divisa e lo trascinò nel corridoio di fianco: «Come “quale fatto”? Questo fatto!»

Non appena gli fu possibile, il ragazzo guardò cosa aveva fatto inviperire il custode: una sostanza arancione, appiccicosa e che creava delle bolle colava da un’armatura, facendola scricchiolare pericolosamente.

«Che cos’è?»

«Speravo che me lo dicessi tu, delinquente!»

Il prestigiatore alzò le mani in segno di resa: «Ehi, fino a un minuto fa ero nell’ufficio della Professoressa McGranitt, può chiedere a lei!»

Gazza schiumava di rabbia: «Per punirti di quanto hai fatto!»

«Ma no, per faccende private! Davvero, glielo chieda.»

La certezza del custode parve vacillare: «E quelle scimmiette gemelle amiche tue?»

Kaito impiegò qualche secondo a realizzare il riferimento: «Se sta parlando dei gemelli Weasley sono da un bel po’ in Sala Grande a fare il corso di Smaterializzazione.»

Rimasto senza apparenti colpevoli, Gazza lo lasciò andare e, senza neanche scusarsi, cominciò a parlottare da solo: «Bha, e ora chi viene punito per tutto questo sudiciume? Ci metterò ore anche solo a capire come pulirlo! Così, ma tanto ci pensa Argus, no? Bha! Solo per qualche scherzo di stupido gusto!»

Kaito lo fissò per un momento, realizzando solo in quel momento cosa stessero davvero architettando Fred e George in quei giorni. Ma certo, era così semplice e così ovvio, come aveva fatto a non pensarci?

Senza fare rumore, si allontanò dalla scena del crimine, fino a che non sentì un sussurro.

«Kaito? Psst! Kaito

Era una vocina leggera e femminile, che proveniva da dietro un armadio. Con circospezione, il prestigiatore si avvicinò.

«Ciao, Helen. Che succede?»

La Tassorosso del terzo anno era tutta rossa in volto: «Ho fatto un pasticcio.»

Il prestigiatore fece due più due: «Parli dell’armatura di là?»

Helen annuì: «Gazza mi uccide, se mi scopre.»

Il ragazzo la prese sottobraccio sospirando: «Se rimani qua ti scopre di sicuro. Dai, vieni, che è successo?»

La Tassorosso cercò di nascondere il volto fra i lunghi capelli castani: «Non volevo fare nulla di male… c’è Luna che ha un po’ di influenza, così volevo tirarla su di morale… ho provato a ricreare una pozione che faceva mia sorella quando ero piccola. Mi diceva sempre di non berla, ma era bella, cambiava colore nella botticina e per un po’ faceva anche luce… ma dopo tanti anni non ricordavo bene la ricetta. L’ho provata, sembrava tutto a posto, così stavo andando verso la Sala comune dei Corvonero…»

Kaito fece una smorfia: «Ma a quanto pare non era tutto a posto.»

Helen sospirò: «All’improvviso si è messa a sobbollire nella botticina e io, spaventata, l’ho lanciata dentro l’armatura. Poi… è implosa, credo, non so. Hai visto che è successo!»

«Ho visto sì… ma perché non hai chiesto la ricetta precisa a tua sorella via gufo?»

La ragazza abbassò lo sguardo: «Pensavo di farcela da sola… ma ora mi espellono, secondo te?»

Kaito le sorrise: «Ma no, dai, vedrai che andrà tutto bene! Io a Gazza non dirò nulla, e se tutto va come penso, rimarrà uno dei tanti piccoli misteri di questo castello.»

«Grazie.»

«Ora però fila a spedire quel gufo a tua sorella.»

Helen si allontanò di corsa: «Lo farò!»

Il prestigiatore sospirò. Quel pomeriggio gli aveva stuzzicato un’idea niente male…

 

Quella sera, mentre nella Sala Comune di Grifondoro Fred e George stavano riproponendo, per chi avesse voglia di assistere al loro spettacolino, il primo incidente di Smaterializzazione della loro lezione, ovvero Fred che si spaccava un orecchio, con tanto di sangue finto e risatine, Kaito prese Sheridan da parte e le espose la sua idea.

«Tu sei tutto matto.»

Il prestigiatore sospirò: «Lo so, lo so, in condizioni normali sarei anche d’accordo con te, ma… pensaci un attimo: è meglio quello che ti sto proponendo io o lasciare Fred e George completamente a ruota libera?»

Sheridan osservò per un attimo i gemelli fingersi vampiri, salire sulla poltrona e saltare addosso a Lee Jordan impiastricciandolo di sangue finto.

«Perché da soli quei due non si fermano, e lo sai.»

Momoka sospirò: «Me ne pentirò vita natural durante. E forse anche dopo.»

Mangetsu rise: «Anche io, consolati.»

«Ok, ma abbiamo cinque giorni, riusciremo a procurarci tutto?»

«Possiamo provarci. Il necessario per fare un po’ di scena ce l’ho.»

«Di quello non dubitavo. Cosa facciamo, ci dividiamo le cose?»

Kaito le fece l’occhiolino: «Tu parte magica e io babbana?»

«Come sempre.»

 

 

Il primo aprile Fred e George Weasley entrarono in Sala Grande come se fossero i padroni del mondo.

Kaito, per prenderli in giro, con la mano davanti alla bocca e con voce metallica, disse: «Pianeta Terra chiama Luna: rispondete fratelli Weasley

Tutti gli altri fratelli Weasley al tavolo ridacchiarono, ma i gemelli non se la presero: «Sembra che tu non capisca l’importanza della cosa.»

Kaito alzò le spalle: «La maggiore età è sopravvalutata. Per il mondo dei maghi sono maggiorenne da ben due anni e sono sicuro che non me la tiravo tanto quanto voi.»

George si sfregò le mani: «Tu non hai idea di cosa potremo fare da adesso in poi.»

Kaito non rispose, limitandosi, di nascosto, a fare un occhiolino a Sheridan.

Quanto si sbagliavano…

 

George, qualche ora dopo, appena uscito dalla Sala Grande, sbadigliò stiracchiandosi le braccia: «Che giornata!»

Fred ridacchiò: «Non male come prima giornata da maggiorenni, sì… due ore di Piton, due della McGranitt, uno scherzetto a Gazza come intermezzo, una decina di punti in meno alla Casa, ma sono incidenti del mestiere…»

«Quindi ora che si fa? Facciamo gli adulti responsabili e facciamo i compiti o continuiamo… quella cosa?»

Il ragazzo ridacchiò: «E devi anche chiederlo? Tira fuori gli…»

Ma non ebbe modo di completare la frase. Qualcosa di fresco gli bagnò improvvisamente il volto. Con una mano si toccò il viso, sentendolo bagnato.

«Ma che…»

Un tonfo lo fece voltare, ma più lentamente di quanto si aspettasse. Il suo gemello era caduto a terra, di faccia.

«George… cosa…»

E le braccia di Morfeo accolsero anche lui.

 

Fred non aveva mai pensato di poter avere un déjà-vu nel sonno. Eppure, quando qualcosa di fresco gli bagnò nuovamente il volto, seppe subito che questo era già successo, e neanche tanto tempo prima.

Spalancò gli occhi di scatto, sobbalzando sulla sedia. Era buio intorno a lui, ma non abbastanza da non riconoscere una più che familiare figura seduta alla sua sinistra.

«George!»

Il fratello era ancora un po’ addormentato: «Dai, , ancora cinque minuti…»

Senza farsi problemi, Fred mollò un ceffone in pieno viso al fratello: «Macché mamma e mamma, svegliati! Ora!»

George scosse la testa e, ancora un po’ confuso, chiese: «Dove siamo? Che è successo?»

«Speravo sapessi rispondermi tu! Eravamo fuori dalla Sala Grande e…»

«Ci hanno rapiti?»

Fred fece una smorfia: «Dentro Hogwarts? E poi non ci hanno neanche legati e…»

Uno sbuffo di luce attirò l’attenzione di entrambi e chiuse la discussione. Di fronte a loro, appoggiato su un semplice banco, c’era un oggetto piuttosto familiare.

«Il… Calice di fuoco?»

I gemelli si avvicinarono con circospezione. Era proprio lui, pieno di fiamme bianche e azzurre che scoppiettavano al suo interno.

Non ebbero nemmeno il tempo di farsi domande, che un biglietto venne sputato fuori dal calice. I due gemelli si guardarono circospetti, poi George si fece coraggio e lo afferrò. Era scritto su pergamena consunta, in inchiostro rosso.

 

Siete pronti per la prova?

 

Fred guardò il gemello perplesso: «Quale prova?»

Un altro biglietto uscì dal calice.

 

Siete maggiorenni, adesso. Dunque vi chiedo: siete pronti per la prova?

 

George guardò perplesso il foglietto: «Quale prova? Quella per il Torneo Tremaghi

Fred aggiunse: «Non siamo più in tempo! Ci sono già state due prove!»

Ancora una volta, un biglietto rispose.

 

Se lo siete, afferratemi e bevete. Altrimenti, uscite dalla stanza.

 

I due gemelli si guardarono perplessi e un po’ intimoriti. Avevano tante domande, poche risposte, ma un’incoscienza tremenda. Fred prese il calice, George gli strinse la mano e, dopo aver ancora dato un’occhiata al gemello, il primo bevve.

George guardò il fratello preoccupato: «Tutto… tutto ok?»

Il corpo di Fred, prima di poter rispondere, fu attraversato da un brivido. Il gemello sbiancò.

«FRED!!!»

Il ragazzo esclamò: «È gelato!»

George lo guardò perplesso: «Nel senso che è freddo?»

Fred gli porse il calice: «No, nel senso che è proprio gelato! Assaggia!»

Il gemello prese il calice dubbioso, e ci intinse la lingua.

«È…»

«È gelato di more e mirtilli, ragazzi, non vi abbiamo avvelenato, potete stare tranquilli.»

I gemelli trasalirono, mentre Kaito e Sheridan accendevano le candele.

«Però di stasera effettivamente vi abbiamo drogato, quello sì, giusto per portarvi qui.»

Momoka guardò il prestigiatore di storto: «Secondo me il sonnifero era esagerato, però.»

Mangetsu ridacchiò: «Era il più blando del mio armamentario, non gli ha fatto assolutamente nulla, vero ragazzi?»

Futago e Soseiji si guardarono confusi.

«Non ci stiamo capendo più nulla.»

Gli altri due Malandrini risero.

«Effetto sorpresa perfettamente riuscito, allora!»

«Dai, prendetevi due sedie e parliamo con calma.»

Solo in quel momento i gemelli si resero conto di trovarsi in un’aula in disuso, in una di quelle dove spesso facevano le riunioni dei Malandrini.

Kaito sorrise: «Allora, com’è stato farvi finalmente scegliere dal Calice di Fuoco?»

George si morse un labbro: «… spiazzante.»

Fred si voltò ad afferrare il “Calice di Fuoco”. Era una coppa di legno intagliata rozzamente, esattamente come quella originale, ma ripiena di gelato. Fumava ancora, però.

«Come avete fatto?»

Sheridan sorrise: «Hagrid ci ha aiutato a intagliarla e Dobby ci ha procurato il gelato dalle cucine.»

Kaito alzò le spalle: «Per il resto… ghiaccio secco per l’effetto fumo e fiamme e un Lumos ben posizionato. Con il buio e la vostra fantasia ben stimolata avete fatto sostanzialmente tutto da soli.»

I gemelli si guardarono sconvolti: «Uao…»

Kaito porse loro un paio di cucchiai: «Intanto mangiatevelo, o si scioglie.»

I gemelli, sospirando, si arresero, presero i cucchiai e iniziarono a ingozzarsi.

«Però… perché?»

Sheridan li guardò seria: «Per farvi una domanda seria.»

Kaito annuì: «Siete pronti per la prova? Non quella del Calice… quella della vita adulta.»

I gemelli rimasero un po’ spiazzati da quella domanda, ed entrambi preferirono mettersi un’altra cucchiaiata di gelato in bocca.

Momoka continuò: «Eravamo un po’ preoccupati per voi in questi giorni. Eravate… stranamente eccitati. Va bene l’avvicinarsi del vostro diciassettesimo compleanno, però…»

Mangetsu continuò: «Ci ho messo un po’ a capire cosa vi stesse passando per la testa, ma penso di esserci arrivato. State complottando per i Tiri Vispi Weasley, vero? E magari ancora per come farla pagare a Ludo Bagman per il suo imbroglio.»

La ragazza sospirò: «Da oggi vostra madre ufficialmente non potrà più impedirvi nulla, era per quello che eravate così eccitati.»

I due gemelli arrossirono, colti sul fatto.

Il prestigiatore continuò: «Scusate se ho coinvolto anche lei, ma ho avuto bisogno di aiuto e consulto per fare una cosa importante.»

Futago li guardò sorpreso: «Cosa?»

Kaito sorrise: «Il vostro regalo di compleanno, cosa sennò?»

Momoka, con un sorriso, annunciò: «Questi due Malandrini hanno deciso, di comune accordo, di contribuire ufficialmente alla fondazione del Tiri Vispi Weasley! Se riuscirete a creare il vostro negozio di scherzi senza Bagman, sarà la più grande vendetta che possiate fare nei suoi riguardi, no?»

I due gemelli si guardarono ancora più confusi.

«Ragazzi… noi non possiamo accettare dei soldi da voi.»

Mangetsu ridacchiò: «E chi ha mai parlato di soldi?»

Con un rapido gesto Kaito coprì il banco più vicino con un telo, che non appena tirò via rivelò un bel mucchio di pacchetti.

«Ecco il nostro contributo.»

Sempre più confusi, i gemelli si avvicinarono al mucchio di doni.

«Possiamo?»

Mangetsu sospirò: «Sì, questi sono innocui, non temete.»

Rassicurati, i due fratelli si avventarono sui pacchetti, che erano quasi tutti voluminosi e abbastanza pesanti. Soseiji però, rimase deluso quando finì di scartare il primo.

«Un libro?»

Kaito annuì e George continuò a leggere il titolo: «”Guida ai più (e ai meno) comuni effetti collaterali delle Pozioni”?»

Futago fece una smorfia, vedendo il titolo del suo: «”Chimica per principianti”? Che è la Chimica?»

Mangetsu si sbatté una mano sulla fronte: «Diciamo Pozioni versione babbana.»

«Ok… ma perché?»

Gli altri due Malandrini sospirarono: «Perché da adesso in poi, se vi conosciamo un pochino, voi partirete a sperimentare chissà che cosa, per creare nuovi scherzi.»

«E presi dall’entusiasmo, potreste fare… meno caso a un paio di cosucce.»

«Come la sicurezza. Vostra, principalmente, non dico degli altri, per quello siete abbastanza intelligenti, di solito.»

«E noi non vogliamo che questo accada.»

«Quindi lì c’è tutto quello che siamo riusciti a procurarci di materiale inerente alla sicurezza, magica e babbana, in modo che possiate prendere spunto… ma non strafare.»

Kaito ridacchiò: «Perché siate… coraggiosi, ma prudenti.»

I due gemelli si guardarono. Non era esattamente il regalo di compleanno che si aspettavano, ma avevano capito il pensiero degli amici.

«Ah, e poi c’è questo.»

Momoka guardò Mangetsu ancora una volta: «Sei sicuro?»

Il ragazzo ridacchiò: «E diamo un po’ di fiducia ai nostri Malandrini preferiti!»

E consegnò ancora loro un pacco. Soseiji e Futago si affrettarono a scartarlo.

«”Il Piccolo Chimico”?»

«Vi pare che vi diamo dei libri di chimica e non la possibilità di metterli in pratica creando sostanze e pasticci vari alla maniera babbana? Ci sono un mucchio di possibilità in quella scatola e in quei libri a cui nessun mago penserebbe mai.»

Lo sguardo dei due gemelli s’illuminò di gioia e Momoka alzò gli occhi al cielo: «Ecco, ora la frittata è fatta per davvero.»

Mangetsu ridacchiò: «Tranquilla, ho controllato, è dagli anni ‘50 che non mettono nella scatola il necessario per creare polvere esplosiva, per lo meno!»

I due gemelli li abbracciarono: «Grazie, ragazzi!»

«Non vi deluderemo!»

«Non c’è un abbraccio anche per me?»

Pix, incurante di tutto, attraversò un muro della stanza e si avvicinò ai Malandrini.

«Ehilà, Gōsuto, che ci fai qui?»

Il Poltergeist ridacchiò: «Oh, volevo partecipare anche io alla festa… ho portato anche un po’ di regali…»

E aprendo le braccia scaricò nelle mani dei gemelli una quantità enorme di oggetti.

«Tutto quello che sono riuscito a recuperare dal cassetto con il vostro nome, con tanti auguri da Gazza.»

I due ragazzi si persero un momento, riconoscendo oggetti che non vedevano da anni e che avevano disperato di poter recuperare, un giorno.

Soseiji posò un po’ di oggetti e si avvicinò al Calice, ormai vuoto: «Questo lo possiamo tenere?»

Momoka sorrise: «Certo, potete considerarlo parte del regalo.»

Fred e George si guardarono in volto, sorridenti ma con gli occhi seri.

«Cose vecchie…»

«Cose nuove…»

I due ragazzi si guardarono in volto: «… miglior festa di compleanno di sempre!»

E tutti i Malandrini scoppiarono a ridere, finalmente, com’era giusto in un giorno di festa.

 

 

“Grande festa alla corte di Francia”…

C’è voluto più tempo del previsto, ma sono tornata. Vorrei fare come John Belushi in Man in Black (“non è stata colpa mia. Davvero, sono sincero. Quel giorno finì la benzina. Si bucò un pneumatico. Non avevo i soldi per il taxi! Il mio smoking non era arrivato in tempo dalla tintoria! Era venuto a trovarmi da lontano un amico che non vedevo da anni! Qualcuno mi rubò la macchina! Ci fu un terremoto! Una tremenda inondazione! Un'invasione di cavallette!”), la verità è molto più banale: ho seguito mio padre che per problemi di salute è entrato e uscito dall’ospedale più volte, unito a problemi sul lavoro mi ha causato il mio primo, serio, blocco dello scrittore. Non mi sono arresa, ho scritto molto per allenarmi di nuovo, ma non ho mai scordato né voi né questa storia. Adesso sono tornata, e spero di rimanerci a lungo, magari sempre con tempi distesi, ma senza dei blocchi e delle pause così lunghe. So anche che nel frattempo EFP è diventato sostanzialmente abbandonato, ma ho una storia in sospeso con voi e farò di tutto per portarla a termine.

Intanto, in ritardissimo, ringrazio chi aveva commentato lo scorso capitolo: Lunariascrittrice, fenris, Serena Leroy.

Nel prossimo capitolo (tranquilli, è già avviato e a buon punto) avremo l’ultima prova del Torneo Tremaghi… e degli non troppo inaspettati ritorni.

Vi auguro buone vacanze, e vi aspetto al prossimo capitolo.

 

Hinata 92

  
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