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Autore: storiedellasera    25/08/2020    1 recensioni
Alcuni desideri sono fatti per cercare la felicità. Altri desideri invece sono espressi per infliggere sofferenze.
Lo sanno bene Milla e Kyleen, proprietarie di una locanda molto particolare.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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La strega dei desideri


“Per tutti gli Dei!” Esclamò inorridita lady Flio entrando nella locanda dei desideri.
Era passato un giorno dal massacro dei guerrieri da parte di Kyleen. Nella sala da pranzo si vedevano chiaramente moltissime tracce di sangue e diversi altri segni dello scontro.
Milla, rimasta sola, era riuscita a trascinare i cadaveri sul retro della locanda per poterli dare alle fiamme. Si poteva ancora sentire l’odore della carne umana bruciata.

La strega dei desideri si trovava nella sala da pranzo. Era stremata e si limitò a osservare lady Flio che continuava a guardarsi attorno sbalordita.
Dopo un’altra manciata di secondi, Flio si rivolse a Milla: “sei ferita?”
Lei fece cenno di no con la testa.
“Anders e Kyleen?”
“Stanno bene anche loro…” rispose Milla con voce debole “…ma non si trovano qui.”
“Capisco” disse lady Flio annuendo e continuando a osservare le macchie di sangue sparse per tutto il salone.
Milla non aveva intenzione di raccontarle la verità... che aveva trasformato Anders in un animaletto e che Kyleen era fuggita, chissà dove, dopo aver scoperto l’orribile segreto della locanda.
Lady Flio sospirò e guardò negli occhi la strega: “devi venire con me, mia cara. Il re ti ha convocata a corte.”
“Cosa vuole sua maestà da me?” Chiese Milla. Non si aspettava una simile notizia ma non era per niente sorpresa o agitata. Sapeva inoltre che nessuno poteva rifiutare una chiamata del re.
“Non so perché sua altezza vuole vederti. Mi hanno ordinato di venirti a prendere senza darmi alcuna spiegazione” rispose lady Flio. Come maga della gilda al servizio della corona, Flio aveva solo ricevuto l’ordine di condurre Milla al cospetto del sovrano.
La locandiera annuì: “va bene, andremo solo noi due. Non porterò con me Kyleen e Anders.”
“Come desideri.”

Entrambe uscirono dal locale e salirono sul carro di lady Flio. Partirono per la volta della capitale.
Un piacevole vento rinfrescava l’afosa e soleggiata giornata.
Milla si spostò sul retro del carro e si distese sulla soffice erba che germogliava grazie alla magia di lady Flio.
“Sei stanca?” Chiese quest’ultima. Il vento le agitò i suoi lunghissimi capelli verdi.
La locandiera rispose: “ti dispiace se dormo? Mi sono dovuta occupare da sola dei corpi dei guerrieri e sono stremata. Sento di star per crollare da un momento all’altro.”
Lady Flio ridacchiò: “tranquilla, riposati. Sarà un lungo viaggio…” si voltò verso Milla e le rivolse un sorriso “…sai, questa è la prima volta che ti vedo senza Kyleen al tuo fianco.”
“Eh già” si limitò a rispondere la strega dei desideri, che non riusciva più a tenere gli occhi aperti.
E mentre si abbandonava a un profondo sonno, non poté fare a meno di ricordare la prima volta che incontrò la sua amata Kyleen.



⁓•⁓•⁓•֍•⁓•⁓•⁓



Quando aveva dodici anni, Milla scappò di casa dopo aver litigato con sua madre, Ajara.
Si era trattato di un violento litigio, molto più grave di tutte le loro precedenti discussioni.
Così, durante la notte, la piccola Milla aveva preso un fagotto e lo aveva riempito di abiti, provviste, un otre piena d’acqua, qualche grifone d’oro e una mappa del continente.
Uscì di casa e andò via dalla capitale del regno.

Per Milla non fu doloroso lasciare la città, del resto non sentiva di appartenere a quel luogo.
Ma il suo cuore era comunque colmo di dispiacere per i problemi che aveva avuto con sua madre.
Ajara, originaria del grande deserto del sud, era stata vittima di violenza da parte di un predone. Da quell’abuso nacque Milla.
Dopo un anno, Ajara intraprese un lungo viaggio e si trasferì nella capitale del regno portando con se la bambina. Ma la donna, nel corso della sua vita, non era mai riuscita a esprimere affetto per sua figlia. Litigava spesso con lei e la trattava con freddezza poiché, ogni volta che guardava i suoi occhi smeraldo, vedeva solo il volto del suo assalitore.
Questo spinse Milla fuori dalle mura della sua casa.

Una volta abbandonata la capitale, la piccola si fermò un secondo e consultò la mappa che aveva portato con se. Lei discendeva dal popolo del deserto, composto da uomini e donne famosi per essere grandi esploratori. Questo confortava Milla che era sicura di esser portata per i viaggi e le avventure grazie al suo retaggio.
Studiò con attenzione la mappa: alle sue spalle si trovava la capitale mentre di fronte a lei, a ovest, sorgeva una grande montagna. Milla sapeva che sul monte abitava una strega, così scartò l’idea di recarsi in quel posto. E poiché a sud si trovava il deserto, il luogo delle sue tristi origini, la bambina pensò che c’era solo una direzione da prendere… il nord.

Camminò tutta la notte e all’alba raggiunse le coste sabbiose del settentrione.
Il sole  faceva risplendere d’oro la superficie dell’oceano. Il suono delle onde cullava Milla che iniziò a camminare lungo la spiaggia. Si immerse nei suoi pensieri mentre avvertì in lontananza il verso di qualche gabbiano.
Sapeva benissimo che oltre l’oceano, a neanche un giorno di navigazione, sorgevano delle gelide e misteriose terre abitate da feroci barbari, i cosiddetti cani del nord.
Il pensiero di incontrare uno di quei bruti provocò in Milla un brivido lungo la sua schiena.
La bambina doveva scegliere di nuovo una direzione. Se si fosse diretta a ovest avrebbe raggiunto le Terre dei fiumi ma si trattava di un reame scosso da una feroce battaglia. Pensò quindi di continuare a camminare lungo la costa e dirigersi a oriente. Lì avrebbe potuto incontrare dei mercanti di gemme e unirsi a loro. Quei mercanti erano originari della remota Vallata scarlatta, il luogo più ad est conosciuto dagli esseri umani.   
Fu in quel momento che qualcosa attirò l’attenzione di Milla. Sulla spiaggia, non molto distante da lei, si trovava una sagoma scura e immobile, bagnata dalle onde dell’oceano.
La curiosità vinse sui timori della bambina che decise di raggiungere, con cautela, il misterioso oggetto. Milla scoprì che si trattava di una piccola imbarcazione.
Le vele erano state stracciate come se avessero dovuto affrontare una tempesta.
Lo scafo di scuro legno era abbellito con incisioni di draghi e mostri marini. Si trattava di una forma d’arte che Milla non aveva mai visto. Sembrava provenire da un altro mondo.
La bambina sentiva il suo cuore battere forte nel petto. Si avvicinò ancora di più alla barca e sbirciando al suo interno scoprì la presenza di un uomo morto.
Milla non aveva mai visto un cadavere e levò al cielo un urlo di terrore.
L’uomo era disteso sulle assi dell’imbarcazione. Indossava abiti regali, stringeva una spada dall’elsa dorata e una corona adornava la sua testa. Ai suoi fianchi inoltre si trovavano strane monete e altri tesori.

Milla iniziò a indietreggiare, tremando come una foglia.
I suoi respiri si fecero corti e veloci. In quel momento scoprì la presenza di un secondo corpo.
Apparteneva a una bambina, riversa sulla spiaggia vicino la barca.
Milla, credendo che fosse morta, si avvicinò a lei. La osservò attentamente e pensò che poteva avere la sua stessa età. Aveva lunghi capelli biondi e indossava un abito bianco, sporco di sangue e sabbia. Quella bambina non era morta ma aveva solo perso i sensi. Improvvisamente spalancò gli occhi e balzò subito in piedi quando si accorse della presenza di Milla, la quale aveva urlato di nuovo per lo spavento.
Corse contro di lei e le saltò addosso.
Entrambe caddero sulla sabbia, iniziarono a lottare e rotolare sulla spiaggia. Ma la misteriosa ragazzina riuscì a bloccare Milla, sedendosi sul suo petto e afferrandogli i polsi.
Era terribilmente forte.
Per diversi secondi le due rimasero in silenzio a guardarsi negli occhi.
Un’onda, particolarmente vivace, sfiorò i loro corpi.
“Non farmi male!” Sussurrò Milla terrorizzata e in procinto di piangere.
Notò solo in quel momento che il suo aggressore aveva gli occhi di un intenso azzurro.
Quel colore, così come quei capelli dorati e quella incredibile aggressività erano tratti tipici dei barbari del nord. Milla capì quindi di trovarsi faccia a faccia con una piccola bruta proveniente dalle gelide terre oltreoceano.
La paura crebbe dentro di lei e si tramutò in puro terrore quando vide il suo aggressore afferrare una pietra e sollevarla sulla sua testa.
Milla chiuse gli occhi e alzò le mani per proteggersi il volto: “non farmi male!” Ripeté, questa volta urlando.
La barbara rispose in una lingua incomprensibile. La sua voce era rauca ed esprimeva tutta l’ira che ardeva dentro di lei.
Milla deglutì prima di rispondere: “non… non ti capisco.”
La misteriosa bambina la guardò con aria perplessa e si accorse di non esser stata compresa dal suo ostaggio. Frustrata, colpì Milla al volto con la pietra.
Quest’ultima sentì la sua faccia andare a fuoco e iniziò a perdere sangue dal naso. Poiché era stata tramortita, la misteriosa bambina poté trascinarla verso la barca senza alcun problema.
Prese poi delle corde, legò una mano di Milla alla prua dell’imbarcazione e le rubò il fagotto.

Milla si riprese anche se sentiva ancora molto dolore.
Osservò la giovane barbara intenta a frugare nel fagotto. Gli occhi azzurri di quella violenta bambina si spalancarono quando trovò l’otre e le provviste di Milla. Bevve l’acqua e divorò con sorprendente rapidità quasi tutte le razioni da viaggio. Di fronte a quella scena, Milla smise per un momento di avere paura e fissò con stupore la bambina ingozzarsi come solo una bestia sa fare.
Una volta finito il pasto, la barbara continuò a rovistare nel fagotto, trovando così la mappa del continente. La mostrò al suo ostaggio e iniziò a battere una mano su quel foglio.
“Vuoi sapere dove siamo?” Chiese Milla anche se era consapevole di non poter essere compresa dal suo aggressore. Ma parlare riusciva in qualche modo a farla calmare.
Indicò poi un punto sulla mappa: “ci troviamo qui” disse alla barbara.
Quest’ultima si portò la carta sotto gli occhi e iniziò a studiare il continente. Milla si chiese cosa stesse pensando quella bambina del nord.
Dopo diversi interminabili secondi, la piccola barbara prese la spada dalle fredde dita del cadavere nella barca. Liberò Milla ma solo per poterle legare i polsi dietro la sua schiena.
Le indicò poi un punto sulla mappa, ossia il monte vicino la capitale del regno.
Gesticolando, la bambina del nord riuscì a comunicare i suoi intenti: voleva raggiungere quella montagna, costringendo Milla ad accompagnarla per mostrarle il cammino.
Quest’ultima spalancò gli occhi per la paura: “vuoi che ti porti lì?! Su quella montagna? Oh no! No, no, no! Non se ne parla! Lì abita una strega…”
Le sue proteste si interruppero quando la barbara le puntò la spada alla gola.
Milla si irrigidì per la paura: “va bene, va bene! Ti condurrò dove vuoi.”
La barbara aveva intuito il senso di quelle parole, dato il tono supplichevole del suo ostaggio. La strattonò per un braccio per incitarla a iniziare il viaggio verso la montagna.
Milla sospirò poiché non aveva altra scelta.
Insieme alla feroce ragazzina si diresse verso sud, percorrendo a ritroso il viaggio che aveva intrapreso il giorno precedente. Cercò di muovere i polsi legati dietro la sua schiena e si rese subito conto che la barbara aveva usato un nodo impossibile da sciogliere.
Durante il cammino rivolgeva spesso delle occhiate alla sua rapitrice.
Milla non aveva il coraggio di parlarle… tantomeno ribellarsi.
Si chiese come mai quella piccola furia avesse deciso di recarsi sulla montagna. Pensò che fosse un luogo adatto per trascorrere dei giorni: era ben isolato, vicino a molti corsi d’acqua e protetto da altre catene montuose.
L’unico problema era la strega che viveva sulla sommità del monte.
La barbara non era a conoscenza di quel terrificante dettaglio. Milla rabbrividì al sol pensiero di incontrare la strega. Non aveva mai conosciuto una persona in grado di usare la magia ma aveva sentito molte storie spaventose sui maghi e sugli stregoni.

Tutti quei pensieri le provocarono un attacco di panico e fu costretta a fermarsi.
Si piegò in due e iniziò a respirare freneticamente.
Lei e la barbara avevano da poco lasciato la spiaggia ma si poteva ancora sentire il profumo del mare. La bambina del nord dimostrò un briciolo di pietà e attese che Milla si fosse calmata.

Lentamente la ragazzina riprese a respirare normalmente.
Tornò in posizione eretta e si concesse altri secondi per tranquillizzarsi del tutto.
Si voltò poi verso la barbara che continuava a dimostrarsi fredda e impassibile.
“Mi chiamo Milla” disse con voce sorprendentemente rilassata e squillante.
La bambina del nord la fissò con aria interrogativa.
“Mi-lla! Mi-chiamo-Milla. Milla.”
“Kyleen” rispose la barbara prima di toccare la spalla della sua prigioniera per incitarla a riprendere il cammino.
Le due ragazzine si rimisero in viaggio.

fiore

   
 
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