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Autore: Brume    25/08/2020    3 recensioni
Un viaggio fuori programma, camini accesi, anime che si trovano e si scaldano. Un giorno qualunque in cui un uomo ed una donna si ritrovano.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Normandie, toujours.'
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C' è vento di tempesta,qui in Normandia; un vento freddo, che arriva forte e sembra farti mille tagli nel viso , negli occhi, nella bocca. Ti aspetto da qualche minuto. Scesa da cavallo sei subito entrata in casa, hai preso i mantelli ed ora finalmente mi hai raggiunto veloce e agile , camminando nella sabbia senza fatica. Mi hai messo il mantello addosso, come feci io quella notte di tanti anni fa quando tornasti, sotto la pioggia, da una visita al conte di Fersen…e dopo avermi coperto ti siedi accanto a me, appoggiando la tua massa di ricci biondi e indomiti sulla mia spalla. “ ho freddo" mi dici “ ma è davvero meravigliosa questa giornata e voglio restare qui ancora un pò" aggiungi. Quindi rimaniamo li con lo sguardo che vaga all' orizzonte, ad osservare nubi grigiastre che si scontrano, senza pensare a nulla anche se a ben vedere ci sarebbero molte cose da risolvere… io mi giro verso di te, vorrei parlare… ma ti guardo mentre chiudi gli occhi e sospiri, dimentica di ogni cosa… “Oscar, quanto avrei voluto che ci liberassimo prima da queste catene" penso...e poi: “ma che importa, in fondo siamo qui”. Si.Siamo qui, insieme, dobbiamo solo goderci il momento e basta. Il mio braccio ti stringe, ti porta più vicino a me; tu mi lasci fare, ti lasci trasportare, lasci parlare i tuoi occhi, liberati dal velo delle palpebre. Vorrei baciarti ma so che ancora non è arrivato il momento. Aspetterò ancora un po, come faccio da una vita. Siamo arrivati qui stamattina; “ho preso una scusa qualsiasi perché volevo passare del tempo con te” mi hai detto appena partiti. “Sono contento, Oscar” ti ho risposto. Poi abbiamo spronato i cavalli al galoppo , facendo le gare come i vecchi tempi; un paio di pause, una notte alla locanda – rigorosamente in stanze separate – e finalmente…siamo a casa tua…anzi, “nostra" come ami chiamarla tu. “Andrè, ci fermeremo almeno un paio di notti… dovresti accendere il fuoco sia in cucina che nelle camere: la casa è chiusa da un po' “ mi dici sottovoce, con un bisbiglio, senza togliere gli occhi dal mare. “Devo andare adesso? “ Ti chiedo; “Quasi quasi…ma si, Andrè, saliamo” rispondi. Insieme facciamo questo breve tratto di strada, una piccola scaletta, ed entriamo nel giardino della proprietà, lasciato selvaggio, senza particolari interventi. Vado in casa diretto e senza nemmeno togliermi il mantello entro nelle camere e in cucina a controllare i camini; dovrebbero essere a posto. Esco dalla piccola porta della cucina e mi avvicino alla legnaia , faccio un po’ di scorta – tutto quello che le mie braccia riescono a trattenere – e comincio il mio lavoro. Cucina, camera tua, camera mia; in meno tempo rispetto a ciò che pensavo, la casa si riempie di profumi : resina, muschio, legno. E calore. Nel fisico e nell' anima. “Ora sto meglio, grazie André! “ mi dici sorridendo e levando la pesante cappa. Ora posso toglierla anche io, finalmente; mi siedo vicino al fuoco della cucina, prendo del vino e ne verso in due bicchieri. Tu nel frattempo prendi un paiolo. “Vorrei farmi un bagno, vado a prendere l’ acqua e la metto a scaldare” dici uscendo.Io ti osservo, osservo quel tuo corpo esile ma così forte, temprato da anni e anni di lavoro. “Non so fino a quando resisterò” penso ancora tra me e me, ho vampate di caldo, lo stomaco si chiude. Rientri, metti l’ acqua sul fuoco e mi dici: “dovremo anche pensare a cucinare !”; e ridi, sapendo già che probabilmente rischieremo un avvelenamento. Sorrido anche io mentre penso alla locanda poco distante ma non ti dico nulla, voglio farti una sorpresa. Portarti a cena. Come un uomo e una donna. Quando l’ acqua sembra pronta prendi il paiolo e vai in camera tua; io , nel frattempo, attendo. Osservo questa casa ed i pesanti arredi , i quadri dei tuoi avi, il ritratto del tuo primo cavallo, un pony di nome Philippe. Cammino con le mani dietro la schiena, comincio a sentire la stanchezza di questi due giorni di viaggio. Mi fermo, mi stiracchio, slaccio il gilet e poi il nastro che mi tiene legati i capelli e ci passo la mano, per districare i ricci che ogni tanto si annodano. Cammino ancora un po'; ci metterai un attimo, ti conosco, so che ti piace stare a mollo circondata da candele ed essenza. Inconsapevolmente- te lo giuro!!!- arrivo nel corridoio, deciso di andare nella mia stanza e rilassarmi un po'…ma vedo la porta, la tua porta socchiusa, come fosse un invito. La mia mano si appoggia alla maniglia e li resta ferma, leggera; poi prendo coraggio e spalanco la porta. Non ci sei; sei già oltre il paravento bianco ricoperto da leggeri disegni che ritraggono le tue amate rose. “Ti aspettavo , André. Ce ne hai messo di tempo” . La tua voce è soave. Prendo coraggio, allora, e passo oltre quella cortina che ci divide. Tu sei li, immersa fino al collo, intravedo il tuo corpo sfocato. Non hai timore: le tue braccia, appoggiate al bordo della vasca, lasciano scoperti i tuoi seni. “Buon compleanno, Andrè!” Mi dici arrossendo.” Non prendermi per una di quelle, sai che non sono così. Mi costa essermi proposta, perché sai che sono timida…ma non potevo più aspettare.” La tua voce è un sussurro. Io inizio a spogliarmi, tu pudicamente togli i tuoi occhi dai me finché non sono immerso nella vasca fino alla vita mi siedo di fronte, ti guardo negli occhi e sorrido,, non riesco a toglierti gli occhi di dosso. “Tu non sei e non sarai mai una di quelle, Oscar. Tu sei l' amore della mia vita, sapessi quanto ho desiderato questo momento… mi hai stupito, Oscar “ ti dico, arrivando quasi alle lacrime. Mi muovo, il mio corpo è sopra di te, ti bacio dolcemente e tu rispondi al richiamo; le tue mani mi cingono i fianchi. Ora siamo occhi negli occhi, emozionati come non mai. “Ti amo, Andrè. Sei tutto ciò che ho. Voglio essere tua, per sempre.” La tua voce si fa sicura, si alza persino di un tono. Io non riesco più a tenere a bada l'emozione e le lacrime. Non dico nulla, ma esco da questa vasca. Non voglio fuggire:gocciolante recupero un telo pulito e profumato e torno da te, ti raccolgo, ti porto tra le mie braccia fino al tuo, al nostro letto. Con un piede cerco di richiudere la porta. Ora siamo solo noi… Per sempre, insieme. Ti amo, Oscar.
   
 
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