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Autore: Aagainst    26/08/2020    1 recensioni
«Ehi, no!» esclamò Eliza, ma non poté fare nulla. La vide gettarsi giù.
«Eli, la polizia è qui. Ma che succede? Dov’è?» chiese Alycia, entrando improvvisamente. Quando intuì cosa era successo, si portò le mani davanti alla bocca, inorridita. Eliza si voltò verso di lei. Il bambino che aveva in braccio era scoppiato a piangere.
«E ora che faccio?».
[Elycia]
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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4.

 

Do I want these choices to define me
Or can I find a way back to myself?
(Whether, I-Temptation)

 

Rachel andava su e giù per la sua stanza. Abitava in un minuscolo e malmesso monolocale e in realtà aveva a malapena dello spazio per muoversi. Seduto su una sedia Duke, il suo migliore amico, la osservava curioso. Non l’aveva mai vista così agitata.
«Duke, era lui.» esordì la ragazza.
«Lo so. Rachel, devi stare calma.» provò a tranquillizzarla, abbracciandola da dietro. La ragazza si divincolò e scoppiò a piangere.
«Rachel...»
«Io non sto calma, Duke. Christian è qui, non lo vedo da tre anni e ora è a pochi minuti da me.»
«Ma non puoi andare da lui! Lo sai! Se scoprissero chi sei, finiresti in prigione!» provò a farla ragionare Duke. Rachel si sedette, pensierosa. Non sapeva come ribattere. Duke aveva ragione, andare su quel set sarebbe stata la fine. Sospirò, ripensando alla notte precedente. Eliza era stata davvero gentile. Sembrava essere una gran bella persona ed era contenta di sapere che fosse lei ad occuparsi di Christian.
«Che cosa faccio?» chiese.
«Se mai dovessero tornare al pub, comportati normalmente. Ma ti prego, non andare su quel set. Tuo fratello non ti conosce, è al sicuro e va bene così. Non rovinare tutti i sacrifici che hai fatto in questi anni.» rispose Duke.
«Quand’è che potrò fare qualcosa per me?». Il ragazzo le carezzò i capelli.
«Sei sopravvissuta, è questo che conta.»
«Forse la vita dovrebbe essere più che semplice sopravvivenza, non credi?» ribatté Rachel. Duke scosse il capo.
«Sopravvivere è la cosa più importante, Rachel. E vivere pochi istanti per poi condannare te e Christian ad un destino infausto sarebbe davvero ingiusto e stupido. Almeno, io la penso così.». La ragazza si alzò e, senza dire una parola, indossò cappotto, guanti, sciarpa e cappello.
«Dove vai?» si allarmò Duke.
«A fare una passeggiata.» rispose Rachel. Il ragazzo le si parò davanti.
«Promettimi che non andrai sul set.». Rachel alzò gli occhi al cielo.
«Promettimelo.» insistette Duke.
«E va bene, te lo prometto.» cedette Rachel. Accennò un sorriso e, aperta la porta, uscì.

 

                                                                                                                 *

 

Le case mobili erano tantissime. Rachel sorrise. Erano comunque tutte più grandi del suo squallido monolocale. L’area in cui la troupe e gli attori si erano stabiliti era enorme. Rachel la conosceva abbastanza bene. Negli ultimi tre anni era capitato che andasse lì a fare qualche passeggiata. Inspirò ed espirò, nervosa. Si stava pentendo di aver disobbedito a Duke. Certo, Alycia le aveva detto che era disponibile per ogni evenienza e di raggiungerla pure sul set, ma era inutile prendersi in giro, Rachel non era lì per lei. Anzi, sperava di non incontrarla proprio. Si avventurò fra le case mobili, cercando di mimetizzarsi con gli addetti ai lavori. Voleva solo rivederlo un’ultima volta, poi avrebbe lasciato perdere per sempre. Camminava lentamente, in modo da poterlo scorgere. Passò mezz’ora, ma di Christian nessuna traccia.
«Cazzo, questa è la volta che Eliza mi ammazza.» udì alle sue spalle. Si voltò. Un ragazzo stava chiamando a gran voce Christian. Lo riconobbe, era al pub la sera prima. Gli si avvicinò.
«Ehm... Serve una mano?» esordì. Richard faticò a riconoscerla.
«Tu... Tu sei la cameriera.»
«Già. Sono qua per ringraziare Eliza di persona.» mentì la ragazza.
«Eliza sta girando in questo momento. E per fortuna. Mi devi aiutare, ho appena perso suo figlio.» spiegò Richard, nel panico. Rachel deglutì. In che senso perso?
«Dove l’hai visto l’ultima volta?» domandò.
«Stava giocando vicino alla casa mobile. Mi sono messo a parlare cinque minuti con una comparsa per un autografo e l’ho perso di vista.» raccontò. Rachel non poteva credere alle sue orecchie. Ma come si poteva perdere di vista un bambino? Non che potesse giudicare, in fondo lei quel piccolo l’aveva abbandonato. “Io l’ho fatto per il suo bene, però.” pensò tra sé e sé. Si mise alla ricerca del bambino, invano.
«Sono un uomo morto.» asserì Richard.
«Andiamo, non possiamo arrenderci. Cosa gli piace fare di solito? È attratto da qualcosa che potrebbe esserci qua intorno?» chiese Rachel. Richard si era steso per terra, rassegnato.
«Ultimamente gioca molto volentieri con la neve, ma...»
«Ma?». Richard si mise a sedere.
«Il laghetto ghiacciato. Maledizione, dobbiamo muoverci.».
«Muoversi per dove, Richard?». Il ragazzo non aveva nemmeno il coraggio di voltarsi. Eliza lo fissava, in lacrime. Rachel si nascose dietro ad un albero.
«Ti avevo chiesto di occuparti di Christian.»
«So dov’è, dobbiamo solo arrivare in tempo.» si giustificò Richard, ricevendo solo un sonoro schiaffo in faccio. Rachel si schiacciò contro l’albero. Conosceva il laghetto di cui parlava il ragazzo. Non era troppo lontano da dove si trovava. Si mise a correre, noncurante del fatto che Richard, Eliza o chicchessia potessero notarla. Arrivata al laghetto, inorridì. Christian era riuscito a passare sotto la grata che separava l’acqua ghiacciata dalla terra ferma. Si avvicinò, lentamente.
«Christian, vieni qui.» lo chiamò. Per tutta risposta, il bambino indietreggiò pericolosamente.
«Piccolo, sono io, sono Rachel. Vieni qua.» insistette. Christian la guardava, stranito. “Forse un po’ si ricorda.". Rachel cominciò a canticchiare per calmarlo e attirarlo a sé. A poco a poco, il bambino si sciolse e si diresse verso la ragazza. Rachel lo portò al di là della grata, prendendolo prontamente in braccio. Quando Eliza e Richard li raggiunsero, li trovarono a giocare e rotolarsi nella neve.
«Chris sta giocando.» osservò l’australiana, stupita. «Solitamente non dà mai confidenza a chi non conosce». Eliza si precipitò dal bambino, abbracciandolo.
«Grazie.» mormorò, rivolta a Rachel. La ragazza fece per andare via, ma Eliza la fermò, afferrandole dolcemente il braccio.
«Ero venuta per ringraziarla per ciò che ha fatto ieri. Ora devo andare.» disse la più giovane, in preda all’agitazione.
«Ti prego, posso offrirti qualcosa? Gli hai salvato la vita.». Rachel sapeva di star commettendo un errore, ma non poté resistere. L’idea di trascorrere altro tempo con suo fratello l’allettava troppo. 

   

                                                                                                                   *

 

Eliza l’aveva accompagnata alla sua casa mobile. Aveva messo Christian a letto e poi aveva stappato due birre. Rachel si sentiva a disagio. Avrebbe dovuto dar retta a Duke.
«Stai bene?» domandò Eliza. Rachel annuì.
«Io sono venuta solo per ringraziare.»
«E invece devo ringraziare io te. Posso chiederti come diamine hai fatto? Chris non si lascia avvicinare da nessuno che non sia io o qualche mio amico stretto.» chiese Eliza, curiosa. Rachel non sapeva come rispondere.
«L’ho semplicemente chiamato.» rispose. In parte era vero, non era del tutto una bugia. L’attrice si fece improvvisamente taciturna. Si sedette, tenendo la bottiglia di birra in mano e assumendo un’aria pensierosa. Rachel deglutì. Temeva di aver detto o fatto qualcosa di sbagliato. Sentiva lo sguardo di Eliza squadrarla da cima a fondo. Dopo infiniti minuti, il volto dell’australiana si illuminò.
«Senti, so che lavori al pub, ma volevo chiederti se ti andrebbe un lavoro diurno.». Rachel non capiva.
«Ecco, Chris ha bisogno di qualcuno che stia con lui durante le riprese. Non l’ho mai visto così espansivo con chi non è me. Poi sei arrivata tu. Non farti scrupoli, ovviamente ti pagherei.». Quando realizzò che cosa le aveva proposto l’attrice, Rachel avrebbe voluto sparire.
«Io... Io non posso. Ho il pub fino alle quattro del mattino e, in più, non penso proprio di essere la persona adatta per una cosa del del genere.». Si stava agitando di nuovo. Sì, decisamente, avrebbe dovuto seguire ciò che le aveva detto Duke.
«Ehi, tranquilla. Era solo una proposta, se non te la senti va bene lo stesso.» la tranquillizzò Eliza. C’era qualcosa di così rilassante in lei, Rachel capì perché Alycia ne era rimasta affascinata.
«Beh, lascia almeno che ti dia dei soldi per oggi.»
«No!» esclamò la ragazza. L’attrice la guardò stranita. Rachel deglutì. Si passò una mano sul volto.
«Io non l’ho fatto per soldi.». Si alzò in piedi e si avviò verso l’uscita. Stava scendendo le scale della casa mobile, quando le si mozzò il fiato. Un volto molto familiare le era passato davanti. Cominciò a respirare affannosamente. La mente le si affollò di ricordi.
«Va tutto bene?» chiese Eliza. Rachel annuì silenziosamente, sedendosi di nuovo al tavolo.
«Sì. Sa, ci sto ripensando. L’offerta è ancora valida?»
«Quale offerta?» domandò una voce alla loro spalle. “Merda.” imprecò mentalmente Rachel. Alycia le fissava, la rabbia dipinta sul volto.
«Roxy ha salvato Christian oggi e le ho offerto un lavoro.» spiegò Eliza, ignara della situazione che si stava venendo a creare.
«E lei ha accettato?» chiese. Rachel sapeva che si sarebbe dovuta alzare e se ne sarebbe dovuta andare. Eppure, tutto quello che riuscì a fare fu fissare Alycia negli occhi e dire:«Sì.».


Angolo del disagio 

Ben trovati! Alla fine sto aggiornando quotidianamente, dato che ho già una consistente mole di capitoli pronta. La situazione si sta complicando e Alycia potrebbe non essere troppo d'accordo con questi nuovi sviluppi.
Come sempre, ringrazio chiunque legga, recensisca e segua la storia. Vi ricordo che un commento mi farebbe sempre molto piacere e mi spronerebbe a migliorarmi.
Al prossimo capitolo!

   
 
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