Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: Cesca_Haibara20    26/08/2020    2 recensioni
Conan ed Ai sono amici da tanto tempo. Sono ormai entrati in sintonia, tutti li considerano simili perché hanno lo stesso modo di fare, di agire e di pensare ma, c'è qualcosa di strano nel comportamento di Ai... Sta diventando più affettuosa nei confronti di Conan; sarà semplicemente amicizia o qualcosa di più? E Ran? Aspetterà ancora il ritorno di Shinichi o piano, piano, cercherà la felicità altrove? Si dice che l'amore vero sia un sentimento che provino gli adulti, chissà se i nostri ragazzi sanno già cosa sia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti | Coppie: Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: AU, Soulmate!AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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La mattina passa in fretta e, dopo aver fatto colazione con una tensione nell'aria impressionante, abbiamo impacchettato tutti le nostre cose e per l'ora di pranzo siamo partiti verso casa con Ran nel pulmino insieme a noi invece che con Araide, come era successo all'andata.
Nel tragitto verso casa tutti parlano del più e del meno e sono sorpreso nel vedere Ai ed Asami chiacchierare allegramente con un libro tra le mani.
Visto Ai? Dovevi solo farci un po' di amicizia.” penso sorridendo.
Improvvisamente mi vibra il cellulare di Shinichi, lo tiro fuori dalla tasca e controllo chi mi contatta.
Eh?! Heiji?
Sorpreso apro la chat.

Comoda la vita quando si va in vacanza con la propria bella, eh?
Smettila di fare il cretino, non è come pensi!
Oh giusto! C'è anche il nuovo amichetto di Ran, Araide vero?
Se cerchi di farmi ingelosire stai toppando alla grande, bello mio. Ran, io ed Araide abbiamo litigato perché ha parlato male di me davanti a Ran e ora non lo vuole più vedere.
Di te? Ma come? Lui e Ran sanno?!
No, baka! È ovvio che non lo sanno! Ha parlato male di me, Shinichi, ma io, fisicamente, ero nel corpo di Conan!
Aaaah! E dillo subito!
Poi non ti stupire se io sono più famoso ed intelligente di te.
Ma per quanto riguarda le donne sei una frana!
Senti da che pulpito!
La mia proposta di spaccarti la faccia è ancora valida, sai?
Non si picchiano i bambini con gli occhiali, vergogna.
Oh, non preoccuparti di quello, posso tranquillamente chiedere un favore alla tua amichetta Ai e, magicamente, non sarai più un bambino con gli occhiali per ventiquattro ore.
Sei tremendo.
Tanto quanto te.
Ora ti lascio, devo andare.
Va bene, ciao Kudo!
Ciao!
 
Sospiro e metto via il cellulare. Tutto il nervoso di stamattina mi ha consumato le energie o semplicemente sono stanco perché non ho dormito per niente.
Improvvisamente sento qualcuno sedersi accanto a me, mi giro di colpo.
È Ai.

«Ehi.» mi saluta lei con un leggero sorriso.
«Ehi.» replico io.
«Sembri un po' sciupato, sei sicuro di non voler dormire?» mi domanda accarezzandomi una guancia.
«S-sto bene... grazie...» farfuglio.
«Dico sul serio. Dormire poco non fa affatto bene.» mi rimprovera delicatamente.
«Parli tu che stai sveglia tutte le notti?» ridacchio leggermente.
«Io lavoro, è diverso.»
«Sì, ma dormi comunque poco e, come hai detto tu, dormire poco non fa affatto bene.»
Lei sorride.
«Touchè.» ridacchia.
«Ho visto che hai fatto più amicizia con Asami. Ed io pensavo che fossi gelosa.» scherzo.
«Baka.» mormora lei. «Non ero gelosa, ero solo... spaventata...»
«Spaventata?»
«Lo sai come sono... non sono proprio la persona più simpatica ed estroversa di questo mondo.»
«Ma io, Agasa, Ran, Mitsuhiko, Ayumi e Genta ti vogliamo bene così come sei.» la rassicuro prendendola per mano. «Perciò smettila di farti tanti problemi, mostrati per come sei e ti ameranno tutti.»
«Anche tu...?»
«Io per primo.» sorrido.
«In effetti... sono felice di essere simpatica ad Asami. Davvero.» sorride lievemente.
«Ti ricorda lei, vero?»
Lei stringe impercettibilmente la mia mano.
«Cosa?» ridacchia imbarazzata. «Ma cosa dici? Non sono affatto felice perché mi ricorda Akemi.» cerca di mentire. «Certo che no! Cosa vai a pensare?»
Sorrido alla sua reazione ed improvvisamente sbadiglio.
«Oh... e poi non sei stanco, eh?»
«Scusami...» mi stropiccio la faccia con la mano libera. «Davvero, non lo faccio apposta.»
«Non devi scusarti Conan. Facciamo così, io-...»>

Non faccio in tempo a sentire la fine la frase che i miei occhi si chiudono da soli crollando in un sonno profondo.
Mi risveglio dopo svariato tempo.
Quanto tempo è passato? Minuti? Ore?
All'improvviso sento una mano che accarezza dolcemente i miei capelli; apro meglio gli occhi mettendo bene a fuoco e mi rendo di essere appoggiato sulle gambe di qualcuno.

«Buongiorno dormiglione, siamo quasi arrivati.»
Oh, no! Che imbarazzo!
Mi alzo di colpo rosso in viso.
«S-scusa Ai! Non volevo addormentarmi! Sono dispiaciutissimo!» mi affretto a dire.
Lei, per tutta risposta, mi guarda senza capire.
«Ehi rilassati, è tutto okay. Non c'è bisogno di scusarsi così tante volte.» mi rassicura con un sorriso in volto. «Eri stanco, è perfettamente normale, anche gli altri sono crollati come sassi. Probabilmente solo io ed Asami siamo le uniche rimaste sveglie.»
«Q-quindi non ti da fastidio che...?» domando indicando le sue gambe con l'indice.
«Ma figurati! Anzi, ti ci ho messo io.»
Divento rosso come un pomodoro.
LEI MI HA FATTO DORMIRE SULLE SUE GAMBE DI SPONTANEA VOLONTÀ?!” penso sorpreso.
«Tu?!»
«Sì.» scrolla le spalle. «Rilassati, mamma mia. Eri crollato poggiando la testa sulla mia spalla, sembravi scomodo così e quindi ho preferito farti appoggiare sulle mie gambe così che potevi sdraiarti almeno un po'.» mi spiega come se fosse ovvio.
«Ah...»
«Asami, sei pronta? Siamo quasi arrivati.» Agasa attira la nostra attenzione chiudendo la questione sonno.
«Sì, lo zaino però è nel bagagliaio.»
«Va bene, non preoccuparti.»
«Siamo già arrivati alla stazione?» domando confuso.
«Non te ne sei accorto?» ridacchia Genta.
«Forse perché era impegnato a dormire beatamente sulle gambe di Ai!» mi prende in giro Mitsuhiko.
«Smettetela ragazzi, non è divertente!» incrocio le braccia guardando altrove. 
«Oh sì che lo è!» ridacchia Mitsuhiko.
«Se proprio volete saperlo è per colpa di Genta che non ho dormito! Ha russato tutta la notte senza farmi chiudere occhio.»
«Ehi! Io non russo!» replica lui.
«Invece sì che russi!» volto la mia attenzione verso di lui.
«Ripetilo se lo pensi davvero!»
«RAGAZZI SMETTETELA!» sbotta Ai. «Datevi una calmata voi due se non volete che vi metta in punizione!»
Passano alcuni secondi di silenzio.
«Scusa...» mormoriamo io e Genta intimiditi.
«Bravi bambini.» sorride soddisfatta.
«Wow Ai, complimenti!» esclama Ran con una leggera risatina. «Nemmeno io sono riuscita a far calmare Conan così velocemente. Dovrei chiamarti più spesso.» scherza lei.
«Basta solo avere la voce ferma.» replica standole al gioco per poi posare l'attenzione su di me. «Ti senti meglio Shin?» sussurra vicino alle mia labbra per non farsi sentire dagli altri.
«Sì... mi sono innervosito un attimo...» sussurro annuendo.
«Rilassati.» sussurra e prende la mia mano.

In quell'istante il pulmino si ferma.

«Eccoci alla stazione Asami, vedo già la tua mamma che ti aspetta.» esordisce Agasa.
«Davvero?» domanda Asami guardando dal finestrino. «Eccola!» esclama sorridendo.

Scendiamo tutti insieme per salutare Asami e per aspettare il suo treno che è in ritardo. Appena scende le corre incontro abbracciandola forte.

«Ti sono mancata mamma?»
«Tantissimo, non sai quanto! E tu ti sei divertita?»
«Sì, Ai mi ha anche prestato un suo libro!»
«Davvero? È stata davvero gentile, e l'hai ringraziata?»
«Ovviamente!»

Vederle mi fa un strano effetto, quasi nostalgico. Sembrava ieri che uscivo dall'asilo e stavo un po' di tempo con mia madre e, quando lei era in viaggio, c'era Ran con me, c'è sempre stata. Da quando l'ho difesa da quel bulletto quando eravamo all'asilo non mi ha mai abbandonato, siamo diventati subito amici e, forse, qualcosa di più, ma né io né lei abbiamo avuto il coraggio di dichiararsi... se non avessi aspettato chissà come sarebbe ora. Ma non mi lamento, sono felice di essere così perché ho trovato qualcuno molto simile a me.
La madre di Asami mi nota e mi saluta.

«Ciao Conan!» sorride calorosamente.
«Salve signora Kim!» ricambio il saluto con un sorriso.
«Kim...?» mormora Ran confusa. «Scusi ma lei è coreana?» le domanda.
«Sì. I miei genitori erano di Daegu ma si sono trasferiti in Giappone perché avevano trovato lavoro ad Osaka.» spiega con un sorriso. «Mio marito era giapponese, ma dopo la sua morte, ho tenuto il mio cognome...» aggiunge con tono malinconico.
«Oh, scusi signora, io non sapevo...» arguglia Ran dispiaciuta.
«Non si preoccupi signorina, è tutto okay.»

Poso lo sguardo su Ai e la vedo appoggiata al pulmino intenta a guardare il cellulare con uno sguardo triste.
Mi avvicino a lei.

«Ehi Ai, tutto okay?» le domando preoccupato.
«Mi manca...» mormora.
«Eh?»
«Mi manca.» ripete alzando lo sguardo verso di me.
Cavolo... chissà come deve essere perdere una sorella...” penso sentendo il magone.
«Non se lo meritava... lei doveva essere libera come tutte le ragazze della sua età... dovevo rimanere io a lavorare lì e non lei!» scoppia a piangere disperata.
Ai...
Mi avvicino a lei e la stringo forte a me facendola sfogare.
Chissà come dev'essere dura per lei portare questo fardello... perdere una sorella è una cosa davvero forte, un dolore indescrivibile. Se solo fossi arrivato in tempo lei ora non starebbe così male...
Le accarezzo i capelli come aveva fatto lei con me in modo da riuscire a tranquillizzarla.
«Ci sono io con te Ai...» sussurro stringendola.

Dopo pochi minuti riesce a calmarsi e sciolgo l'abbraccio.

«Va meglio?» le domando alzandole il viso.
«S-sì...» risponde con la voce ancora leggermente tremante.
Le asciugo le lacrime rimaste coi pollici.
«Se ti chiedono perché ho gli occhi rossi, avevo qualcosa nell'occhio.» mi istruisce ritornando nel suo solito atteggiamento facendomi sorridere.
«Okay, okay.»

Il treno di Asami e sua madre arriva.
 
«Oh, ecco il nostro treno piccolina.» dice la madre vedendo il treno arrivare. «Dai, saluta i tuoi amici.» la incita.
Asami si avvicina a me ed ai Detective Boys.
«Ciao ragazzi, grazie per avermi fatto passare una bellissima giornata.»
«Non devi ringraziarci Asami, è stato un piacere averti con noi!» risponde Ayumi.
«Dovresti venire a trovarci più spesso!» aggiunge Mitsuhiko seguito da Genta.
Sorride a quelle per poi posare lo sguardo su di me, si avvicina di pochi passi e mi da un abbraccio veloce.
«Grazie di starmi accanto.» sussurra al mio orecchio in modo che la possa sentire solo io.
Si allontana da me dandomi un veloce bacio a stampo per poi avvicinarsi ad Ai e darle un abbraccio più lungo, sembra sussurrarle qualcosa ma non riesco a sentire essendo poco più lontane da me.
«Andiamo Asami!» mette fretta la madre vedendo il treno frenare.
«Arrivo!» replica subito lei. «Grazie ancora di tutto.» aggiunge avvicinandosi alla madre. «Ciao!» ci saluta salendo sul treno.
«CIAO ASAMI!» la salutano i Detective Boys all'unisono.

Dopo aver guardato il treno ripartire saliamo tutti nuovamente sul pulmino diretti verso casa.
Il tragitto sembra un po' silenzioso così Ran decide di mettere dal cellulare delle canzoni Disney che canta insieme ai bambini.

«Tu non canti musone?» domanda Ai vedendomi osservare la strada.
«Sembra di essere all'asilo...»>> borbotto.
«Mamma mia come sei tragico.» scherza lei. «Sei giovane, lasciati andare.»
«Io non le canto quelle canzoni.» ripeto deciso.
«Sei proprio un musone.» scherza lei con un sorriso. «Peccato che sei divertente solo quando vuoi tu.» aggiunge, scende dal posto accanto al mio e si va a mettere accanto ad Ayumi a cantare.
Sono davvero diventato poco divertente...?” penso colpito dalle parole di Ai. “Certo, non sono sempre stato l'anima della festa ma non mi considero nemmeno noioso...
I miei pensieri vengono fermati da varie voci.

«DAI CONAN, VIENI A CANTARE CON NOI!» mi chiama Ayumi a gran voce.
«Sì, smettile di fare il tenebroso!» aggiunge Genta.
«Divertiti con noi!» si aggiunge anche Mitsuhiko.
«Andiamo Conan, che ti costa?»
«ANCHE LEI AGASA?!» esclamo sorpreso.
«Che ci vuoi fare? Sono orecchiabili!» ridacchia lui.
Sospiro.
Ed io che mi aspettavo un minimo di serietà almeno da parte sua.” mi passo le mani sugli occhi. “In fondo non ho scelta.
Scendo dal mio posto e mi avvicino a loro cantando anche se un po' svogliato. Non è che non mi piacciono le canzoni Disney, sia chiaro, ma non mi piace sentirmi forzato a fare una cosa che non mi va.
Fino a l'altro ieri non gli dava fastidio come cantavo?” penso divertito osservandoli e posando, infine, lo sguardo su Ran. “Non sei cambiata per niente in tutto questo tempo... sei rimasta sempre la stessa, la stessa bimba che si comporta da donna che conosco da una vita. Sembra che la mia distanza non le faccia male, anzi, il contrario. Dio, sono tentatissimo di chiederle se le manco oppure no... che faccio? Glielo chiedo o non glielo chiedo? Glielo chiedo? Non glielo chiedo?” mi torturo il mento. “Ma sì, buttiamoci, chissenefrega!
«Ran?» la chiamo.
«Sì Conan?»
«Volevo farti una domanda.
«Dimmi pure.» mi sorride lei.
«Mi chiedevo se...» non ne sono più sicuro.
Forse non è il caso, non ora che è così felice...
«Mi chiedevo se per cena potevamo avere un panino di quel fast food che hanno aperto in fondo alla strada.»
Non ce l'ho fatta.
Ran sorride.
«Ma certo Conan!»
«Ho un'idea. esordisce Agasa. «Che ne dite se dopo ordiniamo dal fast food da casa mia e mangiamo tutti insieme?»
«SÌ! CHE BELLO!» esclamo io insieme ai Detective Boys.
«Non se ne parla invece.» Ai smorza il nostro entusiasmo. «Punto primo: la mamma di Mistuhiko, Ayumi e Genta li aspettano a casa e non mi sembra giusto farle preoccupare per niente. Punto secondo: lei è a dieta dottore.»
«Andiamo Ai, un piccolo strappo alla regola?» domanda con una lieve risata.
«Se proprio vuole Conan e Ran possono rimanere a cena, ma lei mangerà un'insalata.» propone con tono diplomatico. «O questo o niente.»
«Uffa, e va bene.» borbotta come un bambino.
«Perché non possiamo rimanere a cena?» piagnucola Genta.
«L'ho appena detto, le vostre mamme vi stanno aspettando davanti casa, volete farle preoccupare?» domanda Ai.
«No...» rispondono in coro.
«Ecco, bravi.»
Ai quando si comporta in questo modo, sembra davvero una mamma. Ha un'atteggiamento davvero responsabile che spesso e volentieri tradisce il suo aspetto da bambina, ma quando ce n'è bisogno, sa recitare bene la parte della bimba innocente, quasi più di me. Che sia una caratteristica femminile riuscire ad apparire più innocenti di quanto si è?
   
 
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