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Autore: Poetatriste    27/08/2020    0 recensioni
"Dedicato a un bimbo" è un racconto in cui parlo di un mio amico d'infanzia.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Benché sia passato tanto tempo, ancora oggi, ricordo di quando ti conobbi, accadde poco distante dall'abitazione in cui, da ragazzino, vivevo, un giardino dove andavo a giocare, sembrava un'amena dimora atta a sconfiggere la malinconia. Avevo l'impressione di essere in una terra ricca di speranza, vi si fermasse il tempo. Allora, in seguito ad avvenimenti nefasti accadutimi, nell'anima mi si erano stabilite entità cattive, torvi, triviali. Mi impedivano di gioire, essere sereno, rilassarmi, giocare tranquillamente, in quel giardino, in parte, riuscivo a sentirmi meglio. Un bel giorno, accadde un incantesimo: ci entrasti, mi chiedesti di giocare con me, acconsentii. Ero un ragazzino solitario, invece, tu avevi un paio d'anni meno di me, eri soltanto un bimbo. Ci giocavamo, ogni giorno: sotto il sole e, sotto la pioggia, finché i nostri vestiti non si bagnavano. Ci sedemmo sulla panchina del giardino, vicini, le entità albergantemi nell'anima mi causavano carenze affettive, senza me ne accorgessi, mi spinsero ad accarezzarti i capelli. Quel gesto inatteso ti colmò il cuore di gioia, ti spinsero a chiedermi, con la tua voce cristallina: "Vuoi essere il mio amico speciale?" Ti guardai negli occhi, mi trasmisero bontà, serenità, felicità. "Ne sarò contento!" Il patto fu stipulato. Giocando con te, spesso, ti guardavo la pelle diafana, gli occhi marroni, i capelli neri, lunghi all'attaccatura, lisci, setosi. Dicevi di ammirami gli occhi azzuri, ti piacevano gli occhiali, all'epoca, da me, indossati. Piano piano, mi sgombrasti l'anima dalle entità cattive che vi albergavano. L'innocenza, la dolcezza da te trasmessemi mi resero un ragazzino socievole, ben disposto nei confronti degli altri. Mi inculcasti emozioni positive, mi rendesti felice, orgoglioso di vivere. Mi salvasti: se non ti avessi conosciuto, sarei rimasto un ragazzino dall'animo scuro e, in seguito, un adolescente bizzarro. Sapesti incanalare la mia energia in attività positive espletate insieme; mi facevi discorsi ingenui, accattivanti, mi guardavi con occhi avidi di affetto, mi facesti credere di essere speciale per te, per gli altri e, soprattutto, per me stesso. In seguito, divenimmo grandi, giocammo meno, ognuno di noi due imboccò la propria strada: mi dicevi di voler praticare lo sport. Io avevo già la certezza avrei inseguito chimere artistiche, avrei studiato la musica, il pianoforte, la scrittura creativa, la letteratura, l'arte figurativa, astratta. Ero sicuro avrei tentato tutte le strade dell'arte cosicché mi venissero appagate le velleità artistiche. Entrambi avevamo una vita da vivere, fantasmi da affontare, pertanto le vicissitudini quotidiane ci allontanarono. Oggi, ancora, mi capita di pensarti, come ora, mentre scrivo questa prosa, vorrei anche tu lo facessi, non mi abbia dimenticato. Chissà, magari, un giorno, per caso, ci rincontreremo per strada, ci riconosceremo, ci saluteremo, avremo tanto da raccontarci, ci prometteremo di rivederci, in futuro. Spero, un giorno, accada! A prescindere da quello accadrà, tu occupi, occuperai un posto speciale nel mio cuore. Sarai là, ti ricorderò, ricorderò il dolce bimbo che mi consentì di crescere sereno. Colui conosciuto durante l'infanzia. Un bimbo reso felice da un altro bimbo.
   
 
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