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Autore: Wolfirea    27/08/2020    0 recensioni
Ventun anni, il diario di un’eterna Peter Pan che non ha alcuna voglia di crescere e prendersi le proprie responsabilità
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’è stato un periodo durante il quale le emozioni che provavo erano così effimere che mi ero convinta di non poterne provare più.
Da un lato ero spaventata da questo, continuavo a chiedermi quando avrei ricominciato a sentire la rabbia e il dolore che mi portavo dentro da troppo tempo, ma dall’altro stavo bene, non avevo aspettative per il futuro e cercavo di occupare le giornate al fine di annoiarmi il meno possibile.
Poi c’è stata la sessione d’esame, non ho più avuto un secondo di tregua e la vita pareva esser diventata una corsa contro il tempo.
Ho ricominciato a sentire la paura del fallimento, e mi sono affezionata ad una persona che avevo cancellato dalla mia vita molti mesi prima. 
Era iniziata come un gioco insieme a Peter, l’anno prima non ero abbastanza per lui, e adesso ero l’amica con cui parlava da cinque mesi non avendo nient’altro di meglio da fare. 
Peter Pan era il mio incubo, avevo passato un anno insonne per lui, lo detestavo dal profondo del cuore ma avevo iniziato ad ignorarne l’esistenza, e finalmente avevo accettato che io e lui insieme non ci saremmo mai stati.
Durante la quarantena eravamo persone annoiate, non avevamo nulla da perdere e non sapevano nemmeno quando saremmo usciti di nuovo all’aria aperta, per cui mi concessi il lusso di lasciarmi andare, non indossando più maschere.
Parlare con Peter era piacevole, divertente, e prima che me ne rendessi conto le nostre conversazioni avevano assunto una tensione sessuale tale da non poter più esser ignorata.
Così ci vedemmo, in fondo volevamo soltanto divertirci, e superai un grande scoglio, buttandomi in un precipizio dal quale ero certa di poter risalire senza ripensamenti.
Non provavo sentimenti per lui, si era scusato per l’atteggiamento di un anno prima, e volevo soltanto qualcuno disposto ad aiutarmi “da quel punto di vista”.
Il fatto è che ero certa di sapere ciò che volessi, ovvero un’amicizia con benefici con un ragazzo che in fondo mi voleva bene, perché di avere relazioni, di innamorarmi di nuovo, proprio non ne avevo voglia.
Questa è l’ultima settimana di agosto, sono al lago e sto scrivendo per ricordare a me stessa che sono una bravissima attrice: non solo mi sono ripetuta lo stesso mantra per mesi, certa e sicura delle mie parole, ma sono riuscita persino ad ingannare me stessa, a celare un interesse sempre più profondo per un ragazzo che in fondo si era insinuato nella mia vita a piccoli passi, tra momenti tristi e momenti belli, tra una lezione infinita e un esame andato male.
Peter era sempre lì a sdrammatizzare la situazione, a raccontarmi delle sue pietose giornate, a strapparmi risate nel bel mezzo di una pandemia che pareva aver cancellato la cognizione del tempo. 
Purtroppo anche lui è sparito, mi sono detta che un mesetto estivo senza sentirsi non sarebbe stato una tragedia, eppure è non sentendolo che ho capito di aver perso di nuovo la testa per lui.
Lo stesso stronzo opportunista di sempre, lo stesso che un anno fa ha giocato con i miei sentimenti, illudendomi ripetutamente che tra noi potesse esserci qualcosa. 
Lo stesso a cui di me non è mai importato un fico secco, nonostante gli sguardi, gli agguati, e i mesi persi a studiarci da lontano.
Non credo sia la stesso di allora, ma questa volta mi sono fregata con le mie stesse mani.
Oltre agli infiniti papiri scritti su Pet credo che mi tocchi ricomporre di nuovo i pezzi.
Spero solo di non perderlo.
  
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