Serie TV > Shadowhunters
Segui la storia  |       
Autore: AngyTaby    27/08/2020    0 recensioni
Un misto di Fallen e Shadowhunters con la mia fantasia. Spero vi piaccia. L'ispirazione ovviamente mi è giunta attraverso un sogno un po' particolare...
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il 25 Settembre di circa venti anni fa, a New York, accadde qualcosa di straordinario. Luisa Lorei mise alla luce uno straordinario bambino di rara bellezza.
Forse detto così non può sembrare niente di straordinario, ma il bambino, è nato in un modo alquanto curioso, infatti è stato messo al mondo da una giovane davvero singolare, ossia l’arcangelo Barachiel, sceso sulla Terra per proteggere l’amore. Barachiel dopo aver riflettuto a lungo decise che per poter crescere ed educare il piccolo Daniel, nel modo dovuto sarebbe stato meglio non avere un compagno, soprattutto dopo quello che le era accaduto con il padre di suo figlio. Daniel quindi è sempre vissuto senza un padre.
Luisa non ha mai rivelato il suo segreto a nessuno, decidendo quindi di dare al figlio il proprio cognome. Il bambino venne battezzato nel mese di Febbraio, col nome di Daniel Lorei. Nessuno, però, è a conoscenza dei magnifici poteri che è in grado di utilizzare questo ragazzo.

Daniel
All’improvviso appare avanti ai miei occhi, un vortice enorme venuto forse dall’inferno per risucchiarmi in un luogo sconosciuto. Ciò non mi dispiaceva poiché Jana e Alexandra mi avevano già spezzato il cuore, non sapevo come potessi ancora sognare, come potessi ancora vivere, io non volevo più vivere. Poi, d’incanto scorgo un volto che mi distrae dalla potenza del vortice, un volto che non avevo mai visto prima, ma stranamente mi sentii sollevato nel vederlo. Questo era avvolto in un’espressione triste, come se avesse perso qualcuno di importante, qualcuno che amava, piangeva guardando delle lettere che erano ormai zuppe per le lacrime. Non capivo chi fosse eppure mi ricordava qualcuno, forse nei miei sogni avevo già visto un’ immagine simile. Mi chiedevo perché continuasse a piangere, perché continuasse a disperarsi. All’improvviso vedo le sue labbra muoversi dolcemente e sussurrare una parola incomprensibile, era sempre la stessa, non riuscivo a capirla, non riuscivo a decifrarla. Continuava a piangere e versata un’ ultima lacrima cambiò frase, era difficile da comprendere ma sforzandomi riuscì a leggere le sue labbra. 
- Daniel torna da me, Daniel, ti prego...-
Chi era quella donna e cosa voleva da me?  Non capivo, mi sarei dovuto ricordare di quel volto angelico.
Il vortice mi stava per risucchiare e proprio in quell’ istante ho capito, ho capito chi era quella donna, ho capito che se entravo nel vortice l’avrei persa per sempre e lei avrebbe perso me, ho capito che l’avrei ferita, ho capito che non mi sarei mai tolto un peso così grande dalla mia coscienza. Mentre il vortice mi tratteneva, tutta la mia vita, o almeno il momento in cui sentivo l’obbligo di partire per questo viaggio, mi passò davanti agli occhi. La cosa ancora più strana è che il sogno, perché di questo si doveva trattare, cambia portandomi in un posto inquietante ma allo stesso tempo fantastico.
Ma come ci sono finito qui? Ma è una grotta!
Pareti viscide, pavimento scivoloso, minima illuminazione data da delle torce appese presso l’ingresso. Dove sono? Non capisco!
Ho paura,  mai avuta prima.
-Vieni ragazzo, vieni!- Una voce, mi chiama ma non riesco a riconoscerla. È di una ragazza.
-Vieni, non avere paura, ti voglio aiutare.-

-Daniel! Daniel!-
-Daniel svegliati! È solo un sogno. Daniel!-
Mi svegliai di colpo, ero sudato, stravolto, non capivo cosa stesse succedendo.
-Daniel! Ti sei svegliato!-
Era Sophia, la mia ragazza, con la quale stavo insieme ormai da quattro anni. Condividevamo un appartamento non molto grande da qualche mese, che si trovava a qualche metro di distanza da quello del mio migliore amico dai tempi dell’infanzia, John. 
-Cos’è successo?- Domandai con voce affannata.
-Niente!- Mi rassicurò lei sorridendo.- Hai solo fatto un nuovo brutto sogno. Cos’hai sognato questa volta?-
Mi domandò subito dopo, sia preoccupata che incuriosita.
- Non lo ricordo, era strano ma più vero rispetto a quelli precedenti.- Dissi con voce ancora impastata dal sonno. 
–Ma tanto era solo un sogno!- Esclamai poi con un finto sorriso per non farla preoccupare.
Sophia era molto fragile, si spaventava facilmente. Era così bella così graziata nei suoi movimenti. Era snella, aveva gli occhi color cielo e i capelli castano ramati e di media lunghezza, un nasino piccolo alla francese, un faccino tondo e dolce da angelo, con le giuste misure inoltre come ragazza l’altezza, seppure nella media le conferiva un certo fascino ed un forte senso di protezione. Ricordo benissimo quando la vidi la prima volta,era bella più che mai, ci incontrammo per caso al compleanno di Alice, una mia carissima amica d’infanzia, che me la presentò. Mi sentii un essere inutile di fronte a tale bellezza. Sophia indossava un abito da sera blu con una scollatura dietro la schiena , nonostante ciò era un abito adeguato, portava i capelli tirati dietro fermati da delle forcine a forma di rose con dei piccoli brillantini di colore bianco e orecchini di perla, scarpe con tacco a spillo, ma non erano “esagerate”, anzi, tutt’altro non so come descriverla, era, era un angelo sceso dal cielo per portare felicità nel mio cuore.
Controvoglia e ancora un po’ stranito, perché non ero riuscito a dormire come speravo da ormai qualche settimana, mi alzai. Automaticamente mi preparai, avevo optato per un look total black e il profumo al thè verde regalatomi da Sophia. Bevvi una bella tazza di caffè che mi fece sciogliere quella brutta sensazione da dosso. Di solito la vera colazione la facevo con il mio gruppo di amici. Sophia purtroppo quel giorno, aveva delle commissioni importanti da svolgere; forse ci avrebbe raggiunto nel pomeriggio. Non appena misi piede fuori da casa, notai che quel giorno, il tempo non era un granché e questo mi mise nuovamente a disagio, perché ciò mi portava sempre ad avere dei brutti pensieri e soprattutto sensazioni. Sembrava che il mondo, mi volesse avvertire di qualcosa. Andai quindi a prendere John. Ricordo che non avevo impiegato molto a considerare Alice e John come dei fratelli. Con loro avevo condiviso la maggior parte delle cose e mi ero aperto, anche se non completamente. Apprezzavo moltissimo i loro gesti, soprattutto quando mi sentivo giù, e proprio per la loro schiettezza gli volevo un bene dell’anima. Di John mi piaceva il suo essere sempre pronto ad aiutarci e a difenderci. In poche parole, non era il solito fighetto che si vede in giro, che pensa solo a sé stesso. 
–Ehi Bro, tutto ok?- John mi squadrò capendo che qualcosa non andava. 
–John insomma. Ho avuto degli incubi. Ora è tutto ok, tranquillo, non sarà mica quello a smontarmi no?- e scoppiai a ridere, quel ragazzo riusciva a farmi diventare perfino simpatico. 
–Allora come va con Alice?- domandai prima di avviarci verso casa di quest’ultima. John preferì non rispondere a quella domanda, poiché dopo qualche istante avremmo raggiunto la sua casa. Qui la nostra amica, ci diede il buongiorno e ci disse che aveva la strana sensazione che quel giorno ci sarebbe toccato un test a sorpresa.
-Buongiorno Alice, diciamo che avrei preferito rimanere a poltrire tutto il giorno oggi.- Feci un piccolo sbadiglio ed aggiunsi: -Ah si? E di che materia?- Mi divertii a stuzzicarla. John mi lanciò uno sguardo che aimè conoscevo bene. Gli rivolsi di rimando un occhiolino per fargli capire che poteva stare tranquillo. Se continua così si farà male. Pensai, ripensando a quello che mi aveva confessato qualche mese prima, riguardo ai suoi reali sentimenti per lei. Una volta presa la metro, impiegammo qualche minuto a raggiungere la nostra università, la Tisch school of the arts, e di conseguenza Wesley, che stava ascoltando la musica seduto sul suo muretto preferito. –Pivellino anche oggi ti piangi addosso? Ma non ti annoi mai?- Stuzzicai come al solito il ragazzo che mi dava fastidio, perché cercava sempre di mettermi i bastoni tra le ruote. Lo so, esageravo troppo ma era più forte di me, non ci potevo fare niente. Una volta terminata la strana routine dei nostri saluti, Alice propose a John di accompagnarla quel pomeriggio, dopo le lezioni, al Westfield World Trade Center, per salutare sua zia che sfortunatamente vedeva poco. John ascoltò con il sorriso sulle labbra la richiesta di Alice, che come volevasi dimostrare gli piacque e forse quella sarebbe stata l’occasione buona per entrambi di parlare dei loro sentimenti. Stando vicino a loro captai il messaggio e decisi di aiutarli. –Ragazzi purtroppo oggi dovrete fare a meno di me perché Sophia mi ha lasciato alcune commissioni.- Feci una breve pausa ed aggiunsi: -Sapete come è fatta. Se non mi metto al lavoro mi ammazza.- In realtà, la mia ragazza mi aveva detto che avrebbe fatto tardi quel giorno e di non preoccuparmi. La giornata universitaria trascorse normalmente e come aveva previsto Alice, il test a sorpresa c’era stato. Fortunatamente si trattò di domande a risposta multipla su Storia dell’arte, la materia che preferivo in assoluto. –Ragazzi che vi avevo detto? Però siamo stati fortunati dai … mi dispiace per Sophia.- Lei infatti non presentandosi aveva saltato la prova e quindi avrebbe dovuto organizzarsi con la professoressa Morrison, per recuperarlo. Insieme agli altri decidemmo di pranzare al solito posto, al Blue Jeans, una tavola calda ideale per i giovani che si trovava a qualche metro dalla nostra università. Era stata per noi amore a prima vista con quel posto, da quella volta, diventò uno dei nostri punti di ritrovo. Jesse, la nostra amica che lavorava li, ci corse subito incontro non appena ci vide occupare uno dei tavoli vicino ad una delle numerose finestre. –Ehi gente, che bello vedervi! Cosa vi posso portare oggi?- A rispondere fu John che ormai conosceva a memoria il menù. –Allora per me il panino con doppio cheeseburger e le patatine fritte medie; da bere una birra rossa media.- Jesse segnò il primo ordine sul cellulare per velocizzare l’ordinazione. Sorrise dunque agli altri e chiese: -A voi porto il solito invece? Tranne che per Alice, lei scommetto gradisce ancora la mega insalata con il tocco speciale della casa, giusto?- La ragazza che aveva preso posto di fronte a John, annuì ed aggiunse: -In più vorrei prendere un gelato piccolo alle creme.- Jesse si mise subito all’opera, lasciandoci così chiacchierare tranquillamente. 
–Ehm sbaglio o tra poco ci sarà Halloween? Vi va di fare qualcosa insieme?.- Wesley, dopo essersi tolto le cuffie tornò ad essere il tipo socievole che piaceva a tutti, compreso il sottoscritto, anche se non lo davo mai a vedere, prendendolo sempre in giro. –Uhm, vero. Non saprei … organizzano qualcosa?- Domandai mentre Jesse tornava accompagnata da Ethan con le nostre pietanze. Il mio stomaco brontolò talmente forte che chi stava accanto  a me lo aveva senz’altro sentito. –Scusatemi, ultimamente ho quasi sempre una fame da lupi. Eppure non faccio cose in più.- spiegai con sguardo un po’ perplesso. Una volta finito di pranzare, salutai i miei amici, rimanendo che ci saremmo sentiti per organizzare una serata insieme a casa di qualcuno. Dopo circa un’oretta stavo già vagando per la città in cerca dell’erboristeria che mi aveva consigliato settimane prima Sophia. Lei ormai sapendo perfettamente quello che stavo passando con i miei sogni e patita per le cose fuori dal comune, mi aveva indirizzato a comprare alcuni infusi per dormire meglio. Anche se aveva concordato con me che quelli, erano davvero particolari e suggestivi, come se fossero stati una sorta di flash back.
-Sarebbe da cercare informazioni in biblioteca o magari consultare dei siti di occulto. Magari Marcel può darci una mano, che ne dici?- La proposta di Sophia mi fece sentire subito meglio, anche se per me sarebbe stata una vera sfida tenere nascosto ciò a John e gli altri. Non mi sentivo pronto a confidarmi con loro di questo aspetto, così delicato della mia vita. Raggiunsi l’erboristeria, Lay Fab Herbal, dopo circa una mezz’ora a causa del traffico e del ritardo della metro. Una volta entrato una sensazione di benessere mi pervase. Questa si che è bella! A saperlo ci sarei passato prima. Pensai tra me e me, mentre mi avvicinavo al bancone principale. L’attesa fortunatamente durò pochissimo, lasciandomi solo qualche piccolo istante con un minimo di ansia. La commessa che mi accolse aveva all’incirca la mia età. Era una ragazza abbastanza carina, minuta, con lunghi capelli castani e grandi occhiali da vista moderni. –Ciao. Buongiorno & benvenuto da Lay Fab Herbal! Come posso esserti utile?- Presi il cellulare dove avevo appuntato per sicurezza il nome delle tisane, consigliatemi sempre dalla mia ragazza. –Allora: tisane a base di tiglio, camomilla, lampone, valeriana e lavanda. Ho difficoltà a dormire.- Bloccai il telefono e lo posai nella tasca destra del mio giubbino di pelle. Osservai gli scaffali posti alla mia sinistra notando che erano presenti anche molti cosmetici. Molto interessante. Per i regali a Sophia, Alice e Jesse qualche volta posso farli qui. In quel momento tornò la commessa con il mio ordine. –Scusa il ritardo, ma ho avuto delle piccole difficoltà a trovare quella al tiglio. Il prezzo lo trovi alla cassa, in fondo. Grazie ed arrivederci.- Pagai e con il sorriso sulle labbra tornai a casa.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: AngyTaby