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Autore: lmpaoli94    27/08/2020    4 recensioni
Una storia immersa nelle lande verdi dei castelli e dei prati irlandesi.
Famiglie alleate e trame nascoste per distruggere la felicità o addirittura la vita dell’altro.
La gioia non può far parte in quel mondo pieno di ingiustizia e di crudeltà.
I sogni sembrano un lontano ricordo e la spensieratezza dei giovani sembra sparita per sempre.
ma non per Anastasia Steele, contessa di Limerick e figlia di una delle famiglie più importanti del regno d’Irlanda.
La volontà di trovare l’uomo giusto per rendere la sua vita perfetta sarà ostacolata dalla gelosia delle persone più vicine a lei e da trame di matrimonio che mineranno per sempre il suo futuro
Ma la giovane Steele sarà talmente determinata da non fermarsi mai dinanzi a nulla pur di portare a termine il suo amore proibito e mai nascosto del lord più invidiabile della corte irlandese.
Genere: Drammatico, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Elena Lincoln, Leila Williams
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Il sangue di un uomo dove la sua vita era stata appena distruttasi riversava ancora nelle mani di un sicario molto pericoloso e incline al crimine.
Dopo che la giornata era cominciata molto presto per la Contessa Carla Steele, la donna avrebbe impedito a qualsiasi persona di disturbarla nel momento del suo colloquio con il suo maggiordomo Linc.
< Allora? Ti ha visto qualcuno? >
< No, Contessa. Ho navigato nell’ombra senza che nessuno mi potesse vedere. >
< E adesso dove si trova il corpo di José Gonzalez? >
< Nelle fredde acque dell’Oceano Atlantico. >
< L’avete fatto voi personalmente? Siete assolutamente certo che nessuno vi ha visto? Ne va del mio futuro e della mia famiglia. >
Il Maggiordomo Linc non aveva mai visto la sua padrona così nervosa prima d’ora.
Dovette dissuaderla in tutti i modi prima che la donna potesse avere un esaurimento nervoso.
< Contessa, vi prego di fidarmi delle mie parole: è andato tutto per il meglio. Le suore dell’Abbazia di Kylemore non sospettano minimamente che ci sia stato un omicidio. >
< Bene. Adesso dobbiamo dare la notizia a Leila in modo che José non sia più un problema di questo paese… Voglio che nessuno entri nella camera di José Gonzalez fino a nuovo ordine. Potrebbe aver lasciato degli oggetti incriminati che possano distruggere la mia reputazione. >
< Nel fare ciò ho controllato da cima a fondo la sua stanza appena sono tornato dalla mia missione > spiegò Linc < E quello che ho trovato vi lascerà senza parole. >
< Dopo la tua missione dovevi andare immediatamente a letto per non destare il minimo sospetto! Sei stato un irresponsabile. >
< Voi credete? Allora vi porgo questa lettera minatoria a voi e a tutte quelle persone che l’hanno fatto soffrire da qualche giorno a questa parte… Vi ho avvertito nel contenuto > replicò il maggiordomo con voce ferma e decisa
< Dammi qua. Non so cosa ci potrebbe essere di così pericoloso… >
< Leggete e lo scoprirete a vostre spese… Sarà meglio che ordini ai vostri soldati di non far entrare nessuno. Sapete quanto è curiosa vostra figlia Leila. >
Ma nel mentre il maggiordomo si apprestava ad uscire dalla stanza, la Contessa lo fermò immediatamente.
< Linc… ci odiava così tanto che stava per distruggere la nostra stirpe… Io l’ho sempre saputo che è stato sempre un problema e questa lettera ne è la prova inconfutabile. >
< Non per altro voi mi avete incaricato di tenerlo d’occhio in ogni singolo momento, cosa che poi si è rivelata efficiente e azzeccata. Il nostro uomo non sarà più un problema per tutti noi, ma dovrete trovare un degno marito per vostra figlia il prima possibile. Gli Steele non diventeranno mai potenti senza delle alleanze molto solide. Voi lo sapete meglio di me. >
< Certo che lo so! Il modo migliore per appianare questa faccenda è raggirare Leila. Nessuno deve sapere delle sorti di José Gonzalez, mi sono spiegata? Non è mai stato nel mio castello… Per la nostra sicurezza, sarebbe meglio indagare chi potesse sapere che si trovava a Limerick oltre a noi. >
< Saggia decisione, Contessa. Mi metterò subito al lavoro. >
< Linc? >
< Contessa. >
< Sei sicuro di non diventare il mio fidato consigliere in quest’impresa? Sapete che io non sarei niente senza di voi. >
< Contessa, vi ringrazio per tutte le lusinghe che avete nei miei confronti, ma sono nato maggiordomo  e morirò facendo questo lavoro che si sta rivelando alquanto fuori dagli schemi. Ho giurato fedeltà a voi e alla vostra famiglia. E possa morire ora fulminato dalla volontà di Dio se non adempirò a questa promessa. >
Le parole molto forti e decise di Linc scatenarono nella Contessa Carla un sentimento che non provava da molto tempo.
“Linc, io e te avremmo fatto una coppia perfetta. Ma non è il momento di pensare all’amore.”
< Ti ringrazio per tutto quello che stai facendo, Linc. Non lo dimenticherò mai. >
Congedandosi con un inchino, adesso la Contessa Madre dovette assorbirsi i sospetti e le lamentele di Leila, che chiedeva a gran voce dove si fosse cacciato il suo promesso sposo.
< Non lo sappiamo, tesoro. È scomparso questa notte senza lasciare alcuna traccia. >
< Non è possibile che abbia fatto questo > insistette ancora la giovane ragazza < Quale motivo potrebbe spingerlo ad andarsene? E se fosse scappato da me e dai suoi doveri? >
< E’ una possibilità che non possiamo escludere in nessun caso. Il marchese Gonzalez era un uomo assai bipolare e doppiogiochista. E molto probabilmente la sua fuga l’ha spinto contro i suoi principali doveri. >
< Con quale accuse dite questo, madre? >
< Sono solo ipotesi, mia cara. Non possiamo lasciare niente al caso… Purtroppo se entro quattro giorni non sarà ritornato al castello, il tuo matrimonio dovrà essere annullato, mentre la mia rabbia nello scovare quel dannato uomo aumenterà sempre di più. >
Leila non riusciva a credere che il suo amato se ne fosse andato improvvisamente poco prima di compiere il grande passo.
La giovane ragazza intuiva che sua madre stava nascondendo qualcosa, ma non poteva darlo a vedere e non poteva nemmeno fidarsi delle persone che gli stavano molto vicino.
< Madre, se sapete qualcosa di José, vi prego di dirmelo. Adesso. >
< Leila, tu pensi davvero che quell’uomo sia scappato sotto mia precisa volontà? Perché avrei dovuto farlo? >
< Perché non lo sopportavate, madre. Le prove sono le vostre discussioni nella biblioteca o nelle vostre sale private. >
< Questo non significa nulla! > protestò la donna < Il Marchese Gonzalez era un ottimo partito per te. io non avrei mai potuto fargli del male. Vedi di mettertelo bene in testa prima che la tua insolenza ti costi molto caro. >
Non potendo insistere più del dovuto, Leila scappò dalla sua presenza mentre gli occhi si stavano riempiendo di lacrime e il suo dolore cresceva ancora di più.
“Qualcuno deve aiutarmi. Ci dev’essere qualcuno che possa conoscere il Marchese Gonzalez più di me. Devo trovare le rispose necessarie.”
 
 
Anche se era un’Abbazia dimenticata dal mondo e dalla vita terrena, Anastasia stava cominciando a pensare che stavano succedendo un sacco di cose molto strane in quel luogo.
Prima la punizione severa alla sua amica e poi lo sparo nel buio che non l’ha fatta dormire per tutta la notte.
“Non so ancora chi fosse quell’uomo che stava gridando il mio nome con amore e ardore, ma spero soltanto che possa essere rimasto vivo. Non potrei mai sopportare che fosse morto e non voglio nemmeno immaginare che possa essere tu quella persona, Christian.”
Già, Christian… La giovane donna non l’aveva mai dimenticato e nel pensare che non l’avrebbe mai più rivisto, aumentava la sua disperazione e la voglia di uccidersi.
Ma aveva appena iniziato una nuova vita e non poteva darsi per vinta proprio adesso.
< Anastasia, vedo che siete già pronta. >
< Buongiorno, Elisabeth > rispose la ragazza con tono flebile < Questa notte non sono riuscita a dormire. Il rumore di quello sparo mi è rimasto in testa in tutto questo tempo. >
Nell’intravedere gli occhi persi della suora, Anastasia si stava chiedendo se lei sapeva qualcosa in tutta questa faccenda.
< Come faccio ad aver scoperto qualcosa? Nel momento che è successo tutto questo, io ero qui con voi. >
< Magari dopo che siete tornata nella vostra cella… >
< Mi sono messa a dormire. Non ho fatto altro > rispose frettolosamente la donna < Vi prego di non tornare su quest’argomento. Mi turba molto. E poi la Madre Superiora non sarebbe contenta se continuassimo a parlare di questo. >
< Ma io devo sapere la verità! >
< Una verità che non scopriremo mai, Anastasia. Mettetevelo bene in testa. >
< Di quale verità state parlando? >
vedendo la Madre Superiora affacciata alla cella di Anastasia, le due ragazze assunsero un espressione di paura e stupore.
< Allora? Di cosa stavate parlando voi due? >
< Di niente, madre. Sono solo venuta qui per vedere se Suor Anastasia fosse pronta. >
< E lo è, Suor Elisabeth… Anastasia, alzatevi subito e raggiungete le altre. La preghiera del mattino comincerà tra tre minuti. Non farei tardi se fossi in voi. >
< No… Certo che no. >
Rimanendo da sola con la giovane Elisabeth, la Madre Superiora Elena volle sapere tutte le domande che gli erano state imposte da Anastasia.
< Mi ha chiesto della sua amica Katherine e dello sparo di questa notte, madre > gli raccontò Elisabeth < Ma vi giuro che io non ho detto niente. >
< So che non lo fareste mai, Elisabeth. Vi ho incaricato di tenerla sott’occhio e di raccontarmi tutte l domande più o meno importanti che possa mai rivelarti. Non deve assolutamente scoprire niente di questi fatti inspiegabili e ti consiglio di aumentare gli avvertimenti e le minacce nei suoi confronti se oserà ficcare il naso in faccende che non la riguardano affatto. >
< Lo sto già facendo, Madre. >
< bene. Adesso raggiungete le altre. Questi strani eventi devono chiudersi alla svelta. >
< Solo una curiosità, madre. >
< Che cosa c’è Elisabeth? >
< Lasciate che Anastasia veda la sua amica Katherine. Ho timore che mi faccia un sacco di domande su di lei. >
< Se continuerà ad insistere su questa faccenda, portala immediatamente da me. Ci penserò io a fargli passare la voglia di sapere troppo > replicò la Madre Superiora a muso duro.
   
 
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