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Autore: lapacechenonho    27/08/2020    2 recensioni
Per questo, in quella domenica pomeriggio di luglio erano sdraiati sul divano a non fare niente. Ginny era appoggiata al petto del marito che a sua volta era appoggiato al bracciolo del divano con le braccia avvolte intorno a lei. Lei aveva la mano appoggiata al pancione, che ormai era arrivato all’ottavo mese, Harry invece continuava ad accarezzarle dolcemente il ventre, mentre il bambino, di tanto in tanto, scalciava sotto le carezze del padre.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Harry e Ginny avevano avuto una settimana piuttosto stressante. Tra il trasloco dal numero 12 di Grimmauld Place, le pulizie della nuova casa ed i turni di lavoro stremanti di Harry, la giovane coppia di sposi era riuscita a vedersi molto poco. Nonostante Harry avesse pregato più volte la moglie di stare a casa a riposare, visto il suo stato, Ginny non aveva voluto sentir ragioni e aveva continuato a trasportare roba da una casa all’altra, non senza l’aiuto di qualche cognata, fratello o dei suoi genitori.
Per questo, in quella domenica pomeriggio di luglio erano sdraiati sul divano a non fare niente. Ginny era appoggiata al petto del marito che a sua volta era appoggiato al bracciolo del divano con le braccia avvolte intorno a lei. Lei aveva la mano appoggiata al pancione, che ormai era arrivato all’ottavo mese, Harry invece continuava ad accarezzarle dolcemente il ventre, mentre il bambino, di tanto in tanto, scalciava sotto le carezze del padre.
«Gli piace quando lo fai» osservò Ginny guardandosi la pancia enorme. «Quando io lo accarezzo non si agita così tanto» appuntò lievemente offesa. Harry rise sul collo di Ginny causandole dei piccoli brividi.
«Che ci vuoi fare, riconosce il tocco del Salvatore del Mondo Magico». Ginny si imbronciò e incrociò le braccia sotto al seno.
«Idiota» mormorò fra i denti facendo scoppiare a ridere Harry.
«Magari è una femmina, le femmine hanno più feeling con il padre» abbozzò il marito prima di rischiare di essere affatturato.
«Mamma non è d’accordo» rispose. «Dice che è un maschio, si vede dalla forma della pancia e sono quasi sicura ci abbia azzeccato. Sai, è esperta in gravidanze maschili».
«O allora magari è solo che è abituato a te, mentre invece io per lui o lei sono un estraneo» continuò ad ipotizzare.
«Perfetto, quindi quando nascerà sarà già stanco di me!» esclamò. Harry sospirò constatando che i suoi tentativi di distrarla da quella conversazione erano nulli.
«Ma non si è stancato, Ginny. È solo che ormai ti conosce, a me no». Quelle parole sembrarono sgonfiare Ginny come un palloncino ed Harry poté tirare finalmente un sospiro di sollievo. Sapeva che, in fondo, Ginny era spaventata almeno quanto lui all’idea di diventare genitore. Si sentivano ancora ragazzini ma allo stesso tempo adulti. A volte Harry aveva la sensazione di non aver vissuto la fase dell’adolescenza e in parte era così. L’idea di avere rispettivamente ventiquattro e ventitré anni e un bambino in arrivo terrorizzava entrambi.
«Ce la faremo, vero?» chiese allungando una mano per accarezzargli la barba leggermente incolta. Era da tempo ormai che silenziosamente entrambi si ponevano quella domanda. Harry prese una boccata d’aria, incerto su cosa dirle. Per tutto quel tempo Harry aveva taciuto sulle sue paure, troppo spaventato dare un’ulteriore preoccupazione a sua moglie.
«Siamo dei bravi ragazzi, Ginny. Tu hai una famiglia stupenda nella quale ho avuto l’onore di crescerci anche io. Abbiamo visto cose brutte e desideriamo solo il meglio per questo bambino che sta arrivando e per tutti gli altri che arriveranno, se arriveranno. Non siamo poi così diversi da tanti altri genitori, no?» osservò mentre guardava le sue stesse mani vagare per la circonferenza del pancione.
«Non so cosa farei senza di te» ammise Ginny sospirando e unendo la sua mano a quella di Harry in quelle carezze continue al loro bambino che non faceva altro che apprezzare le piccole attenzioni che i genitori gli riservavano. «Vorrei avesse i tuoi occhi» aggiunse poco dopo.
«Gli occhi verdi e lucenti di un rospo in salamoia?» chiese Harry ridendo. Ginny sgranò gli occhi girandosi verso Harry.
«Te lo ricordi?» domandò stupita e leggermene arrossita. Ogni tanto Ginny aveva quelle piccole ombre di ragazzina che facevano innamorare Harry come il primo giorno.
«È un po’ difficile dimenticarlo» ammise ricordando quello che era a tutti gli effetti il loro primo san Valentino.
«Che vergogna!» esclamò coprendosi la faccia con le mani. Harry rise e le scostò le mani dal volto.
«Ginny sono passati undici anni, va tutto bene, l’ho superata».
«Già, tu l’hai superata, ma non l’ho superata io!» esclamò piccata. «I nostri figli avranno una madre imbarazzante! Pensa se andranno a scuola coi figli dei nostri amici. Erano tutti presenti in quel momento, tutti, Harry! Si vergogneranno di me!»
«Ginny» disse chiamandola e circondandole il viso con le mani. «Ti assicuro che nessuno che ti conosce abbastanza bene oserebbe prenderti in giro. Le tue fatture Orcovolanti sono leggenda nel Mondo Magico, sono abbastanza certo che nessuno desideri essere affatturato da te. Quanto ai nostri figli, mi accerterò imparino la più bella poesia d’amore che mi sia mai stata dedicata». Nel volto di Ginny si aprì un sorriso che avrebbe illuminato la stanza ed Harry non resistette all’impulso di baciarla. La guerra era finita da un po’ di anni ormai, ma la sensazione di avere tutta la vita davanti, di essere riuscito a tornare da Ginny vivo, di avere trovato lei in vita, e poi di essere riuscito a sposarla e a costruire una famiglia con lei, ad Harry sembrava un sogno da cui non voleva svegliarsi. «Tirami un pizzicotto» mormorò sulle labbra della moglie.
«Cosa?» chiese lei incerta di ciò che aveva sentito.
«Tirami un pizzicotto perché devo capire se è un sogno o se è la realtà. Se è un sogno, svegliami prima che diventi ancora più bello». Ginny rise scostandosi da Harry.
«No Harry, è la realtà. Sei nel salotto di casa tua a Godric’s Hollow, sdraiato con tua moglie e tuo figlio o figlia e ci stai coccolando da tutto il pomeriggio» rispose con un sorriso.
Fu qualcosa nelle parole di Ginny che fece fare le capriole al cuore di Harry. Forse fu l’idea concreta di un figlio che fino a quel momento lui aveva considerato astratta, o forse fu il fatto di essere semplicemente dove doveva essere, senza preoccuparsi del fatto che qualcuno attentava alla sua vita, ma per la prima volta realizzò che ormai era un padre. E per quanto non sapesse quali fossero i compiti di un padre, per la prima volta dopo otto mesi, si sentiva finalmente tranquillo.
Strinse forte Ginny annusando il suo profumo mentre lei aveva ancora le mani appoggiate sulla pancia. Harry osservò prima Ginny e poi il suo ventre gonfio capendo solo in quel momento che comunque sarebbe andata, a fine giornata sarebbe sempre tornato a casa da loro.       
   
 
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