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Autore: therealbloodymary01    27/08/2020    3 recensioni
Quando i predoni arrivano ad Ealdor, Merlino è disposto a fare tutto ciò che è in suo potere per salvare la sua gente. Artù scopre della sua magia ed è troppo confuso per pensare in modo lucido. Ma in qualche modo, nessuno dei due è disposto a perdere l’altro, almeno non senza lottare.
Dal testo:
Perché, perché l’aveva fatto? Aveva lasciato che la rabbia lo sopraffacesse, che il suo orgoglio prendesse il sopravvento sul buon senso, ed aveva gettato via l’unica cosa bella che aveva.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione, Contesto generale/vago
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Poisoned

Era stata questione di un attimo. La battaglia contro i predoni imperversava ed era ben lontana da potersi definire favorevole per l’esercito messo in piedi da Artù in appena due giorni di allenamento. I combattenti, tutti umili abitanti di Ealdor, erano visibilmente stanchi, e non avrebbero resistito a lungo. Merlino guardava la scena impotente, conscio del fatto che avrebbero perso, non importava con quanta foga il principe combattesse, l’eroico contributo di Gwen e Morgana o che fossero tutti disposti a morire in battaglia. Sarebbe stato un sacrificio ben vano, se i superstiti fossero stati costretti a tornare ad una vita di oppressioni. Per questo aveva deciso di intervenire, non poteva permettere che tutti gli sforzi che aveva visto compiere dalle persone che conosceva da una vita, le quali, chi più chi meno, aveva considerato sue amiche, fossero valsi a nulla. Così, nel bel mezzo del campo di battaglia, aveva deciso di aiutarli nell’unico modo che conosceva: sfruttando il suo dono. Del resto, al suo fianco in quel momento si trovava solo Will, il suo più grande amico d’infanzia, il quale conosceva il suo segreto, e tutti gli altri erano troppo presi dal tumulto degli eventi per prestargli attenzione. Si era guardato intorno un’ultima volta, tanto per esserne sicuro.

Cumen theoden”, aveva sussurrato, ed un colossale vortice d’aria si era abbattuto sui loro nemici, disperdendoli.

Will gli aveva lanciato uno sguardo che sembrava voler dire “Ce ne hai messo di tempo, eh?” e, nonostante la gravità della situazione, gli era quasi venuto da ridere. Ma il momento di fugace ilarità gli era passato non appena aveva sentito la voce irata di Artù.
“Quella tempesta non era naturale, deve essere stata scatenata per forza con l’aiuto della magia. Ed è stato uno di voi due.” Aveva decretato il principe irrevocabilmente, guardando in direzione sua e di Will.
“Allora, chi è stato?”
“Artù…”
Sentiva già le prime lacrime affiorargli dagli occhi. Sapeva di essersi esposto molte volte e che la fortuna non andava sfidata troppo a lungo, ma non era questo a fargli più male. Era guardare negli occhi lucidi del suo amico e non vedere altro che veleno, a distruggerlo. E se Artù da quel momento aveva intenzione di rivolgergli sempre quel gelido sguardo di disgusto, allora tanto valeva che lo uccidesse lì, seduta stante.
Poi tutto diventava confuso: avevano gridato, avevano pianto, Merlino gli aveva rinfacciato tutte le volte che lo aveva salvato, tutte le occasioni nelle quali avrebbe voluto un riconoscimento o almeno una parola di conforto, eppure non aveva chiesto nulla. Ma lui non lo aveva ascoltato, aveva continuato ad urlare contro di lui, ad avvelenarlo con le sue parole di puro odio. Poi lo aveva fatto arrestare, e da quel giorno languiva in prigione, consapevole del fatto che la sua fine era imminente.

Perché, perché l’aveva fatto? Aveva lasciato che la rabbia lo sopraffacesse, che il suo orgoglio prendesse il sopravvento sul buon senso, ed aveva gettato via l’unica cosa bella che aveva. Non avrebbe dovuto mandarlo in prigione, ma se ne era reso conto troppo tardi. In fondo Merlino non aveva mai fatto nulla che fosse volto a recare un danno al regno. O a lui. Anzi, tutte le sue azioni avevano sempre avuto come unico denominatore comune il desiderio di aiutarlo, di supportarlo nel bene e nel male, di salvarlo, addirittura. E lui come lo aveva ripagato? Trattandolo come un traditore. All’inizio perché era palesemente incazzato. Oh, eccome se lo era, ma non per il fatto che avesse dei poteri magici, era abbastanza maturo da capire che quello era qualcosa che non poteva controllare. Era incazzato perché Merlino gli aveva mentito. Era incazzato perché non si aspettava di venire tradito proprio da lui. Ma soprattutto, era incazzato perché Merlino non si fidava abbastanza da confessargli il suo segreto. Insomma, magari non era la persona più accomodante del mondo nei suoi confronti, e non negava di trattarlo non proprio bene delle volte, ma credeva che tra loro ci fosse un legame profondo, qualcosa di più di un semplice rapporto tra servo e padrone. Eppure aveva dovuto scoprire una parte così importante della sua vita per caso, e non certo per volontà del diretto interessato.

“Perché non me l’ha detto?”

La domanda continuava a girargli nella testa da giorni. Prima che la battaglia ad Ealdor iniziasse, aveva avuto il sentore che l’amico stesse per confessargli qualcosa di grosso, ma erano stati interrotti. Magari, se avessero continuato il discorso, adesso non sarebbero stati in questa situazione. Ma ormai era inutile piangere sul latte versato. Artù sapeva di dover andare personalmente nelle segrete ed affrontarlo, ma al solo pensiero sentiva una morsa allo stomaco e quasi gli veniva da vomitare. La verità è che aveva paura, paura di aver rovinato l’unico rapporto di cui, se ne accorgeva solo ora, gli fosse mai importato davvero di perdere. E sapeva che, se non avesse avuto un così scarso controllo della rabbia, avrebbe potuto gestire tutta quella situazione molto meglio. Ormai Merlino languiva in prigione da una settimana ed il principe si sentiva sempre più in colpa, ma non riusciva proprio a raccogliere le forze necessarie per scendere quelle rampe di scale. E poi, cosa gli avrebbe detto? La rabbia avrebbe preso di nuovo il sopravvento e non avrebbero risolto nulla. Ma non poteva continuare a rimandare, anche perché, al ritorno dalla battaglia, aveva dato come motivazione della sua sentenza dei generici comportamenti negligenti, ma la storia non avrebbe tenuto a lungo, almeno non col prolungarsi della detenzione del giovane. Presto suo padre gli avrebbe chiesto spiegazioni in merito. Perciò si fece coraggio, dirigendosi dabbasso.

Il giovane stregone giaceva sul freddo pavimento della sua cella, accanto a lui i resti di un pasto quasi del tutto intatto, sul viso provato gli evidenti segni di più di un pianto. Si chiedeva quanto a lungo lo avrebbero tenuto lì a marcire, se sua madre stesse bene, se ormai sapessero tutti della sua magia. Gaius lo era andato a trovare due volte in segreto, confidandogli che il motivo della sua reclusione non era stato ancora reso pubblico, ma presto le guardie avevano scoperto le sue incursioni notturne e avevano intensificato la sorveglianza, togliendogli anche la compagnia dell’unica persona che ancora, sperava, gli volesse un po’ di bene.
Ormai non gli importava più se lo avessero torturato, picchiato o direttamente ucciso, ma non voleva più aspettare. L’attesa lo stava lentamente sfinendo, e gli lasciava troppo tempo per pensare, alle scelte che aveva fatto e a quelle che avrebbe potuto intraprendere. All’amicizia che aveva perduto. Al suo cuore spezzato. Voleva solo che tutta quella sofferenza avesse fine. Perché la magia poteva anche essere illegale, ma quel trattamento non era da meno. Non sapeva se stesse sognando o se fosse definitivamente impazzito, ma gli sembrò di sentire un rumore di passi venire nella sua direzione. Era alquanto strano, era prima mattina e le guardie non gli portavano mai il pasto prima di mezzogiorno. Forse era giunta la sua ora e venivano a prenderlo. Chiuse gli occhi, non voleva guardare in faccia il suo aguzzino, era immerso in uno stato di confortante oblio e aveva intenzione di restarci. A riportarlo alla realtà fu una voce familiare, che in un secondo lo fece riemergere dal baratro in cui si stava gettando ancora prima della sua condanna definitiva.
Degli occhi di ghiaccio si incatenarono ad un paio color del mare.

“Perché sei qui?”
E perché non sei venuto prima?


Author's corner:

Ebbene, ho avuto l’idea per questa storia all’improvviso ed ho scritto il primo capitolo. Non so come si evolverà, infatti è probabile che aggiunga altri generi andando avanti. In pratica, in questa mia versione della storia la magia di Merlino viene scoperta da Artù durante la battaglia di Ealdor, quando scatena un vortice d’aria per sconfiggere gli avversari, e ovviamente niente è più lo stesso. Ma non è necessariamente una cosa negativa.
Questa è la mia prima Long seria, chi mi segue sa che tendo a sdrammatizzare e preferisco cose "ironiche", ma per una volta volevo cimentarmi in qualcosa di più serio, appunto.
Ringrazio @royal_donkey che mi è stata vicina dandomi consigli e convincendomi a pubblicarla e soprattutto perchè è una persona fantastica e mi cita sempre nei ringraziamenti xd

Come sempre, sono apprezzate recensioni, commenti e critiche costruttive!

Enjoy!

   
 
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