Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: Cesca_Haibara20    29/08/2020    2 recensioni
Conan ed Ai sono amici da tanto tempo. Sono ormai entrati in sintonia, tutti li considerano simili perché hanno lo stesso modo di fare, di agire e di pensare ma, c'è qualcosa di strano nel comportamento di Ai... Sta diventando più affettuosa nei confronti di Conan; sarà semplicemente amicizia o qualcosa di più? E Ran? Aspetterà ancora il ritorno di Shinichi o piano, piano, cercherà la felicità altrove? Si dice che l'amore vero sia un sentimento che provino gli adulti, chissà se i nostri ragazzi sanno già cosa sia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti | Coppie: Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: AU, Soulmate!AU | Avvertimenti: Triangolo
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ATTENZIONE: Questo capitolo avrà due punti di vista: quello di Conan e quello di Ai!
 
È passato un bel po' di tempo da quando il “tutto” è successo, Araide non si fa più vedere e questo mi rende sollevato non solo perché sono felice di non vederlo più, ma anche perché senza di lui in giro non mi sale l'istinto omicida. Siamo sinceri, Araide non è mai stato un gran campione di simpatia ed io sicuramente ci ho messo un po' del mio.
In questo periodo mi sono avvicinato sempre di più ad Ai e questo mi provoca un miscuglio di sentimenti e sensazioni. Quando sto con lei mi sento felice, spensierato, a posto con me stesso, mi sento Shinichi, come se Conan non esistesse, mi sento di appartenere a qualcuno ma, allo stesso tempo mi sento nervoso, mi fa arrossire di continuo e non so se dico la cosa giusta.
Cosa cavolo mi combina quella ragazza?
Poi in questo periodo di avvicinamento è più imperscrutabile del solito; si preoccupa per me, dice di sentirsi al sicuro accanto a me, quando vede una macchina nera che potrebbe somigliare a quella di Gin e Vodka non le viene subito un'infarto come succedeva prima e ogni tanto mi parla addirittura di Akemi ma, appena sbaglio a dire qualcosa si chiude a riccio tornando la ragazza di ghiaccio che era quando l'ho incontrata la prima volta.
Questo mi fa arrabbiare. Io non voglio farla chiudere sempre di più, voglio farle ritornare il sorriso, voglio vedere com'era prima dell'incidente di Akemi, voglio conoscere di più Shiho e non Ai, Ai la conosco benissimo.
Ad esempio, ieri l'ho portata in un museo di opere antiche ed ho visto un lato di lei che ho visto poche volte; aveva un'espressione in volto sognante, ammaliata e sorpresa da ogni cosa in quel museo, come un bambino che entra a Disneyland, Ai osservava i vari quadri, le varie statue come se fosse la prima volta che osservava tutto ciò.
Ai mi ha pure detto che si sta sentendo con Asami più spesso ed io non posso fare altro che essere felice per lei. Fa finta di niente ma io lo so che vede Akemi in lei e quindi cerca di tenerla sotto la sua ala protettiva.
Visto che Ran starà a dormire da Sonoko io ed Ai ci vediamo per testare il nuovo antidoto; facciamo colazione da me e poi andiamo da Agasa insieme. Ha detto che questo dura poco di più tre ore solo come esperimento, vorrei cercare di convincerla a provarlo con me, sono troppo curioso di vederla da Shiho più spesso. Anche perché mi piacerebbe sapere cosa si prova a baciarle le labbra...
ASPETTA CHE?! Resta concentrato Conan!”
Ran è uscita già da un'ora ed io sono rimasto da solo in casa mentre Goro è in ufficio.

«Che barba...» mormoro. «Ai doveva essere qui già da dieci minuti.» guardo l'orologio.

Prendo il cellulare e scrivo ad Agasa.
Buongiorno Agasa.
Buongiorno Shinichi!
Ai non è ancora partita da casa?
No, in verità è partita da almeno 3-4 minuti.
Davvero? Perché non è ancora arrivata...
Prova a chiamarla, magari ha incontrato Ayumi o Mitsuhiko per strada e si è fermata a parlare.
Può essere.

In effetti Mitsuhiko in questo periodo sta cercando di avvicinarsi sempre di più ad Ai ed un po' mi infastidisce la cosa. Io gli voglio bene a Mitsuhiko ma non penso che Ai sia adatta a lui, non la conosce come la conosco io e magari non riesce a gestirla o a capire i suoi silenzi.” penso uscendo dalla chat di Agasa per entrare in quella di Ai.
Ehi Ai, dove sei? Ti sto aspettando.

Il messaggio non le arriva nemmeno e la cosa mi puzza, lei ce lo ha sempre acceso ma magari non ha la connessione così la chiamo.
Compongo il suo numero e attendo.
Cosa? Squilla a vuoto? Impossibile!” penso confuso.
Riprovo a chiamarla.
Niente.
Riprovo.
Niente.
Riprovo nuovamente.
Ancora niente.
C'è qualcosa che non va, Ai risponde sempre, in quel momento mi arriva un messaggio da Sonoko sul cellulare di Conan.
Ehi nano! Ran è partita da casa sì o no?

Leggo il messaggio confuso.
Come se è partita sì o no? Certo che è uscita di casa!
Sì Sonoko, è uscita un'ora fa.
UN'ORA FA?! Allora perché non è ancora arrivata?

Fermi un attimo.
Non è ancora arrivata?
No...

Qui la situazione non quadra, c'è sicuramente qualcosa che non va. Compongo il numero di Ran.
Aspetto.
Non risponde.
Squilla a vuoto.
Ricompongo il numero.
Non risponde.
Richiamo.
Niente.
Richiamo.
Niente.
Qui la cosa mi puzza e mi sto anche preoccupando, scendo dal divano, indosso le scarpe ed esco di casa correndo.
Troviamo prima Ran, devo ripercorrere la strada che fa per andare a casa di Sonoko.” penso mentre corro a perdifiato.

Le strade sono deserte stamattina e la cosa non mi fa stare tranquillo.
Ho fatto più volte la strada e tracce di Ran non ce ne sono, ho guardato ogni vicolo ed ogni strada secondaria ma senza nessun risultato; Ran da Sonoko non ci è arrivata... non si è persa, sono sicuro l'hanno rapita.
Il mio cuore salta un battito.
Oh no... mi hanno trovato?”penso impanicato.

Corro verso casa e noto che all'entrata del bar c'è un cellulare probabilmente caduto a terra, lo raccolgo e realizzo che è quello di Ai. Rabbrividisco. Col cellulare di Ai in mano corro da Agasa per scoprire dove si trova e se anche Ran è con lei.

«DOTTORE!» esclamo entrando.
«Shinichi!» si avvicina a me preoccupato. «Allora, hai saputo qualcosa di Ai?»
Faccio cenno di “no” col capo.
«Nemmeno Ran non si trova, Sonoko ha detto che non è arrivata a casa sua come doveva fare ed ho trovato il cellulare di Ai a terra davanti alla pasticceria.» glielo porgo.
«E quello di Ran l'hai trovato?»
«No.» sospiro. «Ho pensato che potremmo cercare di rintracciare il cellulare di Ran per vedere se Ai è con lei e dove si trovano.»
«Va bene, vieni nell'ufficio con me.» annuisce ed usciamo dal salotto.

Ho il cuore in gola, sono un miscuglio di emozioni, preoccupato per Ran ed Ai.
E se c'è lo zampino dell'Organizzazione? Hanno trovato Ai ed useranno me e Ran contro di lei? Perché usare Ran poi? Se fosse l'Organizzazione userebbe Agasa o addirittura i bambini contro di noi, non solo Ran... c'è qualcosa che non mi torna e l'ansia non aiuta. Non so cosa pensare...
ATTENZIONE: Adesso subentra il punto di vista di Ai!
 
Riapro lentamente gli occhi recuperando le mie facoltà cognitive.
Mi trovo in un posto buio, spoglio, freddo, sembra quasi una cantina o uno stanzino abbandonato. La testa mi fa male da impazzire.
Come ci sono finita qui?
Alzo lentamente il mio sguardo e realizzo che le mie braccia sono state incatenate e alzate come se fossi sollevata, abbasso lo sguardo sul mio corpo e mi accorgo che non ho più i miei vestiti, sono rimasta solo con gli slip e le mie gambe sono a penzoloni ad una trentina di centimetri da terra. Sono veramente sollevata.
Dove sono? Voglio andarmene via...
Cerco di dimenare le braccia in modo da potermi liberare ma è tutto inutile, sono troppo debole e l'unico risultato che ottengo sono graffi dovuti alle catene. Mi guardo intorno per capire se sono sola o c'è qualcuno e vedo a pochi di metri da me una figura femminile, in ginocchio con anche lei i polsi incatenati dietro la schiena e in slip. Strabuzzo di poco gli occhi per mettere a meglio a fuoco la figura e sbianco.

«R-Ran...» quella parola mi esce come un sussurro.

La figura femminile si gira verso di me e si allarma.

«Ai!» cerca di alzarsi ma viene bloccata dalle manette. «Dio mio...» la sua voce sembra tremante. «Non ti preoccupare Ai... andrà tutto bene. Qualcuno verrà sicuramente a salvarci.»
A quella frase il mio pensiero va a Shinichi.
Shinichi... ti prego... vieni a salvarci. Vieni a salvarmi.” chiudo gli occhi lasciandomi scivolare una lacrima.

Improvvisamente una porta si apre ed una figura si avvicina a noi.

«Come stanno le mie bamboline?» la sua voce è agghiacciante causandomi brividi lungo tutto il corpo.

Si avvicina a me senza guardare Ran e passa la sua mano fredda lungo il mio corpo facendomi rabbrividire sempre di più.

«Lasciami! Levami le mani di dosso!» vorrei urlare ma la mia voce fuoriesce debole.

Deve avermi sedata per questo sono debole ed ho mal di testa.

«Non agitarti mia bambolina, adesso rilassati che il tuo papino ti farà stare meglio.» mormora alle mie labbra con un sorriso perverso in volto.
Non toccarmi! Stammi alla larga!” chiudo gli occhi cercando di scostare il mio corpo da lui fallendo miseramente.
«No, non farlo!» la voce di Ran lo ferma. «Piuttosto usa me.»
Lui ride.
«Rilassati, papino passerà anche da te.» dice posando lo sguardo di lei ma poi torna verso di me.  «Però prima voglio vedere come dev'essere assaggiare una bambolina così piccola e carina.» osserva il mio corpo. «Ti ho osservata per un po' sai? Ti vesti da emo e gironzoli sempre con un gruppo di bambinetti o con un bambinetto poco più alto di te e con gli occhiali.»
Shinichi...
«Cos'è? Il tuo fidanzatino?» domanda in tono canzonatorio.
«E se fosse?» replico decisa.
Scoppia a ridere.
«Patetico.» mi scosta dal viso una ciocca di capelli posandola dietro i miei capelli. «A te serve un uomo vero e non un bambinetto che pensa solo a giocare. Meriti qualcuno che ti coccoli come farà papino proprio adesso.»
«Tu non lo conosci. Lui non è un bambino come gli altri. Lui è molto misterioso e tranquillo anche se a volte diventa nervoso quando incolpano una persona innocente, può sembrare un detective un po' maniaco di Sherlock Holmes, lo ama e ama i libri su di lui, li ama così tanto che ha una libreria piena in casa sua. È anche un po' pervertito e di solito scherza facendo il buffone anche se sa diventare serio quando serve.» la mia voce è debole ma le mie parole escono decise.

Il tipo non sembra affatto turbato ma mantiene nel suo viso un ghigno malefico permettendomi di osservarlo meglio: ha i capelli neri e corti quasi a spazzola, i suoi occhi sono grigi e sottili, sulla guancia destra ha una cicatrice che parte dallo zigomo fino alla mandibola, mentre su quella sinistra ha delle piccole cicatrici come se avessero spento dei mozziconi di sigarette su di lui. Indossa un chiodo in pelle nero che fa tanto anni '70 tenendola chiusa senza permettermi di vedere la maglietta sotto, porta jeans con vari strappi ed anfibi bordeaux ai piedi.
Alzo lo sguardo verso di lui che avvicina pericolosamente le sue labbra schifose sul mio collo cominciando a baciarlo. Chiudo gli occhi.

Passano secondi, minuti, ore. Ore ed ore. Ho cercato di allontanarlo a me in tutti modi ma senza risultati, mi ha baciato ovunque spogliandomi totalmente ed io mi sento sporca. Non ho più le forze.

«Te l'ho detto bambolina, è inutile che mi fermi.» sorride. «Ora passiamo alla mia altra bambolina.» tira fuori un coltello e si avvicina Ran.
«No...» sussurro stremata. «Lasciala stare... continua su di me...»

L'uomo si ferma.

«A quanto pare la bambolina vuole giocare ancora. E va bene, papino ti accontenterà.» si avvicina a me prendendo una siringa e mi inietta nelle vene un sonnifero facendomi perdere nuovamente i sensi.

Quando li recupero sento vari voci ovattate e vedo tutto sfocato, non capisco nulla. Varie figure si muovono ed io sono confusa. Abbasso lo sguardo sul mio corpo e lo vedo completamente nudo con varie macchie rosse che perdono sangue. Non mi sento più io.
Dio, no...
Non riesco a capire quello che dicono e vedo tante figure sfocate, ma che diavolo succede?
Mi sforzo e finalmente riesco a mettere a fuoco e sentire bene.

Shinichi... quello vero... ma come è possibile?

«Shinichi...» è tutto quello che riesco a dire come un sussurro.

Non ho alcuna forza, vorrei reagire, vorrei urlare, scappare, correre tra le braccia di Shinichi e scappare da questo luogo orribile e credere che tutto questo sia stato solo un brutto sogno. Ma non posso. Piccole lacrime scorrono come fiumi lungo le mie lacrime bagnandolo.

«Mi dispiace...» sussurro continuando a piangere.
«RAN! Oh Ran, tu stai bene?»
Ran...? Ed io...? A me non pensi...?” penso confusa.
Poso lo sguardo su di lei e la vedo che cerca di liberarsi per andare incontro a Shinichi con ancora gli slip indosso.
Non ha tagli, non ha graffi... perché io sì?
Shinichi le corre incontro e la libera visibilmente preoccupato.
«Non preoccuparti Ran.» le dice con tono rassicuratorio, la libera e le accarezza le guance. «Vieni, metti questi.» le porge dei vestiti e la aiuta ad indossarli. «È tutto finito, c'è Shinichi qui...» la prende in braccio.
Shinichi no... salva anche me... vieni da me, ti prego... Shinichi, ho bisogno di te. Io ti amo...” penso in lacrime e cerco di muovermi verso di lui ma esce dalla stanza con Ran tra le braccia.
Dentro me qualcosa si spezza.
Subito dopo che Shinichi è uscito entrano Agasa, la polizia e dei dottori della Croce Rossa che mi vengono incontro immediatamente.

«Oh mio Dio! Stai bene Ai?» Agasa è il primo che si approccia a me.
«S-sì...» rispondo con la voce flebile.
«Mi dispiace tanto piccola mia...» ha la voce preoccupata e tremante. «È tutto finito, adesso ti portiamo subito in ospedale e starai bene.» osservo silenziosa ciò che fa.

Dopo avermi liberata le mani ed avermi messo una coperta intorno al corpo mi prende tra le sue braccia per poi poggiarmi sulla barella dei dottori.

«Sta perdendo molto sangue, dobbiamo portarla in ospedale d'urgenza!» esclama una dottoressa esaminandomi e cercando di tamponare le ferite con varie garze.

Chiudo gli occhi stremata.
   
 
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