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Autore: Mahlerlucia    29/08/2020    1 recensioni
{Questa OS partecipa alla #TsukkiYamaWeek2020}
Ricevere fiducia è una conquista più grande dell’essere amati.
(George McDonald)
[Tsukishima x Yamaguchi || Day 7: Free day (The new Captain)]
Genere: Sentimentale, Slice of life, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kei Tsukishima, Tadashi Yamaguchi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Questa One-shot partecipa alla #TsukkiYamaWeek2020
 
29 agosto: Free day (The new Captain)




Manga/Anime: Haikyuu!!
Genere: Sentimentale, Slice of life, Sportivo
Rating: verde
Personaggi: Kei Tsukishima, Tadashi Yamaguchi
Pairing: #TsukkiYama
Avvertimenti: Missing moments, Spoiler!
Tipo di coppia: Shonen-ai



 
 
 
You're stronger than you think



Il lavello del bagno del secondo piano perdeva acqua da diversi giorni, ma nessuno si era ancora preoccupato di chiamare un idraulico che potesse sistemarlo. Le gocce si susseguivano ad un ritmo cadenzato e preciso, martellando le sue meningi quasi quanto le parole che Ennoshita-san aveva pronunciato a suo favore quella stessa mattina: ‘Nessuno meglio di te può rappresentare lo spirito di questa squadra’.
Per quanto si sforzasse di non lasciar trapelare nulla, Tadashi non riusciva a dedicarsi a nient’altro.

Se ne stava accovacciato sotto un asciugamani elettrico, con le gambe flesse e la testa nascosta fra le ginocchia; di tanto in tanto ciondolava avanti e indietro per darsi coraggio e non pensare alle eventuali conseguenze della proposta fatta da colui che era stato il suo capitano per l’intero anno scolastico oramai agli sgoccioli. Meritava davvero quel ruolo di prestigio? Lui, che nonostante i miglioramenti, i sacrifici, gli sforzi e gli allenamenti notturni non era riuscito ancora ad ottenere quel posto da titolare che sognava sin da quando aveva messo piede al Karasuno Kōkō? Lui, che doveva ancora fare esperienza dell’adrenalina di un’intera partita vissuta sul rettangolo di gioco a pieno ritmo... poteva permettersi di surclassare quei coetanei che avevano avuto molte più possibilità di mostrare al mondo il loro talento?
Certo che no!

La porta del bagno si aprì d’improvviso facendo spazio ad una sagoma alta e longilinea che si muoveva con la consueta cautela. Tadashi la vide avanzare verso quel fastidioso gocciolare mentre stava ipotizzando che qualcuno – probabilmente proprio quel qualcuno che andava cercando – non avesse chiuso il rubinetto a dovere. Non gli ci volle poi molto a rintracciarlo, raggomitolato come un coniglio impaurito contro le piastrelle chiare e fredde della parete.

“Cosa ci fai seduto a terra? È umido e rischi di prenderti un raffreddore.”

Negli ultimi mesi Kei Tsukishima era diventato decisamente più accorto nei confronti dell’amico, soprattutto dal momento in cui, grazie anche ai suoi preziosi incoraggiamenti, aveva intuito quanto fosse gratificante raggiungere obiettivi importanti come la qualifica al Torneo Nazionale. Erano lontani i tempi in cui sosteneva che la Karasuno fosse solo un club di pallavolo liceale come qualunque altro.
Il più giovane sollevò lo sguardo sulla sua imponente figura, senza riuscire a proferire parola. Era indubbiamente contento di sapere che il suo migliore amico lo stesse cercando per poter andare assieme agli allenamenti, ma non avrebbe mai voluto arrecargli un dispiacere grande come quello che sarebbe venuto a galla una volta varcata la soglia della palestra.

“Beh?! A furia di passare i pomeriggi con Hinata stai apprendendo tutti i suoi usi e i suoi costumi?”

“No, io ho superato il metro e ottanta da un pezzo. Non entrerei mai nei suoi costumi.”

“Ottima risposta. Ora che ne dici di portare il tuo metro e ottanta fuori di qui e renderlo utile alla società?”

Yamaguchi si rimise in piedi poggiandosi al lavandino, senza staccare per un solo istante gli occhi dal pavimento scivoloso. Recuperò la sua borsa senza realizzare che l’amico d’infanzia gli si era parato davanti con l’intento di non lasciarlo passare... o almeno, non così in fretta. Gli posò una mano sulla spalla con una delicatezza praticamente inesistente e lo guardò dritto nei suoi grandi occhi color verde bottiglia. Le sue lenti gli donavano un riflesso minaccioso e perentorio, preludio di un’ardua curiosità alla quale non si sarebbe potuto sottrarre nemmeno volendo.

“Si può sapere che ti prende? Hai litigato con Yachi-kun?”

Yachi-kun? Cosa c’entra adesso?!
Il pinch server osservò il compagno con aria stralunata, mentre contorceva ripetutamente le labbra per evitare di mordersele più del dovuto. Certo che se avesse continuato a reagire a quel modo Kei avrebbe frainteso ogni cosa, si mise l’anima in pace optando per l’unica cosa giusta da mettere in pratica: vuotare il sacco. Sospirò a pieni polmoni socchiudendo gli occhi; fu in quel frangente che il centrale comprese – per l’ennesima volta – di aver avuto la meglio.

“No, lei non c’entra nulla. Ti dirò tutto però... non davanti agli altri.”

Tsukishima sgranò gli occhi per poi ridurli a due piccole fessure color miele che avrebbero tanto voluto essere in grado di leggere tra i pensieri del coetaneo per capire quale esclusivo mistero stava cercando disperatamente di nascondere ai compagni. Sistemò più volte gli occhiali sul setto nasale e sorrise con aria compiaciuta. Annuì giusto un attimo prima di voltarsi e lasciarselo alle spalle, sperando che si decidesse quanto prima a seguirlo.
Più volte in passato gli aveva fatto presente che non lo avrebbe aspettato in eterno, ma per quel tiepido pomeriggio di inizio primavera avrebbe sicuramente fatto un’eccezione.
 

***

 
“Yamaguchi, ora non hai più scusanti. Parla.”

Mi hai detto di tacere in tante di quelle occasioni... e ora dovrei parlare. Tsukki, sei buffo sai?!
Strinse una mano intorno alla ringhiera che contornava il tetto del principale edificio scolastico, mentre con la punta dei piedi effettuò un piccolo saltello che lo fece sollevare di pochi centimetri e restare in precario equilibrio sul gradino che collegava l’inferriata alle mattonelle. Non sarebbe riuscito ad avvicinarsi all’importante statura dell’altro nemmeno soffermandosi in quella posizione che profumava d’infanzia.

“Sai Tsukki, Ennoshita-san...”

Il nome del loro attuale – seppur ancora per poco – capitano costrinse Tsukishima a puntare ancora una volta lo sguardo su quello del compagno. Quest’ultimo non contraccambiò, intento a delineare i contorni immaginari di una nuvola di passaggio con la punta dell’indice.
Aveva usato lo stesso tono delicato e tremulo che si palesava ogniqualvolta si ritrovavano a parlare di Shimada, Sugawara o qualunque altra persona che in passato aveva dimostrato fiducia e sostegno nei suoi riguardi.
Il che può significare una sola cosa...

“... mi ha proposto di sostituirlo per il prossimo anno... se così si può dire. Però mi è parso strano.”

“Perché?”

La domanda di Kei fu chiara e diretta, senza fronzoli né alcuna forma d’invidia.
Si accostò al più timido, ponendosi a braccia conserte per far fronte ad un impulso che lo avrebbe visto compiere azioni che non appartenevano di certo alla sua indole; o perlomeno, non a quella che era abituato a mostrare in pubblico.
No, non era da lui prendersi la briga di abbracciare l’amico allo scopo di congratularsi per l’importantissimo obiettivo che aveva appena raggiunto. Era ben conscio del fatto che se lo meritasse appieno e nessuno sarebbe stato in grado di fargli cambiare opinione a tal proposito, tanto meno il suo intrinseco desiderio di poter ricoprire lo stesso ruolo, un giorno.

“Perché tra tutti e quattro... sono il meno adatto. Sono l’unico che ha visto più partite da bordo campo che dal suo interno.”

“Scusa un secondo... ma Ennoshita-san non si trovava nella tua stessa situazione lo scorso anno? Eppure, se non ricordo male, non mi sembra che ci abbia messo poi molto ad accettare la medesima proposta da parte di Daichi-san. O mi sbaglio?”

Tadashi stese entrambe le braccia continuando a stringere tra le dita la vecchia ringhiera arrugginita. Gli angoli incerti della sua bocca si spostarono verso l’alto, dando vita ad un sorriso sincero e alquanto imbarazzato. Saltò giù dal gradino senza voltarsi, tornando nuovamente ad osservare la realtà circostante da una prospettiva più realistica.

“Non sbagli, Tsukki.”

“Allora non vedo dove sia il problema.”

Il cuore del pinch server iniziò a battere con una frequenza decisamente superiore rispetto al solito, portandolo involontariamente a fare qualche passo indietro per le forti emozioni che il commento dell’amico di sempre, chiaro e deciso come non mai, aveva suscitato nel suo animo incerto. Sorrise ancora una volta, mettendo i mostra denti bianchi quanto la luce che emanava tutte le volte che qualcuno lo spronava a dare il meglio di sé. Socchiuse gli occhi scombussolando quei capelli che forse avrebbero meritato maggiore considerazione; magari una seduta dal parrucchiere di fiducia, tanto per cominciare.

“Ma... ma davvero non ti dà fastidio? Insomma... non pensi di meritarlo più di me?”

“Mmm... chissà. Stavo però pensando che da capitano non potrei più permettermi certi lussi.”

Il viso del più giovane si tramutò in una maschera pregna d’interesse nei confronti di ciò che aveva appena avuto modo sentire. Diventare capitano poteva avere anche i suoi lati negativi? Non ci aveva mai davvero pensato, ma se il centrale sosteneva questa tesi doveva essere davvero così.

“Cosa intendi?”

Tsukishima rise di gusto, volgendo lo sguardo verso la rampa di scale che li aveva condotti sino in cima al loro liceo.
Tadashi non percepì alcun tipo di rancore nei suoi confronti e ringraziò tutti gli dèi a lui noti per avergli fatto quella grazia e – soprattutto – per avergli dato la possibilità di conoscere una persona tanto perspicace e matura.
Il rossore che puntellò le sue guance tra una lentiggine e l’altra era uno degli altri numerosi “effetti speciali” per cui aveva imparato a non poter più fare a meno di lui. Ma questa è un’altra storia.

“Intendo dire che non vedo l’ora di vedere la faccia corrucciata di Kageyama una volta che scoprirà la verità. Non perdiamo altro tempo che il film comincia proprio ora, mio caro Capitan Yamaguchi!”










 

 Angolo dell’autrice


Ringrazio anticipatamente tutti coloro che passeranno a leggere questa mia piccola one-shot!

Ho scritto questa piccola shottina senza pretese perché ci tenevo a partecipare alla #TsukkiYamaWeek2020.
Nell’introduzione generale della storia ho riportato il tag Spoiler!” per chi non avesse letto gli ultimi capitoli del manga. Per cui lettore avvisato e amici come prima! ;)

Prompt scelto: Free day – The new captain (7° giorno, 29 agosto)
Yamaguchi viene scelto da Ennoshita come suo erede alla guida della Karasuno, ma il ragazzo non è convinto di essere la persona più idonea per poter ricoprire questo delicato ed importante ruolo per la squadra. Così non può fare a meno di chiudersi in sé stesso, sperando che le cose possano prendere una piega diversa e chi di dovere prenda in considerazione anche i suoi compagni, soprattutto il caro Tsukki. Ma sarà proprio quest’ultimo ad aprire gli occhi al suo storico amico inculcandogli un po’ di fiducia e tirando in mezzo un po’ di gente a cui saranno sicuramente fischiate le orecchie! XD

Il testo è scritto in terza persona e al tempo passato.

Un ringraziamento speciale va agli ideatori di questa fantastica iniziativa. Grazie per aver permesso tutto questo! **

A presto,

Mahlerlucia

 
   
 
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