Apro gli occhi, le 6.15: la sveglia è fissata per le 7 e 30, mi sono svegliato prima del solito. Decido di accendere la playstation per ammazzare il tempo, di solito scappo così alla vita studentesca: ogni tanto quando non mi va di uscire accendo la PS1 e rigioco i classici; purtroppo però oggi non funziona: appena inserisco un gioco non fa in tempo ad avviarsi che quello successivo mi sembra più divertente e lo sostituisco. Decido di spegnere la playstation senza aver giocato. Pensavo non ci fosse cosa più noiosa di studiare, ma forse l'ho trovata: aspettare. Mi metto a tamburellare con le dita sulla scrivania mentre scrollo la bacheca di Instagram: vedo solo meme che non fanno ridere e foto stupide. Guardo l'orologio a muro: le 6 e 45. Cristo, com'è possibile sia passato così poco tempo!? Mi alzo di scatto e cammino su e giù per la camera da letto a passo svelto. Mi butto sul letto. Mi rialzo dal letto. Leggo tre pagine di un manuale dell'università accavallando e scavallando le gambe continuamente, poi lo metto a posto. Continuo a camminare nervosamente. Dopo un po' mi accorgo di essere madido di sudore e decido di farmi una doccia. Non mi è mai piaciuta la scuola, molte persone hanno perso l'interesse per lo studio alle medie o alle superiori: io non l'ho mai avuto; purtroppo però per fare una vita relativamente decente al giorno d'oggi devi per forza studiare, per questo ho deciso di frequentare l'università. Mentre mi asciugo suona la sveglia, è come se di colpo mi fossi tolto un peso dalle spalle, ora il mio cuore è più leggero. Vado in camera saltellando e la spengo. Dopo aver finito di asciugarmi salgo al piano di sopra a fare colazione. Esco di casa e arrivo a passo svelto alla metro, mentre aspetto impaziente il treno per l'ateneo guardo lo schermo del telefono: le otto.